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Robert Schumann. Araldo di una «nuova era poetica»
Facendo giustizia della massa compatta di miti che avvolgevano la figura di Schumann, miti biografici (a cominciare dalle circostanze e dalla natura della sua malattia mentale e del suo improbabile influsso sulla creatività del musicista), storici (ad esempio l'immagine di Schumann come musicista geniale agli inizi e sempre meno ispirato fino a terminare nell'aridità di ispirazione), o musicologici (come la presunta mancanza di talento nell'orchestrazione, o l'immaginaria incapacità di controllare le forme ampie), Daverio propone di riconsiderare l'opera di Schumann comprendendola a partire dalle concezioni estetiche del musicista, e in particolare dall'ininterrotta riflessione che dedicò al rapporto tra letteratura (sia poetica sia narrativa) e musica. Ciò fa emergere con evidenza la profonda impronta impressa sull'opera di Schumann dalla sua convinzione di una continuità indissolubile tra letteratura e musica, dove la musica è pensata come ""letteratura in suoni"""". E la continuità, l'osmosi tra formazione letteraria, filosofica e musicale si rivela una chiave fondamentale per comprendere la personalità e l'opera di Schumann, incluse la sua passione per la critica musicale e la sua acutissima sensibilità letteraria. Sul piano biografico, un particoare interesse è dedicato alle sfumature, varie e talora ambivalenti, nel rapporto tra Schumann e la moglie Clara Wieck, la grande virtuosa del pianoforte..."" -
Lo yoga tibetano del respiro. Esercizi di respirazione per guarire il corpo e sviluppare la saggezza
Lo yantra yoga, un'antica tradizione di yoga tantrico, prevede un lavoro sui canali energetici del corpo, sui cosiddetti 'venti energetici', che comprendono il respiro, e sulle essenze vitali. Questa pratica ha permesso ai grandi yogin indiani e tibetani di guarire dalle malattie, di sostenere per lungo tempo gravi privazioni fisiche, e infine di realizzare la saggezza, liberandosi dal concetto dell'io e dalla percezione dualistica. Le pratiche respiratorie dello yantra yoga, qui definite 'addestramento con il vento energetico', dimostrano come il controllo e la purificazione del respiro possano determinare una maggiore stabilità mentale ed emotiva e accrescere la salute del corpo. Le conoscenze approfondite maturate dagli yogin sugli effetti benefici di una respirazione corretta trovano oggi un sorprendente riscontro nelle più recenti ricerche messe a punto dalla medicina occidentale, che individuano nella respirazione superficiale, toracica, la causa collaterale di molti disturbi estremamente diffusi nel mondo moderno, quali l'ipertensione, lo stress e la depressione. Integrando le conoscenze provenienti da questi due ambiti, quello religioso e quello moderno, gli autori propongono esercizi elementari di yantra yoga, integrati con meditazioni guidate sull'impermanenza, la consapevolezza e la sofferenza. -
Artemide. Lo spirito indomito dentro la donna
Dea greca della caccia e della luna, Artemide erra per i campi armata di arco e faretra. Nel panorama archetipico già dipinto dall'autrice nel ""Le dee dentro la donna"""", Artemide rappresenta la predisposizione alle relazioni paritarie con gli uomini, la solidarietà tra donne, la capacità di perseguire un obiettivo e di accettare una sfida. Ma prima ancora incarna l'archetipo della donna psicologicamente indipendente, tenace e allo stesso tempo riflessiva, intuitiva e passionale. Un libro che parla a donne, e uomini, di ogni età: l'archetipo di Artemide può infatti rimanere nascosto per anni ed emergere in qualsiasi momento della vita."" -
Kodo il senza dimora
Sottraendosi alle illusioni di vanità, fama e denaro, Kodo Sawaki (1880-1965) visse 'senza dimora', viaggiando di tempio in tempio e attraversando il Giappone in lungo e in largo. Personaggio complesso e multiforme, aveva molte caratteristiche degli antichi maestri zen: dinamico, coraggioso e non convenzionale. Secondo Uchiyama Roshi (1912-1998), che fu il discepolo a lui più vicino, la vera grandezza di Sawaki sta nel fatto che 'sprecò' tutta la vita seduto in zazen: un paradosso tipicamente zen che ben illustra la dedizione totale di Sawaki alla pratica meditativa. Commentando i detti lapidari del suo maestro, Uchiyama si è rivolto non solo ai praticanti ma ai lettori comuni, portando la pratica zen sul piano della vita quotidiana. Sawaki Roshi e Uchiyama Roshi parlavano del Dharma del Buddha utilizzando personali modalità espressive, senza fare uso di troppi termini tecnici. Si basavano essenzialmente sull'esperienza personale e utilizzavano un linguaggio colloquiale, con esempi concreti, familiari ai giapponesi. Fondamentali sono dunque le spiegazioni e i commenti che Okumura ha ritenuto utile fornire al lettore occidentale, per contestualizzare gli insegnamenti dei suoi maestri all'interno della storia e della società giapponese di quel periodo, e soprattutto per offrire riferimenti all'opera di Dogen zenji, perno fondamentale del pensiero di Sawaki. -
Shingon. Il buddhismo esoterico giapponese
Lo Shingon insegna che è possibile realizzare la propria natura di buddha nel corso di questa vita, senza dover attendere un numero incalcolabile di rinascite, grazie ad alcune consacrazioni iniziatiche e alla pratica di discipline del corpo, della parola e della mente. Per secoli questi insegnamenti sono stati riservati ai soli iniziati e mai messi per iscritto. Solo intorno alla metà del secolo scorso sono stati pubblicati in Giappone i primi testi sullo Shingon dedicati al pubblico laico. Questo libro, l'unico a prendere in esame la storia, la dottrina e la pratica dello Shingon, è rimasto un punto di riferimento per lo studio del buddhismo esoterico giapponese. Dopo essersi soffermato sulle origini indiane della scuola (evidenti nell'adozione di rituali brahmanici quali il rito del fuoco), l'autore descrive l'introduzione dello Shingon in Tibet, in Cina e, di lì, in Giappone, nel corso del nono secolo, a opera di Kukai e di altri uomini straordinari che tradussero i testi sacri e portarono avanti il lignaggio iniziatico di trasmissione dell'insegnamento. Quindi si sofferma sulle dottrine metafisiche dello Shingon, sulle scritture fondamentali (il Dainichikyo e il Kongocho-kyo), e sulle concezioni particolari dei livelli della coscienza e degli stadi di samàdhi. Infine, tratta le complessità del rituale e della meditazione shingon, esaminando in dettaglio le mudrà, le formule magiche, i due mandala principali (il Taizokai e il Kongokai)... -
Onore al sintomo
La parola 'sintomo' è prima di tutto figlia del linguaggio medico. Per la medicina si tratta di un fenomeno elementare con cui si manifesta uno stato di malattia. Il sintomo è un indice. Indice di una latenza patologica, di un'irregolarità del funzionamento ideale di un organismo. Ecco perché d'abitudine è vissuto soltanto come l'effetto di una condizione incoerente e viziata da eliminare. Ma il sintomo non coincide semplicemente con il fenomeno fisico in sé, quanto piuttosto con la relazione tra questo fenomeno e l'esistenza negata di un altro sentire e di un altro dire. Perciò il concetto di sintomo implica quello di legame: il legame tra una superficie e la sua profondità, tra la solitudine di un io e la presenza di un altro. Il sintomo merita dunque che gli si renda l'omaggio dovuto. Provare a rendere onore al sintomo nulla ha a che vedere con una sua esaltazione. Nessuna idealizzazione, però anche nessun biasimo. Nessuna riluttanza, né corsa ai farmaci, allo psicoadattamento, alla condanna sociale, alla paura. Questo libro individua nel tempo in cui viviamo il lavorìo incessante di un'ossessione ipocondriaca, medicale e pragmatica per lo più insofferente a quanto non rientra nei calcoli e, inatteso, sorprende. Allora propone a ciascuno di ricordare come, proprio grazie a quello scomodo sconosciuto che è il sintomo, l'essere umano possa ritrovare la sua complessità di creatura divisa destinata come tale a un'alterità senza repliche. -
Le basi dell'ipnosi. Una guida avanzata ai concetti e ai metodi
Che cos'è l'ipnosi? L'ipnosi funziona? Uno dei massimi esperti di ipnosi ericksoniana parte dalle fondamenta, con spirito scientifico e onestà intellettuale, per rispondere a due domande solo apparentemente semplicistiche. Definire l'ipnosi e decretarne l'efficacia significa spalancare un orizzonte di posizioni differenti, che hanno innanzitutto a che fare con il suo essere o non essere una 'terapia' tout court. L'ipnosi può essere considerata una vera e propria terapia (in questo caso definita 'ipnoterapia'), con una modalità di trattamento che ha un suo carattere autosufficiente, distinto e ben definito, o è piuttosto meglio definita come uno strumento di trattamento terapeutico, da utilizzare in sinergia con altri approcci più definiti (come ad esempio la terapia comportamentale) per promuoverne gli obiettivi? Entrambe le posizioni hanno sostenitori autorevoli e convincenti. Quel che è certo è che il metodo funziona solo quando il cliente è disposto a impegnarsi nell'esperienza ed è in grado di lasciarsi assorbire dalle possibilità suggerite dal terapeuta: dunque nell'ipnosi le arti del clinico sono una gran parte dell'equazione e le differenze fra un terapeuta e l'altro nel modo di applicare l'ipnosi sono un elemento determinante della sua efficacia. Ciò che la ricerca scientifica prova sempre più è che l'ipnosi, quando interviene nel processo terapeutico, ne aumenta generalmente gli effetti benefici... -
Le «Trentasette pratiche del Bodhisattva» di Tokmé Zongpo
Nato nel 1295 nel Tibet centrale, Tokmé Zongpo fu un grande monaco buddhista della tradizione Kadampa. Acclamato appena diciannovenne come un secondo Asanga, a trentadue anni fu nominato abate di un monastero ma, dopo nove anni, rinunciò ad altre cariche monastiche per ritirarsi a praticare in un eremo presso la località di Ngülchu, o 'Fiume d'argento'. I suoi versi sul sentiero del bodhisattva, composti più che altro come un promemoria per se stesso, sono a distanza di tanti secoli tra i testi più amati e venerati della tradizione buddhista tibetana. La traduzione di Ken McLeod si distingue per la semplicità del linguaggio, che vuole riflettere la chiarezza e l'immediatezza del testo tibetano originale. Tokmé Zongpo non si curava del sapere dottrinario, gli interessava solo avvicinarsi il più possibile, nella sua vita vissuta, al grandioso ideale del bodhisattva. McLeod nel suo commento riflette lo stesso approccio esperienziale, e spinge il lettore a domandarsi: ""Come posso, io, oggi, seguire queste pratiche?"""". A tale scopo presenta una serie di scenari di cui tutti possiamo fare esperienza nella nostra vita quotidiana, ad esempio, un furto, la perdita del lavoro, la morte di una persona cara, e ci porta a riflettere su come la compassione, la chiarezza, la presenza mentale e l'equilibrio possano trovare espressione nella nostra esistenza."" -
Prima di io sono. Il riconoscimento diretto della verità
Questo libro è una guida dettagliata per scoprire se stessi. Le indicazioni di Mooji, di chiara tradizione advaita vedanta, conducono con precisione assoluta a quella che viene chiamata la propria vera natura, il vero Sé. Il ricercatore attento, il praticante assiduo potranno seguire tutti gli spunti, gli indizi lasciati dal maestro in questi dialoghi, per fare esperienza diretta di quel nucleo senziente (la consapevolezza pura) davanti a cui compaiono il mondo, la vita e la persona che all'apparenza la attraversa. La scoperta dell'essere, l'io-sono, e insieme del principio assoluto che ne è consapevole, si esprime attraverso uno stato ininterrotto di pace, di silenzio, distacco, saggezza e amore. Questo volume è una via diretta alla verità da cui tutte le scritture scaturiscono, per chi sia davvero spinto a conoscerla. -
Ninjia. Gli antichi guerrieri ombra giapponesi. La storia segreta del ninjutsu
Maestri nell'arte di rendersi invisibili, dotati di capacità che dovevano sembrare magiche all'uomo comune, i ninja vestiti di nero hanno sempre affascinato orientali e occidentali. Questo volume, opera di uno studioso di storia delle arti marziali, nonché praticante e istruttore di ninjutsu, ne ricostruisce la storia, la filosofia e le tecniche attraverso cronache e documenti originali spesso inediti, tramandati di generazione in generazione nell'ambito delle famiglie di ninja. Chi erano quindi i ninja? Originari delle province di Iga e Kòga, due aree distanti dai centri di potere, selvagge e quasi disabitate, erano guerrieri e spie capaci di ""scomparire"""" dalla mente e dagli occhi del nemico, di infiltrarsi nelle fortezze per raccogliere informazioni essenziali, di mischiarsi tra le fila degli eserciti avversari creando il caos, di osservare e adattarsi con fulminea rapidità al mutare delle situazioni. Zoughari segue le tracce indistinte lasciate da questi misteriosi guerrieri negli eventi drammatici che hanno segnato la storia del Giappone medievale, dove spesso il loro intervento ha contribuito all'ascesa o al crollo delle famiglie dei potenti signori feudali, e nel periodo Edo, quando, impiegati in corpi di polizia segreta, hanno adattato le loro tecniche mortali di combattimento a una nuova funzione più consona a un periodo di pace, quella di far osservare la legge."" -
La mente tranquilla. Un nuovo modo di pensare. Un modo nuovo di vivere
Nella tradizione buddhista la mente tranquilla è aperta, attiva, pronta a ricevere e dare. Conoscere la mente è il primo e fondamentale passo per indirizzare pensieri, parole e azioni e concentrarsi su ciò che davvero si può cambiare nella propria vita, senza perdere tempo ed energie a inseguire obiettivi caduchi. Spesso però è necessario cominciare da zero, spogliarsi di ciò che pensiamo di sapere, lasciando andare lode e biasimo e vivendo il presente con saggezza e onestà. Riuscire a farlo può sembrare impresa ardua ma, come quando si scala una montagna, basta non guardare la vetta pensando a quanto sia distante, ma osservare con soddisfazione ciò che si ha dietro le spalle, frutto, ancorché immaturo, della propria costanza e del proprio impegno. Questo libro offre al lettore una serie di strumenti, teorici e pratici, per comprendere la vera natura di noi stessi e degli altri. Attraverso la respirazione, la meditazione, la contemplazione e la presenza mentale sarà possibile portare tranquillità alla mente agitata dalle contingenze del quotidiano, e semplicemente essere, aprendosi al mondo e alla vita. -
Autobiografia di uno yogi
Il racconto della vita straordinaria di Paramahansa Yogananda ci guida in un viaggio indimenticabile all'interno del mondo dei santi e degli yogi, della scienza e dei miracoli, della morte e della resurrezione. Con profonda saggezza e intelligenza penetrante, l'autore illumina i segreti più nascosti della vita e dell'universo, aprendo il cuore e la mente alla gioia, alla bellezza e all'illimitato potenziale spirituale che risiede in ogni essere umano. Questa nuova edizione completa, tradotta fedelmente dall'originale, certificato dalla Self-Realization Fellowship, l'organizzazione fondata da Yogananda, è l'unica che rispetta tutte le volontà dell'autore riguardo al testo finale, compresi i materiali ulteriori da lui aggiunti dopo la prima edizione del 1946. -
Mindfulness. Una guida pratica al risveglio
"Se vuoi comprendere la tua mente siediti e osservala"""". Queste parole del suo primo maestro, Anagarika Munindra, hanno segnato per Goldstein l'impegno di tutta una vita. Oggi, dopo quarant'anni di pratica e insegnamento, affida alle stampe uno studio esauriente della meditazione di consapevolezza, o mindfulness. Questa pratica, che oggi ha travalicato i confini del buddhismo per trovare applicazione nei campi più disparati, si basa sul celebre Satipatthana sutta, il discorso del Buddha sui quattro fondamenti della presenza mentale: la consapevolezza del corpo, delle sensazioni, della mente e degli oggetti mentali, o dhamma. Questo volume prende spunto da un ciclo di quarantasei lezioni tenute dall'autore al Forest Refuge, il centro di ritiro per meditanti esperti dell'Insight Meditation Society di Barre, Massachusetts. Ricco di riferimenti alle parole originarie del Buddha, agli insegnamenti di molti maestri buddhisti di varie tradizioni, e all'esperienza personale, il libro insiste sullo scopo pratico della dottrina: trasformare la propria vita e il proprio modo di pensare per realizzare la libertà interiore." -
Il Buddha entra in un bar. Manuale di vita per una nuova generazione
Nelle quattro parti in cui è suddiviso questo volume, corrispondenti alle quattro dignità di Shambhala, l'autore conduce il lettore alla scoperta di se stesso. Ogni essere umano possiede infatti le qualità della tigre, del leone delle nevi, del garuda e del drago. Lasciandosi guidare dalla saggezza e dalla compassione incarnate da questi animali sarà possibile entrare in contatto con la propria bontà fondamentale e manifestarla, per portare beneficio a se stessi e agli altri. La tigre è il simbolo del risveglio alla propria esistenza, della consapevolezza di ciò che la circonda. Il leone rappresenta la fiducia in se stessi, la capacità di sfuggire alla opprimente tenaglia del dubbio; il garuda grida al mondo la propria esistenza, librandosi al di sopra delle meschinità dell'io. Il drago, infine, è l'emblema della profonda presenza a se stessi, alla propria vita, che permette alla bontà fondamentale di fluire senza sforzo. Il cammino del drago è la tappa finale di questo percorso dentro se stessi che, Rinzler mette in chiaro, non va inteso come un esercizio di privazione e rinuncia. Per vivere con maggiore consapevolezza e compassione non bisogna stravolgere se stessi, basta trovare la propria bussola, rivolgendosi a insegnamenti che il tempo ha collaudato, e applicarli alla propria vita, che è fatta di amore, sessualità, alcol, divertimento, lavoro, rapporto con il denaro; aspetti che l'autore affronta con acume e scanzonata intensità. -
Opera e dramma
Simbolicamente rilegato in rosso, il colore della rivoluzione, il manoscritto di Oper und Drama fu completato il 10 gennaio del 1851 e spedito all'amico Theodor Uhlig, critico musicale e fervente sostenitore di Wagner, con la dedica: ""Rossa, o amico, è la mia teoria!"""". Il volume era nato come un articolo di ampie dimensioni sull'opera moderna, ma crebbe a dismisura tra le mani di Wagner, ed apparve a Lipsia alla fine di quell'anno in tre tomi. Sebbene ne curasse la ristampa altre due volte, nel 1869 e nel 1872, con correzioni e l'eliminazione di vari riferimenti polemici, dopo la prima edizione Wagner sentì il bisogno di prendere le distanze dal suo maggiore trattato teorico, senz'altro anche influenzato dal pensiero di Schopenhauer, che lo portò a rivedere in parte la propria concezione della musica come mezzo dell'espressione al servizio del dramma. Questa nuova edizione italiana ricostruisce filologicamente l'intero tragitto editoriale dell'opera, e la propone per la prima volta al lettore non solo nella sua integralità ma anche nel suo divenire. Il testo principale qui tradotto segue quello dell'ultima edizione (che Wagner giudicò definitiva), riportando in nota le parti inedite del manoscritto fatte conoscere da Klaus Kropfinger nella sua riedizione dell'edizione del 1851, nonché le principali varianti introdotte da Wagner nelle edizioni successive, riscontrate direttamente sugli originali."" -
Il cuore della meditazione. Scoprire la consapevolezza profonda
Basato su una serie di insegnamenti tenuti a Londra e incentrati sul commento a ""Le tre chiavi che penetrano il nucleo essenziale"""", un testo dell'insigne yogin e studioso tibetano Patrul Rinpoche, questo libro illustra le tecniche buddhiste per esplorare la natura della mente, accedere alla consapevolezza profonda e dimorare in quello stato libero dal pensiero. Le """"tre chiavi"""" di Patrul, come riconoscere la consapevolezza profonda dentro di sé, come mantenere il contatto con essa in tutti gli stati e come liberarsi dall'eccesso di pensiero, riassumono in pochi versi il cuore del buddhismo tibetano."" -
Riflettendoci meglio
Nel 1967 Bion pubblica Second Thoughts, testo geniale ma anche ambiguo e complesso. Si tratta di una raccolta di articoli psicoanalitici, incentrati su casi clinici, già apparsi negli anni cinquanta: l'autore non vi apporta nessuna modifica, ma aggiunge, in fondo al volume, una lunga riflessione chiamata ""Commentari"""", in cui esprime cambiamenti di grande interesse avvenuti nel suo pensiero. A cambiare non è tanto l'interpretazione dei casi clinici, quanto l'attitudine mentale che sottende l'interpretazione: Bion non considera più (diversamente da allora) i suoi resoconti come trascrizione fedele dei fatti accaduti, ma come trascrizione, espressa in parole, delle immagini sensoriali dell'analista in rapporto ai processi mentali del paziente. I resoconti clinici, dunque, dovrebbero essere riconsiderati come formulazioni verbali di immagini sensoriali costruite per comunicare in una data forma (sensibile) qualcosa che venne in origine probabilmente comunicato in un'altra. Ciò in virtù della sua convinzione che la memoria (su cui i resoconti clinici necessariamente si basano) nasce dall'esperienza sensoriale, mentre la psicoanalisi si occupa essenzialmente di esperienze non sensoriali. In ogni resoconto di seduta, quindi, del tutto indipendentemente dalla tempestività di trascrizione, la memoria dovrebbe secondo Bion essere considerata solo come comunicazione figurativa di un'esperienza emotiva."" -
Guida alle pratiche fondamentali del buddhismo tibetano. Trasformare la confusione in chiarezza
In tibetano, l'insieme delle pratiche fondamentali è chiamato ngöndro, che significa 'ciò che viene prima'. Il ngöndro racchiude i principi essenziali condivisi da tutti gli insegnamenti buddhisti, quelli relativi al non sé, all'imperma-nenza e alla sofferenza. È uno strumento per trasformare in esperienze dirette i concetti di compassione, karma e vacuità, che rischiano di rimanere teorie interessanti senza alcun impatto sulla vita quotidiana. Può cambiare il modo di pensare a se stessi, di intendere le proprie capacità, e di relazionarsi con gli altri. Presenta possibilità tanto immense e profonde che cercare di comprenderlo nella sua interezza può apparire un compito soverchiante. Per questa ragione, è importante ricordare che va praticato un passo alla volta. Suddiviso in quattro pratiche comuni e quattro pratiche particolari, il ngöndro comprende i quattro pensieri che volgono la mente al Dharma (le contemplazioni sulla preziosa vita umana, l'impermanen-za, il karma e la sofferenza), il prendere rifugio, la purificazione, la pratica del mandala (o accumulazione di saggezza e merito), e infine il guru yoga. Mingyur Rinpoche delinea tutte le sezioni del ngöndro in grande dettaglio, soffermandosi in particolare sui dubbi e le difficoltà che sorgono spesso per gli studenti occidentali. -
La nascita della psicoterapia familiare
Una raccolta di preziosi documenti che ripercorre da un punto di vista teorico e tecnico i primi passi del concetto di ""famiglia come unità"""", fondamentale per lo sviluppo della terapia familiare e per il trattamento della schizofrenia. Grazie al Family Study Project Bowen identificò alcuni modelli di relazione familiare che si sarebbero rivelati imprescindibili: reciprocità, divorzio emotivo e alternanza superadeguata-inadeguata, per citarne solo alcuni. L'idea di famiglia come unità emotiva è sempre stata alla base della teoria boweniana, e l'approccio ad hoc che comporta pone nuove sfide al terapeuta, modificando profondamente l'alleanza con i pazienti. Proprio alla complessa gestione della simbiosi nelle diadi madre-figlia da parte degli operatori è dedicato il primo capitolo di questo volume. Gli altri tracciano, attraverso documenti d'archivio e contributi di Bowen e dei colleghi che lo hanno accompagnato in questo percorso (Dysinger, Brodey e Basamania) un quadro completo delle fasi che hanno portato alla nascita e allo sviluppo del Family Study Project. Un approccio ancora oggi valido, che presenta in nuce il cambio di paradigma completato nel successivo """"Dalla famiglia all'individuo"""", proponendo dalla viva voce di Bowen intuizioni, dubbi, ostacoli e soluzioni che il terapeuta ha affrontato e superato nel corso dei primi anni di pratica clinica."" -
La risposta è nel corpo. Risolvere i problemi ed essere creativi con il «felt sense»
In una zona di confine tra conscio e inconscio si trova un livello dell'esperienza interiore carico di significati: quasi una forma embrionale di consapevolezza in cui corpo e mente non sono separati. Negli anni cinquanta Eugene Gendlin lo ha chiamato ""felt sense"""" e ne ha fatto lo strumento di lavoro del focusing. Facendo incontrare due tecniche lontane nel tempo e nello spazio (il focusing e l'antica pratica buddhista della presenza mentale) David I. Rome ha sviluppato il suo mindful focusing. In questo testo, oltre a esporre le basi teoriche del metodo, fornisce una serie di esercizi con cui accedere """"felt sense"""" e utilizzarlo per risolvere problemi complessi e ampliare le proprie capacità di cambiamento e creatività.""