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Le nuove geografie del PIL. Come sono cambiati imprese, territori, politica e rappresentanza
Ogni cambio di modello produttivo provoca mutamenti nelle geografie dello sviluppo. E, ogni volta, l'emergere di nuove tipologie di imprese porta con sé l'affermazione di nuovi territori, nuovi protagonismi, nuovi soggetti sociali e politici. È successo nel passaggio da fordismo a postfordismo e poi, ancora, dopo la Grande Crisi del 2009. Oggi siamo entrati in una fase ulteriore, caratterizzata dalla crisi di alcuni vecchi settori industriali, dalla rivoluzione tecnologica e da inediti equilibri geopolitici globali. Siamo di fronte a un'altra evoluzione del tessuto produttivo, con tutte le conseguenze che ciò comporta a livello di «geografie del Pil». Se l'epoca del fordismo si identificava con la grande industria, Torino e la Fiat, il postfordismo coincideva nell'immaginario collettivo con le piccole imprese del Nordest e la Lega. Finite quelle due epoche, in quali territori si sono concentrate le nuove aziende champions, medie imprese globalizzate che hanno saputo rappresentare il modello vincente nella fase di stagnazione 2018-19? Come muterà la rappresentanza dopo l'abbandono di Confindustria da parte dei colossi industriali e la crisi seguita all'avvento dei piccoli? E che cosa accadrà alla politica dopo che, frantumati i partiti tradizionali, la divaricazione tra sovranisti ed europeisti divide anche società e mondo delle imprese tra chi cerca tutela e sicurezza e chi invece accetta la sfida della modernizzazione tecnologica? Sulla base di dati di prima mano, Zovico offre un quadro esauriente della nuova geografia industriale del nostro Paese e una risposta documentata alle domande che essa solleva. Con un saggio di Franco Mosconi. -
Community economy. Persone che trasformano mercati e organizzazioni
Era il 2013 quando la sharing economy faceva la sua comparsa in Italia: un modo nuovo di intendere l'economia, che promuoveva la condivisione del bene invece del possesso, il riuso invece dell'acquisto. Da allora molte cose sono cambiate e la collaborazione oggi non è più solo fra persone che condividono un bene, ma fra individui che partecipano alla costruzione di un brand e alla progettazione della sua offerta e, così facendo, trasformano mercati e organizzazioni. È la community economy, l'evoluzione più interessante della sharing economy, una nuova forma di economia composta da organizzazioni (i community brand) che pongono al centro della loro strategia di business la comunità. Grazie all'approccio basato sul co-design, i community brand immettono sul mercato servizi che hanno già un pubblico di riferimento e come tali sono potenzialmente più competitivi di quelli proposti dagli attori tradizionali. Per soddisfare le nicchie a cui si rivolgono e favorire la loro produzione di valore i community brand non possono utilizzare i vecchi modelli gestionali, ma devono costruire la propria identità secondo una logica «abilitante», non più lineare ma a piattaforma, che affidi ruoli e responsabilità ai membri della community, attivando canali di comunicazione che rendano sempre più fluidi e permeabili i confini fra l'interno e l'esterno dell'azienda. In questa direzione il libro, che si rivolge a imprenditori e manager, cooperatori sociali, istituzioni e a tutti coloro che vogliono innovare il proprio rapporto con ogni tipologia di stakeholder, offre strumenti concreti per progettare un community brand, avendone ben chiari il ciclo di vita e i requisiti di scalabilità e sostenibilità. -
Il design delle idee. Progettare discorsi e presentazioni
L'etimologia della parola «design» risale al latino de-signare: dare significato, distinguere, tracciare la relazione tra cose o idee. Un'operazione, dunque, di costruzione di senso. La tesi alla base del metodo proposto da questo libro è che lo stesso principio vale per la comunicazione in pubblico. Il pubblico, infatti, quando partecipa a una conferenza, a una riunione, alla presentazione di un prodotto, al comizio di un politico, non cerca solo informazioni, dati o concetti ma anche interpretazioni e, appunto, un senso. Ecco allora l'invito del testo: imparare a «disegnare» la propria comunicazione innanzitutto come una costruzione di significato, da tradurre poi in tecniche, argomentazioni, materiali di supporto. Quest'idea si concretizza in un processo in nove fasi, che, a partire dall'obiettivo della presentazione, supporta operativamente il lettore nella realizzazione di una strategia di comunicazione coerente e solida. -
The box. La scatola che ha cambiato il mondo. Nuova ediz.
Una storia di efficienza e di progresso non priva tuttavia di problemi ed effetti collaterali a danno del paesaggio e dell'ambiente.«I container sono i mattoni alla base della società globalizzata e ""The Box"""" lo ricorda raccontando raccontando una storia iniziata nell'aprile del 1956, quando l'intuizione di un ex camionista diventato imprenditore, Malcom McLean, spinse una vecchia petroliera riadattata al trasporto merci a salpare da Newark, nel New Jersey, imbarcando 58 """"cassoni"""" in alluminio» - Affari&Finanza, la RepubblicarnEra l'aprile del 1956 quando, imbarcati 58 cassoni in alluminio, una vecchia petroliera riadattata al trasporto merci salpava da Newark, nel New Jersey, diretta verso Houston. Fu quello l'oscuro inizio di una rivoluzione che avrebbe cambiato l'economia del pianeta: nasceva il container, una semplice innovazione che avrebbe trasformato il commercio mondiale. Levinson ci racconta come la forza e l'immaginazione di un imprenditore geniale e iconoclasta, Malcohn McLean, siano riuscite a trasformare quella che sembrava essere solo un'idea poco pratica in un successo senza precedenti. Ma il container non si impose dal nulla. La sua adozione richiese enormi somme di denaro, da parte sia degli investitori sia dei porti che volevano essere leader nella nuova tecnologia dei trasporti. Richiese anni di trattative con i sindacati e complicate negoziazioni per raggiungere standard unici per ogni tipo di tir, treno o nave. Infine, ci volle l'efficacia logistica delle forniture alle forze armate americane in Vietnam per persuadere il mondo intero delle potenzialità dello scatolone metallico. Il libro è la storia appassionante dei modi in cui la containerizzazione ha tagliato costi e tempi di trasporto delle merci, con effetti inaspettati sull'organizzazione dei porti e la logistica mondiale, e più in generale sull'economia e la società globale: una «scatola» che è diventata abitazione, ufficio, redazione, tenda per i senzatetto... In questa seconda edizione, un nuovo capitolo racconta gli ulteriori sviluppi legati alla nascita di porti situati anche a parecchi chilometri di distanza dalla costa, cluster logistici creati da zero la cui vera rivoluzione sta nel fatto che al loro interno vengono svolte attività di trasformazione un tempo considerate parte integrante del settore manifatturiero."" -
Finanza comportamentale. Scoprire gli errori che fanno perdere denaro
Quando parliamo dell'andamento dei mercati finanziari o delle scelte di allocazione dei risparmi da parte degli investitori, parliamo del comportamento di agenti economici, cioè individui. In tale contesto, la psicologia cognitiva ha messo a disposizione dell'economia e della finanza i propri strumenti per indagare l'irrazionalità, ponendo il comportamento dell'essere umano al centro dell'attenzione. È nata così la finanza comportamentale, disciplina che, mettendo insieme il lavoro di economisti, psicologi e neuroscienziati, ha raggiunto un livello di maturità importante non solo nell'identificare e codificare gli errori di investitori individuali e professionali, ma anche nel suggerire strategie per minimizzare le conseguenze di tali errori, fino a trasformarli in alleati per ingenerare comportamenti virtuosi. Il libro affronta in modo divulgativo questi sviluppi operativi, proponendosi come una lettura utile sia per chi svolge l'attività di consulenza finanziaria sia per gli investitori privati che vogliano migliorare la propria capacità decisionale. Questa seconda edizione, corredata da contenuti integrativi online, approfondisce il tema di come allineare le emozioni ai bisogni finanziari e affronta in modo nuovo la tendenza in capo al regolatore a occuparsi di persone vere, alla luce della declinazione che il concetto di adeguatezza ha assunto in MiFID 2. Un capitolo totalmente nuovo è dedicato alla grande applicazione dell'approccio behavioural da parte del Fintech. -
Spider brand. I trenta superpoteri dei nuovi eroi del marketing
Con gli occhi vigili, i piedi per terra e il cuore oltre l'ostacolo: così è il nuovo marketing dei brand d'eccellenza. Un viaggio tra i casi di successo da conoscere, ammirare, studiare, copiare. Mai come oggi strumenti digitali, piattaforme social, consumi in mobilità sono stati tanto pervasivi ed essenziali. Una rivoluzione segnata dalla tendenza a interloquire in modo diretto con brand, governi, organizzazioni, senza più alcuna distanza. In fondo il marketing contemporaneo ha trasformato i linguaggi, i processi, le dinamiche di relazione, persino gli organigrammi. Costringendo le marche a ripensare campagne, ridefinire obiettivi, ricostruire identità per ricatturare un'attenzione andata persa. E a farlo insieme ai clienti. È un marketing dai superpoteri per brand che diventano di fatto, con azioni e narrazioni, veri e propri supereroi: la nuova generazione degli Spider-Brand. Di loro all'inizio non ci si fida. Eppure non possono e non devono più tacere. Gli Spider-Brand strizzano l'occhio ai pubblici, declinandoli al plurale e intercettando in tempo reale tendenze e temi caldi, in dinamiche di relazione che annullano i tempi di risposta, fino a intrattenere conversazioni istantanee gestite da chatbot e intelligenze artificiali. Gli Spider-Brand sono dinamici, proattivi, persino divisivi. Giocano in attacco e non si accontentano di tattiche difensive. Dicono la propria con coraggio e sprezzo del pericolo. Sono visionari, inclusivi, aperti alla diversità. E sanno leggere i tempi che cambiano. Proprio come l'Uomo Ragno. -
Il dizionario della privacy. 53 brevi saggi sulla protezione dei dati personali
Il Dizionario della Privacy è il primo strumento di consultazione immediata nella materia della protezione dei dati personali. È un testo divulgativo, che tende a raggiungere sia il pubblico degli esperti, che quello di coloro che si avvicinano alla materia per motivi di lavoro o occasionalmente Il dizionario contiene 60 voci, ognuna dedicata a un tema specifico in materia di privacy, che inquadrano sinteticamente i temi essenziali di questa materia. Sono esposte in ordine alfabetico, dalla prima, dedicata agli Amministratori di sistema, all'ultima, in ordine alla Videosorveglianza. Gli autori hanno adottato un approccio semplice, presentando ognuna delle stesse voci con una esposizione completa, segnalando i relativi problemi interpretativi, le norme a esse collegate e indicando le figure professionali e aziendali cui è dedicato l'argomento trattato. Attraverso questa composizione, il quadro della materia è stato ricostruito, sì che essa risulta esposta in maniera completa (come per un manuale) e in termini dinamici, perché le voci del dizionario sono collegate tra di esse. 60 voci, 60 piccoli saggi sulla privacy, brevi e scorrevoli. Uno strumento prezioso per rendere accessibile un settore i cui meccanismi sono astrusi e la cui illustrazione è stata finora esclusivamente affidata alla letteratura specialistica. -
Sostenibilità e comunicazione non convenzionale. Con 20 interviste impossibili
Quante volte in un giorno capita di sentire la parola sostenibilità? Da quando ho iniziato ad occuparmi di questo argomento sono passati venti anni e, anche se oggi il termine è forse troppo utilizzato, posso affermare che la consapevolezza delle persone e delle organizzazioni è decisamente cresciuta. Sono cambiati due fattori: da un lato è migliorata la conoscenza dei problemi del pianeta e della società e dall'altro è aumentata la volontà di modificare il nostro modo di vivere, consumare, produrre. Ma se le aziende stanno cambiando il modo stesso di fare impresa, come cambia la comunicazione dell'impegno sociale e ambientale? Quando la sostenibilità è veramente un driver strategico il primo segnale è la modifica della relazione con gli stakeholder che vede l'utilizzo di linguaggi e strumenti diversi. In questa fase di cambiamento cresce anche il marketing non convenzionale, tecnica che mette al centro di tutto l'interattività con l'obiettivo di stupire ma soprattutto di ingaggiare le persone. Il volume si chiude con 20 interviste impossibili, brevi colloqui con personaggi a cui dobbiamo essere grati per il ruolo che hanno avuto nella crescita della cultura della sostenibilità (anche se allora non si chiamava così). Nei miei colloqui immaginari ho coinvolto persone vissute molti anni fa ma anche scomparse da poco: Girolamo Azzi, Judi Bari, Howard Bowen, Berta Cacères, Rachel Carson, Antonio Cederna, Barry Commoner, Laura Conti, Alexander Langer, Ernst Haeckel, Julian Huxley, Alexandre King, Wangari Maathai, Danilo Mainardi, Chico Mendez, Giorgio Nebbia, Aurelio Peccei, Bertrand Russell, Luis Sepulveda, Dorothy Stowe. -
Diluvio digitale. Storia e destini della lettura
Cinquemila anni fa, con l'invenzione della scrittura, è cominciata una delle avventure più straordinarie dell'umanità. Da allora il nostro cervello si impegna in un'attività per la quale non è geneticamente programmato: leggere. Grazie alla capacità di decodificare un testo scritto, che acquisiamo attraverso l'educazione, accediamo a un sapere che altrimenti andrebbe perduto, un patrimonio consegnato e condiviso da una generazione all'altra. Leggere vuol dire conoscere, ricordare e comunicare. È ciò che dà forma al pensiero critico, è il nostro modo di intendere il mondo e di stare in esso, la nostra passione e la nostra estasi. Ma nel corso dei secoli l'esperienza della lettura ha assunto connotati di volta in volta diversi. Essa si è trasformata profondamente, insieme alle tecnologie utilizzate per conservare e trasmettere i testi scritti: dalla tavoletta di argilla al rotolo di papiro, dal codice manoscritto ai primi libri a stampa, fino allo schermo del computer. Ecco dunque che la condizione contemporanea - la condizione digitale - ci richiama alla necessità di definire nuovamente la funzione della lettura. Sapendo che il suo destino è quello dell'umanità stessa. -
Fare agile nel modo giusto. Per una trasformazione senza caos
L'agile ha il potere di trasformare il lavoro, ma solo se viene implementato nel modo giusto. Da decenni i manager alla guida delle imprese sono dolorosamente consapevoli di un'enorme linea di faglia: aspirano a creare aziende agili e flessibili ma la realtà quotidiana in cui si muovono è fatta di silos, processi lenti e innovazione in fase di stallo. Oggi l'agile viene acclamato come lo strumento essenziale per ricomporre la frattura, trasformare un'azienda e catapultarla in posizione di comando. Detto fatto? Non proprio. In questo libro, una lettura indispensabile e di grande chiarezza, Darrell Rigby, consulente e opinion leader in Bain & Company, e i suoi colleghi Sarah Elk e Steve Berez fanno il punto della situazione offrendoci un importante resoconto. I tre autori smontano i falsi miti e i pregiudizi che hanno accompagnato l'ascesa dell'agile - l'idea, per esempio, che abbia il potere quasi magico di ristrutturare seduta stante un'organizzazione o che debba essere usato in tutte le funzioni e le tipologie di lavoro. Il libro dimostra che i team agili possono realmente sprigionare un potere straordinario, rendere il lavoro più appagante e mettere le ali all'innovazione, ma questi risultati sono possibili solo se il metodo viene compreso fino in fondo e applicato nel modo giusto. Il segreto, secondo gli autori, sta nell'equilibrio. Ogni organizzazione è chiamata, da un lato, a ottimizzare e controllare rigorosamente alcune attività operative e, dall'altro, a innovare costantemente. L'agile, se fatto nel modo giusto, consente di innovare in maniera energica senza compromettere l'efficienza e l'affidabilità di cui le attività operative tradizionali hanno bisogno. Dopo aver spiegato in dettaglio come funziona veramente l'agile, quali sono gli errori da evitare e perché è fondamentale potenziare correttamente la portata dell'agile per coglierne appieno il potenziale, gli autori tracciano un piano d'azione destinato ai leader interessati a guidare la transizione verso un'impresa autenticamente agile. L'agile non è un fine: è un mezzo per diventare un'organizzazione altamente efficiente. Fare agile nel modo giusto è una guida indispensabile per l'impresa che si accinga a diventare agile o che intenda mantenere un livello elevato di agilità. -
La rinascita dell'Italia. Una visione per il futuro tra etica ed estetica aumentate
Il 2020 segna una soglia simbolica: un arrivo e una partenza. Anno doppio e bisesto, come in un gioco di specchi ha amplificato problemi e soluzioni, fino al culmine dell'emergenza coronavirus. Ha posto fine a un decennio che ha impattato sulle nostre vite in modo deciso, a volte traumatico. Discontinuità e avvento di nuovi paradigmi hanno interessato l'Italia e il mondo intero. Big data, sharing economy, fake news, influencer hanno fatto la differenza - nella politica, nel business, nella vita quotidiana -, marcando un punto di svolta all'insegna del modo digitale: soggettivo, contagioso, innovativo, istantaneo, ma anche inconsapevole, evanescente, pervasivo, guidato in modo potente e non trasparente da un'intelligenza artificiale controllata da pochi, da un pensiero politico tanto impoverito quanto spregiudicato, dall'aggressività di molta comunicazione. Tutto ciò ha creato nuove possibilità e connessioni vitali, a rischio però di un futuro mal distribuito, in cui trovano spazio forme individuali, civili e sociali di azione e reazione, nel bene e nel male. È arrivato il momento di riaffermare la nostra capacità di incidere sul futuro e di assumerci la responsabilità che questo implica, proponendo un percorso di crescita verso un mondo più equilibrato, fatto di attivismo e desiderio di contare, di porsi al centro della scena con la propria presenza autentica, complementare a quella digitale. All'insegna di un'etica e un'estetica aumentate che guardino ai diritti di cittadinanza, proteggano il mondo fisico a partire dalla salute e dall'ambiente, valorizzino le persone in carne e ossa e la loro dignità, utilizzino la potenza dei big data senza consegnarsi in modo acritico alla potenza dell'algoritmo. Gli anni Venti saranno un tempo e un luogo di rinascita culturale e innovazione sociale, se sapremo affrontare la sfida con coraggio, facendo leva su quei valori di servizio e condivisione, verità e fiducia, sostenibilità e intelligenza, profondità e negoziazione, unicità e universalità che da sempre rappresentano le qualità autentiche dell'Italia. -
Salute circolare. Nuova ediz.
Un «conto alla rovescia» che si trasforma in un intrigante viaggio nel tempo - da Ippocrate ai no-vax, dalla peste nera alla creazione dei lazzaretti - alla scoperta del ruolo della trasversalità e della circolarità nelle grandi conquiste della salute di cui oggi godiamo. I protagonisti di questo libro sono quei visionari, coraggiosi, determinati o solo fortunati, che in epoche diverse hanno scoperto, per caso o per intuito, universi così vasti da andare ben oltre i confini dell'immaginazione. Dalle loro storie emerge con chiarezza come la conoscenza e lo studio dei meccanismi che generano salute si espandano grazie alla potenza del pensiero laterale. È l'interdisciplinarietà che ha consentito di aprire campi immensi da esplorare e approfondire, andando con il tempo a costituire i pilastri della salute. La trasformazione digitale ci impone di ripensare alcuni percorsi e di proporne di nuovi e rivoluzionari, per arrivare a un maggior equilibrio con gli animali, con le piante e con l'ambiente che ci accoglie nel suo complesso. La sfida è quella di riconoscere che la salute è un sistema di vasi comunicanti, che può essere migliorato grazie a un'innovazione responsabile che miri a rigenerare l'equilibrio. Proprio come diceva Ippocrate. -
Valutazione d'azienda nel mondo ESG
Chiunque si interessi di finanza d'azienda mette la valutazione d'impresa al centro delle proprie attenzioni, insieme ai criteri utilizzati per la valorizzazione. Ormai da tempo la convergenza verso i multipli e il DCF (Discounted Cash Flow) è quasi unanime. Peccato che i multipli siano spesso portatori di gravi limiti e che la logica del ""così fan tutti"""", ovvero del predominio assoluto del mercato, si sia dimostrata assai lacunosa in molte circostanze. In particolare in presenza di una volatilità forte e imprevedibile. Il DCF e i criteri """"fondamentali"""" non mentono mai... ma sempre più il mondo degli investitori e le stesse imprese guardano con estremo interesse ai temi ESG (Environmental, Social, Governance) come a variabili dall'impatto crescente sul costo del capitale e sul rischio in generale. La valutazione d'azienda va dunque in una direzione nuova, dopo anni di allineamento generalizzato."" -
Company culture. Il sistema operativo che fa crescere le aziende
Gli smartphone funzionano grazie a iOS o Android, i PC grazie a Windows o Linux. E le nostre aziende? Sono regolate da infinite procedure che rischiano di mandarle in blocco, denunciando l'urgenza di un nuovo «sistema operativo» che, una volta installato, le renda più flessibili e innovative. Se infatti tutto cambia - lo scenario economico, la concorrenza, le generazioni al lavoro - e se tecnologia e trasformazione digitale hanno rivoluzionato ogni aspetto del vivere e del fare impresa, le aziende invece sono rimaste perlopiù immobili. Arretrando. E ora solo le persone possono farle uscire da questa situazione, a condizione tuttavia che chi governa le imprese sappia far leva sui valori giusti per far crescere la componente umana insieme al business, all'insegna del binomio produttività-felicità. A questo mira il framework della company culture proposto da Rimassa. Capitolo dopo capitolo, il libro illustra i valori imprescindibili da coltivare in azienda, ci aiuta a decodificare le fasi più complesse della trasformazione e ci spiega come installare il sistema operativo che può farla funzionare. Attraverso il racconto di modelli di successo, italiani e internazionali, dimostra come C-level, manager ed HR possano davvero interpretare una leadership nuova e guidare il cambiamento. Con una nota finale: solo le imprese che iniziano oggi potranno crescere domani. -
CEO branding nella reputation economy
La predominanza assunta nella percezione di cittadini e consumatori dai propositi etici del business e la chiamata alla leadership che le generazioni Z e Light Millennials invocano nei confronti delle aziende - o, meglio, dei brand - rendono un volume come questo più che necessario: le aziende che sapranno condensare influenza, credibilità e carisma in uno ""human touch"""" globale e locale vinceranno la sfida. Individui cercano altri individui in cui riporre fiducia in quanto decisori trasparenti e dotati di visione e li cercano anche e soprattutto nel mondo del business. Per questo i CEO, per contribuire alla conquista di uno spazio reputazionale solido per la propria marca di riferimento, devono sapersi trasformare da seduttori a pionieri: sono le aziende, e non più solo le ONG o i partiti, ad essere viste come motore del cambiamento sostenibile. Nel volume, un percorso teorico di riferimento per orientarsi nei modelli reputazionali vincenti viene affiancato da un cuore pragmatico: quindici CEO rivelano come hanno colto la sfida con una visione strategica e adattiva, mentre due ricerche sul campo mostrano come piccole e medie imprese e talent acquisition siano punti di osservazione chiave per definire le strategie di risposta a mercati e stakeholder. Una guida per executive di aziende di ogni dimensione, per chi aspira al ruolo di CEO, per chi lo supporta nel costruirne il brand e per chi studia in vista di un ingresso strategico nella professione."" -
Felicità cercasi. Pratiche personali e collettive
Essere felici è un'aspirazione legittima, che spesso si tralascia per concitazione. In un'epoca contraddistinta dalla vastità dei mezzi, finalmente ci siamo accorti che possiamo riappropriarci dei fi ni e che non esiste un fine più concreto e universale di quello di essere felici. Per questo, occuparsi di felicità diviene naturale. Gli autori rendono concreto un tema apparentemente astratto e ci aiutano a uscire dagli eccessi del «qui e ora» rivalutando il «dopo» e restituendo il posto centrale alla felicità propria e altrui, quotidiana e futura. Quali sono le condizioni che possono aiutarci a essere felici, a livello personale e collettivo? Sorgi e Bertè, basandosi anche su altri studi in corso, propongono classificazioni e tesi di grande utilità per chiunque voglia intraprendere un cammino consapevole. Ne emerge l'individuazione di passi concreti per disegnare un «progetto felicitante», metodologicamente solido e soggettivamente appassionante. Essere felici non è un destino e neppure l'esito di un approccio ingenuo, ma una possibilità reale che richiede impegno, scelte e prese di posizioni chiare. L'esito è una formula non banale, ma alla portata di tutti. -
L' organizzazione inclusiva. Pari opportunità e diversity management
Le leggi europee e italiane vietano la discriminazione e, al contempo, la morale di una società avanzata ci chiede maggiore inclusione. Per questo motivo, anche le organizzazioni sono chiamate a dotarsi di strumenti concettuali per comprendere i fenomeni sociali in atto e diventare più inclusive. Avvalendosi delle ricerche sul campo accumulate dall'Osservatorio Diversity, Inclusion & Smart working di SDA Bocconi School of Management, questo libro si rivolge a coloro che si occupano di diversità nei luoghi di lavoro. In particolare, i manager possono confrontare la loro realtà con i diversi esempi presenti nel volume per capire a che punto si trovi la propria azienda nel processo di adozione di politiche inclusive e, nel caso, promuoverne di nuove. Dalle questioni di genere a quelle LGBTQI+ e generazionali, dalle diversità etnico-culturali al tema della disabilità e della genitorialità, dalla leadership inclusiva al ruolo del diversity manager, ?no al delicato equilibrio tra etica e pro?tto, il volume fornisce idee e strumenti per capire come e perché le organizzazioni che operano in Italia devono gestire la diversità e favorire l'inclusione, stando attente alle proprie caratteristiche peculiari e al contesto in cui operano. -
Creatività in azienda. Strategie e tecniche per produrre idee originali e utili
In tutte le organizzazioni favorire la creatività e gestirla correttamente è essenziale per innovare, sostenere la crescita e il vantaggio competitivo. Tra le competenze chiave a qualsiasi livello organizzativo - tanto che il World Economic Forum l'ha inserita nel novero delle abilità più richieste sul mercato del lavoro - la creatività in azienda è spesso oggetto di false convinzioni: è innata, è prerogativa esclusiva dei giovani, appartiene soltanto all'individuo e non al gruppo, non richiede vincoli (di tempo e di denaro) a livello organizzativo, deve indirizzarsi esclusivamente al futuro, è universalmente riconosciuta e ha lo stesso significato per tutti. Questo libro ha l'ambizione di smascherare queste e altre credenze che causano comportamenti e pratiche manageriali non sempre efficaci, fornendo un contributo nuovo e utile per chi lavora in azienda. Nuovo perché smonta convinzioni ormai diffuse, ricostruendo le diverse modalità in cui la creatività può declinarsi; utile perché fornisce suggerimenti concreti che la singola persona o il team di lavoro possono mettere in atto quotidianamente. -
Mindfulness. Più focus, meno stress
Il miglior mentore di un manager del terzo millennio? Un samurai del XVI secolo. Il superpotere che salverà il mondo? La consapevolezza. Il più grande inganno dei nostri tempi? Il multitasking. La virtù da riscoprire? L'ozio. Se queste sono le premesse - solo in parte provocatorie - è chiaro che Mindfulness risulterà sorprendente per molti, e addirittura fastidioso per qualcuno. Dopo più di un anno di pandemia e di «normalità» sacrificata, sostenere con Pascal che «tutta l'infelicità dell'uomo deriva dalla sua incapacità di starsene nella sua stanza da solo» può sembrare quantomeno azzardato. Eppure, secondo l'autore, è da questa «presenza a noi stessi» che bisogna ripartire per curare le più diffuse patologie della contemporaneità - in Occidente e non solo - che portano il nome di depressione, ansia, stress, alienazione. Oggi non è più l'avere ma il fare il principale antagonista dell'essere. Ma questo non è affatto un libro per iniziati o mistici, anzi. In queste pagine impareremo che la mindfulness è una pratica più che una filosofia, una scienza molto più che una fede. E soprattutto una disciplina a portata di vita quotidiana, per tutti. Capiremo che cos'è, da dove nasce e (alla luce delle neuroscienze) come agisce sulla nostra mente e sui nostri comportamenti. Scopriremo che è semplice da praticare e che può cambiare realmente la nostra vita predisponendoci al benessere e alla realizzazione personale nelle sue diverse declinazioni. Cominciando da un compito vitale e dimenticato: inspira, espira. -
Il paese innovatore. Un decalogo per reinventare l'Italia
Tutto il Paese deve crescere, svilupparsi ed essere innovatore, in tutte le sue articolazioni e strutture, certamente con un corretto ruolo e sostegno del soggetto pubblico.rn«Attraverso principi e obiettivi illustrati in dieci idee, tutte rivolte al futuro, lo studioso propone come rilanciare l'innovazione nel nostro paese» - Jessica Chia, La Letturarnrnrnrn«La mia convinzione è che abbiamo bisogno di un Paese innovatore, in tutte le sue articolazioni e declinazioni, e di uno Stato che nel Paese abiliti e sostenga imprese, cittadini, associazioni nel promuovere innovazione, a servizio dello sviluppo e del benessere di tutti noi.» È questa la tesi che Fuggetta pone al centro del libro, contro le tante occasioni in cui invece si chiede allo Stato di porre rimedio a ogni tipo di stortura, calamità naturale, sfortuna economica, torto o colpo della sorte. Ogniqualvolta sorge un problema che come singoli non sappiamo o non vogliamo affrontare invochiamo infatti l'intervento dello Stato, spesso immaginandolo come un'entità terza rispetto a noi, dotata di risorse infinite o comunque indipendenti dalle nostre, con doti taumaturgiche capaci di rimediare a qualunque male o ingiustizia del mondo, e portatore di virtù e moralità superiori a quelle dei privati, siano essi singoli cittadini o imprese. Ma lo Stato deve fare alcune cose e non altre: soprattutto non dobbiamo pretendere o anche solo immaginare che sia lo Stato a gestire in prima persona, come operatore economico, i temi dell'innovazione, della crescita e dello sviluppo. Non è lo Stato imprenditore e innovatore che ci salverà. Tutto il Paese deve crescere, svilupparsi ed essere innovatore, in tutte le sue articolazioni e strutture, certamente con un corretto ruolo e sostegno del soggetto pubblico. Perché a un Paese che si identifica con lo Stato, un Paese con uno Stato imprenditore, innovatore e ridistributore della ricchezza prodotta, preferiamo un Paese della responsabilità civile, degli investimenti a servizio della collettività, delle pari opportunità, della solidarietà vera con chi fa fatica, della valorizzazione delle capacità di ciascuno di noi.