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Un caso maledetto. Un'avventura del commissario Bordelli
Finalista Premio letterario Chianti 2021rn«Solitario, scontroso, abitudinario, il commissario Bordelli ha preso il cuore dei suoi lettori. E sembra non volerlo più lasciare». - Corriere della Serarn«Un anno dopo l'altro Marco Vichi ci ha raccontato le storie del commissario Bordelli, dal 1963 al 1970 in questo nono capitolo nel quale il poliziotto ""bello e malinconico"""" va in pensione. Con tutte le domande cui è difficile rispondere, anche per lo scrittore: e ora che cosa succederà?» - Ranieri Polese, la LetturaGennaio 1970. Il commissario Bordelli in aprile andrà in pensione, dopo quasi un quarto di secolo in Pubblica Sicurezza, e ancora non sa cosa aspettarsi, non riesce a immaginare come accoglierà questo totale cambiamento. Ma per adesso è in servizio, e il tempo per riflettere e farsi troppe domande non c'è: in una via del centro di Firenze avviene un omicidio brutale. Sarà proprio quel crimine odioso il suo ultimo caso? Ma soprattutto, riuscirà a risolverlo? Lui e il giovane Piras, che nel frattempo è diventato vice commissario, lavorano a stretto contatto, spinti come ogni volta dal senso di giustizia, ma in questa occasione anche dalla intollerabile inutilità di quell'omicidio. Passano i mesi, arriva la primavera, la data del pensionamento si avvicina. La relazione del commissario con la bella Eleonora sembra essere sempre più solida. Non mancherà la cena a casa di Franco Bordelli, dove come d'abitudine ognuno racconterà una storia. Ma una mattina il commissario riceve una telefonata dalla questura... un altro omicidio?"" -
La fotografia
«Con una prosa delicata, precisa, e uno sguardornimplacabilmente lucido, Penelope Lively indagarnla realtà nascosta di due matrimoni borghesirnper portare alla luce ciò che rimane quandornla passione è finita e si è insinuata l’indifferenza.» - The TimesAl principio c'è una fotografia. La trova per caso Glyn Peters, affermato storico del paesaggio, in una cartellina impolverata rimasta a lungo sepolta in un armadio. È la fotografia della moglie Kath, mancata anni prima: una Kath bella e gioiosa come sempre, ma sorpresa mano nella mano con il cognato Nick. È allora che nella vita misurata e ordinata di Glyn si apre una voragine. Accanto alla certezza del tradimento prendono corpo dubbi e domande che lo porteranno lontano nel passato, sulle tracce di una donna che è stata sua moglie, ma che forse non ha mai conosciuto davvero. Perché quella foto? Quando? E perché proprio lui, il cognato? Penelope Lively racconta l'indagine personale di un uomo che solo dopo la morte della moglie si ostina a volerla conoscere: in una prosa asciutta e calibrata, l'autrice accompagna Glyn sulle tracce di Kath, prima bambina indecifrabile, poi ragazza bella e apparentemente spensierata, infine donna e moglie fuori da ogni possibile schema ma dotata di una sensuale, innata vitalità capace di sedurre chiunque la incontri. E la luce e le ombre gettate via via su di lei dai vari «testimoni» interrogati da Glyn - la sorella di Kath, anzitutto, costretta anch'essa dalle circostanze a fare un bilancio della sua vita e del suo matrimonio - saranno la sostanza di un intenso ritratto femminile, quello di una donna affascinante ma sfuggente, che dietro di sé ha lasciato soltanto frammenti della sua vita e della sua misteriosa energia vitale. Introduzione di Helena Janeczek. -
La Senna. Storia e mito
Passando attraverso un quadro di Renoir e una poesia di Prévert, un fotogramma del Favoloso mondo di Amélie e un'aria di Puccini, una citazione dei Miserabili e una preghiera a Sequana, la dea che dà il nome alla Senna, Elaine Sciolino, giornalista e corrispondente americana da Parigi, firma un'appassionata lettera d'amore alla città più romantica del mondo e al suo fiume.«Uno splendido, godibilissimo tributo alla Ville lumière» – Edmund White«Un originale e affascinante diario di viaggio» – National Geographic«Elaine Sciolino racconta la sua storia d’amore con Parigi e il suo fiume, arricchendola di particolari e aneddoti molto interessanti. Un libro imperdibile per chi ama la Francia» – Kirkus Reviews«Per tutti coloro che hanno camminato lungo le rive della Senna o sognano, un giorno, di poterlo fare» – Library JournalCelebrata da poeti, scrittori, chansonnier e pittori, la Senna è senza dubbio uno dei simboli della Francia. Il fiume, che sgorga da una rete di sorgenti su un altopiano della Borgogna e si ingrossa fino a diventare maestoso nel suo tragitto di 777 chilometri verso il mare, fa un viaggio nella storia: lambisce insediamenti preistorici, antiche città romane, castelli medievali, abbazie e campi di battaglia della Seconda guerra mondiale. Lungo il suo corso, la Senna sa aprirsi senza esitazione, consentendo a ogni città sulle sue rive di rivendicarne la mistica. Ma ha un unico grande amore: Parigi. La rive gauche e la rive droite brulicano di vita: qui è possibile mangiare e bere, sposarsi, praticare yoga, comprare libri, assistere a spettacoli pirotecnici, sfilate di moda, concerti... La cattedrale che vanta il maggior numero di visitatori al mondo, Notre-Dame, si trova su un'isola al centro della Senna; il museo d'arte più visitato del pianeta, il Louvre, si affaccia sul fiume. Passando attraverso un quadro di Renoir e una poesia di Prévert, un fotogramma del Favoloso mondo di Amélie e un'aria di Puccini, una citazione dei Miserabili e una preghiera a Sequana, la dea che dà il nome alla Senna, Elaine Sciolino, giornalista e corrispondente americana da Parigi, firma un'appassionata lettera d'amore alla città più romantica del mondo e al suo fiume. -
La campana di Marbach. Antonio Ligabue. Romanzo dell'artista da giovane
Martinoni parte dalla realtà per avventurarsi a poco a poco nella magia visionaria di un mondo che nutre profondamente l'ispirazione e il lavoro di uno dei più grandi e inquietanti artisti del Novecento.La giovinezza di Antonio Ligabue appartiene al romanzo più che alla realtà. Si innesta, nella geografia e negli affetti, in luoghi distanti e assai diversi fra di loro: Zurigo e le valli dolomitiche, da dove è emigrata la madre; la Svizzera orientale, in cui il «matto», dopo essere stato abbandonato, cresce in una famiglia affidataria; e le pianure emiliane, dove arriva ventenne, senza conoscere una sola parola di italiano, espulso dal paese che pure ha cercato di offrirgli un avvenire perché «mentalmente minorato e socialmente pericoloso». Violente ribellioni e amari rimpianti, fughe verso l'ignoto e desiderio di riscatto, vagabondaggi nella natura e reclusioni in manicomio riempiono un'epoca molto travagliata. Dolore e risentimento, nostalgia e illuminazioni si sciolgono nelle pagine di questo romanzo dove la memoria del suono delle campane e dei paesaggi elvetici, dei loro colori, delle luci e delle atmosfere torna a rinnovarsi come nelle opere del pittore. -
Adesso che sei qui
Dall'autrice di Lei, una storia di affetti famigliari, di donne che sanno amare.«Una tra le più importanti scrittrici italiane di oggi» - Fulvio Panzeri, Avvenirern«Veladiano è lirica, intensa. Qualcosa di estatico e ossessivo pulsa coraggiosamente nella sua prosa» - Leonetta Bentivoglio, la Repubblica«A tutta prima, questo Adesso che sei qui di Mariapia Veladiano lo diresti un romanzo ""dentro l'Alzheimer"""". E si va poi sempre più configurando come romanzo nel quale l'Alzheimer riveste un ruolo da coprotagonista insieme alla persona che lo sta vivendo e a chi ha deciso di assisterla. Ma la realtà è che Adesso che sei qui è il romanzo di una vita vissuta nonostante l'Alzheimer» - Ermanno Paccagnini, la LetturaIncontriamo zia Camilla sulla piazza di un piccolo paese non lontano dal lago di Garda e dal corso dell'Adige. Per le borsette e i cappellini tutti la chiamano la Regina, e in effetti nel portamento assomiglia alla regina d'Inghilterra, con qualche stranezza in più. Qualcuno l'ha fatta sedere sulle pietre della fontana dove la raggiunge la nipote Andreina, e un pezzo di realtà di zia Camilla si ricompone. È l'esordio, così lo chiamano, di una malattia che si è manifestata a poco a poco, a giorni alterni, finché il mondo fuori l'ha vista e da quel momento è esistita per tutti, anche per lei. Zia Camilla è sempre vissuta in campagna tra fiori, galline e gli amati orologi, nella grande casa dove la nipote è cresciuta con lei e con zio Guidangelo. Ora Andreina, che è moglie e madre mentre la zia di figli non ne ha avuti, l'assiste affettuosamente e intanto racconta in prima persona il presente e il passato delle loro vite. Una narrazione viva ed energica, come zia Camilla è sempre stata e continua a essere. Intorno e insieme a loro, parenti, amiche, altre zie, donne venute da lontano che hanno un dono unico nel prendersi cura, tutte insieme per fronteggiare questo ospite ineludibile, il «signor Alzheimer», senza perdere mai l'allegria. Perché zia Camilla riesce a regalare a tutte loro la vita come dovrebbe essere, giorni felici, fatti di quel tempo presente che ormai nessuno ha più, e per questo ricchi di senso."" -
Una breve eternità. Filosofia della longevità
Alimentato da riflessioni filosofiche e dati statistici, attingendo alle fonti della letteratura, dell'arte e alla storia, questo libro è una sorta di manuale per vivere al meglio questo supplemento di esistenza che ci è concesso.Rispetto al Novecento abbiamo guadagnato trent'anni in speranza di vita: un tempo in più che corrisponde a quella che era la durata media dell'esistenza nel Seicento. Un traguardo formidabile, che rimette in discussione tutto: la nostra vita professionale, amorosa, famigliare, il nostro rapporto con il mondo, con la malattia, il senso stesso del nostro destino. A partire dai cinquant'anni, l'animale umano conosce una sospensione tra maturità e vecchiaia. Si trova in una fase nuova della vita, in cui sa ormai che cosa conta davvero e che cosa è irragionevole desiderare e ricercare. Certo, le possibilità si restringono, ma c'è ancora spazio per la scoperta, la sorpresa, l'amore... Che fare di questo regalo ambiguo? Come riempire questa messe di giorni supplementari? Si tratta di vivere più a lungo o più intensamente? -
Epopea del baleno. Nuova ediz.
Peter Handke è tra gli scrittori di oggi, forse, quello che sa osservare con più chiarezza e precisione i fenomeni naturali e l'aspetto fisico degli eventi. Ogni piccolo fatto trova nelle pagine di questo piccolo libro una rifrazione luminosa, un riflesso limpido e cristallino, un brivido di insondabile mistero.Il volo di due farfalle una mattina di primavera; un balenio fantasmagorico nel cielo dell'isola di Veglia; l'incontro di un viaggiatore con un lustrascarpe sul lungomare di Spalato; una fitta nevicata sul paesaggio incantato del Giappone; un luminoso frullar di lucciole in una notte di maggio vicino a Cormòns, in Friuli: Peter Handke è tra gli scrittori di oggi, forse, quello che sa osservare con più chiarezza e precisione i fenomeni naturali e l'aspetto fisico degli eventi. Ogni piccolo fatto trova nelle pagine di questo piccolo libro una rifrazione luminosa, un riflesso limpido e cristallino, un brivido di insondabile mistero. Handke ha la capacità di farci cogliere la malia segreta di ogni cosa, di ogni accadimento anche minimo, di ogni fenomeno. La consistenza di un fiocco di neve, la corteccia di un tronco d'albero, lo sfrangiarsi di una nuvola: la descrizione è così nitida ed esatta da far pensare a un microscopio sempre in funzione, sempre ben guidato e regolato, sempre al massimo delle sue potenzialità. -
La figlia del papa
Tra la metà del XIV secolo e la fine del XVI, l'Italia è culla e palcoscenico di alcuni tra i più grandi pensatori dell'epoca umanista. Le corti rinascimentali si riempiono di artisti e di scienziati, e il progresso culturale avanza di pari passo con le conquiste sui campi di battaglia. È in questo contesto che si intrecciano le vicende di Lucrezia Borgia, figlia illegittima di papa Alessandro VI e pedina di scambio dei giochi di potere famigliari. Attraverso la biografia documentata di questa «figlia incestuosa», Dario Fo ci riconsegna un affresco delle dinamiche del tempo, delle trame sotterranee e delle tensioni artistiche dei suoi protagonisti, riabilitando la figura di Lucrezia e mostrandoci l'essenza di una donna risoluta e, forse anche per questo, ingiustamente condannata dalla storia. -
C'è un re pazzo in Danimarca
Copenaghen, 1766. La Rivoluzione francese ancora non si vede all'orizzonte, le istanze irredentiste americane stanno cominciando solo adesso a germogliare, eppure, in Danimarca, un sovrano sembra anticipare i tempi. Il sovrano si chiama Cristiano VII, ha diciassette anni ed è clinicamente ritenuto instabile, matto. Ma «anche la pazzia merita i suoi applausi», e questo romanzo, dedicato agli intrecci di potere danesi e al vento di riforme sociali ed economiche, lo dimostra chiaramente. Attraverso la ricostruzione storica delle atmosfere di quell'epoca, le testimonianze in prima persona dei protagonisti e un umorismo a tratti dissacrante, Dario Fo ci restituisce un affresco scanzonato ma autentico di un'esperienza irripetibile. -
In tutto c'è stata bellezza
«Ci farebbe bene scrivere delle nostre famiglie, senza nessuna finzione, senza romanzare. Solo raccontando ciò che è successo, o ciò che crediamo sia successo.» Animato da questa convinzione, Manuel Vilas intreccia con una voce coraggiosa, disincantata, a tratti poetica, il racconto intimo di una vita sullo sfondo degli ultimi decenni di storia spagnola. Allo stesso tempo figlio e padre, Vilas celebra la presenza costante e sotterranea di chi non c'è più, il passato che riemerge a fatica dai ricordi, la lotta per la sopravvivenza che lega indissolubilmente le generazioni. Una narrazione che sottolinea l'umana fragilità, le inevitabili sconfitte, ma anche la nostra forza unica, l'inesauribile capacità di rialzarci e andare avanti, persino quando tutto sembra essere crollato. Perché i legami con la famiglia, con chi ci ha amato, continuano a sostenerci e a definirci, anche quando sono apparentemente allentati o interrotti. E proprio quei legami ci permettono di vedere, a distanza di tempo, che in tutto c'è stata bellezza: in molti gesti quotidiani e anche nelle parole non dette, nell'affetto trattenuto, inconfessato, a cui non possiamo fare a meno di credere e di aggrapparci. -
Il quaderno di Nerina
Jhumpa Lahiri squaderna, in questo quaderno di poesie eccezionali e quotidiane, un'identità. Tra lei e Nerina, la cui intera esistenza è affidata ai versi e a pochissimi altri indizi, c'è la stessa relazione che lega certi poeti moderni ai loro doppi, che a volte fingono di essere altri poeti, a volte commentano poesie che fingono di non aver scritto, più spesso si fingono semplici lettori.Dal fondo del cassetto disordinato di una scrivania scoperta in casa, a Roma, riemergono alcuni oggetti dimenticati dai vecchi proprietari: francobolli, un dizionario greco-italiano, qualche bottone, cartoline mai spedite, la foto di tre donne in piedi davanti a una finestra. C'è anche un quaderno fucsia, con il nome «Nerina» scritto a mano sulla copertina. Chi è Nerina? Senza cognome, come un poeta classico o medievale, come un artista del Rinascimento, la donna che, ci assicura Jhumpa Lahiri, ha scritto i versi raccolti in questo libro, sfugge alla storia e alla geografia. Apolide, poliglotta, colta, scrive della propria esistenza tra Roma, Londra, Calcutta, Boston, del legame con il mare, del rapporto con la famiglia, con le parole. Jhumpa Lahiri squaderna, in questo quaderno di poesie eccezionali e quotidiane, un'identità. Tra lei e Nerina, la cui intera esistenza è affidata ai versi e a pochissimi altri indizi, c'è la stessa relazione che lega certi poeti moderni ai loro doppi, che a volte fingono di essere altri poeti, a volte commentano poesie che fingono di non aver scritto, più spesso si fingono semplici lettori. La scrittrice si fa lettrice e invoca addirittura l'intervento di una terza misteriosa persona: una studiosa che l'aiuta a mettere ordine in un gomitolo di strofe e di vite che non sono le sue – ma potrebbero essere le nostre. I suoi commenti nelle note intessono un secondo libro che, come Narciso nel mito, non riconosce se stesso nel proprio riflesso. -
L'arte di viaggiare
Possono scrittori, artisti e filosofi rivelarsi ottimi compagni di viaggio? Alain de Botton non ha dubbi e si affida a guide illustri del passato per scandire le sue partenze e i suoi ritorni. Ecco allora grandi città europee come Amsterdam e Madrid colte nel loro incanto dallo sguardo di Flaubert e di Humboldt, o Barbados, meta turistica rivalutata grazie a Huysmans; ma anche il Lake District e l'aura di serenità della campagna inglese visti attraverso le parole di Wordsworth. De Botton costruisce con equilibrio e misura un manuale del vivere bene lieve e divertito, e ci regala una guida preziosa per quei viaggiatori distratti che tutti noi siamo. -
Alba a Birkenau
Alba a Birkenau raccoglie il risultato dei molti incontri tra il regista David Teboul e Simone Veil, figura dalla quale era affascinato fin dall’adolescenza. In un racconto arricchito da foto suggestive e uniche, Simone Veil parla con schiettezza della sua famiglia, della giovinezza bruscamente interrotta a soli sedici anni a causa delle leggi razziali e della deportazione; rivive la lotta per la sopravvivenza nel campo di concentramento, le continue umiliazioni subite, e la nascita di amicizie che l’accompagneranno per sempre.rn«Questo libro ci permette di comprendere l'indicibile» - Paris Matchrn«Simone Veil suscita la nostra ammirazione e ci tocca nel profondo» - Téléremarn«La voce di Simone Veil si erge intatta, limpida, diretta e sincera. Una testimonianza preziosa, assolutamente da leggere» - L'ExpressSottolinea come, dopo la liberazione, questa esperienza abbia avuto un impatto fondamentale sulla sua vita, sulle sue scelte e sul suo impegno politico. Si apre così al lettore una finestra intima e inedita su una donna straordinaria, che con le sue idee e le sue lotte è stata determinante nella politica francese e non solo. Il primo luglio 2018 Simone Veil è stata sepolta al Panthéon dirnParigi. Quel giorno insieme a lei c’era idealmente tutto il convoglio 71, partito dalla Francia il 13 aprile 1944. Trasportava millecinquecento persone, tra le quali la sua famiglia e alcuni dei bambini d’Izieu. Al più piccolo di loro, Albert Bulka, ucciso appena arrivato ad Auschwitz, è dedicato questo libro. -
Il mio cuore sedizioso
Il volume traccia una parabola che comincia dalla vittoria del Booker Prize con Il dio delle piccole cose per finire con l'ultimo romanzo, Il ministero della suprema felicità: un percorso di vita e di scrittura nel segno della compassione, della solidarietà e del coraggio.«Dobbiamo essere grati ad Arundhati Roy per il suo coraggio e il suo talento» – Salman RushdieIl mio cuore sedizioso raccoglie vent'anni dell'opera di Arundhati Roy, un lungo periodo in cui la scrittrice ha scelto l'inchiesta, il saggio politico, la testimonianza personale, il resoconto narrativo, come mezzi per condurre le sue battaglie per la giustizia, i diritti e la libertà in un contesto che diventava sempre più ostile. Nell'insieme, il volume traccia una parabola che comincia dalla vittoria del Booker Prize con Il dio delle piccole cose per finire con l'ultimo romanzo, Il ministero della suprema felicità: un percorso di vita e di scrittura nel segno della compassione, della solidarietà e del coraggio. Incisiva e diretta, la voce dell'autrice si è sempre levata in difesa della collettività, dei popoli e delle loro terre, a dispetto della logica distruttiva delle potenti corporazioni finanziarie, sociali, religiose, militari e politiche. In costante dialogo con i temi e le ambientazioni dei suoi romanzi, dei quali hanno il fascino e la ricchezza espressiva, questi scritti documentano il viaggio di Arundhati Roy in India e nel mondo, a partire da La fine delle illusioni, che apre la raccolta, per arrivare a Il mio cuore sedizioso, che la conclude. -
Omaggio alla Catalogna
Qualche mese dopo l'inizio della Guerra civile spagnola, lo scrittore e giornalista britannico Eric Arthur Blair, noto con lo pseudonimo di George Orwell, si reca a Barcellona con l'intenzione di scrivere degli articoli sulla drammatica situazione del Paese. Quasi subito, però, si unisce ai repubblicani, entrando a far parte delle milizie del poum. Dopo l'addestramento alla caserma Lenin, arriva la guerra di trincea, arrivano i combattimenti al fronte, finché durante un assedio viene ferito in modo grave; a quel punto torna a Barcellona e da lì si sposta poi in Francia. Dall'esperienza della guerra vissuta in prima persona nasce questo libro che è un diario, una cronaca quotidiana dei giorni trascorsi in Spagna, ma anche una eccezionale testimonianza della guerra contro Franco e del conflitto interno alla sinistra. Un racconto in presa diretta improntato alla semplicità e all'immediatezza, che si caratterizza come unico per la sua impareggiabile qualità narrativa, tanto da poterlo definire il punto generativo dei suoi due libri più celebri, ""La fattoria degli animali"""" e """"1984"""", dedicati al totalitarismo moderno. Introduzione di Marco Belpoliti."" -
Variazioni su un tema originale
Cinque variazioni sul tema dell'amore, cinque momenti che ricostruiscono strato dopo strato la fluida, fluttuante natura erotica di Paul attraverso la precisione lirica e a tratti cruda della sua stessa voce. È un Paul che ricorda, quello che troviamo nel capitolo di apertura: un uomo che torna sull'isola italiana delle sue vacanze scolastiche non solo per occuparsi della casa di famiglia distrutta dal fuoco, ma per ripercorrere i luoghi di un incendio tutto interiore, quello del primo, divorante turbamento dei sensi cui allora non sapeva dare un nome e cui ora forse nemmeno vuole darlo. Di Nanni, oggetto del desiderio, in paese nessuno sa più nulla, ma l'agonia di quella passione ormai lontana ha lasciato il segno e troverà echi nelle passioni della sua vita di adulto, nell'amore per Maud, per Manfred, per Chloe, per una giovane scrittrice... Ogni volta Paul cadrà nelle trappole del desiderio e se ne creerà di nuove, si abbandonerà alla violenza del rimpianto per poi riprendere a inseguire il «vino della vita», a inseguire se stesso. -
Quando eravamo grandi
Con lieve umorismo e infallibile sincerità, Anne Tyler racconta i temi del matrimonio e delle scelte difficili, dell'età e dei rimpianti.«Quando un autore è di questo livello è impossibile trovare dei termini di paragone» – Los Angeles TimesRaggiunta la mezza età, Rebecca scopre di aver vissuto un'esistenza diversa da quella che avrebbe voluto. Nemmeno ventenne ha lasciato il college per sposare un uomo più vecchio di lei e già padre di tre bambine. E poco dopo, rimasta vedova, si è ritrovata ad assumere il ruolo di capofamiglia e a mandare avanti l'attività della suocera, affittando la grande casa ottocentesca dei Davitch per ricevimenti e rinfreschi. Tra una festa e l'altra, adesso Rebecca deve dedicarsi anche ai nipotini e alle complicate vicende sentimentali delle loro giovani madri. Ma dov'è finita la ragazza timida e studiosa che era? E come sarebbe Rebecca, se da giovane non avesse dato quella svolta brusca alla sua vita? -
Saggio sul luogo tranquillo
"Il luogo tranquillo"""", intorno al quale Peter Handke intesse un'intricata e seducente trama di memorie, immagini, pensieri, divagazioni, in questo libro sospeso tra il racconto e il saggio, non è certo quello che il lettore si aspetta. Che si tratti di una cascina rurale nel Sud della Carinzia, di un collegio o di una stazione ferroviaria; che ci si trovi nei giardini di un tempio giapponese o in un parco pubblico in Portogallo, poco importa. """"Il luogo tranquillo"""", spogliato nel ricordo di tutte le implicazioni più prosaiche e terrene, diventa per l'autore, fin dall'adolescenza, una postazione privilegiata, un punto d'osservazione e d'ascolto di sé e del mondo circostante, dal quale temporaneamente lo separa, lo protegge, perché possa poi farvi ritorno più forte, invulnerabile, quasi. I sensi, in quello spazio ridotto, si fanno più acuti, e più nitida è la percezione della qualità e della materialità di luci e suoni. Lì capita di interrogarsi sulla propria identità e sul senso della propria presenza in un dato posto e momento, o di trovarsi all'improvviso di fronte a un sosia, al """"doppio"""". Qualche volta """"il luogo tranquillo"""" è teatro di agnizioni, incontri imprevisti, e offre scorci inediti sui nostri simili, di oggi e di ieri, favorendo trasformazioni e trapassi." -
Bella famiglia! (The Snapper)
Sharon Rabbit ha vent'anni e vive a Dublino in una famiglia modesta, numerosa e allegramente rissosa; lavora in un negozio e, come il padre, trascorre gran parte del tempo libero al pub con le amiche. Un giorno annuncia ai suoi di essere incinta, senza rivelare di chi. Potrebbe essere l'inizio di una vicenda drammatica o patetica, è invece l'avvio di una commedia del quotidiano con accenti di sincera commozione. -
Saggio sul cercatore di funghi
Un amico d'infanzia, compagno di giochi dei tempi trascorsi in un villaggio della Carinzia al confine con la Slovenia, è l'eroe tragico dell'ultimo Versuch di Peter Handke: un «saggio» inteso come esperimento, ricerca, tentativo. L'amico cercatore di funghi diviene, nella vita adulta, avvocato di grido, impegnato nei tribunali internazionali a difendere i criminali di guerra. La frequentazione del sottobosco però - avviata da bambino per guadagnare qualche soldo al mercato vendendo i finferli trovati battendo i sentieri più discosti dalle rotte dei turisti - si trasforma per lui in una via di fuga dalla civiltà. Solo quando, dopo vari amori esotici e di breve durata, incontra la donna della sua vita, colei che, citando Parsifal, «gli mostra vie segrete», scopre per la prima volta, nel bosco fuori città, un porcino. Questo tesoro riaccende la sua antica passione, che pian piano sfocia in una vera mania. Il «matto dei funghi» trascura perciò la professione, la famiglia, la moglie adorata, il figlio in arrivo, per dedicarsi a una ricerca che è parallela all'opera dello scrittore, e non si appaga mai della scoperta.