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Tutti i morti volano in alto
Un romanzo di formazione su amore, perdita e affermazione di sé.rnrnJoachim ha diciott'anni quando, grazie a una borsa di studio vinta per meriti nella pallacanestro (così racconta), lascia la cittadina di provincia nel Nord della Germania in cui è cresciuto, diretto in quell'America lontana che può finalmente offrirgli un mondo nuovo, una fuga in avanti. In realtà, non c'è nessuna borsa di studio (sono i nonni a pagargli il programma di scambio) e la vastità delle praterie intorno a Laramie, Wyoming, la regione selvaggia dove una bizzarra famiglia si è offerta di accoglierlo per un anno, talvolta lo fa sentire minuscolo. La spensieratezza della nuova esperienza verrà rotta da una telefonata improvvisa. La notizia di un incidente lo costringerà a rientrare prima del previsto e a confrontarsi con un dolore che cambia tutto. -
Parola di re. Filippo e Alessandro di Macedonia. Con testo greco a fronte
Plutarco di Cheronea (50-125 d.C. ca.), istruito ad Atene presso il platonico Ammonio, visse quasi sempre nella sua città, dove tenne una scuola filosofica molto attiva. Viaggiò nel Mediterraneo e andò a Roma, ottenendo la cittadinanza romana. Fu anche sacerdote a Delfi. I suoi interessi si concentrano sugli aspetti etici e investono più campi del sapere, dalla storia alla letteratura alla filosofia vera e propria, fino alle scienze della natura. I suoi innumerevoli lavori sono suddivisi fra le ""Vite parallele"""", le famose biografie comparate di personaggi greci e romani, e gli scritti a carattere etico-filosofico, teologico, scientifico o antiquario noti come """"Moralia""""."" -
La confraternita della rosa nera
Chi ha ucciso la giovane bibliotecaria Anne Rose Werfel, trovata senza vita nel mezzo di un roseto d'alta quota, in un idilliaco borgo delle Dolomiti? Cosa si cela dietro la misteriosa confraternita che organizza giochi di ruolo all'ultimo sangue? A occuparsi del caso viene chiamato l'ispettore capo Lukas Moroder, raro esempio di montanaro che soffre di vertigini e che alterna ciniche battute in ladino alla musica dance del suo omonimo compaesano. Con lui indagano la meticolosa e avvenente poliziotta scelta Helga Schneider, l'impagabile napoletano Ciro Esposito e il più concreto di tutti, il romano Massimo Proietti. Moroder - forte delle sue intuizioni, anche quando tutto lascia presagire il contrario, e costretto ad agire nell'ombra per sventare i traffici di potenti corrotti - trascinerà i suoi collaboratori in rapide (e ripide) incursioni tra le montagne della Val Gardena e a Innsbruck, e li costringerà a intraprendere missioni in incognito in Baviera, tra i misteri di Vienna e sulle vette della Foresta Nera. L'ispettore capo è pronto a tutto, pur di svelare le trame di un complotto populista vasto e ramificato, che punta al dominio del mondo intero. -
Tu non sai cos'è l'amore
Esiste una forma di sconforto, di segreto malessere che solo le donne custodiscono. Può essere taciuto per anni o un'intera vita, ma cresce nei giorni e infiltra le relazioni più intime, a cominciare dalla famiglia. Elisabetta, una giovane madre dalla buona posizione sociale, all'improvviso lascia marito e figlio per tornare a vivere nella casa in cui è nata. Questa fuga, inaspettata e sconcertante, produrrà una serie di serrati confronti-scontri dai quali tutti - Elisabetta, il marito, i vecchi genitori usciranno sconfitti. -
Il sorriso del vento
Per Pierre, Angelo è un'ombra sorridente che appartiene al passato: non lo vede da dieci anni, da quando erano insieme su un'isola dell'Oceano Indiano. Ma un legame profondo li unisce: l'amore per il mare e per le sue sfide. Così quando Angelo riappare con la proposta di cercare il tesoro nascosto nel relitto di una nave, Pierre non può rifiutare. Il relitto si trova nella cala di un'isola disabitata, dove nessuno dovrebbe disturbare le loro ricerche. Eppure fin dal loro arrivo i due amici si dovranno confrontare con il guardiano del faro e con un altro strano personaggio. Sembra che gli abitanti dell'isola siano d'accordo per ostacolare Angelo e Pierre, ma è il tesoro che vogliono proteggere, o hanno qualcos'altro da nascondere? -
Il meticcio
Un collezionista di diamantirndal passato misterioso.rnUn nigeriano senza impronte digitalirnin fuga attraverso i continenti.rnUna montagna che nascondernun segreto pulsante come un cuorernIl ritorno di Amalia Pinter, la giovane.rngiornalista protagonista del Logista.rnrnRoma, estate torrida del 2017. Durante un servizio di routine sulle misure di sicurezza a Fiumicino, Amalia manda a monte un'operazione del suo ex amico Alfredo Pani, poliziotto che ha fatto carriera nel nucleo di élite contro la criminalità organizzata. Per colpa sua, si perdono le tracce di Bambino, un corriere dell'Ascia Nera, la più pericolosa e spietata mafia nigeriana lanciata alla conquista dell'Europa continentale attraverso un patto con i clan siciliani. Nel frattempo, al Vero Investigatore, il piccolo quotidiano in cui lavora Amalia, le cose non vanno bene: le vendite calano, l'ansia cresce. Il Capo la spedisce a un'asta di pietre preziose dove un rarissimo diamante rosso viene acquistato da un tycoon brasiliano, Ezequiel Alves, che protegge in modo morboso la propria privacy. Lo chiamano ""l'uomo dal tocco magico"""", perché in pochi anni ha scalato il settore acquistando giacimenti esauriti per poi renderli produttivi. Quando inaspettatamente le due piste si incrociano, Amalia si ritrova """"arruolata"""" come agente sotto copertura da un Palio di Siena particolarmente cruento al sole di Palermo. Dovrà inerpicarsi tra i tornanti e le ginestre del parco delle Madonie fino a una clinica sperduta. Per scoprire che cosa ha trasformato un bambino in un sopravvissuto. E per riavvolgere il filo che lega, da molto lontano, i protagonisti di un sogno trasformatosi in un sodalizio criminale che minaccia i mercati globali."" -
Antonio Marras. Ediz. inglese
Dedicata a uno dei protagonisti più interessanti del fashion system contemporaneo, questa monografia racconta attraverso immagini e testi il percorso ideativo e creativo di Antonio Marras. Fashion designer capace di tenere insieme con il suo lavoro tutti i contrasti di cui è impastato il nostro presente: locale e globale, tradizione e innovazione, memoria e futuro, mettendoli continuamente alla prova con un fortissimo senso della materia e della forma fino a diventare quell'abito e quella collezioni che raccontano di uno stile riconosciuto in tutto il mondo. -
I cani di Riga
Sulle coste svedesi, in un freddo mattino d'inverno, da un peschereccio che si fa strada tra la neve viene avvistato un gommone di salvataggio: a bordo ci sono due cadaveri. Le indagini portano l'ispettore Wallander a est: la polizia di Ystad ha le prove che i due uomini sono stati uccisi e che l'imbarcazione veniva dalla Lettonia. Kurt Wallander parte per Riga: non passerà molto tempo prima che si renda conto di essere vittima di una cospirazione legata ai drammatici cambiamenti politici dei Paesi Baltici: la caduta dell'Unione Sovietica è ormai consegnata alla storia, ma in Lituania, ora stato sovrano, alcune forze di potere lavorano nell'ombra in accordo con la mafia russa. -
Dizionario del buon senso. Il paese irreale dalla A alla Z
Gli applausi ai funerali. Le condizioni igieniche dei bagni nelle aree di servizio. La cervellotica moda di assegnare un nome alle operazioni di polizia. I tavoli che si aprono e i pezzi di storia che se ne vanno. Gli indici di calore e le temperature percepite. Le pieghe dei bilanci. I farmaci che costano 19 miliardi di vecchie lire al chilo. Le porte dei campi di calcio che crollano addosso ai bambini. I traffici dei mediatori di tessuti fetali. Sono davvero un'infinità gli argomenti che indignano Stefano Lorenzetto che, dal suo osservatorio privato, intende cogliere le contraddizioni di un Paese nevrotizzato. -
Il collezionista di città. Viaggi italiani
"Il collezionista di città"""" è un maniaco letteratissimo e raffinatissimo che si muove ossessivamente da una città all'altra per catturare l'anima dei luoghi, trafiggerla con lo spillo e metterla in un album per mostrarla all'amico lettore. Perlustra chiese e osterie, boutique e palazzi in compagnia di amiche il più possibile vive e amici meglio se defunti, ad esempio Piovene, Comisso, D'Annunzio. Il suo tragitto non è il Milano-Napoli del classico Grand Tour ma un eccentrico Parma-Potenza che fa vibrare tutte le sue più intime corde provinciali e borboniche. Poi naturalmente gli tocca fare i conti con Roma ma è evidente che si intenerisce di più per la Romagna e in generale per l'Italia profonda delle piazze immobili. Considera esclusivamente i centri storici perché le periferie sono uguali dappertutto, evitando con cura i monumenti famosi, inquinati dai turisti e dai piccioni (qualche problema con Venezia, quindi). Spesso ciò che vede lo delude o lo indigna ma gli basta un Negroni ben confezionato per fare pace con il luogo. Tanto per chiarire, o per confondere ulteriormente le idee, Il collezionista di città in parte è l'autore, in parte è colui che l'autore sogna di essere." -
L' urbanistica di Le Corbusier
Le grandi intuizioni sulle trasformazioni dello spazio contemporaneo sono il filo conduttore di questo libro dedicato al pensiero urbanistico di Le Corbusier che ne percorre la lunga esperienza progettuale. Dai primi viaggi di studio ai progetti per Rio e Buenos Aires, dal piano di Algeri alla proposta per Manhattan, dalle molteplici ricerche teoriche alle concrete definizioni formali e spaziali. Così scriveva Le Corbusier già nel 1946: ""L'urbanistica è l'espressione, rappresentata nelle opere dell'ambiente costruito, della vita di una società. Di conseguenza, l'urbanistica è lo specchio di una civiltà. Non si tratta di una scienza limitata, troppo strettamente specializzata e specificatamente tecnica, ma di una manifestazione di saggezza che si propone come oggetto ed effetto di discernere i fini utili ed enunciare i programmi corrispondenti"""". Una riflessione sulla """"saggezza"""" necessaria all'urbanista e allo studioso è la ragione più profonda che ha suggerito all'autore, allievo e collaboratore nell'atelier veneziano di Le Corbusier, di percorrerne la vasta e significativa attività chiudendo il libro con un """"diario"""" indiano scritto a Chandigarh, capitale del Pujab, una delle più significative realizzazioni del maestro."" -
Kojiki. Un racconto di antichi eventi
Il Kojiki prende forma negli ambienti della corte dinastica giapponese tra il finire del VII secolo e l'inizio dell'VIII. In quei decenni fondamentali nella storia del Giappone la centralizzazione del potere politico si accompagna a cruciali cambiamenti nella cultura dominante. Il modello della civiltà cinese tende a diventare egemone in tutti i campi del sapere e a imbrigliare nei propri canoni stilistici anche la lingua scritta ufficiale. Il Kojiki (letteralmente ""vecchie cose scritte"""") si discosta da questa tendenza omologatrice anche perché la sua scrittura nasce dall'oralità. L'opera dà infatti verosimilmente asilo alla recitazione, forse mnemonica, fatta da Are a Yasumaro che la redige, della revisione di documenti obsoleti """"restaurati"""" su progetto del sovrano Tenmu. Il risultato è un testo in cui troviamo, in germe o già in fiore, forme e contenuti che hanno ispirato molta arte, in primo luogo letteraria, dell'arcipelago. Ed è anche la più antica documentazione esistente della cultura giapponese, una miniera dalla quale hanno attinto informazioni filologi, storiografi antropologi, filosofi, teologi, politici."" -
La tempesta. Testo inglese a fronte
Ultimo dei drammi shakespeariani, ""La tempesta"""" (1611) ha goduto di successo e popolarità ininterrotta, entrando in sintonia con ogni epoca attraverso chiavi di lettura ogni volta diverse - segno questo di inesauribile ricchezza e vitalità. Apprezzata già nel Settecento per il potenziale scenografico e musicale (ne fu tratta anche una versione operistica) e per la compattezza armoniosa della sua costruzione, amata in epoca romantica per la sua dimensione magica e onirica (un miracolo - diceva Coleridge - che ha la complessità e la polivalenza del mondo), l'isola de """"La tempesta"""" mostra di volta in volta la favola utopica di un mago-scienziato onnipotente, il romance di una ritrovata finale armonia, una straordinaria riflessione sul gioco della illusione teatrale, e molte cose ancora. Ma è soprattutto il rapporto tra Natura e Cultura, con i suoi inquietanti risvolti storici e antropologici, che attraversa da sempre la lettura del dramma, e che lo rende oggi uno dei testi più amati, interrogati, rappresentati e ri-scritti, anche in paesi lontani e nelle culture cosiddette postcoloniali. Il selvaggio mostruoso Calibano, cui Shakespeare sa regalare anche sogni e struggenti battute, diviene (insieme ad Ariel, a Prospero e Miranda, e a tutti gli altri) luogo di uno scontro-incontro con il diverso-da-noi e con le nostre più profonde contraddizioni."" -
Il cinema argentino contemporaneo e l'opera di Leonardo Favio
Da sempre il cinema argentino ha espresso la sua originalità rispetto alle altre cinematografie sudamericane o europee. Nell'ultimo decennio, in particolare, si è imposto all'attenzione internazionale come uno dei laboratori più ricchi e articolati sulla produzione audiovisiva, con una serie di autori come: Lisandro Alonso, Daniel Burman, Israel Adrián Gaetano, Lucrecia Martel, Martin Rejtman, Bruno Stagnaro e Pablo Trapero. Senza dimenticare la storia passata, una nuova legislazione e un radicale cambio generazionale hanno contribuito a rifondare ex novo un panorama produttivo e realizzativo, ossessionato, in una sperimentazione a tutto campo, dalla necessità di trovare uno sguardo ""altro"""" su una realtà politico-sociale mutevole e cangiante, solcata da momenti di grave crisi e di ripresa. Recentemente, un'inchiesta realizzata tra cento personalità del cinema argentino ha indicato Leonardo Favio come il miglior regista della storia del Paese. Conosciuto nel continente latinoamericano anche per la sua attività di cantante melodico, Favio è diventato per molti giovani un esempio di coerenza, di coraggio nell'osare e nell'ibridare forme e linguaggi. Esiste un filo rosso che lega il regista di """"Crónica de un niño solo"""" alla nuova generazione cinematografica argentina. Ed è questa la linea che si è voluto ripercorrere in questo volume, tracciando le coordinate di un cinema che ancora può e vuole essere, con orgoglio e coerenza, moralmente ed economicamente indipendente."" -
Il teatro di Mozart
Il teatro musicale di Mozart rappresenta, nei suo insieme, uno dei capitoli più eccitanti della storia della cultura europea: esempio massimo di creatività musicale, di tensione e consapevolezza drammaturgica, di senso scenico e inventiva teatrale; insuperata incarnazione dello ""spirito del tempo""""; sintesi e padroneggiamento di una civiltà e di un'epoca. Il libro di Stefan Kunze traccia una mappa che si può ben dire definitiva di questo """"luogo sacro"""" della sensibilità e della passione musicale. In esso sono compresi e integrati tre diversi livelli e prospettive di lettura. In primo luogo, il volume fornisce una piana introduzione e un'aggiornata informazione su tutte ie opere teatrali del maestro di Salisburgo, ciascuna delle quali viene trattata con eguale dignità, evitando la perigliosa distinzione tra opere """"maggiori"""" e """"minori"""". Vengono, inoltre, evidenziari, sul filo di un esame sistematico dei testi, tutti gli elementi descrittivi, formali e drammaturgici necessari a una conoscenza approfondita e analitica di ogni libretto e di ogni partitura, cercando di sintetizzare i caratteri desumibili dall'analisi musicale, nonché dalla evidenziazione della """"teatralità"""" o dalla interpretazione della genesi storica e dell'occasione che originò ciascun lavoro. Il terzo livello di lettura del libro è infine quello che consente di allineare un insieme di ipotesi critiche e interpretazioni innovative circa il contesto culturale cui le opere rinviano."" -
Dì qualcosa di destra. Da Caterina va in città a Paolo Di Canio
Nel nostro Paese sopravvive l'idea di una destra minoritaria, socialmente reazionaria e culturalmente arretrata. Si tratta di una rappresentazione, che fino a oggi né la classe politica né tanto meno quella intellettuale sono state in grado di capovolgere. Il libro di Mellone, prova a sfatare questo mito negativo. Rivelando l'esistenza di una «destra italianissima» radicata nella società, dinamica, creativa, che si muove tra i fenomeni di costume, il dibattito intellettuale, le culture popolari, l'immaginario diffuso: dal cinema alla letteratura, dalle curve degli stadi al mondo imprenditoriale, dalle occupazioni «non conformi» agli sport estremi, dal pop-fascismo a D&G, dalle fiction alle tendenze gastronomiche. -
Il genio buono e il genio cattivo
Non sfuggirà al lettore di questa commedia la caratterizzazione fisiognomica dei due geni goldoniani: il Genio Cattivo è vestito di nero con barba e bacchetta, un ""sior barbon"""" come lo chiama Arlecchino, un """"vecchiaccio indegno"""" come lo definisce disperata Corallina, mentre il Genio Buono ci appare come """"un giovane inesperto, senza cognizione e senza esperienza"""", un """"giovinetto prudente"""" armato di verga e di retorica moralistica. Nel loro confronto di personaggi si affrontano la corruzione e l'integrità morale, la vecchiaia e la giovinezza, ma anche l'esperienza del mondo e la teorizzazione astratta del mondo. In mezzo a questo conflitto, due giovani sposi naïfs, due contadini incolti, Arlecchino e Corallina, scelgono di conoscere il mondo, di """"usare"""" il mondo, abbandonando la sicurezza e la tranquillità della loro vita quotidiana, fatta di piccole cose: di fiori, di frutta, di """"quattro oseletti"""" cacciati senza sforzo, di """"piattanzine gustose"""" """"condie dall'amor, dalla pase, dalla contentezza de cuor"""" per viaggiare magicamente nelle due grandi metropoli settecentesche, Parigi e Londra, e nel misterioso mondo esotico dell'impero turco. Questo locus amoenus costruito dalla gentilezza della natura e dal labor umano, protetto dalle selve circostanti, preserva nell'isolamento la felicità e la tranquillità dei personaggi; fuori, il mondo, cioè la città, il caos, la falsa bellezza, la gioia apparente, il rischio di perdersi, ma anche gli altri ed il palpitare intenso e vitale delle passioni."" -
Don Giussani e la ricerca della bellezza
Questo volume raccoglie i ricordi e le testimonianze dei relatori intervenuti all'iniziativa promossa dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Milano con le Raccolte Storiche ""Don Giussani e la ricerca della bellezza"""", tenutasi a Milano al teatro Dal Verme il 26 ottobre 2005."" -
Questioni di famiglia
Il quarto caso per Dan Sommerdahl, ilrnDetective Calvo: cinico e sentimentale,rnbrillante e spiritoso, per la sua arguziarne il suo calore è già un beniaminorndel pubblico in tutta Europa.rnrnImpegnato a contrastare uno stalker che tormenta la suarnfidanzata, Dan Sommerdahl – brillante ex pubblicitariornche un esaurimento nervoso ha spinto a lasciare una carrierarndi successo per indossare i panni dell’investigatorernprivato – viene contattato da un politico in vista che chiedernil suo aiuto. Due dei suoi figli sono morti in circostanzernpoco chiare esattamente ventisette giorni dopo il lorornsedicesimo compleanno. Una coincidenza inquietante, ernora che anche Malthe, il terzogenito, sta per compiere sedicirnanni, l’ansia cresce.rnMentre Malthe, insieme ad altri settantamila giovani, sirnprepara a seguire il leggendario festival rock di Roskilde,rnper il Detective Calvo comincia il conto alla rovescia. -
Fuoco, vento, alcol
A volte l'amore si intreccia coi libri. Un'autrice può innamorarsi di un ragazzo che non la ricambia per scrivere di lui, e trasformare un sentimento in un romanzo; una vedova può perfezionare il proprio dolore fino a procrastinare di anni e anni il suicidio; e un marito può scoprire di essere meno reale per sua moglie di un uomo che neanche lei conosce di persona. Altre volte, i libri tacciono delle storie. Collodi non ci ha mai detto quale vita abbia vissuto Geppetto nella balena, e primedonne come Cenerentola o La Bella Addormentata hanno oscurato le esistenze di sorellastre e castellani condannati al sonno. Altre volte ancora, le storie nascono da una sbronza, e chissà se sono vere o no. Il primo amore che riemerge dal mare del passato per poi affogare in un Bloody Mary, delle formiche che sciamano da sotto un lavandino o forse soltanto da una mente allucinata, un locale che è rimasto immutato per vent'anni ma potrebbe non essere mai esistito. E per nove volte, in nove racconti divisi in gruppi di tre, Alessandra Montrucchio narra il fuoco dell'amore, il vento delle favole, l'alcol nelle vene. Tre volte il numero perfetto per parlare di ciò che è imperfetto. Della magia e del disincanto di essere vivi.