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La donna che sbatteva nelle porte
Paula Spencer, una giovane donna irlandese, è la voce narrante e la protagonista di questo drammatico e intenso romanzo. Non è stato facile, per lei, crescere e diventare donna in una Dublino popolata da un'umanità cordiale ma anche turbolenta e rissosa. Poi, improvviso, l'eccitante incontro con Charles. All'inizio è l'amore, l'aspettativa romantica; ma a poco a poco s'innesca una spirale di violenza che arriverà sino alla brutalità e porterà Paula a conoscere l'odio cui può giungere un uomo e la disperata volontà di rivalsa cui può giungere una donna. -
Trilogia del ritorno: L'amico ritrovato-Un'anima non vile-Niente resurrezioni, per favore
Fred Uhlman detta la condanna di una delle pagine più agghiaccianti della nostra storia, riuscendo a trarre una musica semplice e malinconica dalla tragedia di un'intera civiltà.rnrnQuesto libro nasce dalla vicenda di chi, innamorato della Germania e della sua cultura, se ne vide nel 1933 improvvisamente allontanato in nome di una motivazione aberrante come quella razziale. In ""L'amico ritrovato"""" questa lacerazione coincide con la fine di un'amicizia fiorita al liceo di Stoccarda tra l'ebreo Hans Schwarz, figlio di ricchi borghesi, e il nobile Konradin von Hohenfels. Il legame, travolto dal nazismo, sembra sfociare nel tradimento finché, trent'anni dopo, non arriverà la smentita imprevista e commovente, che offre lo spunto per il secondo romanzo della raccolta, """"Un'anima non vile"""". Ma per Uhlman quanto è avvenuto non può essere archiviato nel segno consolatorio del ricordo giovanile e proprio per questo la chiave dell'intera trilogia si trova in """"Niente resurrezioni, per favore"""", nel confronto, nella Germania opulenta del dopoguerra, fra l'ebreo emigrato Simon Elsas e i suoi vecchi compagni di scuola, che suggellerà la reciproca incomprensione."" -
Infanzia
Il mondo visto da un bambino – con tutta la sua freschezza, il suo stupore e le sue ingenue e profondissime intuizioni – e narrato dalla penna di Prévert. rnrnIn queste pagine in prosa il grande poeta francese racconta la propria infanzia mostrando la sua solita verve, il suo umorismo e la sua arte ineguagliata nell’affrontare ogni argomento con una strizzata d’occhio. Gli affetti e le immagini della vita famigliare si alternano alle incantate percezioni dell’ambiente esterno: la scoperta di Parigi, le vacanze in una mitica Bretagna, i cinema, i libri d’avventura e lo sguardo un po’ stranito sulla società e sulla politica. E anche fra le vicende del dolore e della povertà, in questa breve e intensa autobiografia d’infanzia l’autore riesce, come sempre, a regalarci la luce di un sorriso. -
La storia della matita
Un diario, un taccuino di lavoro, un romanzo totale in cui ogni frammento di vita è raccolto e restituito alla parola.rnrn""Peter Handke ci mostra le cose come non le abbiamo mai percepite. Lo sguardo dell'artista ha il potere di incantare."""" - Die Weltrnrn Una miniera smagliante, dove può essere trovato di tutto: visioni, riflessioni sullo scrivere, aforismi, disarmanti confessioni, romanzi di una frase, esercizi di parodia. Gli abbandoni fantastici si alternano a nitide descrizioni della natura, le severe autoanalisi si affiancano a momenti di intensa felicità, la paura della solitudine si mescola all’orgoglio della solitudine (dello scrittore). Una sottile e resistente linea tematica corre ininterrotta per tutto il libro di Peter Handke, saldando tutte le sue parti: è il processo per cui la vita si trasforma in arte, per cui l’arte tutto succhia ed usa della vita. Lo scrittore, gettando nella pagina i frammenti di un’autobiografia interiore, racconta in realtà la vita mentre si fa rappresentazione, descrive l’impresa «epica» dell’artista. E il lettore, entrando nel laboratorio dello scrittore (di uno dei maggiori scrittori contemporanei), si trova a leggere il romanzo di come lo scrittore giunge a realizzarsi. Libro che racchiude tutti gli altri libri, La storia della matita svela così anche una propria individualità, si afferma come libro diverso da tutti gli altri."" -
Vivere per qualcosa
«Non può esserci felicità senza impegno. Bisogna vivere per qualcosa, non per il solo fatto di essere nati!» - José «Pepe» Mujicarn«È compito nostro fronteggiare a testa alta coloro che parlano di alzare muri, di costruire barriere, di chiuderci nel nostro benessere, ciechi alla realtà del mondo.» - Carlo Petrinirn«So e sono convinto che lo sforzo per spiegare, per definire, per individuare tutto quel che si frappone tra noi e il diritto supremo alla felicità sia oggi il lavoro politico più importante che si può fare.» - Luis SepúlvedarnrnNon ci sono ancora citazioni tratte da questo libro. Inserisci tu la prima, se lo hai letto e una frase ti ha colpito!rnrnLo sviluppo sostenibile, l'attenzione all'ambiente, una politica della solidarietà e della condivisione, la riscoperta della semplicità. Tre grandi personalità affrontano alcune delle più urgenti questioni sociali partendo dal presupposto che, se in nome di qualcosa è necessario vivere, questo qualcosa non può che essere la ricerca della felicità: una felicità non personale ma globale, che sia compassione, fraternità, che possa abbracciare la comunità tutta e rintracciare così il senso più vero e autentico di ciò che è «fare politica». Un dialogo che va dritto ai valori fondamentali, in cui si intrecciano il messaggio che un politico fuori dagli schemi come il «presidente povero» José «Pepe» Mujica vuole trasmettere ai giovani, i ricordi e le istanze di uno scrittore militante come Luis Sepùlveda, e le riflessioni del fondatore di Slow Food Carlo Petrini, da sempre impegnato a promuovere un modello di sviluppo equo e sostenibile contro lo strapotere delle multinazionali in campo agro-alimentare. Tre uomini diversi per storia e provenienza, uniti da un destino e da uno sforzo comune. Un libro per capire che a muovere il mondo non può esserci altra politica se non quella della condivisione e della dignità. -
This Blue. Testo originale a fronte
È «un altro giorno in questo cosmo qui», un cosmo insieme quotidiano e straordinario che spazia dai centri commerciali alle repubbliche marinare all'educazione cattolica: quelle di Maureen N. McLane sono liriche pungenti per un nuovo secolo, versi che si nutrono della tradizione poetica inglese in un contesto sfacciatamente contemporaneo. Nel mezzo del cammino della nostra «vita terrana», l'autrice convoca porcospini, ghiacciai, nanotubi, Saffo, le rose della Persia, il Golfo Paradiso, l'Andalusia, Belfast, Parma - frammenti di un mondo indagato, spezzato, che qui è possibile condividere ed esprimere in modo nuovo: «Coraggio Adamo del peccato - /ogni giorno il mondo esiste / per essere nominato». ""This Blue"""" affronta con grinta e tenerezza temi sensibili come la fluidità di genere e la sfida di vivere su un pianeta al collasso, ma sa anche cantare con voce aspra e dolce i momenti in cui la complessità si risolve in serenità e affetto."" -
Il corpo del capo
Questa nuova edizione aggiorna al 2018 il ritorno di Berlusconi sulla scena politica, ricostruendo quanto è successo dopo la sua caduta, fino all'attuale «seduzione fredda» e alla figura di avatar di se stesso. Nosferatu a Palazzo Chigi?rnrn«Un pamphlet folgorante» – Franco Cordelli, Corriere della Serarnrn«Belpoliti è risalito alle fonti, ai fotografi, quelli che per primi hanno ""visto"""" e sentito l'incantesimo di un consenso che è anche fisico, quella maschera di simpatia istrionica e di pura esteriorità come privata dell'anima, come un fantasma che già abita dentro ciascuno e grazie a quella disumana alterità si attiva» – Filippo Ceccarelli, la Repubblicarnrn«Questo saggio costituisce un primo importante passo nella direzione di un compito storico. Prima condizione per combattere Berlusconi è infatti capirlo» – Andrea Cortellessa, Nazione IndianarnrnNell'aprile del 2001 milioni di italiani ricevettero un fotoromanzo elettorale, Una storia italiana, dove Silvio Berlusconi presentava la storia della propria vita attraverso parole e immagini. Un album ricco di fotografie del Capo. Perché il creatore della neotelevisione ama così tanto le fotografie, perché ricorre alle immagini fisse per descrivere la propria persona? Questo libro racconta la vicenda del rapporto tra il tycoon televisivo e la fotografia a partire dagli anni Settanta sino ad arrivare alle sue ultime immagini, descrive il modo in cui il magnate ha usato, sia come imprenditore sia ai fini della sua strategia politica, il proprio corpo. Dai trapianti di capelli alla bandana, dal ritocco fotografico alla chirurgia estetica il corpo del Capo è diventato la metafora vivente della nostra stessa idea di corpo, del suo valore e del suo sfruttamento economico."" -
Prendere il volo
«Un romanzo che risplende. La nascita di uno scrittore.» - Le Figarorn«Affascinante.» - L'ExpressrnrnÈ la notte tra il 27 e il 28 ottobre 1949. Un aereo Constellation, modello di punta dell'Air France lanciato dall'eccentrico imprenditore Howard Huges, decolla dall'aeroporto di Orly, diretto a New York. Non arriverà mai a destinazione. Durante la discesa per fare rifornimento, l'aereo precipita sul monte Redondo, in un'isola delle Azzorre. Nessuno dei trentasette passeggeri e degli undici membri dell'equipaggio sopravvive allo schianto. Adrien Bosc prende avvio da un fatto reale per raccontare quelle vite spezzate a partire da ciò che le unisce: la morte nello stesso istante, per una inesorabile concatenazione di piccoli eventi. Una scelta di prospettiva sorprendente, a dimostrazione che ""il destino è sempre una questione di punti di vista"""". Ciascuna di quelle vite è un romanzo: ci sono i ricchi e gli umili, i famosi e gli sconosciuti. C'è il pugile Marcel Cerdan, che andava a New York per strappare il titolo di campione del mondo dei pesi medi a Jake LaMotta, il Toro del Bronx. Ad attenderlo Edith Piaf, impaziente di stringere tra le braccia il suo amante: non si sarebbero più rivisti. Tra le altre vittime, un industriale cubano, un commerciante messicano, un autista iracheno, cinque pastori baschi in cerca di fortuna, un'operaia alsaziana che incredibilmente aveva ereditato un'azienda negli Stati Uniti... e una star come la violinista Ginette Neveu, pronta a conquistare la Carnegie Hall. Sono quarantotto naufraghi del cielo di cui viene ricostruito e rivissuto l'ultimo volo..."" -
Morte accidentale di un anarchico
«Ma qual è la vera ragione del grande successo di questo spettacolo? Non tanto lo sghignazzo che provocano le ipocrisie, le menzogne organizzate – a dir poco – in modo becero e grossolano dagli organi costituiti e dalle autorità ad essi preposte (giudici, commissari, questori, prefetti, sottosegretari e ministri), quanto soprattutto il discorso sulla socialdemocrazia e le sue lacrime da coccodrillo, l'indignazione che si placa attraverso il ruttino dello scandalo, lo scandalo come catarsi liberatoria del sistema. Il rutto liberatorio che esplode spandendosi nell'aria quando si viene a scoprire che massacri, truffe, assassinii sono organizzati e messi in atto proprio dallo Stato e dagli organi che ci dovrebbero proteggere.» - Dario Fo e Franca RamernrnNel 1921 un emigrante italiano «volò» fuori da una finestra del palazzo della polizia di New York: è questo l'episodio che Dario Fo prende a pretesto per scrivere Morte accidentale di un anarchico, una delle sue commedie di maggior successo. Messa in scena per la prima volta il 10 dicembre 1970 a Milano, la rappresentazione inizia nella stanza di una questura, dove il commissario minaccia di arrestare un personaggio che si rivela essere un matto, filo conduttore e motore di tutta la commedia. La «morte accidentale» a cui allude ironicamente il titolo è quella dell'anarchico Giuseppe Pinelli, precipitato il 15 dicembre 1969 dalla finestra del quarto piano della questura di Milano, nel corso dell'interrogatorio per la strage di Piazza Fontana. Le circostanze della morte, inizialmente non chiare, furono poi archiviate come un caso di «malore attivo». -
Da quella prigione. Moro, Warhol e le Brigate Rosse. Nuova ediz.
Sono trascorsi quarant'anni dall'uccisione di Aldo Moro per mano delle Brigate Rosse, ma la sua immagine nelle polaroid scattate durante la prigionia all'interno del «carcere del popolo» resta impressa nella memoria individuale e collettiva.rnrnQuelle due fotografie, più una terza, quella del suo corpo acciambellato nel baule della R4, non erano mai state lette in profondità. L'attenzione si era sempre concentrata sulle vicende oscure del sequestro e della prigionia, sulle lettere e sull'esecuzione del leader democristiano. In questa nuova edizione del libro, che è anche un racconto, Marco Belpoliti analizza l'uso delle immagini compiuto dalle Brigate Rosse durante gli anni di piombo, rilegge le foto di Moro attraverso l'opera di autori come Andy Warhol, Marshall McLuhan, Pier Paolo Pasolini, John Berger, e interpreta quegli scatti come il segno di un cambiamento in corso negli anni Settanta nell'utilizzo del corpo da parte degli uomini politici. Moro appare come l'ultimo esempio del passato, mentre il corpo stava divenendo lo strumento principale della comunicazione politica. Fotografandolo come un re deposto, i brigatisti hanno umanizzato Aldo Moro, così che la sua immagine continua a interrogarci ancora oggi sul potere, sul terrorismo e sull'idea di un'utopia politica realizzata con il sangue. -
La grande casa
«Questo libro indica Nicole Krauss come la più probabile erede letteraria di Philip Roth.» - New Yorker Pressrn«Una performance ad alta tensione... fa trattenere il respiro fino alla fine.» - The New York TimesrnrnrnNell'inverno del 1972, a New York, Nadia vive reclusa in una casa vuota, a fare i conti con la solitudine dopo un abbandono e con le difficoltà del suo mestiere di scrittrice. L'incontro di una sola notte con un giovane poeta cileno le cambierà la vita: lui decide di tornare in Cile, dove verrà inghiottito dalle carceri di Pinochet, ma lascia in eredità a Nadia un'enorme scrivania, dotata di diciannove piccoli cassetti, uno dei quali impossibile da aprire. Forse è la stessa scrivania su cui sta cercando di mettere le mani da sessant'anni un antiquario di Gerusalemme, nel tentativo di ricostruire, pezzo dopo pezzo, lo studio del padre, saccheggiato dai nazisti a Budapest nel 1944. E per un periodo sembra essere appartenuta anche a un'altra scrittrice, Lotte Berg, fuggita a Londra dalla Germania nazista, che in quei cassettini nascondeva al marito un terribile segreto. Una scrivania che unisce destini lontani, che con la sua ingombrante presenza o la sua insopportabile assenza incarna ricordi, rimpianti e debolezze, e diventa il simbolo di tutto ciò che riusciamo o non riusciamo a trasmettere alle persone che amiamo. -
La donna del ritratto
Quando, un pomeriggio di fine agosto,Tomás incontra Claudia, antico amore di gioventù, non sa ancora che la sua esistenza sta per prendere una svolta inaspettata. rnrn«Uno scrittore di straordinario talento» - Roberto Bolañorn«Un narratore magistrale» - J.M. Coetzeern«Cercas apaprtiene alla stirpe dei grandi scrittori» - Livres HebdornrnQuesto semplice incontro casuale sembra infatti presentargli all’improvviso la donna della sua vita, ma rischia anche di farlo sprofondare in un incubo da commedia degli equivoci. Tutto viene messo in discussione: un matrimonio ormai esaurito, il precario posto di assistente di Letteratura all’università, gli amici di sempre... Da un giorno all’altro nulla è più come prima. Trascinato dagli eventi che si susseguono a ritmo vertiginoso, Tomás, il riflessivo professore, cercando quasi inconsapevole la sua stessa perdizione, insegue disperatamente un amore appena intuito, che si rivela come qualcosa di misterioso e inesorabile. -
Se mai un giorno
Una raccolta di storie e destini che chiedono di essere ascoltati.rnrnUn uomo alle prese con i dentisti, un altro con i mutui bancari, entrambi esasperati e alla fine beffati. Un inquietante vicino di casa. Una imprevedibile trappola per ubriachi. L'intensa lettera alla figlia di un padre che ha speso la vita nei Servizi Segreti. Una bambina vittima di un padre orco. Due ragazzi che si avventurano di notte nei segreti di una biblioteca. Il lato buio di una vita normale... E tanti uomini e donne ancora, di questo e dell'altro mondo, tutti abitanti di un pianeta popolato di personaggi affascinanti, comici, drammatici, misteriosi, violenti o dolorosamente inermi, tutti a loro modo ribelli. Storie e destini che chiedono di essere ascoltati. -
Sabbia e onda. Testo inglese a fronte
Una raccolta di uno dei poeti più letti nel mondo occidentale, che ne testimonia la comunicatività e la suggestiva densità. Un autore capace di parlare al cuore del lettore con semplicità «profetica» dei grandi temi dell'esistenza spirituale e corporea.rnrnPubblicato tre anni dopo Il Profeta, il libro che ha fatto di Gibran uno dei poeti più letti del mondo occidentale, Sabbia e onda ripropone con forza la sorprendente comunicatività e la suggestiva, solenne, non di rado enigmatica densità del suo discorso. Il segreto della riuscita di Gibran risiede appunto nella capacità (perlomeno insolita nella poesia del Novecento) di conciliare una naturale tendenza all'aforisma, al «versetto» con un'altrettanto spontanea ed efficace vocazione all'affidabilità, alla chiarezza. Le pagine di Gibran hanno un fascino luminoso e senza tempo, giungono senza mediazioni al cuore del lettore per parlargli con davvero «profetica» semplicità dei grandi, eterni temi dell'esistenza spirituale e corporea. -
Jacaré
Due romanzi brevi dal passo incalzante e dalle forti tinte noir, che testimoniano ancora una volta la predilezione di Luis Sepúlveda per i temi legati alla passione civile, alla fedeltà agli ideali, alla difesa dell’ambiente e dei diritti umani.rnrn«Sepúlveda ha la stoffa del narratore di razza» – TTL, La StamparnrnDany Contreras, esule cileno ed ex poliziotto, lascia il suo ufficio svizzero per andare a Milano a indagare sulla morte di Vittorio Bruni, magnate delle omonime pelletterie. Si muoverà tra avidi soci d'affari e stregoni amazzonici, tra attraenti ereditiere e misteriosi cacciatori indios… George Washington Caucaman, cileno di sangue mapuche e ispettore di polizia, viene trasferito per punizione a Santiago, e qui comincia a investigare su alcune telefonate che nascondono una sinistra vicenda, legata alla realtà politica del suo paese. Due romanzi brevi dal passo incalzante e dalle forti tinte noir, che testimoniano ancora una volta la predilezione di Luis Sepúlveda per i temi legati alla passione civile, alla fedeltà agli ideali, alla difesa dell’ambiente e dei diritti umani. -
Isabel
Un pretesto perfetto per un avvolgente romanzo à la James, che non teme confronti con il modello ed è in sé felicemente compiutornrn«Il romanzo di Banville ricrea magistralmente le atmosfere di Henry James, arricchendole di suspense e colpi di scena.» – The Observerrn«Un esercizio di empatia creativa di altissimo livello.» – The Sunday Timesrn«Banville è il più originale narratore irlandese della sua generazione.» – Irish IndipendentrnrnGiunta alla fine di un infelice matrimonio, Isabel Archer lascia Roma, dove la vicenda matrimoniale si è consumata con tanta amarezza, per andare a Gardencourt a portare l'ultimo saluto all'amatissimo cugino Ralph Touchett. Da lì prosegue poi il suo viaggio fino a Londra, dove preleva una cospicua somma di denaro in banca, tra lo sconcerto degli impettiti funzionari in tight e ghette. Perché? Quali sono i suoi piani, ora che non ha più motivo di illudersi sulle vere, sordide ragioni che hanno indotto Gilbert Osmond a sposarla? Con sorprendente abilità nel tratteggiare, in ogni minimo dettaglio, ambienti, personaggi, atmosfere tra loro anche molto distanti – dalla Londra delle suffragette a un Nord Italia infestato dal tifo –, illuminandoli con salvifica ironia, John Banville regala alla memorabile protagonista di Ritratto di signora di Henry James un'imprevista opportunità di crescita e riscatto. Ora tocca a Isabel, e a lei soltanto, chiudere i conti con il passato e prendere in mano il proprio destino: trovare qualcuno o qualcosa per cui spendere degnamente la propria libertà e la propria fortuna, senza più «dilapidare se stessa fino alla bancarotta emotiva e spirituale». Un'impresa ardua, anche per una giovane donna con il suo indiscusso «potenziale», e al tempo stesso un pretesto perfetto per un avvolgente romanzo à la James, che non teme confronti con il modello ed è in sé felicemente compiuto. -
Dario Fo e Franca Rame ripropongono e recitano Ruzzante
Il racconto di una grande avventura teatrale e insieme una originale autobiografia artistica.rn«Ruzzante è un grande autore, uno dei massimi del teatro italiano. È magistrale la sua sapienza e capacità di fondere il comico e il tragico nella stessa rappresentazione. Solo a Shakespeare è riuscito così bene»rnAngelo Beolco, detto il Ruzzante, fu uno degli autori più acclamati della prima metà del Cinquecento e, senza dubbio, una delle principali fonti di ispirazione per il teatro di Dario Fo, che ha dichiarato di averlo saccheggiato per il suo ""Mistero buffo"""", anzi, di averlo letteralmente imparato a memoria. Nella scrittura teatrale di Fo si ritrovano infatti molte caratteristiche già presenti nell'archetipo dell'autore cinquecentesco: il gusto per il comico e il grottesco, la capacità di raccontare il quotidiano e la gente comune, di denunciare attraverso la satira e lo sberleffo le ingiustizie e le angherie dei potenti a danno dei più deboli. A partire dal 1993 Fo decide quindi di rendere omaggio al suo illustre predecessore attraverso uno spettacolo che lo rievoca e ne spiega al pubblico l'importanza storica: una scorribanda tra adattamenti, traduzioni e riscritture dei testi più significativi del """"Ruzzante"""", interrotta da frequenti incursioni nel presente."" -
La magia in azione
L'autore del Postino di Neruda racconta un grande poeta contemporaneo e presenta un'antologia della sua opera.rnrnL'ammirazione per il poeta, il libro sul ""Postino"""", poi la frequentazione e l'amicizia con l'uomo: raccontando del suo rapporto con Pablo Neruda, Antonio Skármeta ci offre un ritratto e un'antologia personale di uno dei più grandi protagonisti della scena letteraria del secolo scorso. Lasciandosi guidare dai versi del """"maestro"""", Skármeta propone un itinerario poetico e critico in cui sono le poesie stesse a suggerirgli ricordi e riflessioni, spunti che illuminano la vita e l'opera di Neruda, aneddoti di un'amicizia intensa e di una grande passione civile, culminata con la morte di Salvador Allende e la fine di un'illusione politica."" -
Dove mi trovo
Il primo romanzo di Jhumpa Lahiri scritto in italiano, con il desiderio di oltrepassare un confine e di innestarsi in una nuova lingua letteraria, andando sempre più al largo. rnrn«Sono io e non lo sono, vado via e resto sempre qui. Questa frase scompiglia brevemente la mia malinconia come un sussulto che fa oscillare i rami, che fa tremare le foglie di un albero.»rnrnSgomento ed esuberanza, radicamento ed estraneità: i temi di Jhumpa Lahiri in questo libro raggiungono un vertice. La donna al centro della storia oscilla tra immobilità e movimento, tra la ricerca di identificazione con un luogo e il rifiuto, allo stesso tempo, di creare legami permanenti. La città in cui abita, e che la incanta, è lo sfondo vivo delle sue giornate, quasi un interlocutore privilegiato: i marciapiedi intorno a casa, i giardini, i ponti, le piazze, le strade, i negozi, i bar, la piscina che la accoglie e le stazioni che ogni tanto la portano più lontano, a trovare la madre, immersa in una solitudine senza rimedio dopo la morte precoce del padre. E poi ci sono i colleghi di lavoro in mezzo ai quali non riesce ad ambientarsi, le amiche, gli amici, e «lui», un’ombra che la conforta e la turba. Fino al momento del passaggio. Nell’arco di un anno e nel susseguirsi delle stagioni, la donna arriverà a un «risveglio», in un giorno di mare e di sole pieno che le farà sentire con forza il calore della vita, del sangue. -
Il piccolo libro della vita
Una raccolta inedita dall'autore di Il Profetarnrn«Mi credono folle perchérnnon vendo i miei giorni per oro.rnE io li credo folli perchérnpensano che i miei giorni abbiano un prezzo.rnrnStendono davanti a noi le ricchezzernd'oro e d'argento, d'avorio ed ebanorne noi stendiamo davanti a lorornil nostro cuore e la nostra anima.rnrnEppure sono convintirndi essere loro i padroni di casarne che noi siamo gli ospiti.»rnrnrnNegli ultimi ottant'anni, le splendide parole di Gibran sono state lette e diffuse dai lettori un po' ovunque, dai bigliettini augurali, agli inviti a nozze, ai post sui social, data la loro capacità di raccontare la vita, l'amore, il rispetto e la tolleranza. In questo libro-regalo, sono raccolte oltre cento tra favole, aforismi, parabole, storie e poesie dell'autore del Profeta, che ci guidano alla scoperta della saggezza e della forza della vita.