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L'uomo delinquente (rist. anast. quinta edizione, Torino, 1897)
Nel 1897 vede la luce la quinta edizione dell'""Uomo delinquente"""" di Cesare Lombroso, in quattro volumi, di cui uno contenente un Atlante. In quest'opera l'analisi dei caratteri somatici criminali attraverso le immagini si fa sempre più dettagliata e Lombroso cerca di stabilire le caratteristiche dei tipi criminali, differenziandole in base alle anomalie proprie della categoria cui appartengono. Si delinea quindi un profilo criminologico del pazzo morale e del pazzo epilettico; segue un'analitica descrizione dei mattoidi, vale a dire individui alienati che passano per geni, ma che in sostanza sono persone comuni affette da patologie psichiche che li spingono a dedicarsi ad attività estranee alle loro capacità. Conscio che la teoria atavica del delinquente è stata messa in discussione dagli studi dei suoi allievi e seguaci, Lombroso, pur restando fedele alla primitiva impostazione della teoria antropologica dell'""""uomo delinquente"""", introduce in questa quinta edizione (la più completa che ci sia giunta) nuovi elementi nello studio del fenomeno criminale. Presentazione di Armando Torno"" -
Scritti politico-filosofici di un ebreo scettico nella Venezia del Seicento
Il filosofo Simone Luzzatto fu uno dei maggiori rabbini della Venezia ebraica del Seicento. Le sue notevoli conoscenze in campo storico, politico, filosofico, scientifico e la sua padronanza dei testi della tradizione ebraica ne fecero uno studioso straordinariamente importante. In questa edizione vengono pubblicate e commentate due opere di estrema rilevanza: 1) ""Il Discorso circa il stato degli Hebrei et in particolare dimoranti nell'inclita Città di Venetia"""" (1638), che ha goduto di un notevole successo nella letteratura e filosofia moderno-contemporanea, è un trattato storico-politico sia sulla condizione degli ebrei veneziani sia sulle dottrine dell'ebraismo dell'epoca. 2) """"Il Socrate overo dell'humano sapere"""" (1651) è l'opera della maturità filosofica di Luzzatto: alla luce dell'orientamento scettico a lui contemporaneo, l'autore discute le possibilità che l'intelletto umano ha di conseguire un sapere solido. Socrate è il protagonista dell'opera e la tesi centrale proposta è che la ragione umana deve essere guidata dalla rivelazione divina."" -
Le poesie
Le ""Poesie"""" di Tommaso Campanella - oltre a essere espressione di un grande valore letterario - costituiscono anche una delle più importanti testimonianze dell'intreccio tra lirica e filosofia nell'Europa del Cinquecento e del Seicento. In coerenza con le sue opere in prosa, i versi esprimono l'intima consapevolezza di una missione religiosa e prometeica: educare l'uomo alla libertà di giudicare e al desiderio di inoltrarsi senza timore in tutti i campi della conoscenza. Così, attraverso il suo straordinario canzoniere, il lettore avrà anche occasione di riflettere su alcuni temi centrali del pensiero di Campanella e su alcune tappe fondamentali del suo percorso biografico, compresi i lunghi e drammatici anni segnati dal carcere e dalla tortura. Questo volume offre il testo critico di tutte le poesie di Tommaso Campanella oggi note: la """"Scelta d'alcune poesie filosofiche..."""" con """"L'esposizione"""" (ossia il commento dello stesso Campanella) e le """"Poesie"""" non comprese nella """"Scelta"""". Il notevole corpus di apparati (l'introduzione, la bibliografia e il ricco commento) che accompagna uno per uno i componimenti frutto di appassionate ricerche avviate da Francesco Giancotti nel 1948 rende quest'opera indispensabile per lo studio e la conoscenza del filosofo di Stilo."" -
Giardini e no. Manuale di sopravvivenza botanica
II libro è un manifesto di resistenza botanica, personale e ironico, che partendo dalla polemica contro i giardini oggi di moda offre uno spaccato della nostra società. L'autore prende in considerazione i giardini dei collezionisti fanatici, ossessionati dalla rarità e particolarità delle specie al punto da scordarsi di trarre piacere dall'aspetto o dal profumo dei fiori; i giardini delle signore per bene, viziati da un'inventiva asfittica e meccanica, leccati e finti; i giardini miliardari, status-symbol e sfoggio di ricchezza, uno dei massimi esempi di non-giardino perché chi lo possiede non ha un briciolo di passione, e si affida a professionisti dal nome inevitabilmente inglese, i garden-designer; i giardini moreschi, che hanno sostituito il giardino giapponese nel trend esotista occidentale... Per fortuna, in questa valle degli orrori, ci sono anche piacevoli sorprese, come i giardini dei benzinai, quelle aiuole selvagge e imprevedibili, concimate dall'inquinamento, che per qualche bizzarria della natura danno vita a creazioni sorprendenti e toccanti. -
Mamma Miriam
"Quando ho intrapreso l'avventura di raccontarmi, desideravo soprattutto lasciare una testimonianza delle mie radici ai miei figli e ai miei nipoti, in modo che avessero un legame con il passato per poter ricostruire il loro albero genealogico, se lo desideravano. Non mi rendevo conto che la mia storia poteva avere risonanza emotiva in tante persone comuni, senza distinzione di religione, razza o di stato sociale. Il destino di Masal, fuggita ad appena cinque anni e mezzo da chi la voleva uccidere soltanto perché ebrea, è simile a quello di tante persone costrette a fuggire dalle persecuzioni razziali. A piedi scalzi nel kibbutz non bastava di sicuro a salvare i ricordi e i pensieri depositati dentro di me. E mentre lo presentavo al pubblico sentivo che ancora dovevo fare i conti con il passato, e soprattutto con il presente, per far diventare l'Italia il mio Paese di adozione. Ho deciso così di continuare ad andare in giro per il paese e raccontare ancora e ancora, e in viaggio ho scoperto gli italiani, un popolo affettuoso e accogliente. A ogni incontro si ricreava quella magia inaspettata: io e gli altri, gli altri e me, le distanze si accorciavano e la gratitudine reciproca era sincera."""" (Masal Pas Bagdadi)." -
Un mese in Urss
«Alla fine di un viaggio nell'Urss, il visitatore tenta di fare un bilancio, come per qualsiasi altro viaggio. Se però il viaggiatore non è né comunista, né anticomunista, il bilancio è tutt'altro che facile.»Il racconto del viaggio compiuto da Moravia nel 1958 nell'ex Unione Sovietica è un libro che vive di due anime: da un lato il sentimento appassionato dell'intellettuale europeo che si confronta con la cultura di Dostoevskij, Cechov e Gogol, che a Leningrado si appassiona ai luoghi dove abitò lo scrittore dei Demoni, che compie un viaggio pieno di sorprese nella storia di una delle letterature più affascinanti d'Europa. Dall'altro lato, l'occhio di Moravia porta con sé anche il giudizio politico su un paese laboratorio di dottrine sociali, di cui riscontra e analizza l'applicazione, criticando e paragonando la situazione oltrecortina alla realtà del resto del continente. -
La rivoluzione culturale in Cina. Ovvero il Convitato di pietra
Nel 1967 Alberto Moravia parte per l'Estremo Oriente con Dacia Maraini: Cina, Giappone e Corea le mete. Le corrispondenze dalla Cina, pubblicate sul ""Corriere della Sera"""", vengono raccolte in volume l'anno successivo, il 1968 della contestazione e del movimento studentesco. Moravia è già stato in Cina nel 1937, ma il gigante asiatico è molto cambiato: il paese bloccato dei primi decenni del secolo è ora un laboratorio sociale in pieno fermento. Moravia rimane colpito dalla società cinese, dalla ricerca ossessiva dell'uniformità in tutti gli aspetti della vita, dall'abbigliamento alla religione, nel culto appassionato per il grande Timoniere. Uno scenario che stride con la società occidentale del benessere, sulla quale Moravia concentra non poche critiche, mentre a oriente si pongono le basi per l'eccezionale sviluppo della seconda metà del secolo. Un reportage il cui interesse è ancora attuale, che unisce l'analisi del giornalista alla scrittura affascinante del narratore. Fotografie di Dacia Maraini."" -
Nel ventre della balena
Pubblicati tra il 1936 e il 1949, i saggi che compongono questa raccolta testimoniano la grandezza e la genialità di Orwell scrittore politico. Quale che sia l'argomento affrontato, l'atteggiamento adottato è sempre quello della testimonianza diretta e del disinteresse personale: è una formula elementare, ma al tempo stesso eversiva, la stessa all'origine di quel non-allineamento che a lungo ha fatto di Orwell, individualista refrattario, pauperista anarcoide, così poco enfatico, uno scrittore sospetto sia alla destra sia alla sinistra. -
Storia umana e inumana
Giorgio Pressburger compie con questo libro un viaggio ""dantesco"""", conducendo il lettore tra figure storiche, grandi dittatori, grandi filosofi e grandi artisti, personaggi della Divina Commedia, protagonisti della contemporaneità come il camorrista Sandokan e Nelson Mandela, figure amate e rimpiante come il nonno e il fratello Nicola... Tutte le presenze del libro vengono a costituire una galleria ricchissima e sfaccettata che impone al protagonista di ripensare alla propria vita collocandola sia all'interno della storia millenaria del popolo ebraico, sia sullo sfondo del recente """"secolo breve"""" - quel Novecento che ha segnato la sua esistenza e che più che mai si è accanito contro i valori supremi cui Pressburger nonostante tutto crede: l'amore e la libertà. Il dialogo con i morti, la riflessione sulla storia, l'analisi critica di una realtà caotica e multiforme si risolvono in visione onirica, ma soprattutto poetica: e dichiaratamente poetica è infatti la prosa di Pressburger, scandita da spazi bianchi che accennano a un ritmo di versificazione e invitano a una lettura """"inattuale"""", segnalando un progetto letterario contro corrente rispetto alle tendenze dominanti di questo inizio secolo."" -
Nulla può accadere senza l'amore... Pensieri d'amore di Antoine de Saint-Exupéry. Ediz. illustrata
"L'esperienza ci mostra che amare non significa affatto guardarci l'un l'altro ma guardare insieme nella stessa direzione."""" (Terra degli uomini)" -
Tutte le stelle saranno tue amiche... Pensieri sull'amicizia di Antoine de Saint-Exupéry. Ediz. illustrata
"A scoprire amici che ci aiutano facciamo presto. Quelli che esigono di essere aiutati li meritiamo lentamente."""" (Lettera a un ostaggio)" -
Piangi pure
Iris ha 79 anni, una figlia intelligentissima e antipatica, che parla esclusivamente con Dio, e una nipote bellissima e ignorante, che trae vantaggio dalle passioni degli uomini. Vive sola ed è in ottima salute, ma quando, per risolvere una decorosa miseria ormai intollerabile, vende la nuda proprietà della casa in cui abita, incomincia a pensare alla morte. È perché ha scommesso sulla sua aspettativa di vita? Lo chiede a Carlo, lo psicoanalista che lavora al pianterreno e, da tre anni, prende il caffè con lei al bar di fronte. Carlo è una buona conoscenza, una consuetudine, quasi un amico. È lui che le consiglia di tenere un diario per contenere e disinnescare quei sintomi minacciosi, Iris esegue. Prima è cauta, racconta le sue paure per dominarle. Ma poi finisce per raccontare anche altro. E si scopre innamorata di Carlo. Anche questo è un sintomo, ma siamo portati a pensare che sia sintomo di una malattia giovanile. È così? Esiste una scadenza per l'eros, un inverno del nostro desiderio? Oppure è uno dei tanti stereotipi che ci obbligano a rinunciare alla vita? Contro ogni previsione Iris e Carlo vivranno la loro storia d'amore, impareranno a guardarsi l'un l'altra, e a guardare il tratto di strada che devono ancora percorrere, approfittando della luce più suggestiva. Quella del tramonto. Con ""Piangi pure"""" Lidia Ravera racconta una storia struggente in cui l'età avanzata dei protagonisti diventa l'occasione per un rinnovato inno alla vita."" -
Il punto di vista del cavallo. Caravaggio. Ediz. illustrata
"Caravaggio è doppiamente contemporaneo. È contemporaneo perché c'è, perché viviamo contemporaneamente alle sue opere che continuano a vivere; ed è contemporaneo perché la sensibilità del nostro tempo gli ha restituito tutti i significati e l'importanza della sua opera. Non sono stati il Settecento o l'Ottocento a capire Caravaggio, ma il nostro Novecento. Caravaggio viene riscoperto in un'epoca fortemente improntata ai valori della realtà, del popolo, della lotta di classe. Ogni secolo sceglie i propri artisti. E questo garantisce un'attualizzazione, un'interpretazione di artisti che non sono più del Quattrocento, del Cinquecento e del Seicento ma appartengono al tempo che li capisce, che li interpreta, che li sente contemporanei. Tra questi, nessuno è più vicino a noi, alle nostre paure, ai nostri stupori, alle nostre emozioni, di quanto non sia Caravaggio."""" (Vittorio Sgorbi)" -
Effetto città. Arte cinema modernità. Ediz. illustrata
La città moderna: in continua trasformazione, priva di centro, crea un nuovo modo di vedere. Baudelaire è tra i primi a coglierne il senso. Nel corso del Novecento e oltre, pittori, registi, scrittori e filosofi cercano i mezzi adeguati a dire una realtà che mette in crisi i modi di rappresentazione tradizionali. Vincenzo Trione ripercorre una storia complessa e in perenne divenire, facendo dialogare teorie e opere: architettura e cinema, pittura e urbanistica. Parte da alcuni luoghi-simbolo (Parigi, Vienna, New York, Roma, Napoli...); e li analizza per il ruolo che hanno avuto nel riconfigurare lo sguardo degli artisti. Pone a confronto i classici delle avanguardie storiche e i videoclip, i concettuali e i writers. Da de Chirico a Warhol, da Boccioni a Ruttmann, da Ejzenstejn a Dario Argento, da Schwitters e Cornell ai film apocalittici hollywoodiani, rintraccia analogie impensate e illuminanti. Con un'idea di fondo: mettere in luce come le metafore, le invenzioni e le scommesse dell'arte siano indispensabili per trovare una strada nel caos della ""città che sale"""". Trione mostra come la metropoli emerga nelle opere astratte di Mondrian, Rothko e Fontana. E come il cinema, da Antonioni a Wenders, sia spesso un'arte astratta. Si delinea così l'archeologia di un futuro possibile: una cartografia che conduce da spazi reali e riconoscibili a spazi immaginari, fantastici."" -
Il formalismo nell'etica e l'etica materiale dei valori. Testo tedesco a fronte
Apparsa in versione integrale nel 1916, l'opera che offriamo al lettore in una nuova traduzione, accompagnata peraltro dal testo originale e da un esteso indice analitico che, in edizione italiana, restituisce la ricchezza del lessico fenomenologico (e le integrazioni editoriali apportate nel tempo al testo - fino all'ultima edizione tedesca, l'ottava), costituisce l'""opus magnum"""" di Max Scheler e, nell'ambito della ragione pratica, un modello di pensiero mai disgiunto dalla vita, capace di guidare, nel sentire e nei corrispondenti giudizi di valore, i nostri passi nel mondo: il nostro volere e il nostro agire. Muovendo da una concezione olistica della percezione assiologica, in linea con i più influenti orientamenti del pensiero filosofico e scientifico contemporaneo, quest'opera presenta una teoria dei valori che sfugge finalmente alla cieca alternativa del relativismo e dell'assolutismo etico e indica con precisione i criteri di correttezza dei giudizi di valore. Il volume tradisce, inoltre, l'intento più ambizioso di Scheler, quello di rifondare il classico personalismo declinandolo, appunto, nei termini di una personologia laica che, rivelando all'essere umano un possibile accesso alla propria identità personale e alla propria vocazione, tenta di strapparlo al destino. Presentazione di Roberta De Monticelli"" -
La generazione e la corruzione. Testo greco a fronte
Il ""De generatione et corruptione"""", opera poco conosciuta e sottovalutata, svolge un ruolo importante nelle riflessioni fisiche di Aristotele. Lo Stagirita affronta e risolve le questioni concernenti i quattro tipi di mutamento, distinti secondo la categoria di riferimento: la generazione e corruzione secondo la sostanza, l'aumento-diminuzione secondo la quantità, l'alterazione secondo la qualità, la traslazione secondo il luogo. L'articolazione di tali temi si sviluppa in un ricco confronto con i filosofi del tempo, con la ripresa della centrale tematica delle cause fisiche e con espliciti riferimenti al Motore immobile trattato nella Metafisica. L'ampia introduzione di Maurizio Migliori, che affronta le questioni di fondo proposte in questo testo, è completata da un saggio bibliografico di Lucia Palpacelli che espone criticamente tutti gli studi apparsi nell'ultimo trentennio. La traduzione e il commentario di Migliori sono stati rivisti e arricchiti sulla base di un analogo aggiornamento bibliografico. Il lettore ha così a disposizione un testo completo, presentato in un'ottica unitaria e sorretto da una lettura critica aggiornata."" -
Responsabilità della vita. Un confronto fra un credente e un non credente
Sono ancora nelle mente di tutti alcuni casi che hanno turbato l'Italia: il caso Englaro, il caso Welby: casi in cui il diritto alla vita è sembrato scontrarsi col diritto alla cura, la libertà col dovere terapeutico. Su questi temi così controversi si confrontano in questo libro due voci diverse: quella di un laico - Umberto Veronesi - e quella di un credente - Giovanni Reale -, quella di un medico, impegnato nella cura del corpo, e quella di un filosofo, preoccupato per definizione dello spirito. A unirli, nel confronto dialettico delle ragioni dell'uno e dell'altro, la convinzione che la moderna medicina debba recuperare il fattore umano, come avveniva nella medicina antica, debba tenere in debito conto le sofferenze psicologiche prodotte dai mali fisici e, soprattutto, debba rispettare la libertà della scelta. Nessuno può decidere sulla vita di un uomo, e meno che mai può decidere lo Stato, per legge. L'autodecisione, per guanto riguarda la vita, è irrinunciabile. Togliere all'uomo l'autodecisione significa negargli la libertà, ossia il bene più grande che Dio gli ha dato. E per questo laici e credenti possono concordare. -
Il malloppo
Marcello Marchesi è stato uno dei più popolari autori di teatro e televisione, un mago della battuta, del gioco di parole, della massima delirante. Nel ""Malloppo"""" l'umorista famoso, diventato signore di mezza età, fa i conti col suo passato. E il suo passato è fatto di parole, parole, parole combinate in tutti i modi possibili, parole e battute sue e parole e battute che lo hanno bombardato per tutta una vita come annunci pubblicitari, titoli di giornali, notizie, eventi, principi morali, proverbi e insulti. Nella sua mente queste parole si trasformano, si uniscono per dar vita a nuovi calembour. Marchesi si immagina come un vecchissimo manipolatore di parole che, nel suo letto di sofferenza, si svuota del """"malloppo"""" che gli affolla la mente delirante, e lo riversa in un nastro magnetico immaginario. Ma tra le parole affiorano i ricordi, i fatti, si disegna la ricostruzione di un amore di mezza età, assillante, insostenibile, e brani di vicende infantili. Il monologo prende una forma narrativa. Il mago della battuta diventa a poco a poco scrittore. Un irresistibile monologo-fiume comico, patetico, dissennato, umano. Prefazione di Oreste del Buono. Postfazione di Guido Clericetti."" -
L'Esattore. Un'indagine del commissario Kostas Charitos
Il commissario Charitos è di nuovo alle prese con le conseguenze della grande crisi economica. Nell'ombra agisce un ""Esattore"""", un vendicatore che invia a noti evasori fiscali una lettera in cui li invita a saldare quanto devono al fisco; ma se non ottiene quanto chiede, l'Esattore uccide i malcapitati con una iniezione di cicuta. Kostas Charitos si immerge nel nuovo caso con un senso di smarrimento: gli omicidi si susseguono in un clima di tensione sociale estrema, in cui vittime e colpevoli si scambiano continuamente di ruolo. Anche Caterina, sua figlia, è sul punto di andarsene, accettando un posto offertole dall'Alto Commissariato dell'ONU per i rifugiati. Intanto, l'Esattore riesce a far restituire alle casse dell'erario quasi otto milioni di euro in soli dieci giorni, e il popolo scende in piazza per inneggiare all'eroe, al santo, che è riuscito là dove il potere costituito ha colpevolmente fallito. Nel mezzo di questo dilemma etico si trova il commissario Charitos: smascherare il colpevole e consegnarlo alla giustizia oppure stare dalla parte della gente dimenticata da quella stessa giustizia?"" -
L' isola che c'è. Il nostro tempo, l'Italia, i nostri figli
In un dialogo ideale con i suoi lettori e con chiunque desideri ragionare senza pregiudizi sul nostro tempo, Susanna Tamaro riflette sulla storia del nostro Paese, sul suo presente così complesso e confuso, sul suo futuro così incerto. Parla dei giovani e dei loro progetti - della scuola che sembra averli abbandonati. Parla della natura, dell'incuria in cui il nostro splendido paesaggio è spesso lasciato, della violenza sugli animali; del decadimento morale della classe politica; del ruolo delle donne, in famiglia e nella società. Prende posizione su alcuni dei temi più caldi del dibattito culturale, dal ruolo della Chiesa nella società alla concezione della vita e della maternità. Susanna Tamaro ci offre una testimonianza di passione civile, lucida e disincantata, ma anche un racconto intimo e personale, che si apre al ricordo dell'infanzia e alla speranza nelle nuove generazioni.