Sfoglia il Catalogo feltrinelli010
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 361-380 di 10000 Articoli:
-
La preghiera del cuore. Tradizioni ed esperienza
Attingendo alle tradizioni spirituali d'Oriente e d'Occidente, il volume raccoglie alcuni contributi sulla preghiera che si svolge nel profondo del cuore. Non si tratta di un volume teologico sulla preghiera del cuore. Scorrendo le pagine del volume ci si rende subito conto del fatto che l'angolo visuale dei diversi contributi si apre su un orizzonte ampio che lascia emergere le esigenze della preghiera del cuore e la sua efficacia in ordine alla conversione del cuore e di tutta la nostra esistenza. -
Indagine sulla scienza. Un manuale per scettici e per credenti
Dai tempi di Galileo il metodo scientifico si articola in due grandi momenti: la sperimentazione controllata e la modellazione matematica dei fenomeni in studio. È un metodo semplice ma che funziona: unito alla creatività dell'uomo ha reso possibili uno straordinario sviluppo tecnologico e il miglioramento della qualità della vita di gran parte dell'umanità. Ma il metodo scientifico è anche un formidabile strumento per scoprire e interpretare il mondo e dare un senso a ciò che ci sta intorno. Per poterlo utilizzare al meglio è però necessario comprenderne le potenzialità e i limiti. Giovanni Straffelini si interroga sulle condizioni di validità del metodo scientifico, esaminando i pilastri che lo sostengono, vale a dire il realismo (ciò che noi osserviamo è oggettivo ed esiste indipendentemente da noi), la regolarità e l'uniformità della natura (la natura non è capricciosa) e il riduzionismo (i modelli scientifici poggiano su leggi sempre più fondamentali). L'autore, anche sulla scorta delle più recenti acquisizioni nel settore delle neuroscienze, mostra come questi pilastri siano spesso fragili e come possano essere resi più robusti attraverso la visione teista, che prevede la possibilità dell'intervento di Dio nel mondo. Certo non si tratta, sostiene Straffelini, di perorare l'immagine di un Dio tappabuchi, chiamato in causa per colmare i vuoti lasciati dalla scienza, ma di comprendere che la visione scientifica consapevole dei propri limiti e opportunamente integrata con quella teista permette di acquisire una concezione del mondo in grado di accompagnarci al meglio nella ricerca del suo significato e del nostro ruolo all'interno di esso. -
L' Europa senza ebrei. L'antisemitismo e il tradimento dell'Occidente
Ebrei uccisi o costretti a lasciare la Francia, zone in cui non sono «graditi» in Germania, simboli ebraici che scompaiono in Olanda e in Belgio, bombe molotov contro le scuole ebraiche in Svezia... È la triste realtà di un antisemitismo che è tornato a infuriare, frutto dell'islamizzazione e di altri estremismi nati dall'odio che serpeggia nel Vecchio Continente. Gli ebrei hanno ancora un futuro in quell'Europa che tanto deve loro, ma che fu anche teatro della Shoah? Giulio Meotti ha cercato di rispondere a questo interrogativo realizzando un'inchiesta in cui alla cronaca si affiancano interviste esclusive allo storico Georges Bensoussan, al fondatore dell'Ufficio di vigilanza contro l'antisemitismo di Parigi Sammy Ghozlan, allo scrittore olandese Leon de Winter, al sociologo Danny Trom, al semiologo Ugo Volli, all'attivista svedese Annika Hernroth-Rothstein, alla studiosa tedesca Elvira Groezinger e altri. Una cosa è certa: senza gli ebrei, l'Europa che conosciamo sarà finita. Prefazione di Robert Redeker. -
Il film noir americano
L'espressione ""film noir"""" è stata creata dalla critica francese nel secondo dopoguerra, in riferimento a una serie di pellicole holliwoodiane, realizzate in epoca classica, di argomento poliziesco/criminale. Ad accomunarle diversi elementi di natura stilistica, tematica e narrativa. Con il passare degli anni l'etichetta di """"film noir"""" è stata applicata a una categoria di film sempre più eterogenea, sempre più spesso priva delle caratteristiche che avevano originariamente motivato quella definizione. Per Gandini si tratta dunque di tornare alle origini, per portare alla luce gli aspetti che fanno di un film un """"noir"""" e la riflessione critica che fonda uno dei generi cinematografici più amati."" -
Pavel Florenskij. La prima biografia di un grande genio cristiano del XX secolo. Nuova ediz.
Nel 1937 un colpo alla nuca in uno scantinato concluse drammaticamente la vita di Pavel Florenskij, matematico, fisico, geologo, filosofo, teologo, da molti definito il Leonardo da Vinci russo. Il suo corpo fu gettato in una fossa comune e di lui nessuno seppe più niente. I famigliari credettero a lungo che, dopo essere stato ingoiato dal sistema dei campi di lavoro sovietici, fosse morto nel 1943. Alla fine degli anni '50 fu riabilitato: le accuse contro di lui si erano rivelate prive di fondamento, l'intero procedimento a suo carico era stato la conseguenza di una evidente montatura. Del resto, Florenskij non era in senso stretto un dissidente e, anche quando era entrato nella stravolgente realtà del gulag, aveva cercato di fare quanto le sue eccezionali capacità speculative e una totale dedizione al lavoro gli consentivano per approfondire le conoscenze in un vasto numero di discipline (proprio durante il periodo della prigionia gli vennero riconosciuti 12 brevetti legati a 47 applicazioni delle sue innovazioni tecnologiche). Parecchi altri anni sono però dovuti passare perché la sua parabola di uomo, scienziato e sacerdote cominciasse a ottenere tutta l'attenzione che merita, e infatti Avril Pyman ci offre in queste pagine la sua prima biografia completa, sullo sfondo delle tormentate vicende storiche, politiche, religiose e culturali del mondo russo a lui contemporaneo. Ciò che ne emerge non è solo l'immagine di una intelligenza straordinariamente dotata per le scienze e per il pensiero filosofico e capace di passare dalla matematica e dalla fisica alla logica, all'estetica e agli abissali esercizi della metafisica, ma anche il profilo di un uomo libero, restio a ogni compromesso, unicamente interessato alla ricerca della Verità, figlio, marito e padre molto affettuoso. Il lavoro di interpretazione e approfondimento del pensiero di Florenskij è forse appena agli inizi. Anche grazie alla ricostruzione attenta e circostanziata delle pubblicazioni e delle collaborazioni che possono essergli attribuite, l'opera di Avril Pyman ha però posto le basi per un recupero pieno della sua eredità. -
Il laboratorio del Gulag. Le origini del sistema concentrazionario sovietico. Nuova ediz.
Tra i monasteri e gli eremi delle Solovki - l'arcipelago del Mar Bianco, nell'estrema parte nord-occidentale della Russia, al largo di Archangel'sk - fu creato il primo campo di concentramento sovietico, il laboratorio di quella rete di 476 campi divenuti tristemente famosi con il nome di «Gulag». A partire dal 1923 e fino al 1939 i bolscevichi vi deportarono i «nemici» del comunismo: aristocratici, preti, «borghesi », contadini, operai, intellettuali, funzionari, artisti, quadri del Partito caduti in disgrazia. «Inventato» da Trockij, adottato da Lenin e perfezionato da Stalin, il campo delle Solovki arrivò a ospitare 70.000 detenuti e nel solo 1937 furono eseguite 2000 fucilazioni. Il modello delle Solovki (e, più in generale, il Gulag) influenzò profondamente la costruzione della società sovietica: si calcola che in quei decenni un adulto su sette trascorse almeno alcuni mesi in un campo. L'esperienza penitenziaria serviva a distruggere le «strutture» dell'epoca imperiale, a livellare le classi sociali e, soprattutto durante lo sforzo bellico, a fornire la manodopera necessaria all'industrializzazione del paese. L'«armata del lavoro» teorizzata da Trockij nel 1918, che avrebbe dovuto fare le fortune dell'Unione Sovietica, non consistette in altro che in migliaia e migliaia di esseri umani ridotti in schiavitù, mutilati e uccisi (anche mediante l'uso, sempre negato dalle autorità, di armi batteriologiche). Costruito sulla scorta di una vasta documentazione originale, resa in gran parte accessibile dall'apertura degli archivi dell'ex Unione Sovietica, e con l'ausilio di molte testimonianze inedite di prigionieri sopravvissuti e dei loro familiari, questo libro di Francine-Dominique Liechtenhan è un contributo alla conoscenza della verità e un omaggio alla memoria delle vittime del comunismo, ancora oggi dolorosamente neglette, in Russia come in Occidente. -
Il 210° giorno
Kei e Roku decidono di intraprendere l'ascesa del monte Aso, il più grande vulcano del Giappone. Legati da una profonda amicizia, i due ragazzi sono tuttavia molto diversi: ricco e colto il primo, di modesta estrazione il secondo, hanno caratteri divergenti che li portano spesso a discutere. Le vivide descrizioni degli scenari in cui si muovono fanno da cornice ai loro dialoghi, in cui emergono le aspettative e i desideri, ma anche le incertezze e le inquietudini dei giovani nati dopo la Restaurazione Meiji, un periodo in cui il Giappone iniziava ad aprirsi all'Occidente e alla modernità, ma avvertiva anche il pericolo di perdere la propria identità e i propri valori tradizionali. Con ""Il 210° giorno"""" Soseki intende del resto rappresentare proprio il conflitto interiore e lo smarrimento di coloro che vissero i repentini e traumatici cambiamenti che sconvolsero la struttura sociale, politica e culturale del Paese tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo. Agli eventi narrati - le avverse condizioni meteorologiche che ostacolano il cammino dei protagonisti, la notte passata in una locanda che diventa occasione per osservarne gli avventori, fino all'inaspettato finale - corrisponde il ritratto ricco e suggestivo dell'anima di un popolo che solo uno scrittore con la sensibilità, la profondità di sguardo e la capacità narrativa di Soseki è in grado di delineare."" -
Lettere all'ashram
Il 12 marzo 1930 Gandhi partì insieme a settantanove studenti del suo ashram di Sabarmati per raggiungere la costa ed estrarre qualche grammo di sale dall'acqua marina, in aperta violazione delle leggi sul monopolio imposte dall'Inghilterra. Un atto di disubbidienza civile che coinvolse moltissimi indiani, unitisi al corteo lungo il percorso, e che divenne noto come la Marcia del Sale. Numerosi partecipanti vennero arrestati e lo stesso Gandhi fu condannato al carcere. Dalla cella di Yerawada, dove rimase chiuso per otto mesi, Gandhi scrisse quindici lettere (cui se ne aggiunse una sedicesima redatta dopo la scarcerazione) per continuare a guidare i discepoli rimasti nell'ashram. In esse affronta i temi centrali del suo pensiero - la Verità, la non violenza, il coraggio, il rispetto per tutte le religioni, lo spirito di fratellanza, l'umiltà -, e tocca importanti questioni morali e sociali, quali la radicale ingiustizia del concetto di intoccabilità e la necessità di riconoscere ai paria pieni diritti civili. Con umiltà e rigore e con la comprensione profonda ma mai giudicante che caratterizza la sua riflessione, il Mahatma comunica in queste lettere quel messaggio di rinnovamento materiale, morale e spirituale che avrebbe cambiato le sorti dell'India e si sarebbe diffuso in tutto il mondo, un messaggio di pace, libertà e giustizia. -
Resistere
Henry David Thoreau non fu mai l'eremita dei boschi che viene dipinto in certi ritratti frettolosi. Nel grande filosofo americano, la difesa della natura è strettamente connessa alla riflessione politica. Si potrebbe dire infatti che la sua intera produzione abbia un carattere essenzialmente politico, essendo votata allo studio dei mezzi concessi all'uomo per migliorare la civiltà, non solo per sopravvivere al suo interno. In questa serie di saggi - che completano e approfondiscono la teoria espressa in ""Disobbedienza civile"""" - Thoreau denuncia i rischi di un riformismo blando e poco coraggioso, incapace di vincere le tendenze conservatrici e di determinare un vero cambiamento. La politica morbida non è politica, e in """"Resistere"""" Thoreau lo sostiene con forza, esaltando il valore di un impegno radicale per la difesa dell'individuo e dei suoi diritti, un impegno da mantenere, se necessario, fino all'estremo sacrificio."" -
La pista magica e altri racconti
Inventare un rituale segreto in omaggio al proprio eroe, fuggire dalle piccole grandi delusioni quotidiane e vivere una vita avventurosa nei panni di un generale, di un pirata o perfino di un monaco, passeggiare mano nella mano con una nuova amica in palazzi da fiaba dove si può avere tutto ciò che si vuole, rimanere estasiati di fronte alla magia del circo, intraprendere un viaggio mirabolante nei mari del Sud... questo e molto altro vi può capitare, se lasciate correre libera l'immaginazione. I cinque racconti di Kenneth Grahame contenuti in questo volume ci conquistano subito per l'inventiva e l'ironia a tratti irresistibile, ma soprattutto perché non possiamo non identificarci con i loro protagonisti, ritrovandoci insieme a loro in «quel bizzarro e incoerente territorio in cui possiamo incontrare per strada il nostro eroe e commettere ogni stramberia che ci passa per la testa, certi che tutti ci capiranno e apprezzeranno». Età di lettura: da 8 anni. -
Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta. Nuova ediz.
Il Concilio Vaticano II, il ventunesimo nella storia della Chiesa, fu aperto da Giovanni XXIII l'11 ottobre 1962 e chiuso da Paolo VI l'8 dicembre 1965. Nonostante le attese e le speranze di tanti, l'epoca che lo seguì non rappresentò per la Chiesa una ""primavera"""" o una """"pentecoste"""" ma, come riconobbero lo stesso Paolo VI e i suoi successori, un periodo di crisi e di difficoltà. Questa è una delle ragioni per cui si è aperta una vivace discussione ermeneutica, in cui si è inserita l'autorevole voce di papa Benedetto XVI che ha invitato a leggere i testi del Concilio in continuità con la Tradizione della Chiesa. Al dibattito in corso, Roberto de Mattei offre il contributo non del teologo, ma dello storico, attraverso una rigorosa ricostruzione dell'evento, delle sue radici e delle sue conseguenze, basata soprattutto su documenti di archivio, diari, corrispondenze e testimonianze di coloro che ne furono i protagonisti. Dal quadro documentato e appassionante tracciato dall'autore, emerge una """"storia mai scritta"""" del Vaticano II che ci aiuta a comprendere non solo le vicende di ieri ma anche i problemi religiosi della Chiesa di oggi."" -
Thoreau. Una vita disobbediente
Con la raffinatezza dei disegni e la forza evocativa delle immagini, questo graphic novel ricostruisce gli episodi più significativi della biografia di Thoreau, riservando un'attenzione particolare al suo impegno in prima persona per l'abolizione della schiavitù e in generale alle sue battaglie civili, che fanno di lui un modello sempre attuale di coscienza critica e disobbedienza. rn«Un graphic novel si propone di rilanciare l'aspetto ""antagonista"""" di una colonna della coscienza americana. Il filosofo della natura era soprattutto un durissimo critico del sistema» - Massimiliano Panarari, il Venerdì di RepubblicarnAncora oggi, infatti, come nota uno degli autori, «Thoreau conserva, intatta, tutta la sua carica sovversiva. Contro la mercificazione sempre più accelerata delle società e degli uomini che le costituiscono, contro un produttivismo e una crescita sfrenati, contro il regno di un'oligarchia sulla scena democratica, contro lo strapotere del capitale e della finanza sull'indipendenza e la sovranità dei popoli, contro le espansioni imperialistiche rinnovate nella più totale impunità, l'opera di Thoreau ha sempre qualcosa da fare» (M. Le Roy)."" -
Bibliomania. Dell'amore per i libri e per la lettura
«C'è di tutto, dalle disquisizioni sulle mensole fisse a quelle sul perché è meglio tenere cani, gatti e bambini non troppo vicini alle biblioteche» - SetternCome definire la bibliomania? Una passione sfrenata per i libri, certo, ma non solo. Essere un bibliomane significa vivere di un amore viscerale per le storie che stanno dietro, dentro, intorno ai libri, amarne la forma quasi quanto il contenuto. Oggetti di culto, beni di prima necessità, piccole grandi ossessioni: i libri ci accompagnano per tutta la vita con la loro presenza silenziosa ed eloquente, talvolta anche scomoda. Innumerevoli scrittori hanno cercato di catturare quella strana alchimia che si crea tra noi e le nostre librerie, la gioia che proviamo nell'arricchirle, la vertigine del riordinarle e le difficoltà di preservarle da molti, insospettabili «nemici»... Questa piccola antologia raccoglie le voci di grandi autori alle prese con questi oggetti così quotidiani e al contempo misteriosi, in un intreccio di aneddoti e consigli, elogi e invettive che ruotano intorno al nostro vizio preferito: quello della lettura. -
La musica secondo Kubrick
Estranea a tentazioni descrittive, mai futilmente cosmetica o gregaria, la musica nel cinema di Kubrick si pone come vigorosa forza motrice densa di risonanze e sottotesti, che offre allo spettatore percorsi di senso originali e un'accesa capacità evocativa: non è azzardato sostenere che l'agglomerato musicale allestito dal regista per 2001: Odissea nella spazio ridefinisce, con un perentorio voltar pagina, lo statuto e le intenzioni stesse della coalizione tra immagini e dispositivo musicale nel film. Soluzioni e accostamenti audio/visivi sin lì inediti, controcorrente, e persino sconvenienti - stando almeno al galateo applicativo allora in voga -, fanno d'un sol colpo breccia e dilagano dallo schermo alleandosi a immagini non meno destabilizzanti: l'esperienza sonora spettatoriale ne esce radicalmente rivoluzionata nelle sue norme e forme. Riconsiderato retrospettivamente, il rifiuto di ogni prassi applicativa tradizionale fa di 2001 la più puntuale trasposizione degli umori sovversivi del '68 in territorio cine-musicale, e ratifica la parità - quando non il primato - del suono nella gerarchia tanto espressiva che puramente sensoriale del film. Di lì in avanti Kubrick non perderà occasione di ritoccare e perfezionare il suo canone, e ciascuno dei cinque capolavori successivi sarà tappa ulteriore di una sperimentazione incessante, anche quando attuata con gesti forse meno trasgressivi ma sempre guidati da un pensiero musicale istintivo e al tempo stesso rigorosamente organizzato. -
L' immagine secondo Kubrick
Brillante fotografo per la rivista americana «Look», Stanley Kubrick ha compiuto il passo verso il cinema mantenendo la fotografia quale prassi artistica di riferimento imprescindibile. E da essa trae spunto questo saggio per tentare un primo abbozzo di analisi iconografica del cinema kubrickiano, a partire dal film caposaldo 2001: Odissea nello spazio. Una preziosa dichiarazione dello stesso regista, riferita a Jack Nicholson durante la lavorazione di Shining, secondo cui il cinema si trova a «fotografare la fotografia della realtà», rende il viaggio nelle spire dell'immagine secondo Kubrick un labirintico itinerario puntato dritto verso il cuore, l'essenza stessa dell'arte cinematografica. Le immagini cardinali dell'iconografia di Kubrick sono tre: la porta, la stanza da bagno, il corridoio. Esse trovano appropriata modulazione figurativa nei singoli film, fino all'ultimo capolavoro, Eyes Wide Shut, in cui le immagini vertiginosamente interfacciano fra di loro il grande, enigmatico mito che chiude la parabola di rifondazione del genere umano, la civiltà, la cultura, l'arte. -
Diritti o tutela degli animali? Uno sguardo antropologico sull'animalismo
Negli ultimi decenni la relazione uomo-animale si è sostanzialmente modificata non solo sul piano dei reciproci rapporti, ma anche su quello antropologico, etico e giuridico. E sono emersi antichi e nuovi interrogativi: il diritto dell'animale alla vita può essere subordinato agli obiettivi della ricerca scientifica, ai vincoli della pet therapy e all'allevamento intensivo? Da molte parti è stata messa in discussione la subalternità dell'animale all'uomo ed è anzi stata criticata l'antropologia che pone l'uomo al vertice della natura. Come sempre accade in questi casi, bioetica, biogiuridica e biopolitica si sono trovate a incrociare le strade. Ma se il tema della tutela degli animali appare ovvio e doveroso, quello dei diritti degli animali obbliga a interrogarsi su quale sia il fondamento stesso del diritto. -
Il costruttore di barche
Il ventottenne Eli «Berg» Koenigsberg non aveva mai incontrato una sfida che non fosse riuscito ad affrontare. Poi l'incidente, il trauma cranico, il lancinante mal di testa cronico e la dipendenza dagli oppioidi che assume per alleviarlo. In cerca di pace e sollievo, e sperando che un lavoro fisico all'aria aperta possa aiutarlo, si trasferisce in una remota cittadina del nord della California, dove però inizia presto a intrufolarsi nelle case per rubare dagli armadietti dei medicinali. Sarà l'incontro con Alejandro, silenzioso ed enigmatico costruttore di barche, a cambiargli radicalmente la vita. Divenuto suo apprendista, nel lento scorrere del tempo a contatto con la natura, nel sostegno che riceve dalla comunità, e nella cura che dedica alla lavorazione del legno, Berg inizia a ritrovare sé stesso. ""Il costruttore di barche"""", l'esordio letterario di Daniel Gumbiner, è una storia che parla di amicizia, di resilienza, e della delicata arte di recuperare la propria anima."" -
Lucifero e altri racconti
Quelli che qui presentiamo, in una nutrita selezione e in buona parte inediti, sono i ""kirishitan mono"""" o """"nanban mono"""", i «racconti cristiani» o «racconti dei barbari del sud», che Akutagawa scrisse tra il 1916 e il 1927 prendendo spunto dalle modalità con cui il cristianesimo fu recepito e interpretato dai giapponesi nel cosiddetto «secolo cristiano» (1549-1639), un periodo compreso fra l'arrivo dei primi missionari gesuiti e la loro persecuzione e definitiva espulsione del paese. In essi Akutagawa non si limita a presentare uno spaccato delle vicissitudini della nuova religione: l'ambientazione storica gli consente infatti di costruire delle narrazioni in cui il passato gli fornisce gli strumenti per meglio comprendere sé stesso e il processo di modernizzazione in corso. L'interesse di Akutagawa per il cristianesimo rispondeva al richiamo - diffuso in Giappone ben oltre gli ambienti intellettuali - di una religione che al tempo stesso affascinava e suscitava diffidenza, e stimolava un'acuta nostalgia per il passato insieme a quell'incontenibile desiderio di ibridazione culturale che avrebbe mutato nel profondo l'identità del paese tra il XIX e il XX secolo. Quando la mattina del 24 luglio 1927 Akutagawa pose fine alla sua vita, appoggiata sul petto aveva una traduzione integrale in giapponese della Bibbia. Per anni aveva continuato a documentarsi e a ragionare sui più vari aspetti della dottrina cattolica, da lui intesa sia come uno strumento indispensabile per la propria maturazione sia come un'inesauribile fonte di ispirazione per le proprie opere. E fu una passione profonda e ineludibile ad accendere il suo cuore per gli insegnamenti di Cristo."" -
Difesa della natura. Discussioni 1978-1984. Nuova ediz.
Joseph Beuys, uno dei più importanti creatori del XX secolo, ha sempre considerato l'arte uno strumento di azione sociale, riservando un'attenzione profetica alle tematiche ambientali e di sostenibilità. Questo volume documenta due importanti Discussioni del Maestro: ""Fondazione per la Rinascita dell'Agricoltura"""", che si tenne a Pescara il 12 febbraio 1978, e """"Difesa della Natura"""", che si svolse a Bolognano, sempre in Abruzzo, il 13 maggio 1984. Quest'ultima rappresenta il momento culminante di un eccezionale lavoro artistico e filosofico, suggellato dalla piantumazione della prima Quercia italiana, prototipo delle 7000 Eichen di Kassel, nella Piantagione Paradise tuttora attiva a Bolognano. Per Beuys, uomo e ambiente sono inscindibili e interdipendenti. Difendere la natura significa difendere l'uomo, ribaltando la logica produttivistica in favore di una creatività libera e diffusa, capace di riscattare ogni essere umano dalla sua condizione di sudditanza e di aiutarlo a ritrovare la propria identità profonda. Il testo è introdotto da un saggio di Lucrezia De Domizio Durini, storica collaboratrice del Maestro tedesco e sua massima studiosa."" -
Bushido. L'anima del Giappone
Nella seconda metà dell'800, il Giappone aprì i suoi porti al commercio internazionale, rinunciando a un isolazionismo durato secoli e ponendo fine al feudalesimo. Ma cosa comportava questo processo di occidentalizzazione? Qual era il prezzo da pagare per trasformarsi in una moderna potenza economica? Riflettendo sui tratti più autentici del popolo giapponese - la cui esistenza sentiva minacciata dalla modernizzazione - Nitobe Inaz? ne individua l'origine nel Bushid?, il codice etico dei samurai. È, infatti, dal Bushid? che emanano le virtù più ammirate dai giapponesi: la rettitudine, il coraggio, l'onestà, l'onore, la lealtà e il dominio sulle proprie emozioni. Nel suo agile trattato, pubblicato all'inizio del '900, Nitobe fa dialogare Oriente e Occidente, cultura e storia giapponesi ed europee, tradizioni filosofiche e religiose di Cina e Giappone - il confucianesimo, il buddhismo, lo shintoismo - e pensatori occidentali antichi e moderni, con l'intento di rivelare e rendere intelligibile l'anima del suo Paese ai lettori occidentali. Il risultato è un testo efficacissimo per comprendere la cultura e l'ethos dei samurai.