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Percezione visiva, comunicazione, design
Ogni giorno percepiamo tante cose che non hanno una corrispondenza nella realtà fisica: come la linea dell'orizzonte tra cielo e mare, o la magia di un arcobaleno. Sentiamo però dire spesso che i sensi sono fallaci, a differenza degli strumenti fisici e matematici, e ammonire a diffidare di ciò che vediamo. Ma possiamo davvero affermare che il nostro sistema percettivo sbaglia? E se fosse invece la nostra aspettativa gnoseologica a essere mal riposta, o il nostro giudizio a ingannarci, anziché i sensi? Se, cambiando prospettiva, concedessimo ai fatti osservabili il diritto di essere propriamente e semplicemente ciò che sono: fenomeni, apparenze, modi di essere? Fatti da osservare e poi eventualmente riportare con carta e matita o in laboratorio per comprendere le leggi e la logica che li descrivono. Fatti interosservabili e investigabili empiricamente con i metodi della psicofisica classica, come le illusioni ottico-geometriche, la profondità pittorica, le illusioni di movimento, le qualità espressive. -
Donne che fanno la differenza
Negli anni ottanta, Marisa Bellisario è l'unica donna ai vertici del mondo delle telecomunicazioni, una top manager di fama mondiale che diviene icona di modernità e simbolo di parità. Sul suo esempio, Lella Golfo è determinata a costruire una leadership femminile forte e consapevole, capace di portare le ragioni delle donne al cuore della politica, dell'economia, della società. Dietro la sua guida, anno dopo anno, la Fondazione Marisa Bellisario diventa un grande network, che all'insegnamento di Marisa Bellisario aggiunge la forza del dialogo e della rete, diventando artefice e protagonista di tanti dei traguardi raggiunti dalle donne italiane. A ripercorrere questa storia ci sono le tante testimonianze ""celebri"""" di chi ha conosciuto la Fondazione, e poi ci sono i risultati, quel laboratorio d'idee e azioni con cui la Fondazione Bellisario ha contribuito al cambiamento della società, spesso anticipando le istituzioni. Quella della Fondazione è la storia di un'ambizione condivisa e di una solidarietà vissuta. Un racconto positivo e vincente dedicato alle donne, perché diventino sempre più protagoniste della loro vita personale e professionale. Prefazione di Maria Elisabetta Alberti Casellati."" -
Governare le crisi per il rilancio aziendale. Lezioni manageriali e il caso Veneto
Il volume propone riflessioni e valutazioni rispetto al dispiegarsi dei diversi effetti delle crisi che hanno colpito il sistema economico del Veneto dal 2007 al 2020, con particolare attenzione alla Grande crisi (2007-2016) e alla drammatica attualità del Covid-19: dal loro alluvionale impatto sul sistema economico e sociale ai casi emblematici che le hanno connotate, agli strumenti che sono stati attivati per gestirne e alleviarne gli effetti e per trasformare in opportunità di sviluppo i nuovi scenari di posizionamento competitivo, fino ai modelli di business, ai paradigmi strategici, ai tracciati organizzativi, alle mappe competenziali in grado di scandire il tempo della ripresa e di disegnare la geografia di un rinnovato sistema d'impresa per il Veneto futuro. -
Le tre vite di Josef Klein
Nel suo primo romanzo pubblicato in Italia, appassionante come un giallo e intenso come una saga famigliare, Ulla Lenze racconta uno dei capitoli meno noti della storia del Novecento e, senza condanna né assoluzione, affronta con una prospettiva del tutto nuova i temi della colpa, del patriottismo confuso con la nostalgia, dell'identità di chi finisce per non appartenere a nessun luogo.«Una miscela furiosa di storia famigliare e romanzo di spionaggio» – Der Tagesspiel«Un romanzo che è al tempo stesso un thriller e il ritratto di un'anima» – Neue Zürcher Zeitung«Un pezzo di storia di famiglia diventa letteratura» – Süddeutsche ZeitungSolo tu sai ciò che hai fatto. E se hai qualcosa da rimproverarti, impara a conviverci.Alla fine degli anni Trenta, mentre gruppi razzisti e nazionalisti inneggianti a Hitler si riversano per le strade di New York, Josef Klein fatica ad accorgersi di quello che succede intorno a lui. Le sue giornate scorrono tra le mille culture di Harlem e la piccola tipografia in cui lavora, dove con la stessa indifferenza vengono stampati volantini di propaganda per chi invoca un'America bianca e cristiana come per chi esorta alla rivoluzione nera. Josef Klein vuole solo essere invisibile. La sua unica, grande passione è la radio, i sibili e i fruscii che, ogni volta che muove le manopole dell'apparecchio, come per magia invadono il suo appartamento, facendovi fluire le voci di tutto il mondo e regalandogli la felicità. È così che entra nella sua vita Lauren, ovvero Miss Dabliutu, la giovane aspirante giornalista che diventerà la sua amante; ed è così che attira l'attenzione di uomini subdoli, interessati alle sue rare competenze tecniche, che, mentre l'America si prepara a entrare in guerra, fanno di lui una spia. Trascinato dalla grande Storia, Josef-Joe-José, l'uomo dai tre nomi – uno per ogni continente in cui ha vissuto –, tedesco di nascita e americano di adozione, approderà in Costa Rica, dove tenterà di rimettere ordine tra i conflitti che hanno segnato tutta la sua esistenza. -
Otto vite italiane
In un passato ormai lontano donne e uomini straordinari si sono impegnati per far valere idee e sogni nei luoghi in cui stavano prendendo forma tempi nuovi. Rileggendone le vite Ernesto Galli della Loggia riporta alla luce figure ed episodi decisivi e trascurati della nostra storia. Come nel caso dei fratelli Bandiera e di don Tazzoli, sottratti alla «naftalina del patriottismo convenzionale» per ripercorrere quel Risorgimento nascosto «poco o nulla liberale e tanto meno democratico». Conseguenze del risveglio politico furono la volontà e la capacità di agire sulla scena del mondo, animando istituzioni quali il Metropolitan Museum di New York, il cui primo direttore divenne l'avventuriero Luigi Palma di Cesnola. Una formidabile passione ideale spinse Anna Kuliscioff, giunta dalla Russia, «a farsi italiana e fin milanese», tenendo a battesimo il socialismo nostrano. La fiamma libertaria ardeva anche in Andrea Caffi, bohémien per vocazione, tra i pochi intellettuali italiani davvero «cosmopoliti», la cui fama fu oscurata da quella di altre figure coeve. E ancora, Pietro Quaroni, ambasciatore alle prese con l'Impero britannico dopo l'armistizio, sospeso tra la vecchia diplomazia e una classe politica inesperta con in mano le sorti dell'Italia considerata ormai sotto l'egida degli anglo-americani. L'ambiguità del Novecento fa da sfondo a quell'itinerario di emancipazione che fu l'esistenza di Edda Ciano, consegnata al destino amaro degli sconfitti dopo che l'ascesa del fascismo l'aveva resa libera senza pagare alcun prezzo; un percorso opposto a quello di Filomena Nitti, la cui vicenda rispecchia uno dei drammi più dolorosi dell'antifascismo liberale. Italiani non comuni, su cui vale la pena interrogarci, perché «posare lo sguardo su queste vite e queste morti serve forse a risospingerci verso il futuro». -
Giuliano Montaldo: una storia italiana
Critici di varia formazione e generazione si confrontano con Giuliano Montaldo, un cineasta che ha fatto la storia del cinema italiano riuscendo a conciliare due aspetti apparentemente antitetici: la dimensione politica e quella spettacolare. Montaldo ha lavorato in tutti e cinque i continenti e con i più grandi nomi del panorama internazionale come, tra gli altri, Gian Maria Volonté, John Cassavetes, Ennio Morricone, Elio Petri, Edward G. Robinson, Philippe Noiret, Nicolas Cage, Ingrid Thulin, Klaus Kinski, Burt Lancaster, Rupert Everett. E questo perché è prima di tutto un grande sperimentatore, un ""pioniere"""" che non ha mai avuto paura di essere il """"primo"""", uscendo molto spesso dagli schemi precostituiti, imboccando strade impervie o trattando temi scomodi e personaggi controversi. I suoi film - da Tiro al piccione a Sacco e Vanzetti, da Gli intoccabili a Marco Polo, ma anche i progetti mai realizzati - sono lì a testimoniarlo. Un artista eclettico, che ha fatto della sua arte il suo impegno politico, e dei suoi film, ancora oggi, il migliore manifesto contro l'intolleranza. Saggi di: Alberto Anile, Samuel Antichi, Pedro Armocida, Gianluca Arnone, Luca Barra, Valerio Caprara, Cristina Colet, Alberto Crespi, Steve Della Casa, Maurizio Di Rienzo, Riccardo Fassone, Ilaria Feole, Eugenia Gaglianone, Gabriella Gallozzi, Damiano Garofalo, Gabriele Gimmelli, Luca Lardieri, Anton Giulio Mancino, Pietro Masciullo, Alma Mileto, Giulia Muggeo, Cristiana Paternò, Matteo Pollone, Giuseppe Previtali, Gabriele Rigola, Valerio Sbravatti, Marco Spagnoli, Aldo Spiniello, Caterina Taricano, Sara Tongiani. Testimonianze di: Francesco Bruni, Inti Carboni, Jana Carboni, Carolina Crescentini, Pierfrancesco Favino, Massimo Ghini, Carlo Lizzani, Elisabetta Montaldo, Vera Pescarolo, Paolo Virzì. Intervista a Giuliano Montaldo a cura di David Grieco (con la collaborazione di Arianna Sacchinelli)."" -
Carpaccio a Venezia. Itinerari. Ediz. a colori
Un volume che offre una panoramica di tutte le opere di Carpaccio conservate a Venezia, qui discusse per la prima volta alla luce dei recenti interventii restauro e degli studi più aggiornati sul pittore.«Il suo messaggio è scritto alla maniera veneziana dipingendo i miti dei santi a modo suo» – John Ruskin«Non c'è nulla qui come Carpaccio!» È con queste parole che nel 1869 John Ruskin scriveva da Venezia a Edward Burne-Jones per descrivere l'entusiasmante scoperta delle opere di Vittore Carpaccio. Oggi come allora, il lettore di questo itinerario potrà sorprendersi nello scoprire, o riscoprire, Carpaccio, la sua arte e la sua città. Nato e vissuto a Venezia, nel Cinquecento i dipinti di Carpaccio erano sparsi in tutta la laguna, dalle aree più periferiche fino al cuore della Repubblica. Fu proprio Venezia – crocevia, tra Oriente e Occidente, di merci, popoli e culture – a plasmare l'immaginario artistico di Carpaccio facendone uno dei massimi pittori del Rinascimento italiano, l'unico in grado di fondere in un'unica visione Venezia e il mito di Venezia. Carpaccio a Venezia: itinerari offre una panoramica di tutte le sue opere conservate in città, qui discusse per la prima volta alla luce dei recenti interventii restauro e degli studi più aggiornati sul pittore. Sia che il lettore voglia inoltrarsi tra le calli e i campi di Venezia, oppure che preferisca rimanere seduto sulla propria poltrona, il volume permette di scoprire le opere di Carpaccio nelle loro collocazioni originali, come la Scuola Dalmata dei Santi Giorgio e Trifone, e nei grandi musei veneziani, quali il Palazzo Ducale, il Museo Correr, le Gallerie dell'Accademia e molti altri. -
Carpaccio in Venice. A guide. Ediz. a colori
"There is nothing here like Carpaccio!"""" It is with these words that John Ruskin, writing from Venice to Edward Burne-Jones in 1869, enthusiastically described his discovery of the works of Vittore Carpaccio. Today as then, the reader of this itinerary may be surprised to discover, or rediscover, Carpaccio, his art and his city. Carpaccio was born and lived in Venice; in the sixteenth century his paintings were scattered throughout the lagoon, from the most peripheral areas to the heart of the Republic. It was Venice—the crossroads of goods, peoples and cultures between East and West—that shaped Carpaccio's artistic imagination, making him one of the great painters of the Italian Renaissance, the only one capable of fusing Venice and the Myth of Venice into a single vision. Carpaccio in Venice: A Guide offers an overview of all the artist's works preserved in the city and discussed here for the first time in light of recent restoration campaigns and updated studies. Whether the reader wishes to wander in person through the calli and campi of Venice, or prefers to remain seated on a sofa at home, the volume allows him or her to discover the works of Carpaccio in their original locations, such as the Scuola Dalmata dei Santi Giorgio e Trifone, as well as in the great Venetian museums, such as the Palazzo Ducale, the Museo Correr, the Gallerie dell'Accademia and other sites." -
Sotto il segno del drago
Akutagawa Ry?nosuke (1892-1927), uno degli scrittori giapponesi più significativi del XX secolo, vive un'epoca di passaggio da vecchi a nuovi codici culturali, ricca di fermenti e di disagi: la sua breve esistenza conclusasi con il suicidio ne ha suggellato tutta la drammaticità. Specchio fedele dei tempi nella grande versatilità, nella ricchezza di influssi culturali da Oriente e da Occidente, nella tensione verso la modernizzazione e il rinnovamento della lingua, nel travaglio intellettuale, maestro di una forma letteraria all'insegna della brevità, ha scritto centinaia di racconti, mai un romanzo, di argomenti disparati: racconti storici o ambientati nella contemporaneità, fantastici e surreali, autobiografici, favole, allegorie. Opere tutte unite da una sensibilità letteraria raffinata, dall'intento anti-realista, dal gusto della storia e dalla scelta sapiente di parole e ritmi narrativi. Ad Akutagawa è dedicato l'omonimo premio letterario, tuttora fra i più prestigiosi in Giappone. -
Turandot
Il fascino arcano della fiaba di Turandot, al di là delle sue molteplici e differenti riletture, ne spiega la speciale fortuna nella moderna cultura europea. La scelta del soggetto da parte di Carlo Gozzi si inquadra, certamente, nella straordinaria fioritura della letteratura esotica, caratterizzata dal fascino per un oltremare quanto mai sfumato e fantasioso che, nel teatro veneziano, aveva peraltro già ricevuto il suggello del successo con le tragicommedie di Pietro Chiari e il ciclo persiano di Goldoni. Eppure, non vi è dubbio intorno al fatto che la stesura dell'opera sia scaturita, primariamente, dalla necessità di Gozzi di difendersi dagli attacchi che i suoi avversari avevano rivolto alle prime produzioni fiabesche, nell'intento di dimostrare i propri meriti come autentico drammaturgo, progressivamente affrancato dal ruolo quasi ancillare consapevolmente svolto nei confronti della Commedia dell'arte. Mosso, dunque, da motivazioni polemiche e dall'intenzione di sperimentare strade nuove per la sua ancor giovane drammaturgia, il conte Gozzi imprime con Turandot, quarta fra le sue fiabe, una svolta al corso della propria esperienza di scrittore per il teatro. Introduzione Paolo Bosisio. -
Gian Vincenzo Gravina tra estetica, etica e diritto. Dialoghi, discorsi, trattati
Il libro ripercorre alcune fra le tappe fondamentali del pensiero di Gian Vincenzo Gravina, inquadrandole all'interno dei generi letterari maggiormente praticati dall'autore calabrese e facendo emergere la sua capacità di padroneggiare vari aspetti della cultura del suo tempo. Il panorama intellettuale, politico e sociale del periodo compreso fra la fine del Seicento e i primi anni del Settecento, con la sua complessità, traspare dai dialoghi e dai trattati del pensatore, per il quale si fa strada l'esigenza di tornare a quei valori della tradizione classica che coincidono con il bisogno di recuperare le virtù tipiche della letteratura antica per promuovere un rinnovamento culturale, politico e civile della società. -
Matteo Garrone
Matteo Garrone è uno dei registi italiani del nuovo millennio dalla firma più riconoscibile. Il suo immaginario è contraddistinto da una fondamentale fluidità in cui tutto si tiene e si mescola: la suggestione pittorica con l'«estetica del brutto»; la purezza morale con la più sordida abiezione; l'energia primigenia della fanciullezza con lo scetticismo cinico dell'età adulta. A dare originalità espressiva a quest'universo è uno stile che, partendo dal dato fenomenico colto nella sua più solida concretezza, determina invenzioni visive sempre originali. Ne deriva una produzione filmica in cui realismo e trasfigurazione grottesca, approccio documentaristico e costruzione fantastica si fondono in una perturbante quanto personale visione del mondo. -
L' incerto fine. La peste, la legge, il teatro
Il titolo ""L'incerto fine"""" appartiene a Giovan Battista Andreini, che immagina una recita metateatrale """"a soggetto"""" o """"all'improvviso"""", di cui gli attori che la interpretano non conoscono l'esito. Il libro presenta un'idea di commedia, a partire dal fatto che una stessa radice etimologica accomuna fatum e fabula. Tre le vicende principali a cui esso si dedica: il """"lieto fine"""" in rapporto all'«orrido cominciamento» nel segno della peste del Decameron, la conclusione di alcune commedie dello Shakespeare """"italiano"""" - anzi del loro rapporto con Boccaccio, nel contrasto alla legge tragica di una """"giurisprudenza comica"""" - e il contrapposto ritorno dell'inderogabilità del finale tragico nella finzione della rappresentazione """"a soggetto"""" nella drammaturgia metateatrale di Pirandello."" -
Cuore di furia
Finalista Premio letterario Chianti 2021«Si sa, esistono persone che per disperazione tornano indietro nel passato e se lo rifanno a gusto loro.»«Ascoltando un programma radiofonico, mia madre sentì dire che un giovane scrittore per poter essere pubblicato doveva farsi leggere dal suo scrittore preferito. Squadernai l'elenco telefonico e chiamai Giorgio Manganelli. Era il maggio del 1892» – Romana Petri«Una scrittrice intensamente visiva, cromatica, e insieme incline al gioco enigmatico» – Giorgio ManganelliIl protagonista di questo romanzo è il padre di Norama Tripe ed è uno scrittore. Non lo è da subito, lo diventa quando ruba un trattore a Barcellona, scappa a Siviglia, trova lavoro in un magazzino di granaglie e lì comincia a leggere. E dopo aver tanto letto, scrive. Il padre di Norama Tripe, fuggendo a cavallo del trattore, ha lasciato dietro di sé una moglie, una domestica rimbambita e la piccola Norama Tripe, che anni dopo, quando ha imparato a leggere, vede su un giornale la foto del padre che, dal vivo, non aveva quasi mai visto. E decide di andare a cercarlo, per riprenderselo. Tuttavia il padre di Norama Tripe, che di nome fa Jorge, di paterno non ha niente. Dorme nel magazzino di granaglie nonostante il suo editore gli abbia donato una casa e nonostante abbia una devota amica, Dolores, con la quale ogni tanto va a letto e che probabilmente ama. Il padre di Norama Tripe, che è ormai un grande e venerato scrittore spagnolo, desidera restare il pessimo padre che è sempre stato, ma desidera soprattutto che la figlia non metta mai le mani su ciò che ha scritto. La teme, teme che il suo essere pessimo l'abbia resa rancorosa, non verso di lui, ma verso le parole, l'unica cosa di cui gli importi. Anche della signora Dolores gli importa, in un certo senso, perché a lei è toccata la tenacia di attenderlo per tutta la giovinezza. Dopo i libri dedicati alle vite di Jack London e Mario Petri, Romana Petri ha scritto un romanzo tutto esatto e tutto mentito che racconta anche, dal punto di vista di Norama Tripe (anagramma del nome dell'autrice), la biografia fantastica di Giorgio Manganelli, ripercorrendo, in una Spagna altrettanto fantastica, la vicenda privata e editoriale del grande scrittore. L'anagramma non è un vezzo, ma un ulteriore accenno biografico, perché se Mario Petri è stato il padre naturale di Romana Petri, Manganelli ne è stato il padre letterario. Un romanzo magistrale che racconta quanto la vita non si scelga, ma ci tocchi. -
L' Arsenale di Venezia. Da grande complesso industriale a risorsa patrimoniale
Questo libro cerca di illustrare e di comprendere le trasformazioni dell'Arsenale di Venezia nella lunga durata, partendo da un grande complesso militare-industriale alla fine del Medioevo per costituire oggi una risorsa fondamentale turistico-culturale della città. Frutto di una molteplicità di prospettive avanzate da una équipe di studiosi franco-italiani, il volume affronta il tema del lavoro, sia maschile sia femminile, della razionalità dell'organizzazione produttiva, dei problemi e vincoli di gestione delle materie prime e delle risorse meccaniche, tecniche e umane. Non intende però lasciare da parte il campo politico, che influenza in modo determinante in ogni epoca la vita reale dell'Arsenale, facendolo traghettare da una vita industriale a una culturale. Queste tematiche, che toccano la realtà attuale e le origini della Serenissima, pongono il problema del futuro dell'Arsenale, che non può presentarsi unicamente come patrimoniale. -
Amori diplomatici
«Chi ha degli scrupoli in amore non ama, e io amavo.»Un ambasciatore in esilio dal Michoumistan, immaginario paese in preda alla guerra civile, rivive le speranze e le illusioni di un'esistenza sconvolta dalla Storia, come il suo grande amore di gioventù. Un addetto culturale giapponese insegue la donna dei suoi sogni da Roma alla vigilia della guerra fino a Salò, poi a Tokio vent'anni dopo e a Denver ai giorni nostri. Una bella donna alcolizzata guida senza sosta la sua Alfa Romeo intorno al lago di Ginevra in cerca dell'uomo della sua vita che è appena morto, cosa che lei non vuole accettare. Un romanzo scomposto e ricomposto in tre movimenti di classica compostezza, in cui malinconia rima con parodia e il lettore diventa complice del labirinto esistenziale dell'autore e dei suoi personaggi. -
Volevo solo una girandola. Racconti brevi di vita pubblica
Maurizio Sacconi racconta alcuni ricordi personali di cinquant'anni di vita pubblica e del tempo precedente in cui sono maturate le sue scelte. Li ordina secondo criteri che sono insieme narrativi e formativi: la passione ereditata, la paura fisica e morale, l'impopolarità delle decisioni, le visioni del futuro, le crisi economiche, i traumi della democrazia, la politica e la morte. Non è un saggio sulla storia repubblicana, non è un'autobiografia, non è un manuale di politica: sono solo racconti, anche intimi, che offrono testimonianze ed esperienze per lo più inedite. Per incuriosire e incoraggiare coloro che, dopo un evento straordinario come la pandemia, vogliono cimentarsi con l'impegno civile e politico come i molti che lo fecero dopo la guerra. Per ricostruire una nazione piegata ma ancora in grado di rialzarsi. -
Oasis. Cristiani e musulmani nel mondo globale. Vol. 31: Rivoluzioni incompiute. L'equazione irrisolta del mondo arabo.
L'entusiasmo suscitato dai sollevamenti arabi del 2010-2011 ha presto lasciato il posto allo sconforto per le guerre, i conflitti settari e le derive autoritarie che nell'ultimo decennio hanno sconvolto il Nord Africa e il Medio Oriente. In realtà, le manifestazioni scoppiate nel 2019 in Algeria, in Sudan, in Libano e in Iraq hanno dimostrato che il ciclo storico aperto in Tunisia dalla fine del regime di Ben Ali non è chiuso. Per interpretare questo processo non basta tuttavia concentrarsi ancora una volta sui movimenti di protesta e sui loro effetti immediati. Questo volume indaga i nodi, dal petrolio al ruolo dell'Islam, che devono essere sciolti per giungere davvero a quel cambiamento invocato dalle piazze e richiesto dalla realtà delle cose. -
Buonvino e il caso del bambino scomparso
«Lei è il commissario Buonvino? Le devo parlare di una cosa grave, molto grave, avvenuta qui qualche anno fa.»È l'estate del 2020. Tra speranze e paure, i romani si stanno lasciando alle spalle la lunga quarantena imposta dalla pandemia. Un anno dopo aver brillantemente risolto il terribile caso dei corpi smembrati, il commissario Buonvino sta ancora vivendo il suo momento di gloria, anche se in realtà non vede l'ora di uscire dalla luce dei riflettori. Quando una ragazza lo avvicina per chiedergli di indagare sul fratello minore, scomparso anni prima e mai più ritrovato dopo una gita con la famiglia nel parco di Villa Borghese, Buonvino si appassiona a quel cold case dai risvolti oscuri e decide di aiutarla. Ad affiancarlo nelle indagini c'è sempre la sua scalcinata squadra di agenti, integrata da due nuovi ingressi che non mancano di creare scompiglio, sia tra gli uomini che nel cuore del commissario. Dipanare la matassa di quella vicenda che ha distrutto un'intera famiglia, però, metterà a dura prova le capacità investigative di Buonvino e dei suoi ""magnifici sette al contrario"""", portando alla luce verità sconcertanti e misteri rimasti sopiti per troppo tempo."" -
Al cuore dell'Impero. Napoleone e le sue donne fra sentimento e potere
Vincitore del Premio Internazionale di letteratura città di Como VIII edizione - Sezione Saggistica«Mi soffermo sulle presenze femminili della mia vita. Le miniature di mia madre e dell'imperatrice Giuseppina mi fanno compagnia. Sono le donne che ho più amato. Il mio sguardo si posa con frequenza su un quadro dell'imperatrice Maria Luisa con il re di Roma in braccio. Mio figlio è la persona alla quale penso maggiormente. La sua nascita mi ha fatto ritrovare una parte di me. Non c'era solo la ragione; non esisteva unicamente il potere». L'Europa a cavallo tra due secoli e il mondo di Napoleone in una biografia a più voci che getta nuova luce su figure, note e meno note, protagoniste della sua ascesa e caduta. Tra storia e leggenda, un ritratto intimo e segreto delle stanze del potere, scandito dalle passioni più dirompenti e dagli addii più dolorosi. Secondo Stendhal, per Napoleone sarebbe stato meglio non avere una famiglia. Genio poliedrico, grande stratega, cinico e al tempo stesso generoso, conosce un destino caratterizzato prima dalla fedeltà e dall'adulazione, poi dagli abbandoni e dai tradimenti di coloro che aveva più beneficiato. Addentrandosi nei meccanismi del potere e negli intrighi di un periodo decisivo nella storia d'Europa, Alessandra Necci fa sapientemente dialogare ricostruzione storica, testimonianze dirette e leggende, sino a ridisegnare una trama di rapporti familiari e sentimentali che sfata i luoghi comuni. Tra interessi nazionali e dinastici, ambizioni personali e collettive, equilibri politici e diplomatici, con un ritmo narrativo incalzante l'autrice mette in rilievo i caratteri e gli obiettivi delle donne che sono state vicine a Napoleone. Alcune sono già celebri, come la creola Giuseppina, capricciosa e sensuale, che rimane imperatrice dopo il divorzio e il successivo matrimonio di Bonaparte con Maria Luisa d'Austria. O come Paolina, bella e voluttuosa, la cui esistenza è costellata di amori fugaci, infedele a tutti tranne che al fratello. L'ascendente di altre personalità è meno noto, ma a volte molto profondo. Su tutte spicca la madre di Napoleone, Letizia, austera matriarca corsa, centrale nella vita del figlio e del clan. Ancora, le sorelle Elisa, calcolatrice ma politicamente molto abile, e Carolina, ossessionata dal potere e dagli intrighi. E la contessa polacca Maria Walewska, disinteressata e generosa amante, che lo raggiunge brevemente all'Elba. Infine, l'ultima figura femminile, Betsy Balcombe, che gli sarà vicina nel primo periodo della prigionia a Sant'Elena.