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La tregua di Natale. Lettere dal fronte. Nuova ediz.
"Mentre osservavo il campo ancora sognante, i miei occhi hanno colto un bagliore nell'oscurità. A quell'ora della notte una luce nella trincea nemica è una cosa così rara che ho passato la voce. Non avevo ancora finito che lungo tutta la linea tedesca è sbocciata una luce dopo l'altra. Subito dopo, vicino alle nostre buche, così vicino da farmi stringere forte il fucile, ho sentito una voce. Non si poteva confondere quell'accento, con il suo timbro roco. Ho teso le orecchie, rimanendo in ascolto, ed ecco arrivare lungo tutta la nostra linea un saluto mai sentito in questa guerra: 'Soldato inglese, soldato inglese, buon Natale! Buon Natale!'"""". Fronte occidentale, vigilia di Natale 1914: senza che nulla sia stato concordato, i soldati degli opposti schieramenti cessano il fuoco. Si accendono candele, si cantano inni di Natale. Comincia un botta e risposta di auguri gridati da parte a parte, fino a che qualcuno si spinge fuori dalla propria trincea per incontrare il nemico e stringergli la mano. La """"tregua di Natale"""" fu un atto straordinario e coraggioso che partì da semplici soldati mossi da sentimenti di profonda umanità e fratellanza. Rileggere oggi, a distanza di cento anni, le lettere spedite dal fronte che raccontano quel gesto di spontanea e generosa insubordinazione ci commuove e ci interroga: è davvero impossibile costruire un mondo pacifico e solidale?" -
La letteratura egizia
«È un assioma piuttosto diffuso fra gli egittologi che scrivere una storia della letteratura egiziana non sia possibile». Con queste parole Sergio Donadoni inizia la prefazione al suo ""La letteratura egizia"""". I motivi di tale sentenza, ci dice, sono l'arbitrarietà del caso che ha salvato i testi, la nostra imperfetta conoscenza della lingua, il carattere anonimo della maggior parte delle opere, le difficoltà di interpretazione. «È veramente un deserto in cui si levano rovine». Serve una nuova prospettiva, continua l'autore: il concetto di ciò che noi definiamo storia della letteratura non si può applicare all'antico Egitto. Serve un percorso inverso: bisogna partire da ciò che ci è rimasto e provare a stabilire connessioni tra i testi, con l'aiuto anche di scritti non letterari. Da queste riflessioni nasce un'opera organica a dispetto dei molti ostacoli, suddivisa in sei grandi periodi cronologici. Un'opera-cardine che popola di spunti e conoscenze il deserto di rovine della letteratura egizia antica."" -
Dignità del cristianesimo e indegnità dei cristiani
Nel saggio ""Dignità del cristianesimo e indegnità dei cristiani"""", pubblicato nel 1928 a Parigi, quando già si trovava in esilio, Berdjaev riflette sulla crisi del mondo moderno (la cui massima espressione rintraccia in quegli spiriti che animano la rivoluzione russa: socialismo, ateismo e nichilismo, esiti naturali del positivismo umanistico), interpretandola come crisi del cristianesimo storico. Proprio la rivoluzione, sintomo della moderna spaccatura individualistica tra giustizia sociale e spiritualità, rappresenta innanzitutto una questione metafisico-religiosa, così come il messianismo rivoluzionario corrisponde alla mistificazione socialista dell'escatologismo cristiano. Convinto che soltanto la riscoperta delle radici cristiane permetta all'uomo di recuperare la sua originaria vocazione, Berdjaev annuncia l'avvento di una nuova epoca di rinascita spirituale, di un cristianesimo rinnovato in cui si è chiamati a realizzare attivamente la «religione della libertà e dell'amore»."" -
Nerone. L'artista vietato
Giunto al termine della sua esistenza, Nerone si confessa, ripercorre il passato e offre la sua versione dei fatti per diradare la fitta cortina di bugie e falsità cresciuta intorno a lui. Perché, come già osservava Giuseppe Flavio nelle Antichità giudaiche, «alcuni, da lui beneficati, hanno tradito la verità per adulazione; altri, per odio e rabbia, hanno scritto mentendo senza scrupolo e così follemente da meritare la nostra condanna». Nel suo racconto in prima persona, Nerone narra tanto la sua vita quanto le vicende della gens giulio-claudia alla guida di un impero sempre più grande: le abili mosse di Agrippina, sua madre, dopo la morte di suo padre e quella dell'imperatore Claudio, l'ascesa al trono, gli amori e i matrimoni, il problema dell'erede, le questioni politiche e la passione per l'arte, il rapporto con Seneca e Petronio, i tradimenti subiti e quelli di cui fu invece incolpato. Sul filo rigoroso delle fonti, pagina dopo pagina, si viene definendo il ritratto a tutto tondo di un uomo autentico, che nella felicissima prosa di Enzo Mandruzzato ritrova verità e vivezza. -
Ascesa al Fujiyama. Ediz. illustrata
Alfred Houette ha 21 anni quando, nel 1874, arriva a Yokohama a bordo di un bastimento della marina militare francese. Del Giappone non sa molto, ma nasce in lui fin da subito un forte interesse per il Paese del Sol Levante, che solo a partire dal 1854, in seguito alla spedizione del commodoro Perry e ai trattati che ne sono derivati, si è aperto ai rapporti commerciali con il resto del mondo. Attratto dalla difficoltà dell'impresa, decide di affrontare l'ascesa al Fujiyama, una delle tre montagne sacre del Giappone. Per ottenere il lasciapassare necessario a raggiungere quella che era una meta di pellegrinaggio shintoista - peraltro accessibile ai non giapponesi e alle donne solo dal 1860 -, organizza una presunta spedizione scientifica insieme ad alcuni commilitoni, e quindi parte all'avventura. Il racconto che ne fa, e che poi pubblica sulla rivista «Le tour du monde», rivela tutta l'ingenuità del suo sguardo e la sua estraneità alla cultura del paese. Accennando di sfuggita agli aspetti sacrali del Fuji e alle leggende che ne abitano le foreste, le sue parole si concentrano soprattutto sulla natura che attraversa, e sull'incontro tra un gruppo di francesi che non conoscono bene la lingua e le usanze del Giappone e gli accoglienti abitanti dei villaggi che costellano il cammino, meravigliati dalla presenza di quell'inusuale gruppo di pellegrini. -
La serietà non è una virtù
I brevi saggi raccolti in questo volume furono scritti nell'arco di vent'anni per due giornali inglesi, ""The Illustrated London News"""" e """"The New Witness"""". In essi Chesterton prende di mira alcuni aspetti del suo tempo (ma anche del nostro...), indicativi di un atteggiamento ideologico di irragionevole, e un po' ottuso, scetticismo nei confronti della Tradizione - assai diffuso tra i suoi (e nostri) contemporanei - e di ingenua fiducia verso tutto ciò che ha l'apparenza della novità. Tra gli argomenti fatti oggetto della sua critica, compaiono la venerazione per gli animali domestici, il proliferare delle sette, il consumismo, il divorzio, lo spiritismo, l'esotismo, la fiducia incondizionata nelle conquiste della scienza, l'ateismo, l'individualismo, la divulgazione pseudoscientifica e, come suggerisce il titolo del primo saggio di questa raccolta (""""Sulla serietà""""), l'incapacità di sorridere della (e alla) vita"" -
Misteri lunari. Nel folklore, nella favola, nel mito, nella scienza
Questo libro sostiene una tesi sorprendente e, pagina dopo pagina, la rende accettabile: le fiabe, in particolare quelle dei Grimm, sono ispirate al ciclo mensile della luna, ne narrano la vicenda, ne adottano il lessico. L'astro che illumina le notti, la luna crescente o calante, e soprattutto la luna cinerea dei noviluni, traspare attraverso i personaggi fiabeschi e dà senso alle loro curiose storie. Presenza costante nelle favole di tutti i popoli, la luna appare, sotto infiniti volti, nella mitologia greca; come annuncio di Resurrezione, porta la novella cristiana («Ergo annuntiavit luna mysterium Christi», diceva sant'Ambrogio); e infine, le stesse ""fiabe scientifiche"""" adottano il puntuale e circolare stile lunare. Sermonti rievoca """"storie della luna"""" esquimesi, boscimani, ottentotte, russe e inglesi; analizza i miti lunari evocati nelle storie di Medea, Prometeo, Edipo, Romolo, Eva, Maria, i re Magi, tra le altre; svela i significati nascosti nelle """"fiabe del novilunio"""", come Biancaneve, Cappuccetto Rosso, Pelle d'Asino, Cenerentola, Hänsel e Gretel. «La luna è una viva parte di noi, conclude Sermonti, situata nella lontananza [...]. È una maniera del nostro pensiero, una forma della logica»."" -
Ai tempi del Boeuf sur le Toit
Che cosa fosse il Boeuf sur le toit e perché rappresenti un certo mondo e un'epoca è presto detto: in questo celebre cabaret parigino, fondato nel 1921, si ritrova tutto l'ambiente artistico d'avanguardia nel periodo tra le due guerre. rn«Un reportage intimo racconta la vita di intellettuali e artisti fra le due guerre.rnDal cabaret frequentato da Picasso e Chanel ai locali gay, agli abiti alla moda» - TuttolibrirnI «tempi» di cui Maurice Sachs racconta in questa sorta di journal intime (dal taglio romanzesco, ma in realtà reportage esatto di un'epoca) sono i cosiddetti anni «folli», quelli compresi tra la fine della prima guerra mondiale e il crollo di Wall Street (1929), quando Parigi era al centro della scena mondiale della cultura e dell'arte. Nelle brillanti e divertenti pagine di questo «diario» si alternano notazioni futili (la moda, le acconciature, le stravaganze di un mondo spesso fatuo), saporosi aneddoti (che hanno magari come protagonisti scrittori, artisti e musicisti, come Gide, Cocteau, Picasso, Picabia, Satie, Djagilev...), e la cronaca di una vita intellettuale ardita e intensa, che ha lasciato il suo segno nel '900. Un libro tutto da godere, tradotto per la prima volta in italiano. -
Fosca
In questo suo terzo e ultimo romanzo, rimasto incompiuto a causa della sua morte, Tarchetti esplora tutte le forme ossessive della malattia, della follia, e infine dell'attrazione mortale. In pagine fitte di eccessi e di contrasti violenti e irrisolti, Giorgio racconta la perturbante vicenda che lo ha legato a due donne, la raggiante e vitale Clara, e la tetra Fosca, consumata dalla malattia. Militare di carriera, si è innamorato di Clara a Milano, ma, trasferito in provincia, conosce Fosca, la cugina del suo colonnello. Inizialmente preda della nostalgia per Clara, a poco a poco diviene vittima dei turbamenti e dei pensieri malsani di Fosca che, donna-vampiro per eccellenza, risucchia tutta la sua linfa vitale. Abbandonato da Clara, il militare si accorge del sentimento che prova per Fosca, l'unica delle due donne che lo abbia davvero amato. Con ""Fosca"""", scrive Roberto Fedi nella prefazione, «Tarchetti si svincolava dalla tradizione e si immergeva in un magma ribollente da cui non sarebbe riemerso, intrattenendo rapporti decisamente pericolosi con il mostruoso e l'orrido, e quasi verrebbe da dire con l'horror. [...] Nel panorama fine ottocentesco degli """"Inetti a vivere"""", lo pseudo protagonista Giorgio e la reale protagonista Fosca appaiono già, nel 1869, due personaggi emblematici non solo del male di vivere di fine secolo, ma soprattutto dei futuri sviluppi della narrativa e della cultura di quel tempo e del tempo a venire, due entità disperate senza possibili redenzioni». A distanza di oltre un secolo e mezzo dalla sua pubblicazione, dopo avere inaugurato nel 1971 la collana «Centopagine» diretta per Einaudi da Italo Calvino ed essere stato tradotto in film (Passione d'amore) da Ettore Scola nel 1981, questo romanzo, non finito e imperfetto, continua a esercitare un singolare e sottile richiamo sul pubblico di più generazioni. Con un testo di Salvatore Farina. Prefazione di Roberto Fedi."" -
Ludwig o il re amleto
Fra le teste coronate nell'Europa del XIX secolo, merita un posto speciale Ludwig II di Baviera. Salito al trono in giovane età, del tutto inadatto e disinteressato al governo, ricoprì il suo ruolo seguendo la naturale inclinazione del suo carattere, ovvero creando un mondo fatato ed enigmatico nel quale trovare rifugio. Un mondo costruito pietra su pietra e di cui restano tuttora i celebri castelli sparsi per la Baviera, stravaganti realizzazioni dei suoi sogni ribelli, ispirati a Luigi XIV (il Re Sole, per il quale nutriva un'autentica venerazione) e soprattutto alle leggende e alle saghe germaniche riportate in auge da Richard Wagner. A quest'ultimo, prima di venire detronizzato per una presunta malattia mentale e morire in circostanze misteriose, Ludwig offrì per un lungo periodo il proprio sostegno incondizionato, finanziando le sue opere e sovvenzionando la nascita del Festspielhaus di Bayreuth. Il suo rapporto con Wagner fu tuttavia spesso tormentato, passando dallo sfrenato entusiasmo ai contrasti più aspri (in analogia a quello che il compositore ebbe con Friedrich Nietzsche). A suo modo, Ludwig fu un artista e un poeta, un idealista nato nel secolo sbagliato. In questa intensa biografia tradotta per la prima volta in italiano, Guy de Pourtalès ce ne offre un ritratto di grande suggestione, che all'esattezza della ricostruzione unisce una speciale competenza musicale e un grande talento narrativo. -
Verso un educazione risvegliata. Coltivare l'arte della meditazione a scuola in famiglia
Essere genitori o insegnanti è una sfida che richiede coraggio e passione, ma occorre anche possedere la «visione», quella luce che ci illumina la strada e che insieme al cuore ci guida nella direzione giusta. La visione è una forma di sapere che non si basa sulla conoscenza intellettuale o su una metodologia particolare, ma scaturisce dall'esperienza diretta del momento educativo, quando, in uno stato di apertura e di presenza mentale, riusciamo a connetterci direttamente ai bisogni dei ragazzi. Essa è condizione necessaria affinché il nostro intervento risulti efficace, perché ci permette di capire se stiamo coltivando in loro un genuino senso del Sé, inclusivo e compassionevole, oppure se stiamo nutrendo l'ego, che è figlio della separazione e padre della sofferenza. Prendendo le mosse dalla sua esperienza di insegnante e di praticante di meditazione, in un testo ricco di esempi e di descrizioni di situazioni concrete, Grazia Roncaglia ci spiega come coltivare la visione e come vivere in piena consapevolezza le nostre relazioni con i figli e gli alunni, indicandoci il cammino verso un'educazione risvegliata. Prefazione di Helga e Karl Riedl. -
Hokusai
La fama di Hokusai (1760-1849) non ha fatto che crescere negli ultimi decenni. Fra i grandi artisti dell'ukiyo-e, quel «mondo fluttuante» che da oltre un secolo tanto affascina l'Occidente, è certamente il più conosciuto, amato e collezionato. Il suo eccezionale talento gli permise di affrontare tecniche e temi diversi (scene di teatro, soggetti naturalistici, paesaggi…). Alcune serie (Vedute di ponti famosi, Cascate famose in varie province e soprattutto le Trentasei vedute del monte Fuji), insieme alla Grande onda di Kanagawa, sono autentici capisaldi nella storia della xilografia. Il libro che presentiamo è un piccolo, raffinato «breviario» per tutti gli appassionati della sua opera. La prima parte contiene un saggio di Louis Aubert, sottile interprete dei maestri della stampa giapponese nei primi anni del '900. La seconda parte raccoglie invece una serie di riflessioni sull'arte di dipingere dello stesso Hokusai che ci restituiscono tutta la vitalità e la febbrile sensibilità dell'artista. -
L' amore, sempre. Il senso della vita negli incontri degli ultimi giorni. Nuova ediz.
L'esperienza della malattia terminale rappresenta una sfida gravida di significato per la società contemporanea, che su essa può e deve misurare la propria capacità di accogliere, sostenere e aiutare le persone, anche quando la loro vita è ormai priva di prospettive. Ma che cosa accade nei luoghi dove i malati trascorrono gli ultimi giorni o le ultime settimane della loro esistenza? Quali storie si intrecciano, quali dialoghi nascono, quali sentimenti maturano? Le storie raccolte da Attilio Stajano riflettono vicende e sensibilità molto diverse, ma presentano un tratto comune: alla fine, quando i gesti e le parole fatalmente si rarefanno, resta solo l'amore. Mettersi in paziente e sensibile ascolto di chi ci sta per lasciare può insegnarci molto riguardo al significato profondo della vita e della morte. Soprattutto ci insegna a vivere meglio, fino alla fine. Prefazione di Marie De Hennezel. -
Forme di lontananza
Alicia, una giovane donna spagnola appena trasferitasi negli Stati Uniti, conosce Matty; i due si innamorano, iniziano a vivere insieme, si costruiscono una vita che molti considererebbero perfetta: una casa, una buona professione, una bella auto. Lei si è lasciata alle spalle i Paesi Baschi, la famiglia e gli amici per immergersi in un'intensa carriera universitaria, lui sembra trovare la felicità nei piccoli interessi quotidiani e nel confort di un'esistenza regolata dalle abitudini. Tuttavia, qualcosa non funziona e a poco a poco emergono sospetti, bugie, contraddizioni. Alicia cerca di adattarsi e trovare il suo posto nel mondo, però il prezzo da pagare è troppo alto. Nella distanza sempre maggiore tra realtà e desideri si insediano nuove forme di abuso, non sempre fisiche, che finiscono per prendere possesso della sua vita, disgregandola poco per volta. Arriva però il giorno in cui Alicia non si riconosce più in questa realtà e trova il coraggio di cambiarla. Edurne Portela racconta un mondo di solitudini condivise in cui la violenza assume la forma del silenzio. -
L'alba che cura il cuore. Per una psicoterapia immaginale della sofferenza amorosa
Incomprensioni e insofferenze sono fisiologiche in ogni legame amoroso, ma le loro degenerazioni possono sfociare in gravi forme di abuso psicologico. Il complesso del vampiro – che in questo libro viene analizzato in tutte le sue sfumature – si configura come complesso di coppia. Tra vampiro e vampirizzato si genera un rapporto distruttivo in cui il primo esercita il proprio potere attraverso forme di distruttività psicologica più o meno subdole, mentre il secondo resiste e combatte, credendo, per lo più in modo inconscio, di poter trasformare l'altro con il proprio amore, rischiando però di finire psichicamente dissanguato. Pier Pietro Brunelli intende offrire una lettura ispirata e terapeutica a tutti coloro che sentono di avere il cuore immerso nelle tenebre. Il titolo di questo libro, L'alba che cura il cuore, è una metafora che designa un processo di guarigione psicologico-affettiva. Si tratta di un percorso a orientamento junghiano e hillmaniano, accessibile anche ai non specialisti, in cui l'anima-psiche vampirizzata viene curata con visioni poetiche, simboliche e immaginali, che la esortano a rinascere e a ricercare una nuova luce d'amore. -
Cagliostro
Gérard de Nerval è uno degli scrittori più affascinanti del Romanticismo francese. Poeta e scrittore visionario, attratto dall'occulto, conta fra le sue opere un libro singolare, Les Illuminés, in cui ha voluto raccontare le vite di alcuni liberi pensatori ed «eccentrici» della filosofia. Personaggi che, spesso circondandosi di un alone di mistero, si sono schierati contro i dogmi e le tradizioni, finendo per essere considerati sovversivi o addirittura eretici. Uno dei ritratti più riusciti è senza dubbio quello del conte Cagliostro, che lo appassionò soprattutto per il suo peculiare miscuglio di esoterismo spregiudicato, gusto scenografico per i rituali e avventuroso libertinismo. Nel ritratto, tuttavia, confluiscono anche un'acuta diagnosi delle correnti pagane presenti nella Francia tra '700 e '800, un parallelo con l'enigmatico conte di Saint-Germain e il dettagliato racconto di un'iniziazione in una sorta di loggia massonica al femminile capeggiata da una donna di grande carisma: sua moglie. -
Il castoro combinaguai. Ediz. a colori
C'era una volta un castoro veramente pasticcione. Concentrato com'era a rosicchiare a più non posso, nella foresta non faceva che combinare guai, e nessun animale era al sicuro. Correva sempre il rischio di ricevere un tronco in testa, o di sentirsi addentare una zampa scambiata per legno succulento. Ma un bel giorno il castoro finisce sotto l'albero che stava abbattendo. Si rende conto allora di tutti i disastri che ha causato e decide di mettere le cose a posto. Per prima cosa deve però convincere i suoi amici di essere veramente cambiato. Il castoro combinaguai ci insegna in modo allegro e divertente a prestare attenzione al mondo che ci circonda e a prenderci cura degli altri e dell'ambiente. Età di lettura: da 4 anni. -
Il buon messaggio seguendo Matteo. Con un testo di Boghos Levon Zekiyan
Come fu letto il Vangelo di Matteo dagli ""hoi exo"""" - """"quelli di fuori"""", come li chiamavano le comunità cristiane -, greci per nascita e per cultura, che lo scoprirono nella loro lingua comune, la koiné, così chiara e naturale, nonostante il sostrato aramaico ipotizzato dagli studiosi? Ce ne fornisce un'idea la traduzione di Enzo Mandruzzato, che aderendo con assoluta fedeltà al testo greco di Matteo ne fa risaltare la purezza remota, la ruvidezza e arcaicità. Per la sua notevole diversità rispetto alle versioni canoniche, essa può sconcertare e suscitare anche obiezioni di carattere filologico, ma ha indubbiamente il merito di consentire al lettore di avvicinarsi, come per la prima volta, all'archetipo testuale del """"buon messaggio"""" - nel quale Cristo è ancora """"l'Unto"""", la Chiesa """"comunità"""", il battesimo """"immersione"""" -, di riscoprire il senso e la sonorità originari delle parole che una millenaria stratificazione di traduzioni ha arricchito di profondi significati teologici, ma ha privato nel contempo della loro freschezza sorgiva. Nell'apparato di note che completa il volume, il curatore chiarisce le scelte linguistiche del suo lavoro e fornisce, insieme a informazioni sul contesto storico-geografico, i riferimenti veterotestamentari necessari alla comprensione di quella che può essere considerata come la prima grande sistemazione narrativa, operata da Matteo sulla scorta di Marco, delle sparse testimonianze orali e scritte della vita di Gesù."" -
Miti, sogni, misteri
Il mito dell’Albero Sacro posto al centro dell’Eden risale ai primordi dell’umanità: è la suggestiva ipotesi di Mircea Eliade, il più grande studioso di storia delle religioni del XX secolo. L’Albero Sacro, scrive Eliade, consentiva all’uomo di ascendere al cielo, stabilire un colloquio diretto con Dio, arrivare alla comprensione metafisica della realtà. Poi, con la perdita dell’innocenza, venne il giorno dell’esilio dall’Eden. Le grandi mitologie del passato hanno una radice comune: la nostalgia per il paradiso primordiale, sede della felicità e dell’immortalità. Ma qual è oggi la funzione del Mito? Con la desacralizzazione della vita e del Creato, l’uomo contemporaneo ha «rimosso» il simbolo nelle zone oscure della psiche, cioè nel sogno, nelle fantasie, nelle memorie ancestrali. Con Miti, sogni, misteri Mircea Eliade procede a un illuminante raffronto tra il variegato, trasparente e interpersonale spazio delle religioni e l’opaca e limitativa sfera dell’inconscio individuale. In questo ormai classico studio, l’autore interpreta in modo nuovo e anticonvenzionale i riti della Madre Terra, i sacrifici umani, i misteri orfici, i poteri degli sciamani, la mistica indiana, le pratiche dei monaci buddhisti, i valori delle Scritture ebraiche e cristiane, per approdare alle odierne dinamiche dell’immaginario. Le sue conclusioni sono chiare: mimetizzato sotto varie forme il Mito vive ancora, la nostalgia del Paradiso resta presente in noi, e molte idee apparentemente nuove non sono altro che un prolungamento del pensiero arcaico. -
L'uomo visibile
"L'uomo visibile"""" diede per la prima volta una compiuta formulazione alle caratteristiche originali del cinema: l'apporto dell'attore, il fascino del primo piano, il ruolo del paesaggio e degli oggetti, l'inclinazione verso il fantastico, la nozione di stile. Il libro enuncia una teoria del """"gesto visibile"""", del volto, del corpo, delle loro più peculiari risorse espressive, riscoperte dall'immagine in movimento in contrapposizione all'astrattezza della scrittura e del linguaggio verbale. Una idea di cinema governata dai principi dell'espressionismo."