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Anni lenti
Una storia di formazione sullo sfondo cupo degli anni Sessanta in cui il terrorismo basco muove i suoi primi passi, ma anche una riflessione ricca di ironia e profondità su come la vita possa essere distillata in un romanzo e il ricordo personale trasformarsi in memoria collettiva.«Un romanzo importante per la sua audacia e la sua maturità di scrittura. Indispensabile per capire un'epoca e un paese» – El Cultural«Di fronte alla qualità letteraria e storica di ""Anni lenti"""" possiamo solo dire """"chapeau""""» – Abc«Fernando Aramburu è la punta di diamante degli autori spagnoli contemporanei, e """"Anni lenti"""" lo dimostra. Un piccolo capolavoro... un romanzo intessuto in maniera impeccabile sul filo dei ricordi. Un esercizio di precisione, un ingranaggio perfetto» – Expansión«L'autore si immerge nei suoi ricordi di bambino e come Dickens intinge la penna nella compassione» – La VanguardiaTxiki ha otto anni quando per motivi economici la mamma lo manda a vivere dagli zii a San Sebastián. Lo accoglie di malavoglia il cugino Julen, taciturno e scontroso, che però in breve tempo gli si affeziona e, nelle loro chiacchierate notturne, cerca di appassionarlo alle idee indipendentiste che gli inculca il parroco del quartiere. L'occhio ingenuo del protagonista bambino fotografa le vicende della famiglia di adozione, dove lo zio Vicente, mite e debole, divide la sua vita tra la fabbrica e il bar, mentre l'autoritaria zia Maripuy, quella che realmente comanda in casa, non fa che litigare con la figlia Mari Nieves, ossessionata dagli uomini, che finirà per rimanere incinta di non si sa bene chi. Intanto Julen viene spinto ad arruolarsi in una banda dell'ETA, scelta destinata a generare sofferenza e di cui solo col tempo capirà davvero la portata. Con la sua scrittura nitida e lo sguardo candido e insieme impavido sulla realtà, Anni lenti è una storia di formazione sullo sfondo cupo degli anni Sessanta in cui il terrorismo basco muove i suoi primi passi, ma anche una riflessione ricca di ironia e profondità su come la vita possa essere distillata in un romanzo e il ricordo personale trasformarsi in memoria collettiva."" -
La vita segreta delle volpi
Un libro ricco di informazioni scientifiche e aneddoti curiosi. Con grande passione e competenza, Adele Brand ripercorre in queste pagine i suoi viaggi avventurosi e apre al lettore uno squarcio sul mondo della volpe, ne racconta storia, abitudini, le interazioni con gli umani, la cura dei cuccioli, le forme di comunicazione.«Adele Brand delizia i lettori grazie a una sapiente combinazione di racconto, biologia e cultura popolare» – Publishers Weekly«Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sulle volpi» – Kirkus Reviews«Una profonda riflessione sul rapporto tra uomo e animali» – Library Journal«Un piccolo gioiello» – The Sunday TimesMito e folclore esaltano la furbizia della volpe da centinaia di anni: non esiste favola o storia in cui sia presente che non ne metta in risalto la vivace intelligenza. Ai giorni nostri la volpe è uno tra i carnivori più diffusi in natura e non è raro intravedere la sua coda fiammante aggirarsi anche nelle vicinanze dei centri abitati. Ma a parte ciò, cosa sappiamo davvero di questo affascinante mammifero? Adele Brand ha studiato le volpi per oltre vent'anni, e le ha incontrate in ben quattro continenti, dalla foresta equatoriale dello Yucatán ai deserti indiani, dal Canada alle metropoli moderne e densamente abitate come Londra; ormai sa che ovunque andrà ci sarà una volpe ad aspettarla. Con grande passione e competenza, ripercorre in queste pagine i suoi viaggi avventurosi e apre al lettore uno squarcio sul mondo di questa lontana parente dei cani, ne racconta storia, abitudini, le interazioni con gli umani, la cura dei cuccioli, le forme di comunicazione. Ne risulta un libro ricco di informazioni scientifiche e aneddoti curiosi: una vera e propria lettera d'amore a un animale che è unsimbolo di resilienza e di una straordinaria capacità di adattamento. -
Soldati di Salamina
Il romanzo di Javier Cercas, Soldati di Salamina, pubblicato originariamente nel 2002, è stato definito un classico della letteratura contemporanea da autori quali Kenzaburo Oe, Susan Sontag, George Steiner e Mario Vargas Llosa. Questo fedele adattamento in versione graphic novel è opera di José Pablo García, uno degli autori spagnoli di fumetti di maggior successo anche internazionale.rn«Un'opera ""fedele, più ancora del film"""", in cui il fumetto si fa chiave per indagare la Spagna nera che emerge dal romanzo» - Lara Crinò, RobinsonSul finire della Guerra civile spagnola, vicino al confine con la Francia, le truppe repubblicane in ritirata decisero di fucilare un gruppo di prigionieri franchisti. Nella confusione, uno di loro riuscì a scappare. Venne raggiunto nella boscaglia da un giovane miliziano che lo riconobbe ma lo lasciò fuggire, di fatto graziandolo. Il prigioniero era Rafael Sánchez Mazas, fondatore e ideologo della Falange. Sessant'anni dopo un giornalista viene per caso a conoscenza di questa storia, ne rimane affascinato e decide di capire com'è andata veramente: è l'inizio di un'avventura fatta di ricerca delle fonti, interviste a testimoni, momenti di sconforto, di speranza, di commozione."" -
Storia segreta dei Mongoli
Temüjin, poi detto Cinggis, fu l'invincibile capo guerriero che noi oggi chiamiamo Gengis Khan; la sua nazione, delineatasi a poco a poco sullo sfondo tumultuoso delle migrazioni dei «Popoli della Luna» che scorsero per secoli le vuote distese dell'Asia Centrale, conquistò in pochi anni l'egemonia su un territorio immenso, assoggettando i pastori nomadi come i mandarini della Cina. La Storia segreta dei Mongoli è il racconto di questa formidabile ascesa, composto da un anonimo estensore nel XIII secolo: monumento di un'epoca in cui l'Asia Centrale, come scrive Fosco Maraini nella sua Introduzione, è un «oceano di terre in cui navigano, quasi misteriosi sargassi, ricordi, ombre, miraggi delle civiltà che ne costituiscono le rive: Roma, Cina, Bisanzio, Persia». La narrazione, scandita e come ipnotica, porta l'eco della poesia orale che ne è l'origine, e può sostare incantata a dire di una culla d'argento, dei finimenti di un destriero, come a svolgere il rito sacrale di una lunga genealogia. La Storia segreta dei Mongoli è il primo dei monumenti storici e letterari mongoli noti. L'originale non è giunto fino a noi, ma nella seconda metà del XIV secolo essa fu trascritta in ideogrammi e tradotta in lingua cinese. La presente pubblicazione si richiama alla traduzione del 1941 in lingua russa dell'insigne mongolista e sinologo Sergej Kozin (1879-1956), che dedicò all'opera vent'anni di studi. -
Taccuino di un allegro ubriacone
Il rituale di scrittura bukowskiano prevede radio sintonizzata sulla stazione di musica classica, birra e pacchetto di sigarette. Oltre, ovviamente, all'eterno monito: mai mettersi alla macchina da scrivere se non si ha nulla da dire. E a giudicare da questa raccolta, il nostro Vecchio Sporcaccione ne ha ancora per tutti. Sardonico, corrosivo, ironico, in questi testi Charles Bukowski si dedica ai suoi temi più cari, diventati ormai un feticcio: le donne, il sesso, l'alcol, le corse dei cavalli, gli incontri di pugilato... Ma, a modo suo, stavolta l'autore esce dai vicoli e sale in cattedra, dispensando consigli a scrittori esordienti e non, con quella lucida, anarchica follia che non smette mai di stupire il lettore. -
L'importanza di essere amati
C'è una forma di ansia molto diffusa ai giorni nostri, ma di cui quasi mai si parla. Alain de Botton la definisce «ansia da status», ed è generata da ciò che gli altri pensano di noi. È un bisogno di riconoscimento sociale che cela un più profondo desiderio di amore collettivo. Se è vero infatti che l'amore inteso come passione è il soggetto preferito di artisti e filosofi, l'aspettativa d'amore che abbiamo dal mondo rimane invece argomento sottaciuto. Dove trovare allora sollievo e risposte a questa esigenza? Ad esempio, ci suggerisce l'autore, tra le pagine di eccellenti letture, come i romanzi di Jane Austen, o di fronte allo spettacolo vivificante delle rovine antiche. Con l'aiuto di filosofi, artisti e scrittori, de Botton affronta un tema di grande attualità e ci rivela in quali modi fantasiosi, nel corso degli anni, uomini e donne hanno superato un simile ostacolo alla felicità. -
La scia della balena
Uno dei grandi maestri della letteratura sudamericana"" - Corriere della SerarnLa scia della balena è un romanzo di formazione che accompagna il giovane Pedro Nauto nel suo avventuroso cammino verso la maturità; ma è soprattutto un sapiente racconto marinaro, classico nella scelta dello sfondo, la caccia alla balena, e dei protagonisti: un giovane alla ricerca di un destino e un vecchio capitano coraggioso. L’autore poi colora il romanzo di un’ombra di mistero. Una mattina un’onda restituisce alla spiaggia di Quemchi, piccolo porto dell’isola di Chiloé, un macabro tesoro, il corpo di una donna: è la madre di Pedro, che si è portata via per sempre il segreto della sua nascita... Con uno stile asciutto e incisivo, Coloane ci narra di una natura terribile e potente, amica a saperla conoscere, infida a volerla sfidare."" -
Il piccolo libro dei segreti
Un libro illuminante, che guida il lettore nella ricerca di un percorso spirituale personale e autentico.«In una sola goccia d'acqua sono tutti i segreti del mare. In un solo atomo tutti gli elementi della Terra. In un solo moto di pensiero tutti i moti e le leggi del mondo.»Affermatosi come un classico, Gibran ha ispirato intere generazioni con i suoi versi, le storie, gli aforismi, che si confrontano con le più diverse sfere della vita e le sfumature dei sentimenti. Soprattutto, è sempre stato affascinato da quegli enigmi che ci portano a interrompere ogni nostra occupazione, per fermarci a riflettere, a chiederci «perché?». Offrendo uno sguardo originale sulla sua saggezza, questo prezioso testo raccoglie le parole che l'autore del Profeta ha dedicato ai grandi paradossi e ai misteri che si incontrano lungo il cammino interiore. Nelle cinque sezioni che compongono la raccolta, Gibran indaga concetti come bene e male, amore e odio, successo e fallimento, apparenza e realtà, e ci accompagna in un'esplorazione delle domande fondamentali che ognuno di noi deve affrontare, nel tentativo di penetrare i segreti più profondi dell'esistenza. -
Un figlio degli anni terribili. Nuova ediz.
«Sentivamo tutti, in quel momento, la fine di una vita, la fine di una città, la fine di un mondo. I giovani che circondavano il feretro comprendevano che quel giorno forse era per loro un inizio. Come Blok e i suoi contemporanei erano stati ""i figli degli anni terribili"""", noi diventavamo ora i figli di Aleksandr Blok»Il 7 agosto 1921 moriva a Pietroburgo Aleksandr Blok. Proprio il giorno prima era arrivato il passaporto con cui il poeta si accingeva a lasciare la Russia. Tra le persone che parteciparono alla veglia funebre c'era anche una giovane Nina Berberova che di lì a poco sarebbe emigrata in Occidente. Negli anni Quaranta la scrittrice, esule in Francia, rese omaggio a una delle voci più rappresentative del tumulto di un'epoca con una monografia fitta di ricordi diretti, dove viene evocata non solo la storia di Blok e della sua arte, ma anche la metamorfosi di un mondo intero, proiettato verso un futuro di radicali cambiamenti. Berberova racconta di Blok e dei suoi successi, dell'amore per la moglie Ljuba, delle altre donne amate, della controversa amicizia con Andrej Belyj, del passaggio da osservatore distaccato della rivoluzione a suo sostenitore; ma nello sviscerare l'uomo, illumina di luce variamente intensa – azzurra, rossa al tramonto e poi più smorta e gelida – la città dove è nato il poeta che è anche la sua: Pietroburgo patria di Puškin, fiabesca capitale sulle rive della Neva, destinata a cambiare nome e a lasciare posto a «una città con altre lotte, altre forze, altre speranze». La scomparsa di Blok, uno dei maggiori poeti russi del Novecento, rappresenta una cesura. Scrive Nina Berberova: «Sentivamo tutti, in quel momento, la fine di una vita, la fine di una città, la fine di un mondo. I giovani che circondavano il feretro comprendevano che quel giorno forse era per loro un inizio. Come Blok e i suoi contemporanei erano stati """"i figli degli anni terribili"""", noi diventavamo ora i figli di Aleksandr Blok»."" -
Il campo di concentrazione
Il «campo di concentrazione» è la clinica psichiatrica di Zurigo in cui Ottiero Ottieri soggiorna tra il 1970 e il 1971 per curare una nevrosi depressiva: un carcere volontario, ma pur sempre un carcere, che costringe il paziente a soffermarsi sul suo male. Da questa esperienza nasce un diario anomalo in cui la narrazione non è scandita in giorni, ma scorre in un ininterrotto monologo che riproduce il dilatarsi del tempo nella mente ossessiva del paziente. Ottieri ci mette di fronte a una malattia del pensiero, che lo sprofonda nel nero baratro della disperazione e lo rende ostaggio della paura e del dubbio. Giornate in cui vita e malattia sono diventate una cosa sola. Giornate in cui, dall'ora della sveglia fino al vuoto vertiginoso del dopocena, ogni più piccola decisione innesca il terrore della scelta. Dove azioni come alzarsi dal letto, lavarsi, radersi e vestirsi risultano difficilissime, al punto che, sostiene Ottieri, soltanto quando sarà in grado di farsi la barba felicemente potrà dirsi guarito. Eppure in Ottieri non viene mai meno l'impulso alla vita e la sua scrittura è in definitiva un tentativo di resistere alla malattia. Il mondo irrompe tra le pagine del diario e davanti agli occhi dell'autore sfilano le esistenze degli altri: le donne amate, i medici, le infermiere, i pazienti. Così, come scrive nella sua prefazione Vittorio Lingiardi, «nella somiglianza di tutte le sue pagine, il miracolo di questo libro è riuscire a essere continuamente diverso». -
Le api di vetro
Una vita futura in cui autorità e tecnologia siano alleate nell'affermare un dominio assoluto sull'uomo: uno dei grandi temi letterari del Novecento; e l'attualità di libri come 1984 e Il mondo nuovo è forse nella possibilità, nel segreto timore che l'avverarsi della predizione sia solo rinviato. Tra i capolavori di questa letteratura «avveniristica» è da collocarsi anche questo romanzo di Ernst Jünger, il cui titolo rimanda immediatamente, con fredda eleganza, a un mondo di impeccabili automi.Il protagonista è cresciuto prima dei grandi conflitti mondiali, in un ambiente dominato dall'ordine e dal diritto, educato in una rigida scuola militare, finché tra guerre e rivoluzioni si ritrova a vivere il crollo del suo mondo e ad assistere al nascere di un nuovo ordine, con le sue minacciose personificazioni. Simbolo della nuova epoca è il grande Zapparoni, fabbricante di perfezionatissimi robot, che comanda indifferentemente sulla materia meccanica, elaborata sino a diventare quasi umana, e sugli uomini, integrati anch'essi in un meccanismo che, dopo qualche dubbio o concessione iniziale, appare semplicemente spietato. Qui, nell'incontro con Zapparoni, immagine inquietante e irresistibile di monarca prossimo venturo, è l'apice del viaggio di scoperta – non scevro di pericoli ma ricco di una straniata ironia – dell'io narrante. E in questa figura potremo forse ritrovare anche tratti familiari, scoprire una realtà più vicina, più sottilmente insidiosa. -
La forbice
Per un numero considerevole di pagine a partire dall'inizio, Die Schere appare come un allinearsi di aforismi. Che cosa tiene insieme allora questi frammenti di pensiero? Compare, in modo enigmatico, la figura della forbice, immagine decisiva, emblematica in questo libro «adamantino». La forbice rescinde, separa. La vita dalla morte, il pensiero dall'essere. Ma, osservata come simbolo, modello, non taglia più: riposa, «sogna». Una forbice che non taglia è un oggetto privo di senso? Nel peggiore dei casi, è privo di utilità. Jünger distingue tra la forbice che si vede, in potenza, e quella che agisce, in funzione. Colto dalla visione della propria morte, l'individuo prova timore; raggiunto dal proprio destino non teme più, né prova dolore. Distingue inoltre tra «un modello in cui la forbice taglia» e «un modello in cui la forbice non taglia». Non taglia, ma sta lì aperta, pronta a richiudersi, nelle zone ai confini del tempo, nella memoria come nei presentimenti e nei fenomeni visionari. Non taglia nel mondo delle figure tipiche, comunque più potenti di quelle storiche: l'effetto che fa una figura eroica è più forte di quello di un personaggio nazionale. Un racconto o un sogno, irrealizzati, sono più nitidi della realtà. In questo mondo separato delle idee la forbice non taglia. Ma la prospettiva è presto ribaltata. La forbice si serra inaspettatamente nel mondo reale: la medicina e la fisica hanno realizzato le mitologie, il pensiero non riesce più a star dietro alle realizzazioni della tecnica. La scienza ha sfatato tutti i miti. E tuttavia, continuiamo a stare in un universo che vive: lo spirito, la venerazione «vive nel mondo, sta già nella materia, nell'essere pulsante». -
Love
Con una straordinaria abilità narrativa e una capacità unica di coinvolgere il lettore, Roddy Doyle riesce a raccontare con ironia e commozione anche le pieghe più recondite e buie dell'esistenza. E a celebrare l'amore in tutte le sue forme, anche quelle che non credevamo potessero esistere.Grandi amici fin dall'adolescenza, Davy e Joe hanno ormai quasi sessant'anni e si vedono di rado. Le loro vite hanno preso strade diverse, letteralmente: Davy infatti vive in Inghilterra da molto tempo e torna a Dublino solo per far visita all'anziano padre, mentre Joe è rimasto nella sua città d'origine. Ma questa sera il loro incontro ha un sapore particolare, e insieme alla birra scorrono ricordi e segreti mai confessati... Davy ha ritrovato Jessica, la «ragazza con il violoncello» di cui i due amici poco più che ventenni si erano invaghiti, e per lei ha lasciato la famiglia. Pinta dopo pinta, pub dopo pub, nel corso di una lunga conversazione in cui il passato si intreccia al presente, anche Joe si confida: l'amore per sua moglie Faye, così disinibita e ribelle, ha suscitato nel padre, che per il figlio avrebbe voluto un altro destino, una sottile ma costante disapprovazione; quel padre che forse, ora, lascerà molte domande senza risposta… Questa serata segnerà la fine dell'amicizia di Davy e Joe? O sarà l'occasione per parlare sinceramente del loro rapporto, di quello che è stato, di quello che può ancora essere? -
Racconti romani
Segnati da un ambiente al contempo ospitale e ostile, i personaggi che abitano questi racconti vivono momenti di epifania ma anche violente battute di arresto. Così Il confine descrive le vacanze di una famiglia in una casa della bella campagna romana, ma la voce narrante è quella della figlia del custode che un tempo faceva il venditore di fiori in città e nasconde una ferita. Ne Le feste di P. un uomo rievoca le animate serate nell'accogliente casa di un'amica che non c'è più. La scalinata, una storia corale di quartiere, raduna sei personaggi, diversissimi per origine e appartenenza, attorno a un ritrovo comune, un saliscendi continuo di vita nel centro di Roma. Nella Processione una coppia cerca invano in città consolazione e sollievo per un episodio del passato che ha segnato tragicamente le loro vite. Dante Alighieri affiora rigoroso e a suo modo inedito nella vita di una donna americana trasferita in Italia, tra memorie del passato e inadeguatezze del presente, finché incipit vita nova. L'andamento della scrittura è riconducibile agli autori italiani del Novecento che Jhumpa Lahiri conosce e profondamente ama, a partire da Moravia che riecheggia nel titolo. Ma i temi di questo libro, il quinto che l'autrice scrive direttamente in italiano, sono tutti suoi: lo sradicamento, lo spaesamento, la ricerca di un'identità e di una casa, il sentimento di essere stranieri e soli ma, proprio per questo, in lotta e vitali. -
Lessico metropolitano
Usando la lingua del narratore, fra ricordi personali, riscoperte di architetti dimenticati, incontri con giovani designer e dialoghi con maestri contemporanei, Biondillo ci porta dentro il grande racconto della metropoli e dei suoi vocaboli, stilando un appassionato prontuario di seduzione urbana che dobbiamo conoscere tutti.«Biondillo racconta il territorio, i suoi talenti e le sue contraddizioni con sguardo competente (e a tratti polemico) usando la lingua del narratore e muovendosi fra ricordi personali, riscoperte di architetti dimenticati, incontri con giovani designer e dialoghi con maestri contemporanei» - Marco Carminati, il Sole 24 OreViviamo in un Paese fragile che ha un'idea autoassolutoria di sé, pensiamo che l'architettura sia una disciplina cool, buona solo per una rivista patinata. Ma di fronte agli stravolgimenti inflitti dalla crisi ambientale e da una inedita pandemia non possiamo lasciare agli specialisti temi come il consumo di suolo o il cambiamento fisico e sociale delle nostre metropoli. In questa raccolta di testi fra arte e architettura, design e restauro, Gianni Biondillo ci racconta, come in ogni suo libro, romanzi compresi, il territorio, i suoi talenti e le sue contraddizioni, gettando uno sguardo competente (spesso polemico, ma sincero) che si astiene dai numerosi luoghi comuni su una disciplina da lui tanto amata. Usando la lingua del narratore, fra ricordi personali, riscoperte di architetti dimenticati, incontri con giovani designer e dialoghi con maestri contemporanei, Biondillo ci porta dentro il grande racconto della metropoli e dei suoi vocaboli, stilando un appassionato prontuario di seduzione urbana che dobbiamo conoscere tutti. Perché nessun paesaggio è innocente e nessuno di noi può fare a meno di reclamare il proprio diritto alla città. -
La gioia, all'improvviso
Convinto che «tutto ciò che è importante succede nella famiglia», Manuel Vilas torna a raccontare una storia di famiglia e di famiglie, sempre in bilico tra autobiografia e invenzione: una storia che è anche quella della sua generazione e del suo paese. Una storia d’amore che riscatta il passato, e forse lo idealizza, perché «cos’altro si può fare con la vita se non idealizzarla»?rnrn«Generoso, autentico, libero... Una voce poderosa» - El PaisrnSo che sono pazzo perché m’invento questa storia d’amore, perché m’invento la mia vita…rnrnDopo il grande, inaspettato successo del suo ultimo libro, il protagonista di queste pagine parte per un tour mondiale. Da un hotel all’altro – in Spagna, Portogallo, Italia, Francia e Stati Uniti – il suo è un viaggio che ha due facce: quella pubblica, in cui lo scrittore dialoga con i numerosi e appassionati lettori, e quella privata, in cui sfrutta ogni momento di solitudine per riflettere, tra improvvise illuminazioni e momenti di dolore e di confronto con il fantasma di sempre, la depressione. Che non vincerà, perché l’esperienza ha portato con sé la consapevolezza che tutto prima poi, tutto ciò che abbiamo amato e perduto, è destinato a trasformarsi in gioia: la gioia è ciò che resta, l’elemento più incomprensibile ma anche il più sacro di qualsiasi esistenza. E così il ritorno del passato, dei genitori perduti ma sempre vivi accanto a lui, e le avventure del presente, insieme a una nuova compagna, sono soprattutto un’occasione per celebrare la vita, un enigma che ha come unica spiegazione la bellezza. Come quella che ritrova nel legame pur complicato con i figli, spesso lontani, spesso vicini ma irraggiungibili, nello sforzo costante di riconquistarli, perché un padre altro non è che «un mendicante d’amore». -
Terra Alta
Una narrazione di assoluta tensione psicologica e morale, che diventa romanzo totale. rn «Una storia avvincente, che cattura il lettore dalle prime pagine, e allo stesso tempo scuote profondamente le coscienze.» - El Culturalrn «Un intrigo poliziesco che parla di vita e di letteratura, e di come la letteratura, se è coraggiosa e sincera, può cambiare la vita. Un thriller teso dall’inizio alla fine.» - La Vanguardia rn«Il ritratto di un uomo che diventa eroe suo malgrado.» - ABC rn«Un giallo impeccabile. Cercas gestisce in modo sapiente emozioni e sentimenti… Il protagonista appartiene alla schiera dei suoi eroi imperfetti.» - El PeriódicornUn crimine spaventoso sconvolge una quieta cittadina nel Sud della Catalogna: i proprietari dell’azienda più importante della zona, le Gráficas Adell, vengono trovati morti, con segni evidenti di feroci torture. Il caso è assegnato a Melchor Marín, giovane poliziotto e appassionato lettore, alle spalle un passato oscuro e un atto di eroismo quasi involontario, che lo ha fatto diventare la leggenda del corpo e lo ha costretto a lasciare Barcellona. Stabilitosi in questa piccola regione dal nome evocativo di Terra Alta, crede di aver seppellito l’odio e la voglia di riscatto sotto una vita felice, grazie all’amore di Olga, la bibliotecaria del paese, dalla quale ha avuto una figlia, Cosette. Lo stesso nome della figlia di Jean Valjean, il protagonista dei Miserabili, il suo romanzo preferito. L’indagine si dipana a ritmo serrato, coinvolgendo temi come il conflitto tra giustizia formale e giustizia sostanziale, tra rispetto della legge e legittimità della vendetta. Ma soprattutto Javier Cercas, l’autore di libri memorabili come Soldati di Salamina, Anatomia di un istante, L’impostore, racconta l’epopea di un uomo solo che cerca il suo posto nel mondo, e per questo dovrà lottare e mettere a rischio tutto: i valori, gli affetti, la famiglia, la vita. -
I pazienti del dottor García
Un potente affresco storico che ha il ritmo implacabile di un thriller.«Una delle più grandi scrittrici contemporanee» – Mario Vargas Llosa«Facendo propri gli elementi migliori del thriller, questo romanzo ha tutti gli ingredienti di un grande best seller. Una storia pervasa da una bruciante passione per la vita» – ABC Cultural«Un romanzo molto coinvolgente sui criminali nazisti e il collaborazionismo, che però non tralascia l’amore, in tutte le sue sfaccettature» – El País«Un avvincente affresco della nostra storia recente.Una lettura che travolge» – La VanguardiaNel 1936, mentre Madrid è sotto le bombe dell'esercito nazionalista, il giovane Guillermo García Medina, ispirato dalle idee libertarie del nonno che lo ha cresciuto, diventa «il medico dei rossi» e presta soccorso ai combattenti repubblicani, imparando a praticare le prime trasfusioni di sangue. A casa sua si rifugia la vicina e amica d'infanzia Amparo Priego, seducente e sfacciatamente falangista, a cui lo lega un sentimento ambiguo e fortissimo. Ma Guillermo è consapevole che all'entrata in città delle truppe di Franco il loro legame è destinato a dissolversi e che lo aspetta il plotone d'esecuzione. A salvarlo, offrendogli il lasciapassare per una nuova esistenza, è il più illustre dei suoi pazienti, un uomo misterioso che nel corso di una convalescenza fatta di conversazioni e partite a scacchi è diventato il suo migliore amico: Manolo Arroyo Benítez, che di mestiere fa la spia. La loro amicizia si dipana in una storia avventurosa che si muove nel tempo e nello spazio, i cui personaggi – soldati, diplomatici, nazisti, agenti della CIA – si rincorrono tra Svizzera e Inghilterra, Germania e Russia, Stati Uniti e Argentina. La missione principale dei due amici, negli anni della Guerra fredda, sarà quella di smascherare un'organizzazione clandestina volta a far espatriare i criminali del Terzo Reich, sottraendoli alla condanna. A dirigerla, dal cuore della capitale spagnola, è una donna di nome Clara Stauffer, nazista e falangista. -
Le storie che raccontiamo
Un inno al potere magnetico della letteratura e al contempo un affascinante, divertente, umanissimo catalogo di dubbi.«Ogni volta, nel Cenacolo di Santa Croce e nella cornice del Premio Gregor von Rezzori, uno scrittore ha rotto il silenzio per dire qualcosa di intimo e forte su quella pratica così commovente che è portare una storia a qualcuno, unire solitudini con le parole» – Andrea BajaniDa dove viene quel misterioso legame tra uno scrittore e un lettore? Cos'è che unisce sulla pagina, in maniera così intima, due persone che non si sono mai viste e che probabilmente non s'incontreranno mai? Da sempre le donne e gli uomini raccontano, costruiscono ponti, uniscono solitudini offrendo una storia che qualcun altro raccoglie e fa vivere dentro di sé. A partire dal 2007, ogni anno, una o uno tra i più amati autori al mondo raggiunge Firenze e il Valdarno e prova a rispondere a queste domande nel nome del grande scrittore mitteleuropeo Gregor von Rezzori nella giornata inaugurale del premio a lui dedicato. Quello che col tempo si è costruito, e che Andrea Bajani ha qui raccolto e riarrangiato in una nuova partitura, è un inno al potere magnetico della letteratura e al contempo un affascinante, divertente, umanissimo catalogo di dubbi. Pur da un podio, ciascuno degli scrittori e delle scrittrici che troverete tra le pagine di questo libro dice in fondo una cosa soltanto: le storie aiutano a vivere meglio. A vivere non si impara – questa è un'evidenza millenaria – ma autore e lettore sono ai due capi di una stessa corda con cui si raggiunge la cima, anche se non necessariamente chi racconta è, tra i due, quello che conosce il sentiero. Quel che è certo, però, è che scrivere e leggere significa arrivare insieme alla vetta e affacciarsi su un mondo più grande di quello che vedevamo da casa. -
Il viaggio di Felicia
Il viaggio di Felicia è breve: deve attraversare il Mare d'Irlanda e inoltrarsi nelle Midlands inglesi. Molto più difficile, una volta giunta nella zona industriale attorno a Birmingham, è cogliere l'obiettivo che si è posta: trovare Johnny, il giovane che ama riamata – lo sa, ne è certa – e da cui aspetta un figlio. La sua ricerca la mette in contatto con una quantità di persone alquanto singolari: c'è Miss Calligary, che ha fondato un'associazione religiosa; c'è gente che vive per strada, come Lena e George; c'è, soprattutto, il signor Hilditch, un uomo di una certa età insolitamente premuroso...