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Storia e cultura a Brescia dall'antichità ai nostri giorni
Questa miscellanea deriva dal lavoro degli studiosi afferenti al Dipartimento di Scienze storiche e filologiche dell'Università Cattolica di Brescia e trova il suo punto di origine proprio nella città sede dell'istituzione. La vicenda di Brescia e del suo territorio è analizzata secondo varie prospettive: storia e preistoria dei luoghi e dei suoi abitanti, espressioni culturali, morfologie dell'ambiente, depositi del patrimonio memoriale. I contributi recuperano frammenti del passato, prossimo e remoto, e mettono in evidenza questioni del presente in un quadro di indagini molto variegato che si sottrae all'angustia del localismo dialogando con linee problematiche di ampio respiro. -
Pedagogia e impegno solidale. A scuola di service learning
Come rafforzare l'educazione democratica e i sentimenti partecipativi di una comunità? Quali sono i dispositivi più efficaci? Il volume considera fondamenti e pratiche pedagogiche del service-learning, individuandone valenze formative e dimensioni di sviluppo. Apprendere, acquisire competenze, edificare comunità prospere e solidali. Tutto ciò è intimamente connesso con la ricerca scientifica e le relazioni educative. L'apprendimento-servizio, in una prospettiva critico-ermeneutica, si fonda sulla dignità della persona, sulla sua capacità di agire per generare il futuro; è una pratica educativa a favore dell'umanità e del pianeta che promuove percorsi didattici inediti per uno sviluppo umano integrale; implica la ricerca autentica del senso del vivere, l'orientamento a competenze solidali, la capacità di discernimento. Nel segno della cura si profilano sinergie interessanti che consegnano alla pedagogia e all'impegno educativo opportunità di dialogo e collaborazione tra persone e territori, imprese, istituzioni formative e associazioni. A scuola di service-learning per far germogliare il bene comune e la solidarietà. -
MelArete. Vol. 2: Ricerca e pratica dell'etica delle virtù.
L'educazione all'etica ha necessità di acquisire un ruolo significativo nel curricolo. Per realizzare un efficace e fecondo progetto educativo è necessario disporre di un orizzonte teorico non solo rigorosamente fondato, ma anche messo alla prova dell'esperienza attraverso seri percorsi di ricerca empirica. Questo studio rende conto del metodo e degli esiti di una ricerca biennale e plurisituata che ha consentito la messa a punto di un curricolo di educazione all'etica delle virtù secondo la filosofia della cura. -
Storia della comunicazione e dello spettacolo in Italia. Vol. 1-2-3
La Storia della comunicazione e dello spettacolo in Italia, progettata e realizzata dal Dipartimento di Scienze della comunicazione e dello spettacolo dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, è un'opera a più voci, ma fortemente unitaria e coerente. I suoi tre volumi - dedicati rispettivamente al periodo precedente la seconda guerra mondiale, alla fase del dopoguerra fino al 1978 e al periodo seguente, fino ai giorni nostri - sono articolati in sezioni, ciascuna delle quali esplora un'area specifica (teatro, informazione, televisione, pubblicità e così via). Alle sezioni introduttiva e conclusiva è affidato il compito di offrire un quadro generale del periodo di volta in volta considerato e di tracciare le linee di interpretazione complessiva. Ogni sezione si compone di un saggio centrale, per lo più integrato da box che sviluppano brevemente temi particolari, e può prevedere alcuni saggi di approfondimento di questioni specifiche, che meritano per la loro rilevanza una trattazione a parte. Ciascun volume è correlato di un proprio indice dei nomi. L'opera nel suo insieme compone così una narrazione a tutto tondo sulla presenza e il ruolo dei media negli eventi italiani dall'Ottocento ad oggi. -
Impresa sociale, welfare e mercato
Nel rinnovato quadro legislativo del Terzo settore, l'impresa sociale assume un ruolo significativo quale soggetto capace di coniugare dimensione sociale e dimensione economica. Il Codice del Terzo settore e il Decreto Legislativo n. 112/2017 offrono diverse opportunità per lo sviluppo dello strumento dell'impresa sociale, rimuovendo vecchi vincoli, introducendo nuove agevolazioni, indicando forme di stabile collaborazione con gli enti pubblici e strumenti per raccogliere risorse economiche sul mercato. Il volume esamina e approfondisce questi aspetti sul piano del diritto, dell'economia e della finanza, presentando una panoramica generale degli elementi che caratterizzano l'impresa sociale come principale attore dell'economia sociale di mercato e di un nuovo welfare. -
Costruire il consenso. Modelli, pratiche, linguaggi (secoli XI-XV)
La costruzione del consenso in età medievale non va concepita necessariamente come pressione propagandistica esercitata da istituzioni totalizzanti che godevano di un potere privo di vincoli. Il consenso si esprimeva come una interazione, talora conflittuale, tra una pluralità di soggetti e le diverse modalità secondo le quali la comunità giungeva a catalizzare il suo consenso su una soluzione istituzionale o su una decisione politica attraverso molteplici strumenti, in particolare mediante l'uso specifico di tecniche retoriche nella comunicazione consiliare o nella predicazione. Ciò ha consentito di definire l'esercizio del potere in età medievale una sorta di signoria, non assoluta, ma caratterizzata dalla ricerca del consenso degli interlocutori politici, si trattasse dei grandi o dei sudditi del regno, oppure dei cives di una città. La costruzione del consenso diviene così un osservatorio privilegiato per esaminare gli snodi fondamentali di una questione di lunga durata nella storia istituzionale dell'Occidente, vale a dire il rapporto tra l'inevitabile ricerca del consenso da parte di chi detiene il potere e i limiti della sua praticabilità, in dialettica con differenti criteri di legittimazione. -
Dosis d'olighe te file te. Studi offerti a Mario Cantilena per i suoi 70 anni
Il volume comprende la versione a stampa degli interventi che alcuni allievi hanno offerto a Mario Cantilena, già professore ordinario di Lingua e letteratura greca all'Università Cattolica del Sacro Cuore, nel corso della giornata di studi svoltasi il 18 aprile 2018 in occasione dei suoi settant'anni. Gli articoli trattano diversi temi che riflettono gli interessi di studio di Mario Cantilena: essi si sviluppano lungo un arco temporale piuttosto ampio, che, partendo dalla letteratura greca arcaica, soprattutto epica, giunge alla prosa di età imperiale. Alcuni lavori si misurano anche, in chiave comparativa, con le tradizioni poetiche indoeuropee o si declinano nella dimensione della ricezione dell'antico nelle letterature e nelle esperienze musicali europee dell'età moderna. -
Educare robot? Pedagogia dell'intelligenza artificiale
Educare robot? La domanda costringe a interrogarci su limiti e potenzialità di macchine e algoritmi o meglio sulle responsabilità delle nostre scelte, sui loro effetti. Dispositivi tecnologici sempre più sofisticati, autonomi e integrabili con il nostro organismo simulano capacità umane. Ciò che chiamiamo intelligenza artificiale segna la vita di ogni giorno e costituisce una sfida per il futuro della civiltà. Sfida e quindi incognite, rischi e opportunità. Educare robot significa coltivare le risorse creative e civili delle persone in contesti relazionali dove la connettività digitale è così pervasiva che risulta impensabile interpretarne le logiche senza un'adeguata consapevolezza pedagogica. Si tratta di educare al discernimento e comprendere come innovazioni radicali, di processo e prodotto, possano concorrere al bene comune per affrontare bisogni educativi e fragilità sociali, disuguaglianze e povertà. Una pedagogia dell'intelligenza artificiale sollecita a prendersi cura dell'umano. Chiama in causa genitori, insegnanti e coloro che si occupano di formazione come chi progetta, fabbrica e utilizza macchine 'intelligenti'. Per favorire la maturazione di una coscienza responsabile, per la generazione di valori e azioni eque e solidali. Prefazione di Maria Grazia Riva. -
Il welfare responsabile alla prova. Una proposta per la società italiana
Il volume è frutto del percorso di ricerca che ha coinvolto un gruppo di studiosi riuniti in una Rete Interuniversitaria con l'obiettivo di offrire una proposta innovativa del sistema di welfare italiano, la quale pone al centro la persona e si fonda sulla responsabilità degli attori coinvolti. Essi, attraverso il confronto e la co-progettazione, forniscono risposte ai bisogni dei cittadini, delle famiglie, delle comunità. Povertà, salute, casa, lavoro, educazione, famiglia e giovani sono alcuni dei temi che vengono affrontati, con lo scopo di declinare operativamente il Welfare Responsabile per favorire la transizione da un sistema di stampo prevalentemente assistenzialistico a uno che tende ad assicurare a tutti una ""buona assistenza""""."" -
Il figlio. Una benedizione, un compito
Che senso ha il figlio nella vita della donna e dell'uomo? Domande come questa un tempo neppure venivano sollevate: l'esperienza della maternità e della paternità, come anche quella dell'essere figli, andava da sé, al pari di ogni momento fondamentale della vita umana. E tuttavia, l'interrogativo a proposito del figlio e del suo significato oggi non suona impertinente: la mentalità e la cultura diffuse si mostrano infatti stranamente reticenti, se non refrattarie, di fronte al tema della generazione; anche a questo riguardo l'uomo contemporaneo sembra smarrire quella ""sapienza"""" che pure sarebbe necessaria per vivere, affidandosi, come a rimedio di tale mancanza, a un privatissimo, laborioso e assai improbabile """"fai da te"""". Appunto a questa indispensabile """"sapienza"""" mira il saggio di Angelini. Il percorso seguito non passa per la scorciatoia dei facili, e astratti, moralismi, ma attraversa e chiarisce con persuasivo nitore i pregiudizi della cultura odierna e quelle resistenze del vissuto personale che smorzano il desiderio del figlio. Istruito da questa convincente lettura della sensibilità attuale, l'ascolto del messaggio biblico restituisce alla sua originale e sempre sorprendente bellezza il senso del generare: il figlio non è anzi tutto un compito gravoso ed esorbitante, bensì una """"benedizione"""", l'inconsapevole e imprevedibile """"maestro"""" di speranza per chi si dispone con fiducia al futuro e accorda credito al carattere promettente della vita."" -
Le parabole evangeliche
Anche agli occhi disincantati dell'uomo d'oggi le parabole evangeliche continuano ad apparire con fascino immutato: è come se questi racconti, pur legati al contesto in cui furono detti e scritti, siano senza età. Nelle parabole si è infatti sedimentata una sapienza universale sorta dall'attenta osservazione di situazioni umane tipiche e degli eventi naturali. Ma Gesù amava parlare in parabole non soltanto perché attraverso il patrimonio comune della saggezza popolare poteva insegnare in modo chiaro e suggestivo. Piuttosto, voleva così aprire gli occhi alle folle, che ""pur vedendo, non vedono"""". E per ridare la vista a chi è 'cieco' e si ostina a non riconoscerlo, propone racconti in cui appaiono situazioni, personaggi e comportamenti strani. Questa discontinuità rispetto alla trama ordinaria del vivere è lo strumento narrativo utilizzato da Gesù per annunciare ciò che nessuna parola o immagine può adeguatamente esprimere: il mistero del regno di Dio. Le parabole evangeliche, in forza dei loro tratti anomali, provocano, costringono a pensare, sollecitano ad accogliere la radicale novità del volto di Dio manifestatosi nella storia di Gesù. L'esegesi delle parabole offerta da questo libro ha costantemente di mira tale anima teologica: lette in questa luce, esse rivelano la loro perenne bellezza e capacità di stupire."" -
Il testamento di Gesù
Poco prima di morire, durante l'ultima cena, Gesù fece dono ai suoi dell'eucaristia, il 'segno' nel quale voleva essere 'ricordato' per sempre, una sorta di testamento che avrebbe accompagnato il cammino della Chiesa nella storia. Come avviene per tutti i doni di Dio, il dono del corpo e del sangue del Signore va riconosciuto nel suo senso e apprezzato nel suo valore per essere realmente accolto e diventare così nutrimento della vita. Ma quali sono le disposizioni dello spirito necessarie perché ciò si realizzi? Come evitare il rischio di assistere da spettatori all'eucaristia? Queste domande radicali fanno da sfondo alle riflessioni di Guardini sulla messa che qui si succedono in forma di puntuali schizzi. Guardini individua e approfondisce le condizioni preliminari per accedere all'incontro con Dio nello spazio del rito eucaristico: il silenzio dell'animo, la tensione dell'ascolto, il raccoglimento interiore, la consapevolezza del luogo e del tempo sacro, la gratuità come ""sublime mancanza di scopo"""". Questi e altri ancora sono i presupposti indispensabili perché la ricchezza dell'eucaristia non venga dissipata nell'abitudine, nel sentimentalismo e nell'inadeguatezza. Guardini illumina con la genialità del grande maestro tali atteggiamenti dello spirito che, soli, consentono di gustare il passaggio del Signore. È a questo livello del vissuto individuale e comunitario che si pone il compito dell'""""educazione liturgica"""", da realizzare con la massima cura e urgenza."" -
Padre nostro
Al pari di ogni parola ripetuta quotidianamente sin dall'infanzia, è facile recitare il Padre nostro in modo meccanico, senza la partecipazione del cuore e della mente. Esso diventa così una formula priva di contenuto, disponibile per qualsiasi circostanza. La lettura proposta in queste pagine intende contrastare tale rischio attraverso una duplice attenzione. Anzitutto, l'Autore mira a ritrovare l'originaria verità del Padre nostro, interpretandolo nel contesto specifico della vita di Gesù e delle prime comunità cristiane. Insieme, è costante la preoccupazione di far risuonare l'annuncio evangelico - così efficacemente condensato nella preghiera del Signore - all'interno dell'esperienza e delle domande universali dell'uomo. Grazie a questo fecondo accostamento, le parole del Padre nostro riacquistano senso e aprono alla fiducia in Dio, così che il discepolo non possa concludere la preghiera insegnatagli da Gesù senza aver riassaporato il gusto di vivere. -
Adolescenti e partecipazione. Indagine generazione Z 2019-2020
L'indagine, promossa dall'Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo, mette in luce il tema della partecipazione giovanile come fattore cruciale per la formazione dei cittadini del futuro. Definire cosa sia 'partecipazione' per gli adolescenti non è questione banale. In generale, possiamo definire 'partecipazione' come il prendere parte ad 'attività organizzate': giocare a basket nella squadra della scuola, frequentare il gruppo scout, contribuire alla pulizia di un parco. Nello specifico, la psicologia di comunità studia la partecipazione in termini di civic engagement, ovvero atteggiamenti, conoscenze, abilità e comportamenti che intendono migliorare la società e che traggono origine dal desiderio - o dalla motivazione - di costruire e incrementare il bene comune. Qui abbiamo voluto valorizzare tutte le forme di partecipazione - a scuola e fuori, in associazioni di volontariato, in politica - mostrando tutte le numerose sfaccettature del tema e restituendone al lettore un quadro articolato e, per certi aspetti, anche inatteso. -
Teen immigration. La grande migrazione dei ragazzini
Sono più di 45.000 i minorenni sbarcati in Italia negli ultimi tre anni. Ragazzi, poco più che bambini, che si sono messi in viaggio da soli dall'Africa dell'Est, dal Maghreb e dal Corno d'Africa. In tutta la storia d'Europa non si era mai verificata una migrazione di ragazzini di queste dimensioni. Per capire cosa stia accadendo servono intelligenze nuove e occhi (e cuori) capaci di leggere in filigrana la varietà delle storie individuali. Partono bambini, poi tutto cambia: paura, prigionie, lavori forzati, torture, abbandoni, solitudini grandissime ritornano nei racconti dei ragazzi che sono riusciti a raggiungere l'Italia. Il viaggio li trasforma, li rende grandi molto in fretta, li separa forzatamente dai propri affetti ma, al tempo stesso, amplia la loro capacità di adattarsi, di apprendere nuove lingue e nuovi stili di vita. Il libro racconta le storie di molti di questi ragazzi. Narra i loro percorsi di integrazione e le loro attese, i progetti e le speranze, la loro nostalgia di casa e la voglia di futuro. Ma il libro racconta anche la storia delle Autrici, del giorno in cui non è bastato più studiare, capire, scrivere e hanno deciso di aprire le loro case. E tutto è cambiato per sempre. -
San Paolo e le donne
Sono molte le donne che compaiono negli Atti degli Apostoli e nelle lettere di san Paolo: amiche, sorelle e testimoni che collaborano alla missione della Chiesa nascente. Alcune sono citate solo col nome, di altre invece, sia pure nella brevità di una frase o di un inciso, si tratteggia qualche caratteristica o qualità saliente. e nei confronti di tutte traspare un atteggiamento di stima, a volte anche la riconoscenza per il lavoro svolto o l'attestazione di un'amicizia nata dalla condivisione di fatiche e sofferenze. Il che sembra contraddire le interpretazioni di san Paolo come misogino che chiede alle donne sottomissione e silenzio (interpretazioni poggiate per lo più sulle lettere 'pastorali', appartenenti a una situazione ecclesiale posteriore). In realtà, come emerge dai ritratti delineati qui da un gruppo di teologhe di paesi e culture diverse e dal contributo finale di romano Penna, una delle massime autorità in letteratura paolina, le 'donne di Paolo' sono donne indipendenti, di buona posizione sociale ed economica, che hanno contribuito fattivamente all'espansione missionaria; donne forti che «hanno combattuto per il Vangelo»; mogli che nella coppia condividono pari dignità col marito; ragazze che hanno il dono della profezia o sono possedute dallo spirito; vedove che si mettono al servizio dei credenti; diaconesse che in prima persona insegnano, predicano e fondano Chiese domestiche. Apostole e missionarie, quindi, la cui vocazione non è né il silenzio né l'invisibilità, ma che diffondono ovunque il profumo del Vangelo con trasparenza e coerenza di vita. una lezione antica per i nostri tempi. -
Il pedagogista nei servizi alla persona e nelle politiche giovanili
In tempi di complessità sociale e di crescenti bisogni e fragilità delle persone, occorre fornire risposte non improvvisate ai diversi mondi educativi, prestando attenzione alle dimensioni relazionali che si sviluppano all'interno dei servizi. In tale prospettiva il volume analizza il ruolo chiave esercitato da educatori e pedagogisti sia nell'ambito dei servizi alla persona, sia nel contesto degli interventi a favore dei giovani e delle loro creatività. Il profilo multidimensionale del pedagogista come professionista chiamato a operare in ambiti differenti risulta centrale per affrontare le molteplici sfide educative dei nostri giorni e per approntare modalità operative sempre più inclusive e promozionali. -
La politica pura. Il laboratorio di Gianfranco Miglio. Atti del Convegno
Nel corso della sua carriera Gianfranco Miglio (1918-2001) percorse sentieri inesplorati e formulò ipotesi eterodosse, muovendosi progressivamente dallo studio delle origini del diritto internazionale alla storia delle dottrine e delle istituzioni politiche, fino alla Begriffspolitik: una «politologia concettuale» ispirata a grandi maestri come Tönnies, Weber, Mosca, Pareto e Schmitt, oltre che ai classici esponenti della tradizione del realismo politico. La libertà che sperimentò nel suo laboratorio teorico lo fece apparire a lungo come un personaggio scomodo, irritante e solitario. Ma è forse proprio quella libertà a fare oggi di Miglio una sorta di moderno classico. A cento anni dalla nascita, questo volume esplora le molteplici direzioni in cui si mossero le ricerche dello studioso comasco. Le voci di Bassani, Cacciari, Campi, Colombo, Duso, Galli, Leonida Miglio, Ornaghi, Palano, Parsi, Schiera e Tronti tornano così a valorizzarne le intuizioni e l'audacia prospettica, pur senza esitare a segnalarne i nodi problematici e le ambivalenze. Forse proprio l'eterogeneità delle letture dimostra quanto l'eredità di quell'avventura intellettuale si riveli ancora preziosa. E come il laboratorio di Gianfranco Miglio, il nitore delle sue eleganti costruzioni e l'edificio incompiuto della sua «teoria pura» della politica continuino a offrire formidabili sollecitazioni. -
Dove abita la luce? Figure in cammino sulla strada della Parola
Una lettura vertiginosa del testo biblico, che ce lo svela come una straordinaria scuola di umanità, un viaggio nel cuore dell'essere umano nel suo dialogo con Dio.rn«Può la teologia tornare a vestire i panni di «scienza interpretativarndel mondo»? Teresa Bartolomei, docente all’Università Cattolica di Lisbona,rnrilegge il racconto biblico come «manuale di istruzioni» per un nuovornpatto fra l’uomo e il mondo. Il cantiere, dice, è già aperto» - Corriere della Serarn«La tesi sostenuta da Teresa Bartolomei, è che la vicendarndel diluvio non giustifica in nessunrnmodo l’immagine di un Dio sadicorne vendicativo. Piuttosto è la violenzarndegli uomini a fornire una profeticarnversione di quella «devastazionernantropica dell’ecosistema» denunciatarnda più parti come il problemarnpiù urgente del nostro tempo» - RobinsonrnUna fedele lettrice della Bibbia ne incontra due figure tra le più note, Noè e Giuda: il risultato è un libro che ci conduce a riscoprire quanto abbiano da dirci ancora i due popolarissimi personaggi della Scrittura. La storia di Noè, di grande potenza immaginifica con quell'arca carica di animali sballottata dalla furia del diluvio, rivela tutta la sua realistica urgenza in questo nostro tempo in cui la grande potenza tecnologica mette l'uomo in condizione, come mai prima, di distruggere la terra. E il tradimento di Giuda, da parte sua, ci interroga sulla perdizione massima - tradire un amico, tradire Dio - e sulla sua terribile soluzione. Pur nella diversità di contesto narrativo, queste storie ci sembrano parlare entrambe di un destino di colpa e di tragica maledizione, di un collasso della speranza. E invece Teresa Bartolomei fa dei due protagonisti delle 'figure in cammino' verso la luce della Parola, capovolgendo la loro sorte e convertendo il nostro sguardo. La teologia della maledizione del diluvio viene confutata - Dio non punisce - e rovesciata nella teologia dell'ecocidio, vera e propria teologia della seconda creazione. L'uomo ha distrutto il suo ambiente, la casa che gli era stata donata, ma Dio gli propone una nuova forma di convivenza, che passa dal coinvolgimento attivo dell'uomo. Davanti alla minaccia di un ecocidio fatto di alterazioni climatiche, consumo dissennato delle risorse naturali, riduzione della diversità biologica, Dio propone a Noè e a tutti noi di salvare la vita del pianeta costruendo nuovi habitat, nuove arche, nuovi modelli di vita individuale e collettiva. Allo stesso modo, Giuda ci viene restituito come 'figura' - cioè come luogo teologico di rivelazione - di ogni uomo che consegna Dio scambiandolo per una manciata d'argento, di godimento, di vanità, di dominio. Figura della condizione umana prima di essere redenta da quell'unico uomo che non tradisce, che non consegnerà mai Dio al male, ma che si lascia anzi consegnare al suo posto: Gesù Cristo. -
Il desiderio. Non siamo figli delle stelle
Quello del desiderio è un tema caldo nel dibattito attuale, oggetto di analisi riguardo alle sue modalità e anche di interessata attenzione da parte della società dei consumi. In questa arena di discussione il filosofo Silvano Petrosino si inserisce con un approccio nuovo, cercando vie d'indagine che escano dal seminato della riduzione banale. In continuo dialogo con il pensiero di Heidegger, Sartre, Kojève, Lévinas e soprattutto Lacan, egli arriva a rintracciare nel desiderio quel particolare modo di essere dell'umano che lo distingue da tutti gli altri viventi, quella 'stranezza' già riconosciuta dai tragici greci che rimanda a una 'mancanza' incolmabile, ben diversa dall""assenza' del bisogno, che invece può essere colmata e soddisfatta. Il desiderio si manifesta dunque come tensione a un qualcosa d'altro mai racchiudibile nel possesso, una tensione in cui troviamo la radice stessa dell'identità dell'umano, sempre aperta a un'eccedenza che spiazza ogni pretesa di dominio. E in questa sorprendente, libera e positiva 'scena umana' abitata dalla mancanza radicale si apre infine la possibilità di pensare a Dio, non come colui che spegne il desiderio umano, come riempimento di un vuoto a mo' di tappabuchi, ma come colui che ne è la sorgente e non finirà mai di accrescerlo.""