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L'atlante
Dal Polo alla Jugoslavia devastata dalla guerra civile; dalla Somalia alle autostrade americane, dalla Thailandia a Pompei: non c’è quasi terra o contesto umano che William Vollmann non abbia esplorato e raccontato. L’atlante è, letteralmente, la cronistoria di questa erranza continua e irrequieta, ricostruita attraverso cinquantadue oggetti narrativi diseguali per lunghezza e per tono, ma accomunati dalla stessa brutale innocenza e umanità. I frammenti e i racconti sono organizzati in una struttura palindroma: il primo testo viene ripreso dall’ultimo, il secondo dal penultimo, e il racconto centrale contiene tutti gli altri, come una silloge ideale. Alcuni testi rappresentano una versione compressa dei libri che Vollmann al momento della pubblicazione aveva già scritto. Tanto basta per lasciar capire che L’atlante è un viaggio insieme geografico e personale: una mappa per orientarsi nel mondo «fuori» e al tempo stesso scoprire l’universo narrativo di uno scrittore che conosce ben pochi paragoni. -
Scritti servili
«Leggere è vedere, scrivere è essere ciechi», afferma Garboli in questo libro. E davvero gli Scritti servili sono un’educazione alla vista, fatta di «lampi di cognizione», della capacità rabdomantica di far riaffiorare quasi ad ogni rigo qualcosa che era rimasto nascosto. La felicità di queste pagine è nella loro inerme consegna alla confessione più intima di uno scrittore--lettore, che va a prendere le parole degli altri «e le riporta a casa, come Vespero le capre, facendole riappartenere al mondo che conosciamo». E così, parlando della vita e del teatro di Molière, del «destino di autodistruzione ilare e buffonesco, ma anche così tragico» di Antonio Delfini, della «discontinuità del desiderio» e della «perversione saturnina» di Penna, dell’elogio dell’appartenenza della Ginzburg, delle metamorfosi di Elsa Morante, Garboli finisce per disseminare le tracce di un’umanissima testimonianza esistenziale e in definitiva per raccontare se stesso. -
My favorite things
Può l’onda d’urto di un’esplosione durare tutta una vita, attraversare il tempo, sollevare una nuvola di polvere che dall’infanzia ricoprirà anche gli anni a venire, fino alla vecchiaia? Si possono sovvertire le leggi della fisica, riavvolgere il nastro, invertire gli accadimenti, il tempo, lo spazio? Tutto ha inizio una sera di settembre del 1952, in un prato della periferia milanese, dove un gruppo di ragazzini si è attardato a giocare. Un evento inaspettato e drammatico modificherà per sempre l’esistenza di uno di loro, Franco. Da quel momento, sprofondato in una specie di shock post-traumatico, Franco attraverserà la vita e la storia come un sonnambulo, tra la passione solitaria per il jazz, l’incontro fortuito con un leggendario sassofonista e i viaggi di lavoro nei luoghi più desolati dell’Asia sovietica. Dimenticando tutto, persino se stesso, finché la malattia della nipotina Amina non lo costringerà a guardare nella voragine di quell’antica lacerazione. Con uno stile denso e coraggioso, Sergio Baratto descrive le nostre solitudini urbane e post-industriali, per scoprire se ciò che è stato può non essere. -
Una questione di famiglia
Mick Hardin è tornato da poco a casa in licenza, convalescente dopo essere rimasto ferito a una gamba per l’esplosione di un ordigno, quando al centro della sua cittadina viene trovato un corpo senza vita. Il cadavere appartiene a Barney Kissick, che si guadagnava da vivere spacciando eroina, e la polizia liquida rapidamente il delitto come un regolamento di conti tra criminali. Ma quando la madre di Barney, una donna dura e indipendente che sembra scolpita nella pietra, gli chiede di indagare, Mick si rende conto quasi immediatamente che dietro l’omicidio si nascondono ragioni ben più complesse. L’indagine lo assorbe e lo porta ben presto a trascurare le questioni personali per gettarsi a corpo morto in un ginepraio, mettendo a rischio la sua stessa vita. Incentrato sui grandi temi della perdita, del dolore, della vendetta, delle sorprese che si nascondono sotto la superficie della vita quotidiana, Una questione di famiglia è un noir dalla forza dirompente, che conferma Offutt come una delle voci più potenti sulla scena letteraria degli Stati Uniti. -
I tre usi del coltello. Saggi e lezioni sul cinema
Questo libro, a metà strada fra l’autoritratto di un mostro sacro di Hollywood e il manuale per aspiranti cineasti, ha riunito per la prima volta in italiano i saggi del premio Pulitzer David Mamet. Sceneggiatore, regista, attore, produttore, drammaturgo, romanziere e perfino poeta, Mamet è una delle figure più complesse e affascinanti del cinema dei nostri tempi. Ha messo la firma a film che hanno fatto la storia del cinema, tra cui Il verdetto, Il postino suona sempre due volte, Gli intoccabili e Hannibal. Il libro si divide in tre sezioni: la prima, «I tre usi del coltello», si occupa della natura del lavoro dello sceneggiatore e degli obiettivi del raccontare storie; «Dirigere un film», la seconda parte, è l’appassionante trascrizione di una serie di lezioni di regia che Mamet ha tenuto alla prestigiosa Columbia University; la terza e ultima, «Vero e falso», è dedicata al ruolo dell’attore e si rivolge non solo a chi recita ma anche a chi deve dirigere gli attori sulla scena. Sorprendente, lucida, irritante, magistrale, rivoluzionaria, divertente: ecco come si rivela la voce di Mamet in questo libro composito e unico, imprescindibile per chiunque voglia scoprire cosa fa di un film un capolavoro. -
La rivincita di Capablanca
José Raúl Capablanca imparò gli scacchi osservando il padre giocare. Bambino prodigio per le strade dell’Avana, a soli ventitré anni, nel 1921, era già campione del mondo. Viaggiò, fu amato dalla gente, invidiato da Stalin. Finché non perse il titolo per troppa leggerezza e per mano di un ex amico, Aleksandr Aljechin, il suo esatto opposto: feroce, ossessionato, opportunista. In 64 capitoli, come le case di una scacchiera, questo romanzo è la storia del loro ostinato duello. L’offesa di una seconda occasione sempre rinviata, come spesso è la vita. Ma anche la trovata di un’ultima mossa, lo spettacolare colpo d’ala di un uomo, precipitato come un ragno in una vasca, per ribaltare ogni angheria e ogni violenza. Fabio Stassi riesce, in un crescendo avvincente quanto un giallo, a gettare una luce universale sulla condizione umana, esposta all’ingiustizia, e a rovesciare l’archetipo di tutti i racconti, la vendetta, in un’occasione di nascita e di rinascita, la rivincita, riportando ancora per una volta la partita dal lato della vita. -
Amnesia moon
Dopo la guerra e i bombardamenti, Hatfork, nel Wyoming, è devastata dalla fame e popolata di mutanti; Chaos vive nella cabina di proiezione del multisala abbandonato, cercando di dimenticare il presente e non più in grado di ricordare il passato, ossessionato dalla sua capacità di influenzare la realtà con i sogni. Quando il tiranno locale, Kellogg, gli rivela che le bombe non sono mai cadute, Chaos si imbarca in un rocambolesco viaggio – in compagnia di Melinda, una tredicenne stralunata e ricoperta di pelo – alla scoperta della verità; la troverà in molte diverse versioni, fra deserti, nebbie e misteriose fialette da iniettarsi in vena, nella West Coast più postapocalittica e visionaria che un romanzo americano ci abbia mai regalato. Immaginate Jack Kerouac, Lewis Carroll, Franz Kafka e Philip K. Dick magistralmente miscelati per raccontare una classica, commovente storia di ricerca delle origini e della propria identità (condita da un pizzico di paranoia). -
Fubbàll
Dodici storie. La formazione di una squadra di calcio, ruolo per ruolo, più un allenatore. Storie di provincia di quando il fubbàll aveva le ali, e i campi erano di terra e polvere, e i numeri sulle maglie andavano dall’1 all’11. Storie tenere e allegre di gente che correva per non dover pensare al filo spinato che avvolgeva le giornate, un’umanità manovale e derelitta che aveva avuto tanti guai e qualche lampo di celebrità, e portava come bandiere le leggende di una volta: Gigi Meroni, Gigi Riva, Nilton Santos. Con questo libro Remo Rapino compone un album di figurine di quelli delle ultime file: piccole biografie di calciatori non illustri e anonimi. Giocatori tristi che non hanno vinto mai. Una squadra di esclusi e di spasulati che non troverete in nessun campionato. Eppure ad ascoltarne le voci sentirete tutto il canto di nostalgia per i debutti, le promesse mancate, gli infortuni e le altre imboscate della sorte, i rari colpi andati a segno, insomma per quel tempo in cui tra gli uomini c’era un rispetto, un trattarsi da pari a pari, qualunque fosse il loro stato. E proverete la speranza che questo tempo, dove si poteva giocarsela finché si aveva fiato, possa ancora tornare. -
Le radici storiche dei racconti di fate
Come e quando sono nate le fiabe? E perché si rassomigliano in tutto il mondo? Nell'interpretazione di Propp, i racconti di fate non sono fantasia ma storia, sono il documento di una delle più antiche età dell'uomo: l'epoca delle comunità di cacciatori, prima ancora che la pastorizia e l'agricoltura cominciassero a cambiare il volto del mondo. Giovandosi di un materiale comparativo molto vasto tratto dalla etnologia e lavorando soprattutto sui racconti di fate russi, Propp stabilisce una serie di confronti tra i principali motivi di cui sono intessute le fiabe e analoghe forme rituali esistenti nella protostoria - o in fasi storiche più o meno vagamente indicate - e presso i primitivi. Attraverso tanti racconti sezionati e comparati, interrotti e ripresi in un giro di richiami e illuminazioni, il mondo vivace della narrazione si compone esso stesso in un affascinante racconto. -
L'asino d'oro
Dopo aver interpretato psicologicamente le fiabe e i testi degli alchimisti, Marie-Louise von Franz affronta qui il compito di svelare la struttura inconscia, accanto a quella formale e cosciente, del celebre libro di Apuleio che dà il titolo anche a questo saggio. L'autrice, ripercorrendo la trama del romanzo, ci fa sentire il respiro universale e, al tempo stesso, l'attualità di questo capolavoro, che è una grande avventura umana di riscatto e conquista interiore, svoltosi in un'epoca per tanti versi a noi così affine come fu la tarda antichità. Alla rilettura della von Franz si attaglia perfettamente il noto giudizio di Flaubert, secondo cui gli argomenti «vi sono trattati alla maniera moderna e con un soffio antico e cristiano a un tempo che li pervade. Vi si sente l'incenso e l'urina: la bestialità si congiunge al misticismo». -
L' io e l'Es
«L'Es è assolutamente amorale, l'Io si sforza di essere morale, il Super-io può diventare ipermorale, e quindi crudele quanto solo l'Es può esserlo». -
Opere. Vol. 7: Totem e tabù e altri scritti (1912-1914).
Totem e tabù, un'opera che ha acquistato, secondo Kerényi, «non solo presso i freudiani ma anche in cerchie più vaste l'importanza di un sostituto credibile del mito biblico del peccato originale», apre il volume, che si conclude con il celebre caso clinico dell'uomo dei lupi. Attraverso la ricostruzione dei remoti episodi all'origine di questa nevrosi infantile, Freud riafferma, contro Adler e Jung, l'importanza della sessualità infantile nella genesi delle psiconevrosi. È ispirato alla polemica contro i dissidenti anche il saggio Per la storia del movimento psicoanalitico. Introduzione al narcisismo è fondamentale per i successivi sviluppi teorici della psicoanalisi. Il Mosè di Michelangelo testimonia l'interesse di Freud per l'arte anche in quegli anni di intenso lavoro di elaborazione teorica. -
La morte e i sogni
Che cosa ci insegnano i sogni di morte? E questa la domanda che il presente volume affronta in una prospettiva del tutto originale. I materiali qui utilizzati da Marie-Louise von Franz sono i sogni che accompagnano o prefigurano l'avvicinarsi della morte. L'autrice li interpreta alla luce della decifrazione junghiana degli archetipi, e li mette in relazione con le varie immagini della morte elaborate dalle grandi civiltà del passato (Egitto, Grecia, Persia, Cina, India). Questo metodo d'indagine le consente di individuare in chi si appresta a morire un naturale atteggiamento di fiducia, assai lontano dalle reazioni di angoscia che generalmente si associano alla riflessione sulla morte. Una fiducia in cui si può forse avvertire il presentimento di una imminente e profonda trasformazione. -
Il sogno
«Da quando abbiamo imparato a conoscere la sessualità infantile, che ha spesso manifestazioni poco vistose ed è costantemente trascurata e fraintesa, siamo autorizzati a dichiarare che quasi ogni uomo civile ha serbato in un qualche rispetto la strutturazione infantile della vita sessuale, e comprendiamo in questo modo come i desideri sessuali infantili rimossi forniscano le forze motrici più frequenti e robuste per la formazione dei sogni.» -
Le fiabe interpretate
Ha scritto Jung che le fiabe consentono di studiare meglio l'anatomia comparata della psiche: esse sono infatti l'espressione più pura dei processi psichici dell'inconscio collettivo, e rappresentano gli archetipi in forma semplice e concisa. Marie-Louise von Franz utilizza in questo volume l'approccio della psicologia analitica nel tentativo di rendere accessibili all'uomo moderno le esperienze di vita che sono contenute nelle fiabe. Per esemplificare la sua proposta di lettura, la von Franz studia inizialmente un testo dei Grimm, ""Le tre piume"""", il cui motivo dominante sta nel difficile riconoscimento dell'elemento femminile, per poi passare ad altre fiabe di vari paesi in cui si ritrovano temi che, trasposti nelle categorie junghiane, rivelano la loro ricchezza e consentono riferimenti illuminanti. In queste pagine, scritte con ammirevole chiarezza, lo stesso simbolismo degli animali, degli oggetti, dei gesti e dei numeri trova non una spiegazione meccanica, ma una carica di significati capaci di parlare alla nostra sensibilità."" -
Conferenze per insegnanti e genitori
Scopo di questa raccolta è quello di mettere a disposizione di un vasto pubblico, costituito da genitori, insegnanti, pediatri, assistenti sociali, psicologi infantili, le acute osservazioni di una psicoanalista che, negli anni giovanili, aveva anche lavorato come insegnante di scuola materna e che, più del padre, ha sempre assegnato un ruolo di grande rilievo ai problemi dell'educazione. Contraddistingue questi scritti la semplicità di linguaggio, che rende accessibili concetti complessi come, ad esempio, quello di ""madre che respinge"""". Tra gli altri problemi dell'età evolutiva, sono qui trattati i disturbi del comportamento alimentare, l'affidamento, l'aggressività infantile, i disturbi dell'adoloscenza."" -
Opere. Vol. 11: L'Uomo Mosè e la religione monoteistica e altri scritti (1930-1938).
«Anche se il futuro riplasmerà o modificherà questo o quel risultato delle sue ricerche, mai più potranno essere messi a tacere gli interrogativi che Sigmund Freud ha posto all'umanità; le sue scoperte scientifiche non si possono più né negare né occultare. I concetti che egli ha formulato, le parole che egli ha scelto per esprimerli sono già entrati con naturalezza nella lingua viva. In tutti i campi delle scienze dello spirito, nell'indagine sulla letteratura e sull'arte, nella storia delle religioni e nello studio della preistoria, nella mitologia, nel folklore e nella pedagogia, e non da ultimo nella stessa creazione poetica, la sua opera ha lasciato un'impronta profonda, e siamo certi che, se mai alcuna impresa della nostra specie umana rimarrà indimenticata, questa sarà proprio l'impresa di quest'uomo che ha penetrato le profondità dell'animo umano. Noi tutti non potremmo neppure immaginare il nostro mondo spirituale senza la coraggiosa opera che Freud ha svolto nell'arco della sua esistenza.» (Thomas Mann) -
Alchimia
Dopo aver riportato alla luce i tesori di saggezza racchiusi nelle fiabe, Marie-Louise von Franz ci offre qui una vera e propria guida all'interpretazione dell'alchimia, che costituisce nello stesso tempo un'introduzione agli scritti maggiori di jung sull'argomento. II lettore entra in contatto con alcuni testi alchimistici greci, arabi e medievali, e impara in concreto a tradurne il ricco materiale esoterico e simbolico nell'esperienza degli uomini moderni, perché le immagini, gli archetipi che occupavano la mente degli alchimisti erano gli stessi che ricorrono nei nostri sogni e nei nostri tentativi di comunicazione tra i sessi. Nel libro è anche contenuto un piccolo mistero filologico: il testo dell'""Aurora consurgens"""", che è citato quasi per intero, potrebbe comunicarci la visione che sopraffece san Tommaso d'Aquino morente."" -
Casi clinici. Vol. 5: L'Uomo dei topi.
«L'idea del topo è inseparabilmente collegata con il fatto che esso morde e rode con i suoi denti aguzzi; ma se i topi mordono, sono sozzi e voraci, non possono restare impuniti; gli uomini li perseguitano e massacrano senza pietà, come il paziente aveva talvolta visto fare, inorridendone. Spesso aveva provato un senso di commiserazione per quelle povere bestie. Ora, egli stesso era stato una volta un piccolo monellaccio disgustoso e sporco, che nella rabbia sapeva mordere chi gli stava vicino, ricevendone poi tremende punizioni. Ben poteva ravvisare nel topo il suo ""sosia""""»."" -
Il Mosè di Michelangelo
«Quante volte ho salito la ripida scalinata che porta dall'infelice via Cavour alla solitaria piazza dove sorge la chiesa abbandonata! E sempre ho cercato di tener testa allo sguardo corrucciato e sprezzante dell'eroe, e mi è capitato qualche volta di svignarmela poi quatto quatto dalla penombra di quell'interno, come se anch'io appartenessi alla marmaglia sulla quale è puntato il suo occhio, una marmaglia che non può tener fede a nessuna convinzione, che non vuole aspettare né credere, ed esulta quando torna a impossessarsi dei suoi idoli illusori».