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Ecologia
Questo testo è ideato per studenti universitari di ecologia. Abbiamo iniziato illustrando ai nostri lettori la bellezza e l’importanza dell’ecologia, senza tuttavia sommergerli o annoiarli con dettagli ridondanti e superflui. Un compito alquanto arduo dunque.rnEd è per questo che quando abbiamo iniziato a scrivere la Terza Edizione di Ecologia, abbiamo tenuto ben presente due principi fondamentali: “L’insegnamento viene prima di tutto!” e “Poco è Meglio!” L’insegnamento viene davvero prima di ogni altra cosa in Ecologia, è la motivazione di tutto ciò che abbiamo fatto. La struttura e i contenuti dei nostri capitoli sono stati progettati per rendere il testo un ottimo strumento didattico. Ad esempio, per introdurre gli argomenti e catturare l’interesse degli studenti, all’inizio di tutti i capitoli c’è una storia (un Prefazione “Caso Studio”, come descritto meglio più avanti) che riguarda un problema applicativo, oppure una parte interessante della storia naturale. Dopo che gli studenti si sono appassionati al Caso Studio, la tematica introdotta è mantenuta per tutto il resto del capitolo. Utilizziamo uno stile di scrittura narrativo per collegare tra loro i vari paragrafi del capitolo, cercando in tal modo di aiutare gli studenti a mantenere ben chiaro in mente il quadro complessivo.rnInoltre, i vari paragrafi sono organizzati intorno ad un numero ridotto di Concetti Chiave (anch’essi meglio descritti più avanti) che sono stati accuratamente selezionati per riassumere le attuali conoscenze e fornire allo studente una chiara panoramica dell’argomento che si sta studiando. Anche quando abbiamo pensato all’iconografia, la pedagogia è rimasta il nostro scopo primario. Molti studenti apprendono tramite le immagini, per cui abbiamo lavorato con impegno affinché ogni immagine “racconti una storia” che possa essere compresa in maniera autonoma.rnSempre seguendo la nostra idea di avere la didattica come obiettivo primario, abbiamo seguito la filosofia del “poco è meglio”, partendo dal principio che se si presentano meno argomenti, ma in maniera chiara e rigorosa, gli studenti apprendono di più. In virtù di ciò, i nostri capitoli sono relativamente brevi e sono costruiti intorno a un numero limitato di concetti chiave (normalmente da tre a cinque). Abbiamo fatto queste scelte per evitare che gli studenti potessero essere sopraffatti da lunghi e complessi capitoli e per permettere loro di padroneggiare le idee principali prima di ogni altra cosa. Inoltre, abbiamo messo in azione la nostra filosofia del “poco è meglio” chiedendoci a vicenda se il testo servisse uno dei seguenti scopi:rn- Il testo aiuta a spiegare un concetto essenziale?rn- Il testo spiega come funziona il processo di un’indagine ecologica?rn- Il testo motiva i lettori grazie all’attenzione su una applicazione ecologica chiave o una parte affascinante della storia naturale?rnQuesto approccio ci ha condotto ad alcune scelte difficili, ma ci ha permesso di insegnare agli studenti ciò che attualmente è importante in ecologia senza sovraccaricarli di dettagli eccessivi. -
Il periodo espulsivo e... dintorni
"Gli operatori che lavorano in Sala Parto, dalla loro formazione e dall’esperienza, apprendono che il momento più delicato di tutto l’evento “nascita” è quasi sempre la parte finale, il cosiddetto “periodo espulsivo”. Si chiama così da sempre, ma il significato semantico reale è assai più variegato e circostanziato: non si tratta semplicemente di “espellere” il feto, bensì di affrontare per un tempo variabile molti eventi complessi, sia legati alla non facile meccanica del parto, sia correlati agli straordinari eventi relazionali ed emozionali che la nascita comporta.rnMolti sono gli attori in questo scenario.rnL’attore principale è il feto che deve nascere. Il passaggio attraverso il canale del parto si accompagna ad una sostanziale attivazione dell’asse simpatico-adrenergico, situazione definita da alcuni Autori “stress del travaglio”, necessaria per il benessere del nascituro. Ma il feto è anche impegnato da ore ad adattarsi all’attività contrattile del periodo dilatante: non dimentichiamoci che ogni contrazione rappresenta un evento relativamente impegnativo per il feto, perché presuppone una riduzione dell’ossigenazione, tanto maggiore quanto più dura la contrazione stessa, e che necessita di un tempo adeguato (almeno 2-3 minuti) perché si ritorni alla situazione di PaO2 precedente. Un feto sano, a termine, con una placenta normofunzionante, ha tutte le competenze biologiche per affrontare molto bene la relativa e temporanea ipossia legata agli eventi contrattili. Peraltro, senza un tempo di recupero sufficientemente lungo, a causa della tachisistolia, sia spontanea (6%), sia iatrogena (perché legata all’utilizzo spesso non corretto dell’ossitocina), il feto può andare incontro a una situazione di ipossia relativa sub acuta e alla potenzialmente pericolosa evoluzione emogasanalitica conseguente. Al termine del periodo dilatante il feto deve ancora affrontare la fase finale del travaglio, caratterizzata da contrazioni più forti e più lunghe, e spesso per tempi relativamente prolungati (alcune ore). Pertanto ha ancora più necessità del supporto e dell’energia della madre e di operatori non interventisti a sproposito, ma rispettosi della fisiologia.rnLa madre: il periodo dilatante, anche quando ha una durata normale, presuppone per la gravida ore di tolleranza del dolore intermittente legato al travaglio: anche nelle situazioni più favorevoli è necessario un impegno non da poco, perfino per le madri più motivate.rnNon è solo l’impegno per tollerare il dolore: si tratta anche di gestire dal punto di vista emozionale un evento molto complesso. Il parto è una “relazione” che necessita di un continuo e importante supporto da parte dell’ostetrica che sostiene la donna in questa straordinaria e gioiosa esperienza. È necessario un ambiente in cui la futura mamma si senta libera di esprimere le proprie sensazioni e paure, per vivere al meglio questo viaggio insieme al proprio partner o alla persona che la accompagna in uno scambio continuo di emozioni, paura ma anche gioia, soddisfazione e crescita personale.rnNon sempre questa prima fase del travaglio risulta facile. L’ansia, un ambiente non rispettoso della fisiologia, un supporto inadeguato, interventi medici inopportuni, medicalizzazione eccessiva, modificano i tempi del travaglio, ma soprattutto il modo di viverlo da parte della donna. È quindi fondamentale sostenere e motivare nel modo migliore possibile la madre che arriva... -
Come sviluppare studi clinici con dispositivi medici in Italia. Seguendo i principi delle direttive e norme tecniche Europee
"Un plauso ad un amico e, nel passato, collega per aver riportato la sua esperienza e condiviso la sua grande competenza di questo 'difficile e complesso' settore, anche se credo che scrivere questo libro sia stato come costruire la muraglia cinese! Questo è un libro per persone legate al desiderio del sapere che lo ha fatto nascere, e che desideriamo vi porterà a leggerlo sino in fondo.rnIl libro è permeato da un’idea guida, che coinvolge il lettore e lo fa riflettere: che si può iniziare qualsiasi attività se le basi sono chiare e la conoscenza approfondita. Lo può anche far desistere dalla lettura, perché è scritto con soave ma decisa precisione tecnica dato che il percorso alla ricerca del fare non è facile, non dato per scontato. È un percorso che richiede impegno, dedizione e costanza per superare difficoltà, ostacoli, contraddizioni, che provengono da sé e dall’ambiente. Il percorso occorre tracciarlo dall’inizio alla fine in ogni suo aspetto, attraverso la realizzazione del quasi perfetto, nelle circostanze e nelle situazioni in cui ognuno è collocato.rnIn questo cammino, ciò che è dato è il corredo di qualità, di capacità, di conoscenza, di perseveranza e di possibilità, mentre ciò che il soggetto deve dare, come risposta agli interrogativi della riuscita, è se stesso, il suo impegno, l’adesione ai valori per uno scopo con profondo senso di consapevolezza.rnL’intento dello scrittore è quello di garantire una maggiore leggibilità e omogeneità al testo, seppur non semplice per obblighi e regole, esplorando anche aspetti specifici come un singolo dovere o di una figura in particolare.rnLe curatele potrebbero essere molteplici, con lo scopo di ampliare il ventaglio degli strumenti critici da porre a disposizione del lettore.rnQuesto che state per leggere è soprattutto un libro sulla riflessione, applicazione, attenzione che è dentro ognuno di noi e non sappiamo, e che possiamo scoprire ed esprimere attraverso il nostro operato. Un libro che ci invita e ci insegna a far fronte ai nostri impegni sociali soprattutto quando abbiamo di fronte problemi di comunicazione impegnativi e terribilmente seri. Ancora oggi le persone faticano a comprendere che le regole, se ben osservate e applicate, consentono di avere un percorso stabilito con risultati ottimi, il risultato non è gratuito, ma da conquistare come tutte le cose.rnMa ci piace pensare che, allo stesso tempo, questo libro racconti come tante regole, doveri e sforzi servano anche a restituire un buon fi ne e un po’ di soddisfazione. Inoltre, vi meraviglierete di quante cose succedono e si possono imparare da regole che non devono essere misteriose formule, ma un modo pratico per dare equilibrio al contenuto delle stesse. Una volta assunte, saprete anche qual è la posizione migliore di tutti e sfatare i pregiudizi sulla durezza delle regole che ci porteranno ad aff rontare in modo semplice l’intero impianto di impegni.rnTale premessa forse cambierà il Vostro modo di affrontare la lettura ma sicuramente scoprirete strada facendo che: “un percorso di tante regole e doveri principia con un solo passo … la volontà”.rnBuona lettura e buon percorso."""" (Presentazione... -
Atkinson & Hilgard's. Introduzione alla psicologia
"PRESENTAZIONErnDELL'EDIZIONE ITALIANArnAll’uscita di ogni nuova edizione, puntualmente pubblicata anche in versione italiana, l’editore mi rinnova l’invito a scriverne la Presentazione. E come potrei rifiutare questo invito, visto che dell’‘Hilgard’ sono stato da sempre un grande sostenitore e utilizzatore? In effetti ho seguito la storia di questo fortunato Manuale non proprio dal 1953 (1st edition), ma dal 1971 quando ho cominciato a studiare sistematicamente la Psicologia. A quei tempi, per diventare psicologi, bisognava laurearsi in Filosofi a o Medicina e poi seguire una Scuola di Specializzazione. I docenti della Scuola mi raccomandarono l’‘Hilgard’ (il Manuale veniva identificato con il suo autore principale che a quell’epoca era effettivamente Ernest Hilgard, il famoso studioso di condizionamento e ipnosi). Per me fu una rivoluzione (e anche una rivelazione) passare da testi abbastanza verbosi e confusi ad un volume così sistematico, chiaro, completo e al tempo stesso rigoroso. Il Manuale divenne per me un testo di base da avere sempre a disposizione al punto che ancor oggi ne conservo con affetto una copia. A quell’epoca la già grande popolarità del Manuale aveva portato ad aggiornamenti e a collaborazioni con altri eminenti psicologi. Uno di questi, Richard C. Atkinson, è stato un personaggio così influente (e – diciamo la verità – abile) nella storia della psicologia nordamericana da far sì che il mitico ‘Hilgard’ diventasse poi l’‘Hilgard e Atkinson’. Atkinson infatti è noto in tutto il mondo per un modello, elaborato con un collaboratore (Shiffrin), che ha aperto le porte al cognitivismo contemporaneo, ma ha soprattutto giocato un ruolo come presidente di una delle principali agenzie scientifiche americane e della University of California. Con lui e Rita Atkinson, Hilgard preparò una importante revisione del suo Manuale ed è per questo che il manuale, che noi in Italia tendiamo ancora a chiamare l’‘Hilgard’, in altri paesi viene chiamato l’‘Atkinson & Hilgard’s’, anche se poi viene menzionato il nome effettivo degli autori della edizione interessata, nomi magari meno noti al grande pubblico, ma sempre estremamente prestigiosi all’interno della comunità scientifica.rnQualcuno potrebbe chiedersi se un Manuale innovativo e attuale nel 1971, possa nel 2017 conservare lo stesso smalto. Sarebbe una domanda oziosa, visto non solo il successo costante dell’opera, ma anche il suo continuo aggiornamento. Non ho presente il caso di alcun altro Manuale arrivato alla sedicesima edizione: un piccolo calcolo (16 edizioni divise in 60 anni) ci fa capire che il Manuale è stato aggiornato all’incirca ogni 4 anni, proprio per tenere conto della continua evoluzione delle Scienze Psicologiche. Credo che, se si dovesse risvegliare dalla tomba, Hilgard farebbe fatica a riconoscere la sua creatura, tanto essa nel tempo è stata modificata.rnCredo però che si riconoscerebbe nello spirito dell’opera, sempre chiara, essenziale, rigorosa e scientificamente autorevole, ma rispettosa dei diversi orientamenti.rnAlle varie revisioni per produrre le nuove edizioni hanno via via contribuito vari autori di prestigio ritoccando, cambiando e integrando in modo da rendere conto di nuovi risultati importanti della ricerca. Può essere quindi interessante operare un confronto fra una edizione e quella successiva, per rendersi conto degli... -
Sistema nervoso periferico ed organi di senso
"La XII edizione del V volume delle Istituzioni di Anatomia dell’Uomo del Professor Giulio Chiarugi esce a distanza di 42 anni dalla XI. Quest’ultima era stata curata e rivista più volte dal Professor Luigi Bucciante, allievo del Professor Giuseppe Levi che a sua volta aveva assunto il gravoso onere di curare la revisione dell’opera del Suo Maestro.rnNell’accettare l’invito dell’Editore Piccin di far parte del gruppo di Professori di Anatomia coinvolti nella XII edizione del Trattato, è emerso subito il ruolo importante che tale possibilità offriva di coinvolgere i Colleghi della Sede nell’opera di revisione, creando una opportunità di dialogo costruttivo.rnL’iconografi a originale, integrata dalle immagini delle dissezioni della Scuola di Anatomia Padovana, soprattutto per la dimostrazione topografi ca del decorso dei nervi spinali ed encefalici, completa l’opera, in quanto frutto di esperienza dissettoria diretta.rnUn particolare ringraziamento va rivolto al Professor Nicolò Rizzuto, illustre neurologo e neuropatologo, che ha arricchito con il capitolo Fisiopatologia e clinica del SNP il volume, confermandone la finalità pratica applicativa."""" (Prefazione)" -
Textbook of mental and behavioral disorders in adolescence
In the panorama of the many books that come out, this treatise should find its place in many libraries of teams working with teenagers. It reflects the recent progress achieved through multidisciplinary research in the understanding of adolescent psychiatric and psychopathological disorders, and leads to the path that remains to better support young patients and their families under our care. -
Convergence of new emerging technologies. Ethical challenges and new responsibilities
Human beings are not the only tool-making animals. New Caledonian crows, chimpanzees and various other animals make tools as well.rnNevertheless, we seem to be the only species to have advanced technology from simple tools to extremely sophisticated high tech. This has happened over a period of 2.5 million years. Yet the development of technology has not been linear. Until very recently we have mainly been making stone tools. The pace of technological development was extremely slow for almost the entire history of human tool making.rnSo much so that it would have been difficult to conceive of the idea of emerging technologies, since hardly anyone would have ever seen a new technology emerge during their lifetime. Only around five thousand years ago we mastered bronze metallurgy, and – two thousand years later – iron metallurgy.rnIn antiquity the Greeks were the first to make technology a subject matter of philosophy. Their views, however, were generally not very favorable.rnTechnology was mainly seen as an imitation of nature. The idea that technological innovation could be used to the benefit of mankind in a big way would have been quite surprising to an average Greek philosopher.rnThis somewhat unfavorable assessment of technology in philosophy only changed two thousand years later in the work of Francis Bacon. In his New Atlantis – published posthumously in 1627 - we encounter a positive attitude to science and technology. The idea here is that, if only we apply a suitable methodology in scientific research, we can develop new technologies and medical therapies that will serve to achieve a plethora of important human goals. This attitude towards technological innovation became more widespread in subsequent centuries, especially in the age of enlightenment. The 18th century saw the start of the industrial revolution, which could be regarded as the materialization of Bacon’s utopian phantasies. Associated with this phenomenon were a surge in patents, population numbers and growth in GDP (Gross Domestic Product) in the West. In the 19th century we saw the first strong public protests against technological innovation, when the Luddites rioted – worried about the foreseen decline in demand of homemade textile products - and shattered labor saving textile machines.rnThis introduced a trend of technology criticism in the public domain in Western culture that has remained significant both in popular culture (e.g. in Hollywood blockbuster movies) as well as academia.rnHowever, technology criticism does not seem to have slowed down the pace of innovation.rnToday continuous technological innovation is thought to be an ordinary fact of life. We all have a vivid appreciation of emerging technologies because we have all seen various new technologies materialize in our own experience. This is in sharp contrast to a lack of rapid innovations for 99% of the history of human technology. Some authors even predict that innovation will further accelerate beyond recognition.rnVinge argued that “… we are on the edge of change comparable to the rise of human life on Earth. The precise cause of this change is the imminent creation by technology of entities with... -
Neurologia per le professioni sanitarie
"Il presente testo nasce dalla necessità degli autori di offrire a studenti delle Professioni Sanitarie, i quali si trovano a dover affrontare lo studio della neurologia, un manuale fruibile, sintetico ma al tempo stesso completo. Al termine di ogni capitolo sono riassunti i concetti chiave ed è presente un breve caso clinico che introduce il discente ai rudimenti della pratica quotidiana. Il manuale propone, inoltre, capitoli dedicati alla diagnostica strumentale (in cui sono riportati i principali esami effettuati nella pratica clinica), all’approccio infermieristico e riabilitativo nei pazienti neurologici. I paragrafi inerenti le singole patologie sono presentati mediante un rigoroso schema metodologico che comprende la definizione, l’epidemiologia, la patogenesi, la clinica, la diagnostica strumentale, l’eventuale diagnosi differenziale, la prognosi ed infine cenni sull’approccio terapeutico.rnL’augurio degli autori è che il presente manuale costituisca per lo studente non un esercizio di mero studio, bensì un prezioso alleato che consenta, per aspera ad astra, di apprezzare una materia sicuramente complessa ma affascinante, in continuo divenire. Le malattie neurologiche, pur se allo stato attuale non sempre comprese in termini eziopatogenetici, evolutivi, prognostici e, purtroppo, terapeutici, sono oggetto di studio di migliaia di professionisti che, grazie all’apprendimento caparbio anche su libri di testo, hanno fatto della neurologia il perno dell’attività clinica e scientifica ed ogni giorno con il loro contributo aggiungono preziose tessere all’intricato mosaico della ricerca.rnLo sforzo di curare i pazienti, partendo dalla diagnosi fino alla presa in carico, deve nascere da una collaborazione congiunta e sinergica fra molti professionisti, frequentemente non medici.rnGli autori si augurano che tra i lettori del presente manuale nasceranno molti di essi, fatti non per vivere come bruti, ma per seguire virtute e conoscenza.Il presente testo nasce dalla necessità degli autori di offrire a studenti delle Professioni Sanitarie, i quali si trovano a dover affrontare lo studio della neurologia, un manuale fruibile, sintetico ma al tempo stesso completo. Al termine di ogni capitolo sono riassunti i concetti chiave ed è presente un breve caso clinico che introduce il discente ai rudimenti della pratica quotidiana. Il manuale propone, inoltre, capitoli dedicati alla diagnostica strumentale (in cui sono riportati i principali esami effettuati nella pratica clinica), all’approccio infermieristico e riabilitativo nei pazienti neurologici. I paragrafi inerenti le singole patologie sono presentati mediante un rigoroso schema metodologico che comprende la definizione, l’epidemiologia, la patogenesi, la clinica, la diagnostica strumentale, l’eventuale diagnosi differenziale, la prognosi ed infine cenni sull’approccio terapeutico.rnL’augurio degli autori è che il presente manuale costituisca per lo studente non un esercizio di mero studio, bensì un prezioso alleato che consenta, per aspera ad astra, di apprezzare una materia sicuramente complessa ma affascinante, in continuo divenire. Le malattie neurologiche, pur se allo stato attuale non sempre comprese in termini eziopatogenetici, evolutivi, prognostici e, purtroppo, terapeutici, sono oggetto di studio di migliaia di professionisti che, grazie all’apprendimento caparbio anche su libri di testo, hanno fatto della neurologia il perno dell’attività clinica e scientifica ed ogni giorno con il loro contributo aggiungono preziose tessere all’intricato mosaico della ricerca.rnLo sforzo di curare i pazienti, partendo... -
Atlante a colori e testo di istologia
Edizione italiana basata sulla sesta in lingua inglesern""Siamo onorati di presentare la sesta edizione del nostro Atlante a Colori e Testo di Istologia, un atlante da sempre utilizzato fin dalla sua prima pubblicazione in bianco e nero, nel 1987. Il successo dell’atlante ci ha spinto a revisionarlo notevolmente, a riprendere tutte le immagini a colori, a cambiare il suo nome e a pubblicarlo nel 1990 con il titolo di Atlante a Colori di Istologia. Negli ultimi 22 anni l’atlante ha subìto diverse modifiche. Abbiamo aggiunto al testo fotografie a colori, e contenuti di istofisiologia.rnSiamo grati a tutti i professori che nel mondo hanno adottato il nostro Atlante come libro di testo per i loro studenti sia in lingua originale, l’inglese, oppure nella versione tradotta. Fino ad oggi il testo è stato tradotto in 11 lingue straniere.rnAbbiamo ricevuto molti complimenti e suggerimenti costruttivi non solo da parte dei professori ma anche da parte degli studenti, e abbiamo cercato di tener conto dei loro consigli in ogni nuova edizione.rnUn suggerimento, tuttavia, di cui non abbiamo tenuto conto, riguarda l’ordine dei capitoli. Alcuni professori hanno suggerito diversi modi di ordinare i capitoli; tutti, per noi, avevano una logica, e sarebbe stato molto facile sceglierne uno di essi. Tuttavia noi ci sentiamo a nostro agio con la sequenza classica che abbiamo utilizzato per tanti anni; ci è sembrato uno schema tanto valido e logico quanto quelli suggeriti dagli altri, ed in ultima analisi, abbiamo ritenuto che i professori possano semplicemente dire ai loro studenti di studiare i capitoli dell’atlante con una diversa sequenza senza alterare la coerenza del libro.rnIn quest’ultima edizione, la sesta, abbiamo effettuato diverse variazioni.rnLe maggiori modifiche apportate, riguardano la completa riscrittura ed arricchimento del testo tanto che non può più essere considerato solo un Atlante ma anche un conciso libro di testo. Di conseguenza è stato necessario cambiare il titolo per evidenziare queste modifiche e il nuovo titolo della sesta edizione è Atlante a Colori e testo di Istologia. Inoltre avendo ampliato il formato del libro, abbiamo potuto ingrandire le microfotografie al microscopio per aiutare lo studente a vedere i dettagli dell’immagine.rnAbbiamo inserito nuove tabelle per ogni capitolo.rnAbbiamo anche aggiunto un nuovo capitolo come appendice che descrive e mostra molte delle comuni colorazioni utilizzate nelle preparazioni dei campioni istologici.rnProbabilmente il secondo maggior cambiamento che abbiamo inserito riguarda l'ampliamento delle Considerazioni Cliniche, molte delle quali sono adesso mostrate con immagini istopatologiche cortesemente autorizzate da: Rubin R., Strayer D., et al., eds: Rubin’s Pathology. Clinicopathologic Foundations of Medicine, 5th ed. Baltimore, Lippincott Williams & Wilkins, 2008; Mills S.E., editor, Carter D., Greenson J.K., Reuter V.E., Stoler M.H., eds: Sternberg’s Diagnostic Surgical Pathology, 5th ed., Philadelphia, Lippincott Williams & Wilkins, 2010; e Mills S.E., ed: Histology for Pathologists, 3rd ed. Philadelphia, Lippincott Williams & Wilkins, 2007.rnCome nelle precedenti edizioni, tutte le microfotografie al microscopio sono ottenute da tessuti fissati con ematossilina ed eosina. Tutti gli ingrandimenti delle microfotografie ottenute al microscopio ottico ed elettronico sono originali. Gran parte delle sezioni sono state preparate da... -
Malattie del rene, delle vie urinarie e dell'apparato genitale
"La precedente versione del volume “Malattie del rene, delle vie urinarie e dell’apparato genitale”, pubblicata da Piccin nel 2003 è stata preparata a 4 mani con Massimo Porena. In questi 14 anni si sono verificate numerose novità in campo nefrologico, sia diagnostico che terapeutico, frutto della costante ricerca biomedica internazionale e del rapido progresso tecnologico.rnLe nuove conoscenze hanno permesso una più accurata diagnosi patogenetica nelle nefropatie glomerulari e un’impostazione terapeutica focalizzata a bloccare i fattori lesivi. L’insufficienza renale cronica ha raggiunto un’incidenza molto elevata in tutto il mondo ed ha comportato la necessità di utilizzare sempre più spesso la terapia sostitutiva (dialisi e trapianto) in molti pazienti. Persiste l’importante sfida per rallentare la progressione delle nefropatie croniche mediante strategie mirate al controllo dei fattori di rischio e delle numerose comorbidità. Per scrivere questa prefazione ho ripercorso sommariamente il mio personale iter professionale ed accademico. Dopo la Laurea ho seguito il Prof. Vittorio Bonomini per 10 anni durante i quali ho svolto un’attività clinica intensa accompagnata da molte ricerche in campo nefrologico e dialitico presso l’Università ed il Policlinico Sant’Orsola di Bologna. Successivamente nel 1977 ho accettato la chiamata e la “sfida” della giovane Università “Gabriele D’Annunzio” di Chieti dove ho provveduto a creare ex novo la Clinica Nefrologica composta da un reparto di Nefrologia ed una unità di Dialisi presso l’Ospedale SS. Annunziata, mentre la nostra attività di ricerca si è svolta in un nuovo laboratorio presso una sede distaccata dell’Università. Con i miei collaboratori abbiamo cercato di diffondere la Nefrologia sul territorio e al di fuori della Provincia grazie anche alla istituzione nel 1982 della Scuola di Specializzazione in Nefrologia.rnLe nostre ricerche sono state pubblicate nelle varie riviste specialistiche nazionali ed internazionali e presentate a numerosi Congressi. Durante la mia attività clinica ho cercato di mettere i miei allievi in condizione di approfondire specifici argomenti nefrologici e dialitici anche con stage presso prestigiosi Centri Nefrologici americani ed europei. Dopo 20 anni di impegno nella Università di Chieti ho accettato il trasferimento all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e al Policlinico di Modena dove ho potuto proseguire il mio lavoro di ricerca, ma soprattutto ho contribuito ad iniziare un nuovo programma di trapianto renale nel 1998.rnNegli ultimi tempi i miei collaboratori ed io abbiamo avvertito la necessità di apportare importanti aggiornamenti ai vari capitoli della precedente edizione.rnI miei collaboratori di Chieti hanno rivisitato i capitoli di competenza (Lorenzo Di Liberato, Paolo Cappelli, Goffredo Del Rosso, Luigi Amoroso, Mario Bonomini, Vittorio Sirolli), mentre alcuni capitoli sono stati aggiornati dai collaboratori di Modena (Vittorio Albertazzi, Marco Ballestri).rnIl mio impegno professionale e didattico in campo nefrologico, durato 45 anni, è legato al ricordo dei numerosi pazienti che ho potuto curare nelle varie sedi dove ho svolto la mia attività assistenziale (Bologna, Chieti e Modena). Con l’attività didattica rivolta agli Studenti del Corso di Laurea ho cercato di fornire le informazioni di base della nefrologia. Mi sento particolarmente gratificato dalla preparazione nefrologica fornita agli oltre 200 giovani specialisti che stanno svolgendo la... -
Le malattie autoimmuni
"Nel 1956 è iniziata la storia dell’autoimmunità: infatti in quell’anno Rose e Witebsky a Buffalo (USA) riescono a riprodurre una malattia autoimmune tiroidea simile a quella umana immunizzando conigli con estratti di tiroide autologa, Roitt e Doniach a Londra dimostrano che nella tiroidite di Hashimoto sono presenti degli autoanticorpi contro la tireoglobulina, Adams e Purves in Nuova Zelanda attestano la presenza nel siero di pazienti con ipertiroidismo di un fattore chiamato LATS (long acting thyroid stimulator) che stimola la tiroide per un periodo più lungo del TSH (identificato successivamente come un autoanticorpo contro il recettore del TSH). In seguito a queste scoperte, nel 1957 Witebsky e Rose pubblicano su JAMA i criteri fondamentali per definire una malattia come autoimmune.rnDa quel momento, ogni malattia considerata idiopatica ma che rispettava quei criteri poteva essere considerata come autoimmune.rnSino ad oggi oltre 80 malattie sono entrate a far parte del gruppo delle malattie autoimmuni.rnIl notevole successo editoriale della prima edizione de “Le Malattie Autoimmuni” pubblicata nel 2000 dalla casa editrice Piccin, e i notevoli sviluppi dell’immunologia in questo ultimo ventennio mi hanno spinto ad intraprendere l’aggiornamento di questo testo sulle malattie autoimmuni, che vede la luce proprio nel 2017, anno in cui si celebra il 60° anniversario dell’inizio dell’era delle malattie autoimmuni.rnIl motivo dell’aggiornamento è stato reso necessario dal fatto che negli ultimi 20 anni le conoscenze sulle malattie autoimmuni hanno avuto uno sviluppo esponenziale grazie al contributo di clinici, genetisti, immunologi, biologi molecolari, farmacologi. Infatti sono stati individuati molti degli autoantigeni target, sono stati chiariti molti meccanismi eziopatogenetici, sono stati identificati con maggior dettaglio i geni, sono stati identificati alcuni dei fattori esogeni eziopatogenetici in grado di concorrere allo sviluppo delle malattie autoimmuni. In questi ultimi anni anche il dosaggio degli autoanticorpi, che sono i marker sierologici di tali malattie, ha subito numerosi cambiamenti e dagli iniziali test fatti in immunofluorescenza su tessuti umani o animali, che erano fortemente operatore- dipendenti e che venivano eseguiti solo in laboratori di ricerca, si è passati a metodi in ELISA, RIA o chemiluminescenza, usando antigeni ricombinanti, molto più sensibili e specifici impiegati oggi nella diagnostica di routine di molti laboratori di analisi. Questi anticorpi sono utili per la diagnosi delle malattie autoimmuni cliniche ma anche nei famigliari dei pazienti con malattie autoimmuni o nei soggetti sani della popolazione per identificare coloro che hanno la malattia autoimmune ancora allo stadio subclinico o latente e quindi ad alto rischio di sviluppare nel tempo la malattia clinica. Grazie a questi test, si è definita la storia naturale delle malattie autoimmuni e la diagnosi può essere fatta molto precocemente e le relative terapie possono essere iniziate in una fase molto precoce. Anche le strategie terapeutiche sono state modificate e, accanto alle classiche terapie sostitutive o immunosoppressive, sono entrate in uso nuove terapie che si basano sull’utilizzo di sostanze ormonali purificate ed umanizzate o di anticorpi monoclonali umanizzati in grado di bloccare selettivamente i mediatori chimici dell’infiammazione (linfochine, citochine, interferoni) o selettivamente i subset delle cellule autoreattive. Tutte queste strategie hanno... -
Forma mentis. Come diventare estroversi e vedere oltre noi stessi
Forma mentis riporta una serie di racconti in prima persona di episodi reali che dimostrano come spesso la nostra forma mentis ci impedisca di ascoltare davvero le persone, di essere davvero disponibili a sentire quello che gli altri ci dicono e a provare ad immedesimarci in loro. Siamo troppo concentrati su noi stessi e i nostri interessi. Eppure, proprio questa mancanza di ascolto e questa chiusura nei confronti del prossimo è la causa di un circolo vizioso che alla fine danneggia anche noi. Essere estroversi, nel senso di rivolgere la nostra attenzione e il nostro cuore verso l’esterno, verso gli altri, è quasi una formula magica, un apriti sesamo che spalanca le porte ad un mondo nuovo, pieno di opportunità sorprendenti in tutti gli ambiti: lavoro, famiglia, società. L’Istituto Arbinger è una società che si occupa di training, consulenza e coaching. Sono gli Autori del bestseller internazionale Leadership e Auto-inganno e il loro metodo è basato su 45 anni di ricerche sulla psicologia del comportamento e la motivazione degli individui. -
Fisiologia medica di Ganong
"Review of Medical Physiology di W.F. Ganong è probabilmente il manuale di fisiologia più diffuso nel mondo fra gli studenti di medicina. A partire dalla prima edizione nel lontano 1963 è stata tradotta in 18 lingue diverse e ha accompagnato la preparazione alla professione medica di migliaia di studenti. Le successive edizioni si sono ripetute a intervalli di due anni, fino alla 22a grazie all’impegno costante e sistematico dell’autore nell’aggiornare e migliorare il testo. Dodici edizioni italiane sono state edite da Piccin nel corso degli anni, preparate sotto la guida del Prof. Stella prima e del Prof. Midrio poi. Uno stretto legame si è così stabilito fra il nostro ateneo patavino e la Fisiologia medica di Ganong.rnAlla scomparsa di Ganong, Barman, Barrett, Boitano e Brooks hanno provveduto a una nuova edizione, la 23a nel 2010, mantenendo lo stile e le caratteristiche che avevano reso unica la Review of Medical Physiology.rnA questa sono seguite la 24a e la 25a, sulla traduzione della quale è stata portata a termine la presente opera (13a edizione italiana).rnPer introdurre una nota personale, la Fisiologia medica di Ganong è stato anche per me un riferimento costante attraverso gli anni. Quando studiavo medicina, non era ancora disponibile nella versione italiana, ma, una volta tornato a Pavia come Professore Associato nel lontano 1984, ho trovato la Fisiologia medica di Ganong come riferimento proposto agli studenti e l’ho immediatamente adottato per tutti gli anni in cui ho insegnato nei corsi di medicina a Pavia e a Varese, Università dell’Insubria.rnA mio giudizio, fin dalla sua prima versione, la Fisiologia medica di Ganong si è contraddistinta per alcune caratteristiche inconfondibili.rnPrima fra tutte, direi, la concisione: ogni frase e quasi ogni parola hanno una rilevanza, convogliano un’informazione, stimolano lo studente a pensare ed eventualmente a cercare ulteriormente per completare o per capire, e spesso diventano argomento di discussione con il docente.rnIn secondo luogo la copertura a 360° della fisiologia dell’uomo: nessun problema di interesse fisiologico, dal livello molecolare a quello dell’intero organismo, è trascurato. Per tutti gli argomenti e le tematiche si propone un riferimento che può anche non essere esaustivo, ma individua sempre una prospettiva di inquadramento e comprensione passibile di successivi approfondimenti.rnAltre due dimensioni mi sembrano caratterizzare il manuale di Ganong: da un lato l’impostazione chiaramente medica, con una selezione di argomenti che definisce una precisa gerarchia di rilevanza per la medicina clinica, e dall’altro la visione molecolare della fisiologia, forse scontata oggi ma fortemente innovativa qualche decennio fa quando ancora i successi della biologia cellulare e molecolare erano di là da venire.rnLa nuova edizione, grazie ai quattro autori della versione originale in inglese e all’opera dei traduttori italiani, ha compiutamente mantenuto e sviluppato queste caratteristiche. La grafica è stata ulteriormente migliorata, l’aggiornamento è stato mantenuto in modo costante e rigoroso, l’inserimento di schede con riferimenti alla patologia e alla clinica ha accentuato e reso più immediata la dimensione medica. Le sezioni di autovalutazione alla fine di ogni capitolo sono diventate non solo occasione di verifica dell’apprendimento, ma in molti... -
Appunti di biochimica. Per le lauree triennali
"Questi Appunti di biochimica nascono dall’esigenza, sperimentata dagli Autori, di fornire agli allievi dei Corsi triennali di laurea per le Scienze Motorie e per le Professioni Sanitarie un punto di riferimento cartaceo per seguire proficuamente le lezioni del corso di Biochimica.rnA questo corso è riservato generalmente un numero di crediti sproporzionatamente esiguo rispetto alla vastità della materia che il titolo “Biochimica” al giorno d’oggi inevitabilmente dovrebbe comprendere.rnChi, come gli Autori, deve tenere un corso di questo tipo, sperimenta subito la difficoltà di trasmettere in poche ore di lezione quel minimo essenziale di informazioni intelligibili sui contenuti di una materia che nell’ultimo mezzo secolo si è sviluppata in maniera esponenziale.rnVa osservato che, nella maggior parte dei Corsi di laurea triennale di Area Sanitaria e delle Scienze Motorie, il corso di Biochimica non è preceduto da uno di Chimica e Propedeutica Biochimica: quest’ultimo pertanto deve necessariamente essere incorporato nella parte iniziale dell’insegnamento di Biochimica.rnL’altro aspetto della difficoltà di chi deve insegnare in questi corsi deriva dal fatto che gli uditori hanno provenienze culturali eterogenee e molti di essi sono del tutto privi di qualsiasi esperienza nello studio della chimica.rnLo sforzo degli Autori è stato quello di offrire a tale popolazione studentesca uno strumento che possa risultare utile all’acquisizione dei concetti basilari ed essenziali della materia in modo semplice e chiaro.rnGli Autori sono ben consapevoli della difficoltà di un simile obiettivo. Tale consapevolezza nasce da una pluriennale esperienza didattica volta a fornire gli elementi essenziali di una disciplina tanto ricca e complessa. In sede di lezione tutto ciò si è ottenuto mediante la comunicazione verbale e non senza l’ausilio di illustrazioni predisposte o, più spesso, create sulla lavagna. Gli studenti hanno sempre espresso il desiderio di ottenere dal docente qualche traccia materiale delle lezioni impartite, e da tali richieste è scaturita l’idea di raccogliere questi Appunti.rnSi è sempre cercato di evitare che alla semplicità ed alla chiarezza dell’esposizione fosse sacrificata la correttezza dell’informazione. Ma non si è ceduto alla pudica tentazione di omettere informazioni di livello elementare (oseremmo dire “banali”) per mantenere l’insieme dell’opera ad un livello “universitario” di una presunta (ma quanto utile?) maggiore elevatezza.rnD’altro canto si è necessariamente e volutamente rinunciato ad introdurre spiegazioni ed approfondimenti che, certo indispensabili in trattati di più alto livello (di cui non si ravvisa l’esigenza, data la ricca bibliografia già esistente), avrebbero avuto in questo contesto il solo effetto di appesantire la trattazione, generando più confusione che chiarezza.rnVa inoltre sottolineato il fatto che, nella parte introduttiva di chimica, ci si è riferiti esclusivamente agli aspetti che interessano i composti riscontrabili negli organismi viventi.rnGli Autori si augurano che il loro modesto tentativo possa risultare utile nell’ambito e nei limiti delle intenzioni dichiarate; e saranno grati a chi vorrà segnalare loro i difetti, certamente presenti, per poter migliorare l’opera nel caso questa prima edizione dovesse mai essere seguita da altre.rnUn ringraziamento particolare all’Editore Piccin, per il decisivo incoraggiamento alla realizzazione del progetto."""" (Prefazione)rnGli autori del volume: Maria Valeria Catani, Valeria Gasperi, Almerinda Di Venere, Isabella Savini, Pietro... -
L' infermiere di famiglia e cure primarie. Aspetti gestionali e competenze cliniche
"Quella delle cure primarie e dell’infermiere del territorio e/o “di famiglia” è un’area di avanguardia per il nuovo modello di assistenza e una punta di diamante di quelle aree specialistiche che, una volta approvato l’accordo Stato-Regioni sulle competenze avanzate degli infermieri, entreranno a far parte a pieno titolo, e soprattutto in maniera uniforme, del panorama dell’assistenza e della nostra professione.rnIl ruolo dell’infermiere di famiglia è fondamentale per ridurre l’utilizzo improprio dell’ospedale e sviluppare l’assistenza alternativa, purtroppo ancora con carenze macroscopiche per poter diventare la valida – e unica – alternativa al pronto soccorso e al ricovero: il territorio. Per questo tra le specializzazioni previste per l’infermiere è prevista quella nell’area delle cure primarie: infermieri di comunità-famiglia, che altro non è se non la riorganizzazione, appunto orizzontale, del territorio perché questi professionisti, oltre a dare assistenza ai pazienti, possano facilitare il percorso tra le strutture ospedaliere, le strutture territoriali e, sul territorio, tra i medici di famiglia e gli altri attori dell’assistenza, coordinando le attività assistenziali a livello territoriale e domiciliare. Tra gli obiettivi c’è la riduzione delle ospedalizzazioni evitabili e il ricorso improprio al pronto soccorso a favore dei pazienti.rnCome accennavo, l’infermiere del territorio è una figura già attiva in molte Regioni e già oggi nove Atenei organizzano master per conferire il relativo titolo con circa 5.400 colleghi che l’hanno già conseguito. La Federazione di recente, in occasione della presentazione ufficiale del fabbisogno di professionisti nei prossimi anni nell’ambito del Joint Action on Health Workforce Planning and Forecasting, ha anche messo in risalto proprio la necessità che sul territorio vi siano almeno 30.000 di questi professionisti per far fronte ai nuovi bisogni legati all’aumento dell’età, alla non autosufficienza, alla crescita delle patologie croniche.rnNonostante questo, tuttavia, la conoscenza che i cittadini hanno di questa figura è ancora a macchia di leopardo. Un recente studio condotto dai Collegi IPASVI di Basilicata, Campania e Molise ha evidenziato che il 70% dei pazienti e dei medici giudica la sua figura importante nel processo di continuità assistenziale. Lo studio ha messo in risalto come l’infermiere di famiglia rappresenti la nuova frontiera assistenziale nel sistema salute che si inserisce a ponte tra il medico di medicina generale e il paziente al centro del processo assistenziale. Per realizzarlo sono stati intervistati tra medici e pazienti (in base alle dovute proporzioni) circa 3.000 soggetti delle tre regioni da cui sono emerse una grande stima e considerazione nei riguardi dell’infermiere di comunità da parte dell’utenza, e che egli può essere il soggetto di una rivalutazione del sistema sanitario perché ne ha le giuste competenze.rnLa figura dell’infermiere del territorio assume un ruolo essenziale anche nelle ”Case della Salute” oppure negli Ospedali di Comunità, dove gli infermieri possono gestire direttamente persone con problemi di fragilità, in collaborazione con i Medici di Medicina Generale, in piccole strutture di territorio.rnQueste poche note danno subito il senso dell’importanza e dell’attualità che uno strumento dedicato agli aspetti gestionali e alle competenze cliniche dell’infermiere di famiglia assume nel panorama non solo formativo ma anche organizzativo per... -
Malattie del rene, delle vie urinarie e dell'apparato genitale
Scrivere una personale prefazione a questo testo è come ripercorrere in un attimo tutta la mia vita professionale ed accademica. La prima edizione, infatti, usciva nel 1986 allorché, giovane Aiuto del Prof. Francesco Micali e con lui coautore, ero impegnato nel Concorso per Professore Associato di Urologia; sicuramente quel testo contribuì in modo decisivo alla valorizzazione della mia produzione scientifica esibita alla Commissione che mi gratificò della nomina al ruolo di Professore.rnLa seconda edizione, di cui fui coautore per la prima volta con Alberto Albertazzi, uscì nel 2003 nella mia piena maturità operativa, grazie al supporto del mio straordinario gruppo di Collaboratori della Clinica Urologica ed Andrologica di Perugia che avevano già raggiunto, mi si consenta di affermarlo senza false modestie, posizioni di assoluto prestigio nel panorama urologico nazionale ed internazionale.rnOggi esce la terza edizione quando il traguardo della mia vita professionale è ormai giunto e quindi questo testo deve essere inteso come una specie di lascito in eredità ai più giovani di quanto (molto o poco non sta a me giudicare) ho collezionato nei decenni passati in termini di conoscenza, esperienza e realizzazioni, sempre con lo sguardo, allora e soprattutto ora, alle proiezioni nel futuro.rnFuturo che, nel mio inguaribile ottimismo, sorretto anche da evidenze e certezze consolidate, vedo di straordinario sviluppo per la nostra Disciplina. L’Urologia, al tramonto delle discipline generaliste mediche e soprattutto chirurgiche, ormai giustamente frammentate in numerose Specialistiche, assumerà sempre più il ruolo di disciplina “apripista” per la sua connotazione del tutto particolare caratterizzata da robuste ed insostituibili radici chirurgiche sulle quali si impiantano tutte le conoscenze e le applicazioni mediche, strumentali, tecnologiche.rnI suoi interessi che spaziano in ambiti culturali diversissimi, dall’Andrologia alla Ginecologia, dalla Pediatria alla Geriatria, dalla Diagnostica per immagini alle più moderne tecniche chirurgiche (endoscopiche, laparoscopiche e robotiche), la caratterizzeranno come un inesauribile compendio di competenze ed abilità mutuate dalle Medicine e dalle Chirurgie Generali ed applicate armonicamente all’apparato urinario e genitale.rnCiò fa e sempre più farà della Nostra Disciplina uno dei momenti più elevati della cultura e della pratica medico-chirurgica. Non è un sogno ma una certezza del presente proiettata nel futuro, sorretta dallo straordinario livello scientifico degli Urologi.rnDa ultimo alcune dediche particolarmente sentite.rnLa prima alla Clinica Urologica ed Andrologica di Perugia.rnAl Prof. Francesco Micali, inimitabile Maestro di Scienza e di Vita cui devo il mio essere Urologo.rnAi miei Collaboratori tutti, dagli Infermieri ai Caposala, ai Medici che mi hanno affiancato per decenni rendendo, con il loro impegno, il loro sacrificio, la loro brillantezza culturale ed operativa, la Clinica Urologica ed Andrologica di Perugia quel gioiello prezioso che a loro mi accingo a lasciare.rnTutti sono ugualmente meritevoli, coloro che sono o sono stati i Membri “Storici” del mio gruppo: Elisabetta Costantini, Ettore Mearini, Riccardo Lombi, Carla Micheli, Paolo Rosi, Antonella Giannantoni, Silvestro Parziani, Luigi Mearini, Alessandro Zucchi, nonché i più giovani che li affiancano: Michele Del Zingaro, Alberto Vianello, Paolo Guiggi, e le insostituibili Segretarie Roberta Cagini e Donatella Orcidi.rnSono tutti loro il futuro della Nostra Clinica.rnL’ultima e più sentita dedica alla... -
Farmacologia generale e clinica
"La X edizione italiana è stata effettuata sull’ultima (XIII) edizione americana del Katzung’s Basic and Clinical Pharmacology che si conferma un testo di sicuro riferimento per la preparazione di studenti in medicina, farmacia, scienze infermieristiche ed altresì di rilevante importanza per le attività specifiche di medici ed operatori sanitari.rnL’inclusione, all’inizio della più gran parte dei capitoli, di casi clinici pertinenti richiedenti impegni terapeutici specifici relativi alla materia trattata nel capitolo, e la risposta al termine di essi, consentono un continuum fra patologie specifiche e corretto impiego dei farmaci più adatti nei casi descritti.rnLe tabelle-sommario al termine della più parte dei capitoli consentono una rapida individuazione dei prototipi dei gruppi di farmaci presi in esame e di tutti i più importanti congeneri. La presentazione a colori delle figure è assai utile per la comprensione di aspetti anche complessi del testo.rnLa X edizione italiana è stata costantemente aggiornata, anche con sei inserti relativi rispettivamente ad aspetti delle azioni sfavorevoli dei FANS (cap. 36), ai prodotti biologici per la degenerazione maculare retinica (cap. 55), alla farmacoterapia di una malattia autoimmune quale la sclerosi multipla (ibidem), a trattamenti convenzionali e biologici nella psoriasi (cap.rn61), alla spesa farmaceutica in Italia e l’appropriatezza delle cure (cap. 65) ed a novità in tema di vaccini e di immunoglobuline (App. I). Per l’immediatezza dell’informazione, sono stati riportati farmaci approvati dalla FDA nel 2016 menzionati nel testo e farmaci di recente commercializzati negli USA. Essendo facilmente reperibili in Internet informazioni circa le specialità relative ai principi attivi menzionati nel testo, si è ritenuto opportuno eliminare le Appendici V-1 e V-2 della precedente edizione italiana. I principi attivi non ancora disponibili in Italia sono stati accompagnati nel testo ai nomi delle specialità straniere, quasi tutte USA.rnL’appendice I relativa ai vaccini porta i più recenti aggiornamenti sulle problematiche vaccinali. L’appendice III fornisce la più recente trattazione della sempre più importante farmacovigilanza ed è corredata da appropriate tabelle e figure a colori.rnParticolare considerazione hanno avuto la revisione ed integrazione delle appendici IV, VI e VII, relative a modalità di prescrizione anche molto recentemente variate con riferimento pure ai farmaci controllati, compresi quelli per la terapia del dolore, risultando così un’importante fonte di informazione per medici e farmacisti e nuovi laureati all’inizio dell’attività professionale.rnL’appendice VI consente la identificazione della composizione dei prodotti da banco presi in considerazione nel cap. 63. L’appendice VII riporta i dati più attendibili per un corretto impiego clinico di quei farmaci che, dato il positivo rapporto concentrazione/ effetto, possono, per i dati cinetici forniti, essere meglio utilizzati e posologicamente controllati anche per loro effetti secondari. I dati forniti nell’appendice VII sono consonanti con quelli di alcuni gruppi di farmaci (ad es. amminoglicosidi, antiepilettici) riportati nel testo.rnAlla traduzione dell’opera e revisione delle appendici hanno collaborato con me studiosi, riportati nelle pagine che seguono, con diverse specifiche competenze, che ringrazio vivamente, così come il prof. agg. Cesare Mancuso che ha avuto parte importante in vari aspetti scientifico-redazionali. Ringrazio inoltre per aver collaborato a vario titolo alle attività legate ai rapporti con... -
Principi di chimica farmaceutica
"Un gruppo di docenti di Chimica Farmaceutica italiani ha accettato con piacere l’invito dell’Editore Piccin a tradurre il testo Essentials of Foye’s Principles of Medicinal Chemistry, un ottimo compendio del più completo testo di riferimento FOYE’S Principi di Chimica Farmaceutica.rn“L’Essenziale del FOYE”, deriva da e aggiorna la sesta edizione italiana, settima americana, del testo di riferimento modificandone anche, seppur leggermente, la struttura e costituisce un aiuto agile, opportuno e di qualità elevata al processo di apprendimento della chimica farmaceutica da parte dello studente.rnI farmaci sono strumenti essenziali per la salute e il benessere delle persone e sono parte del nostro quotidiano a tal punto che la loro disponibilità ed efficacia sembrano ovvie alla maggior parte delle persone. In realtà la chimica farmaceutica non è una branca della scienza ormai fossilizzata, ma una disciplina attiva e che richiede un continuo sforzo per estrarre da essa ciò che può ancora offrire. Per questo ancora oggi sono estremamente necessari professionisti capaci di catalizzare i progressi nella scoperta di nuovi farmaci, nuovi usi di sostanze note o nuove tecniche di somministrazione delle forme farmaceutiche.rnAl contempo, sono richiesti professionisti in grado di distribuire i farmaci alle persone in modo che queste ne traggano il massimo beneficio.rnPer la sua agilità e qualità FOYE’S Principi di Chimica Farmaceutica – L’Essenziale è un utilissimo strumento per chiunque sia interessato a capire i meccanismi d’azione dei farmaci e le caratteristiche che, presenti in queste molecole, ne influenzano l’assorbimento, la distribuzione nell’organismo, l’interazione con altri farmaci o con gli alimenti, la durata d’azione e gli effetti collaterali. Queste informazioni sono utili non solo al farmacista ma anche a chi prescrive i farmaci, ad esempio medici ed altri professionisti della salute. Infatti, come nel “FOYE’S Principi di Chimica Farmaceutica”, anche in questo compendio vengono evidenziati e commentati gli usi clinici dei farmaci in modo da favorire un proficuo dialogo tra medici, infermieri e farmacisti.rnVogliamo concludere con un’espressione presa a prestito dall’introduzione del testo di riferimento: ”Un particolare ringraziamento alla Dottoressa Antonella Noventa e alla Casa Editrice Piccin, che con competenza e professionalità hanno risolto i problemi editoriali e linguistici stabilendo un fattivo rapporto di collaborazione con i vari traduttori”.rnUn sincero grazie va anche a quei Colleghi che hanno “tracciato il solco” in particolare i Proff. Paolo Da Re, Sergio Caffieri e Francesco Dall’Acqua.rnInfine va ricordato il contributo di William O. Foye, la cui capacità di cogliere il grande sviluppo della chimica farmaceutica ha reso possibile la realizzazione di queste opere."""" (Presentazione dell'edizione italiana)" -
Interazioni piante-ambiente
In un giorno imprecisato un anonimo atomo di carbonio, figlio di una lunghissima storia cosmica, “ebbe la fortuna di rasentare una foglia, di penetrarvi, e di esservi inchiodato da un raggio di luce”. Così si rinnovò il prodigio biochimico della fotosintesi, “fulmineo lavoro a tre, dell’anidride carbonica, della luce e del verde vegetale”, la stretta porta che, mediamente ogni duecento anni, fa entrare e rientrare ogni atomo di carbonio presente in atmosfera nel grande ciclo della vita. L’immortale atomo di carbonio divenne allora parte di una molecola di glucosio: “viaggiò dunque, col lento passo dei succhi vegetali, dalla foglia per il picciolo e per il tralcio fino al tronco, e di qui discese fino a un grappolo quasi maturo. Quello che seguì è di pertinenza dei vinai”. Fu infatti ingollato da un bevitore umano, parcheggiato qualche giorno nel fegato, ritrasformato in glucosio e trasportato verso un muscolo, quindi incluso in una molecola di acido lattico e poi espulso di nuovo in atmosfera sotto forma di anidride carbonica. Lo ritroveremo molti anni dopo, in Libano, imprigionato dentro il tronco di un cedro, e ancor più avanti in un bicchiere di latte, metabolizzato il quale l’atomo di carbonio finisce dentro a un neurone. Il tutto grazie alle “nostre sorelle silenziose, le piante, che non sperimentano e non discutono”, ma da cui la nostra intera vita dipende. Questo viaggio per nulla immaginario è raccontato dal chimico Primo Levi in “Carbonio”, l’ultimo celebre capitolo de Il sistema periodico (1975), ed è un buon viatico letterario per intraprendere lo studio di questo originale compendio delle interazioni tra le piante e l’ambiente. Relazioni di ogni tipo - collaborative, competitive, mutualistiche, simbiotiche, endosimbiotiche – al cui centro stanno sempre le piante. Relazioni tra piante e cambiamenti o stress ambientali, tra piante e parassiti, piante e funghi, funghi e alghe, piante e batteri, piante e insetti, piante ed erbivori, e naturalmente anche piante e umani. Noi sedicenti sapiens abbiamo addomesticato alcune piante per i nostri fini una dozzina di millenni fa, anche se già i Neandertal avevano imparato a selezionarle non solo per fini alimentari ma anche di auto-medicazione. Ci siamo così convinti di dominarle per mezzo di incroci mirati e selezione artificiale. In realtà, evolutivamente parlando, sono loro ad aver addomesticato noi, usandoci come impareggiabile veicolo di diffusione e impregnando ogni aspetto delle nostre nicchie eco-culturali, dato che con le piante mangiamo, scriviamo, ci vestiamo, costruiamo abitazioni e mezzi di trasporto, ci abbelliamo, ci coloriamo, ci droghiamo, ci avveleniamo e ci curiamo. Ciò nonostante, le piante avranno di che temerci in futuro, visto che la frammentazione degli habitat causata dalla deforestazione, la diffusione di specie invasive, il sovrappopolamento urbano e l’inquinamento agricolo e industriale stanno generando un’estinzione di massa della biodiversità (anche vegetale) che ha come precedenti soltanto le cinque maggiori catastrofi degli ultimi cinquecento milioni di anni. Ora che alla miscela poco sopra descritta si aggiunge il riscaldamento climatico, di cui si parla profusamente in questo volume, alcuni scienziati hanno proposto il modello della “tempesta perfetta”:... -
La moderna alimentazione mediterranea
"Negli ultimi decenni, specialmente nei Paesi più progrediti, sono profondamente mutate le abitudini alimentari in conseguenza di varie condizioni, quali il declino del mondo contadino tradizionale e il rapido passaggio all’epoca tecnologica-industriale e post-industriale, il miglioramento delle condizioni economicosociali, l’abbondanza e la varietà dei cibi disponibili, l’urbanizzazione, l’allentamento dei legami famigliari, il lavoro extradomestico della donna, i ritmi e le tipologie di molte attività lavorative, la globalizzazione e il multiculturalismo. L’alimentazione a base essenzialmente di vegetali dell’economia povera e contadina ha lasciato progressivamente il posto al modello di alimentazione “occidentale” ricco di calorie, di protidi e di lipidi animali, di zuccheri semplici, di cereali raffinati e di additivi, ma povero di sapori genuini e di importanti nutrienti, quali fibre vegetali, vitamine e minerali.rnIl modello “occidentale” di alimentazione ha contribuito al miglioramento della durata e della qualità della vita grazie alla riduzione o addirittura alla scomparsa di molte malattie dovute alla scarsita di cibo, ma e associato alla maggiore incidenza di varie malattie croniche, quali diabete tipo 2, obesita, sindrome metabolica, malattie cardiovascolari su base aterosclerotica, malattie neurodegenerative, vari tipi di tumori maligni, in cui intervengono abitudini alimentari scorrette.rnPertanto si e sempre piu diffusa, grazie al progresso scientifico e culturale, la consapevolezza che un’alimentazione salubre e fondamentale per la salute e di conseguenza si e riscoperta e valorizzata l’alimentazione mediterranea, semplice, gradevole e dotata di effetti preventivi per molte patologie.rnPeraltro non e realistico proporre all’uomo moderno la stessa alimentazione dell’uomo che sino a pochi decenni fa lavorava la terra e si alimentava essenzialmente con i prodotti dell’orto.rnLa moderna ricerca scientifica e indirizzata verso la formulazione di un’alimentazione personalizzata in base al profilo genetico, ma per ora si tratta solamente di un approccio promettente poiche i test nutrigenetici, pur essendo indicativi, non hanno ancora raggiunto una predittivita definitiva (e costi accessibili) per identificare quale sia, sulla base del profilo genetico individuale, l’alimentazione piu adatta per un singolo soggetto e vanno comunque interpretati solo da esperti. Pertanto attualmente, pur nella consapevolezza che, a causa della variabilita individuale dovuta a fattori genetici e acquisiti, non esiste un’alimentazione ideale per tutti, e sempre valida per la popolazione in generale la raccomandazione di una alimentazione salubre quale l’alimentazione mediterranea.rnScopo di questo libro e di dare un contributo all’educazione alimentare mediante l’esposizione semplice e sintetica delle caratteristiche e dei principali impieghi della moderna alimentazione salubre, fondata sui principi fondamentali della tradizionale alimentazione mediterranea e attualizzata in base alle nuove esigenze alimentari e alla disponibilita di prodotti alimentari che non fanno parte dell’alimentazione mediterranea tradizionale e di integratori alimentari che consentono, se necessario, di ottimizzare l’alimentazione e di personalizzarla in base alle condizioni fisiologiche e patologiche individuali.rnDestinatari del libro sono i professionisti della salute (medici, farmacisti, infermieri, dietologi, nutrizionisti, consulenti nutrizionali), gli studenti delle corrispondenti discipline e tutti coloro che sono interessati a disporre, con questo libro, di uno strumento semplice, aggiornato e scientificamente corretto, utile per la conoscenza e la diffusione della moderna alimentazione mediterranea.rnParti di questo libro sono tratte e modificate dal recente libro di Dietologia...