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Il presidente del Consiglio dei ministri dallo Stato liberale all'Unione europea
Il ruolo ""anomalo"""", o forse indefinito, del presidente del Consiglio, figura sprovvista di robuste prerogative costituzionali, è uno dei tratti più significativi e più problematici dell'istituzione di vertice dello Stato italiano. Tale situazione di indefinitezza, parte costitutiva di quest'organo fin dall'epoca dello Stato liberale, ne ha reso spesso evidente nella storia repubblicana la torsione deformante, ma anche adattiva. La ragione di questo lavoro a più voci consiste nel dare sistematicità a un argomento di indagine che non ha ancora trovato un'adeguata attenzione sulla lunga durata, ossia nell'originale continuum della sua evoluzione, a partire dall'età liberale, passando attraverso il fascismo e giungendo alla fase democratica e all'attuale rapporto con le istituzioni europee. Il volume intende non solo definire un terreno di confronto tra varie discipline scientifiche, ma ha anche l'ambizione di fornire un'analisi d'insieme sui variegati aspetti istituzionali e teorico-istituzionali, sulle connessioni politiche e amministrative che hanno caratterizzato il ruolo del presidente del Consiglio all'interno, e all'esterno, dell'esecutivo."" -
Scritti inediti di economia (1924-1927)
In questo saggio si ricostruisce, attraverso documenti originali e inediti (Appunti di Economia politica, Relazione sulla operosità didattica e scientifica del candidato, Premesse per la razionalizzazione economica), la nascita dell'interesse di Carlo Rosselli nei confronti dello studio dell'economia. L'attenzione è focalizzata principalmente sui cosiddetti philosophical radicals, cioè su quel gruppo di filosofi inglesi guidati da Jeremy Bentham e da James Mill che operò a cavallo dei secoli XVIII e XIX, influenzando in maniera profonda la vita culturale e politica europea. Anche Rosselli ne trasse importanti insegnamenti, fortificando le sue convinzioni. -
Filippo Turati e il socialismo italiano
«Filippo Turati muore a Parigi il 29 marzo 1932. Pochi mesi dopo - nel giugno - Carlo Rosselli dedica al leader socialista un lungo saggio, Filippo Turati e il socialismo italiano, che apre il fascicolo n. 3 dei ""Quaderni di Giustizia e Libertà"""". [...] Dalla morte di Turati e dalla pubblicazione del saggio di Rosselli sono passati novant'anni. La sua riproposizione non può considerarsi solo alla stregua di un omaggio rituale alla cultura delle ricorrenze, poiché esso rappresenta qualcosa di più sia in merito alla vicenda storica del socialismo italiano che alla concezione storico-politica di Rosselli; alla sua visione socialista e, più in generale, ai motivi per i quali, dopo la fuga da Lipari ove scrive Socialismo liberale, arrivato a Parigi, nell'estate del 1929 fonda """"Giustizia e Libertà"""" [...] facendo del nuovo movimento non solo un soggetto centrale nella lotta al fascismo, ma del rinnovamento del socialismo italiano e pure della democrazia italiana» (Dalla Presentazione di Paolo Bagnoli)."" -
L' «illuminata imitazione». Le origini del romanzo moderno in Italia: dalle traduzioni all'emulazione
«Romanzi di consumo destinati ""a un effimero smercio"""", come dimostrano la qualità scadente della stampa, i materiali utilizzati, il formato """"tascabile""""; romanzi dispersi nel tempo o ritenuti indegni di essere conservati nelle biblioteche»: tali erano considerati i romanzi stranieri in Italia, nel Settecento, da parte dell'establishment culturale? opere di basso livello, di scarso valore letterario, destinate ad accontentare i gusti del pubblico e le curiosità di vanesie lettrici. Su queste premesse, Ilenia De Bernardis delinea le tappe di un percorso narratologico che, a partire dall'Inghilterra, attraverso la mediazione della Francia, porta alla nascita, diffusione e affermazione del romanzo """"moderno"""" in Italia e che culmina nella produzione di romanzi """"derivati"""", o meglio """"d'emulazione"""". Archetipiche ed esemplari di tale processo risultano le vicende editoriali del primo romanzo di Samuel Richardson, Pamela; or Virtue Rewarded, uscito anonimo a Londra nel 1740: l'eroina protagonista, Pamela, è una servetta-scrittrice, intelligente, devota al padrone - che ne insidia la virtù con frequenti e scabrosi tentativi di seduzione - e ricompensata infine da un cambio inaudito di status sociale. Pur rimanendo fortemente fedele all'originale, la traduzione italiana si contraddistingue per frequenti «interventi manipolatori», nella volontà di adattare le vicende al clima culturale e alla morale dell'Italia settecentesca. Il """"viaggio"""" ideale di Pamela attraverso l'Europa del XVIII secolo viene infine reinterpretato secondo la chiave della distinzione di gender: i percorsi irti di insidie e accidentati delle molteplici eroine romanzesche, simili eppure diverse, rispecchiano infatti le modificazioni e le trasformazioni in atto nel tessuto sociale in cui si trovano ad agire soprattutto per ciò che concerne il ruolo e le funzioni dei generi sessuali."" -
Il Sacro Regio Consiglio del Regno di Napoli (1442-1648). Contributo a una storia sociale dell'amministrazione
«Questo lavoro, partendo dalla lettura di alcuni manoscritti conservati presso la Biblioteca Nazionale di Napoli e di altre fonti, edite e inedite dell'Archivio di Stato di Napoli, ripercorre la storia del Sacro Regio Consiglio: le origini, le competenze, le modalità di funzionamento, il rapporto con le altre istituzioni del Regno in età aragonese per seguirne le vicende fino alla vigilia dei moti masanielliani.» (Introduzione di Giuseppe Cirillo) -
La politica estera della RSFSR 1917-1922
L'opera, pubblicata nel 1923, è uno dei primi risultati dell'impegno di Ivan M. Majskij nelle istituzioni sovietiche dopo la rottura col menscevismo avvenuta nel 1918-19, e presenta un bilancio molto articolato dei primi anni della politica estera sovietica, sostenendo le ragioni del consolidamento e della stabilità delle relazioni internazionali del nuovo Stato, secondo una linea che avrebbe ispirato anche la successiva importante carriera diplomatica di Majskij. Il saggio di Olga Dubrovina, Alle origini della politica estera sovietica, colloca il testo di Majskij nel processo di costruzione di una nuova politica internazionale, tra impatto rivoluzionario e bisogni di normalizzazione, tra azione di massa e nuova diplomazia, rilevandone il carattere di duplicità a partire dai soggetti che se ne fecero carico (Internazionale comunista e Commissariato del popolo per gli affari esteri). Chiude il volume una nota biografica sull'autore. -
Un vivaio di storia. L'Europa nel mondo moderno
Vivaio è un terreno in cui vengono coltivate varie specie di piante prima di essere trapiantate e quindi cresciute in altri luoghi. La metafora rappresenta la condizione della storia europea: un ricchissimo laboratorio di esperienze storiche diverse che, nate e sviluppatesi nel Vecchio Continente, hanno fruttificato qui e altrove. L'Europa ha anticipato valori, idee, processi che hanno caratterizzato la modernità: ha costruito la sua identità attraverso le differenze e il rapporto con altri mondi, è stata protagonista di un confronto continuo con altre storie e altre civiltà. Questo libro propone un sintetico sguardo sul nostro passato di cittadini europei, alla ricerca delle radici della modernità, ma è utile anche per una migliore conoscenza e comprensione del presente, in particolare delle difficoltà che incontra una più efficace integrazione politica del Continente: non solo una storia d'Europa, ma anche una storia globale. -
Eroi
«Nel mondo greco erano generalmente semidei protettori degli uomini o mortali dalle capacità fuori dal comune. Per David Bowie potevamo esserlo ""solo per un giorno"""". Per diventarlo non servono per forza grandi imprese, a volte basta anche solo un gesto. Possono perfino avere dei poteri straordinari, ma poi... chi l'ha detto che debbano essere per forza buoni? In un mondo dove spesso le difficoltà e le banalità quotidiane sembrano prevalere, i """"Giovani Scrittori IULM"""" hanno plasmato i loro personali eroi e li hanno fatti vivere nei racconti che trovate all'interno di questa antologia. Tuttavia questi eroi non avranno vita facile. C'è chi dovrà fare i conti con se stesso, chi con le ferite del primo amore. Ma c'è anche chi dovrà invece confrontarsi con i propri mostri, siano essi mentali o in carne e ossa, appartenenti a una dimensione fantastica o alla cruda realtà. Alcuni si avventureranno nelle terre ostili del passato, altri in quelle effimere del presente, altri ancora in quelle incerte di mondi immaginari. Sono eroi tormentati, complessi, fragili, è vero, ma di certo non comuni.» (Prefazione di Paolo Giovannetti)"" -
La viva parola. Saggi sulla lingua scritta tra Ottocento e Novecento
L'8 ottobre 1872, a Brusuglio, Alessandro Manzoni incontra un gruppo di giovani, guidati da Giulio Tarra, dell'Istituto dei Sordomuti di Milano: «i più miserabili tra i disgraziati [...] raccolti ed istruiti a parlare ed a leggere dal labbro e, con questo mezzo, a pensare, a conoscere e ad esprimersi». L'idea di una moderna formazione alla lingua è in quel gruppo di giovani pienamente attuata, traguardo esemplare per una società che si sente invitata a cercare la «vera parola, parola sentita, intesa, viva». In questo percorso si attua una delle direttrici di diffusione della lingua italiana, che tra Ottocento e Novecento si rivela bene desiderato e atteso da classi sociali finalmente chiamate a prendere parte alle vicende di una realtà più complessa. Con forme e con modalità differenti, donne e uomini rimasti fino a quel momento ""ai margini"""" chiedono di partecipare, attraverso una parola che sia appunto «viva», a un progetto davvero condiviso."" -
Cornelio Bentivoglio e il teatro a Ferrara tra Sei e Settecento
Cornelio Bentivoglio nacque a Ferrara il 27 marzo 1668. Discendente del cardinale Guido Bentivoglio, riferimento costante per le sue ambizioni politiche e letterarie, ricevette l'educazione umanistica consona a una famiglia di illustri tradizioni rinascimentali, ottenendo presto un posto di rilievo nel piccolo mondo ferrarese. Giovanissimo, fu associato all'Accademia degli Intrepidi e alle altre più importanti radunanze cittadine, e insignito di varie responsabilità nell'amministrazione civile. Una volta abbracciato lo status religioso, rivestì un importante ruolo nella vita della Chiesa, venendo nominato, dapprima, nunzio a Parigi, nella fase delicatissima dell'approvazione della bolla Unigenitus, quindi legato di Romagna e ministro di Spagna presso la Santa Sede. Tuttavia, gli uffici e gli onori non gli impedirono di continuare a dedicarsi agli interessi più genuini per gli studi 'geniali'. Questo volume ricostruisce la 'carriera' letteraria del cardinale, che fu rimatore apprezzato (ai versi già noti si aggiungono ora diversi inediti) e soprattutto promotore attivo di una riforma del teatro italiano. -
La lingua della città che non esiste. Italiano e dialetto nella formazione dell'identità nazionale
Nel Proemio all'""Archivio Glottologico Italiano"""", Graziadio Isaia Ascoli considera il modello della vita civile e nazionale tedesca, perché «la salda unità intellettuale e civile della Germania» risulta «affatto moderna», ma «così profondamente salda» appare «l'unità della sua lingua». È l'effetto di un processo in cui «l'energia della progredita cultura, e del ridesto sentimento nazionale» si è congiunta «a un'operosità infinita», in un percorso che ha portato «ogni studio del vero e dell'utile» a determinare un'«unione d'intenti e di affetti» tale da colmare ogni «distanza materiale» tra i tedeschi, rendendoli tutti «cittadini di una città che non esiste». Il volume illustra momenti diversi dello «scambio continuo» in cui, tra Ottocento e Novecento, si manifesta la forza del vivere comune nel costituirsi della lingua: un processo in cui la penna degli scrittori e quella degli studiosi lavorano a costruire una consapevolezza diffusa, che gradualmente conduce gli italiani verso una moderna identità di espressione e di comunicazione. A partire dalla ricerca dialettologica di Francesco Cherubini e di Carlo Salvioni, attraverso la divulgazione erudita proposta dai cultori della storia locale, si arriva a toccare proposte editoriali complesse (quelle di Luca Beltrami e di Marino Parenti intorno alle edizioni illustrate dei Promessi sposi), per considerare l'esperienza di mediazione del comico della collana dei """"Classici del ridere"""" di Angelo Fortunato Formiggini. Tocca agli scrittori del secondo Novecento definire una realtà nuova, che cerca nella lingua l'espressione di un disagio e di una resistenza: le pagine di Romano Bilenchi, come quelle di Lucio Mastronardi, nell'incrinatura della narrazione, fanno cadere l'idea del racconto tipica di una tradizione per certi versi ormai stanca e fondano su un codice finalmente comune la possibilità di raccontare le fratture della società e dell'individuo."" -
Sidereus nuncius. Testo latino a fronte
La presente edizione, oltre al testo a fronte dell'opera galileiana, offre un'accurata introduzione alle nuove forme del sapere seicentesco e un saggio dedicato al telescopio e al microscopio. (Prefazione, traduzione e note di Paolo Aldo Rossi) -
Field work-Lavoro sul campo
La traduzione italiana di Field Work, rimasta fino a oggi inedita in Italia, completa la storia editoriale della poesia di Seamus Heaney nella nostra lingua - unica al mondo in cui ciascuna raccolta sia stata tradotta integralmente e pubblicata con il testo originale a fronte.rn«Questa raccolta segna il raggiungimento del punto di massima espansione della poesia di Heaney, come se nei suoi versi si fossero convogliate per la prima volta, tutte insieme e al massimo grado d'intensità, le energie che poi verranno sempre riconosciute al suo linguaggio poetico» - Roberto Galaverni, Robinsonrn Questa nuova prestigiosa edizione riporta all'attenzione del pubblico italiano Heaney, premio Nobel 1995 per la Letteratura - conferitogli per la «bellezza lirica» e la «profondità etica» delle sue opere che «esaltano i miracoli quotidiani e il passato vivente» -, i cui scritti in versi e in prosa sono letti, studiati e tradotti in ogni angolo del pianeta. In Lavoro sul campo Heaney si confronta con le turbolenze politiche dell'Irlanda, in una prospettiva tutta umana e l'impianto narrativo della raccolta si risolve in gran parte nella costruzione di un ""sacrario"""", un campionario di personaggi esemplari che parlano al lettore e lo suggestionano. È la forza delle loro vite e delle loro morti, del loro esempio, a delineare la """"dottrina"""" di Heaney, il suo appello a restare umani di fronte all'insidia della barbarie, la sua rivendicazione di ostinata fedeltà alla bellezza e alla gioia di vivere."" -
Storia della scuola in Italia. Scenari attuali e prospettive
Giuseppe Ricuperati propone una riflessione sulla scuola, considerazioni sulle decisioni prese dal ministero della Pubblica Istruzione negli ultimi decenni e suggerimenti per affrontare al meglio i problemi irrisolti che tutt'ora affliggono uno degli settori più importanti del nostro vivere civile: l'istruzione. Per un'integrazione del volume Storia della scuola in Italia. Dall'Unità a oggi, il noto storico e professore emerito dell'Università di Torino accompagna il lettore in un'analisi critica sui cambiamenti a cui l'istituzione scolastica è stata soggetta negli ultimi anni, esprimendo una chiara opinione sul fondamentale ruolo dell'insegnamento nel formare i giovani e sulla storia come disciplina necessaria a mantenere viva la memoria di un intero Paese. -
Soldati italiani dopo il settembre 1943
Nel 1987 Aldo Aniasi, all'inizio del suo mandato di presidente della Federazione Italiana Associazioni Partigiane, volle fortemente la pubblicazione del volume 51 della collana ""Quaderni della FIAP"""" dal titolo Soldati italiani dopo il settembre 1943: un'operazione pionieristica volta a «fornire copioso materiale al giudizio del lettore» sulla vicenda, a lungo trascurata e pertanto poco nota, «dei prigionieri di guerra e più precisamente degli italiani che all'indomani dell'8 settembre 1943 caddero nelle mani dei tedeschi nei vari teatri d'Europa (e così in Italia)». A oltre trent'anni di distanza FIAP, perseguendo oggi come allora lo scopo di restituire una rappresentazione fedele della complessità del movimento resistenziale in Italia, di cui il tenace rifiuto opposto al nazifascismo dagli internati militari rappresenta un elemento imprescindibile, ripropone all'attenzione dell'opinione pubblica quel testo, in una nuova edizione arricchita da saggi storiograficamente aggiornati."" -
Tra conservatorismo e spinte innovatrici. L'Italia da Napoleone alla Prima guerra mondiale
Questo libro raccoglie i più importanti saggi di Lauro Rossi, a lungo curatore presso la Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea di Roma e studioso specializzato nella storia dei secoli XVIII-XX. Diviso in quattro parti, il volume ripercorre alcuni dei suoi principali ambiti di ricerca, ossia le vicende e i protagonisti dell'Italia giacobina, quelli della Restaurazione italiana, il patriottismo unitario, con particolare attenzione al caso romano, e la vicenda dei prigionieri militari nei campi tedeschi e austro- ungarici durante la Prima guerra mondiale. «Non è quello adottato da Lauro un modo usuale del lavoro storiografico: nel costruire la sua narrazione egli conferisce al testo una freschezza parlante, un qualcosa di vivo che coinvolge il lettore, lo studioso di storia oppure il semplice appassionato di vicende passate. [...] In generale, ogni documento che lo storico porta alla luce costituisce un arricchimento della conoscenza, ma se ci soffermiamo con attenzione sui documenti presenti nel libro non può sfuggire la loro particolarità, talora quasi una raffinatezza di natura storiografica, che se da un lato impreziosisce la narrazione, dall'altro ci conferma la stoffa di autentico storico di Lauro, il gusto tutto particolare che aveva per la cultura storica, e anche quanto si calasse con razionale passione dentro ciò che lo interessava» (dall'Introduzione di Paolo Bagnoli) -
Commercio, potere e territorio. Gli imperi al tempo della pace di Nimega
Il 10 agosto del 1678 a Nimega fu sottoscritto il trattato tra Francia e Province Unite. Durante i negoziati volti al ristabilimento della pace, emerse chiaramente a tutti i convenuti che la politica di potenza esercitata dagli imperi continentali era stata sovrastata dalla strategia, al contempo energica e accorta, adottata dal regno britannico. Né ai governi assoluti né alle società del continente europeo risultò agevole affrontare l'inevitabile assestamento conseguente all'intensificazione degli scambi e al poderoso sviluppo dei mercati. La società di antico regime aveva prodotto strutture sociali rigide, fondate su corpi aristocratici guidati dallo Stato assoluto. Una sorta di Stato-caserma, organizzato per conseguire attraverso la guerra il possesso di territori sempre più ampi. Il coevo sconvolgimento della ""coscienza europea"""" rappresentò l'occasione per una trasformazione nel profondo di strutture ed equilibri fin ad allora consolidati. Il trattato rivelò l'esaurimento delle ideologie solenni degli imperi continentali."" -
Lo storico pescatore. Antonino Criscione tra impegno civile e ricerca didattica
Questa raccolta di testi è un invito al lettore a vagare da flâneur tra queste pagine e a ritrovare in esse la propria storia, ""l'aroma di quegli anni"""", il tesoro perduto delle rivoluzioni che solo con la parola tramandata e l'ascolto dell'altrui esperienza si può recuperare. Un invito a ricucire la lacuna della memoria e a lasciare un testamento per sé e le giovani generazioni, perché così la freccia ferma del tempo possa proiettarsi ancora in avanti e ridisegnare un'idea di futuro per cui lottare. Il libro è la ricostruzione, curata dalla moglie Concetta Brigadeci, della biografia intellettuale di Antonino Criscione, detto Nenè, attraverso il montaggio dei suoi scritti e di quelli dei suoi compagni di movimento e di lavoro dai primi anni Settanta ad oggi. Si ripercorrono così le orme del Sessantotto a Modica e si documenta la partecipazione di Antonino ai movimenti di base della scuola a Milano e alle sperimentazioni didattiche su tempo dei giovani, mafia, web e storia, e infine si presenta la sua attività, dal 1999 al 2004, all'Istituto Nazionale """"Ferruccio Parri""""."" -
I diritti dei lettori. Una proposta liberale per l'informazione in catene
«La libertà di informazione è, bene o male, garantita da costituzioni e da leggi. I media che avvolgono il globo con le loro reti si dichiarano liberi, ma sono ovunque in catene. I vincoli, beninteso, sono sempre più virtuali, invisibili, legano le menti e le indirizzano. Quando ci decideremo a fondare giornali strutturalmente liberi? Quando i lettori saranno riconosciuti soggetti di diritti da tutelare?» (Con interventi di Luigi Ferrajoli e Stefano Rodotà) -
Ricordi di Questura (1882)
«È il popolo che odia la polizia! Sì l'odia, e con ragione»: così Federico Giorio, nel suo scritto ""Ricordi di Questura"""", edito a Milano dalla Tipografia Artistica nel 1882 e ripubblicato a cura di Marco Soresina, sintetizza il sentimento di fondo che pervade tutto il pamphlet: la ferma denuncia contro l'immoralità della polizia, contro una serie di pratiche comuni nelle questure d'Italia tra anni Sessanta e Ottanta dell'Ottocento. Per farlo, l'autore si serve della narrazione di un cospicuo numero di """"fatti"""" (alcuni veri, altri presunti e privi di validi indizi probatori), racconti di violenze e umiliazioni a cui venivano sottoposti gli arrestati, allo scopo di testimoniare l'uso arbitrario e discrezionale delle leggi da parte dei poliziotti e denunciarne l'ingiustizia, l'illegalità, la prepotenza e l'impunità. Il testo è preceduto da una riflessione storiconarrativa sulla variegata società cittadina tardo-ottocentesca e sulla sua evoluzione, ben rappresentata nella vivacità delle scene e dei quadri di vita dipinti nei """"Ricordi di Questura"""". Il tono provocatorio e la prosa di Giorio, alternativamente moralistica, dissacrante, a tratti calata in un registro voyeuristico, sono indice del tentativo di suscitare la curiosità e fomentare un pubblico eterogeneo di lettori, di estrazione prevalentemente piccolo borghese, affascinato da vicende scabrose, crimini, scandali. Il risultato è un libro «sdrucciolevole per lo storico», che difficilmente si inscrive in una categoria univoca, sfiorando e, al contempo, discostandosi sia dalla memorialistica sia dal genere dei pamphlet politici.""