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Il buon dottore
Frank Eloff è medico, forse solo perché lo era anche suo padre. È sposato, ma solo perché sua moglie non ha ancora ottenuto il divorzio. Lavora presso un ospedale in rovina, privo di mezzi e persino di pazienti. Ma solo perché rimanda all’infinito la decisione di andarsene. Eppure in questa mediocrità, tra compromessi e illusioni, rassegnazione e cinismo, Frank ha trovato un equilibrio. Fino al giorno in cui arriva nel suo ospedale, nella sua camera e nella sua vita Laurence Waters, un neolaureato in medicina che è tutto quello che Frank non è più: giovane, ottimista e pieno di buone intenzioni. E nella selva politica e morale del Sudafrica, basta questo per fare del giovane medico una mina vagante. Anche perché in città qualcosa sta succedendo. Si vedono facce nuove, e se ne rivedono di vecchie. Corre voce che il Generale, il dittatore che governava ai tempi dell’apartheid, sia ancora vivo. E al locale di Mama si è installato un gruppo di militari agli ordini di uno spietato comandante, un uomo che Frank ha già incrociato e avrebbe preferito non incontrare mai più. Così, quando Frank raccoglie la sfida che il giovane Don Chisciotte gli ha lanciato, senza rendersene conto compie un passo irreversibile in uno scenario di intrighi politici, passione e violenza, dove pericolosi fantasmi sono in agguato per regolare i conti di un passato doloroso. -
Fiamme di pietra
Massiccio del Monte Bianco, versante francese. Rémy, guida alpina e maestro di sci, passa le sue giornate portando clienti benestanti a scalare o sciare e intrattenendo con le clienti più belle effimere avventure sentimentali che di sentimentale hanno ben poco. Laure è una di queste: giovane parigina, consulente finanziaria di successo, appassionata di sport invernali. In apparenza è la solita storia, ma solo in apparenza, perché Laure rivela una passione sincera per la montagna come gliela fa scoprire Rémy, e Rémy, dal canto suo, “scopre” una montagna diversa, una montagna vista con gli occhi di Laure. La storia d’amore e d’incomprensione che nasce tra i due verrà risolta in maniera netta dalla montagna dopo una serie di peripezie che vedranno sia Laure che Rémy compiere una discesa all’inferno e tornare. La vera protagonista del romanzo è la montagna con le sue meraviglie e i suoi pericoli, la sua solidità e la sua fragilità, il suo accogliente paesaggio che nel giro di poco può trasformarsi in uno scenario minaccioso. La montagna ha il potere di tirare fuori dall’essere umano la sua parte più profonda, di confrontarlo con l’essenza di ciò che è, libero da qualsiasi condizionamento sociale. La montagna rivela la verità senza fronzoli, quella con cui i nostri eroi dovranno confrontarsi per capire se e su quali basi possa svilupparsi il loro rapporto. -
Tradite
Sotto il regime dittatoriale delle Filippine, tra gli sconvolgimenti politici, Tradite racconta la storia di due sorelle innamorate dello stesso uomo. Una passione che minaccia di portarle a tradirsi l’un l’altra e a rinnegare tutto ciò per cui il loro padre ha combattuto. Timida e idealista, Pilar tenta di continuare la guerra di suo padre contro la dittatura, mentre Lali, appariscente sorella maggiore, sposa il nemico – Arturo, figlioccio del dittatore. Entrambe cercano il loro posto in questo mondo violento, ma riusciranno a far fronte alla corruzione politica e alla spinta irrefrenabile dei loro stessi desideri? Sullo sfondo della turbolenta storia delle Filippine, scavando con mano esperta nei molteplici aspetti della condizione umana, Tradite è un romanzo multiforme e brillante. -
I tuoi figli ovunque dispersi
Nel 1994 la guerra civile etnica tra hutu e tutsi in Ruanda tocca il suo punto culminante. Due popoli che parlano la stessa lingua e hanno gli stessi usi si scannano senza pietà nell’indifferenza, se non con la connivenza, dell’Occidente. Si calcola che in poco più di tre mesi il genocidio dei tutsi ad opera degli hutu abbia portato alla morte di un milione di persone. Blanche è figlia di uomo francese e di una donna tutsi. Miracolosamente scampata al genocidio, vive in Francia. Il padre è scomparso. Nel 1997, quando torna in Ruanda per la prima volta dopo i massacri, si trova davanti uno spettacolo desolante, un paese devastato, ferite ancora aperte che stentano a rimarginarsi. La casa è stata saccheggiata. La madre è sopravvissuta in modo rocambolesco, ma è sconvolta, quasi non parla. Il fratello, figlio di un altro padre di etnia hutu, ha combattuto nella guerra di liberazione, è passato attraverso gli orrori e il sangue, ha disturbi psichici. Blanche intraprende allora un lungo lavoro di riparazione della famiglia lacerata, un minuzioso rammendo degli affetti, delle cose che sono state taciute e della memoria che lei affronta divisa tra Butare, la città ruandese dov’è nata e cresciuta e dove vive il poco che rimane della sua famiglia, e Bordeaux, dove nel frattempo si è sposata, ha avuto un figlio e lavora come infermiera. -
E sempre le foreste
La vita di Corentin non comincia tanto bene. Figlio indesiderato di una madre che appena può lo molla un po’ a chiunque, trascorre la prima infanzia sballottato come un fagotto. La situazione sembra aggiustarsi quando la madre lo lascia davanti a casa della bisnonna e scappa. In campagna, con la vecchia Augustine, Corentin conosce finalmente la gioia, si fa degli amici, cresce sano in mezzo alla natura. Terminata la scuola, va in città a fare l’università e lì gli si apre un mondo nuovo. Poi quel mondo finisce. Quando succede, Corentin è in un sotterraneo della città a sbronzarsi con gli amici. Una fiammata improvvisa, gigantesca, devastante. Un calore inconcepibile, e tutto ciò che c’è di vivo sulla terra muore. Per Corentin comincia l’odissea della sopravvivenza, il viaggio per raggiungere casa della bisnonna attraverso un mondo devastato e disseminato di cadaveri, gli incontri con rarissimi sopravvissuti stravolti, la ricerca affannosa di cibo in un paesaggio carbonizzato dove la modernità non esiste più – niente più telefoni, elettricità, trasporti, ospedali – dove neanche la natura esiste più – niente animali, alberi, piante, insetti – dove l’acqua è contaminata, la pioggia è acida, le stagioni sono sballate e il pianeta è perennemente avvolto da una coltre di nubi che non lascia vedere il sole. Un avvertimento all’umanità di ciò che potrebbe succedere se continua a scherzare col clima. -
Ex figlio
Dopo essere stato calpestato dalla massa presa dal panico, Cysk, studente di musica di 16 anni, cade in coma. La maggior parte delle persone lo abbandona: sua madre, la sua ragazza, il medico che dovrebbe curarlo. Solo sua nonna resta al suo fianco e si prende cura di lui. E lo fa – cocciuta, inesorabile – per giorni, mesi, anni. Il giorno della sua morte improvvisa sarà anche il giorno in cui Cysk tornerà alla vita, per scoprire che il suo paese è persino più in coma di lui: il presidente è lo stesso, lo stesso il grigiore, le stesse le repressioni e la mancanza di libertà. C’è speranza nei giovani? C’è speranza nelle manifestazioni? C’è speranza di cambiare? Chiediamocelo insieme a lui. -
Storia della mia faccia
Quanto la faccia che abbiamo corrisponde alla persona che siamo? Cosa ci racconta una faccia della storia e della geografia da cui veniamo? Quanto ci dice delle possibilità che ci sono state concesse? O di quelle che ci sono state negate? L’osservazione della propria faccia allo specchio, è per la scrittrice e monaca buddhista Zen Ruth Ozeki abile pretesto e preziosa occasione per raccontare alcuni frammenti della propria vita e formazione, bambina e poi ragazza cresciuta da madre giapponese e padre americano di razza caucasica nel Nord America degli anni cinquanta e poi sessanta. Monaca buddhista, attenta alla tradizione Zen secondo cui “la tua faccia prima che nascessero i tuoi genitori” è la tua faccia originale, Ozeki inizia le sue divagazioni su identità e razza chiedendo: «Che aspetto aveva la tua faccia prima che nascessero i tuoi genitori? Alla domanda risponde con questo breve memoir che è un’attenta esplorazione sociologica, politica, poetica, filosofica, spirituale e sentimentale. -
Juan de Mairena. Sentenze e arguzie, appunti e ricordi di un professore apocrifo
Pubblicata per la prima volta nel 1936, Juan de Mairena. Sentenze, arguzie, appunti e ricordi di un professore apocrifo è una raccolta di brevi saggi e provocatorie “sentenze” del grande poeta spagnolo Antonio Machado. Il protagonista, un personaggio di finzione, medita insieme ai suoi studenti su vari aspetti della società, della politica e della cultura. Costruito come una raccolta di frammenti apocrifi, Machado vi affronta la filosofia, l'arte e la letteratura. Dall’aforisma, al paradosso, passando per l'adagio, l'erudizione, l'introspezione e la retorica come arte, senza dimenticare l’umorismo e la saggezza dei detti popolari, Mairena testimonia il cambiamento sociale della sua epoca. Dopo un periodo di egemonia della borghesia legata alla Chiesa e alla monarchia, i movimenti anarco-socialisti portarono alla rinascita della Spagna con la Repubblica, proclamata nel 1931 che ebbe termine nel 1939 con la vittoria della guerra civile del fascismo franchista. -
Le origini della rovina attuale
I quattro saggi da cui è composto questo volume corrispondono alle ricerche che David Graeber intraprese negli anni Ottanta del secolo scorso all’università̀ di Chicago. Raccolti in volume con altri nel 2007, sono uno studio antropologico delle origini del capitalismo. Visto il carattere totalizzante di quest’ultimo, esaminarle dà modo di riflettere sulle infinite possibilità̀ alternative, sempre presenti, di intendere e di vivere le relazioni sociali, i desideri, il mondo. Buone maniere, individualismo, gerarchia, proprietà̀, una critica (alla critica) del consumo, il ribaltamento dei modi di produzione, la creatività̀ sociale e il feticismo, sono solo alcuni dei temi affrontati in questa raccolta. Graeber, anarchico e tra i più brillanti antropologi della sua generazione, ha partecipato al movimento altermondialista ed è stato tra i principali agitatori di Occupy Wall Street. -
La signora del martedì
Tre personaggi che la vita ha maltrattato. Bonamente Fanzago, attore pomo dal nome improbabile che un ictus ha messo in panchina e che assiste angosciato all'ascesa dei giovani concorrenti. Tiene duro aspettando che ogni martedì una donna affascinante dal passato misterioso paghi i suoi servizi da gigolò alla pensione Lisbona, un alberghetto poco frequentato dove il proprietario, il signor Alfredo, vive la sua condizione di travestito nascondendosi da un ambiente ipocrita e perbenista. Tre esseri umani sui quali la società si accanisce proprio perché più fragili, ma che troveranno il coraggio di difendersi. Non sono eroi senza macchia né paura, hanno debolezze, hanno commesso errori e a volte azioni riprovevoli. Ma soprattutto aspirano ad amore e rispetto. Quando un imprevisto darà il via a una girandola di effetti collaterali, per i nostri tre personaggi diventerà questione di vita o di morte scavare, dentro di sé e nel proprio passato, per trovare le risorse necessarie a tirarsi fuori dai guai. -
Non lasciare la mia mano
Un omicidio non è un omicidio se non c'è un cadavere, e il cadavere di Liane Bellion non si trova. Eppure ci sono schizzi di sangue nella sua camera d'albergo. Ed è sparito un coltello. E qualcuno giura di aver visto il marito, Martial, spingere un carrello fino al parcheggio con fare sospetto: il cadavere della moglie? È la settimana di Pasqua e l'isola della Réunion, paradiso tropicale francese in mezzo all'oceano Indiano, pullula di turisti, il che non impedisce alla giovane e ambiziosa comandante della brigata di gendarmeria, Aja Purvi, di affrontare il caso senza riguardi per nessuno. Nelle indagini è coadiuvata dal fido sottotenente Christos Konstantinov, uno strampalato cinquantenne che sull'isola è soprannominato il ""profeta"""", gran bevitore e fumatore di marijuana nonché fine investigatore. È caccia all'uomo sull'isola intensa, come i francesi chiamano La Réunion: un vulcano di più di duemila metri circondato da deserti di cenere, foreste tropicali e barriere coralline; uno scoglio nell'oceano popolato da un variopinto miscuglio di razze unico nel suo genere. La rocambolesca fuga del protagonista ha dell'incredibile: come fa un uomo solo, con una bambina di sei anni al seguito, a sgusciare continuamente tra le maglie dello spiegamento di forze più imponente che sia mai stato messo in atto sull'isola? Ma forse c'è lo zampino di una misteriosa dama azzurra con l'ombrello..."" -
Occhi selvaggi
Anni ‘60, in Umbria. Un bambino di sei anni, Marco Primavera, si trasferisce con la sua famiglia da una città a un paesino solitario arroccato in cima alle montagne. L’impatto con la mentalità dei pochi abitanti e con la potenza strabordante della natura è per lui subito traumatico, aggravato dall’improvvisa scomparsa della mamma e dalle difficoltà economiche del padre. Col passare degli anni, però, mentre arrivano lontanissimi gli echi di un mondo che si sta radicalmente trasformando attraverso l’industrializzazione e la politica, Marco e i suoi fratelli imparano sperimentando le avventure di ogni giorno ad apprezzare il lato positivo di certe regole di vita selvagge ma fortificanti, che diventeranno armi fondamentali per affrontare a viso aperto il più vasto territorio della vita adulta. -
Prima della fiammata rossa
Se pensiamo alla Cambogia degli anni Settanta ci vengono subito in mente i Khmer rossi e le atrocità da loro commesse. Pochi però ricordano la guerra civile altrettanto atroce che ha preceduto l’avvento del famigerato Pol Pot. Nel 1970 un colpo di Stato guidato dal generale Lon Nol, appoggiato dagli Stati Uniti, destituisce il regnante principe Sihanouk. Da allora e fino al 1975 la Cambogia è devastata da una guerra fratricida che vede contrapposti l’esercito regolare di Lon Nol, che per governare si serve del consiglio di strampalati maghi e indovini, le milizie di Sihanouk, che si rifugia in Cina, e le milizie dei Khmer rossi, sostenuti dai vietcong, che nel 1975 prenderanno definitivamente il potere. Saravouth è figlio di una professoressa di letteratura al liceo francese di Phnom Penh e di un modesto funzionario amministrativo. Nel 1971 ha undici anni. È un bambino sveglio, pieno d’immaginazione, che ha un talento speciale per gli scacchi, gioco in cui sfida e batte regolarmente il padre. All’improvviso però la guerra bussa alla porta e Saravouth si ritrova proiettato in un mondo ostile popolato da gente armata e coccodrilli, torme di sfollati e cadaveri che galleggiano sul Mekong. Travolto dagli eventi, è costretto a un periplo degli orrori in cui conoscerà la fame e le pallottole, le puttane di Boeung Snor e le partite a scacchi con gli ufficiali americani. Un percorso più che avventuroso che lo farà crescere molto, troppo in fretta. -
Attraversare la notte
In quanto comandante di polizia giudiziaria, le giornate di Jourdan sono un susseguirsi di cadaveri, balordi in fuga, scene di orrore e disperazione, sangue. Non ne può più, è esaurito, ha il disgusto per la vita che fa. Eppure è un bravissimo poliziotto, al comando di una squadra di giovani affiatati, ma quel lavoro lo assorbe troppo, l’ha portato gradualmente ad allontanarsi dalla moglie, si sente svuotato e solo. Louise abita in un piccolo appartamento con il figlio Sam, di otto anni. È ancora molto giovane, viene da una prima fase di vita segnata dalla scomparsa prematura dei genitori, poi da alcuni anni di droga ai quali è miracolosamente sopravvissuta. Sbarca il lunario facendo assistenza agli anziani a domicilio e vive terrorizzata dall’ex compagno, un violento che la minaccia, la segue, la picchia. In una Bordeaux invernale spazzata dalla pioggia e dal vento le loro strade si incontrano mentre Jourdan è impegnato a dare la caccia a un assassino di donne, un individuo spietato dall’aspetto ordinario, insospettabile. Tre vite arrivate a un punto critico, tre percorsi che si intrecciano nel fango, reale e metaforico, di una metropoli violenta e indifferente. Chi dei tre riuscirà a venire fuori dal fango? E come? -
Trasparenti
Trasparenti è il ritratto di Luanda oggi, città che ha visto almeno decuplicare, nelle ultime quattro decadi, la sua popolazione a causa della guerra civile che per circa trent’ anni ha attraversato la storia recente dell’Angola. La guerra è sempre presente nell’intreccio del romanzo ed è costruita come tratto unificatore e sfondo costante dell’esperienza di vita che accomuna tutti i cittadini angolani. Luanda viene descritta come una città frenetica che subisce una transizione violenta, segnata da una corruzione capillarmente generalizzata, in cui la gente comune prova a restare a galla come può, ma è anche uno spazio urbano in cui le vite di tutti ancora si mischiano e si contaminano, sfuggendo al modello di segregazione tipico di tante altre città post-coloniali. L’azione del romanzo gira intorno ad un palazzo, mentre intorno sfila una variegata galleria di personaggi che compongono il complesso mosaico della città che espone tutte le sue contraddizioni. Gli abitanti del palazzo si interfacciano con un’altra varia umanità esterna, fatta di burocrati, giornalisti, affaristi, piccoli e grandi delinquenti, qualche ministro, interessati al petrolio e alle tante risorse del paese e che cercano di sopravvivere a loro modo. in una dimensione costantemente sospesa tra realtà e finzione. -
Bacon a Mosca
Mosca, 1986. Un giovane intraprendente curatore e gallerista inglese di nome James Birch al suo primo viaggio in Unione Sovietica decide che Mosca è il posto giusto dove organizzare la sua prossima mostra di artisti britannici. L’epoca è quella della perestroika e della glasnost, di Mikhail Gorbaciov e della prossima caduta del Muro di Berlino, ma l’apertura all’occidente è una strada ancora impervia e poco praticata per la Russia. A sfondare ogni resistenza da parte dei funzionari del KGB e burocrati sovietici è l’arte di Francis Bacon, che diventa protagonista di un monumentale progetto di mostra che infine vedrà la luce alla Casa Centrale degli Artisti di Mosca il 22 settembre del 1988. A raccontare la rocambolesca genesi di questa personale rivoluzionaria è oggi lo stesso Birch, autore di un memoir scintillante e potente nel suo perseverare nell’idea che l’arte, allora come ora, possa cambiare i cuori e le menti dei popoli. -
Lenin ha camminato sulla Luna. La folle storia dei cosmisti e dei transumanisti russi
Sconfiggere la morte e resuscitare i defunti, creare organismi viventi, istituire una rete mondiale di comunicazioni, scatenare la potenza della mente, manipolare sia i fenomeni cosmici sia quelli atmosferici, colonizzare lo spazio... Alcuni di questi progetti sono già realizzati, altri forse lo saranno presto, ma tutti hanno radici in Russia, nel movimento detto “cosmismo”, miscuglio di ricerca scientifica, metafisica e misticismo. Il primo cosmista fu Nikolaj Fëdorovič Fëdorov, filosofo eccentrico che intrattenne scambi epistolari con Dostoevskij e che si prefiggeva di far rinascere i morti. Tempo dopo i leader bolscevichi, «costruttori di Dio», sognarono di creare una nuova religione e di rendere gli esseri umani immortali. Era proprio questo lo scopo, in fondo, quando fu mummificato il corpo di Lenin. Altri personaggi hanno spianato la strada alla conquista dello spazio già negli anni Venti del Novecento; una volta eliminata la morte, infatti, la Terra sarebbe diventata troppo ristretta per l’umanità. Questo lato della cultura russa e sovietica, quasi sconosciuto fuori dalla sua terra d’origine, sembrerà abbastanza assurdo a una mentalità cartesiana. Ma il cosmismo sopravvive ancora oggi e spiega vari aspetti della Russia attuale, incluse le sue scelte politiche. Da qualche decennio, inoltre, il cosmismo ha trovato una seconda patria nella Silicon Valley, con eredi come Sergej Brin ed Elon Musk. -
La lotta è la mia vita
A distanza di un decennio dalla morte di Nelson Mandela, l’immagine del primo Presidente del Sudafrica multirazziale e Premio Nobel per la Pace rimane quella, spesso idealizzata, di un energico e pacato padre della Patria. Sulla lunga lotta per far uscire il paese dalle strettoie dello sviluppo separato, o apartheid, imposto dalla minoranza bianca tra il 1948 e il 1991, molto è stato scritto, e non sono mancate le critiche per l’azione di Mandela a favore di una crescente borghesia nera e di un sistema di potere più sostitutivo che trasformativo. Abbiamo raccolto in questo volume quattro celebri discorsi e dieci lettere dal carcere che ben rappresentano la tensione morale e i contrasti straordinari vissuti dai singoli e dalla popolazione nera sudafricana nelle loro lunghe lotte contro la supremazia e la discriminazione razziale. -
Chi siamo, da dove veniamo
Darwin fu sicuramente un rivoluzionario, ma non tanto per il concetto di evoluzione, di cui fu in realtà più erede e diffusore che non ideatore, quanto per l’affermazione del cambiamento come necessità incessante, biologicamente benefica e connaturata all’esistenza. A due secoli di distanza, la teoria dell’evoluzione si rivela ancora irriducibile a ogni piano progressista e consolatorio, all’ideale di una scienza che muove su percorsi lineari; i suoi princìpi confutano tuttora i pregiudizi più radicati nel pensiero occidentale e l’idea della benevolenza del creato, del suo ordine e di un progetto supremo e l’illusione che la natura possegga una struttura prevedibile con un percorso interpretativo, e renda dunque possibile un suo controllo e dominio. Questa breve antologia raccoglie brani fondamentali da L’origine della specie e L’origine dell’uomo, da Viaggio di un naturalista intorno al mondo e dal manoscritto Darwin-Wallace. -
La mia bottiglia per l'oceano
L’isola di Hiva Oa oggi è famosa soprattutto perché ci hanno vissuto Gauguin e, settant’anni dopo, Jacques Brel, le cui tombe sono meta di pellegrinaggio. Nella pensione Au Soleil Redouté, sotto la guida del celebre romanziere Pierre-Yves François detto PYF, si svolge un laboratorio di scrittura al quale partecipano cinque aspiranti scrittrici: Clémence, trentenne sportiva, sognatrice, espansiva; Eloïse, anche lei trentenne, bella, malinconica, chiusa; Farèyne, quarantenne, comandante di commissariato a Parigi con il pallino della scrittura, accompagnata dal marito Yann, capitano di gendarmeria; Marie-Ambre, anche lei quarantenne, ricca sfondata con tendenza all’alcolismo, accompagnata dalla figlia sedicenne Maima; infine Martine, settantenne, blogger di successo con più di quarantamila followers. Nella spettacolare cornice polinesiana il consesso letterario sembra procedere con armonia e alacrità, sennonché a un certo punto lo scrittore sparisce, si volatilizza, e nella pensione si affaccia la morte sotto forma di un misterioso omicidio su cui ognuno indaga a modo suo, ma giungendo tutti a un’identica conclusione: l’assassino non può che essere uno di loro!