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La donna di Oslo
«Non abbiamo forse tutti qualcosa di cui vorremmo vendicarci?»«Un riconosciuto maestro del genere, abilissimo» – la Repubblica«Un romanzo di inesorabile tensione» – Publishers WeeklyNegli anni dell'occupazione tedesca della Norvegia, Ester Lemkov è un corriere della resistenza che, dopo aver assistito all'arresto del padre, decide di rifugiarsi oltre confine, nel timore che la Gestapo possa arrivare anche a lei. Accolta a Stoccolma, la giovane ebrea diventa il contatto di Gerhard Falkum, uno degli uomini più ricercati dai nazisti, del quale però il movimento clandestino perde ben presto le tracce. Venticinque anni dopo, Falkum riappare improvvisamente a Oslo. Perché ha deciso di tornare? E dove si è nascosto per tutto quel tempo? Anche Ester, dopo aver chiuso la sua collaborazione con l'intelligence israeliana, è di nuovo a casa. E ora il passato la incalza: la ricomparsa di Falkum le impone un difficile confronto con quanto è accaduto durante la guerra e con la morte di una persona a cui voleva molto bene, costringendola a ricomporre la storia di un grande amore, e di un tradimento ancora più grande. -
Red Regatta. Ediz. italiana e inglese
Vele rosse: come battiti d'ali nel cuore della laguna. Viste dall'alto sembrano farfalle monocrome che surfano sull'acqua, alla ricerca del vento più propizio. Viste dalle rive della città sembrano una sfilata di bandiere in un'infinità di sfumature di rosso. Uno spettacolo sorprendente e altamente suggestivo che, se da un lato vuole celebrare l'antichissima e vitale tradizione marittima veneziana, dall'altro intende porre l'attenzione sui rischi che sta correndo Venezia. Nulla, in ""Red Regatta"""", è stato lasciato al caso: tutte le vele sono state realizzate su misura per ciascuna imbarcazione, ogni sfumatura di colore è stata predisposta da Melissa McGill che ha poi dipinto a mano i tessuti, aiutata dagli studenti dello Iuav. Infine ciascuna barca, dal fondo piatto e con albero rimovibile, è un modello tradizionale equipaggiato rigorosamente con vele """"al terzo"""" (così chiamate perché l'antenna superiore che sostiene la vela è fissata all'albero a un terzo circa della sua lunghezza). Le imbarcazioni sono tutte di proprietà privata e fanno parte dell'Associazione Vela al Terzo. Il volume, progettato dalla grafica Beatriz Cifuentes dello studio newyorkese Waterhouse Cifuentes, raccoglie il saggio di Chiara Spangaro dedicato all'attività dell'artista e quello del giornalista veneziano Silvio Testa, che svela i segreti e la storia della tradizione della vela al terzo. Inoltre la voce narrante dell'artista e le testimonianze degli armatori delle barche partecipanti raccontano la genesi, le emozioni e il dietro le quinte di questa incredibile opera corale."" -
Consagra Matacubi. Ediz. illustrata
Una serie unica di sculture-oggetto di uno dei più prestigiosi esponenti dell'astrattismo internazionale, Pietro Consagra (1920-2005), viene presentata al pubblico per la prima volta. I Matacubi sono oggetti e sono sculture, la loro ambiguità è la loro ricchezza di straordinaria contemporaneità, hanno una duplice anima, si è attratti dalla scultura da una parte, ma dall'altra, tolti dal piedistallo, diventano una seduta, da toccare e vivere; una straordinaria doppia natura tra scultura ed oggetto di possibile utilizzo. Particolarmente interessante e originale anche l'origine del nome: il termine matacubo, che in dialetto siciliano indica oggetti molto compatti e spesso ingombranti, è scelto dall'artista come titolo paradossale per queste opere realizzate in marmo o in ferro dipinto, che possono costituire anche una proposta alternativa a una panchina. -
I talenti italiani. Mente, mano, macchina. Ediz. illustrata
Dall’unione di teoria, pratica e tecnologia, si sviluppano tutte le azioni e gli oggetti che determinano una cultura del design, che vede il tradizionale approccio artigianale essere alternativamente luce e ombra di una più contemporanea attitudine progettuale.Lo sviluppo del design italiano ha profonde radici nella cultura artigiana, particolarmente in relazione all’architettura. È negli interni di inizio Novecento che la moderna storia del design si è accesa e lì gli artigiani conducevano praticamente ancora tutte le arti. Con l’evoluzione delle tecniche e l’ideale democratico la figura dell’artigiano si è evoluta, spesso coincidendo con quella dell’imprenditore o del progettista e questa attitudine artigiana è ancora oggi ben presente negli autori contemporanei. E qui, tra ricerche autoriali e pratiche artistiche, la relazione tra arte e design, attraverso l’artigianato, ha trovato nuovi luoghi di espressione. -
La Regione del Veneto. Cinquant'anni di storia. 1970-2020
Il volume presenta in prospettiva storica i primi cinquant'anni della Regione del Veneto (1970-2020), ponendo l'attenzione su molteplici aspetti di notevole interesse culturale e sociale. L'esito è una riflessione complessiva, bilancio non solo dell'esperienza istituzionale, ma anche dei rapporti tra Ente, tessuto socio-territoriale e comunitario. Cinquant'anni rappresentano un percorso importante, sufficientemente lungo per cogliere, accanto a permanenze profonde e apparentemente immutabili, elementi incisivi di cambiamento. L'esame delle vicende regionali impone di considerare contenuti complessi, quali l'esperienza politica del dopoguerra, l'evoluzione del quadro demografico, i cicli dell'economia regionale, le forme di solidarietà e di cooperazione sociale. La narrazione storica comprende altre questioni cruciali, certamente ineludibili in un contesto pluridisciplinare, quali agricoltura, arte e paesaggio, identità, diritti umani, parità di genere, politiche culturali, religione, sanità e presenza veneta nel mondo. La storia della Regione è ricostruita anche attraverso la prosopografia di assessori e consiglieri, segretari della Programmazione, della Giunta e del Consiglio. Il commento ragionato delle leggi ritenute maggiormente caratterizzanti ed emblematiche, legislatura dopo legislatura, aiuta a mettere a fuoco le politiche pubbliche regionali. Il volume non intende assumere i tratti dell'analisi specialistica, ma qualificarsi con i caratteri dell'alta divulgazione e promozione culturale. -
La Regione del Veneto. Il futuro estratto dai fatti. 1970-2020
"Ripercorrere a ritroso cinquant'anni di regionalismo ordinario è, per molti aspetti, impossibile. Inutile, poi, se ci si pone l'obiettivo di riassumere, rimanendo aderenti alla realtà, l'accaduto, in cui convivono questioni grandi e piccole, significative e di poco conto. Del resto, la Regione del Veneto è """"viva e vegeta"""". Protagonista - se si guarda alle istituzioni - di una pièce non improvvisata: perché espressione di una società - quella veneta, appunto - che interpreta e vive l'autonomia come valore, sintesi del binomio autogoverno-responsabilità. Nell'ambito del regionalismo, considerato nel suo insieme, ha occupato costantemente posizioni di vertice, di cui è onesto dare atto, quando si ragiona in termini di consuntivo. Il quale permette di guardare al futuro con la serena consapevolezza di non aver tradito le attese del Costituente, che ha concepito l'autonomia delle comunità e dei territori regionali quale strumento di difesa e di tutela potenziata delle libertà. Sotto questo profilo, nel tempo della crisi della democrazia e del costituzionalismo, si deve ammettere che le Regioni ne rappresentano un baluardo, perché sono corpi intermedi densi di politicità. La Regione del Veneto la rivendica con vigore, nel rispetto della Costituzione e delle attese delle nuove generazioni. Sono i cittadini il punto di riferimento. I fatti compiuti l'architrave di un edificio destinato a durare.""""" -
La pazienza del diavolo
Un ex poliziotto tormentato dai sensi di colpa. Un vecchio commissario disilluso in cerca di riscatto. Un ispettore manesco che ha un appuntamento con la morte. Tre uomini disposti a tutto pur di sconfiggere il Male. Anche a vendergli l'anima.«La pazienza del diavolo conserva, dall'inizio alla fine, il difficile pregio di intrattenere. Grazie a una minacciosa semplicità linguistica e a un intreccio pervaso da un'evidente devozione dell'autore verso le storture della psicologia dell'anima» - Orazio Labbate, la LetturaErmanno D'Amore, un ex ispettore che dopo aver lasciato la polizia ha rilevato la libreria di famiglia a Roma, tiene a bada i propri demoni stordendosi col sesso. Quando il vecchio collega Walter Canzio si rifà vivo chiedendogli una mano nelle indagini su una serie di efferati delitti che insanguinano la Capitale, accetta malvolentieri. Qualcuno sta massacrando a colpi di fiocina da sub dei colpevoli di gravi reati sessuali che per un motivo o per l'altro erano riusciti a farla franca. È un caso che sembra riguardarli da vicino: tutte le vittime sono persone che ai tempi erano state arrestate da loro. Con l'aiuto di Ermanno, che prima di dimettersi era noto per il suo eccezionale intuito investigativo, Walter spera di risollevare la propria traballante carriera catturando l'assassino. Tutto cambia non appena emerge una possibile connessione tra i delitti del serial killer e una vecchia inchiesta la cui tragica conclusione aveva sconvolto le loro vite e distrutto la loro amicizia. Erano convinti che quel caso fosse definitivamente risolto. Ma lo è davvero? Quell'antica storia di sangue e orrore potrebbe non essere ancora finita, e non immaginano quanto sarà alto il prezzo che dovranno pagare per chiuderla una volta per tutte. -
Il diavolo zoppo e il suo compare. Talleyrand e Fouché o la politica del tradimento
Due celebri uomini politici, Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord e Joseph Fouché, vissuti a cavallo fra il '700 e '800 in Francia. Cresciuti entrambi in seno alla Chiesa, che hanno poi rinnegato, Ministro degli Esteri del Direttorio, di Napoleone e della Restaurazione l'uno, Ministro della Polizia l'altro, nemici quindi complici a seconda delle convenienze, sono divenuti il paradigma stesso dell'opportunismo politico, tanto da essere soprannominati ""banderuole"""". In realtà, Talleyrand e Fouché sono molto più di questo. Protagonisti di un'epoca straordinaria, quella fra Ancien Regime e Restaurazione, nella quale si è costruita la Francia e anche l'Europa moderna, sono riusciti a sopravvivere al crollo della monarchia, alla Rivoluzione, al Terrore, al Direttorio, all'Impero, alla Restaurazione, rivestendo quasi sempre ruoli di primissimo grado. Dichiaratamente infedeli ai regimi e agli uomini, hanno cercato di essere, soprattutto nel caso di Talleyrand, fedeli alla Francia. Intorno a loro, dietro di loro, c'è tutto un mondo che si muove e cambia, in una fase tragica e travagliata, densa di genio e di grandezza ma anche di drammi e atrocità. Freddi e sofisticati tessitori di strategie e intrighi, sono stati determinanti per far cadere il loro signore, Napoleone Bonaparte, ma anche per restituire alla Francia un ruolo centrale nell'Europa della Restaurazione. Traditori? Certo; ma in questa storia, tutti tradiscono tutti, a volte con qualche giustificazione, altre senza."" -
L' aula vuota. Come l'Italia ha distrutto la sua scuola
Grazie non poco alla sua scuola - in particolare grazie alle sue maestre che per prime affrontarono l'ignoranza nazionale - l'Italia del Novecento, partita da condizioni miserabili, arrivò a essere tra le principali economie del mondo. Ma oggi quella stessa scuola è lo specchio del declino del Paese. Abbandonata dalla politica con la scusa dell'«autonomia», essa appare sempre più dominata dal conformismo intellettuale, da un'inconcludente smania di novità e da un burocratismo soffocante che ne stanno decretando la definitiva irrilevanza sociale. Ernesto Galli della Loggia cerca di comprenderne le ragioni sullo sfondo della nostra storia indagando le origini e l'impatto, deludente quando non distruttivo, che hanno avuto le riforme succedutesi negli ultimi decenni e smontando le interpretazioni più convenzionali su cosa fecero o dissero veramente personaggi chiave come Giovanni Gentile e don Lorenzo Milani. Chi l'ha detto che cambiare sia sempre meglio di conservare? E che la prima cosa sia necessariamente di sinistra e la seconda di destra? Il libro mette sotto accusa i miti culturali responsabili della crisi attuale: l'immagine a tutti i costi negativa dell'autorità, l'obbligo assegnato alla scuola di adeguarsi a ciò che piace e vuole la società (dal digitale al disprezzo per il passato), la preferenza del «saper fare» sul sapere in quanto tale, la didattica «attiva» e di gruppo. Altrettanti ideologismi che sono serviti a oscurare il ruolo dell'insegnante, la misteriosa capacità che dovrebbe essere la sua di trasmettere la conoscenza e con essa di assicurare un futuro al nostro passato. -
L' intelligenza del denaro. Perché il mercato ha ragione anche quando ha torto
Lo strapotere dell'economia di mercato - sostiene Alberto Mingardi - è solo apparente. In realtà nelle nostre vite c'è ancora troppo Stato e troppo poca concorrenza. La crisi di questi anni testimonia proprio l'inevitabile epilogo di una storia fatta di dirigismo e continui interventi che turbano quell'infinita ragnatela di liberi scambi fra persone che è il mercato. Questo libro giunge a smentire i pregiudizi e a rompere gli indugi presentandoci il mercato come non l'abbiamo mai visto: l'esito, ovviamente sempre imperfetto, della libera interazione di milioni di individui, la sorgente ultima di ogni innovazione, l'unica palestra possibile per la libertà degli esseri umani. In quest'ottica se ne descrivono i protagonisti, ciascuno con le proprie peculiarità, si evidenziano gli errori concettuali e i pericoli di regolamentazioni asfissianti. Ostacolare o limitare la libertà del mercato significa togliere alle persone la possibilità di manifestare la loro libertà di farsi scegliere e ha un costo implicito: sono i prodotti e i servizi che non potremo sperimentare, che a nostra volta non ci sarà dato di poter scegliere. Lasciare spazio all'imprevisto, invece, rende. Per questo - dice Mingardi - ""varrebbe la pena di rinunciare alle spiegazioni semplificanti, al divorante bisogno di un ordine sovrimposto che abbia il pregio di risultarci immediatamente chiaro sulla carta. La chiarezza del progetto non garantisce la bellezza dell'esito""""."" -
Storia reazionaria del calcio. I cambiamenti della società vissuti attraverso il mondo del pallone
Il calcio, come la musica, come le arti in genere, è uno specchio, e non dei più marginali, della società, dei suoi cambiamenti, delle sue trasformazioni, della sua evoluzione o involuzione. Massimo Fini e Giancarlo Padovan lo affrontano da questo particolare punto di vista. C'è un'enorme differenza fra come si intendeva il calcio, sia in senso tecnico che, soprattutto, sociale, nei più semplici e naïf anni Sessanta e come lo si vive oggi che sul campo hanno fatto irruzione l'economia e la tecnologia (televisione, moviola, Var), le divinità dominanti della nostra società a cui tutto, a cominciare dall'uomo, viene dato in sacrificio. In ""Storia reazionaria del calcio"""" Fini prosegue quindi, coadiuvato in questo caso da Giancarlo Padovan, giornalista sportivo, il suo filone antimodernista ed è perciò un completamento della """"Modernità di un antimoderno"""" pubblicato da Marsilio nel 2016. Naturalmente questo discorso sostanzialmente filosofico passa qui, vista la materia che i due autori si sono scelti, anche per il racconto di partite, di gol, di azioni spettacolari, di giocatori, di uomini, di emozioni e di sentimenti, vissuti sul campo e fuori dal campo. Il libro dovrebbe appagare quindi anche le curiosità e le rivalità, che del calcio sono l'anima, dei tifosi oltre che di coloro che lo guardano da più lontano. Si tratta insomma di un libro per tutti e non solo per addetti ai lavori. Postfazione di Antonio Padellaro."" -
Ragazzo. Storia di una vecchiaia
Una spietata analisi, senza infingimenti, senza autoillusioni, senza autoinganni sulla vecchiaia, al di là delle ipocrisie e della retorica con cui oggi cerchiamo di abbellire ed edulcorare quella che chiamiamo eufemisticamente ""la terza età"""" rendendola così, se possibile, ancor più crudele e beffarda. E, insieme, in un gioco di rimbalzi e di controspecchi, un appassionato inno alla giovinezza, """"quella irripetibile età in cui ci chiamavano ragazzi"""". Animato da ricordi ed esperienze personali, nelle quali il lettore non farà fatica a riconoscersi perché Fini riesce a dare ai fatti che rievoca, ora con tenerezza, ora con ironia, ora con sarcasmo, a volte con lucida ferocia, significati e valenze universali. Il volume è anche una sorta di singolare autobiografia giocata solo sul filo del rapporto giovinezza/vecchiaia, sul cui sfondo domina, enigmatico e incontrastabile, il vero protagonista del libro: il Tempo."" -
Come una guerra
Ogni azione è lecita, per chi non ha più niente da perdere. Il romanzo d'esordio dell'autore del Premio Goncourt.«Un romanzo d'esordio di rara potenza. Con Mathieu il noir ritrova i colori» – Le Figaro«Nicolas Mathieu entra a pieno titolo nel pantheon del noir francese» – Le Point«È il privilegio della buona letteratura raggirare il lettore, insinuare a piccole dosi la coscienza che di tutt'altro si sta parlando» - Daria Galateria, RobinsonrnLa fabbrica era come il resto, molti sforzi e ben poco da fare per invertire il corso delle cose. E lì, nel bel mezzo, quel punto di ancoraggio, quello spazio dove la guerra era possibile.Martel è un sindacalista carismatico con un passato oscuro e una madre malata di Alzheimer da mantenere. Bruce è un ex body-builder che non ha mai abbandonato il vizio degli steroidi. Quando la fabbrica dove lavorano minaccia di chiudere i battenti, in una delle regioni più industrializzate ma anche più ignorate di Francia, non viene loro in mente nulla di meglio che rapire una giovane prostituta che batte sulla strada per Strasburgo, per rivenderla alla malavita. Del resto, in quel luogo che a chi ci abita sembra senza via d'uscita, la crisi giustifica qualunque gesto, e Martel e Bruce hanno tutto quello che serve: una Colt calibro .45, un rifugio sicuro in fondo alla campagna, e la disperazione degli ultimi. Ma non è così semplice svoltare grazie al crimine se il crimine non è il tuo mestiere: basta incontrare un'ispettrice del lavoro empatica e tutta d'un pezzo per far scricchiolare il piano della vita. Nella tradizione del grande noir, tra critica sociale, indagine psicologica e fascinazione criminosa, il romanzo che ha rivelato il talento di Nicolas Mathieu è una storia nera, feroce e poetica, che racconta senza sconti la provincia profonda a cui è stato rubato il futuro. -
Vespertina
Vespertina, stampata il 30 novembre 1930 ma edita con datazione riferita al gennaio 1931, raccoglie cinquanta liriche dedicate da Ada Negri ai nipoti Donata e Gianguido. La raccolta, acclamata al suo apparire in un consenso di elogi, è voce della maturità poetica, dispiegata per mezzo dell'endecasillabo sciolto. Trascorse le passioni dell'«inquieto mal di giovinezza», il canto si fa meditazione esistenziale attraversata dal presagio del sensus finis, secondo un'introspezione sincera rasserenata da un'apertura fiduciosa verso un oltre spirituale di segno già religioso, intimamente sentito. L'edizione della silloge secondo l'ultima lezione sovrintesa dall'autrice (1943) è accompagnata da un commento e da un apparato genetico delle varianti in grado di mostrare il processo compositivo e correttorio di ciascuna poesia, in una prospettiva diacronica: il risultato ultimo può così essere apprezzato anche in considerazione di quella passione creativa da cui esso trova origine e forma, nel personale connubio di arte e vita. Prefazione Giorgio Baroni. -
L' Italia di Fellini. Immagini, paesaggi, forme di vita
Questo libro di Marco Bertozzi illumina l'inesauribile capacità di Federico Fellini di raccontare i caratteri dell'Italia del Novecento, sollevandone aspetti dell'inconscio profondo.«Dall'evocazione dolceamara del mondo provinciale all'esplorazione dei traumi di una modernizzazione accelerata, dalla reinvenzione degli immaginari di Rimini e Roma alle trasformazioni del consumo mediale, dalla messinscena della crisi del maschilismo nei confronti dell'autoaffermazione sessuale femminile fino alla contemplazione ironica del dilagare della pubblicità, i film di Fellini emergono quali altrettanti specchi di un'Italia in trasformazione. Una eredità luminosa, in un libro fondamentale per cambiare il nostro modo di vedere il corpus felliniano» – David Forgacs, New York UniversityDal genio di Federico Fellini l'invenzione dell'Italia del Novecento. A cento anni dalla nascita e a quasi trenta dalla sua scomparsa, il libro di Marco Bertozzi illumina l'inesauribile capacità del regista di raccontarne i caratteri, sollevandone aspetti dell'inconscio profondo. Uno shock estetico che ci ha allenato alla complessità del Paese, alla sua mescolanza, alla sua magica impurezza. Alieno da stereotipi nazionalistici o categorie immobili dell'italianità, Fellini attraversa universi di vicinanze e intimità culturali immergendosi nella conoscenza non protetta, nell'interrogazione curiosa, nell'incontro di molteplici paesaggi antropologici. E, senza presupposti ideologici vincolanti, scolpisce uno dei più acuti ritratti dell'Italia contemporanea. -
Italiani contro l'opera. La ricezione negativa dell'opera italiana in Italia dal dopoguerra a oggi
L'opera ottocentesca è uno dei simboli più riconoscibili della cultura italiana ed è stata spesso vista come l'incarnazione di alcuni caratteri tipici della nazione, non sempre in chiave positiva. Questo innovativo studio si propone di seguire, dalla fine della Seconda guerra mondiale a oggi, la storia dell'ostilità, a volte sotterranea a volte esplicita, di una parte del paese verso questa sua ingombrante eredità. Troppo rozza e provinciale per molti musicisti, scrittori e intellettuali, troppo impegnativa per una parte crescente di pubblico, l'opera smette nella seconda metà del Novecento di essere il genere artistico italiano per eccellenza. L'autore rinuncia fin dall'inizio a un'impostazione apologetica e sceglie invece di usare gli atteggiamenti negativi nei confronti dell'opera dell'Ottocento come un punto di osservazione peculiare e sorprendentemente produttivo per raccontare una storia culturale dell'Italia contemporanea. -
Il futuro di Homo sapiens
La vita umana ha un senso? Se sì, in che cosa consiste? Sono domande che ogni individuo si è posto almeno una volta. Le risposte sono tante ed esprimono visioni differenti della vita e dell'uomo. Quella dell'autore trova fondamento nell'interpretazione della realtà sociale intesa come un mosaico formato da tasselli, che sono la filosofia, la religione, la morale, la politica, l'economia, la scienza, la tecnologia, la medicina, l'intelligenza artificiale. Questo mosaico è il criterio per interpretare il passato, il presente e il futuro della breve storia umana, che inizia con la rivoluzione dell'agricoltura circa 12.000 anni fa. Come sarà il mosaico del futuro caratterizzato da un'unica società completamente globalizzata? Non vi saranno più le religioni e l'ideologia liberale che aveva posto l'individuo al centro dell'universo. Il pianeta Terra sarà governato dall'Uno-dio che eserciterà il potere assoluto. -
Leopardi moralista
Persuaso che la morale «non possa risorgere per ora», Leopardi ne esplora tuttavia i costumi, la storia, gli impieghi religiosi e pietosi, sostituendo ai precetti formali del vivere una ""immaginazione morale"""" che, superata ogni istanza pedagogica, si affida al conforto malinconico della poesia. Ma il suo progetto guarda anche a una morale naturale e vera che, eliminate tutte le incrostazioni storiche, civili, religiose, sia valida in ogni tempo e luogo. Attingendo a fonti diverse, Leopardi trae degli exempla pienamente accordati al suo materialismo: il motto evangelico «venite et videte» diventa ne La ginestra il perno di un'etica originale, ancorata ai principi apparentemente contraddittori di verità e compassione. Principi universali non perché metafisicamente fondati e incontrovertibili, ma poiché l'uomo è «un degli esseri, di questa terra, diverso dagli altri di specie, ma non di genere»."" -
Trieste e il caso Ibsen. Polemiche e dibattiti tra Otto e Novecento
Il teatro di Ibsen giunse in Italia nel 1889, quando Emilia Aliprandi propose a Torino ""Una casa di bambola"""". Fu tuttavia Eleonora Duse, due anni più tardi, ad attirare le attenzioni sull'autore norvegese, rappresentando a Milano una nuova versione del celebre dramma, suscitando le perplessità del pubblico e gli imbarazzi della critica, che a lungo non seppero come rapportarsi al drammaturgo. Non così nei territori giuliani dove, a un primo smarrimento della platea, si contrappose l'acutezza degli intellettuali. Figli di una cultura mitteleuropea, essi conobbero Ibsen nelle affidabili traduzioni tedesche, riuscendone a interpretare efficacemente i pensieri. Gli interventi critici di Silvio Benco e Carlo Michelstaedter, le monografie di Alberto Boccardi, Scipio Slataper o Federico Sternberg aprirono la strada, in Italia, a una prima comprensione del teatro ibseniano. Presentazione Franco Perrelli."" -
Licia. Storia della prima italiana che denunciò un questore
Questo lavoro, che si basa su un'intervista esclusiva e l'utilizzo di fonti edite e inedite, ripercorre la lunga vicenda e la coraggiosa battaglia di una donna, Licia Rognini Pinelli, che da mezzo secolo cerca di ottenere verità e giustizia. Nel 1969, all'inizio dei cosiddetti ""anni di piombo"""", Licia ha perso il marito, uomo simbolo dell'anarchismo milanese, e da allora lotta, insieme alle due figlie, per conoscere le ragioni della sua morte.""