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Scritti cristiani
Quando Mario Pomilio decise di raccogliere, nel 1979, sotto il titolo di ""Scritti cristiani"""", alcuni fra i suoi interventi più lucidi e pensosi sulla Chiesa del Concilio e sulle inquietudini dell'uomo contemporaneo, non si era ancora spenta la vasta impressione suscitata dall'uscita, quattro anni prima, del """"Quinto evangelio"""". E forse proprio la sfolgorante risonanza di quel romanzo che l'aveva consacrato come il maggior scrittore cattolico italiano dell'età postconciliare contribuì a far entrare gli """"Scritti cristiani"""" in un cono d'ombra che ha finito per eclissarli. Ma senza quei testi non si potrebbe comprendere appieno l'opera narrativa di Pomilio: negli """"Scritti cristiani"""", infatti, l'autore ha messo a nudo le radici della sua visione del mondo, intrecciando memorie autobiografiche, riflessioni biblico-evangeliche, approfondimenti storici e letterari, spunti morali e sociali. Oggi quegli """"Scritti"""", da molti anni irreperibili in libreria, riaffiorano finalmente in una nuova edizione arricchita di altri undici testi, di cui uno del tutto inedito. E tornano a testimoniarci, dello scrittore abruzzese, l'impareggiabile capacità di coniugare i fondamenti della fede in Cristo e nella sua Parola con le ragioni della vera, grande letteratura. Nuova edizione accresciuta."" -
Religioni, libertà, potere
Gli atti del convegno che sono presentati in questo volume restituiscono l'articolata indagine sul declinarsi nella società odierna del secolare rapporto tra le religioni, la libertà e il potere. Il tema della libertà religiosa, messo a tema in occasione del diciassettesimo centenario dell'Editto di Milano, si occupa di comprendere gli spazi d'espressione delle religioni nell'oggi, in relazione alle istituzioni pubbliche e alla cultura civile. In particolare il testo riflette sullo snodo del rapporto tra cristianesimo e libertà di credere, tra la ricerca personale e l'espressione della fede comunitaria, nell'ambito di una società plurale in cui la tematica è diventata cruciale non solo per le religioni ma per l'intera società. -
Che cos'è il matrimonio?
Fino a poco tempo fa tutte le società hanno considerato il matrimonio come una partnership coniugale, l'unione tra un uomo e una donna. ""Che cos'è il matrimonio?"""" identifica e difende le ragioni di questo consenso storico e mostra come ridefinire il matrimonio civile non solo non sia necessario, ma anche irragionevole e contrario al bene comune. Pubblicato originariamente sull'""""Harvard Journal of Law and Public Policy"""" (2010), è divenuto rapidamente uno dei saggi più citati nel mondo delle scienze sociali. Da allora è stato oggetto di dibattito di studiosi e attivisti in tutto il mondo come la più formidabile difesa della tradizione. Gli autori propongono una critica penetrante all'idea che l'uguaglianza richieda di ridefinire il matrimonio. Essi difendono il principio che il matrimonio, come unione di corpo e spirito ordinato alla vita famigliare, lega l'uomo e la donna come marito e moglie, e mostrano come esso sia non un bene privato e individuale, ma un bene pubblico capace di garantire spazi di libertà ai cittadini. Senza il concorso di questi fattori costitutivi del matrimonio, si finisce per riconoscere le più svariate forme di unione sessuale, erodendo l'istituto matrimoniale e danneggiando seriamente il bene comune sociale."" -
Il resto del pensiero. Origine dello spazio e problematicità dell'estetico in Platone Plotino Proclo
Questo studio indaga nell'alveo della tradizione platonica l'origine della nozione di materia, da cui dipende l'aisthetikon in quanto tale. Essa viene di fatto connessa nella sua problematicità alla seconda navigazione di Platone: in questo senso la materia si pone dall'inizio come resto del pensiero che addita la verità nell'essere trascendente. L'invenzione platonica, per così dire, della materia segna il destino del pensiero occidentale e, in primo luogo, della tradizione neo-platonica: non a caso la trattazione della materia assume un peso e una rilevanza affatto particolari in Plotino, che ribadisce e conferma con inattinta profondità le motivazioni sottese in Platone. Proclo, infine, è l'ultimo grande teoreta che tenta di riunificare quanto in Platone e in Plotino è destinato a rimanere dualisticamente opposto. -
Immigrazione e contesti locali. Annuario CIRMIB 2014
Con la sesta edizione dell'Annuario CIRMiB si intende sviluppare una documentata analisi del fenomeno migratorio nel territorio bresciano. L'articolazione del testo prevede di accedere ai principali dati statistici disponibili, che illustrano le caratteristiche della realtà immigrata, e di sviluppare la riflessione attorno a questioni cruciali, relative alla presenza dell'immigrazione negli spazi pubblici. La prima parte dell'Annuario, come di consueto, è dedicata ai dati relativi alla popolazione immigrata (con particolare riguardo agli aspetti demografici, socio-economici e culturali), provenienti dal lavoro di ricerca svolto dal Centro, di concerto con: Osservatorio regionale per l'integrazione e la multietnicità, Provincia di Brescia, Comune di Brescia, Prefettura e Questura. La seconda parte del volume è dedicata all'Africa: si vuole celebrare i vent'anni trascorsi dal tremendo genocidio in Rwanda (1994) offrendo ai lettori contributi interdisciplinari sull'Africa, le sue culture e i rapporti tra Brescia e il continente africano. La terza parte raccoglie approfondimenti sulla presenza pubblica degli immigrati in aree quali, per esempio, gli spazi di rappresentanza, la città, i servizi. Nella sezione finale dell'Annuario, Ricerche ed esperienze nel bresciano, si dà conto di alcune significative attività di promozione sociale e indagine sul campo, svolte a livello locale su integrazione, coesione sociale e interculturalità. -
Connettere il discorso. Il trattato Peri syndesmôn di Apollonio Discolo
Lo studio di Giulia Lombardi, svolto sul Peri syndesmôn del grammatico alessandrino Apollonio Discolo (Il sec. d.C.), è di grande interesse per il lettore che desideri entrare nella problematica del linguaggio e della grammatica antica, perché colma il vuoto di un lavoro preciso sui connettori, trattati dal punto di vista sintattico come una delle otto parti del discorso. Seguendo l'indagine dettagliata e approfondita di tutta la serie variegata di particelle incluse da Apollonio in questo suo scritto minore, e tutte debitamente trattate nella loro funzione sintattica e nel loro significato, l'autrice accompagna il lettore a familiarizzare con la traduzione meno comune del termine greco 'syndesmos' con 'connettore', rispetto a quella abituale di 'congiunzione', per condurlo a scoprire come nessuna parte del discorso possa essere compresa se non all'interno di una prospettiva semantica; e, quindi, come anche lo studio dei connettori, apparentemente marginale, si riveli ricco di insegnamenti su tutta la concezione sintattica antica, proprio per il carattere dinamico e relazionale esercitato dai connettori nei confronti degli altri componenti, più o meno complessi, del discorso. L'autrice invita, inoltre, il lettore a cogliere l'interesse filosofico di questa indagine non solo dalle fonti stoiche con le quali Apollonio si è direttamente confrontato, ma soprattutto dai riferimenti platonici ed aristotelici, mettendo in luce quanto essi siano indispensabili per comprendere la portata degli assunti. -
Il nostro metodo consueto. Parte e tutto in Aristotele: dal continuo alle forme degli animali
Il ""nostro metodo consueto"""" è un'espressione che Aristotele utilizza in un passo della Politica (I.1, 1252a17-20), per indicare la strategia che consiste nel suddividere un oggetto di studio composito fino agli elementi incomposti, per studiarne poi le combinazioni possibili. Su quale teoria si basa l'adozione di questo metodo? Si tratta davvero di un metodo consueto per Aristotele? Enrico Rini cerca di rispondere a queste domande a partire dall'analisi di alcuni luoghi del corpus aristotelico in cui l'uso della coppia concettuale tutto-parte assume un peso più rilevante. Non si tratta di una semplice elencazione di passi, quanto del tentativo di estrapolare da questi passi una teoria solo a tratti delineata esplicitamente da Aristotele: una """"mereologia"""". Così facendo l'autore getta una luce nuova su alcuni problemi classici per gli interpreti di Aristotele: la trattazione del continuo, quella dei contrari e degli opposti in generale, la teoria della definizione d'essenza, l'approccio alla classificazione degli animali. La mereologia che emerge da questo studio ha anche un interesse intrinseco: si tratta infatti di una teoria non formale, a differenza della mereologia logica oggi prevalente, e dunque di una teoria sensibile ai diversi tipi di tutto e parte, con un ambito elettivo di applicazione in biologia."" -
La coerenza nel lavoro con i gruppi
Le esperienze presentate in questo volume si riferiscono a una pluralità di contesti nei quali possono utilmente realizzarsi iniziative che ""usano il gruppo per aiutare le persone"""" (nel lavoro psicologico-clinico, nel lavoro sociale, nella scuola, nei """"media"""" tradizionali o veicolati dalla rete). Le diversità e specificità di ogni ambito sono accomunate da fondamentali aspetti trasversali, che possiamo riassumere nella cultura della complessità e nella difficile ricerca di una orizzontalità cooperativa. Il riferimento di fondo è la gruppo-analisi; viene peraltro perseguita l'esigenza di una interlocuzione tra diverse prospettive di pensiero e di azione gruppale e la necessità di parlare un linguaggio concreto e operativo. Gli interlocutori sono quindi molteplici: psicologi clinici, interessati a una riflessione più ampia sulla gruppalità, che riconoscono la ricchezza della dialettica con altre figure professionali; insegnanti ed educatori, che trovano essenziale la valenza formativa del gruppo; operatori sociali, manager e responsabili a diverso livello di gruppi socio-produttivi, che non trascurano gli aspetti emotivi e affettivi e l'importanza di una progettazione partecipata; operatori della comunicazione, attenti in modo precipuo al coinvolgimento e alla condivisione."" -
Il libro cristiano nella storia della cultura. Vol. 2: Dal VI al XVI secolo
Un percorso storico tra i più variegati e turbolenti; un palcoscenico su cui si avvicendano con alterne sorti personaggi in gran numero e si svolgono e riavvolgono rotture, passaggi, capovolgimenti, unificazioni, rinascite: sono i secoli medioevali e della prima età moderna, dal VI al XVI, che questo volume ha come protagonisti. Secondo della serie di tre de ""Il libro cristiano nella storia della cultura"""", esso ha il compito di introdurci nel vivace caleidoscopio della cultura cristiana del tempo, con il suo ampio ventaglio di nuove realtà e interessi: dal diffondersi dell'esperienza di vita monastica alla nascita delle scuole di teologia, dal fiorire dell'arte dell'illustrazione e decorazione dei codici alla sistematizzazione delle biblioteche. Per non parlare delle figure eccezionali che nel corso di questi dieci secoli lasciano impronte incancellabili, primi fra tutti Francesco d'Assisi, Tommaso d'Aquino, Dante Alighieri. E ancora, la ricostruzione storica di Giuliano Vigini ci conduce con mano ferma a conoscere l'estasi delle mistiche come Ildegarda di Bingen; le riflessioni di Anselmo, la regola di Gregorio Magno e l'itinerario di Bonaventura; le lodi di Iacopone; le opere di direzione spirituale di Teresa d'Avila, Giovanni della Croce, Ignazio di Loyola e Francesco di Sales; l'incessante e preziosa produzione di Bibbie, strumento di diffusione delle Scritture e insieme officina di sperimentazione grafica, testuale, bibliologica..."" -
La democrazia senza partiti
Travolti dall'onda della personalizzazione della politica e dai ritmi della società dello spettacolo, i partiti hanno ormai modificato il loro volto e sono irrimediabilmente distanti dalle macchine politiche novecentesche. Oggi i partiti sembrano a molti soltanto maschere che celano, maldestramente, interessi di piccole e grandi consorterie, presenze fantasmatiche senza più consistenza, destinate a rimanere tra le memorie di un mondo definitivamente perduto. Ci sarà, dunque, una democrazia senza partiti? Saranno direttamente i cittadini a incidere sulle scelte politiche senza l'intermediazione di strutture organizzate? O, piuttosto, dovremo fare i conti con una nuova modalità di partito, più leggera e fluida, in grado di intercettare i mutamenti nelle domande della società e dei suoi settori? Sono gli interrogativi che muovono le riflessioni di Damiano Palano. La sua ricostruzione del processo di trasformazione delle 'gabbie d'acciaio' del XX secolo verso i partiti 'liquidi' odierni e futuri porta in primo piano il cuore del problema: dare sostanza reale a quell'oggetto misterioso e inafferrabile che siamo soliti chiamare 'democrazia europea'. -
Il gusto. Vecchie e nuove forme di consumo
Il gusto è uno di quei fondamentali strumenti attraverso cui le persone sono in grado di interagire con il loro ambiente. Tra i cinque sensi del corpo umano, è quello che consente di percepire e distinguere i differenti sapori di cibi e bevande. Ma è anche molto altro. In un senso più ampio, il gusto corrisponde al complesso delle preferenze manifestate da ciascun individuo, soprattutto in materia di consumo, che esprimono la sua identità e la sua personalità all'interno del sistema sociale. Proprio sotto questo aspetto di indicatore di tendenze e orientamenti, il gusto viene qui indagato dal sociologo Vanni Codeluppi, esperto analizzatore di consumi e processi comunicativi. Con un linguaggio semplice, basandosi sia sulle più importanti teorie del gusto sia sull'analisi dei comportamenti di marche e consumatori, l'autore ci mostra come il gusto sia un fenomeno poliedrico. Spazia dal cibo all'arte e alla cultura; può raccontare la vita e le scelte di intere comunità sociali nel tempo; riesce a trasformarsi nel suo contrario, cioè il disgusto o il kitsch, ed essere ugualmente accettato e perfino osannato; ma è anche soggetto all'influenza di potenti processi, come la globalizzazione o le regole del mercato, in grado di modificare la sua natura, sottraendo all'individuo il controllo delle proprie scelte. -
Il pensiero antico
A volere mettere ordine nell’odierno modo di pensare, filosofico e non, si avverte il rischio dello smarrimento, tanto esso appare disperso e confuso. Tuttavia, questa complessità è pur sempre l’esito di uno sviluppo che ha carattere storico e che, quanto più si avvicina alle sue origini, tanto più si semplifica e si concentra. Così, gli albori del nostro pensiero occidentale filosofico e scientifico, con quella sua particolare razionalità e curiosità del mondo, sono descritti e ripercorsi da Giovanni Reale con metodo, rigore, completezza e, ancor più, con la consistente forza sintetica che gli deriva dalla capacità di individuare una linea di interpretazione unitaria e costante attraverso tutta l’opera. A guidare la trattazione è il criterio che la storia del pensiero antico sia segnata dalla scoperta del mondo soprasensibile a opera di Platone e di Aristotele. Prima di tale momento, con i filosofi presocratici, a prevalere era la dimensione ‘precategoriale’, cioè né fisica né metafisica; dopo Platone e Aristotele, con le filosofie ellenistiche, si pone la possibilità di concepire un mondo trascendente, oppure solo immanente, di tipo materialistico e corporeistico. Anche queste posizioni si consolidarono in antagonismo teoretico con l’istanza della trascendenza, venendone in qualche modo condizionate. Nell’ultima fase del pensiero antico, costituita dal neoplatonismo, si impose la prospettiva della trascendenza, fino a riassorbire lo stesso mondo fisico in quello metafisico. Ciò – fa notare puntualmente Reale – poté avvenire solo in un sotterraneo colloquio tra fede e filosofia. La lettura di quest’opera, dunque, ci guadagna la convinzione che il nostro mondo abbia una primitiva fonte e che della sua complessità si possa ancora oggi venire a capo, prendendone le distanze e risalendo a una posizione che è sì lontana nel tempo, ma anche assai elevata. Viene in mente, a questo proposito, il giudizio di Heidegger: la filosofia antica è nata grande. I concetti cardine del pensiero antico si sono imposti infatti come punti di riferimento irreversibili nel corso di tutta quanta la filosofia occidentale. -
Platone non era malato. Il pensiero platonico dai dialoghi socratici alla dialettica
Questo libro affronta in modo complessivo la questione della tradizione indiretta delle dottrine non scritte di Platone, fondendo metodologicamente la tradizione diretta dei dialoghi e quella indiretta dei testimoni. Il metodo si rivela estremamente proficuo per superare la polarizzazione tra i sostenitori delle due tradizioni in apparenza contrastanti, ma in realtà complementari. Il lavoro è molto ben documentato, mediante l'uso di fonti platoniche, dei testimoni antichi e di una vasta letteratura critica sull'argomento. Scritto con un linguaggio chiaro, rigoroso ed elegante, il libro si presenta come un punto di riferimento per gli studiosi interessati a capire, senza pregiudizi, l'opera di Platone nel suo complesso. -
NEET. Giovani che non studiano e non lavorano
Vagano senza meta, senza aver chiaro il loro ruolo nella società e nel mercato del lavoro, sempre più disincantati e disillusi, con il timore di essere marginalizzati e di dover rinunciare definitivamente a un futuro di piena cittadinanza. Sono i Neet (acronimo inglese per Not in Education, Employment or Training), i giovani che non studiano e non lavorano: un fenomeno in crescita allarmante, tanto che si comincia a parlare di loro come di una 'generazione perduta'. Questo spreco di potenziale umano ha un costo rilevante, sul piano sia sociale sia economico, perché le nuove generazioni sono la componente più preziosa e importante per la produzione di benessere in un Paese. Come si è arrivati a questa situazione? Come la vivono i giovani? E come se ne esce? Parte da queste domande il libro-inchiesta di Alessandro Rosina. Il suo sguardo lucido e acuto individua le responsabilità dei vari attori istituzionali, economici, sociali (dalla scuola al sistema produttivo, alla famiglia, ai mass media) svelando inefficienze e limiti. Poi, indicatori ufficiali e dati di ricerche scientifiche alla mano, disegna un percorso di riscatto possibile, che passa attraverso il cambio di atteggiamento verso le nuove generazioni, l'attenzione ai talenti giovani, l'investimento nelle nuove competenze, il sostegno dell'intraprendenza. Per arrivare un giorno non lontano a dire: ""C'erano una volta i Neet?""""."" -
L' arte di accendere la luce. Ripensare la Chiesa pensando al mondo
La Chiesa di oggi sembra in cerca di un varco per il futuro. Mossa dal potente impulso riformatore di papa Francesco, diventa sempre più consapevole della necessità di un cambiamento al proprio interno per essere all'altezza di quanto richiestole dal vangelo di Gesù. Ma quali priorità deve assumere? Quali nodi deve sciogliere? Che forma dare all'istituzione ecclesiastica perché non finisca con l'oscurare il volto del Dio di Gesù, ma riprenda quell'arte di tenere accesa la luce della fiamma evangelica che sa attirare moltitudini? Sono le domande a cui la riflessione di Giuliano Zanchi offre una risposta lucida e persuasiva. Molto va ripensato delle figure che popolano la Chiesa: quella del laico, ancora in posizione subordinata rispetto al clero; quella della donna, marginale nei processi decisionali; quella del prete stesso, il cui profilo è diventato precario e incerto. Ma perché il vangelo possa parlare alla storia è necessaria anzitutto l'esistenza di una comunità. La testimonianza credente può darsi nel mondo solo grazie a una comunità di uomini e di donne che danno alla loro vita la forma del vangelo, solo attraverso il loro laborioso esercizio di quotidiana fraternità che si fa largo nei gesti di costruzione della città, della storia, della convivenza umana. Questa è la posta in gioco della presenza dei cristiani nel mondo. A questo essi servono. -
Donne, chiesa, teologia
Il posto delle donne nella Chiesa: non è una questione nuova, e neanche semplice. Perché non si tratta solamente di aprire alle donne posti di potere e di prestigio finora negati, ma di andare dritti al cuore del cristianesimo stesso, a quel ""maschio e femmina li creò"""" che ci restituisce l'immagine completa di Dio, a quell'audacia originaria dei Vangeli che raccontano i rapporti rivoluzionari di Gesù con le donne della Galilea patriarcale. Occorre insomma che il cristianesimo torni alla dirompente novità delle sue fondamenta e in un certo senso restituisca il dono ricevuto secoli fa. Solo in questa prospettiva, ricongiungendosi alle proprie radici, si può arrivare a una nuova concezione del ruolo femminile: interrogandosi, rileggendo con occhi nuovi la Bibbia, riscoprendo con rinnovata attenzione le vite e gli scritti delle donne che sono state protagoniste della storia millenaria della Chiesa. È questa la disposizione che anima gli autori degli interventi qui raccolti: donne e uomini che, accogliendo l'invito di Papa Francesco a impegnarsi in una """"profonda teologia della donna"""", dialogano fra loro mettendo in luce prospettive, criticità, esempi e proposte di vita. La loro interazione, la loro disponibilità verso le specificità di ognuno e le somiglianze reciproche, diventa essa stessa modello della corretta ricerca di quella che Lucetta Scaraffia, curatrice del libro, chiama """"complementarità diseguale"""", un dinamico alternarsi di ruoli all'interno della collaborazione..."" -
Ricerca del bello e impegno educativo
Come dimensione e domanda intrinsecamente umana, il bello continua a interrogare facendo registrare una rinnovata attenzione in senso edulcativo e formativo, con riscontri sia nei contesti scolastici sia in quelli universitari. Il volume intreccia due percorsi essenziali: 'ricerca del bello' e 'impegno educativo', esito ed espressione di rilcerche in ambito filosofico, estetico, pedagogico, storico-artistico, e al tempo stesso di iniziative culturali attivate in ambito accademico. Si tratta di dare visibilità a percorsi che riconoscono la centralità del bello nella vita delle persone, in terlmini di attenzione estetica all'opera d'arte, ma anche di scoperta di dimensioni che concorrono a formare persone sempre più 'sensibili', capaci cioè di riconoscere e realizzare le diverse manilfestazioni e forme del bello nella propria vita. Quel richiamo che il pensiero filosofico ci ha trasmesso in termini di armonia, come modello di una paideia e di un ideale etico-estetico di forlmazione, risulta pertanto valido ancora oggi, e più che mai da rintracciare nei diversi ambiti in cui prendono vita le esperienze educative, scolastiche, formative. Per tali ragioni questo libro si propone come strumento di riflessione per gli studenti dei corsi di laurea in Scienze della formazione, Lettere e filosofia, Beni culturali e per gli insegnanti interessati a sviluppare percorsi educativi e didattici. -
Il divino senza veli. La dottrina gnostica della «lettera valentiniana» di Epifanio, Panarion 31 5-6. Testo, traduzione e commento storico-religioso
Il libro di Giuliano Chiapparini mette a disposizione per la prima volta in forma autonoma, eliminando le deformazioni accumulatesi ad opera di improvvidi interventi filologici, uno dei rari documenti gnostici originali: la Lettera dottrinale valentiniana scritta in greco attorno alla metà del II secolo dopo Cristo, giunta a noi tramite Epifanio di Salamina che l'ha riportata nel suo Panarion. Essa si presenta come una rivelazione esoterica di una dottrina gnostica valentiniana molto peculiare. L'anonimo autore illustra con precisione le modalità della manifestazione del sommo dio, riorientando per i propri scopi una terminologia ed un bagaglio concettuale derivati dal contesto medioplatonico e soprattutto dagli scritti neotestamentari, in particolare quelli di estrazione paolina. Propone, quindi, una rilettura della dottrina di Valentino caratterizzata dalla tendenza a intendere il divino sommo in maniera molto compatta; in questo modo prende le distanze da altre interpretazioni diffuse fra i seguaci di Tolomeo, continuatore di Valentino, che sembravano inopportunamente accentuare l'ipostatizzazione delle differenti 'modalità' con cui il divino si è voluto mostrare 'senza veli'. La traduzione corregge alcune errate interpretazioni ancora molto diffuse fra gli specialisti e viene stabilita la datazione (150-160 d.C) di questa fonte, finora oggetto di varie e contrastanti ipotesi, valorizzandola ai fini dello studio del dibattito teologico in atto a metà II secolo nella Chiesa di Roma. -
Il Concilio Vaticano II crocevia dell'umanesimo contemporaneo
Il Concilio Vaticano II, collocato non solo cronologicamente nel mezzo del XX secolo, è stato provocato (il verbo è di Paolo VI), quasi motivato da quelle domande che la riflessione sull'uomo e sulla sua storia aveva accumulate nella prima parte del secolo, ed è così divenuto un crocevia dell'umanesimo contemporaneo. Quali furono gli elementi della cultura moderna che maggiormente influirono sui dibattiti dei padri conciliari? Quali gli esiti che si ebbero e le influenze che i documenti e le deliberazioni conciliari esercitarono nel campo degli studi accademici e sulla produzione artistica? Questo volume raccoglie i contributi presentati in occasione del Convegno di studi ""Il Concilio Vaticano II e l'umanesimo contemporaneo"""", promosso nella primavera del 2014 dalla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Cattolica di Milano e dedicato al nodo problematico rappresentato dal rapporto tra le discipline umanistiche e il messaggio conciliare, partendo dal presupposto che ancora oggi, e forse anche domani, la storia e la filosofia continueranno a porre interrogativi che pertengono profondamente alla vita pratica dell'uomo, e quindi interpellano continuamente la Chiesa e la sua missione nel mondo; che ancora oggi, e forse anche domani, la letteratura e le arti forniranno una conoscenza indispensabile e insuperabile della natura dell'uomo, perché ne dichiarano grandezze e miserie, aspirazioni e delusioni, sogni e realtà, ne rivelano cioè lo spirito più profondo."" -
Architetti di chiese in Europa. Nove maestri dell'architettura sacra nel XX secolo
Gli architetti che hanno progettato chiese di valore in Europa nel corso del XX secolo sono molto più numerosi di quanto comunemente si creda. Accanto a maestri come Le Corbusier e Alvar Aalto ve ne sono altri - come Jose Plecnik, Ottokar Uhl, Heinz Tesar, Boris Podrecca, Erik Bryggman, Peter Celsing, Sigurd Lewerenz, Hans van der Laan, Alvaro Siza - che hanno ideato e realizzato opere degne di ammirazione. Il presente volume è dedicato a questi nove architetti e alle loro chiese. Molto diversi tra loro per cultura e linguaggi, essi hanno in comune il fatto di essere radicati in contesti culturali periferici, lontano dalle grandi città e dai Paesi, come la Germania, la Svizzera e la Francia, che sono stati al centro del Movimento Moderno in architettura. Hanno lavorato assiduamente sul tema della chiesa, considerata di rilevante importanza in architettura. Solo alcune delle loro opere sacre sono note, perciò il libro ne predispone il repertorio completo.