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La decisione di guerra. Dalla Triplice Alleanza al Patto di Londra
In occasione del centenario della Prima guerra mondiale, si ricostruisce, con un approccio multidisciplinare, il processo decisionale che coinvolge i vertici istituzionali, le forze politiche e i movimenti di opinione. I mesi che vanno dal luglio 1914 al maggio 1915 costituiscono uno degli snodi decisivi della storia italiana contemporanea, poiché l'ingresso nel conflitto comporta il passaggio dalla Triplice Alleanza alla Triplice Intesa. L'autore, perciò, esamina la nascita e la crisi della Triplice Alleanza e la politica estera, condotta dai vari governi sin dall'Unità, sul ruolo dell'Italia nell'Adriatico e nel Mediterraneo. Nel volume, sorretto da uno stile narrativo e da una rigorosa analisi delle fonti, si coglie anche il dramma umano dei protagonisti di fronte alla difficile scelta dell'ingresso in guerra: San Giuliano fino alla sua morte, Sonnino, Salandra, Giolitti e Vittorio Emanuele III, chiamato alla fine del percorso a decidere per tutti, a seguito della crisi del sistema politico e delle fratture esistenti all'interno della classe dirigente. -
Città incompiute. Orti, paesaggi, nature negate e disegnate
Incompiute: opere pubbliche, città, centri urbani, strade, edifici privati. Natura umiliata, asservita all'assurda idea di uno sviluppo basato sul cemento e sulla crescita edilizia, sul mattone! Una situazione paradossale, che al sud in particolare, denuncia una arretratezza sociale e amministrativa inaudita, un dispendio di risorse pubbliche costante, in un paese come l'Italia dove ogni centesimo andrebbe investito con oculatezza per far si che sia utile al miglioramento economico, sociale e del vivere. Una situazione di rapina del territorio e del paesaggio, di degrado diffuso, laddove queste opere e i tanti cantieri abbandonati, le case non finite disegnano uno scenario di povertà e degrado, di scomparsa della bellezza da luoghi un tempo straordinari. Discariche del moderno, luoghi della illegalità e della marginalità sociale ed economica diffusa. Così crescono le incompiute, nelle città, nei centri urbani precari e privi di identità, con edifici pubblici e privati in abbandono, edilizia povera e a rischio sismico, strade costruite senza criterio, luoghi anonimi. Una sensazione di profondo disagio e impotenza coglie chi si trova a immaginare che questo esteso ed inutile patrimonio è stato realizzato sia con fondi pubblici che privati, soldi dei cittadini, spesso con la leggerezza e la superficialità di classi politiche inadeguate - nazionali e locali - che per fini, spesso, solo elettoralistici, hanno dato avvio alle opere con leggerezza e incapacità di previsione, di uso, dimensionamento, finanza. Sopratutto di quanto, realmente, quelle determinate opere fossero necessarie alla comunità per le quali era state pensate, così come la diffusa estensione di edfici privati costruito dagli anni sessanta in poi del secolo scorso. Acri, in Calabria, non sfugge a questa regola, e diventa in questa occasione un caso di studio in cui si analizzano i problemi più evidenti: una piccola città che non è mai diventata tale, abusivismo diffuso, natura violentata, ma tuttora forte e presente, giardini appassiti, orti abbandonati, supermercati che sostituiscono i mercati tradizionali, opere pubbliche e case non finite, strade interrotte, modernità incompiuta, tradizione perduta... In un sud alla deriva, che cerca una affannosa ripresa senza obiettivi e strategie, ma con infinite risorse per le quali il progetto può diventare formidabile strumento di cambiamento, come dimostrano le riflessioni e proposte di questo primo quaderno. -
Benedetto Croce. Gli anni dello scontento (1943-1948)
E se Croce non avesse mai liquidato il fascismo come semplice parentesi?rnLa tesi della “parentesi” – osserva Di Rienzo – ha purtroppo finito per offuscare l’interpretazione crociana del fascismo come “malattia morale”, per la quale l’avvento della dittatura fu provocato dalla crisi del primo dopoguerra italiano, dal tramonto della civiltà liberale e dall’inizio del “conflitto civile europeo” in cui gli opposti totalitarismi si sarebbero affrontati dal 1919 al 1945. Questa interpretazione, comune ad altri grandi maestri del Novecento (José Ortega y Gasset, Friedrich Meinecke, Thomas Mann) riportava l’origine del fascismo al suo tempo storico, e consentiva a Croce di ipotizzare la rinascita di questo fenomeno, sotto mutato colore, nel “fascismo rosso”, la cui fisionomia si delineava chiaramente, alla vigilia della Guerra Fredda, nel programma di “democrazia progressiva” del movimento comunista e del Partito d’Azione. Per il filosofo, infatti, quel programma riproponeva il rischio del totalitarismo, invece di eliminarlo, perché la radice del fascismo non andava cercata “nei superficiali e meccanici concetti delle classi economiche e delle loro antinomie, ma più in fondo, nei cervelli degli uomini”. La tesi di Croce sul fascismo come “parentesi” nella storia italiana apparve insostenibile, anche a intellettuali a lui vicinissimi come Carlo Antoni e Federico Chabod. Essa aveva una funzione nel dibattito politico posteriore all’8 settembre 1943, quando l’Italia “Paese armistiziato” era sottoposto al diktat delle Potenze alleate, e polemizzava con l’interpretazione di Pietro Gobetti, ripresa nel 1945 da Ferruccio Parri, del fascismo come “autobiografia della nazione”, come “rivelazione” delle tare caratteriali del popolo italiano, che avrebbero affondato le loro radici all’età della Controriforma. -
Vivere altrove
“Vivere altrove” è un libro che è oggi, paradossalmente più attuale di quando venne scritto e che merita pertanto di essere letto e conosciuto.""Vivere altrove"""" racconta l'approdo in Germania, negli anni '50, di una giovane sposa al seguito del marito funzionario d'azienda, che lì si trasferiva per sviluppare una succursale della casa madre piemontese. """"Un'emigrazione facile e privilegiata"""", si direbbe. Non paragonabile alle tante storie di miseria e necessità, di ieri e di oggi. """"Ma esiste un'emigrazione facile? - si chiede l'autrice. - Nessun emigrato conosce alla partenza la portata del suo passo, il suo sarà un cammino solitario, incontrerà difficoltà che nessuno gli ha predetto, dolori e tristezze che pochi condivideranno. L'emigrazione gli mostrerà sempre la sua vera faccia, il prezzo da pagare in termini di solitudine e di rinunce. E a ogni ritorno in patria scoprirà quanto poco sappiano coloro che restano di ciò che capita a coloro che sono partiti."""" Quella dei primi anni, descritta dalla giovane Fenoglio, è una Germania minacciosa, una aliena entità geografica, ancora gravida dei tragici eventi della guerra, terra ostile per clima e paesaggi. Col tempo scoprirà che per ogni straniero l'indispensabile strumento di integrazione e di appartenenza al nuovo paese è la lingua: """"La patria non è soltanto una casa, una famiglia, un paese, la patria è sopratutto una lingua. Ogni lingua è un confine territoriale che esclude chi non parla, un mondo a se stante che non rimpiange altri mondi perché tutto contiene, un tessuto connettivo che forgia i pensieri e fa di individui un popolo"""". Le parole che la maestra elementare dei suoi figli le rivolgerà, l'accompagneranno per tutta la vita: """"L'estero per diventare normalità ha bisogno di tempi lunghi. Per gestire senza scossoni una doppia identità ci vuole pazienza, a volte una vita. Ma lei, che parla così bene il tedesco, ce la farà... Una lingua può diventare patria."""" Apparso la prima volta per Sellerio nel 1997, Vivere altrove viene oggi riproposto per la sua inesauribile attualità."" -
Masaniello. «Il masaniellismo» e la degradazione di un mito
Viene qui analizzato il processo storico attraverso il quale Masaniello si trasforma in napoletano-tipo per confluire poi in una condizione, in un complesso di comportamenti che nel linguaggio mediatico sono stati definiti ""masaniellismo"""". Il personaggio storico si rappresenta allora in una generalizzazione antropologica che costituisce l'humus fertilizzante di un uso politico della storia. Così nella vulgata """"masaniellista"""" Masaniello diventa il prototipo del ribelle senza sbocco, privo di razionalità politica e, pertanto, diretto da altri, ispiratore di tutti coloro che vogliono solo """"fare ammuina"""" o """"scassare"""": un microcosmo che dovrebbe ricapitolare il macrocosmo dell'intera vicenda napoletana in una sorta di eterno ritorno della sua condizione quasi ineluttabile. Di straordinaria attualità è anche la ricostruzione delle analogie e differenze fra """"masaniellismo"""", populismo e neoborbonismo."" -
I cannibali di Mao. La nuova Cina alla conquista del mondo
Come mai la Cina, fino a ieri produttore di mercanzia a basso costo, oggi domina il mercato high-tech mondiale, si impone come attore globale, assume il controllo economico e finanziario di intere nazioni ed è in grado di ""richiamare all'ordine"""" persino gli Stati Uniti d'America? In questo libro Marco Lupis ci spiega l'origine del nuovo potere globale cinese, quali sono le sue radici e dove ci sta portando.rn«Nessuno diede loro la possibilità di decidere autonomamente del proprio destino, del proprio futuro, concedendo un referendum che li avrebbe portati all’indipendenza (come accaduto in partica per tutte le ex colonie) o magari a restare sotto l’ala protettiva di Sua Maestà la Regina d’Inghilterra o persino, chissà (la storia non si fa con i “se” e con i “ma”) a tornare volontariamente sotto Pechino.» - Marco Lupis, autore di """"I cannibali di Mao"""", RubbettinornMarco Lupis racconta cominciando da quell'alba umida e rovente del 1995 quando - giovane reporter poco più che trentenne - atterrava per la prima volta nella sua vita nel vecchio aeroporto Kai Tak di Hong Kong, lembo di terra in Cina, allora ancora saldamente colonia di Sua Maestà la Regina d'Inghilterra, e aveva inizio così quella che lui stesso ha definito: """"Una vera storia d'amore, vissuta non con un'altra persona, ma con un continente, l'Asia, e con un popolo in particolare: i cinesi"""". E in Cina, basato a Hong Kong, ci rimarrà - salvo brevi pause - fino a oggi, raccontandone ai lettori - da corrispondente delle maggiori testate italiane e della RAI - l'attualità più stringente, gli avvenimenti più imprevisti e curiosi, e quella diversità che la rende unica. Ricco di notizie e di avventure, di emozioni, testimonianze e anche ironia, questo libro è un ininterrotto reportage lungo venticinque anni e un irripetibile diario di viaggio, ma soprattutto è l'appassionante romanzo della storia umana di un giornalista, di un uomo, che ha attraversato le trasformazioni e gli sconvolgimenti degli ultimi decenni in Cina, e per questo è in grado, più di molti altri, di aiutarci a comprendere l'attualità e i pericoli rappresentati dalla Cina di oggi."" -
I dieci comandamenti dell'economia italiana
Questo libro si propone di affrontare in modo rigoroso ma divulgativo i principali nodi da sciogliere dell'economia italiana. Attraverso il contributo di specialisti delle diverse materie vengono analizzati temi che sono tutti i giorni dibattuti, con più o meno competenza sui media, come i conti pubblici o la tassazione, insieme ad altri dai quali dipenderà l'assetto della struttura economica del nostro Paese come i trasporti, le liberalizzazioni, le privatizzazioni, il sistema bancario e finanziario nonché la politica industriale. Ma anche argomenti che hanno certamente un pregnante risvolto economico e una valenza sociale di primaria importanza, come la previdenza, l'università e la sanità. Prefazione di Lorenzo Infantino. -
Europa contro
"Europa contro"""" porta l'attenzione sugli ostacoli che si frappongono ad un futuro condiviso dell'Unione europea e prende le mosse da tre interrogativi che gli autori si sono posti: perché non se ne può fare a meno? Come la si può rimettere in corsa con soluzioni praticabili in tempi ravvicinati? Come superare la emergente dicotomia dell'Europa contro molti e di molti contro essa? Nella prima parte, L'Europa tra idealità e necessità, si affronta l'aspetto politico. Si esamina la genesi e lo sviluppo della IV Rivoluzione industriale: dalle tecnologie digitali, alla finanziarizzazione dell'economia e liberalizzazione degli scambi commerciali. Gli effetti di questa trasformazione toccano le condizioni di vita di milioni di persone e le loro aspettative, divenute decrescenti dopo essere state percepite per decenni come crescenti. Disorientamento, paura e sfiducia si coniugano oggi con l'affidamento a partiti e movimenti politici che propongono la chiusura nei confini nazionali ed il depotenziamento delle Istituzioni sovranazionali, in primis dell'Unione europea. Deriva azzardata e pericolosa, perché l'attuale Ordine mondiale multipolare è caratterizzato da tre preponderanti attori (Stati Uniti, Russia, Cina) in competizione tra loro per la ridefinizione delle aree geografiche d'influenza. In questo contesto, un forte interlocutore europeo garantirebbe prospettive di pace, governabilità della IV Rivoluzione industriale e sviluppo condiviso. Nella seconda parte, L'Europa incompiuta, si analizza l'assetto istituzionale dell'Unione per individuare le cause dell'attuale stallo della UE. Viene affrontata l'esigenza di dotare l'Unione europea di una comprensibile ed agile Costituzione, per stabilire le regole del gioco democratico di un popolo europeo con il diritto di essere pienamente sovrano. Il processo storico della costituzionalizzazione dei princìpi che regolano i Trattati europei è particolarmente complesso e rappresenta finora un'opera incompleta e poco conosciuta, sebbene abbia concorso al passaggio da un'Europa essenzialmente mercantile ad un'Europa fondata sui diritti. Una formale Costituzione europea rappresenterebbe anche la migliore difesa delle autonomie locali, dello stato di diritto, della libertà e della giustizia sociale in tutti gli Stati membri. Inoltre, il processo costituente e di riaggregazione della UE con soluzioni innovative potrebbe rappresentare il punto d'incontro di tutte le anime della vicenda europea, anche quelle ora antagoniste, e avvicinare i cittadini alle Istituzioni eurounitarie. Le due parti del libro, politica ed istituzionale, consentono di comprendere l'importanza anche per il quotidiano di ciascun europeo dell'evoluzione transnazionale e democratica della UE. Prefazione di Emma Bonino." -
Via dall'Aspromonte
Ad Africo, villaggio arroccato nel cuore dell'Aspromonte calabrese, negli anni '50 non c'è ancora la luce elettrica, né una strada di collegamento con i paesi della costa, né un medico per curare la gente. Quando una donna muore di parto perché il dottore non arriva in tempo esplode la rabbia e la rivolta. Guidati dal padre di Andrea - il giovane protagonista e voce narrante - gli abitanti di Africo decidono di costruirsi una strada da soli coinvolgendo anche le donne, i vecchi e i bambini. C'è però chi si oppone a questo progetto: il sindaco della Marina che ha altri interessi politici e il malavitoso Don Totò che vuole mantenere il suo potere sul territorio. Mentre la lotta si fa aspra e si snodano le vicende legate alla costruzione della strada, Andrea vive i primi rossori e i momenti cruciali dell'adolescenza; e comprende che anche quando le speranze sembrano svanire non bisogna rinunciare ai propri sogni. -
Rita Levi-Montalcini. Una donna libera
Chi era veramente Rita Levi-Montalcini? Una visionaria dotata di ferrea volontà per affrontare il presente sognando il futuro, oppure una tessitrice di rapporti che per sbarazzarsi dei condizionamenti ambientali era disposta a trascurare chiunque si frapponesse tra lei e suoi obiettivi? Per capirla occorreranno forse decenni. Rita nacque in un periodo senza telefoni, televisione, aerei, computer, sanità pubblica, voto alle donne, pensione. Morì quando tutto quanto citato era stato raggiunto. Ma lei in 103 anni di vita conquistò il Premio Nobel per la Medicina, divenne senatrice a vita, incontrò papi, presidenti degli Stati Uniti e della Repubblica Italiana, re, regine, capi di governo di mezzo mondo. Una scienziata tenace, ma pure una donna, capace di tenerezze ripetute come raccontano molti episodi di questo libro. -
Con la mente nel robot. L'avventura di un'azienda nata da un ragionevole azzardo
«Sono ormai due anni che non lavoro più come dipendente; questa condizione dovrebbe rendermi più libero nella ricerca di nuovi contratti, ma il problema è complesso: da alcuni mesi il mercato dell'automazione è pressoché fermo. Spiego tutte queste cose a Victoria, le ho fatto il quadro completo della situazione ma la rassicuro: ""Non starò con le mani in mano. Da stasera comincio a inviare curriculum a raffica. In Italia, in Europa, soprattutto in Germania"""". Sono passati diversi giorni da allora, e continuo a passare le notti a mandare e-mail. Ne avrò mandate alcune centinaia, ma l'iniziativa non ha ancora sortito effetti. Solo qualche risposta, e nelle diverse lingue, della serie: """"La ringraziamo, terremo conto della sua candidatura, se avremo necessità la contatteremo"""". Ma a me è venuta un'idea. Un azzardo. E se invece di propormi come consulente professionale mi presentassi come titolare di un'azienda di servizi? Magari mi prendono sul serio. Già, però, io un'azienda non ce l'ho... Sì, però posso inventarmela... Mi ha telefonato il responsabile tecnico di una società che in Germania lavora a supporto di grandi case automobilistiche: """"Mr. Mangano, abbiamo ricevuto la presentazione della sua azienda, siamo interessati alla vostra proposta. Vorremmo fare due chiacchiere con lei e il suo staff..."""". Da questo azzardo prende slancio la storia della torinese Manganorobot e dei suoi protagonisti»."" -
Cinema e storia (2019). Vol. 1: Cinema e populismo. Modelli e immaginari di una categoria politica.
"Populismo"""" sembra essere una delle parole chiave del nostro tempo: categoria politica dai confini mutevoli, fenomeno storico che ha avuto molteplici e diversissime declinazioni, è oggi tanto diffuso nei discorsi pubblici quanto sfuggente e apparentemente refrattario ad una definizione univoca. Questo numero di """"Cinema e Storia"""" si interroga sul rapporto fra il cinema - nella sua dimensione di arte popolare - e il fenomeno che proprio al popolo e al suo primato nella sfera politica si richiama. Si può indagare il populismo attraverso il cinema? O anche: può il cinema - uno dei dispositivi che più e meglio di altri ha rappresentato le masse - aiutarci a definire il populismo oppure a fissarne alcune caratteristiche? E ancora: quali sono i rapporti che intercorrono tra il cinema, che ha la capacità di generare forme e immaginari condivisi, e quei fenomeni politici che, a diverse latitudini e in tempi differenti, sono riconducibili al concetto di populismo? Infine: può il cinema, in quanto strumento capace di dar forma all'investimento emotivo delle masse in individui """"eccezionali"""", costruire un contesto fertile per l'emergere del populismo? Il volume parte dal presupposto che per definire una categoria complessa e sfaccettata come quella di populismo sia necessario uno sguardo interdisciplinare, capace di indagare, oltre che il discorso politico, le forme che esso assume nella traduzione spettacolare che ne compie il cinema. I saggi esplorano cinematografie, paesi ed epoche diverse, aprendo una serie di percorsi interpretativi su questi ed altri quesiti, attraverso l'analisi di film significativi e la contestualizzazione storica dei fenomeni politici e delle loro rappresentazioni." -
L' Europa raccontata dai padri fondatori. Un viaggio nel tempo per conoscere i pionieri dell'Unione Europea
Scritto con un agile stile giornalistico, questo libro ricostruisce il decennio 1948-1957 che pose le basi della nascita delle Comunità europee, attraverso gli occhi e la storia personale dei suoi principali protagonisti, Jean Monnet, Robert Schuman, Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi e Paul-Henri Spaak. I cosiddetti ""padri dell'Europa"""" prendono vita in un racconto avvincente che permette al lettore di diventare testimone dei valori, delle relazioni personali, degli accordi e delle discussioni private che hanno caratterizzato gli anni cruciali della rinascita europea. Un intreccio indispensabile per capire l'Unione europea di oggi e le decisioni che da Bruxelles interessano circa 500 milioni di cittadini. I fatti, i dati e le conversazioni qui presentati sono il risultato di un lavoro approfondito di ricerca basato sui discorsi e le memorie lasciate dai padri dell'Europa, sui giornali dell'epoca, sugli archivi, ma anche su una serie di interviste a parenti e amici nei Paesi d'origine dei protagonisti."" -
Una certa idea di Repubblica. Da Gambetta a Clemenceau
Nata da un compromesso provvisorio, la Terza Repubblica fu in Francia stagione di lunghissima durata. La nazione parve rinascere e ritrovarsi attorno a valori di parlamentarismo, più forti di ogni vecchio notabilato. Certo, ci fu pure chi in Francia si sarebbe mostrato ostile ai parlamentari, giudicati dediti al professionismo della politica. Ben più complessa la vicenda, anch'essa qui ricostruita, di come la ""repubblica"""" di Clemenceau abbia anticipato, in qualche punto, la """"monarchia repubblicana"""" di De Gaulle. Prefazione di gaetano Quagliarello."" -
Mezzogiorno banco-rotto. Le banche di contiguità e del territorio: quali prospettive per il loro ruolo irrinunciabile
Il banco che si è rotto è quello del Mezzogiorno e i lavori dimostrano come il sistema bancario meridionale composto prevalentemente dalle banche ""less significant"""" rischia di essere totalmente azzerato. Il tema di fondo riguarda la questione se serva un sistema bancario articolato in realtà piccole, medie e grandi, o piuttosto sia più efficiente una concentrazione in strutture grandi. Se tale secondo modello non si avvantaggi di economie di scala che possano avere l'effetto di un minore costo del credito, una possibilità di grandi investimenti nel settore della tecnologia, una più efficiente gestione delle erogazioni, una migliore performance per le sofferenze oltreché l'effetto di tagliare i legami, spesso incestuosi, delle governance delle banche con partiti politici, gruppi di potere, """"lobbies"""" negative che hanno arrecato tanti danni al sistema bancario, soprattutto a quello meridionale."" -
Quaderni degasperiani per la storia dell'Italia contemporanea. Vol. 7
"I quaderni degasperiani per la storia dell'Italia contemporanea"""", a cura di Pier Luigi Ballini, sono una nuova iniziativa della Fondazione Alcide De Gasperi per favorire una migliore, più approfondita conoscenza di De Gasperi e del suo tempo. Con i Quaderni si intende contribuire, in un largo arco tematico e cronologico, alla migliore conoscenza del pensiero e dell'opera degasperiani con la pubblicazione di carteggi e di altra documentazione inedita, di saggi e di note storiografiche per favorire un rinnovato dibattito sull'Italia contemporanea. Le ricerche archivistiche già avviate, in Italia e all'estero, sul movimento cattolico """"dall'opposizione al governo"""", sulla formazione di De Gasperi e sul suo impegno giovanile, sulla sua attività politica prima e dopo il fascismo consentiranno così - in un quadro europeo di temi e di riferimenti - approfondimenti sull'economia, sulla società e sulla cultura del secolo appena trascorso, sulle decisive scelte di politica internazionale da lui compiute, sulla sua politica europeistica, lucidamente anticipatrice, tenendo anche conto del più aggiornato dibattito storiografico. L'Italia, fra la fine dell'Ottocento e il primo cinquantennio del secolo appena trascorso, e la """"nostra patria Europa"""" saranno dunque al centro delle ricerche e delle riflessioni che i Quaderni proporranno." -
Sindacalismo. Rivista di studi sull'innovazione e sulla rappresentanza del lavoro nella società globale (2018). Vol. 37
Una ricerca di dialogo e di confronto tra la ricerca scientifica internazionale, gli ambienti di studio, l'opinione pubblica, i soggetti sociali, gli operatori economici, i movimenti politici e le istituzioni del paese al fine di favorire una maggiore comprensione della realtà socio-economica che si sviluppa nei differenti livelli d'indirizzo di una società aperta, pluralista e democratica. -
Francesco Crispi
Il volume ripercorre la biografia di Francesco Crispi valutando i giudizi della storiografia alla luce delle recenti ricerche. Vengono qui superati gli schemi dell'incoerenza tra il giovane e il vecchio Crispi, per i quali lo si addita prima cospiratore repubblicano poi riformista monarchico, quindi rivoluzionario poi repressore, infine sostenitore dell'autodeterminazione dei popoli poi colonialista. I saggi rintracciano il filo conduttore di un uomo che sin dalle prime esperienze professionali e politiche mostra di credere nella costruzione modernizzante di uno Stato amministrativo capace di scardinare i residui notabiliari e di governare secondo un disegno, certo elitario, in linea con la sua cultura massonica, ma non reazionario come pretende chi legge in modo semplicistico la vicenda dei fasci siciliani. -
Formiche (2019). Vol. 143: Play (Gennaio).
Formiche è un progetto culturale ed editoriale fondato da Paolo Messa nel 2004 ed animato da un gruppo di trentenni con passione civile e curiosità per tutto ciò che è politica, economia, geografia, ambiente e cultura. Nato come rivista cartacea, oggi l'iniziativa Formiche è articolata attraverso il mensile (disponibile anche in versione elettronica), la testata quotidiana on-line formiche.net, un sito di informazione europea in lingua inglese anthill.eu, una collana di libri, un programma di seminari a porte chiuse Landscapes ed una Fondazione onlus. -
Identità e valori dell'impresa cooperativa. Scritti e discorsi scelti di Ivano Barberini, presidente dell'International Co-operative Alliance (2001-2009)
Ivano Barberini è stato uno dei più importanti cooperatori al mondo di tutti i tempi. Nato a Modena, in una terra di vivaci fermenti imprenditoriali e associativi, è stato il primo italiano a ricoprire la carica di presidente dell’International co-operative alliance (Ica). Questo libro ripercorre la sua attività internazionale e le sfide che il movimento cooperativo si è trovato di fronte negli anni della globalizzazione. Una nota biografica e un saggio sulla storia dell’Ica precedono una ricca sezione antologica di scritti e discorsi di Ivano Barberini, che ben rappresentano le istanze e le priorità che caratterizzarono il suo ruolo ai vertici della cooperazione mondiale.