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Infiniti granelli di sabbia
Il susseguirsi delle storie qui raccolte mette il lettore di fronte a un grande specchio metaforico nei cui riflessi egli può perdersi o ritrovarsi, riconoscersi o ripudiarsi. Nei nostri attraversamenti quotidiani di questa o quella delle tante città che popolano il deserto, come avviene per i personaggi dei racconti, anche per noi desideri e paure si susseguono senza soluzione di continuità, come del resto, ben conoscendo le nostre fragilità, gli addetti 'occulti' alla loro gestione vogliono che sia. Esistenza umana e orchestra dei poteri, del resto, fin dai tempi remoti, pur tra armonie e disarmonie, sembrano presupporsi. È questo perdurante confronto tra condizione umana e potere che questo libro consegna alla nostra riflessione attraverso le forme del realismo magico. Al contempo ci invita a immaginare ciò che siamo e che vogliamo essere e a dubitare di coloro che sostengono di possedere la verità di noi stessi: col pretesto di essere i soli a conoscere ciò che siamo e dobbiamo essere, essi potrebbero sentirsi autorizzati a dirigere i nostri passi e a vigilare ininterrottamente su di noi. -
La solitudine mi stanca
Dove sia oggi l'Italia sul riconoscimento della dignità e dei diritti delle persone migranti ce lo racconta chi, partendo dal Mali e passando per la Libia, ha attraversato il cimitero del Mediterraneo su un barcone. Il suo sguardo ci colloca in quell'area ""bianca"""" che resta indifferente alle proprie venature culturali e giuridiche indubbiamente razziste. Per questo la storia raccontata per frammenti poetici da Moussa Bassirou Kané - convinto che Dio abbia fatto il pianeta Terra molto ampio proprio per consentire a chi, come lui, non si sentiva bene in un posto, di cercarsene un altro per esistere in libertà e ricominciare da capo - va ascoltata con profonda attenzione e qualche vergogna. L'avventura di Moussa, infatti, racconta quanto sia stato arduo il suo viaggio e quante umiliazioni lo abbiano accompagnato. Con una scrittura a ritmo di rap egli denuncia in modo efficace tanto le condizioni sociali e politiche dei Paesi africani, quanto la miseria umana dei razzismi nostrani."" -
Hanno legato la zia Lia
L'esperienza della contenzione fisica viene infatti narrata attraverso gli incontri con esseri umani reali, pazienti, operatori, familiari e attraverso l'incursione nei saperi e nelle pratiche che sono state prodotte nel corso del tempo. L'evoluzione interiore dell'autrice si muove in parallelo, mettendo a nudo le paure, le ambiguità, le incertezze, le contraddizioni che si snodano via via, fino a giungere alla consapevolezza che è necessario uscire dall'indifferenza e prendere posizione, perché, parafrasando Einstein, ""il mondo non è minacciato dalle persone che fanno il male, ma da quelle che lo tollerano"""". La storia della zia Lia, al pari degli spunti autobiografici dell'autrice, si sviluppa tra le pagine a testimonianza dell'unicità, e al contempo dell'ordinarietà, delle vite di ciascuno di noi. Vite che chiedono di essere vissute e lasciate andare con la dignità che meritano."" -
La mappa perduta
Sono qui presentati i risultati di una ricerca sul fenomeno armato di sinistra che ha attraversato l'Italia tra il 1969 e il 1989. Rispetto alla prima pubblicazione del 1994, questa edizione propone i frutti di una ricerca concernente le formazioni che tra il 1990 e il 2019 sono state ricondotte nel solco delle esperienze precedenti. Il testo si articola in sei sezioni. La prima espone la storia essenziale di 47 organizzazioni e la loro bibliografia. Per 24 di esse viene fornita una descrizione socio-statistica considerando età, livello degli studi, attività lavorativa e regione di provenienza degli inquisiti. La seconda si compone di capitoli nominali relativi all'evento in cui hanno incontrato la morte 71 militanti delle organizzazioni armate. La terza sezione presenta dati e riferimenti bibliografici sugli eventi in cui sono morte le 128 persone colpite dalle formazioni considerate. Una quarta parte è dedicata alla descrizione socio-statistica dell'esperienza armata nel suo complesso. La quinta sezione descrive il periodo 1990-2019. Infine, alcune correlazioni fra dati presentano uno sguardo sintetico sulla situazione attuale di 27 prigionieri politici. -
Dentro la zona rossa. Virus, il tempo, il potere
In piena pandemia, sono qui abbozzati i primi spunti di riflessione sulle conseguenze della diffusione del virus Sars-CoV-2. Un intero Paese dichiarato per quasi due mesi ""zona rossa"""", area a libertà vigilata. La zona rossa utilizzata come simbolo di ciò cui abbiamo dovuto rinunciare e cui, forse, dovremo rinunciare in futuro. Gli Autori si interrogano sugli esiti dell'esperimento sociale compiuto con il lockdown, con enormi conseguenze economiche, sociali, relazionali, che ci ha obbligati a confrontarci con le nostre paure e le nostre fragilità. Si augurano una presa di coscienza collettiva del fatto che la salute non è un problema individuale, ma un bene comune globale, il più importante di tutti, e incrocia profondamente la salute del pianeta. E ci invitano a non sprecare questa crisi, bensì a trasformarla in una opportunità per cambiare rotta."" -
L' uomo sconfinato. Perché una vita senza limiti non rende liberi, bensì schiavi
Viviamo in un mondo senza limiti. Ciò che finora sembrava impossibile per via delle limitazioni del mondo reale, si conquista un posto nell'esistenza per mezzo di simulazioni e virtualità. Il desiderio contemporaneo di sconfinamento mira a una vita senza regole, misure né rispetto dei limiti. Per ottenere questa nuova qualità della libertà, l'uomo sconfinato ricorre a un ""doping"""" dell'anima. Questo è il tema sviluppato da Rainer Funk nel solco della psicologia sociale di Erich Fromm. Egli descrive i processi di sconfinamento nel mondo dell'economia, del lavoro e nella società, e mostra le conseguenze psicologiche di tale debordamento della personalità. Un desiderio di sconfinamento, eliminando o rinnegando tutto ciò che ha dei limiti, conduce sì - come l'utilizzo di stupefacenti - a un'accresciuta esperienza soggettiva di libertà, ma ciò avviene al costo di maggiori dipendenze. Chi vuol essere libero di vivere una vita attiva e autonoma ha bisogno di avere dei limiti, ed è qui chiarito cosa significhi dal punto di vista della psicologia dello sviluppo e dell'educazione."" -
Questi giorni. Sei taccuini
La vita quotidiana, le famiglie devastate e quelle ritrovate, gli ospedali, gli amori persi per sempre, i piani b, gli eventi naturali, gli impegni politici, i segreti, i decreti, i caffè, le cadute, i sogni sommersi, le riconciliazioni, le letture, le fughe. La vita di sei donne riletta alla luce dei giorni del Covid-19. Irene, Grazia, Simona, Rosi, Anna, Silvia scrivono ogni giorno, creando sei punti di vista diversi sulla vita che, oggi, si plasmano e si somigliano. Nella prosa c'è sempre stata la voce, ma in questi giorni la voce non c'è, ci sono solo gli sguardi. Occorre riconoscersi al volo nella bufera. -
L' arte ir-ritata si racconta
Questo libro nasce in occasione del trentennale (1990 - 2020) dell'attività di Sensibili alle foglie e del suo peculiare modo di guardare le risorse espressive che si manifestano nelle condizioni di reclusione e difficoltà a vivere. È sulla spinta di questo segno di radicamento nel tempo che l'autore, direttore artistico dell'Archivio di scritture scrizioni e arte ir-ritata, decide di chiedere ad alcune persone, che nel corso degli anni hanno collaborato con l'Archivio, di offrire un loro contributo, in modo che l'arte ir-ritata si potesse raccontare attraverso punti di vista variegati e ambiti sociali e professionali diversificati. Prendendo forza dalle esperienze fatte questo lavoro si proietta nella possibilità che l'arte ir-ritata continui a costituire una modalità sociale e culturale per rendere visibili, valorizzandone i linguaggi, le persone costrette all'invisibilità. -
Conversazioni con un rivoluzionario. Autobiografia di Mauro Damiani
Giulia e Mauro si sono conosciuti quindici anni fa. Li ha uniti per lungo tempo un percorso di psicoterapia e una profonda passione per la politica. Non si sono mai persi di vista e, recentemente, quando Mauro ha provato il desiderio di raccogliere la sua storia, ha trovato in Giulia la possibilità di realizzarlo. È iniziato un percorso durato alcuni anni, in cui i due si sono ritrovati per parlare, ascoltare, ridere, piangere e commuoversi insieme. Mauro desiderava raccontare al mondo le sue sofferenze, il rapporto con lo stigma della malattia mentale, la paura, la solitudine, i fantasmi di una vita. Ma voleva parlare anche dei successi, delle amicizie, degli amori, dei percorsi di sostegno intrapresi per uscire dal dolore. E lo ha fatto senza vergogna, innamorandosi di quello che è stato, della capacità di cambiare, di quel Mauro fragile e forte al tempo stesso, che ha saputo con dolcezza e autenticità attraversare la sua vita e risollevarsi. Prefazione del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud. -
Ultima madre
È nei rapporti umani che si cresce e ci si forma. Ed è sulla relazione con la morte, incontrata in quei rapporti, che Cristina, ormai anziana, sceglie di scrivere. Ricordando le persone con cui ha intessuto legami per caso (la suora che va alle nozze con il proprio dio, il ragazzo suicida, il professore morto di cancro) o per lavoro (la bambina indiana, la ragazza ammazzata con una overdose, la donna angosciata dal decadimento del suo corpo), ma anche l'amica, il suocero, il padre e la madre. Cristina incontra modi diversi di accostarsi alla morte, dal rifiuto alla rilettura di tutta la propria esperienza, dalla resistenza all'accettazione, fino a chi, occupandosene professionalmente, può fare la differenza. Mentre si interroga sulla necessità di garantire a sé stessa e a ciascuno un percorso e una fine dignitosi, la vita la mette di fronte all'arbitrarietà dell'abbraccio - naturale, ma non per questo facilmente accettabile - dell'Ultima Madre. -
Identità cibernetiche. Dissociazioni indotte, contesti obbliganti e comandi furtivi
Il paradigma della dissociazione identitaria, così come è stato posto da Janet sul finire dell'Ottocento e sviluppato da Hilgard, Ludwig, Lapassade e altri nel Novecento, si misura oggi con l'utilizzo dei più comuni dispositivi digitali da parte di un numero crescente di umani. La tesi sulla quale si incardina questo lavoro mette in luce una nuova forma di dissociazione adattativa, qui definita sdoppiamento digitale, indotta dal progressivo spostamento della vita di ciascuno dalle relazioni in presenza alle connessioni. Lavoro da casa, didattica a distanza, politica social-mediata, obbligando all'accesso a piattaforme e all'uso di dispositivi digitali, richiedono all'individuo di dissociarsi in una o più identità di connessione. Come queste identità siano vulnerabili a essere manipolate e, in prospettiva, comandate a distanza, riducendo progressivamente l'autonomia di pensiero e di azione, è il territorio su cui questo libro si affaccia per avviare una riflessione collettiva e un confronto con quanti si augurano che la tecnologia digitale possa un giorno essere messa al servizio degli umani, all'opposto di quanto oggi accade. -
L' ultimo libro di carta
La storia di Aurelio e Lella, due ventenni innamorati in un paese del Sud, si svolge fra gli anni quaranta e sessanta del Novecento e, fra private illusioni e pubblici inganni, attraversa la seconda guerra mondiale, la campagna italiana di Grecia, i campi di concentramento tedeschi, fino al secondo dopoguerra, con la nuova emigrazione italiana e le fabbriche del Nord. La voce narrante, l'autore dell'""ultimo libro"""", è Giulio Brogi, un professore di filosofia che insegna in un liceo di una Milano del Terzo millennio, immersa nel cicaleccio dei telefonini, avvolta in una nebbia non più atmosferica ma rumorosa e nevrotica nelle sue solitudini. Giulio scopre di avere l'Alzheimer, e mentre la sua mente progressivamente deraglia, comincia una lotta contro il tempo, per finire il libro, che il suo editore ha deciso sarà l'ultimo di carta che intende pubblicare."" -
Perché il carcere? Costruire un immaginario che sappia farne a meno
Gli interrogativi di questo libro hanno lo scopo di indurci a sospendere il giudizio su chi è in carcere, invitandoci, come a suo tempo Basaglia fece con i manicomializzati, a guardare le persone e non i modelli e le teorie che si hanno in testa. Partendo dai rapporti reali con le persone incontrate nell'ambito della sua attività, l'Autrice si chiede come facciamo a non vedere che le decine di migliaia di persone detenute chiamano in causa le comunità da cui provengono, i servizi, le opportunità e i diritti che lo Stato ha saputo o non ha saputo garantire a tutti. Attingendo a Foucault, all'idea che questa istituzione sia figlia di un ""potere normalizzatore"""" e disciplinare, l'Autrice si chiede se non possa essere immaginata oggi una rivoluzione contro il sistema retributivo, dove si risponde al male del reato perpetrando altro male. Ci invita a parlare di carcere poiché i detenuti appartengono alla società, a lei dovranno tornare e chela soluzione non è la loro ghettizzazione, perché questo non porta né quella rieducazione voluta dalla Costituzione né sicurezza. E ci invita a pensare che la creazione di legami sociali sani e saldi costituirebbe una maggiore sicurezza pubblica."" -
Le parole scritte
"Sono qui proposti novantacinque documenti - uno in più di quelli presentati nella prima edizione - molti dei quali inediti, scritti da trentadue organizzazioni armate operanti in Italia tra il 1969 e il 1989, delle quali si è tracciato un profilo storico-sociale ne La mappa perduta. La successione dei documenti, trascritti nella loro versione originale e integrale, segue l'ordine cronologico in cui sono stati scritti, dal 1970 al 1987. Questa raccolta di parole scritte """"all'epoca dei fatti"""" costituisce non soltanto una fonte per ricercatori e storici, ma anche un utile strumento, accessibile a tutti, di conoscenza delle motivazioni e dei contenuti espressi da ciascuna esperienza organizzativa nel momento in cui si è data. Per quanto concerne l'elaborazione politica e la diversificazione dei linguaggi nelle differenti formazioni e nei diversi momenti storici, i documenti qui presentati restituiscono, senza alcuna pretesa di essere esaustivi, la struttura essenziale dell'esperienza armata di sinistra nel suo complesso.""""" -
Dove trovare una canzone
«La mia storia ha un inizio preciso: 2 maggio 1977, giorno in cui viene trasmesso sull'allora Primo canale Rai il famoso film ""Anastasia"""", con Ingrid Bergman e Yul Brynner. Sono nato cieco e ho il mio modo di """"guardare"""" i film attraverso i suoni. Così all'età di nove anni, ho sentito nominare per la prima volta la parola """"Russia"""" e mi sono subito lasciato affascinare. Da quel giorno ho seguito il fil rouge della Russia per tutto il resto della mia vita cercando risposte. In realtà sono state le risposte a trovare me. Con gli anni sono diventato un musicista e arrangiatore, perché proprio la musica fu quella chiave più naturale datami per scoprire il mio legame con la Russia, ma non solo: non sapevo che quel famoso giorno sarebbe diventato anche la porta dietro la quale mi attendeva il destino». Così l'autore, rivolgendosi direttamente ai lettori, li conduce nel suo percorso di vita."" -
Specchio sorella
Si è fratello e sorella per nascita ma, dopo la lettura di ""Specchio Sorella, verrebbe da dire che innanzitutto lo si diventa, attraverso la durezza di una esperienza familiare condivisa. """"Solo noi ci capiamo, Sorella"""" solo noi veramente possiamo: chi altri potrebbe meglio capire ciò che soltanto noi sappiamo"""". Così scrive l'Autore nel canto XXIV, e sembra che la modalità dell'appartenersi costituisca lo specchio in cui riflettersi. """"Specchio Sorella"""" costituisce anche il terzo e conclusivo atto della Trilogia della Cicatrice, iniziata con """"Era solo un ragazzo"""", dedicata al padre, e proseguita con """"Madre Materno"""". Nel contesto dell'arte irritata si potrebbe dire che la Trilogia della Cicatrice documenti, anche attraverso l'urgenza poetica, come una ferita, anche se cicatrizzata dal tempo, abbia bisogno di essere riguardata, ripresa in cura. Ma c'è anche un'altra urgenza che è propria dell'arte dell'Autore. Man mano che la scrittura gli prendeva la mano, il Guido Celli performer girava l'Italia. Prima ancora di diventare libro la scrittura già calcava la scena, alla ricerca di un incontro sociale, di relazioni e legami con persone con cui condividere un percorso."" -
L' ombra dell'angelo. Teoria e pratica della concezione operativa di gruppo
Questo volume contiene una raccolta di saggi, scritti tra il 2004 e il 2020, che sviluppano la concezione operativa di gruppo iniziata in Argentina da Enrique Pichon-Rivière e continuata da Armando Bauleo nell'esilio e poi dal Centro di Ricerche Internazionali in psicologia sociale e di gruppo che aveva fondato. Il Centro studi e ricerche José Bleger, che l'Autore dirige, continuando la concezione operativa, ha cercato di far dialogare creativamente la pratica e la teoria dell'analisi istituzionale italiana di Franco Basaglia e di Psichiatria Democratica con l'analisi istituzionale francese, la socioanalisi narrativa di Sensibili alle foglie, la semiotica, l'etnosemiotica, l'etnopsichiatria e l'etnopsicanalisi. Questi dialoghi hanno prodotto interventi teorico-pratici che sono parzialmente documentati in questi saggi e che mostrano il processo spiraliforme dello Schema di Riferimento Concettuale e Operativo: l'ECRO della concezione operativa di gruppo di cui questo volume vuole essere un apporto. -
Approdi. Il tempo circolare
Il tempo circolare è tempo non tradito, è la ricomposizione in Uno dei frammenti di vita e di storia frantumati dal capitale. Passato, presente e futuro si riconciliano nell'unicità di ognuno e nei legami che ognuno di noi tesse con altre donne e altri uomini, con le lotte, i luoghi, la terra. In queste pagine sono raccolte poesie scritte negli ultimi anni e alcune, sotto la dicitura ""il tempo circolare"""", di molti anni fa. Dalla memoria degli operai Fiat e dei movimenti degli anni settanta, alle vittime della strage alle Fonderie Riunite di Modena nel gennaio del 1950, dalle piccole/grandi resistenze di oggi, fino all'epopea dei migranti e alla solidarietà con i popoli oppressi della Palestina e dell'Afghanistan dei nostri giorni, passando per le persone incontrate e amate e per le emozioni suscitate dai luoghi e dalle esperienze attraversate, l'Autore ci restituisce la sua sensibilità umana, sociale e politica."" -
Campi di battaglia
Le tre parti che compongono questa raccolta di poesie attraversano diversi territori. La prima tratteggia il profilo dell'identità poetica, la seconda rivolge lo sguardo all'indietro, ai processi rivoluzionari degli anni Settanta e contemporaneamente ci consegna una memoria di figure della famiglia di origine. La terza si affaccia sulla contemporaneità e le sue contraddizioni. L'insieme, con ampi riferimenti alla poetica europea, statunitense e afro-caraibica del Novecento, ci restituisce un quadro composito qui sintetizzato nel verso «Solo per questo scriviamo: per amore di chi ruba da mangiare, di chi si dispera, di chi crepa». -
Le bocche inutili. Vecchi e fragili, persone, non corpi
Questo ""viaggio"""" nella pandemia riguarda i più fragili fra noi: vittime designate del virus, ma anche dei pregiudizi che ne hanno accentuato l'isolamento sociale dentro le strutture (Rsa, residenze psichiatriche, per disabili) su cui il Covid-19 ha sollevato la nebbia delle coscienze, svelandone la natura di luoghi di internamento: fragili quanto le persone che vi vegetano, condannate ad essere solo corpi e non più persone. Le Rsa oggi sono sempre più grandi, organizzate con logiche imprenditoriali e finalizzate al profitto di chi vi investe (banche, industriali). Non vi si ritrova, salvo eccezioni orribili, la ferocia dei vecchi manicomi, ma l'ipocrisia di legare le persone al letto per """"il loro bene"""" ne salda la componente di disumanità al risparmio di gestione. E, salvo esempi questa volta virtuosi, rappresentano un sistema iniquo e fragile. Come con il Covid si è visto. L'alternativa è investire il denaro pubblico nel ripartire dalle case, piccole comunità, da una rete sociale e sanitaria che ci riscopra persone e non corpi. Va valorizzata in questo percorso anche una memoria popolare che non è solo di sognatori, se lo indica anche la Chiesa di Papa Francesco, con chiarezza.""