Sfoglia il Catalogo feltrinelli004
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 5221-5240 di 10000 Articoli:
-
Storia di una vita
"La memoria custodisce ciò che sceglie di custodire. Come il sogno, anche la memoria cerca di attribuire agli eventi un qualche significato."""" Aharon Appelfeld in questo libro autobiografico accetta infine il confronto con la propria memoria. Impresa dolorosa che scortica l'anima perché la sua memoria nasconde l'esperienza di un'infanzia spezzata dall'orrore della Storia, nasconde la solitudine di un bambino costretto a vagare da solo per mesi nei boschi con l'incubo di essere riconosciuto, nasconde il suo peregrinare per mezza Europa fino all'arrivo in Israele e il suo difficile inserimento in una nuova realtà. Appelfeld sfida il dolore e disseppellisce quei ricordi che per poter continuare a vivere aveva spinto nelle zone buie e cieche della propria memoria, ci racconta la lotta di un ragazzo che ricostruisce la propria identità a partire dallo sradicamento degli affetti, della cultura, della lingua." -
I balenieri di Quintay
Le storie d'avventura, di natura e di mare ambientate da Francisco Coloane nel grandioso scenario dell'estremo limite meridionale del continente sudamericano. rnrnrnLe gesta dei mitici balenieri (che danno il titolo al volume) al largo delle coste argentine e cilene; il naufragio di un gruppo di cacciatori di foche e la loro strenua lotta per la sopravvivenza; il racconto di una terribile tempesta intorno a Capo Tamar; le vicende di Patricio Patterson, un avventuriero morto mentre galoppava nelle sterminate pianure patagoniche; e ancora storie di naufragi e salvataggi, di pescatori e di palombari, di indigeni privati delle loro terre e della loro dignità. -
Ave Virgilio. Carme. Testo tedesco a fronte
"'Col tanfo di caseificio, col chiasso degli zoccoli io sono, ingiustificatamente, la polvere delle ossa dei miei indebitati vicini...' Composto verso il 1960, pubblicato nel 1981, e definito dallo stesso Thomas Bernhard come un testo di assoluta pregnanza all'interno della sua produzione narrativa, 'Ave Virgilio' rappresenta l'esito di due tendenze stilistiche apparentemente contraddittorie. Riflessione teorica e concrezione corporea, teologia negativa e ossessione materica, proiezione simbolica e décor regionalistico convergono nella stesura di un manufatto nero ed oracolare. Infatti, benché il libro rechi le tracce di due soggiorni all'estero (Gran Bretagna e Italia), il suo vero cuore sta nel lacerante sentimento di attrazione e odio che l'autore nutre verso la propria terra: 'Il mio sapere ce l'ho dai solchi nei campi di patate, dall'oscurità del porcile ho appreso cielo e terra, nel rotolio dei mucchi di mele ottobrine ho il mio salmo incessante...' Osti, parroci, sindaci, mastri birrai, arcivescovi, scrivani comunali, contadini e sposi, figure dell'autorità o del martirio (il Padre contro il Figlio) insieme a baluginanti santi intercessori quali Catullo, Dante, Pascal, o Virgilio, compongono il quadro di un inferno bucolico fatto di sangue, cunei nella carne, mattatoi. Lo si vede ad esempio nell'allucinato 'Canto del figlio del macellaio'."""" (Valerio Magrelli)" -
Funny girl
Nell'Inghilterra degli anni Sessanta spopola l'attrice televisiva Sophie Straw, ex reginetta di bellezza di un paesino del Nord, che ha tagliato i ponti con la famiglia per trasferirsi nella Swinging London, inseguendo il sogno di far ridere la gente. Insieme a lei, l'affiatatissima squadra che lavora alla serie della BBC Barbara (e Jim), di cui è la protagonista. Sophie si troverà a recitare un copione di scena troppo simile a quello della sua vita, e dovrà decidere che tipo di donna essere, e che tipo di uomo scegliere, in un mondo in cui anche le donne sperimentano nuovi ruoli e una nuova libertà... -
Poesie. Testo francese a fronte
"Je suis comme je suis"""" ci avverte Jacques Prévert prima di offrirci i suoi versi disparati e sorprendenti tanto da sembrare una variegata collezione di dischi a cui ognuno è libero di attingere secondo il proprio capriccio o umore. Non si presenta né come un poeta-vate, né come un poeta-eroe, né tanto meno come un poeta-professore esteta e umanista, ma come un uomo che si rivolge alla gente nel suo stesso linguaggio, con una sorta di """"poesia parlata"""", piena di composizioni a scatole cinesi, giochi di parole, doppi sensi ricavati dal cuore di etimologie arbitrarie, falsi proverbi e soprattutto lo fa in argot. È per questo che l'""""anti-poesia"""" con cui celebra i piccoli e grandi piaceri della vita - il bacio in un mattino d'inverno al Parc Montsouris, a Parigi, i suoi ponti e i suoi vagabondi, le sue belle ragazze, i suoi fiori, i suoi bambini, le vrai soleil - risulta così familiare e il lettore, ancora oggi, riesce a trovare in queste pagine sollievo e piacere. Con uno scritto di Vittorio Sereni." -
Poesie d'amore. Testo spagnolo a fronte
II tema dell'amore si impose nella poesia di Federico Garcia Lorca sin dagli inizi della sua carriera letteraria e ne attraversò tutta la produzione in modo talmente conflittuale e assillante da dare vita, come afferma Piero Menarini nell'Introduzione, «a un percorso di ricerca dentro e fuori di sé che procede e si amplifica entro gli esclusivi registri - a volte espliciti, altre criptici, sempre drammatici - della sofferenza». Fu una ricerca costellata di domande - sulla possibilità dell'amore, su chi amare, su come amare - alle quali però il poeta non sembra mai trovare una risposta positivamente intellegibile. Quelle raccolte in questo volume sono liriche di intensa e rara profondità, che coprono l'intero arco della produzione di Federico Garcia Lorca, dai guizzi individualisti delle prime poesie fino ai sentimenti epici e universali della maturità, mostrandoci forse il lato più sofferto della sua opera. -
Il commesso viaggiatore
Nel 1941, in piena Seconda guerra mondiale, la neutrale Islanda è appena passata dall’occupazione inglese a quella americana.rnrn«Il miglior scrittore di gialli dei paesi nordici» - The Timesrnrn«Indridason riempie il vuoto lasciato da Stieg Larsson» - Usa TodayrnI militari non hanno grande considerazione degli «indigeni» e la tensione è palpabile, anche a causa delle relazioni ambigue che si stabiliscono tra i soldati e le ragazze del posto, che inseguono l’illusione di una vita migliore. In questo clima teso viene ritrovato in un piccolo appartamento di Reykjavík il cadavere di un uomo, un commesso viaggiatore dalla vita irreprensibile. È stato ucciso con un colpo di pistola alla nuca. E il proiettile in questione è americano. Sulla sua fronte l’assassino ha tracciato con il sangue una svastica. Quel simbolo sembra acquisire un senso quando si scopre di più sul proprietario dell’appartamento, un certo Felix Lunden, figlio di un medico filonazista di origini tedesche. L’omicidio è legato a una vendetta politica? A condurre le indagini è Flóvent, l’unico agente rimasto a presidiare la polizia locale dopo lo scoppio della guerra, ancora alle prime armi ma pieno di buona volontà. Viste le delicate implicazioni del caso, le autorità gli affiancano un agente della polizia militare, il giovanissimo Thorson, un canadese che non rinnega le sue origini islandesi. I due formano inaspettatamente un’affiatata coppia di investigatori, che dovrà muoversi con cautela nella città presidiata dalle truppe di occupazione, senza scartare nessuna pista. -
Il vestito dei libri
Vi siete mai chiesti come si vestano i libri? Per la vincitrice del Premio Pulitzer Jhumpa Lahiri il processo di scrivere è un sogno, e la copertina del libro rappresenta il risveglio.«Una copertina segna la nascita del libro: da una parte è irrilevante rispetto al libro, dall'altra una sua componente vitale. Può essere fedele al libro o no, può dire una cosa diversa dal libro. E di frequente le si dà la colpa se il libro non si vende. Certo oggi il fine della copertina è molto più commerciale che estetico.» - Filippo La Porta, Left«[...] Così la bravissima scrittrice Jhumpa Lahiri, nel suo ultimo volumetto ""il vestito dei libri"""", che si occupa proprio di copertine. Ed è davvero utile perché, per la prima volta, a parlare non è chi la copertina la disegna e la pensa (editori e grafici) ma chi la """"subisce"""". Ed è una lettura illuminante, che consigliamo. Se è vero come scrive l'autrice che si comprano libri anche soltanto per la loro copertina a prescindere dal contenuto, allora il suo va comprato per entrambi i motivi.» - Marco Filoni, il VenerdìVi siete mai chiesti come si vestano i libri? Per la vincitrice del Premio Pulitzer Jhumpa Lahiri il processo di scrivere è un sogno, e la copertina del libro rappresenta il risveglio. È una sorta di traduzione ulteriore delle sue parole in un nuovo linguaggio, quello visivo. Rappresenta il testo, ma non è parte di esso. Come una traduzione, può essere fedele, o può tradire. In questa personalissima e intima riflessione, Jhumpa Lahiri esplora il processo creativo che sta dietro alle copertine dei libri, tanto dalla prospettiva di autrice quanto da quella di lettrice. Sondando le complesse relazioni tra testo e immagine, autore e designer, arte e mercato, riflette sul ruolo di questa particolarissima uniforme, arrivando al cuore della questione: le copertine per lei hanno sempre significato molto, e a volte sono riuscite a diventare """"parte di lei""""."" -
Poesie scelte
"'Nello sviluppo del mio individuo, della diversità, sono stato precocissimo; e non mi è successo, come a Gide, di gridare d'un tratto 'Sono diverso dagli altri' con angoscia inaspettata; io l'ho sempre saputo' scriveva Pasolini nei giovanili 'quaderni rossi'. E questo sentimento di diversità che domina tutta la sua opera - coscienza della propria omosessualità, certo, ma anche un senso più vasto di spaesamento e di inattualità - troverà subito un nome: quello di poesia. È stato en poète che egli ha sempre svolto la sua molteplice e anche dispersiva attività di scrittore, di regista, di critico o di polemista: si pensi soltanto alla sua esemplare teorizzazione del 'cinema di poesia'. Narciso, dolceardente usignolo, eretico, martire, barbaro, animale senza nome o bestia da stile - a seconda delle maschere sublimi o infami assunte sulle diverse scene della vita - egli rimase sempre fedele, con eroica ostinazione, al ruolo di poeta, inteso in un senso che si potrebbe dire 'romantico' e perfino 'sacrale': quello di testimone solitario di una dimensione altra, di verità che agli uomini non possono apparire se non come scandalo e bestemmia."""" (dall'introduzione di Francesco Zambon)" -
Badenheim 1939
È la primavera del 1939 e la località di Badenheim, in Austria, si affolla di villeggianti. Ma questa non sarà una vacanza come tutte le altre. Mentre gli ospiti si radunano per assistere alle attrazioni offerte dall'impresario Pappenheim, si moltipllcano le premonizioni inquietanti, che però tutti sembrano ignorare. Quando agli ebrei viene imposto di registrarsi presso un misterioso Dipartimento sanitario, molti si risentono, alcuni protestano, ma nessuno riconosce la minaccia. Certo, un senso di catastrofe imminente assedia Badenheim, ma finché il pericolo resta senza un nome e il nemico senza un volto è ancora possibile dar retta alle parole consolatorie di Pappenheim. Alla fine la piccola comunità forzata si avvierà docilmente verso la stazione. E nessuno, neanche davanti ai treni diretti in Polonia, sembra comprendere a fondo quale abisso stia per spalancarsi. -
La lanterna di biancospino. Testo inglese a fronte. Ediz. bilingue
«Nel canone di Seamus Heaney 'La lanterna di biancospino' occupa un posto importante di riflessione, di recupero, si può dire quasi di silloge di momenti del percorso del suo autore, per un nuovo slancio e per una riconquista di freschezza comunicativa.» Come osserva Francesca Romana Paci nell'introduzione, ""The Haw Lantern"""" è una raccolta dotata di struttura unitaria e va letta dunque come sistema. Un sistema in cui si mantiene vivo il coraggio di una ricerca «fondata nel reale, ricerca dei confini e del senso del reale stesso, del rapporto della mente con il reale, della verità nella contraddizione, dell'equilibrio tra tensioni opposte, della libertà pur nella indiscussa permanenza di legami importanti: questo è il cuore della poetica di Heaney, il vero argomento di tutta la sua poesia, il suo vero, continuo oggetto d'indagine»."" -
Tutti gli anni buttati via. Testo inglese a fronte
Ci sono innanzitutto i luoghi: i bar di terz'ordine, le logore stanze di logori motel, gli ippodromi e le sale per le scommesse, le strade secondarie, i vicoli. E poi ci sono naturalmente gli uomini e le donne che popolano questi luoghi: e sono quasi tutti esseri umani sconfitti, abbattuti, lasciati in un angolo dal mondo che prima li ha illusi e poi tragicamente derisi. Ma più forte e intensa di ogni altro luogo e di ogni altro uomo, c'è la voce del poeta che li racconta: Bukowski non tradisce il suo mondo, non abbandona i disperati al loro destino; anzi, la sua voce suona sempre come la voce del loro riscatto. Non c'è poesia di questa raccolta in cui non si senta la feroce volontà di aderire al mondo degli ultimi, siano essi operai «senza volto», prostitute, alcolizzati, artisti morti senza aver conosciuto la gloria, vecchi abbandonati su una panchina di un parco o addirittura dive di Hollywood come Marilyn Monroe, «fiore appassito e poi buttato via». Le poesie di Bukowski sono il controcanto al mondo del successo e del benessere, e sopra le sue rovine risuonano le note più oscure e straziate del sogno americano. -
L' uomo senza casa
Un grande talento - Marco VichiLa Svizzera è un posto misterioso. Sembra un luogo lindo e tranquillo, ma sotto la superficie strisciano inganni, delitti e soldi, tanti soldi, che magicamente volano nelle banche. Tra i misteri elvetici si aggira anche Elia Contini, un investigatore privato che lavora a Lugano, sul lago, in mezzo agli intrighi della politica e della finanza, ma che ogni sera se ne torna a casa in un villaggio di montagna, dove gli piace osservare le volpi che abitano nel bosco. Una vita che scorre più o meno uguale, finché un giorno è costretto a scontrarsi con un mistero che lo riguarda da vicino: quello di un paese sommerso dall'acqua per la costruzione di una diga. Il paese nel quale era cresciuto. Da allora molte cose sono cambiate. Però c'è chi ancora non ha dimenticato: qualcuno che vuole tornare indietro, vuole rivedere i volti del passato, e per farlo è disposto a uccidere. Toccherà proprio a Contini dipanare il mistero. Combattendo fino all'ultimo per salvare se stesso e tutto ciò che ama. -
Piccoli amori. Nuova ediz.
Un interno elegante, una agiata famiglia borghese, nella Praga dei primi decenni del Novecento: il torpore di una adolescenza troppo protetta – quella di Hugo – si infrange d’improvviso all’irrompere della bellezza femminile – quella di Erna, la giovane donna che è stata destinata al ragazzo come istitutrice. L’incontro con Erna si trasforma presto per Hugo in una infatuazione, che lo porterà a idealizzare tutto ciò che la circonda, inclusi i suoi amanti, dei quali si farà ingenuo complice. Quando le fugaci, eppur rischiose trame d’amore della ragazza la porteranno a cozzare contro le norme di un ordine borghese, Hugo dovrà accettare il distacco da Erna, l’estromissione di lei da un mondo che ora gli sembra angusto. Ma quell’incontro ha lasciato, nell’inconsapevole Hugo, un segno indelebile. Egli ha gettato uno sguardo fuori di casa – là dove piccole vite si spendono in piccoli amori – ed è ormai cambiato. Nell’arco breve della vicenda, si è avviata la sua educazione sentimentale. -
Il cosmonauta
Divertente e ricco di suspense, Il cosmonauta è un folgorante romanzo d’esordio che trascina il lettore in un’imprevedibile girandola di eventi, un’odissea intergalattica sull’amore, il coraggio e la scoperta di sé e delle proprie aspirazioni.rnrn""Uno straordinario debutto... Questo romanzo può essere la rampa di lancio per una carriera stratosferica"""" - The Timesrn""""Un esordio ricco di vitalità e originalità, frutto di un immaginario vulcanico. La voce di Kalfar è inconfondibile e lascia il segno"""" - The New York Timesrn""""Divertente e ironico mix di generi: un incrocio fra 2001: odissea nello spazio e un romanzo di Milan Kundera, ambientato in un universo alla Philip K. Dick, e con un pizzico di Franz Kafka"""" - Library Journal rn""""Questo libro fa rivivere le emozioni che si provano leggendo ogni cosa è illuminata"""" - The GuardianrnPraga, primavera 2018. Rimasto orfano in giovane età e cresciuto in campagna dai suoi strambi nonni, Jakub Procházka è uno scienziato di scarsa importanza con un grande sogno: diventare il primo astronauta del suo paese, la Repubblica Ceca, una nazione in cerca di identità dopo il crollo della cortina di ferro. Per questo, quando gli viene proposta una missione sul pianeta Venere, non ha dubbi: potrà diventare un eroe e riscattare il nome della sua famiglia, infangato dalle gravi colpe del padre, informatore e torturatore durante il regime comunista. Ma tutto ha un costo, e il prezzo da pagare in questo caso è abbandonare la moglie Lenka, sacrificando sull’altare dell’ambizione personale il matrimonio e il progetto di un figlio insieme. Sotto lo sguardo adorante del suo popolo, Jakub parte a bordo dello shuttle: d’ora in poi sarà solo nello spazio profondo, anzi no, godrà della compagnia (reale o immaginaria) di un bizzarro alieno. Ma l’impresa è pericolosa e Jakub rischia la vita: sarà l’intervento di una flotta russa in missione segreta a riportarlo sulla Terra dalla sua Lenka?"" -
Chiamami col tuo nome
Da questo libro il film di Luca Guadagnino Chiamami col tuo nome nominato agli oscar 2018 per le categorie: Miglior canzone originale, Miglior sceneggiatura non originale, Miglior film, Miglior attore protagonistarnrnrnLa storia di un paradiso scoperto e già perduto, una meditazione proustiana sul tempo e sul desiderio, una lunga lettera d’amore, un’invocazione, una domanda che resta aperta per gli anni a venire.«Una scrittura ardita, profonda, esaltante, brutale, tenera, generosa..» - Nicole Krauss«Una storia d’amore delicata, scritta in maniera impeccabile, con echi di Marguerite Duras e Patrick White.» - Kirkus Reviews«Una grande storia d’amore romantico.» - The Washington Post Book World«Un libro di straordinaria bellezza.» - The New York Times Book ReviewsVent’anni fa, un’estate in Riviera. Una di quelle estati che segnano la vita per sempre. Elio ha diciassette anni, e per lui sono appena iniziate le vacanze nella splendida villa di famiglia nel Ponente ligure. Figlio di un brillante professore universitario, musicista sensibile, decisamente colto per la sua età, Elio aspetta come ogni anno «l’ospite dell’estate, l’ennesima scocciatura»: uno studente in arrivo da New York per lavorare alla sua tesi di post dottorato. Ma Oliver, il giovane americano, subito conquista tutti con la sua bellezza e i modi disinvolti, quasi sfacciati. Anche Elio ne è irretito. I due ragazzi condividono conversazioni appassionate su libri e film, discussioni sulle loro comuni origini ebraiche, e poi nuotate mattutine, partite a tennis, corse in bici e passeggiate in paese. E tra loro nasce un desiderio inesorabile quanto inatteso, fatto di ossessione e paura, di scaltra dissimulazione e slanci ingenui, vissuto fino in fondo, dalla sofferenza all’estasi. La scoperta di quei giorni estivi e sospesi in Riviera e di un’afosa notte romana è quella, irripetibile, di un’intimità totale, assoluta. Perché l’intensità, la forza di quell’esperienza, l’autenticità di quei sentimenti sono destinate a rimanere insuperate.rnChiamami col tuo nome è la storia di un paradiso scoperto e già perduto, una meditazione proustiana sul tempo e sul desiderio, una lunga lettera d’amore, un’invocazione, una domanda che resta aperta per gli anni a venire, finché Elio e Oliver si ritroveranno, un giorno, a cercare parole per dire l’indicibile, per confessare, prima di tutto a se stessi, che «questa cosa che quasi non fu mai ancora ci tenta». -
Malena, un nome da tango
Malena è una ragazza timida e insicura, ma anche appassionata e sensuale, in perenne conflitto con la propria natura e ossessionata dal confronto con la sorella Reina, freddo modello di cinismo e perfezione. Un dualismo tormentato e sofferto che l'ha segnata fin dall'infanzia e a cui cerca di sottrarsi attraverso travagliate vicende personali e, soprattutto, ricostruendo i torbidi segreti che si intrecciano nell'arco di tre generazioni della famiglia. Malena si racconta e scopre un filo rosso che lega la sua «maledizione» ai suoi avi. Alla fine capirà che l'unica maledizione è il sesso e l'unica colpa avere il coraggio di viverlo... -
Cibo
Il cibo è memoria e nostalgia, amore e ossessione, condivisione e solitudine: una storia che ci riguarda tutti.rnrnDalla vincitrice del Premio Strega 2018.rn«Helena Janeczek ci ricorda che il cibarsi rimane ancora un atto ancestrale e misterioso, che il corpo può essere una goffa intercapedine tra noi e tutto il resto: un buon viatico per l'imminente prova costume» - Matteo Di Gesù, RobinsonrnNon riesco a sopportare quelli che non prendono seriamente il cibo, diceva Oscar Wilde. Oggi è diventato una delle principali occupazioni, ossessioni, manie; la cucina insieme all'ordalia igienista di ciò che fa bene o fa male sono le ronzanti colonne sonore delle nostre giornate. Prendere sul serio il cibo, però, è altra questione. Di certo, senza tanto proporselo, lo fanno Elena, la donna che si racconta in questo libro, e Daniela, la massaggiatrice alla quale si rivolge per impegnarsi a fondo in una dieta dimagrante e rimodellare il proprio corpo. Perché quello che condividono durante le loro sedute è qualcosa di profondo. A ogni piatto che nominano, a ogni ricetta o tradizione rievocata, riaffiorano un ricordo, un'amicizia, un amore, un rito di famiglia, una ferita. Le creme di piselli e i krapfen delle feste di Ulrike, anoressica per desiderio di perfezione, nella Monaco dell'infanzia e dell'adolescenza di Elena; i praghesi gnocchi di pane alla prugna di Ružena, obesa per allontanare l'incubo dei carri armati sovietici e il dolore dell'esilio; i gattò di Teresa, che rivendica cucinando la sua identità; i pranzi domenicali della nonna veneta e contadina di Daniela; fino alle aringhe salate che risvegliano in Elena la memoria dei kiddush del sabato nella sua famiglia ebraica, e soprattutto del padre scomparso troppo presto. Alla fine di un romanzo che mescola e unisce, come fa il cibo, individui e culture, Helena Janeczek si riserva ancora lo spazio di una riflessione su una tragedia dei nostri anni, il crollo delle Twin Towers, attraverso le storie dei cuochi che nelle torri lavoravano.La nuova edizione di Cibo, uscito nel 2001 e ripubblicato da Guanda. -
Resina
Sospeso tra Stephen King e le inquietanti fiabe dei fratelli Grimm, un romanzo teso e conturbante su come un amore folle ed eccessivo finisca per stritolare nel suo abbraccio le persone che vorrebbe proteggere.rnrn«Splendido e macabro al tempo stesso. Sembra uscito dalle fantasie più cupe dei fratelli Grimm» – The Observer rnrn«Ricorda Stephen King al suo meglio: molto inquietante, ma capace di empatia verso ogni personaggio» – The Tepegraph rnrn«Un'analisi suggestiva e a tratti sconvolgente dell'ossessione e dell'amore possessivo» – The Guardianrnrn«Da brivido. Un romanzo struggente sull'amore che si trasforma in follia» – Daily MailrnrnLiv è morta a sei anni. Si è allontanata in mare durante la notte e al mattino è stata ritrovata solo la barca vuota. O almeno, questa è la storia che i suoi genitori hanno raccontato alle autorità. Ma la realtà è ben diversa. Liv è viva, si nasconde dietro un impenetrabile muro di oggetti rubati qua e là e accumulati da Jens, suo padre, nel corso degli anni: infatti, ciò che gli altri considerano superfluo, un rifiuto da buttare, per Jens è importante, degno di una seconda vita. Impossibile, anche volendo, scovare la bambina in quel fortino; impossibile, una volta oltrepassato il cancello, uscire indenni dalle trappole seminate in cortile, lungo il percorso che porta alla casa e all'officina, alla stalla e al piccolo container che racchiude tanti segreti. Qui, lontano dagli altri abitanti dell'isola, la vita della famiglia scorre imperturbabile, cristallizzata per l'eternità come una formica nella resina. Soltanto Maria, la madre di Liv, potrebbe rompere l'incantesimo. Ma anche lei, a modo suo, ha deciso di nascondersi dal resto del mondo dentro un corpo mostruosamente grasso... -
Lezioni di respiro
Il piacere dei romanzi della Tyler: un miscuglio di pathos e ironia, di personaggi nevrotici o sbiaditi, di tragedie e di quotidianità"" - L'EspressornrnIra e Maggie Moran sono un marito e una moglie perfettamente medi, perfettamente a loro agio nella realtà di una media città americana come Baltimora: disilluso e poco comunicativo lui - invece delle parole preferisce usare i titoli delle canzoni degli anni Cinquanta e Sessanta -, generosa e impulsiva lei. Ma questa è una giornata diversa dalle altre. Serena, la migliore amica di giovinezza di Maggie, ha perso il marito e la coppia si mette in macchina per raggiungere il luogo del funerale: un viaggio di centocinquanta chilometri, in fondo non così lungo, che ben presto però assume un altro significato. Mascherata sotto le vesti di una sobria narrazione tutta affidata al dialogo e al monologo interiore, Anne Tyler accompagna i suoi personaggi dal presente al passato in un inesauribile gioco della memoria: i flash-back delle nozze, l'incontro con i vecchi amici alla cerimonia funebre, il frettoloso matrimonio del loro figlio Jesse con la diciassettenne Fiona, le """"lezioni di respiro"""" a cui Maggie accompagnava la giovanissima nuora in attesa del suo nipotino.""