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Famiglia e lavoro: intrecci possibili
Famiglia e lavoro, fortemente trasformati dai cambiamenti demografici e tecnologici, hanno profondamente mutato la natura della loro relazione. La visione dicotomico-conflittuale, a lungo dominante, sta lasciando il posto a una concezione dinamica dei due ambiti, interessata a indagare non tanto la difesa dei confini tra i due, quanto piuttosto la loro permeabilità e la possibilità di definizione e ridefinizione degli stessi in diversi momenti della nostra vita. In linea con questa prospettiva teorica, e con la più ampia riflessione condotta negli anni in seno al Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia, il volume utilizza nel titolo il termine ""intreccio"""" e non conciliazione, parola che rimanda alla controversia e alla necessità di una ricomposizione. Tenere insieme vita personale e lavorativa è oggi una sfida rilevante: la parola """"intreccio"""" intende abbracciarla, ponendo l'attenzione su un'articolazione complessa, che occorre considerare nel suo insieme per comprenderne il significato. Con questa finalità il volume è strutturato in tre parti distinte, ma interconnesse - nell'oggetto e negli obiettivi: nella prima parte si offre un inquadramento del tema in una prospettiva multidisciplinare (sociologica, economica, pedagogico-comunicativa e giuridica); nella seconda si delinea il complesso intreccio tra famiglia e lavoro presentando alcuni risultati empirici di un'indagine condotta negli ultimi anni in collaborazione con """"Valore D"""" (associazione impegnata per l'equilibrio di genere nelle imprese e per una cultura inclusiva nelle organizzazioni); nella terza l'intreccio tra famiglia e lavoro è delineato a partire dall'analisi di pratiche aziendali innovative."" -
Un continente in rivolta. L'America Latina tra protesta e speranza
Il 2019 è stato l'anno delle rivolte in piazza, esplose - a ritmo ravvicinato - in quindici Paesi di quattro Continenti. L'America Latina è stato quello con maggior ""concentrazione"""" di rivolte. Non a caso, a fare da apripista all'anno di turbolenze è stato il Venezuela di Nicolás Maduro, anche se proprio quel governo è stato tra i più impermeabili all'urto. Perché questa specifica turbolenza latina? Lo racconta la giornalista di """"Avvenire"""" Lucia Capuzzi, che in questi anni ha realizzato diversi reportage e interviste nella terra latina: dal terremoto di Haiti nel 2010, dove tutto è cominciato, alle rivoluzioni in Venezuela, Honduras e Nicaragua; dalla terra dei narcos tra Messico e Colombia, dove ramificazioni globali approfi ttano della debolezza locale delle istituzioni, al Brasile e all'Argentina, dove la protesta si è incanalata nelle urne anziché in piazza. Non manca uno sguardo su Cuba, che sta scontando l'impatto delle restrizioni di Trump sulla sua precaria economia. La sfida geopolitica del XXI secolo, quella della lotta alle diseguaglienze da cui nascono le rivolte, trova in America Latina la sua manifestazione più clamorosa, in un intreccio inestricabile tra interessi finanziari ed emergenza ambientale. Dalle rivolte di piazza potrà nascere una più giusta società civile? È questa la speranza."" -
L' economia tra il venerdì e il sabato. Le buone pratiche del cittadino consum-attore
Insostenibilità ambientale, instabilità sociale, la contraddizione in termini della corsa al ribasso di prezzi e salari, il rapporto irrisolto con la burocrazia: anche prima dello shock causato dalla pandemia erano molti i segnali di pericolo provenienti da un sistema economico che oggi più che mai esige di essere rifondato su basi di maggior equità e responsabilità. In questo contesto assume rinnovata attualità la lezione dell'Economia Civile, della quale Leonardo Becchetti è uno degli interpreti più autorevoli e originali. L'iniziativa passa dunque al cittadino consum-attore, una figura inedita che ha già imparato a far ascoltare la propria voce nelle manifestazioni in difesa della Terra promosse dall'attivista Greta Thunberg, nelle varie declinazioni del 'voto col portafoglio', nelle tante e sorprendenti pratiche di condivisione imprenditoriale. Una sfida che investe in maniera diretta il nostro Paese, ma che è in effetti di portata globale, come globale è la crisi che ci troviamo ad affrontare. «Professore, ce la faremo?», si sente chiedere spesso Becchetti. Questo libro spiega come e perché la risposta è senza dubbio positiva. E molto incoraggiante. -
Vita e pensiero (2020). Vol. 1
Storica rivista dell'Ateneo dei cattolici italiani, ""Vita e Pensiero"""", sin dalla fondazione nel 1914, si è proposta come autorevole luogo di confronto e dibattito per la cultura del Paese. Nella consapevolezza che quella che stiamo vivendo è per tutti una stagione ricca di opportunità e rischi, da affrontare con coraggio intellettuale e gusto per la ricerca del vero, dal 2003 """"Vita e Pensiero"""" è stata ripensata nell'impostazione grafica e nel lavoro redazionale. Oltre a temi quali lo sviluppo tecnologico e economico, il progresso delle neuroscienze e della genetica, i nuovi paradigmi della politica e delle relazioni internazionali, l'evoluzione dei mezzi di comunicazione di massa, dedica una particolare attenzione all'attualità, ospitando articoli e interventi di docenti dell'Università Cattolica e di significative voci """"esterne"""", capaci di offrire chiavi di lettura originali sui fenomeni sociali e culturali di oggi e di domani."" -
Un ideale da molti anni coltivato. Materiali per la storia della Facoltà di Scienze politiche e sociali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore
La mattina del 7 dicembre 1921, Agostino Gemelli, nella nuova veste di rettore, diede avvio al primo anno accademico dell'Università Cattolica. Quello stesso anno, nel palazzo neo-classico di via Sant'Agnese, iniziarono anche le attività della Facoltà di Scienze sociali, una delle due Facoltà con le quali i fondatori vollero cominciare a dar corpo all'«ideale da molti anni coltivato» di un Ateneo dei cattolici italiani. Ripercorrendo le differenti tappe della sua storia ormai secolare, questo volume intende esplorare proprio le radici dell'attuale Facoltà di Scienze politiche e sociali. I saggi e i documenti presentati in queste pagine mettono così in luce la fisionomia di un'istituzione accademica originale, partendo dalle origini e giungendo alla riorganizzazione seguita alla riforma nata dal cosiddetto «progetto Maranini-Miglio», che nel 1968 modificò l'ordinamento delle Facoltà di Scienze politiche. Senza limitarsi a una celebrazione rituale, questi materiali si propongono però soprattutto una riflessione sulle dinamiche di sviluppo, sugli snodi critici e sulle dimensioni problematiche di una Facoltà che, dinanzi a una società e a un mondo in rapida trasformazione, si trovò a ripensare quasi costantemente la propria identità e la propria funzione. -
Il viaggio letterario della giustizia. Storie di scoperte, colonizzazioni, migrazioni, turismi
I viaggi reali, per quanto esperienza vissuta da molti nei secoli, sono poca cosa rispetto al ben più vasto alone simbolico e antropologico dell'idea del viaggio. Non solo perché la letteratura ha insediato nell'immaginario occidentale storie e personaggi - da Odisseo a Robinson Crusoe - che anche il più addomesticato tour vacanziero ha il potere di suscitare in chi lo intraprenda. Soprattutto, queste storie sono fonte di innumerevoli metafore che 'trasportano' a ciò che per la vita di ognuno hanno voluto dire approdi e naufragi, addii e ritorni, tempeste e bonacce. È, questa, l'incantevole dimensione del viaggio interiore, destinata ad accentuare ulteriormente la sua prevalenza anche per la minore attrattiva che avranno a lungo i viaggi reali a causa dei timori pandemici. Tutti questi livelli simbolici guidano gli autori del volume a porsi essenziali domande di giustizia relative alle forme di viaggio, reali o metaforiche, dei nostri giorni. Si discute ad esempio del turismo, della sua sostenibilità come «questione morale». E analoghi interrogativi ci si pone rispetto all'immigrazione o al rapporto con i beni cultuali di altri paesi. Reso acuto dall'universo narrativo della letteratura greca antica e moderna, della Tempesta di Shakespeare, di Cuore di tenebra di Conrad, e di altri capolavori, il lettore potrà riconoscere le forme rispettabili e accattivanti con cui a volte si mascherano i segni antichi di uno sfruttamento (neo)coloniale. Se il viaggio, in ogni sua forma, resta soprattutto incontro di mondi diversi, la giustizia o l'ingiustizia di questo 'andare' ha le sue radici già nello sguardo di chi arriva e di chi accoglie, nell'equilibrio che vi si gioca tra il dare e il togliere, tra il comprendere e l'imporre. Anzi: tutto prima ancora si rivela nel livello di reale attenzione prestata a ciò cui e, soprattutto, a chi si va incontro. -
Le fonti duecentesche per la storia del territorio della provincia di Varese. Documenti degli archivi minori
Una ricognizione in archivi familiari, in archivi di enti comunali ed ecclesiastici, oltre che in fondi minori di archivi pubblici, ha rivelato una insospettata ricchezza di documenti del Duecento riconducibili al territorio oggi compreso entro i confini della provincia di Varese, a grandi linee sovrapponibile al medievale comitato del Seprio. Nel volume sono raccolte oltre duecento di queste carte notarili, alcune delle quali conservate in depositi archivistici di non agevole accesso. La maggior parte degli atti reperiti sono inediti e perciò vengono pubblicati integralmente; altri, già editi, sono soltanto regestati. Nella sezione iniziale del libro alcuni saggi presentano ricerche imperniate su tale patrimonio documentario, raccontando indagini su uomini, società e istituzioni del XIII secolo nell'area del Seprio. -
Ripartire dalla città. Prossimità educativa e rigenerazione delle periferie
Il volume ""Ripartire dalla città"""" a cura di Marisa Musaio è espressione di un progetto interdisciplinare che vede l'Università Cattolica del Sacro Cuore impegnata nella sintesi riflessiva e operativa sui processi di riqualificazione urbana degli spazi, sulle dinamiche di rigenerazione umana e formativa, per il delinearsi di un'imprenditoria sociale e per l'intensificarsi di iniziative educative che vedono le comunità al centro. Guardare al bene comune nella città significa prendere atto di un rinnovato senso di partecipazione e imparare a costruire alleanze tra persone, soggetti istituzionali, servizi e associazioni che operano in sinergia per il bene di tutti."" -
Una grammatica semplice dell'umano
Nelle frenesia del vivere moderno rischiamo spesso di perdere quegli elementi che compongono gli atti fondamentali dell'umanità. Scoprendoci quasi ""analfabeti"""" di quel mondo invisibile - eppure concreto - che compone la nostra spiritualità. Il cardinale poeta José Tolentino Mendonça ci offre in questo libro piste di spiritualità per il nostro tempo, sotto forma di un lessico essenziale e semplice, dalla """"A"""" di Altri alla """"V"""" di Vulnerabilità, sotto il comune denominatore della """"materialità"""" dello Spirito. Dio, la fede, la speranza - realtà invisibili - vibrano nella concretezza del quotidiano, perfino nella sua apparente banalità. Il poeta portoghese - noto per il suo stile accattivante prende spunti e immagini da molti registri di linguaggio, in particolare da quello letterario e filosofico - ci parla qui con stile potentemente suggestivo e ispiratore, poetico appunto, utilizzando spesso la forza acuminata dell'aforisma. Perché la poesia, diceva un grande teologo come Hans Urs von Balthasar - citato nel libro -, riflette il sentire cristiano più di tutti i testi di teologia."" -
Quali responsabilità per la finanza? Dialogo tra l'arcivescovo di Milano e le banche
Questo primo volume della collana Economia Finanza e Responsabilità sociale nasce dal desiderio dell'arcivescovo di Milano, Sua Ecc. Monsignor Mario Delpini, di poter dialogare con il mondo finanziario milanese per raccogliere le istanze e il bene che può generare anche questo mondo. È nata così l'occasione, il 23 ottobre 2019 presso la Biblioteca Ambrosiana, di incontrare e ascoltare il professor Nien-hê Hsieh della Harvard Business School sul tema Si può fare impresa tutelando la società? e i presidenti di primari Istituti bancari italiani. Occasione in cui l'arcivescovo di Milano ha proposto l'immagine dell'acqua per parlare di finanza: «L'acqua che scorre, l'acqua di cui non possiamo fare a meno, l'acqua che può provocare disastri tremendi». L'occasione è diventata anche il motore per avviare un percorso a più voci di educazione finanziaria in Università Cattolica, in collaborazione con l'Arcidiocesi di Milano; un percorso finalizzato a valorizzare in una prospettiva educativa, com'è proprio di un'istituzione universitaria, il Documento Oeconomicae et pecuniariae quaestiones. -
Insicurezza, paura e vittimizzazione. Dalla teoria alle nostre città
Quali sono i fattori che alimentano la paura di subire un reato? Quali politiche si possono attuare per attenuare il senso di insicurezza percepito dai cittadini? Questo libro indaga le dinamiche legate alla paura della criminalità, dal punto di vista teorico ed empirico. Lo studio offre nuovi spunti di riflessione su uno dei temi classici della sociologia della devianza, come la paura di essere vittima di un reato, e, al contempo, presenta una solida ricerca empirica relativa alla città di Milano per suggerire alcuni interventi volti a mitigare questa forma d'insicurezza. Dai risultati della ricerca emerge che aver subito un reato, l'essere donna, avere un basso livello di istruzione ed essere in una situazione di difficoltà economica sono fattori che aumentano la probabilità di provare paura. A differenza di quanto evidenziano altri studi, condotti in contesti diversi, risulta che l'essere anziani non aumenta la probabilità di avere paura di essere vittimizzati. In accordo con la letteratura, la presenza nel proprio quartiere di elementi di disordine fisico (per es. edifici abbandonati o diruti) e sociale (per es. persone in stato di alterazione causato dall'uso di alcool o droghe) aumenta la probabilità dei residenti di avere paura. Infine, i risultati della ricerca sottolineano come ci sia una relazione tra l'uso intenso dei social network da parte dei giovani milanesi e l'aumento della paura di subire un reato. Basandosi su interventi di prevenzione che hanno avuto successo a livello nazionale e internazionale, lo studio suggerisce alcune soluzioni per mitigare la paura della criminalità nei quartieri milanesi. Le proposte spaziano dalla progettazione e riqualificazione degli spazi urbani alle attività volte al miglioramento della coesione sociale e all'empowerment delle categorie vulnerabili della popolazione. -
La Summa Theologiae di Tommaso D'Aquino. Una biografia
La biografia della più importante e imponente opera teologica della cristianità medievale: la 'Summa theologiae' di Tommaso d'Aquino. -
La debolezza di credere. Fratture e transiti del cristianesimo
In questi testi, scritti tra il 1964 e il 1993, il grande studioso francese, instancabile 'viaggiatore' di differenti mondi interiori ed esteriori, delinea un itinerario appassionato alla ricerca di un modo nuovo di pensare e di vivere la singolarità dell'opzione cristiana. Il cristiano contemporaneo, egli dice, si ritrova privo di certezze cui poggiarsi, non ha più il facile appiglio di istituzioni e pratiche consolidate: una situazione che condivide con l'«uomo comune» che de Certeau ha messo al centro di tutta la sua opera, l'uomo ogni giorno posto di fronte alla sfida del quotidiano, comune ma mai banale, anzi creativo, unico e speciale nell'intercettare l'esperienza concreta, la vita. E allora, come può quest'uomo, questo cristiano, trovare e percorrere il «sentiero non tracciato» che lo porti a pensare la sua fede e a inserirla positivamente nella società in cui vive? Immaginando i mondi possibili a partire proprio dal reale in trasformazione che si offre ai suoi occhi, prendendosi il rischio dell'incontro con la povertà non solo fisica, ma soprattutto spirituale: povertà di luoghi di identità religiosa, psichica, sociale; povertà come carattere ormai distintivo anche del credente contemporaneo. Perché è a quel punto che la «debolezza del credere» mostra la sua forza, evoca gesti e parole nuove per dar carne alla fede nell'oggi, suscita quel desiderio insaziabile e quella speranza senza pari che ci salva, nello scorcio di Novecento di de Certeau come nel nostro tempo di transizione radicale. Riproposti qui in una nuova edizione italiana, questi testi diventano allora per noi parole profetiche provenienti da un'intelligenza abbagliante, da un pensiero incisivo che non fa sconti alle facili consolazioni e convenzioni del discorso religioso, ma va dritto all'essenziale. Al fuoco, alla passione che devono agitare l'esperienza di fede. Prefazione di Stella Morra. -
Vita e pensiero (2020). Vol. 2
Storica rivista dell'Ateneo dei cattolici italiani, ""Vita e Pensiero"""", sin dalla fondazione nel 1914, si è proposta come autorevole luogo di confronto e dibattito per la cultura del Paese. Nella consapevolezza che quella che stiamo vivendo è per tutti una stagione ricca di opportunità e rischi, da affrontare con coraggio intellettuale e gusto per la ricerca del vero, dal 2003 """"Vita e Pensiero"""" è stata ripensata nell'impostazione grafica e nel lavoro redazionale. Oltre a temi quali lo sviluppo tecnologico e economico, il progresso delle neuroscienze e della genetica, i nuovi paradigmi della politica e delle relazioni internazionali, l'evoluzione dei mezzi di comunicazione di massa, dedica una particolare attenzione all'attualità, ospitando articoli e interventi di docenti dell'Università Cattolica e di significative voci """"esterne"""", capaci di offrire chiavi di lettura originali sui fenomeni sociali e culturali di oggi e di domani."" -
La religione dei filosofi greci. Da Talete agli Stoici
Quale fu l'atteggiamento dei filosofi greci nei confronti delle tradizioni mitico-religiose delle loro città? Come caratterizzare la loro «teologia», la loro concezione della pietà, durante i tre grandi periodi della storia del pensiero greco? Da Talete agli Stoici, in un itinerario pregno di contrasti, ambiguità e impreviste armonie, Daniel Babut accompagna il lettore nelle nervature più sottili del pensiero religioso dei filosofi greci, mostrandone il progressivo sviluppo nel tempo e ricreando al contempo, con perizia, un dialogo tra i diversi attori posti in scena. La rete di somiglianze e dissomiglianze che ne deriva rivela l'originalità e il carattere peculiare di ciascuna posizione, sfatando falsi miti e dimostrando come, da cornici di pensiero spesso congeneri, poterono scaturire esiti antitetici, talvolta paradossali. Un solo punto fermo: l'inseparabilità della religione dei filosofi dalla religione popolare, nell'impossibilità di una completa fusione tra le due. Come il sofista nell'omonimo dialogo platonico, il Dio dei filosofi greci sembra sfuggire a qualunque tentativo di cattura; prendendo a prestito le parole di Eraclito, egli «vuole e non vuole essere chiamato con il nome di Zeus» (22 B 32 D.-K.). Da acuto storico della filosofia, Babut osserva e non giudica, dando voce agli Antichi, senza pretendere di trasferire loro le categorie e i criteri forgiati dagli sviluppi religiosi occorsi nei secoli successivi. -
Le parole in azione. Nuova ediz. Vol. 1: Corso elementare di arabo moderno standard.
L'Europa ha conosciuto lo studio e l'insegnamento della lingua araba fin dal medioevo, quando questa era la lingua della civiltà, della scienza e della filosofia. Il metodo di studio adottato a quell'epoca - e ancora adesso - è noto come metodo della grammatica e della traduzione. Oggi, tuttavia, di fronte alla complessità del mondo contemporaneo, e all'ampliarsi e ramificarsi delle relazioni che legano l'Europa ai paesi arabi, lo studente ha bisogno di qualcosa di più oltre alla comprensione del contenuto dei testi antichi. Nell'ambito di una 'rivoluzione' della comunicazione e della globalizzazione, le abilità comunicative si pongono al centro dell'interesse dello studente e costituiscono un requisito necessario alla realizzazione di qualsiasi professione che abbia a che fare con il mondo della lingua araba odierna. L'arabo fus.h.a ha subito una grande evoluzione, tanto che i linguisti, oggi, distinguono fra un arabo classico e un Arabo Moderno Standard (MSA), influenzato, cioè, dalla realtà contemporanea e dalla terminologia che l'accompagna, difficile da reperire nei dizionari classici. In questo testo - e nei successivi volumi della serie - s'intende presentare proprio questa lingua araba contemporanea: la lingua dell'economia, della politica, dell'informazione e della cultura. Il libro trae profitto dalla grande evoluzione avvenuta nel campo della linguistica e delle scienze a essa collegate, avvalendosi della metodologia più moderna sviluppata nell'ambito di una nuova disciplina specialistica che, nella maggior parte delle università italiane, non è ancora penetrata: l'insegnamento dell'arabo come lingua straniera (TAFL, Teaching Arabic as a Foreign Language). -
Altri cittadini. Gli immigrati nei percorsi della cittadinanza
La cittadinanza è un istituto fondamentale dei sistemi democratici, ma ha da sempre un duplice volto: include chi la possiede, attribuendogli vari diritti, ma esclude in linea di principio chi ne è privo. Non è però una prerogativa immutabile, non è un blocco omogeneo, non si limita alla dimensione legale: non separa in maniera netta e inequivocabile cittadini e non cittadini. L'immigrazione, insediandosi, mostra che la cittadinanza si articola in diverse dimensioni, di cui alcune possono essere raggiunte prima e più facilmente dai residenti stranieri, mentre altre rimangono più lontane e gelosamente custodite. Alcune possono essere esercitate attraverso i confini, come il voto dall'estero, mentre altre possono combinarsi, come nel caso della doppia cittadinanza. Per altri aspetti, alcuni attori collettivi, come le associazioni, i sindacati dei lavoratori, le comunità religiose, possono dare voce a chi non gode della cittadinanza politica. Altre dimensioni della cittadinanza esprimono poi il profilo del cittadino attivo, responsabile, partecipe della vita sociale, e possono essere vissute anche al di fuori della cittadinanza formale. Pensiamo per esempio all'impegno sociale nel volontariato e in varie pratiche civiche. Soprattutto a chi vive tali significati della cittadinanza in questi giorni difficili, italiano o straniero, questo libro è dedicato. -
Libyagate. Inchieste, dossier, ombre e silenzi
Libyagate è il nome di un'inchiesta condotta da alcuni giornalisti anche a rischio della propria sicurezza personale. Ma è anche il termine simbolico che indica uno dei casi più bui degli ultimi anni, rimasto in gran parte fuori dall'attenzione generale e spesso occultato, il cui teatro principale ci è molto vicino, quel nostro Mar Mediterraneo culla delle civiltà. In una Libia già dilaniata dalle lotte tra clan e fazioni, vanno in scena i drammi dei migranti, uomini, donne e bambini, torturati, violentati, uccisi dai trafficanti, anche in quei centri governativi di detenzione sostenuti dall'Europa, Italia compresa: una vera e propria fabbrica della tortura, dove si vive in un solo modo, inumano e degradante, e si muore in molti modi diversi, mentre i traffici proseguono e si diramano ben al di là delle sabbie nordafricane. Perché il ‘grande gioco libico' è allargato e trasversale, va dal traffico di uomini a quello delle armi, dallo smistamento di sostanze stupefacenti alle flotte fantasma che contrabbandano petrolio, in una rete internazionale che dalla Libia giunge in Europa attraverso Malta e l'Italia, con la connivenza di faccendieri e politici e sotto il grande ombrello delle organizzazioni mafiose. Una storia al limite dell'incredibile, se non fosse per le dolorosissime testimonianze di chi è scampato ai massacri e al mare, per i numerosi ed espliciti rapporti dell'Onu e gli accorati appelli del suo segretario, per i dossier depositati alla Corte Internazionale dell'Aja, per le coraggiose inchieste di giornalisti come Nello Scavo, autore di questo libro. A leggerlo, viene da chiedersi perché ne sapevamo così poco o niente, perché così poche parole sono state finora spese per raccontare questa 'guerra perenne'. E, forse, è il momento di ripescarle, quelle parole mancate, dagli abissi del nostro mare e del nostro cuore. -
La bellezza complice. Cosmesi come forma del mondo
Arte, cucina, moda, design, spettacolo, fiction, arredamento, grafica, comunicazione, insomma tutto quanto coinvolge la nostra vita viene confezionato con attenzioni estetiche persino ossessive. La seduzione è diventata un comandamento sociale. La bellezza ha riempito il mondo e plasmato i nostri occhi. Ma che sia anche in grado di salvarlo è tutto da vedere. Sembra piuttosto che, negli automatismi che regolano il nostro inconscio culturale, essa svolga una sorta di funzione riparatrice. Dove non sembra più possibile, per conclamata mancanza di esistenza, affidarsi a qualcosa di vero e reale, restano le strategie della simulazione estetica, dove tutto quello che conta - Dio, il senso, l'identità e i legami - diventa oggetto di una costruzione artificiale. La bellezza ha così preso il posto lasciato vuoto dalla verità. Una strabiliante industria dello spettacolo ci intrattiene con quelle mitologie, favole e narrazioni che secoli di paziente decostruzione hanno dichiarato defunte. La cultura artistica si è tramutata in una spiritualità laica e le religioni sopravvivono come offerta estetica. La congiunzione tra mercato e tecnica fornisce con prodigiosa efficienza quegli strumenti magici, soprattutto digitali, che sono indispensabili agli individui di questo tempo per modellare identità dove regnano incertezze. La cosmesi è così diventata la forma del nostro mondo. Ma si tratta solo di apparenza? -
Lo sguardo oltre la mascherina
Nei giorni in cui più imperversava la pandemia da coronavirus, una delle menti più lucide del cattolicesimo contemporaneo ha tenuto una sorta di diario teologico, le cui pagine folgoranti sono state come distillate dalla gravità del momento. Non una retorica scontata - e quindi irritante in un tempo inedito come questo - ma parole e pensieri originali, potenti e persuasivi. Interrogato da un evento estremo, che impone la domanda della morte a dispetto di ogni sua rimozione, Sequeri ci restituisce l'essenziale di Dio, degli umani e della loro indistruttibile relazione. Uno sguardo penetrante che tocca l'anima, come quello di medici e infermieri, che prendendosi cura del corpo dei malati hanno raggiunto il loro spirito e quello di noi tutti. «Uno sguardo umano cambia la vita - e persino la morte». Ci siamo abituati a sguardi distratti, superficiali se non astiosi, nella frenesia delle nostre vite. Ora però abbiamo forse imparato a riconoscere la profondità e la potenza di uno sguardo buono, quello che ospita in sé la nostra fragile condizione umana. È lo stesso sguardo di Dio che vuole bene alla sua creatura e sa commuoversi davanti alle sue ferite. Tutte le pagine di questo prezioso libretto ci parlano della tenacia e della affidabile compassione del Dio di Gesù, misteriosa radice di ogni fiducia e speranza, anche quelle più esili. Ne saremo all'altezza? Impareremo a nutrire ogni giorno sguardi buoni per chi ci sta accanto, per l'altro che incontriamo, per la comunità umana a cui apparteniamo?