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L' altra mammella delle vacche amiche (un'autobiografia non autorizzata)
Sapendo di non avere nessuno da cui copiare, stavolta Aldo Busi ha deciso di plagiare se stesso. Ma ""L'altra mammella delle vacche amiche"""" non è affatto il riciclo di """"Vacche amiche"""" e nemmeno il suo seguito o la sua riscrittura: ne è lo sradicamento finale in forma di romanzo, il salto mortale della letteratura dalla padella della sessualità, umana a parole e maialesca nei fatti, alla brace politica della carne soprattutto femminile, e cotta a puntino. Quante finte amiche premono e si accalcano in queste pagine sperando di apparire uniche, diverse dalle altre, tutte vacche al trogolo. Sono donne a priori e a oltranza, petto in fuori e psiche in dentro, impazienti di farsi macellare, insaccare e mettere in vendita, meglio se da uno scrittore imprendibile, ricco non solo di sense of humour ma anche di disarmante tenerezza, con la sua capacità di cogliere, in una fetta di salame tagliata di sbieco, il trasalimento di un'emozione in agguato sin dall'infanzia. Ed eccoci precipitare nel gorgo di un intrigo dagli esiti innumerevoli e apertissimi, tanto più labirintico in quanto chi lo ordisce lo fa a propria insaputa. Tocca al lettore scioglierne i nodi, incluso quello che chi crede di sapere tutto delle storie che trama nemmeno sospetta e il cui bersaglio, ovviamente, è lui. Tra troppi seni e protesi determinati a mungere l'uomo con la scusa di offrirglisi, la mammella più generosa e giocosa è ancora quella dello scrittore..."" -
IRI e partecipazioni statali
In questo volume sono contenuti, in ordine cronologico, scritti e interventi pubblici di Bruno Visentini dal secondo dopoguerra agli anni Novanta del secolo scorso, concentrati sui problemi istituzionali relativi alle imprese a partecipazione statale e segnatamente dell'IRI, di cui Visentini è stato vice presidente. Una raccolta che delinea un ritratto di una delle figure più rappresentative del Novecento italiano, la cui ""azione imprenditoriale, politica e culturale si è sempre rivelata una sintesi alta dell'etica della convinzione e dell'etica della responsabilità""""."" -
Noi, che fummo giovani... e soldati. L'Altipiano e i suoi caduti nella grande guerra
L'Altipiano dei Sette Comuni è stato l'unico territorio in Italia a vivere in prima linea tutti i 41 mesi del Primo conflitto mondiale. Introdotto dallo storico Alberto Monticone, e arricchito di contributi di altri valenti studiosi, il volume è un'utile guida per capire come scoppiò il conflitto, quali devastanti conseguenze umane, sociali ed economiche ebbe su questa parte del territorio nazionale, e come oggi se ne conservi e tuteli la memoria, nello specifico mediante l'applicazione di quanto previsto dalla legge n. 78 del 7 marzo 2001, ""Tutela del patrimonio storico della Prima guerra mondiale"""", che proprio da una proposta partita dall'Altipiano prese le mosse per essere votata dal Parlamento. La pubblicazione, che presenta una ricerca condotta con un'attenzione speciale al tema del dramma umano, raccoglie insieme i caduti nella Grande Guerra dell'Altipiano così come era organizzato amministrativamente cento anni fa, con le località di Pedescala e San Pietro Valdastico all'interno del Comune di Rotzo. Viene così disegnato nell'insieme il quadro sociale di una peculiare realtà di confine che, sconvolta dalla guerra, non solo perderà il nerbo delle sue forze giovanili, ma vedrà il profugato di tutti gli abitanti e la totale distruzione del territorio, per ritrovare nella memoria a cento anni dal conflitto il significato di un luogo educativo per le giovani generazioni sul dramma della guerra."" -
Risponde papa Francesco. Tutte le interviste e le conferenze stampa
La prima intervista a un papa risale al 1892 con Leone XIII. Ma poi passano più di settant'anni per registrare quella nel 1965 a Paolo VI. E proprio Giovanni Battista Montini, primo pontefice a viaggiare in tutto il mondo, durante i voli papali inizia a incontrare i giornalisti. Continuate dai suoi successori, conferenze stampa e interviste sono divenute con Jorge Mario Bergoglio un nuovo efficacissimo modo di comunicare, in un linguaggio di facile comprensione. In questo libro sono raccolte tutte le conferenze stampa e le interviste di papa Francesco. Introduzione di Giovanni Maria Vian. -
Sonia Biacchi. Architetture per i corpi. Ediz. illustrata
"Considero lo spazio teatrale un luogo sacro dove agiscono interpreti dai sensi dilatati per una percezione totale di ciò che sta accadendo sulla scena: e le cose che accadono sono molte e in contemporanea. Ci sono voci, suoni, lamenti, rabbia e risate in uno spazio in cui convivono silenzio e rumori, pieni e vuoti illuminati o forgiati dalla luce, camuffamenti e scenografie. E gli interpreti a pelle scoperta, catturano i segnali, li trasformano, li rilanciano, li sintonizzano e li dipanano. Che follia partecipare a questo evento, a questo rito che rimanda alla magia di quelli primordiali che chiedevano agli dei pioggia e salute. Gli interpreti si sono liberati dalle corazze che li trattenevano al suolo e ora che la comunicazione si è fatta vera e necessaria offrono al pubblico la propria nudità. E la autenticità di ciò che accade mette le ali, attraversa la scena e si pone sul cuore dello spettatore e lo solleva, e i suoi pensieri e le sue preoccupazioni cambiano registro. Si accendono le luci, il ritorno del pubblico alla realtà è graduale tanto da frenare per alcuni istanti gli applausi. Alla fine qualcuno dice timidamente 'ma che cosa vuol dire?'. Non vuole dire, vuole essere. I miei tanti anni di esperienza mi hanno insegnato che lo spettacolo nasce da una idea di cui si perde traccia, è disintegrata dall'ordito elaborato durante la messa in scena, che pur non valendosi della parola, tocca le fibre più intime dell'interprete e dello spettatore""""." -
Il Sud deve morire. Esecutori, mandanti e complici di un delitto (quasi) perfetto
Per tanti politici il Mezzogiorno è soltanto un serbatoio elettorale, per parecchi nordisti un mercato da sfruttare, per alcuni imprenditori, sindacalisti e burocrati un bancomat a uso personale, per tutti i mafiosi un territorio da depredare, per certi antimafiosi un lavoro occasionale, per molti meridionali un luogo sul quale recriminare (e basta). Questi untori hanno avvelenato il Sud, riducendolo in coma profondo. Non paghi, speculano sulla sua agonia per costruire carriere, fortune e potere a danno di deboli, ingenui e onesti. Carlo Puca ha percorso da cronista tremila chilometri nel Mezzogiorno d'Italia. La sua indagine inizia con una ricognizione sui luoghi del delitto - da Lampedusa all'Aquila, passando per Papasidero, Viggiano, Barletta, Castel Volturno - per poi individuarne i mandanti, tracciare l'identikit degli esecutori e inchiodare i complici alle loro responsabilità. Un viaggio ""di fatica e di scoperte"""" che - confessa Puca - """"ha mutato la mia indole pacifica e fatalista"""". Un libro scritto """"con sentimento divenuto nel tempo risentimento"""", fino a quando le mille storie raccolte gli hanno palesato l'unica soluzione possibile: ammazzare """"una certa idea di Meridione"""" per trascinare nella tomba anche i vari """"dittatorelli"""" che deprimono la sua libertà. Cosicché il Sud possa finalmente sperare di rinascere nuovo e diverso."" -
Pasolini e la pedagogia
Pasolini sviluppò precocemente il suo interesse per l'educazione dell'individuo e della collettività, individuando in quell'impegno la ""missione"""" di civiltà della sua generazione e il mandato specifico dell'intellettuale. In un incandescente crogiuolo che fondeva la tensione etico-politica, la competenza culturale e la stessa pulsione erotica da sublimare in passione ascetica del dono maieutico, questo slancio pedagogico ebbe modo di esplicitarsi fin dagli anni friulani, quando egli animò originali pratiche di scuola alternativa e attiva, corredata anche da pionieristici esperimenti di animazione teatrale e corroborata da collaterali riflessioni teoriche. Ma anche dopo il 1949, con l'abbandono forzato dell'insegnamento a seguito dello scandalo di Ramuscello, il didatta Pasolini fu sempre in prima linea, nel fuoco di una militanza pedagogica tanto dolcemente amorosa verso il popolo e i suoi giovani figli da riscattare, quanto implacabilmente violenta contro la borghesia neocapitalistica, colpevole di aver imposto i suoi disvalori alienanti, e contro il popolo stesso che li ha accettati e si è pervertito in """"massa"""" indifferenziata di automi incattiviti, eterodiretti, immemori della storia e della tradizione. Sull' habitus pedagogico di Pasolini e sulla sua decisiva centralità si concentra dunque questo libro, che raccoglie i contributi prodotti a Casarsa nel novembre 2013 durante il convegno organizzato sull'argomento dal Centro Studi Pier Paolo Pasolini."" -
Itinerari italo-greci in Sicilia. I monasteri basiliani
La millenaria storia del movimento cenobitico orientale in Italia meridionale è dall'XI secolo strettamente connessa alla conquista dei Normanni, testimoniata dalla presenza sul territorio calabro-siculo dei resti di alcune fondazioni o rifondazioni monastiche di rito greco da loro promosse, la cui genesi e il cui successivo sviluppo sono per lo più di difficile interpretazione. L'itinerario italo-greco del Valdemone - area nord-orientale della Sicilia di eccezionale valore paesaggistico - proposto in questo testo fa riferimento ai soli cinque monumenti chiesastici ancora leggibili nei loro caratteri originari. L'architettura è una delle testimonianze più significative della capacità dei Normanni di sincretizzare esperienze stilistiche e spirituali di provenienza diversa, dando vita a prodotti di altissima suggestione che trovano le espressioni più alte nel Duomo di Monreale, in quello di Cefalù e nella Cappella Palatina del palazzo reale di Palermo inseriti nell'""itinerario arabo-normanno"""" dichiarato nel 2015 """"Patrimonio Mondiale dell'Umanità"""". Come espressioni tangibili di strutture socio-territoriali sedimentate nei luoghi, gli itinerari culturali possono essere visti come chiave d'ingresso di una conoscenza contestuale specifica nell'evoluzione della società e dei territori. Introduzione di Davide Papotti."" -
Le parole amorose: Mandragola, Clizia, Morgante
Il volume muove dall'analisi del linguaggio equivoco della Mandragola (con la spiegazione di passi spesso fraintesi o non pienamente intesi e lo svelamento, accanto all'omosessualità di Nicia, della predilezione di Lucrezia per la sodomia) all'interpretazione dell'opera in chiave autobiografica, come commedia del sesso sterile e risposta dell'autore al processo per sodomia fattogli intentare dagli ottimati fiorentini. In contrasto con la consuetudine vulgata di contrapporre Mandragola e Clizia, si fanno emergere le numerose analogie tra le due commedie e vi si riconosce un'identica impostazione di fondo, basata sulla rappresentazione da parte di Machiavelli di sé stesso in veste di personaggio, in polemica contro i propri concittadini e la loro visione delle cose. Ciò non esclude l'accentuarsi del pessimismo nella Clizia, autentico trionfo della fortuna e dell'irrazionalità e messa in scena da parte dell'autore della propria sconfitta politica e amorosa. Attraverso un serrato confronto con l'archetipo della Casina plautina e una puntuale analisi di passaggi del testo abitualmente trascurati, Boggione sconfessa le tradizionali letture dell'opera come commedia moralistica e classicistica, per indicarvi la più acre irrisione dei valori della società cinquecentesca, compreso quell'onore ancora salvato nella Mandragola. Chiude il volume la spiegazione di alcune espressioni oscene del Morgante di Pulci. -
I sette savi del bosco di bambù. Personalità eccentriche nella Cina medievale. Testo cinese a fronte
I Sette Savi, e lo spirito anticonformista da questi incarnato, hanno affascinato intere generazioni giungendo sino in Giappone, dove, a partire dall'VIII secolo, troviamo poeti che li citano nelle loro opere o si ispirano a loro. In epoche più recenti, in particolare agli inizi del XX secolo, le personalità dei Sette furono rilette in chiave moderna da quegli intellettuali, tra i quali spiccava Lu Xun (1881-1936) - uno dei più influenti scrittori dell'epoca -, che promuovevano un rinnovamento sociale per la Cina moderna. Questi intellettuali videro nei racconti riguardanti i Savi e nelle loro opere l'immagine di uno spirito ribelle ancora attuale che si scagliava contro tradizionalismo e ipocrisia morale. Tutt'oggi i Sette Savi del Bosco di Bambù sono tra i personaggi più famosi della Cina pre-moderna. -
Milano metropoli possibile
II volume raccoglie una serie di contributi che illustrano e analizzano il primo anno di vita della Città metropolitana di Milano, costituitasi nel gennaio del 2015. Vengono in particolare esaminate le prospettive e potenzialità di sviluppo economico e territoriale dell'area metropolitana e le aspettative che il mondo delle imprese ripone in questo processo, al termine di un anno che ha visto nell'Expo un'eccezionale occasione di rilancio della città. L'approccio multidisciplinare e i diversi punti di vista rappresentati dagli autori conferiscono al libro una visione d'insieme dei principali aspetti istituzionali, politici ed economici in cui si sta articolando questa importante e a lungo attesa innovazione del governo metropolitano. Particolare attenzione è dedicata al confronto tra l'esperienza in corso a Milano, quella di altre città italiane impegnate nell'istituzione del nuovo ente e le più significative città europee che hanno intrapreso percorsi analoghi negli ultimi anni. Prefazione di Gianfelice Rocca. -
Obama il grande. Con una guisa essenziale alle presidenziali 2016
Da uno dei massimi esperti in Italia di storia americana un libro controcorrente su Barack Obama, il ""grande presidente"""" che ha rinnovato la politica estera degli Stati Uniti e ha affrontato le diseguaglianze tra ricchi e poveri. Mentre Obama si appresta a lasciare la Casa Bianca, Massimo Teodori traccia un primo bilancio del suo operato, rispondendo ad alcuni interrogativi: ha portato l'America alla decadenza o ha rinnovato il Paese più ricco e potente del mondo? Ha combattuto il terrorismo o ha favorito, con l'isolazionismo, l'avanzata dell'Isis? Ha affrontato il razzismo o non è riuscito a ridurre le tensioni che agitano la società americana? È stato dalla parte dei ricchi di Wall Street o del ceto medio di Main Street? In breve: la sua presidenza è stata un successo o un fallimento? La seconda parte del volume contiene una guida per tutti coloro che vogliono comprendere la macchina della democrazia statunitense e farsi un'idea di come si svolgeranno le presidenziali del 2016, dalle primarie alle convenzioni nazionali, fino all'elezione popolare dell'8 novembre."" -
Imagine. Nuove immagini nell'arte italiana (1960-1969). Catalogo della mostra (Venezia, 23 aprile-19 settembre 2016). Ediz. illustrata
Nell'Italia degli anni '60, al culmine del miracolo economico, le sperimentazioni artistiche si susseguono e intrecciano con una rapidità e intensità straordinaria: il loro obiettivo comune è uscire dalla disillusione dell'immediato dopoguerra, per costruire un nuovo vocabolario di segni e immagini, che possa restituire il fermento della società e della cultura contemporanea. Alla ricchezza propositiva di questo decennio è dedicato questo volume, secondo uno sguardo e una prospettiva nuovi sull'arte italiana di questi anni. Vengono rappresentati artisti come Franco Angeli, Mario Ceroli, Domenico Gnoli, Giosetta Fioroni, Tano Festa, Fabio Mauri, Francesco lo Savio, Michelangelo Pistoletto, Mario Schifano. -
Aldo Manuzio. Il Rinascimento di Venezia. Catalogo della mostra (Venezia, 19 marzo 2015-19 giugno 2016). Ediz. illustrata
Il catalogo della mostra dedicata ad Aldo Manuzio a cinquecento anni dalla sua scomparsa è un omaggio al più famoso stampatore della storia dell'editoria. Racconta come il libro cambiò il mondo, e come e perché questo cambiamento avvenne a Venezia, città cosmopolita e porta fra oriente e occidente. Ma sarà soprattutto un viaggio nel mondo della cultura e delle arti a Venezia tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento, in una stagione cruciale che vede protagonisti pittori come Bellini, Carpaccio e il più giovane Giorgione (con l'esordio del suo allievo Tiziano), illustri artisti stranieri in visita come Albrecht Dürer, intellettuali di respiro europeo come Erasmo da Rotterdam. -
Restituzioni. Tesori d'arte restaurati 2016. Catalogo della mostra (Milano, 1 aprile-17 luglio 2016). Ediz. illustrata
La diciassettesima edizione del progetto Restituzioni prevede il restauro di circa 140 opere appartenenti al patrimonio artistico del paese, che come d'abitudine spaziano dal XIII al XX secolo. Oltre a confermare il coinvolgimento delle Soprintendenze competenti per le Regioni di Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Napoli, Puglia e Calabria e per i poli museali di Venezia, Firenze e Napoli, questa edizione vede per la prima volta la partecipazione al programma dei territori di Liguria e Firenze-Pistoia-Prato. Si aggiunge inoltre l'apertura verso territori europei di ambito di interesse delle banche straniere del gruppo Intesa Sanpaolo, con il coinvolgimento della Repubblica Slovacca. -
Da Kandinsky a Pollock. La grande arte dei Guggenheim. Catalogo della mostra (Firenze, 19 marzo-24 luglio 2016). Ediz. illustrata
Il catalogo raccoglie oltre 100 capolavori dell'arte europea e americana tra gli anni Venti e Sessanta del Novecento, in un percorso che ricostruisce rapporti e relazioni tra le due sponde dell'Oceano, nel segno delle figure dei collezionisti americani Peggy e Solomon Guggenheim, e racconta la nascita delle neoavanguardie del secondo dopoguerra in un fitto e costante dialogo tra artisti europei e americani. Si realizza un eccezionale confronto tra opere fondamentali di maestri europei dell'arte moderna come Marcel Duchamp, Max Ernst, Man Ray e Alberto Burri, Emilio Vedova, Jean Dubuffet, Lucio Fontana, insieme a Jackson Pollock, Marc Rothko, Wilhelm de Kooning, Alexander Calder, Roy Lichtenstein, Cy Twombly. -
Quaderni della procuratoria. Arte, storia, restauri della basilica di San Marco a Venezia (2015). Ediz. illustrata. Vol. 10
Questo decimo ""Quaderno"""" della Procuratoria di San Marco, l'ultimo della prima serie , dopo avere affrontato tanti temi riguardanti marmi, cappelle, mosaici, sculture, opere d'arte poco note o da poco restaurate, è dedicato al cuore stesso della basilica di San Marco, il ciborio. Tema importante e difficile: l'altare maggiore con le quattro colonne istoriate e il loro magico intreccio di scene che sorreggono il """"cielo"""" in marmo verde e le sei statue che lo sovrastano. E ancora una volta, preziose e inedite sono le novità che vengono sottoposte alla riflessione dei lettori, con saggi di Thomas Weigel, Anne Markham Schulz, Maria Da Villa Urbani, Ettore Vio, Antonella Fumo e Lorenzo Lazzarini."" -
Le due stagioni
Le stagioni che danno il titolo a quest'opera di Paolo Barbaro non sono solo quelle del tempo, ma anche - e soprattutto - quelle dell'anima, del corpo, della vita. Nella prima parte del dittico, Dario, assicuratore quarantenne con moglie e figli, insegue il desiderio e l'ardore perduti lasciandosi rapire da Bruna, che due pomeriggi a settimana, dopo il lavoro, lo aspetta nella casa di Sant'Elena, a Venezia. Nel susseguirsi della dolce monotonia amorosa, basterà però un piccolo cambiamento a spezzare l'incantesimo dell'idillio. Nella seconda parte, il protagonista ormai anziano, che la malattia costringe a un'immobilità sempre più definitiva, osserva il mondo dal suo ultimo riparo nella città lagunare: la casa. È una cronaca della fine, un consapevole e sereno accomiatarsi dalla realtà che lo circonda, mentre la sua realtà si riduce sempre più a una stanza, alla voce della moglie, al saluto di un amico, ai vividi ricordi che tornano a fargli visita da un passato lontano. Nel dipanarsi di queste ondate di racconti e memorie, Venezia si manifesta ancora una volta come vera, vitale protagonista. Con ponti, canali, campielli, giardini segreti e terrazze sul mare, ordisce trame e incrocia destini, favorendo incontri, spaesamenti, addii. L'acqua alta si fa allegoria della fine che incombe, anche se pagina dopo pagina è un'altra metafora - di speranza - a imporsi. Nel suo invecchiare, l'uomo somiglia infatti a quella Sant'Elena tra le cui calli Dario rincorre una passione che credeva perduta. -
Le donne della Principal
Da oltre un secolo una dinastia di donne è alla guida della Principal, la più illustre tenuta vinicola di Pous, un paese sepolto tra le montagne nel cuore dell'Abadia, dove si produce un vino che è tra i migliori di Spagna. Portano tutte lo stesso nome - Maria detta la Vecchia, Maria detta la Signora, Maria Costa - e negli anni hanno salvato le loro vigne dalla piaga della fillossera, sono uscite indenni dai sanguinosi scontri che hanno lacerato il loro paese e hanno consolidato e fatto prosperare gli affari dell'azienda di famiglia. Nella storia della Principal c'è però una macchia. Nell'estate del 1936, davanti all'ingresso della grande casa tra i vigneti viene trovato il cadavere martoriato di un uomo, probabilmente - si dice - l'ennesima vittima di uno dei tanti regolamenti di conti che infiammano la regione alla vigilia della guerra civile. Ma è davvero così? Dopo qualche anno, un poliziotto riapre il caso. Affidandosi ai metodi appresi alla scuola di polizia repubblicana, e a quelli imparati dai buoni romanzi polizieschi, è deciso a scoprire cosa accadde in quegli anni inquieti e a trovare il colpevole di un omicidio che in qualche modo la storia ha insabbiato. Scavare nei segreti di una delle famiglie più influenti e rispettate della regione non è semplice, ma i ricordi di un'altra donna, ora vecchissima, che con devozione ha servito ben tre generazioni alla Principal, lo aiuteranno a ricostruire un'ingarbugliata storia di laceranti passioni e lotte di potere. -
La rimozione. Storia di Giuseppe Tavecchio, vittima dimenticata degli anni di piombo
Nel marzo del 1972, un pomeriggio di sabato, Giuseppe Tavecchio, milanese, sessant'anni, pensionato, se ne esce a fare una commissione. A Milano è una giornata di scontri violentissimi tra i manifestanti dell'ultrasinistra e la polizia, con disordini che si protraggono per ore e devastazioni diffuse, incluso l'incendio di alcuni locali della sede del ""Corriere della Sera"""" in via Solferino. Tavecchio passa dal centro durante una pausa dei tumulti; quando, alle cinque e dieci, insieme ad altri pedoni attraversa piazza della Scala, pare un momento di calma. Se non fosse che all'improvviso, senza alcuna ragione comprensibile, da una camionetta della polizia partono alcuni lacrimogeni verso quel gruppetto di persone inermi. Un candelotto, sparato ad altezza d'uomo, raggiunge al collo Tavecchio, che morirà tre giorni dopo senza aver ripreso conoscenza. È una vicenda tragica, che tutti dovremmo conoscere e ricordare. E invece no; perché uno che muore in questo modo non trova nessuno che abbia interesse a perpetuarne la memoria: ovviamente non lo Stato, che, per averne causato la morte, vuole soprattutto farlo dimenticare; non la politica, perché - se i militanti caduti negli scontri si onorano continuamente nel ricordo - sui passanti ammazzati per sbaglio, inutili alla causa, si sorvola con elegante indifferenza; e non i media, visto che un morto così fa ben poca notizia. Sicché ancora oggi il nome di Tavecchio è pressoché assente nelle cronache di quei giorni, comprese quelle in rete...""