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Filosofia della menzogna
Tutti noi mentiamo e allo stesso tempo condanniamo la menzogna. Ma cos'è la menzogna e cosa la rende tale? A partire da queste domande Lars Fr. H. Svendsen indaga il ruolo che le bugie svolgono nella vita di tutti i giorni, con una particolare attenzione alla questione etica, per capire perché sia così sbagliato mentire e se esistano casi in cui è legittimo farlo. Mentiamo a noi stessi, agli amici, in amore e in famiglia, venendo meno al rapporto di fiducia su cui si fondano le nostre relazioni. Ma che fare quando dobbiamo dire verità spiacevoli? E sono perdonabili le cosiddette bugie «bianche»? Dall'ambito degli affetti personali l'autore ci guida poi in quello sociale, attraverso le parole di pensatori fondamentali - da Platone a Machiavelli a Nietzsche, fino a contemporanei come Max Weber e Hannah Arendt - e, soffermandosi in particolare sulla figura di Donald Trump, analizza l'uso della menzogna in politica. -
Un colpevole quasi perfetto. La costruzione del capro espiatorio bianco
La caduta del Muro di Berlino ha travolto le sinistre europee e una nuova ideologia ha soppiantato la lotta di classe con il conflitto delle identità. Negli anni Sessanta e Settanta ci si batteva per il proletariato, il Terzo Mondo e i dannati della terra, in nome di un'umanità riunificata: il femminismo mirava a restaurare l'uguaglianza tra donne e uomini, l'anticolonialismo a liberare colonizzati e colonizzatori da un reciproco rapporto di dominazione, l'antirazzismo chiedeva il rispetto per tutti i popoli. Oggi queste battaglie tornano in Europa dagli Stati Uniti in una forma deviata che sposta i termini dello scontro sul campo del genere, dell'identità e della razza, e riporta il colore della pelle al centro del dibattito. Tre nuove correnti di pensiero - neofemminista, antirazzista, anticolonialista - individuano un nemico comune nell'uomo bianco eterosessuale. Capro espiatorio per eccellenza, il colore della pelle lo designa come un razzista, il potere come lo sfruttatore di tutti gli oppressi, la sua stessa anatomia come predatore per natura. Inserendosi con grande forza e spirito polemico nel dibattito contemporaneo, Pascal Bruckner analizza gli effetti di questi nuovi discorsi che celano il disprezzo per l'illuminismo e l'umanità in generale, e portano al riaffacciarsi sul mondo di società ripiegate sulla propria identità, e alla sostituzione di fatto di un razzismo con un altro. Stiamo assistendo, denuncia l'autore, al capovolgersi del progressismo in un nuovo oscurantismo. -
Il contemplatore solitario
Una raccolta di saggi in cui chi conosce Ernst Jünger potrà trovare temi già in parte familiari, ma che qui si caricano di una forza irresistibile.Chi conosce Ernst Jünger e la sua straordinaria attitudine a vedere attraverso le parole e le cose troverà raccolti in questo libro temi già in parte familiari, ma che qui si caricano di una forza irresistibile. L'argomento più appassionante per il lettore italiano è quello che si articola in una formidabile architettura logica e insieme temeraria in Linguaggio e anatomia: il reciproco rapporto di mimesi e di specchio tra il linguaggio e la struttura del corpo umano. Il saggio coabita con folgoranti pagine di diario, nate da soggiorni in terre solari, neolatine. La parte primaria è assegnata all'Italia, e in particolare alla sua terra più storicamente tenuta ai margini, la Sardegna. Con la «trilogia sarda» si armonizza perfettamente il grandioso affresco di Una mattina ad Antibes: l'immagine della Provenza marittima sfolgora di colori diversi, ma ne balena un simile luccichio di abitatori degli abissi marini o del fogliame o delle altezze montane e celesti. Un diario più breve è Balcone sull'Atlantico, nato da un soggiorno a Lisbona. Quelle pagine sono un ponte tra la forma del diario e la critica d'arte che raggiunge il suo culmine nel saggio che chiude la raccolta, I demoni della polvere, dedicato all'opera di Alfred Kubin: un'arcata gotica dai colori nordici, eccentrica rispetto a gran parte del libro, e proprio per questo fortemente saldata con lo scritto ancora più eccentrico posto in apertura, Lettera dalla Sicilia all'uomo nella luna. Qui il lettore troverà forse la chiave decifratoria della battaglia intellettuale di Jünger, tesa a sottrarre la bellezza alla tragedia del tempo che fluisce. -
Indipendenza
Javier Cercas racconta il nostro presente attraverso un giallo teso, popolato da personaggi emblematici, delineando un ritratto spietato delle élite politico-economiche che governano il mondo. E soprattutto porta a una conclusione la vicenda personale di un uomo giusto, che senza volerlo si è conquistato la fama di eroe, e che cerca di ristabilire una giustizia forse impossibile, muovendosi lungo il crinale sottile tra legge e vendetta.«Javier Cercas ha esordito con un poliziesco ed è già un classico» - Antonio Manzini«Un duro ritratto delle élite catalane secessioniste» - la RepubblicaCome smascherare coloro che esercitano il potere nell'ombra? Come vendicarsi di chi ti ha inferto le ferite più sanguinose e umilianti? Ritroviamo in questo nuovo romanzo Melchor Marín, il poliziotto appassionato di libri protagonista di Terra Alta. Ad alcuni anni di distanza dalla morte dell'amatissima moglie Olga, torna insieme alla figlia Cosette nella sua Barcellona, dove dovrà affrontare l'indagine più spinosa e difficile: qualcuno infatti tiene sotto ricatto la sindaca della città, utilizzando un video hard che risale a molto tempo prima. Ancora segnato dal profondo dolore per non aver trovato gli assassini di sua madre, ma sempre guidato dalla sua rigorosa integrità morale, Melchor dovrà capire se il ricatto faccia parte di un progetto più articolato di destabilizzazione politica. E questo lo costringerà a entrare nelle stanze del potere, dove regnano il cinismo, l'ambizione sfrenata e la corruzione. -
L'ultima magia. Dante, 1321
Dall’autore di Come donna innamorata, un nuovo romanzo su Dante nel settecentenario della morteÈ un Dante davvero poco conosciuto, ma molto vero e umano, quello che incontriamo in questo romanzo scritto da uno tra i più grandi dantisti contemporanei, recentemente scomparso. La storia procede per flash back, a partire dal 1321, quando il poeta vive ormai tranquillo con la famiglia a Ravenna e su richiesta di Guido Novello da Polenta deve recarsi a Venezia per un'ambasceria al Gran Consiglio. Il viaggio sarà l'occasione per un'immersione in ricordi dolorosi che risalgono al tempo del suo esilio. Con l'attenzione dello studioso e il passo del grande narratore Santagata trascina il lettore nelle trame oscure dell'Italia del Duecento, in cui Dante deve districarsi tra complotti segreti e lotte politiche. Tutto ruota intorno a una misteriosa statuetta e al sinistro alone di negromante che avvolge colui che ha cantato la sua discesa all'Inferno. E così scopriamo che Beatrice non è stata forse l'unico grande amore del poeta. Nel suo passato c'è stata anche un'altra donna, una passione inconfessabile che lo ha travolto e adesso lo carica di altri rimpianti... -
I figli della polvere. I casi dell'ispettore Erlendur Sveinsson
La prima indagine dell'ispettore Erlendur.«Assolutamente nordico, un narratore che rappresenta un marchio di grande qualità. Erlendur è un personaggio meraviglioso» – Die Welt«L'ispettore Erlendur, un antieroe in versione islandese... un personaggio interessante, sintomatico del marcio e del non detto della società contemporanea» – L'Express«Se amate i gialli di classe, allora questo autore fa per voi» – The Irish Times«Indriðason è il miglior scrittore di gialli dei paesi nordici» – The Times«Mistero e suspense... Uno scrittore che merita davvero di essere letto» – The Daily Telegraph«Un thriller ad alta tensione» – Les EchosIn una fredda notte di gennaio, Daníel, da anni ricoverato per schizofrenia presso un ospedale psichiatrico di Reykjavík, si uccide gettandosi da una finestra sotto gli occhi del fratello Pálmi. Poche ore dopo, in un altro quartiere, un anziano insegnante in pensione muore nell'incendio doloso della sua casa. Le due morti, apparentemente così lontane fra loro, hanno in realtà un punto di contatto: Daníel è stato allievo del professore negli anni Sessanta e i due negli ultimi tempi si erano incontrati più volte… Ora spetta all'ispettore Erlendur e alla sua squadra investigativa scoprire quale segreto inimmaginabile nasconde questa turbolenta relazione. Personaggi avvincenti, suspense, dilemmi morali e ricerca della giustizia: in questo primo thriller della serie troviamo tutti gli elementi che hanno portato Arnaldur Indriðason al successo internazionale e facciamo conoscenza con il tormentato e geniale Erlendur, cupo e mutevole come il cielo islandese. -
La ritirata
Un viaggio nell'anima nera della Germania nazista.«Un'analisi viscerale della colpa, collettiva e individuale» – The Times«Un'opera emozionante che scorre come una fotografia che si sta sviluppando, le linee si definiscono lentamente, la luce emerge dal buio... Un risoluto regolamento di conti con la colpa, la responsabilità e la vergogna» – TLS«Un piccolo capolavoro... Un romanzo indomito, provocatorio, scritto in modo eccezionale» – Kirkus Reviews«Un libro coraggioso, che ci sfida a mettere a nudo le nostre storie, a cercare risposte nel passato, e ad aprirci a punti di vista completamente diversi dal nostro» – The New York TimesIl giovane Meissner ha diciannove anni quando, nel pieno della Seconda guerra mondiale, viene arruolato come artigliere nell'esercito della Wehrmacht e inviato sul fronte orientale. Molto tempo dopo, a più di novant'anni, fa i conti con il proprio passato scrivendo una lunga lettera al nipote, a cui non ha mai voluto parlare della sua esperienza in Russia. In queste pagine, trovate solo dopo la sua morte, il nonno risponde alla domanda che il nipote non ha osato rivolgergli: «Hai fatto delle cose terribili?» Con lucida onestà, Meissner racconta gli orrori che lui e i suoi compagni hanno visto ma anche compiuto, la paura e gli atti di coraggio, soffermandosi su pochi giorni alla fine del1944, quando il suo reggimento, ormai allo sbando e certo della sconfitta, arretra in Polonia incalzato dall'Armata Rossa, fino alla reclusione in un campo di prigionia sovietico. Nel rievocare quei momenti di annientamento fisico, psicologico e morale, Meissner si chiede quali siano state le sue responsabilità in ciò che accadde e se avrebbe potuto agire diversamente. In conclusione, dove sia finita la sua umanità. E mentre cerca una risposta, apprendiamo dalle parole del nipote quale genere di persona sia diventato dopo la guerra… Un romanzo avvincente, che affronta il tema del senso di colpa e della vergogna – individuale e collettiva – e di come si possa convivere con questi sentimenti. Nel tentativo di capire come sia stata possibile la complicità di un intero paese in una guerra così efferata, Alexander Starritt mostra quanto sia labile il confine tra giusto e sbagliato, fino a scardinare le nostre convinzioni più solide. -
L' ultimo figlio
Oggi per Anne-Marie è l'ultimo giorno della sua vita come l'ha conosciuta finora. Théo, il suo terzo figlio ormai diciottenne, se ne va di casa. In questa giornata in cui apparentemente non succede nulla di speciale – l'ultima colazione insieme, il trasloco, il pranzo al ristorante – Anne-Marie osserva con sensibilità estrema e dolore crescente ogni azione del figlio, ogni passo che lo allontana da lei. Di ritorno con il marito Patrick, un uomo di poche parole, in quella casa così grande e ora così vuota, si lascia andare ai ricordi. L'incidente che l'ha resa orfana appena ventenne, obbligandola ad abbandonare gli studi, il matrimonio, solido ma poco romantico, il lavoro, sicuro ma ripetitivo, e Théo bambino, cresciuto tanto in fretta e ora lontano. Di fronte a questo evento ordinario, che porta con sé la coscienza che nulla sarà più come prima, la pervade un senso di vertigine. Come può una madre reinventare il proprio futuro? Come imparare a vivere di nuovo sola con il marito? Philippe Besson racconta le ventiquattro ore di una donna, una madre, la cui esistenza vacilla davanti alla separazione ineluttabile dall'ultimo dei suoi figli, e ne scandaglia i sentimenti più nascosti e contraddittori, le paure, la fragilità, in una disamina profonda sul senso della vita, della famiglia e della coppia. -
I baci
Una storia d'amore intensa, improvvisa e travolgente è quella che esplode tra Salvador e Montserrat. Lui è un professore cinquantottenne che ha ottenuto il pensionamento anticipato perché in classe era assalito da inspiegabili attacchi di mutismo, lei la seducente quarantacinquenne che gestisce l'unico spaccio di alimentari del paese dove lui si è rifugiato, in mezzo ai boschi non lontano da Madrid. È il marzo del 2020, e poco dopo il suo arrivo la Spagna proclama il lockdown. L'incontro con quella donna sola, di una bellezza selvaggia, nutrito anche dalla lettura del Don Chisciotte, diventa l'innesco di un sentimento assoluto, puro e al tempo stesso profondamente carnale, esaltato dal forzato isolamento, quasi una ribellione, un'affermazione potente dell'istinto e della fisicità di fronte alla carica distruttiva del virus. La minaccia della routine incombe, così come l'ombra lunga del passato e dei legami precedenti, eppure a quell'amore bisogna aggrapparsi con tutte le forze, perché «quando usciamo da noi stessi e andiamo incontro all'altro lo facciamo avvolti in una gioia e in una speranza che giustificano la vita, il senso della vita». -
Mariana
La storia di un amore totale, un acuto romanzo psicologico contrassegnato da un eros spietato, inesorabile, che inganna e ferisce, ma a cui è impossibile resistere.«Al buio non facevamo nulla di male. Al buio non sapevamo neppure chi fossimo. Tu mi parlavi, io ti parlavo, ma chissà cosa ci dicevamo, non aveva importanza, eravamo come sonnambuli, incolpevoli per quello che avevamo fatto nella più profonda oscurità della notte.»Mariana, l'io narrante di questo romanzo, è una giovane della provincia americana appena arrivata in Italia per trascorrere alcuni mesi di studio all'accademia d'arte. La prima sera, al ricevimento di benvenuto, incontra Itamar. Fa il pittore, è bello e carismatico, ed è un seduttore impenitente. Sebbene consapevole che una relazione con un uomo del genere è destinata a finire male, Mariana non può fare a meno di innamorarsene. Immediatamente e perdutamente. Quando lui comincia a trattarla in modo ambiguo, sparendo e riapparendo all'improvviso, Mariana è disarmata. Per reazione a questo scostante atteggiamento, si cela dietro un'apparenza fredda e distaccata, fino a quando un incontro casuale con lui in pubblico la farà vacillare... André Aciman, cantore odierno dell'attrazione, si è ispirato a Lettere di una monaca portoghese, il libro-scandalo pubblicato sotto pseudonimo che per il realismo e l'audacia nel raccontare la passione amorosa, alla fine del XVII secolo segnò una vera svolta letteraria. Ci consegna così, riportandola all'oggi, la storia di un amore totale, un acuto romanzo psicologico contrassegnato da un eros spietato, inesorabile, che inganna e ferisce, ma a cui è impossibile resistere. -
Il rovescio dell'abito
Un originale controcanto per la vita eccezionale di eccessi e di cadute della marchesa Luisa Casati Stampa, la donna che fece della sua vita un’opera d’arte. La costruzione ardita di un gioco di specchi tra verità e romanzo sullo sfondo di una irrequieta Milano degli anni venti.«Lei si afferma, più che in quanto donna, in quanto Luisa Casati. Anzi: Luisa Amman. Non fa battaglie per altre, aveva un progetto su sé stessa, che continua anche quando il patrimonio non c'è più. La Casati era moderna anche nel rapporto con gli uomini, nel non voler smarrire la sua identità nella loro. Il rapporto con il marito era controcorrente: matrimonio combinato, io li racconto felici della loro prima notte bianca.» – Marta Morazzoni, intervista a la RepubblicaNel febbraio del 1932 la marchesa Luisa Casati Stampa, la donna più ricca d’Europa, riceve nella sua residenza fuori Parigi il suo legale, l’avvocato milanese Giuseppe Bassi, che viene ad annunciarle il tracollo della sua fortuna. L’immenso patrimonio della signora è confiscato e nel giro di pochi mesi, otto per la precisione, lei “non avrà una pietra su cui posare il capo”, come drammaticamente comunicato dall’amministratore. Si snoda da qui l’itinerario tra immediato futuro e passato della personalità eccentrica della marchesa, che aveva speso la propria esistenza per divenire “un’opera d’arte vivente”. Ritratta sull’orlo del baratro della miseria, con cui convivrà per venticinque anni (morirà poverissima e sola a Londra nel 1957), la Casati ripercorre la sua avventura umana in lampi di memoria. Le sta accanto, personaggio ombra nel ricordo e nell’affetto, forse l’unico della sua singolare vicenda, la sarta che, fin da principio, ne ha assecondato l’adorazione per la ricercatezza e lo stile, l’assoluta originalità del tutto indipendente da qualsiasi moda. -
Una buona madre
Un appuntamento tra due donne in un caffè di Dublino, che segnerà per sempre il loro futuro. Tess non ha idea di chi sia Maeve, questa donna che l'ha cercata dicendole di avere informazioni importanti su uno dei suoi figli, Luke, quello scapestrato, quello che a tutti i costi deve distruggere la serenità dei genitori e del fratello Aengus, spesso costretto suo malgrado a coprirlo. Che cosa avrà fatto questa volta Luke? Ma se veramente Maeve è una sconosciuta, perché Tess ha la vaga impressione di averla già vista? Dall'incontro tra Tess e Maeve si dipanano le storie delle loro famiglie, che si scopriranno legate in un intreccio indissolubile. Tess è cresciuta in una famiglia numerosa nell'Irlanda degli anni Settanta, troppe responsabilità hanno gravato precocemente sulle sue spalle perché avesse voglia di diventare madre a sua volta, e ha faticato a calarsi in quel ruolo. Invece Maeve è rimasta incinta troppo presto, ha rischiato di vedersi sottrarre sua figlia, e solo il coraggio di una zia che aveva subito quel feroce destino è riuscito a salvarla da un istituto per ragazze madri molto simile a una prigione. Tess e Maeve sono due facce della maternità in un'Irlanda che, attraverso le generazioni, sembra negare alle donne la possibilità di scegliere. Un filo sottile lega le protagoniste di questo romanzo corale – e le loro madri, e i loro figli –, un filo simile a quello delle coperte patchwork che una di loro realizza, metafora dell'inesauribile capacità femminile di tessere, creare, rammendare e rinnovare sentimenti e relazioni. -
Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà
È dura per un cane lupo vivere alla catena, nel rimpianto della felice libertà conosciuta da cucciolo e nella nostalgia per tutto quel che ha perduto. Uomini spregevoli lo hanno separato dal suo compagno Aukamañ, il bambino indio che è stato per lui come un fratello. Per un cane cresciuto insieme ai mapuche, la Gente della Terra, è odioso il comportamento di chi non rispetta la natura e tutte le sue creature. Ora la sua missione – quella che gli hanno assegnato gli uomini del branco – è dare la caccia a un misterioso fuggitivo, che si nasconde al di là del fiume. Dove lo porterà la caccia? Il destino è scritto nel nome, e questo cane ha un nome importante, che significa fedeltà: alla vita che non si può mai tradire e anche ai legami d'affetto che il tempo non può spezzare. -
Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico
A Monaco, Max è cresciuto insieme al suo gatto Mix, con cui ha un legame molto profondo. Raggiunta l'indipendenza dai genitori, Max va a vivere da solo prendendo con sé l'amato gatto. Il suo lavoro, purtroppo, lo porta spesso fuori casa e Mix, che sta invecchiando e perdendo la vista, è costretto a passare lunghe ore in solitudine. Ma un giorno sente provenire dei rumori dalla dispensa e intuisce che dev'esserci un topo... Una storia di amicizia nella differenza, per divertire e commuovere più generazioni di lettori, perché questa è la magia di Luis Sepúlveda. -
Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa
Da una conchiglia che un bambino raccoglie su una spiaggia cilena, una voce si leva, carica di memorie e di saggezza. È la voce della mitica balena bianca, che per decenni ha presidiato le acque che separano la costa da un'isola sacra per la gente nativa di quel luogo, la Gente del Mare. Il capodoglio color della luna ha dedicato la sua vita a svolgere con fedeltà un compito misterioso e cruciale. Per onorarlo, ha dovuto proteggere quel tratto di mare da altri uomini, i forestieri che con le loro navi vengono a portare via ogni cosa senza riconoscenza e senza rispetto. Sono stati loro, i balenieri, a raccontare finora la storia della temutissima balena bianca, ma è venuto il momento che sia lei a far giungere fino a noi un racconto antico come l'idioma del mare. -
Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare
I gabbiani sorvolano la foce dell'Elba, nel mare del Nord. ""Banco di aringhe a sinistra"""" stride il gabbiano di vedetta e Kengah si tuffa. Ma quando riemerge, il mare è una distesa di petrolio. A stento spicca il volo, raggiunge la terra ferma, ma poi stremata precipita su un balcone di Amburgo. C'è un micio nero di nome Zorba su quel balcone, un grosso gatto cui la gabbiana morente affida l'uovo che sta per deporre, non prima di aver ottenuto dal gatto solenni promesse: che lo coverà amorevolmente, che non si mangerà il piccolo e che, soprattutto, gli insegnerà a volare. E se per mantenere le prime due promesse sarà sufficiente l'amore materno di Zorba, per la terza ci vorrà una grande idea e l'aiuto di tutti."" -
Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza
Le lumache che vivono nel prato chiamato Paese del Dente di Leone, sotto la frondosa pianta del calicanto, sono abituate a condurre una vita lenta e silenziosa, a nascondersi dallo sguardo avido degli altri animali, e a chiamarsi tra loro semplicemente ""lumaca"""". Una di loro, però, trova ingiusto non avere un nome, e soprattutto è curiosa di scoprire le ragioni della lentezza. Per questo, nonostante la disapprovazione delle compagne, intraprende un viaggio che la porterà a conoscere un gufo malinconico e una saggia tartaruga, a comprendere il valore della memoria e la vera natura del coraggio, e a guidare le compagne in un'avventura ardita verso la libertà. Età di lettura: da 9 anni."" -
Tanto amore per Glenda
Nei dieci racconti di Tanto amore per Glenda ritroviamo temi e strutture che hanno reso celebre Julio Cortázar, e che si configurano di volta in volta come indagine, scavo, svelamento delle pieghe oscure dell'essere e della realtà quotidiana.«Un narratore unico» – TimePochi scrittori contemporanei possiedono la capacità di mantenere in miracoloso equilibrio immaginazione fantastica e rigore costruttivo, qualità che da sempre caratterizza le storie di Cortázar. Nei dieci racconti di Tanto amore per Glenda ricompaiono temi e strutture che lo hanno reso celebre, e che si configurano di volta in volta come indagine, scavo, svelamento delle pieghe oscure dell'essere e della realtà quotidiana. Così, in Orientamento dei gatti, con la complicità di un quadro una donna passa «attraverso lo specchio» e accede a un'altra dimensione, apparentemente impenetrabile. In Nastro di Moebius è prospettata la possibilità di comunicazione, in uno spazio astratto, fra i vivi e i morti. Un clima di angoscia e di minaccia attraversa altri racconti del libro, come Ritagli di stampa, dove, a Parigi, una donna assiste a una scena di tortura: il giorno dopo apprende dai quotidiani che si è svolta a Buenos Aires. In una sorta di «filosofia della composizione» che fa da appendice a Clone, Cortázar sembra scoprire le proprie carte fornendoci un metodo di lettura (oltre che di scrittura) alquanto rigido: ma non si tratta, a ben vedere, che di un espediente elusivo, poiché, come dichiara il narratore del Tango di ritorno, la ragione originaria e irrinunciabile di ogni racconto sta in quella «necessità barocca che spinge l'intelligenza a riempire tutti i vuoti fino a completare la sua perfetta tela di ragno». -
Un' ondata di caldo
Pauline è una redattrice freelance e, per concentrarsi meglio sul suo lavoro, ha lasciato l'appartamento di Londra e si è trasferita a World's End, nel cuore della campagna inglese, dove divide il cottage con la figlia Teresa, il genero Maurice e il nipotino Luke, in un difficile gioco delle parti che si regge su un fragile equilibrio tra convivenza e intimità. Maurice sta scrivendo un libro prestigioso sulla storia del turismo e spesso, nel fine settimana, si incontra con il suo editor James Saltash, sempre accompagnato dalla fidanzata Carol, che pare subire il fascino dello scrittore. È un'estate torrida a World's End, la più calda degli ultimi cinquant'anni, e non solo perché il sole splende abbacinante sui dorati campi di grano... Pauline coglie qualche sguardo di troppo, qualche sorriso malizioso, che gettano ombre minacciose sulla vita di Teresa. E Pauline sa, adesso come allora, Pauline capisce, perché è un copione già letto e vissuto, che la fa sprofondare di nuovo nella spirale del dubbio e del sospetto, perché già ha dovuto sopportare l'onta del tradimento. Passato, presente, futuro: tutto si fonde e si confonde, come per effetto di una fata Morgana del cuore che altera la prospettiva, rende incerti i contorni di cose e persone e sigilla le labbra che non sanno raccontare la cruda verità. Quando è impossibile dire l'indicibile, come risparmiare a una figlia quel dolore amaro, che la consumerà dal profondo? Penelope Lively ci sorprende con un finale inatteso, ma forse inevitabile. E se le parole non contano più, a colmare gli spazi vuoti dell'anima rimane solo un assordante silenzio. -
Pasolini su Pasolini. Conversazioni con Jon Halliday
Il cinema, il rapporto col cinema e col suo mondo è l'argomento principale di queste conversazioni tra il critico inglese Jon Halliday e Pier Paolo Pasolini. Halliday ritraccia con Pasolini l'intero suo percorso di regista, illustrandone la concezione del «cinema d'autore», affrontando gli aspetti tecnici, analizzando le opere, chiarendone la posizione di fronte alla censura. Ma la ricchezza della personalità dell'intervistato, la curiosità dell'intervistatore, la varietà d'interessi di entrambi fanno sì che la conversazione spesso si dilati, si appropri di altri temi. Si aprono rapidi, vivissimi scorci su certi momenti della vita di Pasolini: gli anni giovanili, il Friuli, Bologna, la scoperta di Roma, il formarsi delle amicizie. Ma, soprattutto, si toccano gli argomenti che hanno destato, fuori e dentro l'opera letteraria, l'interesse e la passione di Pasolini: le questioni di lingua, la religione, il rapporto fra letteratura e ideologia, fra cultura e politica e fra Chiesa e cultura in Italia. Riscoprendo così un ardore intellettuale e civile capace di mettere a fuoco problemi sempre attuali nel nostro Paese.