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Andrea Mantegna. Gli sposi eterni nella Camera dipinta. Ediz. illustrata
La ""Camera pietà"""", meglio nota come la """"Camera degli sposi"""", di Andrea Mantegna nel Castello di San Giorgio ha attascinato nei secoli milioni di spettatori, viandanti, curiosi e accompagnato generazioni di mantovani. Alla luce dei rilievi critici di un noto studioso mantovano, Rodolfo Signorini, due grandi interpreti dell'arte mondiale, Giovanni Reale e Vittorio Sgarbi, si confrontano con il miracolo d'arte di Mantegna, recuperando trame di ispirazioni antiche (Luciano di Samosata) e contaminazioni coeve (Leon Battista Alberti), in un dialogo tra ermeneutica e critica dell'arte, ricerca delle fonti e un mistero ancora attuale. Come ha potuto Andrea Mantegna raffigurare nell'istante di un evento particolare (la comunicazione dell'elezione al soglio cardinalizio di Francesco Gonzaga) tutta una genia di uomini che dal Quattrocento a oggi ancora per miracolo riusciamo a incontrare per le strade di Mantova? Quale patto con l'eterno ha stabilito il pittore nel fissare su quella parete i volti, le espressioni, le smorfie di una materia sempre viva e mai morta?"" -
La fisica. Testo greco a fronte
La ""Fisica"""" di Aristotele è un'opera cosiddetta """"acroamatica"""" vale a dire è una raccolta di appunti preparatori alle lezioni dello """"Stagirita"""" che originariamente non costituivano uno scritto unitario ma una serie di saggi su argomenti specitici. Questi furono raccolti in un unico trattato secondo l'ordine tematico da Andronico di Rodi nel I sec. a.C. nella forma in cui oggi l'abbiamo. Da ciò dipende lo stile e il lessico asciutti spesso molto sintetici ed ellittici. La """"Fisica"""" vuol essere lo studio della natura vista nel suo aspetto peculiare che è il movimento: per la precisione Aristotele intende come enti naturali (e quindi fisici) quelli che hanno in sé la causa del loro mutamento, distinguendoli dai prodotti dell'arte che non hanno tale carattere. In ogni modo lo studio di questi aspetti è condotto a livello filosofico e cioè in un senso universale e ontologico. Per tale motivo Aristotele non può esimersi dall'affrontare molti temi correlati al movimento di grande importanza, come l'infinito, il luogo, il tempo, il continuo e, da ultimo il rapporto, motore-mosso. Sarà proprio questo aspetto a proiettare gli esiti della """"Fisica"""" nella """"Metafisica"""", attraverso la nozione di Motore immobile. La fortuna di quest'opera fu immensa perché determinò la percezione dell'universo per secoli (per tutto il Medioevo)."" -
Opere. Cronache, saggi, conversazioni. Vol. 2
Questo volume raccoglie le cronache degli anni Ottanta, i saggi e le conversazioni più significative di Pier Vittorio Tondelli. Accanto al libro ""Un weekend postmoderno"""", il lettore troverà tutti i materiali saggistici relativi al """"Progetto Under 25"""", anticipatore nelle linee progettuali e teoriche, di un'innovazione relativa alla lettura e alla scrittura. Nella sezione """"Il mestiere di scrittore"""" vengono raccolte le schede di lettura, pubblicate via via su """"L'Espresso"""" e """"Rockstar"""", nonché prefazioni e introduzioni a volumi di vari autori. La sezione finale propone una serie di conversazioni scelte per la particolarità del contesto o per l'ampiezza dei contenuti trattati."" -
L' Italia è morta, io sono l'Italia
Il poeta si trasforma in tutte le motociclette e in una supercar. Scrive questo poemetto che si legge come un racconto che va a trecento all'ora. ""L'Italia è morta, io sono l'Italia"""" è un viaggio dentro e sopra il corpo di una donna da amare, venerare, possedere. È bellissima e massacrata; è stuprata e vergine. Contempla tutte le città, l'arte; anticipa lo scandalo di calciopoli, deride e provoca i politici nani e gli assessori cocainomani. Esalta gli antichi guerrieri e disprezza la stupidità dei nostri giorni conformisti. Il poeta """"Ducati-Maserati"""" corre per lo Stivale zozzo di fango e dunque morto. Ma la bellezza dell'Italia risorge come un amore con """"il capo biondo, assassina l'anima per soffrire di più e morire di più"""". """"L'Italia è morta, io sono l'Italia"""" è la storia del nostro Paese che si legge in mezz'ora. Provoca e fa ridere. Ti droga senza droga. Ci siamo tutti: dalla A alla Z. Con un saggio di Luca Doninelli."" -
Due arcobaleni nel cielo di Milano (e altre storie). Dialogo su Milano e l'Italia
Dal primo giugno 2011 Giuliano Pisapia - avvocato penalista, per dieci anni parlamentare della sinistra, outsider non iscritto a partiti, vincitore delle ""primarie"""" nel centro-sinistra - è il sindaco di Milano. Pochi a prevederlo ha staccato di dieci punti il sindaco uscente Letizia Moratti sostenuta dal governo Berlusconi e da un budget elettorale dieci volte superiore. Nelle sue biografie l'essenziale: due lauree, educatore al Beccaria, operaio in un'industria chimica, impiegato in banca. Poi a trent'anni - sulle orme del padre, professore e celebre penalista - inizia la carriera di avvocato. Processi importanti. Dice di aver conosciuto ingiustizie e deficit di diritti. Dice di avere lasciato gli incarichi parlamentari e, concependo la politica come un servizio, di avere immaginato e attuato una """"sfida impossibile"""": riportare il centro-sinistra a Palazzo Marino dopo quasi vent'anni. Centomila cittadini normali, famiglie, palloncini arancioni, lo hanno applaudito in piazza del Duomo, dopo una campagna elettorale di grande ascolto della città, culminata in un acquazzone sulla folla assiepata per il festeggiamento finale. Questo colloquio racconta le radici di un personaggio ormai popolare, l'evoluzione di pensiero di un italiano nato nel primo dopoguerra che non ha smentito la sua appartenenza politica ma ha saputo parlare a tutti, lo sguardo alle prospettive di una metropoli mai stata capitale, il carattere del fare politica in un'epoca in cui la politica pare disgustare la gente."" -
MaliNati
Benvenuti in Calabria, paese di spartani e africani sfrattati, delle arance di sangue e dei corpi dimenticati. Il paese delle badanti e dei raccoglitori stranieri, il luogo dei morti bianchi e dei morti neri. Benvenuti nel paese della solitudine. Nel posto della 'ndrangheta e dell'anonimato, delle strade d'arsenico e del passato affondato. Nella terra degli ospedali assassini e dello Stato invisibile, e dove nessuno sembra poter arrivare. Dove tutto si può dimenticare. Benvenuti in una disperazione bianca, nel paese che non ha più miti e che non ha più le parole. Nella più fonda notte dell'Italia, in un'oscurità chiamata Calabria. Benvenuti. -
L'estate di Katya
Nell'estate dorata del 1914, quella che precede immediatamente lo scoppio della Prima guerra mondiale, Jean-Marc Montjean arriva nel piccolo villaggio francese di Salies come assistente del medico del paese. Montjean viene avvicinato da una ragazza attraente e piuttosto disinibita per i costumi del luogo, Katya. Da lei riceve, in modo alquanto inconsueto, il primo incarico professionale: curare suo fratello gemello Paul, caduto dalla bicicletta e dolorante a un braccio. Il giovane Jean-Marc, ingenuo e volenteroso, fa così la conoscenza dei gemelli Treville, Katya e Paul, di cui molto si parla in paese senza che vi siano però notizie certe. L'intera famiglia Treville è avvolta dal mistero: vengono da Parigi, pare siano fuggiti ma non si sa bene perché; vivono fuori dal paese, in una casa di campagna, con il solo padre, immerso completamente nei suoi studi storici. Man mano che frequenta casa Treville, Jean-Marc, pur avvertendo un oscuro segreto, non può fare a meno di innamorarsi della splendente e sfuggente Katya e, allo stesso tempo, di suscitare l'inquietante e morbosa reazione di suo fratello gemello Paul. Quando Jean-Marc viene a sapere che i Treville stanno per lasciare per sempre il villaggio, tutto subisce una impetuosa accelerazione. E i segreti che sino ad allora erano rimasti inespressi trasformeranno quella che sembrava una promettente storia d'amore in un incubo. Prefazione di Patrick McGrath. -
Polvere di sole
Rifugiato in Valmarecchia da molti anni, Tonino Guerra non ha mai smesso di produrre storie e di colorare il mondo di bellissime immagini vive. ""Polvere di sole"""" è la sintesi della sapienza di uomini antichi, uno sguardo puro e incontaminato sul mondo, una boccata di ossigeno contro l'oppressione della modernità. Nelle favole inedite che il poeta e sceneggiatore ci racconta possiamo recuperare davvero il senso della bellezza originaria dell'umanità. """"Polvere di sole"""" diventa così un vero """"presidio di bellezza"""" contro l'oscurità dello spirito, e la lettura costante di una storia diversa ci aiuterà a resistere agli allarmismi apocalittici del mondo della bruttezza e a muoverci nelle zone più profonde della nostra memoria."" -
Il vecchio re nel suo esilio
Cosa è davvero importante nella vita? Cosa rende le nostre esistenze realmente degne di essere vissute fino all'ultimo istante? Arno Geiger affronta queste domande in filigrana al racconto di suo padre August. Un padre che sta progressivamente perdendo i propri ricordi, e il cui orientamento nella vita quotidiana e negli affetti vacilla sempre più. Come se una luce si stesse spegnendo nella sua mente e, negli intervalli di buio, un genio maligno si divertisse a cambiare la disposizione degli oggetti nello spazio e delle persone nel tempo. ""Qui tra noi c'è qualcosa che mi ha portato ad aprirmi al mondo. E per così dire il contrario di quello che dicono di solito della malattia di Alzheimer, e cioè che tronca i rapporti. A volte si stringono rapporti, annota Arno. La scoperta che suo padre August è affetto dall'Alzheimer è, infatti, l'occasione, l'ultima, per conoscerlo di nuovo, forse per la prima volta: senza schermi e infingimenti, con un amore mai avvertito prima così forte, acceso dalla percezione di un lento abbandono; è l'occasione per riscoprire dettagli sepolti dell'infanzia e della storia della propria famiglia, persino segreti, nascosti in un diario scritto e lasciato in una soffitta; è la possibilità di confrontarsi con i silenzi di un uomo e con le improvvise e fulminanti combinazioni di una mente che ha smesso di funzionare secondo i criteri correnti e che procede per conto proprio, per associazioni iperboliche ispirate da una logica tortuosa, labirintica..."" -
Le nostre vite senza ieri
Quando sembra calare il sipario sullo splendore di un Paese, sulle sue passate ricchezze, si aprono due possibilità. Abbandonarsi al tramonto, oppure cogliere, nel presente, i segni del futuro. ""Le nostre vite senza ieri"""" sceglie questa seconda strada e, non senza un bagliore di struggente nostalgia per gli anni della crescita spontanea dell'economia nazionale e mondiale, volge lo sguardo ai figli, ai ragazzi di oggi: a coloro che dovranno risollevare le sorti dell'Italia e del mondo; a coloro che hanno ereditato dai propri genitori - per la prima volta dopo tante generazioni - un mondo più povero e meno accogliente; a coloro che dovranno misurarsi, senza regole certe, con coetanei agguerriti da tutto il mondo e non solo dal paese accanto; a coloro che dovranno dimenticare il proprio """"ieri"""" per aggredire il """"domani""""; che dovranno avere, e tradurre in realtà, idee che i propri genitori non potranno e non dovranno capire, altrimenti sarebbero idee già vecchie e inutili; a coloro che chiedono fiducia, almeno fiducia. Il nuovo libro di Edoardo Nesi è un messaggio nella bottiglia, un intreccio inestricabile e misuratissimo di nostalgia, entusiasmo per la vita, il lavoro; è una lama che entra negli aspetti più vivi e dolenti ed essenziali della realtà che ci circonda."" -
Storia di una famiglia ebrea
Efratia, la madre di Amos Gitai, nasce all'inizio del '900 ai piedi del Monte Carmelo ma presto lascia Israele, per andare a studiare in Europa, in Austria. Da lì, va in Germania, dove resta fino a quando i discorsi di Hitler non iniziano a spaventarla, facendola tornare in Israele. Nel frattempo sposa l'architetto Munio Weinraub-Gitai e ha due figli; un altro muore. Per reagire al dolore, dopo pochi anni decide di tornare in Europa per studiare psicologia. Amos, che ha 10 anni, viene spedito in un kibbutz. Nelle lettere che gli scrive, si rivolge a lui come fosse un adulto, parlandogli dei suoi problemi e chiedendogli il permesso di restare lontano. Nelle sue risposte, Amos le racconta la vita nel kibbutz e quanto lei gli manchi. Attraverso le lettere che Efratia scrive al figlio e al marito, il ritratto di una donna autonoma, ribelle, insofferente verso ogni forma di dipendenza - perfino la dipendenza dai suoi affetti più cari. -
L' eidos del mondo
Quale idea abbiamo del mondo? Se pensiamo al nostro mondo personale, oppure al mondo circostante, all'intero orbe terracqueo o all'universo tutto, ci accorgiamo di averne numerose e differenti. Qual è, allora, l'essenza vera ""del"""" mondo"""" o di """"un"""" mondo? Dall'antichità classica fino alla modernità degli ultimi quattro secoli si sono intrecciate o distinte molteplici teorie del mondo, coinvolgendo fisica e metafisica, geografia e storia, astronomia e astrologia, scienze sociali e religione, ecologia ed economia, filosofia e arte. Ma le interpretazioni del mondo, via via costruite, decostruite e ricostruite, quale forma del mondo hanno potuto evocare? Il libro di Mario Gennari, attraverso il tempo e lo spazio, porta le tre domande sull'idea, l'essenza e la forma del mondo verso ciò che le riassume: """"L'eidos del mondo"""". Questo fa da titolo al libro, conducendo il lettore oltre il labirinto delle cosmologie, delle poetiche e delle enciclopedie, fino a giungere al duplice rispecchiamento tra la formazione del mondo e il mondo della formazione."" -
Oggettualità, esperienza ermeneutica e filosofia. Testo tedesco a fronte
Il volume di Günter Figal che viene qui presentato in traduzione italiana costituisce uno dei più significativi contributi dati negli ultimi anni allo sviluppo della tradizione filosofica ermeneutico-fenomenologica. Con ""Oggettualità"""", infatti, Figal si propone di ridefinire in modo sostanziale la natura del comprendere e dell'interpretare, mettendo in luce, da diversi punti di vista, l'opporsi che è proprio delle cose e nel contempo l'obiettività dell'esperienza ermeneutica. Ne deriva un complesso progetto filosofico, in cui, attraverso un confronto approfondito con alcuni snodi fondamentali del dibattito contemporaneo nonché con alcune tematiche classiche del pensiero (libertà, linguaggio, tempo, mondo, vita), vengono messe in discussione e superate dall'interno prospettive tipiche della fenomenologia e dell'ermeneutica filosofica. Entro questa cornice Figal ridetermina in particolare il senso stesso del fare filosofia, proponendo una riabilitazione dell'atteggiamento teoretico."" -
Satori
È l'autunno del 1951 e la Guerra di Corea è in pieno svolgimento. Nikolaj Hel, ventiseienne, ha trascorso gli ultimi tre anni della sua vita in una cella di isolamento nelle mani dei soldati americani. Hel è un maestro di hoda korosu, uno stile di combattimento che permette di uccidere l'avversario a mani nude, parla sei lingue e ha affinato uno straordinario ""sesto senso"""", una sorta di acuta percezione di pericolo imminente. Ha insomma tutte le carte in regola per diventare il più inarrestabile assassino del mondo, e la CIA ha bisogno di lui. Gli americani offrono a Hel la libertà in cambio di un semplice lavoro: andare a Pechino e uccidere l'Alto Commissario sovietico di stanza in Cina. Quasi certamente sarà una missione suicida, ma Hel accetta. Ad addestrarlo per questa missione mortale è la bellissima Solange, una ex prostituta francese che, però, finisce con l'innamorarsi di Hel. Insieme, Hel e Solange si troveranno ad affrontare caos, violenza, sospetti e tradimenti, fino all'ultima fatale e inevitabile decisione."" -
Il secolo infelice
A un critico che metteva in dubbio la coerenza tra i suoi saggi e le sue opere narrative, Imre Kertész, nell'introduzione a questo libro, risponde che tutte le sue opere parlano del medesimo soggetto: ""L'Innavicinabile"""". Lo scrittore ungherese, nella propria esistenza, ha vissuto per ben due volte """"L'innavicinabile"""": incarnato nei campi di sterminio di Auschwitz e Buchenwald, dove è stato recluso, e nella situazione storica in cui ha iniziato a raccontare la sua esperienza nei lager, ovvero sotto il tallone del regime comunista sovietico. """"L'Olocausto e le condizioni di vita in cui scrivevo dell'Olocausto si erano fusi in modo indissolubile."""" L'Olocausto diventa allora un verbo coniugato al presente: è lo stato dal quale l'autore continua instancabilmente a inviarci messaggi e a costruire ponti per testimoniare la verità di quel """"secolo infelice"""" che ha preceduto l'inizio di questo millennio e vi è poi confluito. Ecco perché, ci avverte lo stesso Kertész, gli scritti raccolti qui non possono essere considerati propriamente """"saggi"""" ma, in modo più pregnante e corretto, devono essere definiti """"approssimazioni"""": resoconti lucidi, crudeli, talvolta ironici ma sempre impietosi, della realtà e della natura umana di cui chi narra ha conosciuto gli straordinari abissi."" -
Hotel Locarno
Un romanzo ambizioso e personale, un'intensa storia d'amore e un punto di vista originale su cosa siano la scrittura e la felicità. Convinto di aver perso la libertà e l'ispirazione, un autore riflette con il suo analista sul romanzo che vorrebbe scrivere. Il protagonista del romanzo è Michael Dufay, un celebre critico d'arte, infelice perché consapevole di non aver mai trovato la donna perfetta, da lui sempre rincorsa. Negli anni, ha lasciato scivolare la bellissima Gabriela, avventuriera argentina erotica e affascinante, e la moglie Daisy, dolce ma irrisolta nella sua ricerca del successo. Michael però non si arrende, ossessionato dal desiderio di un'ultima possibile felicità. E se la felicità fosse Gloria, una donna inglese che il destino gli invia come un messaggio in una bottiglia, sotto forma di un annuncio sulle pagine del ""Financial Times""""? L'annuncio suscita in Michael un sentimento dimenticato da tempo, ma lui sa di non avere più il coraggio di sbagliare. Svicola quindi, fuggendo verso Napoli, che si scoprirà risolutrice di un equivoco. Lì un colpo di teatro verrà a sparigliare le carte... Infine, l'autore del romanzo ritrova l'ispirazione, la storia è conclusa e l'analista comprende che il suo paziente lo ha aiutato, in un ribaltamento di ruoli, a mettere a fuoco i segreti della sua vita."" -
La scomparsa di Salvatore Giuliano. Indagine su un fantasma eccellente
Salvatore Giuliano viene trovato cadavere nel centro storico di Castelvetrano in una calda giornata dell'estate del 1950. La notizia fa immediatamente il giro del mondo e da subito i primi dubbi sulla versione dei fatti consegnano il personaggio alla leggenda. Chi è veramente Salvatore Giuliano, il ""re di Montelepre""""? Un Robin Hood che ruba ai ricchi per dare ai poveri? O un terrorista nero al soldo della mafia e dei servizi segreti? Ecco i protagonisti di questo libro: un caso irrisolto e due studiosi - lo storico Giuseppe Casarrubea e il giornalista Mario J. Cereghino - che la voglia di fare chiarezza ha spinto a chiedere alla Procura di Palermo la riapertura delle indagini. Basata su testimonianze e documenti di prima mano, """"La scomparsa di Salvatore Giuliano"""" è un'inchiesta in grande stile che ricostruisce il primo mistero del dopoguerra. Un """"cold case"""" all'italiana che non mancherà di sollevare polemiche. E forse qualche interrogativo sulle origini della nostra repubblica."" -
Il trono vuoto
Il segretario del maggiore partito d'opposizione, Salvatore Oliveri, dopo il crollo dei sondaggi e l'ennesima, violenta, contestazione, decide di scomparire e si rifugia in segreto a Parigi, in casa di un'amica che non vede da trent'anni, Danielle, una segretaria di edizione conosciuta all'epoca in cui ancora accarezzava l'idea di fare il regista. Unici, e parziali, depositari della scomoda verità, Andrea Bottini, collaboratore di Oliveri, e Anna, la moglie dell'onorevole, in realtà continuano ad arrovellarsi sul perché della fuga e sulla possibile identità di un eventuale complice. Bottini propone ad Anna di usare il fratello gemello di Oliveri, un filosofo geniale segnato da una depressione bipolare, come sostituto dello scomparso. Il filosofo si trasferirà a casa sua, avviando uno strano mènage e un'involontaria carriera politica. Un affresco sull'Italia di oggi, una favola filosofica sulla politica e i misteri della vita. -
Sul fondo del mare c'è una vita leggera
Lui si chiama Piero, ha quarantaquattro anni ed è inabile al lavoro perché infelice. Invece per tutti in paese è Cibicotti, quello ""strano"""", quello che parla in modo stralunato. Piero non fa male a nessuno, neanche a una mosca, e trascorre la sua esistenza alle prese solo con i piccoli accadimenti quotidiani: i continui litigi con sua moglie, la Bella, e con la madre, vera origine di molte delle sue stranezze; i frequenti screzi, e persino le botte, con i suoi feroci compaesani, sempre pronti a deriderlo; i mancamenti provocati dalle belle milanesi in vacanza. Il suo tempo, insomma, trascorre pigramente, con qualche fissazione di troppo e qualche malinconia difficile da scacciare. Fino a quando, il giorno di Natale, per lui il più triste dell'anno, Cibicotti decide di rubare il presepe della Chiesa. Un'avventura tragicomica raccontata in prima persona dal protagonista nella forma di un lungo monologo, dove le cupe ombre del suo passato si mescolano alla commovente goffaggine di un'impresa irripetibile."" -
Da dove vengono i sogni
Una piccola isola al largo della penisola di Kenai, Alaska. Un lago ghiacciato. Un matrimonio in crisi. Gary, spinto da trent'anni di progetti abbandonati, e Irene, perseguitata dal suo passato, cercano di rinsaldare la loro vita insieme. Inseguendo il vecchio sogno di Gary, si spingono fino a Caribou Island e, col bel tempo e con la tempesta, in salute e in malattia, riescono a costruire il tipo di casetta che un tempo li aveva attirati in Alaska. Dall'altro lato del lago, sulla terraferma, la figlia di Gary e Irene, Rhoda, sta iniziando la sua vita da adulta. Sogna il matrimonio perfetto, mentre il suo fidanzato, il dentista Jim, immagina come potrebbe essere un futuro completamente diverso. Dall'autore di ""L'isola di Sukkwan"""", la sconvolgente storia di un matrimonio: di una coppia che deve affrontare le ombre del passato e il peso delle aspettative verso se stessi e l'altro.""