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Caro Gerardo. Ricordo di un intellettuale europeo
Gerardo Mombelli (Milano, 1936 - Roma, 2017) da presidente dell’Unione Goliardica Italiana (UGI) e dell’Unione Nazionale Universitaria Rappresentativa Italiana (UNURI) è stato un protagonista della politica giovanile degli anni ’50 e ’60 del Novecento. Dopo essere stato, dalla sua fondazione, segretario generale dell’Istituto Affari Internazionali (IAI) voluto da Altiero Spinelli, ha ricoperto ruoli apicali nelle istituzioni europee: portavoce presso la Commissione Europea a Bruxelles, capo di gabinetto del Commissario Europeo alla Cultura, direttore dell’ufficio di rappresentanza in Italia della Commissione Europea. La sua vasta cultura e il suo stile anticonformista ne hanno fatto un autentico intellettuale europeo appartenente alla tradizione laico-riformista, sempre pronto a interrogarsi sul futuro dell’Europa, come si legge nel suo ultimo saggio ""Né Centauro, né Chimera"""" scritto con Antonio Armellini."" -
Terre invisibili. Esplorazioni sul potenziale turistico delle aree interne
Il turismo sostenibile, diverso dai cliché monoculturali del turismo di massa, può essere un fattore chiave della rinascita territoriale delle aree interne del Bel Paese. Il libro propone un'analisi e una valutazione del potenziale turistico di un'area interna del Molise, compresa tra i fiumi Trigno e Biferno, lontana dai flussi turistici massificati delle città d'arte e delle destinazioni conclamate dei litorali o delle rinomate località montane. Esso raccoglie i risultati di un progetto di ricerca basato su un fruttuoso incontro tra Università e territorio, tra la ricerca esperta e le comunità locali, in una logica di integrazione tra lavoro scientifico e impegno civile, con l'obiettivo di definire un metodo di lavoro per lo sviluppo turistico del territorio secondo modalità partecipative e place-based. Un lavoro che, per queste caratteristiche, assume un valore paradigmatico, sia sul piano metodologico che su quello dei contenuti, per tante altre aree del territorio italiano. -
Storia e cultura dei Brettii
I Brettii non ci hanno lasciato nulla di scritto da essi stessi: il loro destino, quindi, in antico come oggi è di dipendere da quanto altri da loro ne hanno pensato e detto e ne continuano a pensare e a scrivere.rnIl libro di Guzzo consente di colmare ampiamente questa lacuna e di conoscere questa affascinante civiltà che tanta parte ha avuto nella storia dell’Italia meridionale. rnrnTra i Greci, che ne avevano fatto un fulcro della loro Magna Grecia, ed i Romani, che ne avevano sfruttato le risorse, i Brettii hanno svolto un ruolo storico terzo nella storia antica della Calabria. Hanno vissuto nelle selve che ricoprivano la regione vivendo di pastorizia e di rapine: fino a quando, ribellatisi ai Lucani dei quali erano servi, hanno preso nelle proprie mani la loro fortuna. Resisi autonomi e liberi, hanno combattuto contro Greci e Romani, hanno prestato servizio mercenario, hanno raccolto ricchi bottini in fortunate razzie. Ma la loro struttura interna era debole, divisa tra cantoni ognuno indipendente dagli altri, quando non in frizione reciproca. E non mancavano contrasti sociali interni, tra ""ricchi"""" e """"poveri"""". L'alleanza con Annibale dopo la battaglia combattuta a Canne e disastrosa per i Romani provocò la loro definitiva sconfitta da parte della spietata macchina da guerra che era la Repubblica Romana."" -
Archetipo e immagine. Riflessioni teologiche sulla scia di Romano Guardini
L'intenzione della riflessione antropologica elaborata da Romano Guardini (1885-1968) fu sempre teologica, anche se i termini in cui egli la espresse furono di volta in volta filosofici, ermeneutici, pedagogici, etici, estetici, socio-culturali, persino politici. È quest'intenzione teologica che carica d'interesse precipuo, nell'esplorazione dell'umano compiuta da Guardini, il rapporto - o ('«incontro» - tra l'uomo e Dio: secondo lui l'essere umano non è un blocco di realtà chiuso in sé, o un ente autosufficiente che si evolve per virtù propria, ma esiste in relazione iconica con Qualcuno che gli si muove incontro. A cinquant'anni dalla scomparsa del teologo italo-tedesco, questo libro raccoglie alcuni saggi che ne studiano l'opera, articolandosi come una progressiva introduzione al suo pensiero e come un approfondimento teologico che dalla lezione guardianiana prende le mosse. -
Matera «capitale». Dal Rapporto socioeconomico (1970) al Dossier per la candidatura (2013)
Postfazione di Giampaolo D'Andrea. Nella storia millenaria di Matera, mondo rarefatto e prezioso come Calvino volle immaginarla fra le sue undici “città invisibili” (forse Bauci o Teodora o infine, più verosimilmente Zenobia) è possibile cogliere due stagioni cariche di tensioni e anticipatrici di futuro. Stagioni iscritte nella sua complessa modernità. L’una che anticipava il ciclo industriale e la preparazione a una intensa carburazione politica e civile con il Rapporto affidato al gruppo coordinato da Aldo Musacchio, sociologo veneziano, intellettuale, rigoroso e affascinante che ebbe l’ufficio di predisporre analisi e schede di lettura di una città che usciva dal sortilegio di città contadina e si misurava, dotandosi di un aggiornato strumento urbanistico, con le sfide di un “cambio di campo” culturale e politico. Il Rapporto del Politecnico costituì l’occasione per un serrato confronto politico e intellettuale nel quale si misurarono istanze diverse e che concorse a scomporre vecchie alleanze promuovendo istanze e protagonisti che anticiparono i lineamenti di un ciclo riformista che avrebbe lasciato il segno. Romanzo di formazione il Rapporto del Politecnico rimane nella sua insuperabile storicità, un modello mediante il quale la città si interrogò, esplorò le sue ragioni e i suoi torti sociali e tentò di ispirare, impresa riuscita solo in parte, la revisione del Piano Piccinato alle soglie di una grande trasformazione sociale. Mezzo secolo dopo l’avventura di Matera Capitale Europea della Cultura viene accompagnata da un Dossier che, lontanissimo dalla tessitura disciplinare del Rapporto, ha elaborato i futuribili di una città tuttora “sospesa”, ma con le gambe piantate nel profondo di una storia che l’ha celebrata e candidata e con la testa rivolta alle seduzioni di un futuro tutto da decifrare, iscritto nelle stelle ma anche nelle corde di una classe dirigente da rigenerare e attrezzare. Verrà il tempo dei bilanci. Intanto la città vive una souplesse e uno stordimento dei quali è giusto si liberi, se vorrà rendere fruttuoso il grande capitale su cui è seduta. La pubblicazione integrale del Rapporto vale perciò a richiamare uno stile e un ardimento che conservano tuttora il fascino di un’avventura incompiuta. -
Formiche (2018). Vol. 140: Chi è Stato? (ottobre).
Formiche è un progetto culturale ed editoriale fondato da Paolo Messa nel 2004 ed animato da un gruppo di trentenni con passione civile e curiosità per tutto ciò che è politica, economia, geografia, ambiente e cultura. Nato come rivista cartacea, oggi l'iniziativa Formiche è articolata attraverso il mensile (disponibile anche in versione elettronica), la testata quotidiana on-line formiche.net, un sito di informazione europea in lingua inglese anthill.eu, una collana di libri, un programma di seminari a porte chiuse Landscapes ed una Fondazione onlus. -
Marinetti - Majakovskij. 1925. I segreti di un incontro
Un grande scenario: quello dell'Exposition Internationale des Arts Décoratives et Industriales Modernes a Parigi nel 1925, che rilancia il décò e richiama il meglio del nuovo che si fa nel mondo. Architettura, arte, arts appliqués à l'industrie, pubblicità. E artisti, letterati, esponenti dell'import-export, scenografi, registi, gente di teatro. Un tavolo per tre in un ristorante di rue Saint Honoré, il 20 giugno. A cena, Marinetti, Majakovskij ed Elsa Triolet, giovane scrittrice russa. Il fondatore del Futurismo e il ""poeta dell'Ottobre rosso"""" si erano incontrati soltanto una volta, Mosca 1914. Quali motivi li inducono a un vis-à-vis undici anni dopo? Da allora, c'è stata di mezzo la """"grande guerra"""". La rivoluzione dei bolscevichi ha vinto in Russia, il futurista Majakovskij era sulle barricate. In Italia c'è il fascismo, Marinetti tra i fondatori. Entrambi però sono delusi dalle proprie passioni politiche. Prima del vis-à-vis, Majakovskij dà un'ultima occhiata a un questionario battuto a macchina. Sono domande per Marinetti, volte a conoscere l'evoluzione del suo rapporto con il fascismo. Chi ha scritto quelle domande in sequenza? Potrebbe averle dettate un ministro di Lenin e di Stalin, un innamorato dell'Italia, un estimatore di Marinetti. Quale ruolo gioca a quel tavolo la giovane russa? Elsa Triolet (diventerà famosa scrittrice in Francia) è la devota sorella della celebre musa di Majakovskij, Lili Brik, fine intellettuale inserita nel regime e, al momento, amante di Agranov, vice capo del servizio segreto sovietico. Lili prepara un viaggio in Italia. Farà i fanghi a Salsomaggiore, andrà a Parma a osservare Mussolini da vicino. Sarà a Roma il giorno dopo il mancato attentato di Zaniboni al Duce."" -
Dopo la fine di un mondo. Carteggio (1885-1913)
"Il carteggio tra Benedetto Croce e Donato Jaja, che viene qui presentato per la prima volta nella versione integrale, rappresenta il documento di un passaggio di epoca, di una transizione non breve e per nulla lineare nella storia della filosofia italiana. Lo scambio di lettere inizia nel 1885, nel periodo segnato dalla scomparsa dei nomi maggiori del primo idealismo - Francesco De Sanctis e Bertrando Spaventa nel 1883, Francesco Fiorentino nel 1884, Augusto Vera nel 1885 - e si conclude nel 1913, quando Croce e Gentile hanno delineato le rispettive filosofie e cominciano ad addensarsi sul cielo dell'Europa le nubi che porteranno alla conflagrazione mondiale. I germi del positivismo erano largamente penetrati nella disposizione più profonda della cultura italiana, innescando nei filosofi idealisti quel tentativo di integrazione o di semplice compromesso che ne caratterizzò molti sforzi. Tentativi di mediazione rimasti tuttavia incompiuti."""" (Dalla Prefazione di M. Mustè)" -
Nel salotto di Matera. L'incredibile storia di Egoitaliano & C.
Diventare imprenditore a sessant'anni, dopo essere andato in pensione. E costruire un'azienda tutta nuova, perdipiù al Sud e in un settore che stava attraversando un periodo difficilissimo, come molti in Italia, quello della produzione di divani e poltrone. Poteva riuscire una scommessa del genere? La risposta è sì ed è la storia di Piero Stano, fondatore nel 2007 di un'impresa chiamata ""Egoitaliano"""". Un'azienda che nel nome e nella sostanza fa del """"made in Italy"""" (dalle materie prime allo stile fino alla produzione) il suo tratto distintivo e dell' essere attiva a Matera, capitale della cultura nel 2019, il suo orgoglio (con lo slogan """"Proud to produce in Matera""""). In solo poco più di dieci anni l'azienda ha bruciato le tappe sino ad aderire al programma Elite di Borsa Italiana. Oggi dà lavoro a una cinquantina di collaboratori stabili, si avvale di architetti di fama internazionale e conta su un indotto produttivo locale fondato su quasi una decina di laboratori che danno lavoro ad alcune centinaia di persone. Egoitaliano esporta gran parte dei suoi divani e poltrone e si contraddistingue per i suoi prodotti in pelle, innovativi e tecnologici. Una storia di avanguardia in un settore maturo come quello del mobile imbottito, un altro esempio di imprenditoria familiare italiana e un segno di speranza che giunge dal Sud d'Italia."" -
La terza guerra mondiale a pezzi. La grande turbolenza mondiale: cronache e commenti
Quando papa Francesco, nel 2014, coniò l'espressione ""terza guerra mondiale a pezzi"""", volle definire due tratti distintivi della nostra epoca: la conflittualità che deborda in scontro, l'instabilità che conduce al caos. Dalla guerra civile siriana agli attentati dello Stato Islamico in Europa, dalla minaccia nucleare e balistica della Corea del Nord alle lacerazioni del Medio Oriente, dai cyberattacchi russi alle democrazie occidentali ai sussulti nazionalisti che si propagano da ambedue le sponde dell'Atlantico, questa raccolta di articoli, editoriali e commenti si presenta come un resoconto dei fatti salienti degli ultimi anni. Un atlante delle crisi, dei protagonisti e delle forze che si misurano sulla scena di un mondo contemporaneo quanto mai turbolento e inquieto."" -
Demopatìa. Sintomi, diagnosi e terapie del malessere democratico
Cosa è successo alle nostre democrazie? Perché vivono una crisi di legittimità e di performance proprio quando sembravano indiscutibilmente vincenti? A partire da numerosi sintomi, diffusi in tutto l'Occidente, il volume giunge a una diagnosi a largo spettro e perviene alla conclusione che la democrazia è affetta da demopatìa. È malata perché è malato il demos. E il demos si è ammalato ""inevitabilmente"""", per una sorta di patologia autoimmune e degenerativa, che è il prodotto di mutamenti fortemente voluti in tutto l'Occidente. Il malessere democratico è il derivato della lunga transizione alla postmodernità: individualizzazione, perdita di senso sociale, fine delle metanarrazioni, crisi del sapere, delle istituzioni e delle autorità cognitive, narcisismo, nuove percezioni e concezioni di tempo e spazio, trionfo della sindrome consumistica e della logica totalizzante dell'""""usa e getta"""" che ormai si applica in ogni ambito esistenziale. I grandi motori di questo cambiamento sono i mass media e le innovazioni tecnologiche. Hanno accelerato la transizione postmoderna, incrementando le logiche della società dei consumi: istinti, istanti, immaginario, neoreale mediatico più rilevante del reale """"empirico"""", politiche simboliche che dominano sulle politiche reali, verità """"diffuse"""" e personalizzate. La democrazia che ne deriva, mediatizzata e psicologica, sembra una sondocrazia permanente, i cui leader assumono le caratteristiche dei follower (inseguitori dell'opinione pubblica) e in cui l'opinione si fa emozione pubblica, tanto è diventata volatile e volubile in una dinamica istantanea. Le terapie proposte fin qui, per uscire dalla crisi, sembrano spesso velleitarie. Non si salva la democrazia immaginando retromarce della storia, evocando il ritorno a una presunta età dell'oro o confidando in individui iper-razionali che non esistono. C'è una sola strada percorribile: fare i conti con noi stessi. Se non si parte dal demos, non esiste cura democratica."" -
Il paradosso di papa Francesco. La secolarizzazione tra boom religioso e crisi del cristianesimo
Il testo non segue i fronti opposti della polemica tra i detrattori e i fan di Francesco, ma il cammino più complesso della analisi, sociologica in questo caso. Come è possibile che il Papa abbia successo e la Chiesa cattolica sia in crisi? In questo suo ultimo libro, Luca Diotallevi affronta il problema da un punto di vista diverso da quello usuale: cosa sono diventati la società contemporanea, la religione contemporanea, la Chiesa contemporanea, il papato di oggi e il cattolicesimo di oggi? Perché quello che sembrava impossibile è invece divenuto reale? Perché il Papa ha successo e la Chiesa no? Per affrontare il ""paradosso di Francesco"""" l'autore propone di liberarsi non della idea di """"secolarizzazione"""", ma dei luoghi comuni che hanno caratterizzato il concetto classico (oppure: tradizionale) di secolarizzazione. Allora diventa comprensibile perché in una società più secolarizzata circola più religione (non meno), o perché la laicità non se la passa meglio delle vecchie confessioni religiose. Tutto questo avviene perché la società è oggi una """"cosa"""" diversa da quella che aveva funzionato fino ai """"lunghi anni '60"""" (del Novecento) e che ci si era illusi funzionasse anche nei decenni successivi. Così anche la religione è diventata una """"cosa"""" diversa. Alcune possibilità si sono chiuse e molte altre si sono aperte. In questo spazio di cambiamento il paradosso di Francesco diventa meno enigmatico e meno enigmatiche le alternative."" -
Dal sesterzio al Bitcoin. Vecchie e nuove dimensioni del denaro
Che cos'è il denaro? Perché per tanto tempo la moneta è stata moneta aurea? Che cosa s'intende per indipendenza delle banche centrali, e si tratta davvero di un assetto istituzionale che può essere facilmente preservato? Quali sono le prospettive dello sviluppo delle criptovalute? In questa serie di saggi, economisti e storici esplorano teoria e storia della moneta, facendo frequente riferimento alla storia del pensiero. Oggetto di uso comune, il denaro è in realtà un costrutto teorico affascinante, centrale nell'esperienza umana come nella riflessione politica e sociale. Oggi che i bilanci delle banche centrali si sono enormemente dilatati, in conseguenza della crisi del 2007-2008, mentre ricominciano le guerre valutarie fra grandi potenze e nel contempo appaiono strumenti di tipo nuovo, questo libro è una piccola guida per riscoprire i fondamentali. -
L' inestimabile valore. Marketing e fundraising per il patrimonio culturale
Gli enti pubblici e privati e le organizzazioni non profit che gestiscono il patrimonio culturale italiano, attualmente, hanno la necessità di trovare nuovi modelli di sostenibilità. Questo volume si pone l'obiettivo di offrire alle cosiddette imprese culturali gli strumenti adatti per valorizzare i beni a loro disposizione e innescare cicli economici virtuosi, imparando a conoscere, anticipare e soddisfare i bisogni e i desideri dei propri utenti. Questo libro consente ai manager della cultura di apprendere le tecniche fondamentali per raccogliere fondi, relazionarsi con gli stakeholder, sviluppare strategie di sviluppo territoriale con le realtà imprenditoriali. Prefazione di Mauro Giancaspro. -
Chiesa, liberati dal male! Lo scandalo di un credente di fronte alla pedofilia
I preti pedofili hanno potuto contare sul silenzio, sulla complicità solidale, e omertosa, di molti confratelli; o, peggio, di vescovi che si sono limitati a soluzioni di comodo. Ma quando è arrivata alla superficie, tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, la tragica vicenda è esplosa come una polveriera. E da allora le esplosioni continuano, sempre più forti, di pari passo alla pubblicazione di nuove inchieste, di nuove denunce. Adesso, però, basta! Un credente, attraverso questo piccolo libro, vuole dare voce ai sentimenti - sofferenza, pena, ma anche malcontento, anche rabbia, sì, rabbia - che prova la stragrande maggioranza del popolo di Dio: i laici, appunto. ""È stato - scrive l'autore - un gravissimo peccato collettivo della 'classe' clericale"""". Con diversi gradi di responsabilità, ovviamente, ma un peccato vero, proprio nel senso del vocabolo religioso: per tutte le violenze commesse, per i troppi silenzi su queste violenze, per la lunghezza raccapricciante della durata di queste violenze, e, soprattutto, per il fatto che le prime uniche vere vittime di queste violenze, i bambini, sono sempre venute - molto poco evangelicamente - in secondo piano. Gli ultimi Papi hanno mostrato coraggio, hanno preso decisioni, a cominciare dalla """"tolleranza zero"""" e dalla Commissione vaticana per i minori. E tuttavia, va detto molto onestamente, ci sono state finora troppe parole, e invece pochi fatti. E adesso, dunque, ci vogliono i fatti. Riformando l'intera struttura dei seminari, la preparazione dei candidati al sacerdozio, a tutti i livelli, in tutti i campi, compreso quello della sessualità. Ecco perché bisognerà plasmare un nuovo modello di sacerdote, sganciandolo da quella sacralizzazione del potere che ha addosso e lo rende (o lo fa sentire) onnipotente (con le conseguenze infamanti che conosciamo). Soltanto così sarà possibile estirpare alle radici la mala pianta del clericalismo, del nuovo clericalismo, e avviare coraggiosamente una grande opera: una rifondazione evangelica della Chiesa cattolica."" -
Maurizio Sarri. Una vita da raccontare
De Ianni analizza gli ultimi quaranta anni del calcio italiano, caratterizzati dalla globalizzazione economica, attraverso la biografia dell'attuale allenatore del Chelsea, Maurizio Sarri, caso unico di passaggio dalle categorie di dilettanti alla Premier League. La mediazione con il lavoro nel mondo bancario e la scelta di dedicarsi esclusivamente al calcio. Il suo carattere e le sue peculiarità offrono l'immagine di un personaggio autentico, colmo di pregi e pieno di difetti. La dedizione al lavoro, la preparazione e la meticolosità dell'approccio, la scientificità del metodo, la capacità di essere leader e di trasmettere amore e passione. E l'altra faccia della medaglia: l'ostinazione assoluta, lo spirito ribelle dei suoi scrittori più amati, l'incapacità di gestire con una comunicazione efficace una personalità trasbordante. Questa è una biografia che ha attraversato tutto il mondo di Sarri, i molti amici ed estimatori, i pochi avversari e critici, ma che per metodo e per scelta ha rinunciato a confrontarsi direttamente con il biografato. Questa è una biografia di un protagonista del nostro calcio che ha ancora molto da fare. -
Campi immaginabili (2018). Vol. 58-59
Fondata ne 1990 e diretta da Rocco Mario Morano, la rivista «Campi Immaginabili» si è distinta per aver creato e consolidato proficue occasioni di confronto di idee e metodologie tra i nostri italianisti più qualificati operanti anche all'estero e quelli stranieri. Inclusa nei più importanti repertori bibliografici internazionali delle riviste di studi umanistici, si rivolge al pubblico degli specialisti di letteratura italiana e comparata, offrendo, allo stesso tempo, strumenti utili di consultazione e di aggiornamento ai docenti delle scuole secondarie e spunti e suggerimenti di lettura ai cultori più esigenti e raffinati delle lettere. Per l'apertura a tematiche vaste e complesse, l'indipendenza critica, la dimensione e il valore qualitativo dei contributi, è stata definita «lo spaccato migliore dell'Italia letteraria». Giorgio Bárberi Squarotti ha dichiarato:«La rivista ""Campi Immaginabili"""", con i suoi saggi di carattere filologico e critico e il suo rigore scientifico - abbastanza raro oggi - è diretta in modo eccellente ed estremamente originale anche per scelta di argomenti e di autori di assoluto valore, talora addirittura mai studiati e ricondotti a una visione nuova e del tutto indipendente da qualsiasi scuola o moda o tendenza dominanti»."" -
Manuale di intelligence e servizi segreti. Antologia per principianti, politici e militari, civili e gente comune
Questo manuale accompagna il lettore, sia esso un ""addetto ai lavori"""" o un semplice """"dilettante"""" curioso, in un viaggio interdisciplinare attraverso le diverse dimensioni del complesso mondo dell'intelligence e dei servizi segreti. Una narrazione che scorre tra suggestioni letterarie e cinematografiche (da Moby Dick e Ken Follet a Le Carrè e 007), aspetti storici, geopolitici e studi strategici e militari. La descrizione della dimensione tecnica e organizzativa delle principali agenzie di intelligence del mondo è intrecciata con le storie di spionaggio che le hanno caratterizzate. Vicende storiche che attraversano l'interconnessione tra scienze umane e matematiche, cibernetica, crittografia, cifratura delle comunicazioni segrete e scienza delle reti, per portare il lettore sin sulla soglia del futuro, negli scenari quasi fantascientifici prodotti dall'evoluzione tecnologica e informatica, evidenziando anche rischi che sono celati nel cyberspazio, nei Big Data e nell'IoT (internet delle cose), o la fragilità delle infrastrutture critiche, le minacce economiche e politiche che possono derivare dalle fake news e dalla guerra dell'informazione. Infine, una parte metodologica che riporta la ricerca di intelligence dentro la logica della ricerca scientifica dell'approccio epistemologico di Karl Popper. L'autore tratta del cigno nero e del tacchino induttivista, del metodo ipotetico deduttivo di Sherlock Holmes e della misteriosa estinzione dei dinosauri, della profezia che si auto avvera nel Macbeth e dell'archetipo del viaggio di Ulisse, del Titanic e dell'Arca di Noè, per arrivare al tema più complesso della relazione tra ciclo dell'intelligence e decisone politica, e concludere affidandosi alla suggestione del disordine armonico dell'improvvisazione tipico della musica jazz."" -
Pontelandolfo 1861. Tutta un'altra storia
L'incendio di Pontelandolfo è diventato nel tempo l'eccidio di Pontelandolfo. I morti, che gli archivi dicono essere stati 13, sono aumentati e lievitati ad ogni nuova pubblicazione sul tema. Tuttavia, la storia racconta tutta un'altra storia. Infatti, la tradizione su quei tragici eventi ci ha consegnato due dati: il racconto e il numero delle vittime. Si tratta di due dati tra loro in contrasto. Allora, cosa si è cercato di fare? Di cercare il numero più alto di vittime possibile: centinaia, migliaia (come ha fatto, ad esempio, Pino Aprile). Sennonché, la ricerca dei documenti ha sempre confermato il numero dei morti. A questo punto, andava fatto il procedimento inverso: andava messo in questione il racconto dei fatti che addirittura risale allo storico borbonico De' Sivo. Ma questa strada non è stata mai intrapresa. Qui si fa per la prima volta e con risultati che finalmente ci danno un racconto coerente con i documenti. -
I fatti di Casignana
Sulle orme de ""I conquistatori"""" di Francesco Perri, """"I fatti di Casignana"""" – opera pubblicata per la prima volta nel 1974 – narra le vicende della lotta contadina all'indomani della Grande guerra in un paese alle pendici dell’Aspromonte per il rispetto della legge Visocchi, secondo cui ai reduci di guerra era concesso di sfruttare i terreni incolti. A Casignana, feudo della principessa di Roccella, i contadini iniziano a bonificare la foresta Callistro ma, un mese prima della marcia su Roma, la concessione delle terre viene revocata; i contadini, guidati dal sindaco socialista Filippo Zanco, occupano pacificamente la foresta; il prefetto intima lo sgombero, le forze dell’ordine attaccano e si consuma la tragedia. A fomentare la dura repressione ci pensano i figli di don Luigi Nicota, il ricco e arrogante proprietario del paese. Un romanzo in cui, con estrema obiettività e realismo scevro da ogni retorica populista, Mario La Cava indaga sulle cause della sconfitta del movimento contadino, mette in luce il contrasto di interessi tra contadini e pastori, denuncia la complicità del potere economico e politico, smaschera l’ambiguità dei traditori, si compenetra nella sofferenza dei sopravvissuti, racconta la solitudine di chi non era riuscito a guidare il suo popolo alla vittoria. Prefazione di Goffredo Fofi.""