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Ricettario dei luoghi immaginari
Attenzione. Questo libro contiene una zuppa di demone, un'omelette di drago, dita di mago, hamburger di dinosauro e perfino un cocktail di sangue fresco. Tutti (molto) commestibili, ovviamente con l'indicazione di come sostituire le introvabili uova di drago e altri ingredienti immaginari. Il fatto è che, come colleziona letture, Alberto Manguel fin da ragazzino raccoglie, sperimenta e inventa ricette e qui unisce entrambe le passioni facendoci sedere a tavola con i suoi personaggi preferiti, sullo sfondo dei luoghi letterari più fantasiosi di sempre. Partiamo così per un grand tour di antipasti, primi, secondi e dessert, senza dimenticare salse e bevande, per ognuno dei quali ci fornisce dosi e istruzioni dettagliate e l'assicurazione di aver provato e gustato personalmente ogni ricetta. Di portata in portata, facciamo tappa nel Bengodi di Boccaccio, al Jurassic Park di Crichton, nella Babele di Borges, nel Paese di Oz, a Shangri-La, nell'Ultima Thule, e via nelle storie più belle della letteratura. Vogliamo assaggiare la torta di compleanno degli Hobbit della Contea? O il nettare di sole del Flauto Magico? La salsa al burro che costò cara al gigante Scassanaso nelle Avventure di Pantagruele? O le crocchette preferite da Sancio, il fedele scudiero di don Chisciotte? Ora possiamo, con un godimento non solo culinario ma anche della nostra immaginazione letteraria, perché, come chiosa Manguel, «sotto ogni forma e foggia, dagli elaborati banchetti di Atlantide al più frugale pasto di Robinson Crusoe sull'isola, tutto il cibo (come ci racconta la letteratura) è essenzialmente la prova della nostra umanità condivisa». -
Dalla metafisica all'ermeneutica. Una scuola di filosofia a Urbino
L'Università di Urbino è stata (ed è ancora) ricca di presenze sul piano dell'insegnamento e della ricerca filosofica, almeno sin dagli anni 1937-‘38 quando venne istituita la facoltà di Magistero. Di spicco tra i docenti, per produzione filosofica e per capacità di coinvolgere gli studenti, Gustavo Bontadini, che vi tenne cattedra dal 1940 al 1950, nel periodo in cui andava approfondendo la sua prospettiva metafisica in dialogo con l'idealismo gentiliano. Alla sua partenza da Urbino per l'Università Cattolica di Milano, Bontadini lasciava un allievo, Enrico Garulli, che avrebbe dato alle sue ricerche una curvatura da storia della filosofia. Un altro laureato di Bontadini, questa volta all'Università Cattolica, don Italo Mancini, venne chiamato dal rettore Carlo Bo, alla fine degli anni Cinquanta, a insegnare Storia del cristianesimo prima e Filosofia della religione poi; più tardi tenne le cattedre di Filosofia teoretica e di Filosofia del diritto nella Facoltà di Giurisprudenza. Da un interesse prettamente ontologico (la questione del possesso razionale dell'intero e la questione di un'ulteriorità ontologica configurata come la questione di Dio), Mancini è approdato a una forma di filosofia della religione, intesa come ermeneutica filosofica della rivelazione (kerygma). Attorno a Mancini si è costituita una vera scuola e una decina di allievi si sono successivamente incardinati nell'Università di Urbino, nel settore della filosofia teoretica e delle filosofie cosiddette seconde. Senza dimenticare che, per impulso di Mancini e dei suoi allievi, si sono sviluppate nella città feltresca iniziative culturali ed editoriali di larga risonanza. -
I volti della povertà. Temi, parole, fonti per la storia dei sistemi di supporto sociale tra modernità e globalizzazione
Negli ultimi anni si è assistito a crescenti difficoltà per le prospettive evolutive della ricerca dedicata ai temi della povertà e dell'innovazione istituzionale realizzata per affrontarla. Tuttavia, questo indirizzo di studi continua a offrire interessanti spunti di indagine e preziose indicazioni per le politiche di contrasto alle vecchie e nuove forme di marginalità, soprattutto in termini di coinvolgimento e valorizzazione delle comunità, dei corpi intermedi, delle intuizioni carismatiche che, nel corso del tempo, hanno dato respiro alla prospettiva sussidiaria di costruzione di una società più equa. Proprio grazie ai suddetti spunti di indagine, e alle correlate indicazioni per le politiche di intervento, la storia può aiutare a costruire la pace sociale, a perseguire la giustizia compensando le disuguaglianze, a rafforzare il contesto istituzionale odierno, nazionale e internazionale. L'obiettivo di questo volume è discutere il tema della povertà nella storia, analizzando le prospettive di ricerca più recenti e innovative perseguite a livello europeo, delineando il profilo di un nuovo lessico interdisciplinare storicamente fondato e individuando nuove fonti per le indagini storiche. -
Leggere per interpretare, interpretare per leggere. Il ruolo della grammatica nell'esegesi cristiana antica
Il volume esamina le pratiche di lettura e di esegesi dei testi degli autori cristiani tra secondo e terzo secolo, in particolare Ireneo di Lione, Tertulliano, Giustino, Clemente Alessandrino e Origene. L'indagine è svolta in una prospettiva comparativa, volta a favorire il confronto con gli autori non cristiani contemporanei, Plinio il Giovane, Aulo Gellio ed Elio Aristide tra gli altri, per individuare gli aspetti condivisi e quelli specifici dell'ambito cristiano. Il riferimento comune è lo schema della grammatica tradizionale greco-romana, elaborato da Dionisio Trace e successivamente codificato da Quintiliano e Apollonio Discolo. A partire dal concreto atto della lettura, prima e fondativa parte della τέχνη grammaticale, il volume approfondisce il ruolo degli strumenti grammaticali ai fini dell'ermeneutica delle Scritture, un aspetto decisivo dell'esegesi cristiana dei primi secoli. La lettura costituisce la base su cui si fonda l'interpretazione e quest'ultima a sua volta determina il modo in cui il testo biblico viene concretamente letto. Le modalità di lettura così delineate gettano nuova luce sul processo di costituzione del canone cristiano delle Scritture e sulle dinamiche dell'autodefinizione religiosa e intellettuale delle prime comunità cristiane nel variegato panorama culturale e sociale dell'epoca. -
Vi scrivo dal treno. Diario e lettere di Armida Barelli
La pubblicazione del Diario e di alcuni scritti inediti di Armida Barelli ci permette quasi di 'ascoltare' la sua voce, di restituirle la parola e, nello stesso tempo, di continuare a studiare e approfondire la figura e l'opera di questa donna che ha un posto centrale nella storia del movimento cattolico, e del movimento femminile in particolare, tra fine Ottocento e prima metà del Novecento in Italia. Riprendere in mano i documenti che la riguardano ci aiuta a riscoprire la sua vita, la sua fede, la sua fiducia incrollabile in Dio, negli altri, nel mondo; la passione per il Regno di Dio che fu lo scopo di tutta la sua vita. Presentazione di Ernesto Preziosi. -
Il gesto digitale. L'arte nello spazio del virtuale
Dal primo computer comprato «senza entusiasmo» vent'anni fa per sbrigare la posta elettronica fino alla sperimentazione quotidiana «di possibilità, di linguaggi, di esperienze virtuali e concrete insieme» che stanno trasformando profondamente la ricerca espressiva. A ripercorrere questo imprevedibile viaggio attraverso le frontiere aperte dal digitale è Raul Gabriel, artista visivo impegnato su fronti molteplici. Un «autodidatta irriducibile», sempre pronto a scontrarsi con gli strumenti del proprio lavoro: «Solo così – scrive – riesco ad appropriarmene». Giorno dopo giorno il digitale è diventato il prolungamento della mano, come un pennello, una fotocamera, una penna, uno scalpello. Tutti a portata di un click, privi di peso ma non di sostanza; tutti intercambiabili, non sempre fluidi ma estremamente sovversivi nella loro contiguità spiazzante. Il libro è traccia e racconto di una scoperta sorprendente, ovvero quanto il digitale sia oggi la camera sperimentale galileiana che permette di verificare intuizioni filosofiche ricavate per sillogismo lungo i secoli. Il digitale, luogo in cui è possibile dimostrare filosofia, essenza, sostanza e forma, terreno di coltura delle ‘staminali digitali', come le definisce Raul Gabriel con un termine decisamente inedito che trasporta il lettore nel nuovo ibrido in grado di rivelare il corpo più del corpo stesso. Per dirla con le parole di Roberto Diodato: «Eppure tutto ciò è soltanto una parte della ricchezza di questo piccolo libro prezioso, entrare nello studio di un artista, nella mente, nel gesto e nello spazio, questo è il resto affascinante e impagabile che questa lettura ci offre». -
L'Epicuro di Bignone cent'anni dopo
Nel 1920 Ettore Bignone, reduce dal successo del suo Empedocle e da tempestose vicende accademiche, pubblicava la prima traduzione moderna di Epicuro: si trattava dei testi trasmessi da Diogene Laerzio, con prudenti integrazioni dai papiri ercolanesi allora noti, e con attenzione all'iscrizione di Diogene da Enoanda. Il libro venne accolto con grandi riconoscimenti in Italia e all'estero, e rappresenta uno dei massimi successi scientifici del Bignone. Il presente volume, la cui idea nacque in un seminario bresciano del 2020, raccoglie contributi che delineano la figura di una delle personalità di maggiore importanza nella cultura italiana della prima metà del Novecento. Studioso forte e determinato, capace di progetti di grande respiro, traduttore efficace sia di poesia greca sia di filosofia, il Bignone resta ancora oggi una figura ammirata e insieme controversa. A distanza di più di sessant'anni dalla pubblicazione della miscellanea Epicurea in memoriam Hectoris Bignone (Genova 1959) e dello studio di Giovanni Semerano (Firenze 1960), questo libro vuole offrire un esame di aspetti centrali della figura, complessa, difficile, affascinante, di uno studioso e intellettuale il cui apporto culturale non si rinchiuse mai nei ristretti orizzonti dell'autoreferenzialità accademica. -
Manifestare e contrastare il dissenso (secoli XI-XIV)
Nei precedenti workshop internazionali, svoltisi nel 2015 e nel 2017, sono state esaminate le forme di governo che cercano legittimazione nel consenso e i modelli adottati a tal fine, nonché i molteplici linguaggi esperiti per ottenere il consenso nella vita sociale, politica e culturale. Ne è emersa la centralità del tema “consenso” per comprendere lo sviluppo delle istituzioni medievali. Questo volume presenta i risultati di un terzo incontro, dedicato all'esame di un aspetto correlato: le manifestazioni del dissenso e le misure prese nei confronti dei dissidenti, in quanto elemento indispensabile per valutare l'effettivo consenso raggiunto da un gruppo o da un'istituzione, proprio a partire dalla sua capacità di reagire e, anzi, utilizzare il dissenso come occasione di crescita e rafforzamento del proprio prestigio. Al centro dell'interesse è l'esame dei linguaggi e degli strumenti che esprimono il dissenso nei diversi campi della vita associata, sia che esso si ponga come elemento di rottura dell'ordine sociale, politico o religioso sia che, una volta incanalato e parzialmente (o totalmente) accolto, finisca per contribuire al rafforzamento degli equilibri di potere. Si lasciano da parte le immagini contrapposte che vedono nel medioevo una società armonicamente coesa, oppure esclusivamente repressiva, per farne invece emergere l'aspetto di un laboratorio dal quale si sono originate, non senza conflitti, le moderne società pluraliste. -
Sviluppo economico e violenza politica. Una visione schumpeteriana
Lo sviluppo economico è senza dubbio un obiettivo attrattivo per gli Stati, perché produce ricchezza, benessere e prosperità; tuttavia, solo pochi Paesi al mondo riescono (o sono riusciti, negli ultimi duecento anni) a conseguirlo. Cosa induce uno Stato a intraprendere la strada della modernizzazione economica? Perché, invece, altri Paesi rimangono indietro? Articolando paradigmi già offerti dalla letteratura istituzionalista della scienza politica e della storia economica, in Sviluppo economico e violenza politica Emanuele Castelli propone unmodello interpretativo della transizione alla modernità basato su interessi e incentivi delle élites, spiegando - attraverso il concetto di ""distruzione creatrice"""" introdotto da Schumpeter -perché lo sviluppo non rappresenti un processo semplice da avviare e da gestire. In particolare, il libro sottolinea il ruolo svolto dall'innovazione tecnologica nella produzione dei settori-guida dell'economia, che a loro volta sembrano essere legati ai cicli economici e di leadership nel sistema internazionale. A partire da queste ipotesi, l'Autore discute i risultati di due studi quantitativi sul rapporto tra modernità e violenza politica, dimostrando chelo sviluppo economico può anche produrre effetti pacificanti sulla politica estera degli Stati e diminuire il rischio di guerre civili."" -
Grandi maestri di fronte a Dante
Considerando gli innumerevoli studi dedicati a Dante nel corso dei secoli, resta da chiedersi come possa un solo autore così distante nel tempo essere ancora oggetto di sempre nuove riflessioni sui temi più vari dell'esistenza umana. La sua incomparabile apertura speculativa riporta l'attenzione su problematiche sempre vive e attuali e i grandi rappresentanti della letteratura, della filosofia e della storiografia considerati in questo volume hanno potuto cogliere in Dante, ciascuno dal suo specifico angolo visuale, una capacità dialogica tale da consentire una serie di inesauribili approfondimenti. Frutto della collaborazione tra il Dipartimento di Studi medioevali, umanistici e rinascimentali e il Dipartimento di Filosofia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, il volume raccoglie gli atti del Seminario dantesco permanente nato dall'idea di mostrare come grandi studiosi della modernità e del Novecento abbiano rivissuto la figura di Dante, la sua biografia e la sua opera. In queste pagine egli diventa una specie di cartina tornasole capace di mettere in evidenza le peculiarità di chi si misura con lui e al contempo una sorta di specchio che cambia con il variare degli osservatori, facendone emergere di volta in volta il profilo. Leggere e interpretare Dante ha, infatti, significato per la cultura occidentale ridefinirne l'immagine, vivendola alla luce di una più generale visione del mondo. Le mille facce del prisma della fortuna dell'Alighieri negli àmbiti più significativi della cultura moderna e contemporanea diventano così lo specchio in cui essa si riflette e grazie al quale si interroga. -
Onorevole ministra. Il ruolo delle donne ministro nella nascita e nello sviluppo del Servizio Sanitario Nazionale
Il Servizio Sanitario Nazionale è nato con una ministra, Tina Anselmi, ed è poi cresciuto grazie ad altre donne che hanno ricoperto questa importante carica: Mariapia Garavaglia, Rosy Bindi, Livia Turco, Beatrice Lorenzin. Questo libro vuole raccontare la loro esperienza da un punto di vista tanto professionale quanto umano: le ambizioni e le responsabilità, le soddisfazioni e le delusioni legate a questo ruolo politico, in particolare per quanto riguarda le difficoltà dovute al contesto tradizionalmente maschile in cui hanno dovuto operare. Lunghe interviste a ciascuna delle ministre ne indagano le storie di vita e il coinvolgimento nell'impegno istituzionale, fatto di vittorie e sconfitte, eredità lasciate e visione del futuro, tutte al femminile, a tutela della Salute. -
Agonie dell'impero. Il potere americano da Clinton a Biden
La sconfitta di Donald Trump nel novembre 2020, seguita dall'attacco al Congresso degli Stati Uniti il 6 gennaio 2021, ha rappresentato un punto di svolta nella storia della repubblica americana, divisa in patria e di fronte a un mondo scettico sulle sue pretese di essere la ""nazione indispensabile"""" nella politica mondiale. Appare chiaro che i prossimi anni saranno quelli decisivi per gli Stati Uniti. Ma come si è giunti a questo punto? Michael Cox, uno dei principali studiosi di politica estera americana, delinea i modi in cui cinque presidenti americani molto diversi tra loro - Clinton, Bush, Obama, Trump e ora Biden - hanno affrontato la complessa eredità dei loro predecessori, occupandosi di problemi a lungo termine, nella gestione di un impero sotto stress crescente. Si definisce così un quadro per rileggere la politica estera degli Stati Uniti dalla fine della Guerra Fredda a oggi, dal post-comunismo all'era del terrorismo (Clinton e Bush jr), da un """"post-american world"""" all'era del populismo (Obama e Trump), fino alla confusa epoca attuale, dove quel che peserà di più, secondo Cox, sarà la capacità di ricostruire un'unità del Paese. Il tutto senza mai perdere di vista una domanda fondamentale: l'America può continuare a essere una superpotenza mondiale o sta affrontando un declino senza ritorno?"" -
Umanesimo e teologia
Dopo ""Paideia"""", il monumentale saggio sulla formazione dell'uomo greco, divenuto uno dei cardini della riflessione culturale della nostra epoca, Werner Jaeger ricerca, nella conferenza del 1943 che qui riproponiamo, le radici dell'Umanesimo europeo. E le trova aprendo una via diversa rispetto alla convinzione consolidata secondo cui l'Umanesimo nasce da una rottura rispetto al Medioevo 'teologico' e a favore di un ritorno alla classicità centrato su una nuova concezione della natura umana. È vero, come ricorda qui lo stesso Jaeger, che gli umanisti rinascimentali ammiravano e desideravano far rivivere l'antica cultura della Grecia e di Roma e ritenevano il Medioevo un periodo barbaro che aveva interrotto il progresso della civiltà classica, ma il loro rifiuto era indirizzato principalmente alla forma degenerata della tradizione scolastica, con il risultato di offuscare la grande portata 'umanistica' di autori medievali - primo fra tutti san Tommaso, ma anche Dante - che seppero arricchire di universalità il pensiero di Aristotele e di Platone. Il cristianesimo, fondato sull'Incarnazione, trae da essa la ragione profonda della dignitas hominis, riprendendo il lascito greco della virtù come 'conversione' dal mondo dell'illusione sensibile al mondo dell'essere vero e unico che è il bene assoluto e desiderabile. Lungi dal rappresentare una rottura, il Medioevo emerge dunque come il compimento dell'anelito a quell'«Umanesimo integrale» che, pochi anni prima della conferenza di Jaeger, Maritain aveva così formulato: «L'uomo è chiamato a un destino migliore che a una vita puramente umana». Una lezione di grande respiro, questa di Jaeger, che giunge «come una freccia acuminata» (per usare le parole di Carlo Ossola nella Presentazione) a illuminare i 'secoli bui' e far risplendere ancora oggi la loro eredità."" -
PNRR e formazione. La via della transizione ecologica
L'Unione Europea ha risposto nel 2020 alla crisi pandemica con un programma per i Paesi membri di portata e ambizione inedite, ilNext Generation EU, che prevede investimenti e riforme per accelerare la transizione ecologica e digitale, migliorare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori, conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale. Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) approvato nel 2021, l'Italia può cogliere l'occasione, nell'ambito del programma europeo, di riprendere un percorso di sviluppo sostenibile e duraturo. A tutti gli attori che saranno coinvolti nella gestione del Piano compete la responsabilità tecnico-operativa e la testimonianza di valori civili che oltrepassino l'interesse individuale o di singole parti. La riuscita del PNRR dipenderà dalla tensione formativa con cui agiremo per la ripresa e la resilienza nel nostro Paese, alle cui fragilità dal punto di vista ambientale, economico e sociale si aggiungono le incertezze dello scenario internazionale. Si avranno concrete possibilità di ripresa e resilienza se riforme, missioni e interventi saranno diretti in modo efficace a disegnare il progetto di una società inclusiva e solidale, a ricostruire il patto educativo tra culture e risorse naturali. È la via della transizione ecologica per il futuro della civiltà umana. -
Fateci domande intelligenti. Adolescenti e adulti alla ricerca di prossimità nelle valli e dolomiti friulane. Nuova ediz.
Gli adolescenti e gli adulti del nuovo millennio sperimentano, per motivi diversi, una condizione inedita di incertezza che si riflette nelle relazioni e si palesa soprattutto nei contesti educativi (famiglia, scuola, parrocchia, vita sociale...). Trovare una ""bussola"""" per orientarsi è una sfida che chiede sia agli uni sia agli altri di cercarsi, trovarsi e comprendersi. Dalla consapevolezza che è compito di tutta la comunità nelle sue molteplici ramificazioni sostenere questa sfida è nata l'iniziativa di ricerca-azione partecipata raccontata nel volume, che ha coinvolto il Tavolo Educativo Don Milani, i Servizi Sociali che operano nel territorio delle Valli e Dolomiti friulane e l'Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo. Il progetto si è avvalso della metodologia già utilizzata per la ricerca nazionale dell'Osservatorio Giovani al fine di dar voce agli adolescenti, avviare uno scambio-confronto con gli adulti e promuovere un'autentica """"generatività sociale""""."" -
Oltrecolore. Hopper, Rothko, Warhol, Basquiat
Ha un significato il colore? È il medesimo per tutti? Che relazione c'è tra i colori e la vita? Sono domande che possono apparire eccentriche, eppure non si può pensare una vita senza colori, una vita 'in bianco e nero' (anch'essi colori!). Come spiega Antonio Spadaro in queste pagine, il colore è uno dei canali attraverso i quali il mondo viene a noi, è un potente tramite di comunicazione, «giunge dall'esterno, da un oltre che offre il senso alle cose di qua, alla vita, agli oggetti. Il colore raggiunge l'artista che lo scopre, è l'intuizione di un mondo che deve ancora venire». Questo libro parla proprio di quattro artisti, protagonisti dell'arte statunitense del Novecento, e del loro percorso di ricerca attraverso il colore: Edward Hopper, Mark Rothko, Andy Warhol e Jean-Michel Basquiat. Le loro opere sono come delle 'icone' che alludono a un 'oltre': icone dell'attesa, della luce, dell'altrove, del lato oscuro. Variazioni di una costante dell'esperienza umana: la vita è radicalmente colorata. Ha sfumature infinite, evidenti distinzioni e trame fitte di relazioni, fino a quello che la poetessa Mary Oliver ha definito lo splash of happiness: «Come potrebbe esserci un giorno nella tua intera vita che non abbia il suo schizzo di felicità?». E lo schizzo è sempre una macchia. Di colore. -
Vita e pensiero (2022). Vol. 2
Storica rivista dell'Ateneo dei cattolici italiani, ""Vita e Pensiero"""", sin dalla fondazione nel 1914, si è proposta come autorevole luogo di confronto e dibattito per la cultura del Paese. Nella consapevolezza che quella che stiamo vivendo è per tutti una stagione ricca di opportunità e rischi, da affrontare con coraggio intellettuale e gusto per la ricerca del vero, dal 2003 """"Vita e Pensiero"""" è stata ripensata nell'impostazione grafica e nel lavoro redazionale. Oltre a temi quali lo sviluppo tecnologico e economico, il progresso delle neuroscienze e della genetica, i nuovi paradigmi della politica e delle relazioni internazionali, l'evoluzione dei mezzi di comunicazione di massa, dedica una particolare attenzione all'attualità, ospitando articoli e interventi di docenti dell'Università Cattolica e di significative voci """"esterne"""", capaci di offrire chiavi di lettura originali sui fenomeni sociali e culturali di oggi e di domani."" -
Contro la perfezione. L'etica nell'età dell'ingegneria genetica
I recenti straordinari progressi dell'ingegneria genetica ci consegnano insieme una promessa e un problema. La promessa è che presto si potrà curare e prevenire un gran numero di gravi malattie. Il problema è che queste nuove capacità scientifiche ci metteranno in condizione di manipolare il nostro organismo, per renderlo più efficiente nelle performance sportive o rispondente a particolari canoni estetici, e soprattutto di progettare i tratti genetici dei nostri figli. La possibilità di intervenire così profondamente sulla natura umana crea indubbiamente perplessità nella maggior parte delle persone. Molti invocano ragioni legate alla ""sicurezza"""" di tali manipolazioni o alla loro """"equità"""", visto che questi interventi sembrano destinati ancora per molto ai mezzi economici di pochi. In realtà, sentiamo che c'è in gioco qualcosa di più. L'inquietudine profonda che proviamo di fronte alle prospettive dell'ingegneria genetica è il punto da cui parte Michael J. Sandel, uno dei filosofi morali più importanti nel panorama statunitense, in questo libro in cui somma una logica rigorosa nello sviscerare i punti di forza e le debolezze delle diverse prese di posizione a una felice capacità di cogliere lo spirito del nostro tempo attraverso il racconto di casi e aneddoti tra i più curiosi ed esemplari. Il fatto è che la ricerca del miglioramento continuo, la tensione sempre maggiore verso un progetto di perfezione hanno a che fare, alla fine, con un impulso di padronanza e dominio individualistico. Essere i 'designers' del nostro corpo o i progettisti dei nostri figli, scegliendone le caratteristiche più gradite al 'supermercato della genetica', anche quando le intenzioni iniziali sembrano legittime e altruistiche, ha un sapore di arroganza che ci fa perdere di vista l'essenza più profonda della natura umana: la sua gratuità. Di più: la sua incoercibile alterità di dono prezioso e per questo unico e irripetibile, da accogliere invece che manipolare, da contemplare invece che dominare. Viviamo in un mondo, afferma Sandel, in cui la scienza cammina più velocemente della comprensione etica. E proprio per questo abbiamo il dovere di metterci al passo. Lo sguardo etico deve prendere il posto che gli spetta nel panorama dell'odierna discussione, perché è l'unico che può dare il giusto rilievo e la vera chiave di lettura al dilemma della nostra epoca: come accettare le promesse della scienza biomedica di prevalere sulla malattia senza compromettere la nostra umanità."" -
Transizioni. Un patto educativo per i minori stranieri non accompagnati
Con questa ricerca si è voluto dare voce alle molte realtà che negli ultimi anni si sono distinte per l'impegno nell'accoglienza e nella costruzione di un patto educativo a favore dei Minori stranieri non accompagnati, nel momento delicato e complesso del passaggio alla maggiore età. Sono giovani che vivono una ""triplice transizione"""": affrontano il superamento dei traumi subiti prima, durante e dopo il viaggio; vivono il passaggio dall'adolescenza alla vita adulta e da un contesto sociale e culturale a un altro. Tratto comune a tutte le realtà intervistate è la consapevolezza della necessità di """"fare rete"""", di stringere un'alleanza sul territorio con le forze migliori per favorire un reale processo di inclusione. In questa prospettiva, l'invito di Papa Francesco a realizzare un Patto educativo globale trova qui un terreno fecondo per porre a dimora il """"seme dell'educazione"""" come elemento di speranza per il futuro: per questi ragazzi, ma anche per le società che li accolgono."" -
L' unica svolta di Bontadini. Dal fideismo attualistico alla metafisica dell'essere
Il pensiero di Gustavo Bontadini (1903-1990) conobbe un'unica frattura, non le due che gli sono imputate da molti studiosi. Dopo aver difeso nella tesi di laurea (inedita, 1925) un fideismo condizionato dall'attualismo, egli mutò orientamento: accertò come infondata la compressione gentiliana del pensiero nel perimetro dell'esperienza, criticò in quanto retorica la dimensione immanentistica dell'attualismo, teorizzò una più sciolta dialettica tra pensiero ed esperienza, rivalutò la metafisica dimostrativa (tutto questo entro il 1929) e abbozzò una protologia in nuce con una variante parmenidea e una tomista (ciò nel 1934, dopo un periodo di malattia). Il volume, che valorizza alcuni inediti e reca in appendice una biografia bontadiniana di Paolo Poli, riaccredita Bontadini, oltre che come grande metafisico anche quale storico attendibile della propria e dell'altrui filosofia.