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La bellezza scolpita. Franca Florio nel ritratto di Piero Canonica. Storie e restauro. Ediz. a colori
La Fondazione Paola Droghetti ha dedicato il XX volume della sua collana INTERVENTI d'Arte sull'Arte alla storia e al restauro dell'opera Donna Franca Florio di Pietro Canonica custodita nel museo dell'artista. rnFranca Florio, donna di grande fascino, considerata la “Regina di Palermo”, celebre negli ambienti dell'alta società italiana per l'indiscussa bellezza ed eleganza, fu un personaggio rappresentativo di un'epoca. Collaborò insieme al marito Ignazio e al cognato Vincenzo, ideatore nel 1906 della celebre corsa automobilistica “Targa Florio”, alla sprovincializzazione di Palermo e al suo inserimento tra le più vivaci città europee nei primi anni del Novecento. rnL'interesse per questa meravigliosa scultura in marmo nasce innanzitutto da una particolare attenzione della Fondazione per il piccolo ma straordinario Museo Pietro Canonica in Villa Borghese. Si tratta di un'affascinante e preziosa casa-museo, ove si respira una speciale atmosfera collocata tra fine ottocento e prima metà del novecento. Le sale espositive, insieme allo studio dell'artista e alle stanze dell'appartamento privato, restituiscono in modo completo non solo la notevole qualità dello scultore ma anche la sua umana complessità, il suo gusto e la sua poliedrica personalità. rnIl ritratto di Donna Franca Florio, che è tra i più noti capolavori dell'artista, necessitava di una accurata e delicata operazione di pulitura e per questo motivo la Fondazione si è impegnata a finanziare il restauro conservativo dell'opera. rnLa scultura è tornata ora al suo originario splendore. Un'operazione impegnativa che è avvenuta sotto gli occhi del pubblico, creando cosí un ulteriore interesse al complesso lavoro del restauratore. Il cantiere è stato infatti aperto nella stessa area espositiva del museo e questo ha consentito ai visitatori non solo di ammirare l'opera ma anche di seguire i lavori di restauro nelle sue diverse fasi. -
Giuseppe Spagnulo. Ritorno a Taranto. Ediz. illustrata
A un anno dall'improvvisa scomparsa di Giuseppe Spagnulo sono dedicati all'artista un volumetto di fotografie e un'emozionante mostra/omaggio all'artista. Entrambi prendono le mosse da ARSenale Mediterraneo per le arti contemporanee, diretto da Giulio De Mitri, un evento avvenuto oltre dieci anni fa. Giuseppe Spagnulo, nell'ambito della vasta e articolata iniziativa e all'interno della sezione Genius loci I Ritorno da grandi, fu protagonista di un seminario di tre giorni, con gli artigiani di Grottaglie e con venti studenti dei bienni specialistici delle accademie di belle arti di Bari, Foggia, Lecce e Catanzaro, seguito da un incontro pubblico nel Museo Nazionale Archeologico di Taranto condotto da Bruno Corà. (...) -
Il bosco e l'asfalto. Appunti per un esame di coscienza (prima che sia troppo tardi). Con alcune opere di Giovanni Ferrarotti. Ediz. a colori
Questo libro è un atto di ringraziamento al nostro passato prossimo, al mondo di ieri, quando le voci umane e quelle degli animali, dai richiami della vita rustica allo starnazzare di oche e anatre, al nitrire dei cavalli, al frinire delle cicale e al muggito delle mucche, non erano ancora superate, per non dire cancellate, dai fragori delle macchine e dagli strepiti velenosi dei tubi di scappamento. Nulla in questa testimonianza, tuttavia, di stucchevolmente nostalgico. Solo un richiamo a un mondo che ha ancora qualcosa di importante da offrire all'odierna società del web, elettronicamente provveduta, lanciata verso i suoi obiettivi, ma anche tanto veloce da dimenticare lo scopo del viaggio lungo la via. -
La bellezza ritrovata. Arte negata e riconquistata in mostra. Catalogo della mostra (Roma, 2 giugno-26 novembre 2017). Ediz. a colori
"Organizzare mostre d'arte per condividere con il pubblico la bellezza di opere dell'ingegno costituisce, sempre, motivo di grande soddisfazione. Quando poi accade che queste opere, ritenute ormai scomparse, naufragate per sempre nel mare dell'oblio, si stagliano nuovamente all'orizzonte, in tutta la loro bellezza, alla soddisfazione si aggiunge la gioia. Perché evoca, molto da vicino, quel ritrovamento di un tempo perduto, di proustiana memoria, da cui ricominciare a costruire una storia a partire proprio da dove si era interrotta. Una analessi che ripercorre quel pezzo mancante di tempo per ritrovare la continuità di una narrazione che ogni opera, ogni dipinto, ogni scultura porta con sé. E scoprire, magari, in quelle stesse opere, elementi nuovi, particolari inediti che aggiungono, al racconto storico, ricchezza ulteriore. La mostra organizzata ai Musei Capitolini di """"bellezze ritrovate"""", di cui questo catalogo è testimone attento, è articolata in tre sezioni per distinguere la causa che ne aveva determinato la scomparsa dal panorama pubblico: opere salvate dalle zone terremotate, opere danneggiate dalle guerre, opere recuperate dai furti. Scenari diversi per un unico attore, l'uomo, che nel mondo dell'arte agisce. Nel bene e nel male. E fra questi, è a coloro che nel bene, e per il bene dell'arte si adoperano, mettendo tutto l'impegno e la dedizione per la ricomposizione e ricostruzione del nostro patrimonio culturale, che va tutta la nostra gratitudine. Nel caso specifico di questa mostra, al Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale."""" (Dalla Prefazione di Claudio Parisi, preside sovrintendente capitolino ai beni culturali). Prefazione di Giuseppe Lepore." -
Carlo Gatti re del ghiaccio. Un pronipote affascinato e riconoscente
"Quando ero bambino mi faceva grande soggezione l'imponente busto marmoreo, lì, nella nicchia al termine del lungo corridoio nella nostra casa a Tabiano: lunga barba, volto austero, ma profondamente umano. Assisteva immobile ai giochi infantili di noi tre fratelli Giacomo, Gian Carlo e Rosandra. Papà e mamma ci raccontavano che quel busto raffigurava Carlo Gatti, il padre di nonna Rosa, che aveva fatto fortuna a Londra con i ristoranti, i gelati ed il ghiaccio. Più avanti negli anni, sempre un fugace sguardo passandogli rapido davanti, ma con maggior conoscenza di causa: il bisnonno era stato il 'Grande Patriarca' che conquistò la capitale di un impero partendo dalla sperduta val Blenio in Canton Ticino, Patria della sua e della mia famiglia. Anche oggi, ormai ai limiti della vita, guardo nel passare quel volto austero, proprio a fianco della luminosa immagine del filosofo Francesco Acri, bisnonno della mia indimenticata Gabriella. In occasione dei duecento anni dalla nascita ho deciso di ricordare Carlo con un libro a lui dedicato. Un ricordo che ha necessariamente utilizzato come base il faticoso e meritevole lavoro di quanti hanno già scritto, dalla Kinross al Peduzzi, da Peter Barber a Fernando Ferrari, alla stessa Cuneo, ma che desidera rivisitare e personalizzare i fatti già conosciuti, integrandoli con lettere di Carlo alla figlia Rosa e al futuro genero Giacomo, insieme ad altri numerosi documenti conservati amorevolmente da mio padre nei polverosi archivi di famiglia."""" (L'autore)" -
Il disegno infantile nell'arte e nel pensiero visivo
Il disegno infantile costituisce, a nostro avviso, non solo un luogo privilegiato in cui la creatività e l'immaginazione si lasciano osservare, ma anche una fonte inesauribile di invenzioni grafiche da conoscere e da esplorare. Con tale indagine il saggio vuole dare un contributo a comprendere la genesi della creatività infantile, coglierne il nesso con testimonianze, eventi artistici ed espressioni culturali del XX secolo, nel convincimento che ciò possa condurre verso approfondimenti operativi. Non si propone di imitare i bambini, ma di percorrere ed esplorare piste da loro intercettate, le quali per tante ragioni, non escluse le convenzioni del realismo visivo sono state abbandonate. Questo saggio è rivolto non solo agli artisti e ai teorici della forma e della figurazione, ma anche a coloro che non hanno particolare talento artistico né pensano mai di seguire un'attività del genere, a ""l'homme du commun"""" direbbe Dubuffet, a coloro che hanno perso l'abitudine di tener in mano una matita, ritenuta inutile per una presunta incapacità ad usarla, infine agli educatori, a quanti pensano che il disegno non sia, come nello sport agonistico, il luogo dove si formano e si esercitano solo i talenti artistici, ma dove si forma il pensiero visivo."" -
Tessere la speranza. Le preziose vesti dalle Madonne Addolarate del Lazio a Santa Maria de la Esparanza Macarena di Siviglia. Ediz. a colori
L'esposizione e incentrata su un aspetto molto peculiare del culto della Madonna: la vestizione dei simulacri della Vergine, densa di significati simbolici, di ritualità e di segretezza. Si tratta di una manifestazione del sacro, diffusa in tutto il mondo cattolico fin dalle origini del Cristianesimo e che riguarda insieme la storia dell'arte, della devozione e del costume. L'edizione della mostra ""Tessere la speranza"""" ideata per l'allestìmento di Sora è dedicata soprattutto al culto della Madonna Addolorata, diffuso dalla Spagna in tutto il mondo cattolico. In esposizione si potranno ammirare le Madonne Addolorate di Alvito, di Boville e di Falvaterra con i loro sontuosi abiti, ricamati con filati preziosi, ma anche altri Simulacri oggetto di particolare devozione territoriale, come la Madonna di Portosalvo (Chiesa """"degli Scalzi"""", Gaeta) e le Madonne """"bianca"""" e """"bruna"""" di Canneto (comune di Settefrati). Quale importante riferimento per le Madonne Addolorate del Lazio, per la prima volta sarà esposto in Italia uno straordinario """"oggetto di devozione"""" proveniente dalla Basilica di Santa Maria della Speranza di Siviglia: l'abito viola e il monumentale mantello verde della Vergine."" -
Volti di Palmira ad Aquileia-Portraits of Palmyra in Aquilea. Catalogo della mostra (Aquileia, 1 luglio 2017-3 ottobre 2017). Ediz. bilingue
La mostra raccoglie sedici pezzi originari della città siriana di Palmira, alcuni dei quali riuniti per la prima volta dopo la loro dispersione nelle collezioni occidentali, e otto da Aquileia che vogliono dimostrare, pur nella distanza geografica e stilistico-formale, il medesimo sostrato culturale che accomuna le due città, mediante l'utilizzo di modelli autorappresentativi e formule iconografiche affini. In un'epoca di guerra civile in Siria e di furia iconoclasta perpetrata da alcuni gruppi nei confronti di reperti archeologici vestigia del passato, la mostra si caratterizza per il suo valore simbolico e ideale al fine di sensibilizzare sul tema dell'archeologia ferita. -
Egizi Etruschi. Da Eugene Berman allo scarabeo dorato. Ediz. a colori
La mostra Egizi Etruschi nasce dall'opportunità di accostare produzioni e ideologie che hanno accompagnato la nascita e lo sviluppo di due tra le più grandi civiltà del Mediterraneo, un mare che nell'antichità ha sempre favorito gli scambi e l'incontro di culture. In un periodo, come quello attuale, in cui il Mediterraneo è lo scenario di guerre, di tragedie, di ""rifiuto del diverso"""", la cultura può forse riaprire un dialogo importante, purtroppo interrotto tra coloro che sulle rive del Mediterraneo vivono, seguendo il filo rosso della memoria: dialogo che è stato fonte di progresso, di solidarietà e di pace. La mostra Egizi Etruschi è anche un'importante occasione per presentare al pubblico, per la prima volta, e mettere a confronto con i reperti egizi trovati a Vulci, in un """"dialogo mediterraneo"""", alcuni preziosi oggetti egizi provenienti dalla collezione di Eugene Berman e dalla Sezione Egizia del Museo Archeologico di Firenze."" -
De qua e de là dar fiume...
Da quando Roma è Roma, i miti, le leggende, la storia hanno sempre avuto animali per comprimari. Prima gli uccelli, decisivi nella disputa fra Remo e Romolo, poi fu la mitica lupa nutrice, fino allo svettare delle aquile sulle insegne dei legionari. Come tacere infine sulle oche del Campidoglio? -
Metodologie per la ricerca storica
"Comincio subito col dire che il testo in questione è davvero utile per tutti. Il tema della storia e della sua ricerca ci riguarda da vicino e nessuno studioso può ignorarlo. La storia costituisce quell'immenso e inestinguibile serbatoio al quale le diverse discipline non possono fare a meno di abbeverarsi. Proprio perché 'immenso e inesauribile' quel serbatoio non può essere avvicinato con superficialità e senza preparazione, ma necessita di una precisa metodologia. A questa esigenza cerca, con successo, di rispondere il lavoro di Anna Baldazzi che si divide in due parti. La prima, 'Fondamenti di metodologia storica', si occupa proprio della ricchissima e inesauribile bibliografia che, soprattutto nel XX secolo, ha occupato le più grandi menti anche di settori non propriamente legati agli studi storici. La seconda parte del volume, 'La metodologia degli storici', affronta tematiche non meno importanti che dimostrano come ogni seria metodologia storica non possa prescindere da un'adeguata preparazione filosofica dati gli strettissimi legami che intercorrono tra la storiografia e i diversi ambiti del sapere. Seguono i capitoli finali, che attraverso l'analisi del sapere e della ricerca, ci avviano alla creazione della conoscenza storica."""" (Dall'introduzione di Rocco Pezzimenti)" -
Criminalità nuova in una società in trasformazione
L'indagine storica, che riporta alle origini dell'associazione criminale detta 'ndrangheta, suscitò a suo tempo particolare interesse e conserva a tutt'oggi aspetti di assoluta novità, inserendosi a buon diritto nel dibattito nazionale sulla storia, la consistenza, la struttura e le dimensioni del fenomeno. Il saggio segue il percorso dell'infiltrazione mafiosa, fino a raggiungerne le origini, svelando i meccanismi organizzativi e gli intrecci di interesse che hanno consentito al fenomeno criminale di acquisire la presenza endemica, le dimensioni e il potere sociale che continua tuttora a esercitare. Il saggio che qui si ristampa è stato pubblicato nell'opera in nove volumi sulla ""Storia della Calabria"""", con il titolo """"Criminalità nuova in una società in trasformazione""""."" -
Il castello di Tabiano. Mille anni di storia e leggende
Fra i più importanti monumenti difensivi di epoca feudale in alta Emilia, nei suoi mille anni di storia il castello di Tabiano ha vissuto splendori e abbandoni, guerre, assedi, tragedie, delitti, ma anche grandi amori e serene vicende familiari. Fortezza prediletta di Uberto il Grande Pallavicino è stato distrutto e ricostruito più volte, ha ospitato personaggi leggendari come Rolando il Magnifico e Isabella Pallavicino, nota come l'angelo di Tabiano, il crudele Delfino e Nicolò avvelenato in una congiura. A fine '800 con i grandi restauri voluti dalla famiglia degli attuali proprietari, è diventato una dimora privata che dal 2016 è aperta a visite, eventi e manifestazioni culturali. Insieme all'antico borgo sottostante trasformato in Relais de Charme con ristorante e wellness e ai casali circondati da giardini e piscine oggi il castello di Tabiano è un polo di attrazione internazionale con migliaia di ospiti ogni anno. -
Oriente e Occidente. Dialoghi di civiltà a Firenze. Ediz. italiana, inglese e araba
Questo volume raccoglie gli interventi e alcune immagini dell'incontro tra uomini di cultura e di fede dell'oriente e dell'occidente che si è svolto a Firenze nel giugno del 2015. Due mondi a confronto: l'occidente europeo e il mondo orientale arabo-islamico. Si parlano. C'è oggi una grande novità, con cui oriente e occidente devono fare i conti: l'affermazione del mondo globale, che ha messo in discussione le identità, nazionali, religiose, di civiltà. Siamo entrati - da alcuni anni - in un radicale processo di cambiamento, che tutto rimette in discussione, travalica i confini, ridiscute identità tradizionali acquisite. Introduzione di Vittorio Ianari, -
Gli affreschi delle Palazze. Una storia tra Umbria e America-The Palazze frescoes. A tale between Umbria and America. Ediz. a colori. Con DVD-ROM
Gli affreschi del monastero delle Clarisse di S. Maria inter Angelos presso Spoleto, detto Le Palazze, staccati dalle pareti e ora conservati in vari musei, la maggior parte dei quali sulla costa orientale degli Stati Uniti d'America, hanno attirato l'attenzione di molti importanti studiosi. Sulla ""splendida serie dugentesca delle Palazze"""" - come la chiama Roberto Longhi - mancava però fino ad ora uno studio complessivo, cioè una lettura integrale del ciclo di pitture e un'analisi del contesto entro il quale esso fu ideato. Verso questi obiettivi si è orientato il progetto di ricerca internazionale e multidisciplinare di cui oggi, dopo quattro anni di lavoro, possiamo vedere i risultati: la ricostruzione virtuale della chiesa e del coro delle monache con gli affreschi di nuovo riuniti e sistemati sulle pareti, realizzata con sofisticate tecnologie digitali ed esplorabile nel DVD qui allegato, e i saggi degli autori italiani e americani di questo libro. Prefazione di Bruno Toscano."" -
Plautilla Bricci. Pictura et Architectura Celebris. L'architettrice del barocco romano
Tra l'età della Controriforma e il Barocco si compie un lento cambiamento culturale che investe il ruolo della donna nella società. Nel corso di questa trasformazione affiora la figura di un'artista di cruciale importanza per la storia delle donne e per la storia dell'arte: Plautina Bricci. ""Architectura et pictura Celebris"""", la Bricci nacque a Roma nell'agosto del 1616: fu pittrice e architettrice, ricoprendo in questa professione il primato storico per una donna. Chi era Plautina? Quale fu l'ambiente culturale e sociale nel quale si formò e fu capace di istruirsi? Come spiegare la sua firma su importanti opere d'architettura e dipinti del XVII secolo romano? Come trovò spazio nella difficile società del tempo dominata e gestita dal potere maschile? Questi sono solo alcuni dei quesiti ai quali si è cercato di dare una risposta in questo libro, prima ancora di aver affrontato l'analisi critica della sua rilevante e molteplice attività, che ha costituto, nel '600, un unicuum culturale, sociale e artistico. Plautina non fu soltanto """"architettrice celeberrima"""" ma anche una """"molto famosa pittrice"""": la sua vita e la sua carriera possono essere prese ad esempio per iniziare a riscrivere e rivedere alcune prospettive sulle donne artiste del XVII secolo. Dopo circa dieci anni di costante ricerca in archivi pubblici e privati, è stato finalmente possibile ricostruire la vita e le opere di questa eccezionale artista, che ha il merito - e forse la forza - di scardinare gli stereotipi che ancora sopravvivono nei confronti delle donne artiste."" -
Il Casanova di Fellini ieri e oggi 1976-2016
"Il Casanova di Fellini ieri e oggi 1976-2016"""", con molti documenti anche di Fellini - lettere, disegni, foto, testi da archivi e collezioni private - celebra quarant'anni dell'opera dove il regista affronta le sue ombre più profonde. Il film, ispirato ai """"Mémoires"""" dello scrittore veneto, non è una ricostruzione del Settecento alla Kubrick, che lo stesso anno gira """"Barry Lindon"""". Ma Fellini dipinge comunque un mirabile quadro della disfatta dell'illuminismo alla vigilia della rivoluzione. Simenon lo definì «il più bell'affresco della storia del cinema» e «una vera e propria psicanalisi dell'umanità». È «un tuffo vertiginoso nelle profondità umane». La figura di Casanova vi incarna sia il rischio dell'artista, sia il rovescio della medaglia dei pregi dell'italiano proiettati nell'attualità. «Il ritratto psicologico dell'artista», che recita sempre una parte in preda alla vertigine del vuoto, si fonde con la mediocrità elevata a eccellenza e con la compulsione sessuale del seduttore per antonomasia, perfino del vitellone attaccato a un piacere adolescenziale: un edonismo poi, di civiltà dei consumi. Allo specchio del personaggio, Fellini vede l'archetipo di se stesso e dell'italiano tipico. Ha paura del Pinocchio che non diventa mai uomo, del «baco da seta che si agita... freneticamente nel suo bozzolo, non diviene mai farfalla». Teme la categoria rozza del fascista come essere collettivo soddisfatto di sé, che ha sperimentato nell'adolescenza. Ne conosce il pericolo sul piano spirituale, artistico, sociale: «l'approssimazione, l'indifferenziato, i luoghi comuni, il convenzionale, la facciata». Casanova diventa un mito perché «è proprio il vuoto, un universalismo senza senso: la poesia, la donna, l'animo femminile, la scienza, le arti... una totale mancanza di individualità». L'angoscia dello specchio profetizza perfino l'incomprensione che riguarderà la sua arte. Ma Fellini vince. L'ultimo grado di abiezione del vecchio Casanova deriso, con il sogno sul ghiaccio, attinge la profondità del pathos tragico. Questo volume, aumentato di testi nuovi e in forma riveduta, riproduce gli atti del convegno e della mostra """"Il Casanova di Fellini ieri e oggi 1976-2016"""", promossi dal presidente della Commissione per la biblioteca e per l'archivio storico del Senato, Sergio Zavoli; convegno curato da Gérald Morin e Rosita Copioli e mostra allestita da Françoise e Gérald Morin (Roma, Biblioteca del Senato, 6-21 dicembre 2016)." -
Il patrimonio ritrovato a Cerveteri. I predatori dell'arte e le storie del recupero. Ediz. illustrata
La mostra ""Il patrimonio ritrovato. I predatori dell'arte e le storie del recupero"""" allestita negli spazi di Casa Grifoni, nel cuore della cittadina di Gerveteri, è alla sua terza edizione dopo la prima esposizione al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia nel 2012 e la seconda al Museo Archeologico Nazionale di Vulci nel 2013. La scelta di Gerveteri, quale rinnovata sede dell'esposizione, ha un significato molto preciso, se si considera l'entità degli scavi clandestini che in passato hanno interessato le necropoli e i santuari di questa città etrusca. Il tema dell'esposizione riguarda il patrimonio archeologico disperso, a causa degli scavi di frodo, perpetrati fin dagli anni Sessanta del secolo scorso sul territorio italiano e recuperato a seguito di una difficile attività di investigazione internazionale che ha portato, nel 1995, alla confisca di oltre 3000 reperti archeologici nascosti nel porto franco di Ginevra, in Svizzera, grazie alla sinergia tra l'allora Ministero per i Beni e le attività Culturali, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, la Procura della Repubblica di Roma e l'Avvocatura Generale dello Stato."" -
«Fabrica», complessità progetto. Ediz. illustrata
L'approccio tettonico permette di scoprire come, sin dalla atavica necessità di proteggersi, si siano sviluppati percorsi poetici, spazi emozionali, opere d'ingegno, riflessioni e teorie che hanno animato l'arte di costruire dalle origini a oggi. L'architettura, rispondendo alle esigenze di una società che cambia, ha imparato a soddisfare il bisogno dell'uomo di abitare il mondo ripensando e, reinventando gli elementi di cui è costituita. Perché nonostante tutto l'architettura è, ancora oggi, arte di costruire: nasce da ""fabrica et ratiocinatio"""", come afferma Vitruvio nel """"De Architectura"""" Libro I, e ricordarlo significa affermare che non basta solo comporre l'architettura immaginando di costruirla, ma è anche importante imparare a scomporla nei suoi elementi costitutivi, le cui infinite sfumature semantiche continuano a fornire stimoli e ispirazione al progetto contemporaneo."" -
Il richiamo di madre natura. Ediz. a colori
Ecco un libro davvero speciale, perché non solo racconta, ma anche canta, suona e recita, illustrando la bellezza, la varietà e la ricchezza di Madre Terra, per coinvolgere i giovanissimi, gli adolescenti e anche gli adulti di ogni età, nella scoperta e nella percezione del mondo in cui viviamo. Mariella Belotti non si è limitata a esprimere le sue sensazioni e passioni per la Natura, ma ha voluto anche donare a tutti i lettori uno scrigno magico, da cui ciascuno potrà trarre una quantità di conoscenze e stimoli, valori e significati, trovando mille occasioni di osservazione, riflessione, recitazione, musica, gioco e divertimento. Incantandosi ad ammirare una farfalla, respirando il profumo di un fiore, oppure ascoltando un canto d'uccello. Diventando così, sempre più, un vero ""araldo"""" del pianeta, la casa in cui viviamo, capace di rispettarla e pronto a difenderla. Un sussidio didattico per aiutare a vivere in armonia con le leggi del creato. Età di lettura: da 10 anni.""