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Il diritto penale della medicina nella giurisprudenza di legittimità (2004-2008). Con CD-ROM
L'opera si offre come una raccolta completa e sistematica della giurisprudenza di legittimità nel quinquennio 2004-2008 nella materia del diritto penale della medicina. Tutte le sentenze, comprensive della motivazione per esteso, sono state raccolte nel CD-Rom allegato al volume. Esse sono state riprodotte in modo da consentire la ricerca testuale dei lemmi di interesse. Ciascuna pronuncia è preceduta da un lemmario, che ne facilita la consultazione, nonché dalle eventuali massime estrapolabili dalla singola motivazione. Queste ultime sono conformi - ove disponibili - alle massime reperibili nel Massimario ufficiale della Cassazione e - ove edite - alla versione redazionale offertane dalla rivista. Per il resto, sono state confezionate da quanti hanno collaborato all'opera. Nelle pagine del presente volume sono state raggruppare le massime per argomenti, al fine di agevolare l'utente nella ricerca. Un'ulteriore modalità di ricerca ""guidata"""" è offerta dai lemmari dei termini giuridici e medici, che rimandano alle singole sentenze, consentendo di raggrupparle in ragione di specifiche problematiche giuridiche e contesti operativi."" -
L'orto della salute. Il valore nutraceutico di frutta e ortaggi
Autorevoli medici affermano che la dieta è il vero toccasana per la nostra salute, ricordando le parole di Ippocrate: ""lascia che il cibo sia la tua medicina e la medicina il tuo cibo"""". Studi epidemiologici hanno mostrato che diete ricche di alimenti vegetali possono prevenire diverse patologie, dalle malattie cardiovascolari al cancro, grazie al contenuto in sostanze che combattono i radicali liberi, o che hanno azione anti-invecchiamento. In questo volume sono raccolte conoscenze ed esperienze di molti scienziati italiani che offrono risposte scientificamente rigorose alle domande sul ruolo del cibo nella protezione della nostra salute."" -
Garibaldi. Visione nazionale e prospettiva internazionale
Il volume riporta gli Atti del Convegno di Livorno del 31 maggio e del 1° giugno 2007 dedicato a Garibaldi ed al garibaldinismo, convegno organizzato dal Comitato Livornese per la Promozione dei Valori Risorgimentali nel quadro dellampia iniziativa promossa dal Comitato nazionale per le celebrazioni del bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, sotto legida del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Si tratta di un importante confronto di temi e di posizioni storiografiche, che spaziano dalla dimensione prettamente storica a quella politica, sociale, economica, associativa, culturale e letteraria del fenomeno garibaldino, visto dentro e fuori dal mito, nella generale convinzione che esso abbia costituito un elemento determinante nel farsi della coscienza civile degli italiani. Lepica della camicia rossa e del suo prestigioso creatore, come risulta dallinsieme delle circa trenta relazioni che onorarono il Convegno, non ebbe niente di surrettizio, ma fu espressione di un sentire generazionale e nazionale, che si sostanziava di tensioni ideali e di fermenti politici e sociali. Fu, insieme alla cultura mazziniana, componente essenziale di unoriginale declinazione della democrazia e della partecipazione popolare al Risorgimento. Fu la prova, con il coinvolgimento di tanti giovani progressivamente avvicinatisi al volontariato, di una travolgente volontà di superamento dei vecchi regimi in direzione della modernità europea. Fu ancora una grande epopea consapevolmente vissuta come coniugazione della forza non più con lesercizio del dominio, ma con le ragioni delletica e del riscatto degli umili e degli oppressi. Come nelle altre, ormai numerose, occasioni di studio promosse dal Comitato livornese, gli Atti spaziano dalla dimensione europea a quella italiana, a quella regionale e a quella cittadina, nella convinzione che il nostro Risorgimento non possa essere compreso se non in relazione alle dinamiche di una lunga transizione, della quale il farsi della democrazia italiana ed il suo affermarsi dopo la caduta del fascismo è parte integrante. -
Architetture pisane (2009). Vol. 17
La rivista contiene i seguenti argomenti: Intervista ad Alvaro Siza; Workshop Peccioli; Aramo Bientina; Alla Facoltà di ingegneria; Tesi di laurea; Pisani all'estero; Concorsi; Rubriche: reportage, siti, libri, eventi. -
Logiche dell'alterità
Il volume propone un tentativo di risposta ad una duplice esigenza: di ""dire l'altro(-a)"""" rimandando così a rinnovate grammatiche dell'alterità e di """"agire con l'altro"""" rimandando a corrispondenti pragmatiche dell'alterità . Si tratta di versanti di riflessione che riaprono il problema (teoretico) dell'identificazione e dicibilità dell'altro al di sopra di ogni essenzialismo e che, al tempo stesso, implicano il problema (politico) dell'agire con (ma anche a nome del-)laltro, con il quale dobbiamo dividere i medesimi spazi del nostro vivere quotidiano e possiamo auspicabilmente condividere i progetti finalizzati ad organizzarli, nel presente e al di là di esso. Allo scopo di avviare ulteriori approfondimenti, il volume è corredato da un'ampia bibliografia ragionata sui temi dell'alterità, del multiculturalismo e della filosofia interculturale. Con scritti di: Laura Bazzicalupo, Giuseppe Cacciatore, Francesco Camera, Anna Czajka, Barbara Henry, Luca Illetterati, Sara Mollicchi, Alberto Pirni, Vincenzo Sorrentino, Franz Martin Wimmer."" -
Lingua e stile nelle tragedie di Vittorio Alfieri
L'importanza che l'elaborazione stilistica assume nelle tragedie di Alfieri emerge dal resoconto della Vita ed è testimoniata dalle diverse fasi compositive delle singole opere. Attraverso lo studio di questi documenti si propone una ricerca articolata secondo due assi principali: l'analisi adotta inizialmente una prospettiva diacronica per individuare la strategia delle varianti che Alfieri attua nella revisione della prima edizione delle tragedie (Pazzini, 1783) in vista della stampa definitiva (Didot, 1789); segue una lettura sincronica, condotta sull'edizione finale e sottoposta al vaglio di una valutazione linguistica. Le soluzioni stilistiche adoperate per conseguire una scabra essenzialità non escludono la ricerca di una regolarità espressiva modellata sulla tradizione classica. Si definiscono quindi due linee diverse e interagenti lungo le quali la scrittura tragica di Alfieri costruisce il suo equilibrio contraddittorio, fra l'ossequio alle norme di compostezza e simmetria imposte dal classicismo e il gusto per l'anomalia e lo scarto, suggerito dalla poetica del sublime. Vincenza Perdichizzi (Messina, 1979) ha studiato alla Scuola Normale e all'Università di Pisa. Dal 2005 vive a Parigi, insegna come professore incaricato (ATER) all'Università di Lille 3. Nel corso dei suoi studi si è occupata di teatro e di letteratura italiana del Settecento. Su Vittorio Alfieri ha pubblicato numerosi saggi in riviste italiane e francesi. -
Abbiamo fatto quello che dovevamo. Vescovi e clero nella provincia di Pisa durante la seconda Guerra Mondiale
La storia della Chiesa di Pisa di fronte ""all'estremo"""", alla guerra totale, alla guerra ai civili. E' questo ciò che emerge dai diversi saggi che compongono il volume fotografando, in modo ancora non definitivo ma certo già significativo, la storia delle istituzioni ecclesiastiche e il ruolo giocato da alcuni ecclesiastici negli anni del conflitto, in particolare nel biennio 1943-1945. Troviamo così puntuali descrizioni dellarcivescovo Vettori come uomo di pace, del vescovo Giubbi dinanzi al dramma del passaggio del fronte, delle dinamiche della diocesi di Volterra, con l'impegno del vescovo Bagnoli, che si insedia proprio nelle prime settimane dell'occupazione. Altri contributi prendono in esame figure particolarmente significative, mutuando un approccio biografico che getta una luce importante sui legami tra gli anni della formazione e le scelte anche radicali compiute dinanzi al conflitto. Le fonti utilizzate, a cominciare dai Libri cronici, rappresentano un contributo importante per una storia sociale del conflitto, del """"quotidiano"""" di fronte alla guerra. Il libro ci restituisce uno spaccato vero, plurale e anche toccante di come in quegli anni la guerra abbia stravolto le comunità della provincia di Pisa imponendo scelte nette, e di come infine la dimensione ecclesiale sia nel suo aspetto istituzionale che in quello spirituale abbia rappresentato un appiglio importante per la popolazione. Nel momento in cui la società si disgrega e si frantuma, è la comunità che resta in piedi, con i suoi reticoli primari, familiari e parentali, e poi paesani: reti di assistenza e solidarietà, nelle quali proprio i sacerdoti giocano un ruolo importantissimo, che incide sul terreno della manutenzione della vita."" -
Natura, uguaglianza, libertà. Rousseau nel Settecento veneto
Con inediti di G. Toaldo, G. Francescati, F.M. Colle e A. ZaramellinNel 1797 le truppe di Napoleone entrano a Venezia, facendo cadere il dominio della Repubblica senza incontrare quasi alcuna opposizione. Se la resistenza delle armi fallì contro i Francesi, non era mancata invece l'aspra battaglia delle idee, che da circa quarant'anni si levava contro le opere di Rousseau. La capillarità con cui queste avevano invaso i salotti, non meno delle canoniche, testimonia al contempo di una diffusa fortuna, di una censura blanda e di una lotta tra sostenitori e detrattori, combattuta presso le accademie, nei teatri, all'interno delle stamperie, dai pulpiti delle chiese e dalle colonne delle gazzette. Tra i due estremi del rifiuto e dell'esaltazione trovano posto anche interpretazioni più sfumate. Si identificano così percorsi di ricezione delle opere del filosofo ginevrino nella cultura veneta della seconda metà del Settecento, secondo i giudizi espressi dai lettori in forme di scrittura più o meno pubblica. Il quadro generale che si delinea introduce a sondaggi centrati sulle figure di Giuseppe Francescati e di Giuseppe Toaldo, autori che dedicarono alla filosofia di Rousseau lavori tuttora inediti che qui si trascrivono in appendice. -
Poteri e spazi politici a Pisa nella prima metà del trecento
La prima metà del Trecento fu caratterizzata a Pisa dall'affermazione signorile di diversi esponenti della famiglia dei conti di Donoratico. L'oggetto di questo studio, tuttavia, non è la signoria dei Donoratico, ma sono piuttosto le intense trasformazioni alle quali andò incontro lo spazio politico cittadino, inteso come il prodotto delle interazioni tra individui, gruppi sociali, istituzioni formali e informali, linguaggi e discorsi. I protagonisti di questa storia, cioè, sono molteplici: i signori certo, ma anche le principali famiglie mercantili del Popolo, le casate eminenti della nobiltà locale, le partes, il papato, le istituzioni politiche, i Comuni vicini. Al centro dell'attenzione sono poste le relazioni tra tutti questi soggetti, nella convinzione che tali relazioni ne condizionassero fortemente l'azione, l'identità e l'autorappresentazione. L'ascesa politica dei Donoratico non fece che rendere ancora più complessa la gamma di interrelazioni già esistenti. Essa non rappresentò quindi il superamento, in senso statuale, dell'instabilità politica duecentesca, ma fu piuttosto un ulteriore prodotto dello sperimentalismo tipico del mondo comunale. -
Una tribù all'ombra delle foglie di coca. Per una nuova cultura del territorio
Le foglie di coca, che si masticano a Cuzco per sopportare il freddo e la fame nei paesi andini, giungono nelle nostre zone completamente rielaborate e sotto forma di innocenti palline che non servono a sopravvivere alle intemperie e ai morsi della fame, ma a nutrire quei vuoti esistenziali che il nostro sistema cosiddetto civile ha prodotto. L'autrice cerca di trasmettere al profano o a chi si dimostri interessato alle dinamiche di gruppo, che cos'è il gruppo dell'Associazione Araba Fenice, composta da utenti Ser.T (servizio tossicodipendenze) e da persone del mondo esterno, del lavoro e della cultura (in particolare docenti dell'Università di Pisa); chi sono i personaggi che lo caratterizzano e soprattutto quale è il clima che ogni volta si crea. Il libro dimostra la assoluta necessità di un cambiamento degli attuali metodi di gestione del Ser.T; mira a condurre il lettore nel cuore delle esperienze progettate e realizzate del mutamento dell'azione sociale all'interno della istituzione a partire dal 2002 fino ad oggi. Si tratta di una esperienza del tutto originale basata su un approccio radicalmente diverso dalle attuali forme di accoglienza. Il nuovo atteggiamento pone operatore ed utente su un livello di parità, e di reciproco interscambio, producendo azioni comuni (culturali e sociali), che tendono ad essere portate come risorse a livello della più ampia comunità cittadina. È in tale percorso che si attiva l'azione di recupero dell'utente. -
Stranieri in famiglia
"Stranieri in famiglia"""" suona come una contraddizione o una provocazione: la famiglia non richiama innanzi tutto il luogo dell'appartenenza, della condivisione, del quotidiano, del conosciuto? Eppure, in famiglia, ci si può sentire stranieri. Ad esempio di fronte ai figli che non capiamo e che non ci capiscono. Lo straniero in famiglia è a un tempo dentro e fuori. Nell'introduzione a questo volume viene paragonato ad un agente doppiogiochista, che ha rivoltato mille volte la sua giacca. Sta sempre sulla soglia tra appartenenza ed estraneità. I significanti, straniero e identità, si rincorrono e si inseguono e mai come in questi ultimi anni hanno trovato un uso così enfatico da risultare quasi erotizzati, feticizzati.Nella specie umana nessuno di noi è straniero, dimenticarcene può condurre al paradosso di dirsi stranieri alla propria natura, incuranti della nostra comune appartenenza all'umanità. Eppure la psicanalisi ci dice che siamo stranieri a noi stessi. L'io non è padrone in casa propria per Freud indica una condizione strutturale del soggetto. L'automa, l'estraneo e lo straniero diventano quindi metafore della soggettività che si ritrovano, in forme differenti, in ciascuno di noi. Cosa ha ancora da dire la psicanalisi su temi quali: l'appartenenza, l'identità, lo straniero, la differenza? Questo volume testimonia un momento di confronto tra analisti che non rinunciano al desiderio di mantenere aperto un pensiero critico che non si lasci ridurre a un campionario di risposte predefinite." -
Quando il nome è «cosa seria». L'onomastica nelle novelle di Luigi Pirandello
Non è certo un caso che Pirandello sia a buon diritto tra gli scrittori che più di altri si prestano a indagini onomastiche. Nelle sue opere è infatti significativa la presenza dell'analogous name, ma anche di personaggi che riflettono sul proprio nome, chi prendendone le distanze (come Moscarda in Uno, nessuno e centomila) e chi soccombendovi (come il «professor Vabene» in una novella dal titolo omofono). Né manca chi come Biagio Speranza, altro personaggio, confidi che il nome non gli sembra «una cosa seria», per quindi apprendere a proprie spese il contrario. L'esercizio onomaturgico che compie Pirandello è in verità instancabile e insieme seducente. Ma suscita problemi. Pasquale Marzano, che nel merito ha competenze specifiche, ne propone soluzioni argute e persuasive. Nel presente volume fa centro sulle novelle, ma non tralascia gli altri generi che il loro autore praticò, né omette di esaminarne i nomi in rapporto a un ipotetico 'freudismo' (mai argomentato a dovere); tanto meno rispetto all'umorismo, com'era inevitabile, e ad altri elementi ancora. Correda il volume un opulentissimo regesto (posto su CD-ROM) di circa 3000 nomi e personaggi, necessario strumento di lavoro del suo compilatore stesso come di futuri studi di onomastica pirandelliana. Angelo R. Pupino Pasquale Marzano collabora alla cattedra di Letteratura italiana contemporanea dell'«Orientale» di Napoli, ove ha conseguito il dottorato di ricerca in Italianistica, diventandovi professore a contratto e assegnista. Ha insegnato anche all'Università di Dublino («University College Dublin»), presso la quale ha ottenuto un Master of Arts in Italian con una dissertazione di onomastica letteraria. Ha poi allargato il suo campo di ricerca, interessandosi di narrativa e saggistica. Suoi saggi sono apparsi nella «Rivista italiana di onomastica», in «il Nome nel testo», «Italianistica» e in vari volumi collettanei. Con l'ETS ha pubblicato nel 2003 la monografia Il male che coglie Napoli e altre note di onomastica letteraria. -
Prima persona. Epistemologia dell'autoconoscenza
Come conosciamo la nostra mente? Che tipo di rapporto abbiamo con i nostri stati mentali? Siamo gli spettatori degli eventi mentali che popolano la nostra mente oppure abbiamo con essi un rapporto in prima persona? L'opposizione al cartesianesimo e l'affermazione del naturalismo in filosofia della mente hanno coinciso con il trionfo di una prospettiva in terza persona verso gli stati mentali: quando conosciamo noi stessi, non faremmo altro che osservare i contenuti della nostra mente. A questo esito hanno contribuito anche l'influenza delle riflessioni critiche di Ludwig Wittgenstein e di Gilbert Ryle, l'eredità del movimento psicoanalitico e i nuovi risultati della psicologia sperimentale e della scienza cognitiva. Vi sono invece ragioni fenomenologiche evidenti per sostenere che il rapporto che abbiamo con i nostri stati mentali, in condizioni normali, non è principalmente di tipo spettatoriale e osservativo. Ma per difendere il rapporto in prima persona che abbiamo con i nostri stati mentali, occorre riorientare la riflessione filosofica sul mentale: senza un resoconto in termini normativi della natura di molta parte dei nostri stati mentali, tra cui quelli centrali di credenza e intenzione, non possiamo cogliere e spiegare neppure il fenomeno dell'autoconoscenza. Patrizia Pedrini è Dottore di ricerca e assegnista presso l'Università di Firenze, e Visiting Scholar presso Columbia University, New York. E' autrice di articoli in italiano e in inglese sul problema dell'autoinganno e ha lavorato sul tema della razionalità e dell'irrazionalità umana. Nel 2004 ha vinto il Premio Siracusa di Filosofia per la tesi di laurea e nel 2007 la menzione speciale per la tesi di dottorato. -
Il bambino ir-reale. Di quali bambini parliamo quando parliamo di bambini?
Di quali bambini parliamo, quando parliamo di bambini? In quanti modi il punto di vista adulto e le sue aspettative ""condizionano"""" la realtà che osservano? Fino a che punto è possibile tracciare un contorno dell'essere bambino, in contesti sociali, formativi e tecnologici rapidamente mutevoli? Quali bussole, quali mappe e quali pratiche possiamo costruire per orientarci nella complessità dei ruoli e delle relazioni che ci legano ai bambini? Queste le principali domande alle quali questo libro tenta di dare una risposta. Le analisi qui contenute sono il frutto dell'ultimo di una lunga serie di convegni, che da venticinque anni sono organizzati a Castiglioncello dal Coordinamento dei Genitori Democratici (CGD) con il sostegno del Comune di Rosignano M.mo."" -
La letteratura a Siena nel Quattrocento
Il volume riunisce saggi di autori diversi, ma nati all'interno della medesima scuola, con lo scopo di ricostruire il quadro della letteratura senese del secolo XV. Si tratta di un panorama letterario spesso dimenticato o trascurato, offuscato dallo splendore di centri letterari maggiori come Firenze o Ferrara. Eppure, se fatta oggetto di una ricerca sistematica e di uno scavo insistito, la Siena dell'epoca si rivela ricca di autori e di scrittori degni di tutto interesse che qui riemergono alla luce: dal novelliere finora identificato con un Gentile Sermini a Enea Silvio Piccolomini, da Benedetto da Cingoli a Bernardo Ilicino e a Jacopo de' Buoninsegni. Il volume è perciò latore di molte novità sul piano storico e filologico: per il recupero e l'interpretazione di testi poco noti, per l'impostazione o la soluzione di problemi di attribuzione e di cronologia, per le connessioni stabilite fra scrittori o fra gli scrittori e il contesto storico-politico cittadino. Gli autori di questo volume tuttavia non mirano semplicemente ad una riesumazione né guardano agli oggetti della loro ricerca con l'occhio dell'erudito locale, ma mirano a reinquadrarli nella cornice ampia della storia letteraria. -
Andrea Vaccà e Ridolfi Castinelli. La costruzione del Tempio di Minerva Medica a Montefoscoli
Il singolare avvenimento della costruzione del Tempio a Minerva Medicea continua ad incuriosire, a sollecitare l'immaginazione dei più fantasiosi, a porre comunque fondati e seri problemi di ordine critico e ricostruttivo agli studiosi più prudenti ed avvertiti. Il testo contribuisce alla ricostruzione di un episodio di grande spessore culturale nella storia della Toscana Lorenese. -
Gli occhi del granduca. Tecniche inquisitorie e arbitrio giudiziale tra stylus curiae e ius commune nella Toscana secentesca
Il volume offre una ricostruzione dei caratteri del processo criminale nello stato fiorentino e della sua evoluzione nel corso del XVII secolo. -
Metamorfosi dell'utopia
L'autrice inizia la sua ricerca sulla metamorfosi dell'utopia romanzesca con la ricostruzione ab origine della sua prassi narrativa. Il topos del viaggio, inteso come mezzo per accedere alla realtà ""altra"""", il resoconto immaginario, il mondo di appartenenza (notum) e il mondo """"nuovo"""" (mundus alter). Ecco gli elementi alla base del mutamento rintracciato nei testi di Allorge, Doni, Mercier, Bonnardot, Morris, Le Hon, Pellerin, Wells, Zamjàtin, Gérin-Lajoie, Huxley, Orwell, per citare soltanto alcuni fa gli autori che animano i saggi e che restituiscono la dimensione europea, ma anche extra-europea, dello studio. L'aspetto temporale, le implicazioni epistemologiche del viaggio utopico, ma anche quelle comiche e linguistiche: l'esplorazione del corpus attraversa i secoli, trascende le letterature e guarda alle sue declinazioni eutopiche e distopiche, contemporanee e non."" -
Grammatiche del pensiero. Dalla kenosi dell'io alla logica della seconda persona
Nella malattia - aveva scritto Proust, narrando, in ""Guermantes"""", la lenta morte della nonna - l'io """"sente"""" il suo proprio corpo estraneo e indifferente, più che ostile. Come di rimbalzo Valéry annotava nel suo Cahier: """"Je pense, donc je ne suis pas"""". Liberazione del pensiero dall'essere, o non, invece, incapacità dell'io di pensare se stesso, il suo esser proprio? A questa domanda Vitiello risponde mostrando il processo di progressiva implosione dell'io proprio in quelle filosofie - da Hegel a Gentile, a Husserl - che hanno posto il soggetto al centro, quando non a fondamento, dell'universo. Per sottrarsi alla tirannia dell'essere non ha, dunque, l'io altro destino che il nulla? Vitiello respinge questa conclusione, tracciando, in dialogo con Severino e Levinas, i primi lineamenti di una grammatica della seconda persona, in base alla quale l'io si volge a se stesso come a un """"tu"""", sì da vivere l'estraneità del corpo come familiare distanza, e l'irriducibilità del pensiero alle proprie categorie come possibile apertura al possibile di un pensiero capace di ridursi, sospendersi, esporsi al mistero, meraviglia e pericolo insieme, oltre ogni certezza e verità. Anche quella dell'""""io tu a se stesso""""."" -
Special needs a scuola. Pedagogia e didattica inclusiva per alunni con disabilità
L'integrazione/inclusione delle persone con ""bisogni educativi speciali"""" nella scuola e nella società costituisce la punta più avanzata di un processo culturale susseguito alla maturazione dell'immaginario sulla disabilità e culminato nella presa d'atto della dignità umana e dei diritti dei disabili ad avere pari opportunità. Tale processo di inclusione si presenta in continua evoluzione e avviato attualmente verso molteplici e sempre più aperte soluzioni. Il volume presenta, inquadrandolo nello scenario contemporaneo, il modello italiano di inclusione scolastica di alunni con special needs . Vengono presentate teorie psicopedagogiche, prassi didattiche, metodologie e strumenti che alimentano il dibattito pedagogico-didattico attuale sulle forme e sulle modalità di inclusione scolastica degli alunni con disabilità nella scuola italiana. Vengono altresì affrontate le specificità di """"volti nuovi sui banchi di scuola"""", alunni con disturbi e patologie di più recente analisi, per i quali è in fieri la messa a punto di prassi di inclusione scolastica, sia in termini di riflessione teorica, sia in termini empirici.""