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Un mondo migliore. Ritratti
«Ammesso che la vita di ciascuno, al netto dei tanti tempi morti, sia una specie di romanzo, sono soprattutto gli incontri a renderne interessante la trama.»rnrn«... guarda da un'ora all'altra / come cambiano i colori: di grigio in verde, di verde / in freschissimo azzurro.» Questi versi di Vittorio Sereni (da «Un posto di vacanza», in «Stella variabile», 1981), racchiudono l'incanto di un luogo speciale: Bocca di Magra, che fu meta della villeggiatura estiva di un gruppo di scrittori, poeti, funzionari editoriali che hanno segnato il nostro secondo Novecento. È in larga parte qui che Silvia Sereni, figlia di Vittorio, sceglie di evocarli, consegnandoci ricordi brevi e intensi, tutti scritti ""in levare"""" eppure pieni di affetto, che restituiscono luoghi e personaggi in una luce vivissima. Da Fruttero & Lucentini a del Buono, da Isella a Pontiggia, da Gillo Dorfles con la moglie Lalla a Raboni che abitava al settimo del condominio di via Paravia dove i Sereni occupavano il secondo, da Laura Grimaldi al trio di Pippo, Vito e Donatella, amici nonché collaboratori di Vittorini: attraverso queste pagine ci accorgiamo che erano donne e uomini in cerca di bellezza, in cammino verso un mondo migliore; e ne proviamo un'acuta nostalgia. Accompagnano il testo alcuni ritratti pieni di vitalità tracciati da Giovanna Sereni, sorella di Silvia."" -
Taccuino di una donna timida
«È incredibile il numero delle cose tangibili che l'immaginazione ci nasconde, inferiore però sempre a quello delle cose più interessanti, non evidenti, che scopre.»rnrn«La delicatezza, il pudore, la sensibilità in persona» – Giuseppe PrezzolinirnrnTra il 1955 e il 1965 Orsola Nemi raccoglie bozzetti, pensieri e poemetti che documentano una vita trascorsa in grandi case zeppe di libri e di gatti, aperte su giardini e orizzonti nei quali la fantasia ha spazio per correre ed esprimersi. Curiosa, sempre incantata dalla natura, osserva avvenimenti del mondo vegetale e animale, che paragona a quello degli uomini e su cui fa riflessioni profonde; e insieme nota e annota i grandi avvenimenti mondiali facendoli suoi, commentandoli e interpretandoli. Che sia trasognata o caustica, lieve o lancinante, sceglie sempre una lingua meditata e preziosa per consegnare agli occhi dei lettori, lei, donna timida, una visione del mondo che di timido non ha nulla. -
I giorni innocenti della guerra. Nuova ediz.
Vincitore del Premio Mondello e Super Mondello 2007rnrn«Si può anche immaginare questo romanzo come uno splendido film, o come un mosaico: tutte le sue tessere compongono un quadro che ricorda i dipinti di David Hockney, e così quella raccontata è una Seconda guerra mondiale senza la solita epopea, ma con tutti i momenti tristi, felici, eccitanti e tragici della vita, restituiti da una scrittura asciutta e accurata» – Frankfurter Allgemeine ZeitungrnrnCentro Italia, alla vigilia del secondo conflitto mondiale. La vita di un gruppo di ragazzi e ragazze si trova nel pieno di quella che presto diventerà una guerra civile. Fra loro c'è Stefano Portelli, avvocato di belle speranze con la testa gonfia di utopie innamorato di Eleonora. E c'è la cognata Nina, legata in segreto a Sergio, capo partigiano quasi adolescente. Altre esistenze corrono parallele, incrociandosi poi in maniera imprevista: quella di Alastair Ormiston, pilota inglese della RAF, che adora i libri di Virginia Woolf e sogna il compagno ideale. E quella di Edna, l'amica del cuore che, in una Londra bombardata dai nazisti, scopre se stessa e la felicità. Se queste vite si incroceranno in maniera imprevista, rimescolando le carte della grande Storia, sarà per opera di un destino che le supera, bruciandole in un falò dove tutto si consuma – gioia e dolore insieme. -
Noi tre
La storia di tre ragazzi che venivano dalla provincia con il sogno di diventare scrittori.rnrn«Fuori da ogni iperbole, ""Noi tre"""" è uno dei più bei romanzi pubblicati in Italia in questi anni. La storia, scritta sotto forma di memoir, racconta l'amicizia tra fortunato, Pier Vittorio Tondelli e Filippo Betto. Ma la cosa più importante del libro è la narrazione dell'amore in assenza di chi si ama» – Wlodek Goldkornrnrn«Noi tre» è la storia di Pier Vittorio Tondelli, di Filippo Betto e dell'autore di questo romanzo – tre ragazzi che venivano dalla provincia con il sogno di diventare scrittori: """"consideravano la letteratura la loro principale ragion d'essere"""" e poiché avevano quasi tutto in comune, """"si amarono come ci si ama da ragazzi, senza remore morali né pietà"""". L'Italia è quella degli anni ottanta del secolo scorso: l'""""Italia da bere"""" che dissipò se stessa nell'ubriacatura del consumismo, ma anche una nazione che finalmente si affacciava alla modernità. Pier, Filippo e Mario erano giovani, liberi e alla fine persero tutto. Pier incontra subito la notorietà, pagandola a caro prezzo. Filippo è il più giovane e ha il distacco dei fratelli minori, ma l'inquietudine lo divora. Mario, che dei tre si direbbe il più forte, è tuttavia il meno sicuro di sé. La pubblicazione dei loro libri scandisce l'ingresso nel mondo adulto. Ma alla soglia dell'età matura Pier se ne va per colpa dell'aids. Poi tocca a Filippo, nella maniera contraddittoria che è stata la cifra della sua vita. Così Mario, rimasto solo, per anni si interroga se raccontare la storia della loro meravigliosa giovinezza, e che cosa ne penserebbero gli altri due. «Noi tre» è la riposta a tale domanda."" -
La donna leopardo
Un romanzo più moraviano che mai per la selvaggia ambientazione in Africa, che nella sua asprezza non perdona nulla a chi vi si avventura disattento, per i personaggi, tipici romani borghesi semicolti, per le atmosfere morbose e per il tema principale, una condizione emotiva irrisolta.rnrn«L'amore come lo intendeva letterariamente Moravia: una metafora del difficile e spesso insondabile rapporto tra le persone» – Enzo SicilianornrnUn giornalista che deve realizzare un reportage e sua moglie partono per il Gabon. Con loro il direttore del giornale, per il quale la donna prova una dichiarata attrazione. La relazione clandestina che ne sfocia mette alla prova i limiti umani psicologici e morali di tutti i personaggi. È la storia, volutamente priva di soluzione, di un tradimento amoroso, di una sofferenza voyeuristica e di una dolente incapacità di comprensione, e segna uno dei punti più alti della meditazione esistenziale di Moravia: la vita non si conosce e noi non la conosciamo. Pubblicato postumo nel 1991, «La donna leopardo» è quello che Cecchi definiva ""il Moravia migliore"""", quello dei romanzi a respiro breve, come «Agostino«, «La disubbidienza», «L'amore coniugale»."" -
L' arte del matrimonio
Alex, Christine, Zachary, Lydia si conoscono da quando hanno vent'anni, anche da prima, e ora ne hanno un po' più di cinquanta. Hanno amato, odiato, scelto strade giuste e sbagliate, o non hanno scelto affatto; hanno cresciuto bambini, creato case, covato e soffocato ambizioni. Quando Zachary muore all'improvviso l'equilibrio magico che reggeva il loro quartetto salta; Lydia, l'eterna seduttrice, non sa stare da sola, va a vivere a casa di Alex e Chris, occupa un territorio non suo col disordine degli oggetti e l'invadenza affascinante che è sempre stata il suo tratto. Ciò che succede è imprevisto e insieme fatale. Ma questo non è solo un romanzo di coppie fluide, di amore e amicizia e ancora amore intrecciati fino a cancellare o calpestare i limiti; c'è anche l'arte, comprata e venduta da Zachary nella sua bonomia esuberante, cercata e praticata con fatica e pudore da Chris, ripudiata per orgoglio da Alex; ci sono i figli: la selvatica Grace, la solida, seria Isobel, l'ombroso Sandy con la sua musica; e ci sono le città belle: la Londra dei vicoli segreti e delle gallerie, sempre tagliata da una luce prodigiosa, e Venezia, luogo di una vacanza pigra ed equivoca. Tessa Hadley fa musica da camera con le parole, le sceglie una per una, gioca con le simmetrie e i contrasti, racconta semplicemente la vita, che semplice non è mai. -
Poesie e prose. Testo greco a fronte
Per la prima volta vengono pubblicate tutte le poesie di Konstantinos Kavafis (comprese le Poesie incompiute, mai edite in italiano) assieme alle sue prose più significative. Un volume – con il testo greco a fronte, corredato di ampi commenti, indici e una sezione iconografica – che permetterà di cogliere i molteplici aspetti di una straordinaria esperienza letteraria.«Ma non affrettare per nulla il tuo viaggio. Meglio è che duri molti, molti anni, e che tu approdi all'isola ormai vecchio ricco di quanto nel cammino hai guadagnato senza aspettarti che ti dia ricchezze Itaca» - Itaca, vv. 26-30Eros e storia, memoria personale e memoria storica, il mondo greco che nelle sue alterne vicende e nella sua durata si propone come modello dell'oggi sono i temi dominanti della poesia di Kavafis. Alle 154 poesie che gli hanno dato la fama, solo nel 1935 raccolte in unico volume, si sono aggiunti nel tempo altri scritti: le poesie giovanili (Poesie rifiutate), le Poesie nascoste, compiute ma lasciate nel cassetto, gli abbozzi del periodo più maturo (Poesie incompiute) testi che consentono di rintracciare un percorso poetico, dalla prima formazione nell'ambito del decadentismo europeo alla creazione di in linguaggio personalissimo di sorprendente modernità. Le Prose presentate nel volume non costituiscono la totalità degli scritti di Kavafis, ma la parte più rappresentativa del materiale pubblicato in edizioni di non facile reperibilità. Di carattere letterario, critico, personale e diaristico, sono per lo più appartenenti al suo periodo giovanile e rivelano aspetti dell'intellettuale in dialogo con la cultura del suo tempo oltre che con se stesso. -
Azzurro, troppo azzurro
Una vita come altre, quella di Rizzo, immigrato dal sud in una città del nord, grigia e anonima. Un'esistenza di profonda solitudine che cresce a dismisura fino a sfociare in una spirale di morti annunciate. La claustrofilia del protagonista è figlia del rifiuto di aprirsi agli altri, e Rizzo dall'osservatorio privilegiato del suo divano cova rancori che diventeranno odi e si crogiola nell'ossessione tassonomica della raccolta di ritagli di cronaca nera. Fino a sprofondare sempre più in se stesso, nel buio della malattia dell'anima. L'azzurro, troppo azzurro della canzone di Paolo Conte è non solo colonna sonora delle sue azioni ma anelito, bisogno disperato di evadere dal nero della quotidianità e delle relazioni che Rizzo non si è saputo coltivare. Un romanzo potente, che parla dell'incapacità di trovare una misura di sopportazione della realtà in cui a volte non ci riconosciamo più. -
L' infinito senza farci caso. Poesie d'amore
«Una dolcezza vera non è mai cordiale. Una dolcezza vera ti fa male.rn«Un libro che indaga tra purezza, corpo e carnalità» – Il Venerdìrn«Io non so che cosa sia l'amore. So cosa sono le intimità provvisorie. Non pensate a godimenti fuggitivi, a divagazioni non matrimoniali. Solo una visione vecchia di noi stessi e degli altri ci può far pensare all'amore come a una cosa che prima non c'è e poi compare e poi finisce. A me sembra che ci sono parti di noi che sono sempre in amore e altre che sono in fuga, sepolte e irraggiungibili. Ogni incontro bello, ogni intimità attinge a un giacimento mitico e poetico del quale dobbiamo smettere di aver paura. L'amore è una dimensione intimamente locale, si svolge sempre in un luogo ed è inedito ogni suo gesto. Il luogo dell'amore è il corpo. Corpo che diventa foglia, albero, paesaggio. Corpo che fa ombra e fa luce, corpo assoluto e cordiale, per un'ora o per mezzo secolo. Riconoscere questa specificità dell'amore è una forma di resistenza alla globalizzazione delle emozioni, alla dispersione dell'intensità. Il corpo amoroso ci richiama alla vita da vicino, al suo sapore locale, preciso.» Le poesie di Franco Arminio sono il resoconto quieto e febbrile di un cammino umanissimo eppure percorso dall'anelito a qualcosa di più grande. La parola poetica diventa rivelazione di una scintilla divina tra le nostre mani e canta un amore che forse non ci salva, ma senza il quale saremmo soli in balia del tempo che scorre. -
L' altra metà di Parigi. La rive droite
Quando si pensa a Parigi, si pensa sempre alla Rive Gauche e alla bohème di Montparnasse. Tra il 1919 e il 1939, però, il centro artistico, letterario e mondano della Ville Lumière era la dimenticata Rive Droite: lì c’erano il Palais Royal e il Louvre, l’Opéra e la Bibliothèque Nationale, i grandi boulevard con i loro lussuosi caffè, gli Champs-Élysées con i ritrovi, i teatri e i cinematografi, il Faubourg Saint-Honoré, i grandi alberghi e i negozi alla moda, i quartieri dell’alta borghesia dove si svolgeva la vita mondana, le periferie e Montmartre. Lì vivevano ""révolté"""" come André Breton e Céline, esuli e diseredati come Marina Cvetaeva e Henry Miller, ma anche altoborghesi come Proust e Gide, viveur come Francis Scott Fitzgerald e Jean Cocteau. Su una cosa sola tutti gli artisti, poveri o ricchi, erano d’accordo: si poteva vivere soltanto a Parigi."" -
Il principe felice e altre storie
«Notte dopo notte ho cantato di lui, anche se non lo conoscevo; notte dopo notte ho raccontato la sua storia alle stelle, e adesso lo vedo.»rnrn«Le fiabe delle raccolte racchiudono tutte, dal canto loro, un ammaestramento morale che non oscura mai la limpidezza e la raffinatezza dello stile. Le fantasticherie fiabesche non sono destinate soltanto all'infanzia giacché, come dichiarò lo stesso autore, esse sono state inventate ""in parte per i bambini e in parte per coloro che hanno mantenuto la capacità fanciullesca della gioia e dello stupore""""» – Masolino D'AmicornrnQuesto volume riunisce le due raccolte: «Il principe felice e altre fiabe» e «La casa dei melograni». Scritte dall'autore per i figli con intento educativo, fiabe e storie alludono sottilmente alle contraddizioni della morale vittoriana. Troviamo tra gli altri un Principe felice che non è poi così felice e un Gigante egoista che impara ad amare i bambini ma anche un Razzo ragguardevole e un tormentato Figlio delle Stelle. Le illustrazioni di Mauro Evangelista interpretano ed esaltano l'incanto di una scrittura precisa e musicale."" -
Beren e Lúthien
La storia della coppia fantastica a cui si allude in altre opere di Tolkien. Il racconto di un amore contrastato, tra un umano della Terra di Mezzo e un'elfa immortale di stirpe legale.rnrnE allora fu il cuore di Beren a essere invaso dalla pena, poiché egli amava quella vita nei boschi, assieme ai cani (oramai molti altri si erano accompagnati a Huan), ma non se Tinúviel non fosse stata là con lui.rnrnUn amore contrastato, quello tra Beren e Lúthien: lui umano della Terra di Mezzo, lei elfa immortale di stirpe regale. Per coronare il suo sogno d'amore Beren dovrà consegnare al padre di lei uno dei Silmaril della Corona di Morgoth, e avere così la sua benedizione. Una missione che, a dispetto della difficoltà, avrà un lieto fine: Beren, ferito a morte, sarà salvato, e Lúthien rinuncerà all'immortalità per lui. Il racconto ha subìto cambiamenti e si è evoluto man mano che l'orizzonte della Terra di Mezzo si è allargato. Per mostrare la vitalità del nucleo narrativo Christopher Tolkien ha scelto le parole di suo padre arricchite da passaggi di prosa e di poesia appartenenti a testi posteriori che restituiscono tutta l'immediatezza e la freschezza del testo. -
Viaggio nella Grecia antica
Cesare Brandi accompagna il lettore alla scoperta dell'antica Grecia – Creta, l'Acropoli, Delfi, Olimpia, Mistrà: una carrellata di luoghi raccontati con l'attenzione al dettaglio di una colonna, alla cromia particolare di un prato fiorito, senza tralasciare il suo bagaglio culturale di inestimabile grandezza.rnrnMi ricordo che il cielo, proprio davanti ai propilei, era pieno di aquiloni. Qua e là, in Attica o nel Peloponneso, incontrai dei bambini piccolissimi che tentavano di fare salire in cielo quadratini di carta velina, leggera come un sospiro.rnrnProfessore mai professorale, esigente dispensatore di pareri irrevocabili, Cesare Brandi fu sempre in viaggio in luoghi che i suoi incarichi lavorativi lo portarono a conoscere e ad amare: una attività che per lui aveva una dimensione etica prima ancora che estetica. In questo volume accompagna il lettore alla scoperta dell'antica Grecia – Creta, l'Acropoli, Delfi, Olimpia, Mistrà: una carrellata di luoghi raccontati con l'attenzione al dettaglio di una colonna, alla cromia particolare di un prato fiorito, senza tralasciare il suo bagaglio culturale di inestimabile grandezza. È un racconto poetico leggero ed emozionante al tempo stesso, che porta diritto allo scopo stesso del viaggio: la ricerca del senso e della verità oltre i miti e le dottrine, il porsi in sintonia con quello che Christian Norberg Schulz avrebbe definito il ""genius loci"""", lo spirito proprio di ciascun luogo."" -
Terre d'Italia
Le impressioni e le considerazioni di Cesare Brandi sull'arte e sull'ambiente del nostro Paese: viaggi, paesaggi, gente famosa o comune, usi e costumi, visite in luoghi ancora intatti e superbamente restaurati o spazi evocati e scomparsi, violati da cementi infami.rnrn«Brandi viaggiando cerca la bellezza e la trova sempre nel disincanto delle proprie parole – che poi sono incantevoli per freschezza e vigore – nella purezza del gesto, nel nitore delle immagini» – Enzo SicilianornrnCesare Brandi ha viaggiato in ogni luogo d'Italia, forse più di chiunque altro, prima e dopo le autostrade. Dagli anni cinquanta agli anni ottanta ha annotato in occasioni diverse – per quotidiani, riviste, per la radio, per consulenze su restauri – le sue impressioni e considerazioni sull'arte e sull'ambiente del nostro Paese. Viaggi, paesaggi, gente famosa o comune, usi e costumi, visite in luoghi ancora intatti e superbamente restaurati o spazi evocati e scomparsi, violati da cementi infami. Ne è uscito un libro straordinario, che più di ogni altra opera di Brandi ci trasmette un ritratto vivo e mobile del suo autore. Ce n'è per ogni lettore: chi ritroverà in questa eccezionale raccolta il suo paese natale, la contrada, la città, la collina o l'isola dove ancora vive o da dove è stato esiliato. Chi scoprirà l'angolo dove ha rischiato di non fermarsi mai perché non sapeva o non immaginava fosse tanto bello. -
L' amata alla finestra
Narratore notturno, Corrado Alvaro offre con questa raccolta alcune delle sue pagine più belle e significative, capaci di gettare una luce solare sugli incubi del nostro tempo.rnrn«Non leggete Alvaro solo in superficie: è ricco specialmente il sottosuolo di questo scrittore calabrese che negli anni Venti è penetrato con più di un racconto dove arriva solo la maggiore narrativa europea» – Walter PedullàrnrnQuesto è a suo modo un libro molto femminile ed è spesso una donna la protagonista dei trentatré racconti che lo compongono. Sono donne un po' maghe: leggono nella mano il destino e vedono cose su cui per pietà tacciono. Spesso intuiscono un futuro drammatico che sfugge agli uomini. E si ribellano, anche: alcune non accettano di vivere nell'arretratezza culturale e civile in cui si trovano, altre si trincerano dietro un silenzio accusatorio, o ancora si abbandonano al pianto come unico mezzo per denunciare padri e padroni. Sono figure che interpretano la tragedia laddove gli uomini si possono ancora permettere di fare la commedia. In questi racconti trovano spazio tutti i temi cari all'autore: città e campagna, storia e natura, cultura moderna e primitivismo, progressismo ed eterno ritorno, racconto saggistico e lirismo, innovazione linguistica e nostalgia di un passato non massificato. Alvaro, narratore notturno, offre con questa raccolta alcune delle sue pagine più belle e significative, capaci di gettare una luce solare sugli incubi del nostro tempo. -
L' uomo nel labirinto
Primo romanzo di Corrado Alvaro, L'uomo nel labirinto mette in scena lo scontro tra un giovane reduce meridionale e la tumultuosa realtà urbana del primo dopoguerra.rnrnGli sembrava la vita essere un grande giro nel quale egli non fosse riuscito a intromettersi al momento giusto e di essere rimasto spettatore. Ed oggi era tardi, tanto che ogni volta che provava a spingersi aventi ne era rigettato come un sasso scagliato contro una ruota in movimento.rnrnIn un frustrante alternarsi di speranze e delusioni, Sebastiano Babel è spinto a constatare la propria inettitudine all'impegno e alla scelta: inventore incapace di un vero progetto, schiacciato da una folla cittadina con cui non riesce a confrontarsi, uomo senza qualità, cerca invano la salvezza nelle esperienze erotiche e nelle poche amicizie, preferendo rifugiarsi in un mondo di fantasia anziché affrontare la vita. Romanzo sulla disgregazione morale degli anni che prepararono la dittatura, contiene già i motivi fondamentali della produzione di Alvaro: la nostalgia verso un mondo primitivo e sensuale contrapposto a una modernità affascinante e crudele, la tematica dell'emigrazione, una razionalità e una moralità profonde e un'acuta sollecitudine per le sorti dell'umanità. -
Vita di Carlomagno. Un padre della patria europea
Che cosa rappresenta Carlomagno per noi? Siamo in qualche modo debitori a questo sovrano il cui impero ha avuto una durata relativamente breve e la cui figura oscilla tra storia e mito?rnrnForse è eccessivo parlare di ""padre della patria""""; eppure nella fondazione dell'Impero romano-germanico, radicato nel Medioevo ma con uno sguardo alla modernità, e nella volontà nostalgica di riportare in vita l'Impero romano considerato come qualcosa di straordinariamente fondante ci sono i prodromi di un comune denominatore storico europeo, pur nella pluralità e nel rispetto delle singole identità. Carlomagno è una figura storica di confine: sovrano medievale, di quel Medioevo dal quale la coscienza europea comincia pian piano a emergere. E accanto alla storia il mito: il cavaliere, il crociato, il cristianizzatore, il rifondatore della cultura, Sovrano semianalfabeta, non si è mai stancato di sottolineare nelle leggi l'importanza degli studi, unico antidoto alla barbarie e solo strumento di emancipazione. Franco Cardini, pagina dopo pagina, ci porta alla scoperta di questo sovrano eclettico, ci fa scoprire l'uomo, il politico, lo stratega, il guerriero. E si sofferma sulla sua intuizione più folgorante, a dispetto della brevità del suo regno; quella di un comune territorio politico e religioso per accogliere etnie diverse nel rispetto delle loro peculiarità. Questo il nostro debito verso di lui."" -
Il profumo della morte
Il St. Jude's era uno dei più grandi ospedali di Londra, ma oggi è solo un guscio vuoto in attesa di essere demolito. Quando un corpo viene ritrovato nelle sue viscere, l'antropologo forense David Hunter è chiamato a dare il suo parere. Non sa dire con certezza da quanto tempo il corpo sia lì, ma è certo che si tratta di una giovane donna. E che era incinta. Poi una parte del soffitto crolla, e un altro segreto sepolto nell'ospedale torna a galla: una stanza murata che ospita diversi letti, alcuni ancora occupati. Nel frattempo, mentre la fidanzata Rachel è lontana, Hunter cerca di distrarsi prendendo a cuore il caso di Lola, un'anziana signora un po' scorbutica che si occupa da sola del figlio colpito da ictus, e che David vorrebbe in qualche modo aiutare. Il fantasma di Grace Strachan, la psicopatica che ha cercato di ucciderlo, ancora aleggia nell'aria. Quello che sembrava un caso come tanti per il dottor Hunter diventa un incubo perverso, molto personale. E il St. Jude's deve ancora reclamare la sua ultima vittima. -
Prima che sia notte
Finalista al Premio Orbil 2021 sezione Narrativa 11-14 - Finalista al Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2021 - Categoria 11+Carlo non sente, Carlo vede solo da un occhio, e adesso quell'occhio è in pericolo. La voce narrante di questa storia in poesia e prosa è sua sorella, una ragazzina battagliera che da sempre trova la sua energia nella complicità con Carlo: spiritoso, allegro, fortissimo nonostante. Ma quando la vista sembra cedere è troppo. Come si fa a misurarsi anche con questo rischio? Semplice: si fa e basta, si cerca di sorridere, qualche volta ci si riesce. E si desidera e si spera insieme. Una famiglia salda, un'instancabile energia vitale, l'ironia, l'affetto sono le fonti inesauribili di una forza che vince tutto, raccontata da una voce sottile quanto intensa. Età di lettura: da 10 anni. -
Sacrificio
Silvie ha diciassette anni e sta passando le vacanze nell'Età del Ferro. Suo padre è appassionato di storia e per due settimane ha deciso di trascinare moglie e figlia in una zona remota del Northumberland per partecipare a un seminario estivo del professor Slade: insieme ad alcuni studenti vivranno come gli Antichi Britanni, di caccia e raccolta, senza contatti con altre persone o con qualsiasi forma di modernità, imparando a intrecciare cesti, ricreando la vita di una comunità del tempo. La vita in tutta la sua purezza, a contatto con la natura, come la natura spietata. Silvie sa fin troppo bene che la violenza è ovunque, persino tra le persone che dovrebbero amarla e proteggerla. L'esperimento funziona, e induce gli uomini del gruppo, ormai presi dalla finzione che hanno innescato loro stessi, ad accanirsi sulla preda più indifesa. Proprio come nella preistoria. Sarah Moss dimostra ancora una volta come l'immaginazione sia una potente chiave di lettura del presente: parlando del passato ci mostra chi siamo oggi, forse chi siamo sempre stati, in perenne, precario equilibrio tra spirito di sopravvivenza e desiderio di sopraffazione.