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Pasolini e la televisione
Un dibattito a più voci e secondo diversi approcci disciplinari, per una ricognizione a vasto raggio sul rapporto tra Pasolini e la televisione, nel quadro di un pensiero fortemente critico verso la modernità, ma anche mosso e in forte evoluzione interna, dagli anni Cinquanta al periodo 'corsaro' e in alternanza tra condanna radicale del medium di massa e proposte per una televisione alternativa. Un panorama sfaccettato di riflessioni, in cui è implicato anche il rimando alla televisione in sé, di allora e di oggi, e alle mutazioni da essa indotte nel telespettatore e nei suoi codici antropologici, valoriali e linguistici. I contributi, frutto di un convegno nazionale promosso nel novembre 2009 dal Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia e dalla Associazione Fondo Pier Paolo Pasolini della Cineteca di Bologna, sono completati dai commenti e dalle testimonianze di quanti, a vario titolo, hanno condiviso allora o indagano ora l'eretica intelligenza pasoliniana, gentile e implacabile, a contrasto con la deriva moderna dello sviluppo senza progresso e con la televisione che di quel processo, irreversibile, appare uno dei principali strumenti. -
Fabrizio Lupo
Il 3 gennaio 1951, a Firenze, un giovane pittore qui chiamato Fabrizio Lupo andò a trovare Carlo Coccioli, di cui aveva letto ""La difficile speranza"""" e """"Il cielo e la terra"""". Fu il primo di una serie di incontri che, nel 1952 e in francese, portarono alla pubblicazione di un libro intitolato, appunto, """"Fabrizio Lupo"""" (scritto originariamente in italiano). Un grande affresco: la rappresentazione, in tutti i suoi aspetti, di un caso di omosessualità interpretato come una forma dell'amore, omosessualità come Amore con la maiuscola. In Francia, il romanzo provocò un tale frastuono di reazioni che Coccioli, che ricevette migliaia di lettere si trasferì in Messico. Ma, quasi immediatamente, il libro veniva pubblicato in spagnolo nella capitale messicana, con conseguenze non dissimili da quelle francesi. Prefazione di Walter Siti."" -
La quinta stagione
Tra il luglio del '43 (la caduta di Mussolini) e la fine del secondo conflitto mondiale, il racconto di una stagione straordinaria, come fuori dal tempo. Tra i giochi infantili e la partenza per il collegio del protagonista Stefano Marcovich, in mezzo c'è la guerra, quella vera, che appare prima lontana e poi alle porte. Ma dietro gli avvenimenti bellici, c'è la terra istriana, il confine, e un villaggio patriarcale di lingua mista, con la sua vita contadina, il suo paesaggio e il suo ambiente. Questo è il primo romanzo della trilogia di Stefano Marcovich in cui Tomizza da una visione della guerra, come l'ha vissuta la generazione di nati negli anni Trenta, che allora era adolescente. Prefazione di Helena Janeczek. -
Un bacio e l'oblio
In una Milano agli albori della luce elettrica, negli anni tra due disastri della storia patria - la battaglia di Adua e la rotta di Caporetto - le vicende di una famiglia borghese vengono raccontate dalle voci di Luciano, medico omeopata non molto sveglio ma attentissimo alle cose materiali, e di Alfonso, poeta stralunato e proiettato più verso i sogni che sul mondo reale. Attorno alle voci narranti, da un lato le figure femminili di Maria Rosaria, virtuosa forse suo malgrado, ed Elisa, custode di una verità ingombrante e dedita al peccato con assoluta innocenza; dall'altro personaggi contraddittori e spesso sfiorati da un'ala di follia, autentica o simulata, come il padre di Alfonso, tormentato dal rimorso di una colpa vergognosa eppure buon cliente di un bordello. Il tutto nello scenario storico di un'epoca che ha visto vorticare gli eventi più diversi e che ancora ci coinvolgono: dall'attentato a Sarajevo al volo dei dirigibili, dal socialismo di Mussolini e Nenni alle spedizioni polari, dal naufragio del Lusitania al fulgore e al dramma dell'icona della danza Isadora Duncan. -
Banchi di prova. Racconto in versi
I ""banchi"""" nominati nel titolo di questo racconto in versi (un modello già sperimentato da Silvio Ramat in """"Mia madre un secolo"""", Marsilio 2002) sono i banchi dove dapprima siede il bambino che sta imparando a leggere e a scrivere, quindi l'alunno delle elementari e delle medie, poi ancora lo studente universitario e infine il professore (fatale, drammatico passaggio """"dall'altra parte""""). Fra gli estremi cronologici dichiarati del racconto (1944-1968) si fanno spazio anche insigni personaggi della cultura italiana: i maestri di Ramat, consapevole che è stata per lui una fortuna l'aver vissuto vent'anni in una Firenze illuminata dalla luce delle sue tradizioni più alte."" -
Particolare. Pecorsi di democrazia. Catalogo della mostra (Venezia, 3 marzo-26 novembre 2011). Ediz. italiana e inglese
Il volume illustra i complessi legami tra l'arte e la democrazia: il corso della storia ha definito in vari modi la loro dipendenza reciproca. Le loro opere parlano di guerre, migrazioni, esclusioni, fanatismi, consumismo, spreco, povertà, fame: Giovanni Anselmo, Miroslaw Balka, Elzbieta Jablonska, Zofia Kulik, Goskha Macuga, Angelique Marcul, Ewa Partum, Józef Robakowski, Mladen Stilinovic, Marek Szczesny, Stefan e Franciszka Themerson, Krzysztof Wodiczko, Gilberto Zorio, Artur Zmijewski. -
La verità del serpente
Lido di Venezia, settembre. Una villa affondata in uno smisurato giardino sulla laguna, molti ospiti capitati lì per caso (o forse no) per il festival del cinema o mossi da altri segreti intenti. Nel fitto chiacchiericcio di un'occasione mondana, fra una maestosa tomba di famiglia (forse in vendita) e una festona in uno storico palazzo del Canal Grande, una passeggiata mattutina da campo Santo Stefano a campo San Beneto e la visita a una casa disabitata (o forse no) alla Giudecca, matura un'irrisolta tragedia. Un perplesso sceneggiatore romano e due anziane sorelle torinesi, un'elegante signora milanese e un eccentrico svizzero con amichetta al seguito, una simpatica ragazza di buona famiglia e una formidabile cuoca - per tacere del subisso di comprimari tra i quali Jean Genet, Pëtr Il'ic Cajkovskij e Giambattista Tiepolo - saranno tutti coinvolti nel più classico degli enigmi della camera chiusa dove il palcoscenico dell'azione è l'intera Venezia di fine estate (con doveroso epilogo invernale). Un romanzo a molte voci femminili - le donne vista laguna del titolo - nel quale s'intrecciano a rancori sopiti e inespressi rimpianti, una devastante passione d'amore. Con un sospetto che vibra tra le pagine: e se Venezia, così ammaliante, così crudele, non fosse altro che un alibi? -
Bengodi. I piaceri dell'autarchia
Patriottico, gaudente e curiosissimo di sapori autoctoni e piaceri antichi, in Valtellina cerca il violino di capra, in Veneto il tabarro perfetto, nella Bassa Parmense il salame strolghino, in Toscana il sigaro migliore, in Abruzzo la mortadella di Campo tosto, in Puglia la ricotta forte... A Milano lo rende felice la cotoletta alla milanese (a patto che sia alta, tenera, succosa), a Parma stravede per il pesto di cavallo crudo, tra Reggio e Mantova trae grande piacere dai tortelli di zucca, in Romagna deve assolutamente impiastricciarsi le dita con lo squaquerone, corredato o meno di piadina, lungo la costa barese va in deliquio per il polpo arricciato e la tagliatella di seppia... Ma sono piaceri locali, regionali. Solo i lampascioni gli piacciono in tutta Italia. E poi ama i vini: un vero signore che voglia bere ma che non vuole gliela diano a bere, che bottiglia deve stappare? Camillo Langone crede di avere tendenze gnostiche, prova infatti un'incontenibile ammirazione per prodotti introvabili, esoterici, iniziatici e quando scopre che qualcuno di questi, che ritiene il migliore, viene visto in qualche supermercato, se ne dispiace, e quanto se ne dispiace! Ma va da sé che va bene così, anche i lettori la devono pur mettere qualcosa sotto i denti... -
Berluskamen
Quando disegna, non parte mai dal rancore verso qualcuno. ""Chi fa satira deve sempre ironizzare sui fatti e su ciò che le persone rappresentano all'interno dei fatti stessi. Prendere di mira qualcuno, estraniandolo da un contesto, non ha alcun senso"""". Per questo Emilio Giannelli è uno dei nostri più celebri e più eleganti vignettisti satirici. Tratto di matita deciso, spesso minuzioso, battuta secca e pungente, ed ecco senza veli i potenti dell'Italia e del mondo visti con un'ironia, misurata e sottile, mai volgare e trasgressiva."" -
Visti da lontano. Il prezzo della vanità
È altissimo, esagerato, il prezzo che i personaggi famosi pagano alla vanità. Stefano Lorenzetto lo ha compreso andando a intervistarli: il musicista Giovanni Allevi ammette d'aver costruito la propria immagine di genialoide usando il balsamo Hydra-ricci della Garnier che ""rende il riccio definito""""; il ministro Mara Carfagna è contenta delle foto osé scattate quand'era modella perché un giorno potrà dire ai nipoti """"guardate quant'era bella nonna""""; il fotografo Fabrizio Corona si considera """"molto sicuro"""" di se stesso; la conduttrice Ilaria D'Amico punta a """"una vicedirezione reale"""", magari del Corriere della Sera, in alternativa della Repubblica; la contessa Marta Marzotto confessa che fin da bambina si spediva lettere poetiche e aspettava l'arrivo del postino come se gliele avesse scritte un misterioso spasimante; l'onorevole Vittorio Sgarbi è convinto d'aver propiziato due miracoli, facendo persino uscire dal coma il marito di una sua ammiratrice. Per non finire come i cosiddetti Vip, l'autore di questo libro - vanitoso al pari di tutti i giornalisti - s'è dato una regola: vederli da lontano. E ha deciso di seguire una profilassi che lo porta a evitare il più possibile le liturgie della categoria. Perché L'hybris può diventare una vera e propria patologia psichiatrica, come attesta lo sbando di una società in cui per esistere bisogna apparire: nei palazzi del potere, nei salotti, in televisione o, per i meno fortunati, almeno su Facebook..."" -
Opalka 1965/1-? Carpaccio/Opalka. Il tempo della pittura. Ediz. illustrata
Il progetto, pone il dipinto dell'artista polacco in stretta correlazione con le Dame Veneziane di Vittore Carpaccio, creando le premesse per un ""dialogo"""" tra le due opere nel quale il tempo diviene protagonista: per Opalka sotto forma di progressione numerica, nel capolavoro veneziano, presente nelle collezioni permanenti del Correr, come senso dell'attesa. Il volume che accompagna la mostra raccoglie interventi dello stesso Opalka, di Tommaso Trini e di Christian Schlatter."" -
Lampi nella nebbia
A Torino tutti parlano del funerale del cavalier Eugenio Balbiano, destinato a trasformarsi in uno degli eventi mondani della stagione. Con la morte di Balbiano, l'immensa fortuna che gli apparteneva ora è di Bianca, la nipote, che oltre al patrimonio eredita un misterioso, vastissimo appartamento pieno di ricordi. Forse un po' scomodi. Quando è il momento di dare l'ultimo saluto al cavaliere, Bianca sparisce. Silvia Guarienti, l'amica di sempre, avverte strani presagi e tutti temono il peggio... -
Il simbolismo in Italia. Catalogo della mostra (Padova, 1 ottobre 2011-12 febbraio 2012). Ediz. illustrata
"Il simbolismo è stato un grande movimento europeo che, in Italia, ha cambiato il corso della pittura, facendola entrare nella modernità. La forza di questo movimento è stata quella di interpretare e riuscire a rappresentare in pittura, penetrando anche nel territorio dell'inconscio, i grandi valori universali dell'umanità: questa straordinaria avventura artistica verrà ricostruita attraverso i quadri - capolavori ormai entrati nell'immaginario collettivo - dei suoi protagonisti come Segantini, Wildt, Pelllizza da Volpedo, Galileo Chini, Previati, Bocklin, de Chirico, Casorati, Balla, Boccioni, Klimt, Zecchin."""" (Fernando Mazzocca)" -
Workshop 2010
Questa edizione propone un'ulteriore riflessione: il ruolo che la scuola svolge rispetto al proprio mandato sociale e, conseguentemente, l'opportunità che una struttura didattica come i nostri workshop potrebbe rappresentare per le amministrazioni locali e per la collettività. -
La Canottieri Giudecca 1981-2011. Ediz. illustrata
Il racconto di trent'anni di vita di una società sportiva, la Canottieri Giudecca di Venezia, la sua nascita, crescita e consolidamento nel contesto storico e sociale della Giudecca, e più in generale di Venezia, attraverso tre linee di lettura. Innanzitutto la storia ricostruita da uno dei protagonisti, Silvio Testa: la fondazione e la presidenza di Gianni Cucco (1981-1992); la combattuta riforma sotto Piero Fabris e lo stesso Testa (1992-1999); la pacificazione e il conseguente consolidamento con Giovanna Della Toffola (dal 1999 a oggi). E assieme allo sviluppo cronologico i temi più squisitamente ""politici"""" della vita sociale, il problema della sede che per tanti anni ha affaticato i consigli direttivi, alcuni dei passaggi fondamentali dell'avvio e della crescita dei settori nei quali si è estrinsecata l'attività, le vicende del canottaggio, della voga alla veneta, della vela al terzo. Accanto alla storia una serie di brevi testi, delle schede di approfondimento, con ricordi, commenti, impressioni dei personaggi che hanno costruito la Canottieri come oggi la conosciamo, alcune scritte direttamente dai protagonisti, liberamente e senza alcun filtro, altre raccolte da Alessandro Rizzardini partendo da punti di vista spesso diversi e dialettici. Infine il racconto per immagini attraverso le fotografie di Alessandro Rizzardini: la Giudecca, la sede come spazio fisico e come spazio vissuto, i volti dei protagonisti, le regate, le gite, le attività, gli uomini, le donne, i bambini."" -
Vittore Crivelli da Venezia alle Marche. Ediz. illustrata
Si tratta della prima esposizione mai dedicata a Vittore Crivelli (1430-1502), protagonista insieme al celebre fratello Carlo della pittura delle Marche centrali negli ultimi vent'anni del Quattrocento. I due Crivelli, nati e formatisi come artisti a Venezia, dopo alcuni anni in Dalmazia, si trasferirono nelle Marche, dove la loro attività, nonostante la vicinanza geografica, si svolse su binari separati. Vittore, di cui lo studio dei documenti ha fatto emergere il profilo di un vero e proprio imprenditore, impianta una solida bottega a Fermo, dalla quale spedisce pale d'altare e polittici in un'area vastissima fra fermano e maceratese, prestando la sua opera sia per grandi ordini religiosi e committenti importanti, sia per chiese parrocchiali e piccole comunità religiose. Più del fratello Carlo, Vittore incarna appieno il Rinascimento dell'Appennino. Oltre a capolavori dei due Crivelli, in mostra anche opere di altri artisti attivi nei centri più interni delle Marche nella seconda metà del XV secolo: Francesco di Gentile da Fabriano, Niccolò Liberatore detto l'Alunno, Pietro Alemanno, presenti con opere spesso studiate per la prima volta o poco conosciute perché conservate all'estero in musei e collezioni private . -
Lei e le altre. Moda e stili nelle riviste RCS dal 1930 a oggi. Catalogo della Mostra (Milano, 15 settembre-15 ottobre 2011). Ediz. illustrata
Raccontare la moda, ma anche la società e ¡1 costume attraverso le immagini e i testi messi in pagina nei periodici di una grande casa editrice italiana come RCS è un progetto importante e pionieristico insieme. Mai si è raccontata la moda attraverso una galassia variegata composta da riviste femminili, anche molto diverse tra loro, pubblicate da un editore che ha accompagnato la storia del nostro paese, contribuendo a indirizzare e formare gusti e tendenze di molte generazioni di italiani. Le riviste interpretano e fanno la moda, perché sono dispositivi che non solo fotografano e registrano gli stili, ma li determinano. Lo fanno mescolando attualità, cinema, televisione e attingendo a più registri, da quello colto a quello più popolare. Si confrontano con le varie espressioni della cultura popolare. Utilizzano materiali che si rivolgono e appartengono a pubblici diversi, rimescolando continuamente le carte. ""Lei e le altre"""" permette di evidenziare l'essenza visuale della cultura condivisa del ventesimo secolo (che alla parola scritta aggiunge il potere dell'immagine), e ci permette anche e soprattutto di fissare lo slittamento fra moda e costume, fra forme dell'abbigliamento e del vivere, la loro effettiva circolazione e il loro consumo diffuso e molteplice."" -
La metà di bosco
Salvo Cagli, medico dell'Unità del Sonno che paradossalmente soffre d'insonnia, accetta l'invito di un amico sull'isola greca di Halki. Il sole dell'estate sembra placarlo, acquietare il ricordo della moglie e la figlia che ormai non fanno più parte della sua vita. Ma, dopo una gita in barca al vicino isolotto di Krev, una ragazza, Cora, cade in mare e scompare. Viene ritrovata qualche giorno dopo sulla spiaggia. Uccisa con un colpo d'arma da fuoco. Non è però un giallo quello che l'autrice va a costruire: piuttosto un viaggio di iniziazione al lutto insieme doloroso e quieto, disperato e senza sgomento. -
Vivere e morire con dignità. L'impatto della tecnologia sull'invecchiamento
Il percorso della vita si snoda interagendo continuamente con le tecnologie proprie dell'ambiente e del contesto culturale di riferimento. Gli anni scandiscono il procedere di tale percorso, mentre gli eventi che si susseguono manifestano in modo più o meno esplicito i criteri e le scelte che lo guidano e che gli danno senso. Il vivere e il morire fanno parte di tale percorso e le tecnologie contribuiscono a definirne i contenuti sia in termini di qualità che a livello di quantità. Quale impatto hanno le tecnologie nel processo di invecchiamento? Il libro cerca una risposta a tale interrogativo, elaborando le valutazioni espresse da un gruppo di esperti appartenenti a diverse aree scientifiche. -
L'uomo inquieto
In una fredda giornata d'inverno, Hakan von Enke, alto ufficiale di marina ora in pensione, scompare durante la sua abituale passeggiata mattutina a Stoccolma. Un caso che tocca da vicino il commissario Wallander. Von Enke è il futuro suocero di sua figlia Linda, il nonno della sua nipotina, e di recente gli aveva confidato aspetti soprendenti di un dramma politico-militare risalente a più di due decenni prima, quando sottomarini sovietici erano stati avvistati in acque territoriali svedesi. Kurt Wallander è vicino a un grande segreto della storia del dopoguerra. La sua lotta incessante alla ricerca della verità è ora l'impegno di un uomo che sta facendo i conti con la propria vita assediata da ombre minacciose, e che, talvolta deluso dai colleghi e dal sistema, ritrova il calore e gli affetti della sua famiglia. Con questo ultimo episodio che chiude definitivamente la serie poliziesca che l'ha reso celebre in tutto il mondo, Mankell è riuscito per la critica a creare un pezzo di grande letteratura sul tema della vecchiaia rivestendolo abilmente delle spoglie del giallo. Kurt Wallander, come scrisse Le Monde ""uno dei più bei personaggi tra i romanzi polizieschi contemporanei"""", è stato per molti tra le figure più riuscite e affascinanti della narrativa di genere dei nostri giorni, aprendo la strada al fenomeno del giallo dalla Scandinavia.""