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Mostrati 1961-1980 di 10000 Articoli:
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Nomi di cosa. Nomi di persona
"Margherita Rimi si conferma una delle voci meglio individuate del nostro panorama letterario. Con i suoi ritmi e la sua sintassi originale, la Rimi crea una poesia tangibile, in cui la lingua siciliana, l'italiano, il francese, l'inglese, i linguaggi specialistici concorrono ad aumentare la dimensione esperienziale e di senso senza essere semplici 'coloriture' linguistiche o contributi alla varietà fonica dei versi. Immediatezza gestuale e visiva di una situazione in atto, potenzialità di una lingua essenziale e precisa che sa giovarsi degli scarti sintattici del dialetto, ma anche porsi in una dimensione plurilinguistica a forte oralità e carnalità: in questa scrittura la dimensione veritativa e conoscitiva si unisce infatti alla corporeità, e la corporeità a un vivo senso della lingua, alla 'manducazione della parola', per usare l'espressione di Marcel Jousse. Non a caso figura ad esergo della prima parte del volume la frase di Alice Miller che dice: """"La verità della nostra infanzia è scritta nel nostro corpo"""". La poesia può quindi riprendere, in forme insolite, una dimensione indagante e soprattutto sapienziale, con un forte ancoraggio nei saperi della Medicina e della Neuropsichiatria infantile, e nelle pratiche della tutela dell'adolescenza e dell'infanzia contro le violenze e gli abusi e a favore dei disabili..."""" (Amedeo Anelli)" -
Tintoretto a San Rocco. Ediz. illustrata
La Scuola Grande di San Rocco rappresenta un momento fondamentale nella storia della pittura veneziana del XVI secolo: per decorare la sua Sala dell'Albergo fu indetto un concorso a cui parteciparono i più illustri pittori attivi a Venezia. Vinse Tintoretto, ed iniziò così una collaborazione destinata a durare quasi 25 anni che doveva portare alla decorazione dell'intero edificio. Il complesso piano iconografico messo in atto da Tintoretto, probabilmente aiutato da una commissione di teologi, viene svelato in questa guida in modo semplice e immediato, permettendo a tutti la lettura dei significati nascosti nelle opere. -
Lettera agli italiani. Per quelli che vogliono farla finita con questo paese
"Comizio d'amore. Voglio bene all'Italia anche se mi fa male vederla così. Voglio bene all'Italia anche se è davvero malata, ma questo è un motivo per amarla di più. La vedo tutt'altro che eterna e possente, la vedo fragile e assente, molto invecchiata; la vedo stanca e spaventata, la maledico, ma è una ragione di più per darle il mio fiato. Perché l'Italia non è solo una Repubblica. L'Italia è mia madre. L'Italia è mio padre. L'Italia è il racconto in cui sono nato. L'Italia è la lingua che parlo, il paesaggio che mi nutre, dove sono i miei morti. L'Italia sono le sue piazze, le sue chiese, le sue opere d'arte, chi la onorò. L'Italia è la sua storia, figlia di due civiltà, romana e cristiana. L'Italia è il mio popolo e non riesco a fare eccezioni, quelli del Nord, quelli del Sud, quelli di destra o di sinistra, i cattolici o i laici. Ho preferenze anch'io, ma non riesco a escludere per partito preso. Non escludo chi parte e nemmeno chi arriva. L'Italia è il ragazzo che va all'estero, l'Italia è l'immigrato che si sente italiano. Ho gerarchie d'amore; amo prima e di più chi mi è più caro e più vicino, come è naturale. Vorrei che l'Italia fossero pure i figli dei miei figli. Vorrei poi che l'Italia premiasse i migliori e punisse i peggiori, ma voglio che resti Italia. Con l'Europa o senza. Repubblica vuol dire che l'Italia è di tutti e lo spirito pubblico prevale sull'interesse privato"""". (Marcello Veneziani)" -
Oasis. Cristiani e musulmani nel mondo globale. Vol. 22: La croce e la bandiera nera.
La persecuzione dei cristiani che vivono in Medio Oriente ha superato ogni limite. Entro una manciata di anni potrebbero essere spariti del tutto da paesi come Siria e Iraq. Occuparsi di loro non è solo una questione di emergenza umanitaria, ma una chiave per capire la condizione tragica di un Medio Oriente a un passo dal ridursi a un cumulo di macerie. I cristiani infatti sono garanti di pluralità, termine di paragone, presenza culturale di cui la regione ha beneficato per secoli. E a cui oggi è impensabile rinunciare. -
Tintoretto at San Rocco. Ediz. illustrata
La Scuola Grande di San Rocco rappresenta un momento fondamentale nella storia della pittura veneziana del XVI secolo: per decorare la sua Sala dell'Albergo fu indetto un concorso a cui parteciparono i più illustri pittori attivi a Venezia. Vinse Tintoretto, ed iniziò così una collaborazione destinata a durare quasi 25 anni che doveva portare alla decorazione dell'intero edificio. Il complesso piano iconografico messo in atto da Tintoretto, probabilmente aiutato da una commissione di teologi, viene svelato in questa guida in modo semplice e immediato, permettendo a tutti la lettura dei significati nascosti nelle opere. -
Il pozzo
Da tre anni sulla Gran Bretagna non cade una goccia d'acqua. Mentre una prolungata e devastante siccità alimenta cambiamenti politici e sociali, rivoluzioni e nuove religioni, al Pozzo, un podere di campagna rimasto miracolosamente verde, Ruth Ardingly è agli arresti domiciliari nella casa dove per sfuggire alla grande città aveva scelto di trasferirsi con l'uomo che amava. È accusata di avere ucciso suo nipote, Lucien. Un bambino di cinque anni. Tutto intorno la terra è arida e la gente ha sete, solo al Pozzo l'acqua non manca. Ma quel giardino rigoglioso ha reso il mondo al di fuori sospettoso, e ben presto l'angolo di paradiso che doveva rappresentare l'inizio di una nuova vita diventa per Ruth una prigione. Tre sorveglianti controllano e registrano ogni suo gesto, disponendo del suo presente. A Ruth non rimane che il passato da ricostruire. E un terribile sospetto: potrebbe davvero essere stata lei a uccidere Lucien? Nel suo intenso thriller psicologico, Catherine Chanter immagina un mondo in cui le bizzarrie del clima scatenano negli uomini le reazioni più disperate e vili, lasciando spazio all'invidia e ai fanatismi di religioni fasulle. Sullo sfondo di uno scenario talvolta apocalittico, ma allo stesso tempo molto credibile e realistico, pagina dopo pagina seguiamo la ricostruzione di un omicidio insensato, mentre l'idillio sempre più assume le sembianze di un incubo. -
Racconti dal ghetto di Lodz. Gli scritti ritrovati di un adolescente morto ad Auschwitz
Ritrovati a Lodz dopo la guerra e conservati dalla sorella per cinquant'anni, i taccuini di Abram Cytryn costituiscono un documento eccezionale e sconvolgente sul ghetto di Lodz, dove Abram ha vissuto dal 1940 al 1944. Vi si descrive la vita quotidiana all'interno dell'universo concentrazionario con una lucidità sorprendente, un forte talento poetico e una frenesia che enfatizza la prossimità della morte. Dimenticati dalla storiografia italiana, nonostante i maggiori studiosi europei della Shoah li considerino un capolavoro della memoria, i ""Racconti dal ghetto di Lodz"""" si inseriscono a pieno titolo nel solco tracciato da """"Se questo è un uomo"""" di Primo Levi, dal """"Diario"""" di Anne Frank e dagli scritti di Elie Wiesel, con i quali condividono un'urgenza drammatica: scrivere per non affondare, """"scrivere per lottare contro l'inferno in terra"""", come sottolinea Frediano Sessi nella Prefazione, """"per comporre un' opera letteraria capace di dare voce alle energie vitali di una comunità destinata allo sterminio e alla scomparsa totale; scrivere per ottemperare a un impegno preso con i morti del ghetto o di Auschwitz: innalzare al cielo una targa che obblighi il lettore a ricordare, in ogni tempo e in ogni luogo""""."" -
Eravamo ebrei. Questa era la nostra unica colpa
Alberto Mieli dopo settant'anni racconta per la prima volta alla nipote Ester la sua infernale esperienza da deportato nel campo di concentramento di Auschwitz. ""Non c'è ora del giorno o della notte in cui la mia mente non vada a ripensare alla vita nei campi, a quello che i miei occhi sono stati costretti a vedere."""" Ricorda la vita in una Roma nazifascista, le leggi razziali e il giorno in cui è stato portato via dalle SS, dopo il tragico 16 ottobre 1943. Rivive, ancora con le lacrime agli occhi, l'arrivo nei campi, l'odore acre dei corpi che bruciavano nei forni crematori in funzione tutti i giorni. Parla del lavoro giornaliero e stremante, dei corpi senza vita ammassati gli uni sugli altri, della stanchezza e della fame continua e cieca che pativa, fame che ha portato alla pazzia e poi alla morte migliaia di deportati. Fame di cibo, di vita, di libertà. """"Ad Auschwitz ho visto l'apice della cattiveria umana."""" Con queste parole Alberto Mieli racconta, con dolore, aneddoti e luoghi, parla delle torture subite. Ridisegna volti di gente incontrata e poi persa, spiega come sia riuscito a convivere tutta una vita con questa doppia cicatrice: una alla gamba, causata da una granata lanciata dagli Alleati esplosagli troppo vicino e che a volte ancora sanguina, e una più grande nel cuore."" -
L' esperienza delle cose (Epistole, Libro I). Testo latino a fronte
Quando scrive le Epistole, introducendo un genere poetico del tutto nuovo, di fatto sconosciuto alla letteratura greca e quindi latina, Orazio è un poeta ormai affermato, che, quarantenne, ha alle spalle una vita già piena di esperienze. Con l'epistola in versi adesso egli esplora i grandi temi morali della filosofia, le questioni del vivere civile, ripensa momenti e situazioni della propria opera di uomo e poeta, talvolta evoca con rapida grazia il profilo dei suoi destinatari, che si tratti di Mecenate o di altri più giovani e meno noti amici, stabilendo con loro un contatto fatto di pensiero ed emozioni. A questo così intenso gioco dell'intelligenza ogni lettore è chiamato a prender parte, trovandosi a tu per tu con Orazio, nella continua ricerca di prospettive nuove, talvolta sorprendenti, sugli uomini e sulle cose, nel tentativo di giungere a un punto d'equilibrio tra le passioni e l'ascetismo, un distacco dalle cose che non sia sterile immobilità, ma piuttosto libero e creativo, talvolta addirittura gioioso, stato dell'animo, senza obblighi di fedeltà verso scuole, maestri o altre autorità. -
Diario di Murasaki Shikibu. Murasaki Shikibu nikki
Il ""Murasaki Shikibu nikki"""" (Il diario di Murasaki Shikibu), una delle opere più rappresentative della diaristica femminile dell'XI secolo, descrive l'esperienza dell'autrice come dama articolandosi in due sezioni principali: la prima dedica grande attenzione ai preparativi e agli interminabili festeggiamenti per la nascita del Principe Atsuhira, il futuro erede al trono; la seconda, più frammentaria, propone, invece, descrizioni delle qualità fisiche, dei pregi e dei difetti caratteriali delle donne al servizio dell'imperatrice Shoshi. La vita di corte, scandita da cerimonie fastose e da una ricerca quasi ossessiva della perfezione estetica, viene presentata al lettore attraverso aneddoti memorabili, rievocati da chi scrive con distaccato spirito critico o con grande partecipazione emotiva, senza mai perdere di vista lo scopo di celebrare la gloria di Fujiwara no Michinaga e dei suoi degni discendenti."" -
Carlo Goldoni. Biografia ragionata. Vol. 4: 1753-1755.
Quarto tomo della prima, documentatissima biografia in cui oltre alla formazione, al contesto culturale e sociale, alla genesi delle opere, sono analizzati in nuova prospettiva molti episodi ancora poco conosciuti o dimenticati delle vicende personali, professionali e artistiche del commediografo veneziano. Il volume si chiude quando a Venezia si sono ormai configurati, durante il ""calamitoso"""" anno 1754, i partiti dei chiaristi e dei goldonisti, a dar vita dentro e fuori dai teatri a un'intensa polemica che vede il modello comico di Pietro Chiari contrapposto a quello ridelineato della riforma goldoniana."" -
Vendere un'idea. Il consenso e la politica nell'era Renzi
"Compagni e amici, sulla comunicazione come siamo messi? Quale lavoro state facendo su voi stessi? Come prepariamo le comparsate tv?"""". Così Matteo Renzi apostrofava gli esponenti del Partito democratico durante una direzione del 7 giugno 2015. Per il premier-segretario la comunicazione è da sempre al cuore della strategia politica. Ma come si costruisce e come si mantiene appetibile il """"brand"""" Matteo? Quanto di quello che vediamo è vero? La giornalista del """"Fatto Quotidiano"""" Wanda Marra, cronista politica, mostra in questo libro come funziona il vortice che, giorno per giorno, agitando passioni, aspettative e speranze collettive, porta alla costruzione del consenso intorno a un leader. Un """"prodotto"""" frutto di moltissime discipline al lavoro simultaneamente: pubblicità, spin, comunicazione, moda, psicologia, sceneggiatura, marketing, storytelling, fotografia, giornalismo. Avvalendosi di più fonti, il libro si muove su livelli diversi: dai risvolti psicologici - quanto si è persone e quanto personaggi - a quelli sociologici - il riferimento a """"modelli"""" e tendenze collettive -; dalla costruzione della propria immagine e del look, all'uso dei social media, soprattutto di Twitter, per dichiarazioni a metà tra l'ufficioso e l'ufficiale; dai video e le foto istituzionali sul sito del governo ai rapporti politici gestiti attraverso un mezzo apparentemente confidenziale come WhatsApp. Sullo sfondo un'ipotesi che si fa sempre più pressante: e se la politica fosse solo la punta dell'iceberg?" -
Perle di vetro e gioie false. Produzioni e cultura del gioiello non prezioso nell'Italia moderna
la ricerca presentata in queste pagine ricostruisce il progressivo - ma non sempre incontrastato - insinuarsi, nell'Italia settentrionale tra Età moderna e primo Ottocento, di una cultura del gioiello non prezioso ancora inesploratarnrn«Nel corso del Sei e del Settecento gli oggetti destinati all'ornamento della persona, come dei suoi abiti e dei suoi accessori, furono protagonisti di importanti cambiamenti di gusto e funzione. Sul mercato europeo delle novità, infatti, era stata promossa una vasta gamma di articoli, espressione di un nuovo concetto del lusso, in cui eleganza, sobrietà, comodità, tendenza al facile rinnovo e maggiore accessibilità in termini di prezzi si ponevano come alternativa allo sfarzo e all'esclusività del lusso rappresentato dai beni tipicamente richiesti dalle corti rinascimentali.»rnrnrnrnrnNel corso del Sei e del Settecento gli oggetti destinati all'ornamento della persona, come dei suoi abiti e dei suoi accessori, furono protagonisti di importanti cambiamenti di gusto e funzione nel panorama europeo delle novità. Il volume analizza la risposta registrata sul territorio italiano al mutamento verificatosi sul piano internazionale nel mercato di questo tipo di oggetti. Concentrandosi sulle produzioni di gioielli non preziosi o diversamente preziosi praticate nelle regioni settentrionali della penisola, lo studio, che si avvale di un ampio ventaglio di fonti, individua nella manifattura veneziana delle perle di vetro un processo spontaneo e originale di innovazione dei prodotti in funzione del nuovo gusto e, nella produzione di «minuterie gentili» e «galanterie di ogni sorta» alternative alle originarie creazioni di oreficeria, un primo sforzo di realizzare e reinterpretare, a livello locale, «bigiotterie» e «chincaglierie» alla moda francese e inglese ormai in voga. Giungendo alla definizione di nuove figure come quella del «bigiottiere», del «fabbricante di chincaglierie» e del «chincagliere», che vanno ad affiancare gli originali protagonisti delle più tradizionali manifatture italiane di gioielli non preziosi, come i «perleri» e i «gioiellieri da falso», la ricerca presentata in queste pagine ricostruisce il progressivo - ma non sempre incontrastato - insinuarsi, nell'Italia settentrionale tra Età moderna e primo Ottocento, di una cultura del gioiello non prezioso ancora inesplorata. -
La città marcia
La Palermo degli anni Ottanta, in una Sicilia trasformata nella sede della più grande base di missili nucleari della Nato in Europa, era un crocevia di affari e intrighi tra politici, imprenditori, burocrati e mafiosi. Mai come in quella stagione Cosa Nostra ha fatto politica, impugnando le armi per soffocare nel sangue e nel terrore ogni volontà di cambiamento. Sotto i suoi colpi, il 12 gennaio 1988, cadde Giuseppe Insalaco, un democristiano che aveva bruciato le tappe di una fortunata carriera nel partito di Salvo Lima e Vito Ciancimino, fino a diventare sindaco. Nei suoi 101 giorni alla guida del Municipio si era ribellato ai suoi padrini, sfidando a sorpresa i padroni degli appalti. Disarcionato da un'inchiesta giudiziaria, espulso dalla politica, aveva cominciato a raccontare i segreti dei rapporti tra mafia e potere. Fu fermato con quattro colpi di pistola. Ricostruire la sua storia, fin qui offuscata da una potente 'damnatio memoriae', è tanto più necessario nel momento in cui al Quirinale siede un siciliano come Sergio Mattarella che dalla ferocia di quegli anni è stato colpito in prima persona, con l'assassinio del fratello Piersanti, il presidente della Regione che sognava una Sicilia ""con le carte in regola""""."" -
Nord Est 2016. Rapporto sulla società e l'economia
Il 2015 è stato per il Nord Est un anno di svolta. È stato l'anno della ripartenza economica, soprattutto grazie a imprese capaci di crescere sul mercato nazionale e internazionale. È stato anche l'anno dello sfaldamento delle banche del territorio, degli ennesimi ritardi rispetto a importanti scelte infrastrutturali e del grande successo dell'Expo di Milano. I tanti segnali positivi registrati per quanto riguarda il pil, la domanda interna, le assunzioni, le esportazioni, lasciano aperte sullo sfondo numerose questioni di carattere strutturale che richiedono di guardare al futuro in modo nuovo. Urge una riflessione sulle ragioni che hanno determinato in questi anni la crisi di tanti progetti legati al mondo finanziario, alle grandi opere, al trasferimento tecnologico e alle infrastrutture. Quanto emerso dall'esperienza del 2015 indica la necessità di definire nuovi riferimenti e nuove centralità rispetto a reti e relazioni territoriali, e di mettere a punto strumenti efficaci per selezionare progetti e classi dirigenti capaci di tradurre in valore i fattori che ancora oggi caratterizzano e sostengono il Nord Est: il saper fare intelligente delle imprese e delle persone. -
Iliade. Testo greco a fronte
Un mondo in cui la morte è elemento dominante viene inondato di luce metafisica e fissato nell'immagine crudele di una forma perfetta e priva d'ombra. È il mondo perduto degli eroi, la privilegiata arena dei campioni, l'universo aristocratico dei principi: murato nelle sue leggi inesorabili, segnato da un tempo limpido e breve, bruciato dall'eccesso di splendore. Roberto Calasso lo ha paragonato a un ""immane masso abbandonato nella pianura""""; un masso che pesa su tutto l'immaginario greco, un universo pietrificato che proietta sull'Occidente innumerevoli figure carismatiche Elena e Achille, Ettore e Andromaca, Priamo ed Ecuba, Patroclo, Paride, Odisseo, Aiace, Agamennone, Diomede -: spesso richiamate dal loro poetico Valhalla per diventare materia di dissertazione, di aneddoto, di dramma, di leggenda; ma pronte a rientrare nel loro ambito di privilegio e preclusione per riassumere, insieme al ruolo archetipico ed emblematico, il duplice volto dell'enigma. Nulla prima dell'Iliade, tutto dopo l'Iliade. Leggere questo poema significa ritrovare chiavi segrete, spesso dimenticate, che aprono mille porte: tutti gli aspetti di una grande civiltà hanno qui - e qui soltanto - le loro radici profonde."" -
La negligenza
Questo libro racconta le feste: le racconta con scrupoloso impegno, dalle ricette dei cocktail alle uniformi del personale, dagli ingredienti del Bora Bora alle fibbie Richelieu dei camerieri, con una voluta iterazione che ne fa degli ""eventi"""", con l'attenzione ai dettagli alla maniera della short story americana. Racconta la voglia di piacere e di stupire dei giovani di una classe sociale che si sposta dall'Italia all'Europa all'America, dal jet-set all'aristocrazia decadente, dallo smart-set californiano ai 'nouveaux riches' dell'Est. Quattro stagioni, dodici personaggi, dodici feste e poi l'epilogo che festa non è."" -
Narrare l'innovazione
La parola ai protagonisti dell'innovazione nelle imprese manifatturiere: è questo il contenuto e lo spirito di fondo del libro, frutto di una ricerca affidata a Confindustria Veneto SIAV S.p.A. da ISFOL, ente che si occupa di formazione e sviluppo dei lavoratori, per comprendere come venga concepito e sviluppato il complesso fenomeno dell'innovazione. Si articola un percorso nel quale i vari protagonisti narrano i problemi, le opportunità che si prospettano e le scelte che ne derivano. Dalla messa a punto di nuovi business model, che spiazzano la concorrenza, all'articolazione del processo innovativo all'interno dell'impresa e alle varie persone che in molteplici ruoli concorrono a determinarlo. Innovazione quindi come prodotto di una ""comunità umana"""" che va dall'imprenditore al management e ai collaboratori, fino a coinvolgere tutti gli attori della governance territoriale a livello sia scientifico-tecnologico (università, centri di ricerca) che politico (regioni). Un libro-testimonianza per capire come funziona l'impresa d'oggi e soprattutto quale potrà essere la sua evoluzione in futuro. Introduzione di Luca Paolazzi."" -
Wanted. Benjamín Mendoza y Amor. Il pittore che attentò alla vita di papa Paolo VI
Nel novembre del '70 il mondo rimase con il fiato sospeso: nelle Filippine del dittatore Marcos, all'aeroporto di Manila, uno sconosciuto travestito da prete attentava alla vita di Papa Paolo VI. Ne seguì un arresto, un processo, una detenzione di quattro anni in un famigerato penitenziario. Quindi la rimozione del caso. Il protagonista di quell'atto era un pittore boliviano, Benjamin Mendoza y Amor, un indio di etnia aymara. Da un ritrovamento di carte e disegni dopo trent'anni a Roma nasce il nuovo libro di Sergio Carnpailla, che racconta una storia straordinaria: la parabola di un artista estremo, viaggiatore di cento paesi, che rappresenta nelle sue opere la condizione dei poveri e degli emarginati, sino a che nell'attentato contro il Papa, il primo nella storia moderna, raggiunge la scena mondiale come un tornado. Figlio di una prostituta, ossessionato dal sesso, specialista in droghe e compromesso con i servizi segreti, disegna gli indigeni sulle cime delle Ande e le tribù in estinzione della foresta amazzonica, e finisce per giocare una partita ambigua che non può non perdere in un processo-farsa, dopo il quale misteriosamente scompare. -
Artemisia
All'interno dell'ambizioso progetto delle Nove Muse ""Artemisia"""" segna nell'autunno del 1759 al teatro San Luca - il ritorno di Goldoni alla tragedia, già frequentata con successo negli anni del San Samuele, e ora rimessa al centro di una nuova riflessione drammaturgica e musicale intorno a passioni più moderne e conturbanti. Domina in scena il lugubre e grandioso mausoleo del re defunto, a cui la vedova regina di Caria tributa un lutto inestinguibile; la minaccia un pretendente innamorato e feroce e la seduce un pastorello sconosciuto in cui riconoscerà in extremis il figlio perduto, che riscatterà il regno. Goldoni, memore di Metastasio, si serve di una serie di vecchi utensili di grande effetto, e li combina con due best sellers tragici sempre in auge nei cartelloni: la Merope di Maffei e la Semiramide di Voltaire. L'exemplum edificante del materno sublime e la fosca leggenda della regina nera, amplificati da un immaginario teatrale lungo due secoli, sono rimescolati con audace agonismo, sfiorando da vicino limiti pericolosi, ma esibendo anche un'impeccabile moralité di facciata, che inganna i censori, ma non - crediamo - gli spettatori, capaci di riconoscere tutti i rimandi allo scabroso tema dell'incesto annidati nel sottotesto recitativo. Tragedia di lieto fine, l'""""Artemisia"""" goldoniana riscuote un successo cospicuo e fa da apripista agli ultimi grandi capolavori veneziani, per poi inabissarsi nel silenzio della storia.""