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Il capitalismo e il sacro
Dall'homo oeconomicus al capitalismo, da Dio al dio-denaro. È sempre esistito un profondo intreccio tra economia e religione, tra mercato e spirito, ed esiste ancora, anche se abbiamo perso la capacità di vedere la dimensione religiosa dentro la vita economica e sociale. Nella formazione dei nuovi economisti e scienziati servirebbe molta più antropologia e scienze umane, che invece si stanno riducendo drasticamente nei corsi di studio delle nostre università. L'homo oeconomicus - cioè lo sguardo sul mondo e sui rapporti sociali tipico dell'economia - è molto più antico della scienza economica, e se l'homo oeconomicus nella modernità si è potuto affermare come ideologia universale è perché la sua logica era molto antica e radicata nell'esperienza umana. Ben prima dell'economia, è stata infatti la religione ad inventare l'homo oeconomicus. In particolare, la logica sacrificale è alla radice dell'esperienza religiosa. Nella sua essenza il sacrificio non è altro che una moneta, una forma di scambio mercantile che gli uomini hanno applicato al loro rapporto con la divinità. Il primo commerciante è stato l'uomo primitivo, e il primo creditore è stato Dio. Se non partiamo da questo dato arcaico, non capiamo né il capitalismo né l'umanesimo occidentale. La dimensione religiosa, o meglio, idolatrica del capitalismo informa l'intera vita economica contemporanea, ma è particolarmente evidente e rilevante nella cultura delle grandi imprese globalizzate che con i loro riti, liturgie e dogmi, assomigliano sempre più a delle chiese. -
Nuovi elzeviri
Francesco Durante ha definito Capri, dove Raffaele Vacca è nato e vive, l'isola degli elzeviri, giacché la maggior parte della sua immensa bibliografia è costituita da articoli che, già sul finire dell'Ottocento, avevano 'la forma classica dell'elzeviro', e che, dall'inizio del Novecento, si collocarono nelle terze pagine dei quotidiani in virtù dell'intonazione 'letteraria-pensosa'. Ispirato dall'atmosfera della sua isola, Raffaele Vacca, oltre ad altri articoli, ha iniziato a scrivere e pubblicare elzeviri su aspetti delle bellezze naturali, della storia e del vivere di Capri. Ha proseguito scrivendo e pubblicando prevalentemente elzeviri di varia umanità. Il suo continuo riflettere sull'essere dell'elzeviro, sulla sua storia e sulle cause della sua decadenza, iniziata a metà del Novecento, lo ha portato a ritenere che, nel giornalismo (e nella letteratura) attuale, l'elzeviro possa essere una sempre originale forma in prosa per esprimere brevemente e compiutamente non solo sintesi di ricerche e di studi, ma anche del sentire, dell'immaginare, del pensare degli uomini, e a ritenere che esso può raggiungere il suo intento quando esprima in un linguaggio limpido, scorrevole, comprensibile da ogni attento lettore, essenze, altezze e profondità. -
Un viaggio difficile. Gli ultimi 15 anni di sanità pubblica tra equità e sostenibilità
Il volume documenta la storia degli ultimi tre lustri del nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN), affrontando i principali temi trattati attraverso le dinamiche temporali, evidenziando i tratti distintivi, i punti di forza e le criticità, al fine di suggerire possibili linee di sviluppo e alcune raccomandazioni per il futuro della Sanità Pubblica. I contributi testimoniano che la sopravvivenza è andata aumentando nel corso degli anni, ma ciò non è andato di pari passo con il miglioramento delle condizioni patologiche per le quali è forte il ruolo della prevenzione e degli stili di vita. In merito alla dimensione economico-finanziaria, i dati e i confronti internazionali mostrano che il SSN spende meno della media europea ed è riuscito a bloccare la dinamica espansiva della spesa, a contenere la formazione di nuovi disavanzi e a riassorbire quelli accumulati, allineandosi alle disponibilità finanziarie dello Stato. Tuttavia, le riflessioni contenute nelle analisi riguardo al buon andamento dei risultati economici non sono del tutto positive, poiché il rientro dal debito non è andato di pari passo con la garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza. L'invecchiamento della popolazione è un tema delicato richiamato nel volume poiché, da un lato, rappresenta un successo per il SSN, dall'altro, porta con sé il problema dell'aumento delle fragilità. Tale scenario è stato simulato all'interno della Monografia; le stime effettuate prevedono l'incremento delle persone in condizione di non autosufficienza, dei malati cronici e della spesa sanitaria pubblica. Sulla base del quadro prospettato, uno dei suggerimenti più urgenti è quello di un cambio di paradigma per la Sanità Pubblica, non più basato su un'assistenza funzionale all'organizzazione del Sistema, ma su progetti incentrati sul cittadino e sulle sue esigenze di cura, con un'organizzazione che favorisca l'integrazione tra i livelli di assistenza in un processo di tipo circolare. -
Il welfare in azienda. Imprese «smart» e benessere dei lavoratori
Il welfare aziendale si è imposto in pochi anni come una delle più profonde e significative novità nelle relazioni industriali del nostro Paese. Abbiamo assistito a un vero e proprio Big Bang, un'esplosione che ha generato una lunga accelerazione ancora oggi in corso. Da fenomeno di nicchia si è ormai trasformato in un mercato maturo. Per dar conto degli sviluppi più recenti, a tre anni dalla sua uscita in libreria, la seconda edizione del volume di Luca Pesenti si ripresenta al lettore con molti aggiornamenti, profonde modifiche e ampie aggiunte tematiche. Se resta intatta la valenza culturale di questo fenomeno, tra valorizzazione di logiche di shared values e strategie evolute di HR management, molto è cambiato in termini di contesto, numeri, dinamiche, qualità e quantità degli attori coinvolti. Per questo, temi solo accennati o del tutto assenti nella precedente edizione vengono qui sviluppati in modo ampio e originale, alla luce delle esperienze di ricerca e consulenza vissute dall'Autore in questi anni: lo sviluppo tumultuoso del mercato dei provider, il ruolo tutto da definire dei soggetti di terzo settore che hanno deciso di accettare la sfida del welfare aziendale, l'esperienza ancora interlocutoria delle reti di welfare, le alterne fortune del Premio di Risultato, l'esperienza di utilizzo dei servizi attraverso la mediazione dei portali (digital welfare), le discusse conseguenze (reali o presunte) sul welfare pubblico, e altro ancora. Nel complesso, una riflessione più che mai necessaria su un fenomeno che richiede di essere compreso pienamente per essere meglio sviluppato e governato. -
I corpi intermedi, figure del noi sociale. Per lo sviluppo della persona e la giustizia nella società
Questo testo nasce come lectio magistralis del Vescovo Franco Giulio Brambilla introduttiva alla Summer School MCL 2019 (XI edizione) dal titolo “Corpi intermedi: innovazione sociale e azione politica”, destinata a un folto gruppo di giovani del Movimento Cristiano Lavoratori riuniti nella nostra Università Cattolica del Sacro Cuore per una intensa quattro giorni di lezioni, lavori di gruppo, tavole rotonde. Il titolo I corpi intermedi, figure del noi sociale: per lo sviluppo della persona e la giustizia nella società è di per sé eloquente. Si tratta di una rilettura, per diversi profili originale, del principio di sussidiarietà costantemente riproposto dalla dottrina sociale della Chiesa nel suo sviluppo. Dalla sua funzione principale – quasi apologetica, assolta in passato – di tutela del cittadino dalle pretese dello Stato suggerisce di passare a una visione personalistica per la promozione della dimensione sociale dell’essere umano. Parlare oggi di “corpi intermedi” può sembrare anacronistico, ma ciò rende ancora più urgente trattare l’argomento, in tempi nei quali l’individualismo e la disintermediazione politica e sociale sembrano prevalere, non solo nel nostro paese. -
Mostri favolosi. Dracula, Alice, Superman e altri amici letterari
«L'esperienza che ho del mondo, fatta di amore, morte, amicizia, perdita, gratitudine, stupore, paura, l'ho imparata dai personaggi immaginari che ho incontrato nelle mie letture». Così Alberto Manguel spiega il suo rapporto di intima compagnia con le figure di carta e d'inchiostro che, crescendo con lui, l'hanno istruito a proposito della vita stessa. Per ogni occasione, per ogni prova o sentimento nuovo da affrontare, un amico letterario gli suggerisce, se non una via d'uscita, una riflessione, una prospettiva, a volte una consolazione. A questi amici immaginari nel senso profondo della parola, da Cappuccetto Rosso al capitano Nemo, da don Giovanni al mostro di Frankenstein, passando per Dracula, Superman, Giobbe, il nonno di Heidi e molti altri, fino ad Alice che gli porge con grazia l'azzeccatissimo titolo ""Mostri favolosi"""", Manguel dedica un tributo incantevole e magico, impreziosito dalle illustrazioni di suo pugno, compreso l'autoritratto in copertina. I lettori non potranno che immergervisi ritrovando consonanze, ricordi ed emozioni, perché «i lettori», chiosa Manguel, «hanno sempre saputo che i sogni narrativi danno vita al mondo che chiamiamo reale»."" -
Insegnare l'umano
Che ne è oggi dell'umano? Che cos'è vivere, essere vivi? Crescono nel mondo le disuguaglianze e il cambiamento climatico, a cui non riusciamo a trovare una soluzione comune, minaccia la sopravvivenza dell'umanità intera. Si nasce umani e si deve imparare ad esserlo spiega in questo libro il pedagogista Pierluigi Malavasi. In un mondo che cambia rapidamente, ricostruire il patto educativo tra culture e generazioni vuol dire sviluppare le relazioni della solidarietà e della pace. Significa far fiorire le persone, che non possono essere schiacciate da avidità ed egoismo. Insegnare l'umano. È la sfida da affrontare nei diversi contesti in cui si svolge la vita quotidiana. Per la libertà, la giustizia e il futuro di tutti i membri della famiglia umana. Di fronte all'odio e alle persecuzioni, ai campi di concentramento e alle guerre è necessario testimoniare valore spirituale e materiale dell'agire umano. Tra sistemi naturali e dispositivi tecnologici, insegnare la bellezza e la fragilità dell'essere al mondo chiama in causa genitori e insegnanti, politici ed economisti. Interpella chi svolge attività educative e formative, nelle aziende o nei servizi. Possiamo custodire gli altri e salvarci attraverso il rispetto dei diritti fondamentali di ogni persona, specialmente di quelle 'invisibili', che vivono ai margini della società o ne sono scartate. A ciascuno è chiesto di imparare a vivere e di riscoprire ogni giorno il sentimento e la dignità dell'umano. Tra ambiguità e contraddizioni, si deve essere umani per sconfiggere la raccapricciante e brutale disumanizzazione della civiltà. -
Lettere. Vol. 5: (1783-1785).
«Il principio a cui si possono ricondurre tutte le espressioni di Hamann è questo: ""Tutto ciò che l'uomo intraprende, sia con l'azione che con la parola o altrimenti, deve scaturire dall'unione di tutte le sue facoltà: tutto ciò che è staccato è da ripudiare"""". Splendida massima! difficile però da seguire. Può senz'altro valere per l'arte e per la vita; ma per ogni comunicazione per mezzo di una parola che non sia esplicitamente poetica ci si trova in grande difficoltà, perché la parola deve sciogliersi, singolarizzarsi, se vuole dire e significare qualcosa. Quando parla l'uomo deve momentaneamente diventare unilaterale: senza separazione non si dà né comunicazione né dottrina. Ma dal momento che si era rifiutato una volta per tutte a questa divisione e in quella stessa unità in cui sentiva immaginava pensava volle pure parlare e pretese lo stesso anche dagli altri, Hamann venne a trovarsi in contrasto col suo proprio stile e con tutto ciò che gli altri potevano produrre. Per operare l'impossibile si afferra a tutti gli elementi: le intuizioni più profonde dove la Natura si coniuga nel segreto con lo Spirito, illuminanti lampi dell'intelligenza irradiantisi da un siffatto incontro, significanti immagini aleggianti in quelle regioni, impetuose sentenze di scrittori profani e sacri e ancora tutto ciò che si può infilarci di umoristico: tutto confluisce a configurare la interezza mirabile del suo stile, delle sue comunicazioni. Ma se non si sa accompagnarsi a lui giù nel profondo, migrare con lui nelle altezze, impadronirsi delle forme che gli aleggiano innanzi, ricavare da una letteratura infinitamente estesa proprio quel preciso senso di un passo appena accennato, tutto si intorbidisce e si oscura ai nostri occhi tanto più lo studiamo: e questa tenebra andrà sempre più crescendo col passare degli anni, giacché le sue allusioni erano dirette principalmente a determinati fatti singoli impostisi nella letteratura e nella vita appena per un istante... Non l'ho mai incontrato di persona, né ho avuto rapporto epistolare diretto con lui. Mi risulta che nella vita e nell'amicizia fu di una limpidità estrema ed ebbe un sentimento quanto mai giusto dei rapporti degli uomini tra loro e con lui. Tutte le lettere di lui che ho visto erano egregie e molto più intelligibili dei suoi scritti, in quanto lì risultava più palese il riferimento a tempi e circostanze, nonché ai rapporti personali...» (Johann Wolfgang von Goethe, Dichtung und Wahrheit III, 12)."" -
Elogio del rischio
Fare l'elogio del rischio in un'epoca che cerca prima di tutto la sicurezza, l'azzeramento dell'incertezza e ci inonda di previsioni, calcoli delle probabilità, scenari politici e finanziari, valutazioni psichiche, sondaggi...sembra un'impresa impossibile, controcorrente, destabilizzante. Ma proprio questo fa Anne Dufourmantelle: rimette, si può dire, le cose a posto, restituendo al rischio la sua valenza di occasione per riattivare la libertà di decidere, per aprire una linea d'orizzonte nuova e trovare una dimensione del tempo e della relazione non più schiava del controllo e della dipendenza. Perché il rischio di cui parla in questo libro non è certo la temerarietà, la scossa adrenalinica di chi gioca a dadi con la vita, ma, nelle sue stesse parole, una «piccola musica», un «meccanismo segreto» in grado di condurci davanti alla notte, all'ignoto, al desiderio, per riconquistare la vita vera. È il rischio di affrontare e riconoscere le nostre «passioni negative», le esperienze critiche che ritmano la nostra esistenza, di fronte alle quali di solito indietreggiamo, e un po' moriamo. Perché spesso, per volerla proteggere troppo, finiamo per perderla, la vita. Quella vera, ricca di senso, di amore, di gioia. In brevi capitoli, con una scrittura che è la sua cifra personale, poetica e profonda, lancinante e delicata, Anne Dufourmantelle affronta «crisi» tra le più consuete e le più impegnative - la tristezza e la paura, la dipendenza, i traumi familiari e l'omologazione sociale, la solitudine e l'abbandono, i rimossi, le nevrosi - ben consapevole che superarle positivamente non è affatto facile. Ma, alla fine, prendersi il rischio della libertà interiore è prendersi il rischio di amare e di amarsi, di assaporare la vita come un dono quotidiano e aperto all'incognito, all'insperato. -
Ecologia dei media. Manifesto per una comunicazione gentile
Cosa significa guardare ai media con un approccio ecologico? Ce lo spiega Fausto Colombo, uno dei nostri più autorevoli sociologi della comunicazione, in questo suo libro dove analisi critica e prospettiva etica si integrano in un discorso puntuale e suggestivo insieme. I media nel loro complesso appaiono un ecosistema in continua evoluzione. Come ondate sempre più potenti, si riversano sul mondo prima i mezzi a stampa, poi la radio e la televisione, poi ancora la prima digitalizzazione e l’utopia di internet, per arrivare oggi alle grandi piattaforme, macchine algoritmiche la cui benzina è costituita dai comportamenti degli utenti. Un ecosistema, quest’ultimo, che produce effetti sulla vita sociale e che, oltre a offrire straordinarie opportunità, può anche letteralmente inquinare il nostro universo simbolico, come fanno i discorsi d’odio e le false verità circolanti sui social, che le piattaforme non sembrano completamente in grado di limitare. Ma praticare un’ecologia dei media significa anche preoccuparsi di agire per migliorare le relazioni interpersonali e il rapporto con il mondo attraverso i media, non limitandoci a seguire, in modo spesso ingenuo, le impronte del progresso tecnologico o delle leggi del mercato e cercando invece di reagire alla saturazione dei nostri tempi e dei nostri spazi vitali. Perché è arrivato il momento di fermare la frenesia ‘social’ e di guardare come i nostri avatar o nickname ci parlano di noi stessi in quanto umani. Dopo averci guidato attraverso le riflessioni teoriche e le pratiche quotidiane che promuovono una rinnovata sensibilità etica nell’uso dei media, Colombo ci propone un ‘manifesto per una comunicazione gentile’, dove gentile sta certamente come invito ad abbassare i toni tornando al garbo della conversazione faccia a faccia e al rispetto degli interlocutori, ma sta anche e soprattutto come richiamo alla gens cui tutti apparteniamo, alla nostra unica famiglia, la specie umana, che, sola fra tutte le specie, attraverso la comunicazione può pensare se stessa oltre il presente, in continuità con le generazioni passate e con lo sguardo aperto sulle future. Una possibilità straordinaria e preziosa, e ora fragile più che mai nelle nostre mani. -
La diplomazia della Chiesa oggi. Nazioni Unite e Unione Europea
Nel suo discorso alle Nazioni Unite del 4 ottobre 1965 San Paolo VI esortava: «Dobbiamo abituarci a pensare […] in maniera nuova la convivenza dell’umanità, in maniera nuova le vie della storia e i destini del mondo. […] È l’ora in cui […] ripensare, cioè, alla nostra comune origine, alla nostra storia, al nostro destino comune». L’università non può sottrarsi al compito di “pensare in maniera nuova” alla politica internazionale: un pensiero che per essere generativo ha bisogno di incontrarsi – e forse anche di scontrarsi – con l’esperienza; di misurarsi non solo con gli esperti, ma anche con i testimoni. Le testimonianze, raccolte nel volume, di Monsignor Tomasi, Mariano Crociata (Vice Presidente della Commissione degli Episcopati dell’Unione Europea), e Fr. Olivier Poquillon (O.P., allora Segretario Generale della COMECE) ci hanno davvero fatto respirare questa possibilità, suscitando una riflessione più profonda e un rafforzato impegno per una buona convivenza fra “noi tutti” che formiamo la famiglia umana. Dall'introduzione al libro di Simona Beretta. -
Quando i vescovi si riuniscono. Un confronto tra i concili di Trento, Vaticano I e Vaticano II
John W. O'Malley inaugura qui, infatti, una nuova metodologia di studio, analizzando i tre grandi concili moderni non più in modo diacronico, dal più antico al più recente, ma sincronico, mettendoli cioè a confronto per temi e istanze, meccanismi e intenti, problemi e soluzioni. Questo approccio illumina nuovi punti di vista su ognuno dei tre concili, così come sull'evento-concilio in quanto tale, ed evidenzia in modo inedito anche le influenze tra l'uno e l'altro e le risposte originali che ciascuno di essi ha formulato. In tre parti ben definite ma connesse tra loro, viene ogni volta mostrato come Trento, Vaticano I e Vaticano II hanno affrontato temi quali la natura stessa di una riunione conciliare, la forma dell'autorità ecclesiale, i cambiamenti dottrinali. Si analizzano caratteristiche e ruoli dei vari partecipanti al concilio, dai teologi ai laici, agli 'altri' (di volta in volta Lutero, il mondo moderno, le diverse religioni). Ci si chiede quale sia stato l'impatto di ciascun concilio sulla cristianità e sul proprio tempo, per poi domandarsi se ci sarà, e come potrà essere, un nuovo concilio (e la domanda rimane aperta...). Un lavoro di grande intelligenza storica al servizio di una comprensione migliore di quella vitale istituzione che sono i concili ecumenici. E anche una lente per mezzo della quale seguire il cammino della Chiesa tutta, che attraverso i suoi vescovi riuniti ridefinisce se stessa senza tradirsi, in continuità e insieme discontinuità con il passato, nella consapevolezza che la tradizione non è mai inerte, ma sa incarnarsi dinamicamente nel mondo degli uomini. -
Dove abita l'infinito. Trascendenza, potere e giustizia
Il potere ha sempre cercato di utilizzare la religione per i propri scopi di conquista e di auto-conservazione. E ogni religione ha dentro di sé l'attrazione per il potere e l'inclinazione a manipolare Dio. Anche la religione biblica. Anche il grande re Davide, del quale si racconta - nella Scrittura - il desiderio di costruire una casa a Dio, il Tempio. Ma Dio rifiuta: non ha bisogno di un luogo dove abitare. Abita già in uno spazio delimitato, ma dentro il popolo di Israele e nelle sue buone relazioni, quelle improntate alla giustizia. Il vero modo di servire Dio - che evita il rischio di servirsene - è dedicarsi alla giusta guida del popolo, al prendersi cura degli uomini e della creazione tutta. Attorno a questo nucleo Petrosino sviluppa una riflessione originale sui temi contigui dell'abitare, dell'ospitalità, del rapporto tra l'alto e il basso, tra il costruire e possedere. Sullo sfondo sta la polemica con il ""partito di Dio"""" - cioè coloro che si interessano di Dio, mossi sotto sotto dall'intento di manipolarlo a proprio vantaggio - e l'intuizione dell'originalità della rivelazione biblica: l'Altissimo, l'Infinito, ha sempre a che fare con il bassissimo, con coloro che """"sono a terra"""", con il finito. È lì che prende dimora, che lo si può trovare."" -
La tirannia dell'algoritmo
Miguel Benasayag, il filosofo e psicanalista di origine argentina che ci ha insegnato a difenderci dalle 'passioni tristi' alimentate dalla nostra società, in questo libro-intervista con Régis Meyran ci mette in guardia dal rischio che siano gli algoritmi dei Big Data a guidare le nostre democrazie. Nella vita di tutti i giorni siamo ormai messi continuamente a confronto con le 'macchine', in una interazione non più cancellabile con le nuove tecnologie: dall'uso del Gps per i nostri viaggi all'immersione ludica nella realtà virtuale, dalle relazioni personali mediate dai social network al controllo costante delle nostre azioni e dei nostri comportamenti su internet. E il punto non è tanto rifiutare questa 'ibridazione' ormai avvenuta, ma sapere come esistere in quanto umani in un tale mondo, fare in modo che, sia pure nell'integrazione utile con l'intelligenza artificiale, non vengano meno le particolarità del vivente, il suo essere imprevedibile e libero, irriducibile a una somma di informazioni, ai parametri della pura efficienza e della performance. Se questo vale sul piano individuale, è altrettanto importante prendere coscienza dell'impatto che il mondo digitale e algoritmico esercita sulle società. Stimolato da domande che tutti noi vorremmo porgli, Benasayag fa qui emergere chiaramente come anche le decisioni rilevanti a livello sociale, politico ed economico sono oggi legate alla logica lineare delle macchine, affidate ai calcoli e alla raccolta abnorme dei dati, alla gestione pseudo-razionale di un rapporto causa-effetto che non tiene conto della complessità dei 'corpi' individuali e sociali e che insidia mortalmente le nostre democrazie. Fino all'ultimo interrogativo: in questo contesto inedito e oscuro, è possibile un agire che assuma la sfida di proteggere il vivente, la cultura, la buona politica? Più che una ricetta infallibile, Benasayag propone un percorso, un itinerario di riappropriazione creativa del rapporto con l'artificiale, un insieme di 'soluzioni singolari' di piccole dimensioni e grandissimo impatto umano, qui e ora, capaci di costruire esperienze e pratiche di ibridazione con la tecnica che rispettino il vivente e la sua libertà. -
Le nuove dinamiche partecipative delle famiglie in Italia e in Europa
La retorica della crisi che ha investito tutti i campi dell'umano e della società non ha risparmiato l'istituzione familiare e con essa i corpi intermedi, le reti informali e formali di impegno sociale e civile. In contro tendenza rispetto a una visione individualistica della società, il Quaderno presenta due fenomeni sociali tra loro diversi, ma accomunati da una stretta aderenza alla matrice familiare e alle forme associative. Da un lato, la ricerca che ha come oggetto le associazioni familiari nel contesto europeo intercetta le organizzazioni formate da famiglie che operano in favore degli interessi e del benessere famigliare a più livelli territoriali. Dall'altro, la ricerca incentrata sul Comitato Difendiamo i Nostri Figli affronta il complesso tema della libertà di educazione di cui è portatrice la famiglia in quanto istituzione sociale. L'accostamento di queste due prospettive, tra loro eterogenee, propone una lettura trasversale della generatività sociale della famiglia, che si manifesta attraverso la formazione di soggetti collettivi guidati da un interesse congiunto per le tematiche familiari, e inoltre mette in evidenza le potenzialità di cui la realtà familiare è portatrice in un contesto caratterizzato da contraddizioni, conflitti e transizioni. I «Quaderni del Centro Famiglia» costituiscono una collana di pubblicazioni, promossa dal Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia (CASRF) dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che presenta, con una finalità operativa, metodologie e strumenti di ricerca e intervento nel lavoro con e per le famiglie. Il Centro Famiglia, che opera dal 1976, si occupa di ricerca scientifica sulla famiglia in ambito interdisciplinare e promuove iniziative di formazione a vario livello. Gli studiosi che ne fanno parte si riconoscono in una specifica prospettiva relazionale di comprensione della famiglia intesa come luogo costitutivo del legame tra generi, generazioni e stirpi. A essa è attribuito lo statuto di 'soggetto societario', protagonista attivo nella costruzione dell'identità personale, dell'azione educativa e delle politiche sociali. Presentazione di Giovanna Rossi. -
MelArete Educazione all'etica per la scuola primaria
Il progetto Melarete è un percorso di educazione all'etica delle virtù che si articola in una proposta per i bambini della scuola dell'infanzia e in una proposta per i bambini della scuola primaria, in due volumi separati. Qui viene presentata la proposta per i bambini della primaria mettendo a disposizione degli insegnanti i materiali educativo-didattici attraverso i quali proporre alla riflessione degli alunni importanti concetti etici, quali bene, cura, virtù, coraggio, generosità, rispetto e giustizia. Nel testo sono raccolte le storie, le vignette, i giochi e la traccia del ""diario delle virtù"""" che, proposti ai bambini, li accompagnano nel porre attenzione ai grandi temi dell'etica, e a orientare la propria vita verso la ricerca del bene. Le attività, che insieme rappresentano un vero e proprio curricolo di educazione etica, si possono integrare nell'ordinaria progettazione della classe. Le proposte coinvolgono i bambini sia a livello individuale che come gruppo. Nel libro sono forniti alle maestre spunti teorici e suggerimenti pratici, derivati dall'esperienza degli autori, per prepararsi al meglio nel proporre le attività."" -
MelArete. Educazione all'etica per la scuola dell'infanzia
Educare all'etica è una delle sfide più importanti per il nostro tempo, nel quale la ricerca del bene comune è sentita spesso come qualcosa di secondaria importanza e da piegare alle logiche dell'interesse. La scuola ha un ruolo essenziale nell'invertire questa tendenza e nel riportare al centro dell'educazione dei bambini la tensione verso le grandi questioni del vivere e del convivere, quelle che fanno fiorire appieno la vita e costruiscono la comunità. Il progetto MelArete, fondato su una solida teoria e confermato dalla ricerca empirica, si propone come strumento per aiutare gli insegnanti e le insegnanti a introdurre pratiche di educazione etica nella scuola. Attraverso storie, giochi, vignette, l'uso del diario e attività esperienziali, insegnanti e bambini possono affrontare un percorso di crescita condivisa sulle virtù, quelle disposizioni all'agire che ci permettono di cercare insieme il bene. Tutto ciò sperimentando la cura come dimensione fondamentale delle relazioni. Dopo i volumi dedicati alla fondazione teorica (MelArete. Vol. I. Cura Etica Virtù) e alla ricerca empirica realizzata in alcune scuole italiane (MelArete. Vol. II. Ricerca e pratica dell'etica delle virtù), questo libro presenta le attività pensate per i bambini della scuola dell'infanzia: in esso si trovano tutte le progettazioni, le indicazioni operative, i materiali e alcuni suggerimenti dall'esperienza. Grazie alla sezione ""Materiali online"""", tutti i materiali operativi e grafici potranno essere facilmente scaricabili e adattabili dagli insegnanti."" -
Piccola metafisica della luce. Una teoria dello sguardo
Il discorso sulla luce è sempre stato appannaggio della fisica, al cui interno essa viene considerata come radiazione, onda elettromagnetica, energia, e di conseguenza letta e interpretata in un universo semantico definito da angoli, rette, campi, onde... Eppure, non appena la luce attraversa e abita quel 'corpo' che è il soggetto umano, ecco che la fisica si trova presa in un intrigo di riflessi e riflessioni, speculazioni e pulsioni, fantasie e fantasmi, dove lo spazio si curva e la retta si intreccia, il punto esplode e si dissemina. Per questo insieme aggrovigliato e sorprendente la fisica non mostra alcun interesse. Costretti ad abbandonare lo spazio misurabile e quieto della geometria, troviamo allora il soccorso della metafisica, che conosce l'arte di avvicinare l'eccedenza dell'umano, di schiudere le porte del luogo in cui la luce è abitata dallo stupore come dall'invidia, dallo sguardo di appropriazione come da quello idolatrico, financo dal baratro della tenebra. -
Conversazione sulla Cina. Cinquant'anni di storia della Cina vissuti da un'italiana
Il presente volume, tradotto dall'originale cinese, racconta le relazioni dell'autrice con la Cina dal 1973 al 2018, nella forma di un dialogo con il professor Xiao Yunru. La narrazione avviene alternando le vicende personali di ciascuno in un susseguirsi di episodi, personaggi e accadimenti messi a confronto in contesti affatto diversi, ma che avvengono di pari passo nelle rispettive realtà sociali. Con questa forma stilistica originale, si svolge la storia di cinquant'anni di vita, dove il passaggio del tempo traspare dall'impressionante contrasto tra la realtà di ieri e di oggi, decisamente l'elemento più coinvolgente del dialogo. Contrasto messo in rilievo attraverso le trasformazioni nel sociale e nel privato dei dialoganti, espresse nel modo di mangiare, vestire, divertirsi, abitare, relazionarsi. Il procedimento del racconto attraverso argomenti sparsi, apparentemente senza una sequenza lineare, intende riprendere la tradizione letteraria della classicità cinese di ‘narrare storie', jiang gushi, rievocata nell'incontro di due persone provenienti da mondi e spazi dissimili, che nel raccontarsi reciproco dipanano il filo di un comune sentire e agire. -
Il welfare aziendale nel secondo dopoguerra. La Dalmine SPA (1945-1970)
La Dalmine, impresa siderurgica bergamasca specializzata nella produzione di tubi senza saldatura, fin dall'epoca fascista dà vita a una vera e propria company town: case, scuole, strutture ricreative, spacci alimentari ma anche casse mutue, fondi pensione e un vasto insieme di altri interventi caratterizzano una 'fabbrica totale'. Il volume analizza questo articolato sistema e le sue trasformazioni di fronte ai profondi cambiamenti, economici e sociali, intervenuti nel secondo dopoguerra. Gli sviluppi del welfare state e la progressiva affermazione della società dei consumi rimettono in discussione forme di assistenza consolidate e ne chiedono un profondo ripensamento. L'evoluzione di questi fenomeni, tuttavia, è meno lineare di quanto potrebbe apparire a prima vista: anche in un'impresa pubblica quale la Dalmine possono sorgere forti resistenze per evitare che la mutua interna sia assorbita dall'Inamcome previsto dalla normativa. Il ripensamento del welfare aziendale Dalmine è legato anche ai radicali rivolgimenti intervenuti nel quadro delle relazioni industriali nel passaggio dal regime alla Repubblica e poi, ancora, con la guerra fredda e l'autunno caldo. Molte strutture assistenziali, sorte come concessioni unilaterali dell'impresa, sono progressivamente contrattualizzate. In altri casi la mediazione si rivela impossibile e il welfare aziendale, pensato per pacificare la manodopera, diventa ragione di conflitto. Le opere sociali d'impresa, a lungo presentate dalla storiografia attraverso la chiave di lettura del paternalismo, emergono da questa ricostruzione come una relazione delicata e mutevole, in cui i numerosi attori in campo sono chiamati a misurarsi con i cambiamenti ambientali e, soprattutto, con le strategie, le linee di condotta e gli obiettivi delle controparti così da ricercare i termini di un possibile equilibrio di interessi.