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Pagine dispari. Un diario calabrese
La rivisitazione giornalistica della regione attraverso una serie di approfondimenti tematici scritti da Antonio Talamo per Il nuovo Corriere della Sila, il giornale nato a San Giovanni in Fiore nel 1961 per iniziativa di Saverio Basile e ancora da lui diretto negli ultimi venti anni con ininterrotta cadenza mensile. Del tutto particolare la struttura editoriale di una pubblicazione concepita come momento virtuale d’incontro tra chi è rimasto nei luoghi natii e i numerosi altri trasmigrati nelle regioni del Nord e all’estero. Le pagine fitte di spunti di cronaca e di un ampio corredo di documenti fotografici, offrono una molto articolata rappresentazione della vita della gente della Sila e spazi di analisi critica di una complessa realtà sociale ed economica in sofferta evoluzione. -
Una politeia per un'Europa diversa, più forte e più equa
Rendere l’Unione “più forte e più equa”. È questo il fine del documento qui pubblicato che Paolo Savona, ministro per gli Affari europei, ha inoltrato alle autorità europee per conto del governo italiano. Una serie di proposte per completare l’architettura istituzionale europea e correggere le politiche attualmente seguite, aprendo un dialogo intraeuropeo nell’ambito di un Gruppo di lavoro ad alto livello composto dai rappresentanti degli Stati membri e della Commissione per offrire ai cittadini europei maggiori opportunità di crescita economica e di benessere sociale che si affianchino alle istanze di stabilità monetarie e finanziaria la cui soddisfazione, contrariamente ai primi due obiettivi, è dotata di buoni strumenti. Tutto ciò in linea con gli impegni presi nei Trattati che si sono susseguiti da quello di Maastricht in poi. Uno dei punti centrali della proposta è che il governo dell’economia e della società europea non può essere affidato a regole meccaniche tipiche dell’organizzazione privata di governance volta in modo prevalente alla gestione efficiente delle risorse, ma a scelte politiche che partano dalle condizioni strutturali e congiunturali mutevoli dei singoli Stati membri e dell’Unione ispirate da una politeia, ossia i modi in cui si organizza il bene comune che abbracci anche il sociale, in particolare le parti più deboli della popolazione. Prefazioni di Giorgio La Malfa e Giulio Sapelli, saggi di Jan A. Kregel e Alberto Heimler. -
Rivista della corte dei conti (2018). Vol. 3-4
È un periodico di informazione e documentazione in materia di finanza pubblica, organizzazione e funzionamento delle pubbliche amministrazioni, controlli e responsabilità pubbliche. -
Torri Lana 1885. Archives and future. Ediz. italiana e inglese
"L'archivio Torri Lana è costituito da tessuti e documenti cartacei. All'interno di questi due gruppi si possono fare numerose suddivisioni perché esistono diversi livelli di lettura per ricostruire la lunga storia dell'azienda. Raramente i livelli possono restare ben separati l'uno dall'altro: nella maggior parte dei casi, come è normale che sia, si intersecano e si sovrappongono e ognuno di essi diventa un archivio a sé. Abbiamo cominciato ad esplorare questi numerosi archivi con la volontà di ricostruire un racconto chiaro, ma senza mai perdere la ricchezza di stimoli che deriva dall'eterogeneità dei materiali trovati. Nelle sale che raccolgono i campioni di tessuto abbiamo visto la grande produzione storica, che risale agli inizi del Novecento, quando Torri Lana produceva tessuti in lana per l'abbigliamento femminile, coperte, copriletto e vari tipi di feltri. In altri scaffali sono conservati tutti i tessuti per l'arredamento, che riguardano principalmente un arco temporale che parte dagli anni Settanta-Ottanta e arriva fino ad oggi. Nell'archivio cartaceo, tra i numerosissimi documenti, troviamo lettere scambiate con clienti e fornitori, disegni e progetti, ordini e fatture, fotografie, materiali promozionali, documenti di acquisto a cessione di proprietà, materiali pubblicitari di macchinari e documenti sulla famiglia Torri. Tanti dei materiali analizzati hanno una qualità estetica molto alta, al di là dell'importanza che singolarmente assumono per la ricostruzione di un pezzo di storia, e abbiamo deciso di farci guidare anche da questo nella selezione. Durante la ricerca è stato subito evidente che non avrebbe avuto senso seguire un ordine cronologico. I diversi livelli andavano esplorati contemporaneamente e inquadrati in un'unica visione che si sarebbe formata strada facendo. Lo stesso abbiamo fatto quando è arrivato il momento di riordinare il tutto per la pubblicazione. I materiali scelti e riprodotti in questo volume non sono schiacciati in una linea temporale, ma si presentano allettare quasi come si sono presentati a noi. Per questo motivo il libro non ha un indice e ogni gruppo omogeneo di documenti parla la sua lingua e interpreta la storia, passata a recente, a modo proprio. II racconto del presente produttivo dell'azienda è stato affidato a sguardi esterni, che hanno conosciuto gli stabilimenti Torri Lana proprio in occasione della realizzazione di questo progetto.""""" -
Sturzo e il partito che mancava
Il centesimo anniversario della nascita del Partito popolare italiano offre molte suggestioni su cui riflettere e di cui poter far uso anche oggi, senza strumentalizzare. Il PPI nasce e si struttura sin da subito come un partito originale e moderno, non solo nel progetto ma anche nella forma genuinamente democratica. Nasce sulla linea di un processo, quasi come forma evolutiva di ciò che nella realtà sociale i cattolici avevano già realizzato, sollecitati dalle esortazioni del magistero di papa Leone XIII. Con testi di N. Antonetti, L. Giorgi, L. Granelli, F. Malgeri, L. Prenna. -
Salvatore Anelli. I teschi valgono. Catalogo della mostra (Ragusa, 9 giugno-31 agosto 2018). Ediz. illustrata
Pittore, scultore, videoartista, Salvatore Anelli si interessa agli scambi interlinguistici e alle contaminazioni culturali. In particolare la sua ricerca più recente nasce dall'accostamento segno/parola, sperimentato in un libro d'artista realizzato a quattro mani col poeta Franco Dionesalvi, ""Le parole valgono"""", e in un altro confezionato dal solo Anelli rileggendo """"Le città invisibili"""" di Italo Calvino, da cui ha tratto un palinsesto visivo di """"memorie parallele"""", Le città valgono. Entrambi i volumi sono stati editi, tra il 2017 e il 2018, per i tipi dell'Editore Rubbettino. """"I teschi valgono"""", ultimo capitolo di quella che potremmo definire una """"Trilogia del valore"""", è il naturale prosieguo di queste esperienze. Il volume ripercorre un'antologica di Anelli curata da Andrea Guastella presso la Civica Raccolta """"Carmelo Cappello"""" di Palazzo Zacco a Ragusa tra il giugno e l'agosto 2018."" -
Leopoldo Franchetti, la nuova destra e il modello toscano
Leopoldo Franchetti è ben noto alla storiografia per le sue inchieste nelle province napoletane e, con Sidney Sonnino, in Sicilia negli anni '70. Tuttavia, è assai meno noto come figura politica eterodossa della Destra storica e per la sua azione come intransigente censore dei costumi. Inoltre, è a tutt'oggi non approfondita la sua valutazione dell'emigrazione e del ruolo che le colonie, in particolare quella eritrea, potevano svolgere per implementare la crescita, anche in terre lontane dalla madrepatria, di una classe di piccoli proprietari coltivatori. Su iniziativa del Comitato nazione per il centenario della morte di Leopoldo Franchetti vengono raccolti in questo volume studi che coprono aspetti e momenti della sua biografia dall'impegno nella «Rassegna settimanale» fino alle opere sociali svolte con la moglie Alice a Città di Castello. Il contesto di questa storia sono il declino e lo spirito revisionistico della Destra Storica dell'ultimo quarto del XIX secolo fino alla grande guerra. -
Pietre
"Gli scritti contenuti in questo libro affrontano vari scenari, dal rogo dei libri ai pericoli di 'denutrizione culturale' nel nostro Paese; dall'apartheid della mensa per i bambini poveri nella scuola di Adro, ai guasti dello 'spoil system' all'italiana per l'etica della responsabilità. Le parole taglienti, appassionate, colte, amabili di Antonio Pileggi sono come pietre, ma - come osserva l'autore nell'introduzione - non sono pietre lanciate contro qualcuno. Sono pietre da usare per costruire un ponte fra passato, presente e futuro. Ed io aggiungo sono anche uno strumento attraverso il quale una generazione trasmette il suo lascito di sapienza alle generazioni future. Questo ponte per noi tutti ha un'importanza fondamentale perché senza passato (anche prossimo) non v'è futuro."""" (Dalla postfazione di Domenico Gallo)" -
Piccole immagini di raso bianco
Un affermato psichiatra e docente universitario trascina stancamente il suo matrimonio dopo che la moglie, con la nascita del primo figlio, ha perso ogni traccia di femminilità. La sua vita trova una svolta nell’incontro con Dolores, giovane madre sola e nevrotica di esplosiva sensualità tormentata dai ricordi di un’infanzia terribile. Ne nasce un rapporto torbido, in cui la distinzione dei ruoli si fa sempre più impalpabile e sfumata. Il racconto scende nel profondo della psiche umana per esplorarne le perversioni più intime e segrete e descrivere − senza pudori e reticenze − le paure, i traumi, le ossessioni che spesso si nascondono dietro i sentimenti (l’amicizia, l’amore, la maternità) e le istituzioni sociali più rassicuranti (il matrimonio, la famiglia, la professione), precipitando poi come in un vortice verso un finale inaspettato e sconcertante. -
Slovak studies. Rivista dell'Istituto Storico Slovacco di Roma (2018). Vol. 1-2
Rivista dell'Istituto Storico Slovacco di Roma, numeri 1-2 2018. -
Philosophia naturalis. La inscindibile unità tra scienza e filosofia
L’autore è un giurista, in quanto tale, un cultore della filosofia della giustizia. Poiché esiste una precisa correlazione tra l’ordine naturale e l’ordine morale e, quindi, politico, della società civile, se la scienza nega che l’esistente sia un struttura “ordinatissima”, la filosofia della giustizia ne viene conformata di conseguenza. Pertanto, il giurista che voglia salvaguardare la filosofia della giustizia informata alla razionalità, deve farsi carico di stabilire se è la natura ad essere disordinata ovvero se sia la sua rappresentazione a farla apparire come tale. Il testo opta per questa seconda soluzione, dando, al tempo stesso, ragione, nel rispetto del principio di causalità, delle fenomenologie disordinanti la cui presenza non può più essere messa in dubbio. In tale contesto, il saggio si propone quattro finalità: la prima, consistente nel contribuire a emancipare la scienza dal protagonismo del caso, a liberarla dalla visione meramente quantitativa della natura; la seconda, diretta a evidenziare l’assetto dualistico dell’esistente, vale a dire, come esso sia animato da due forze cosmiche contrapposte e irriducibili a unità, donde il recupero del principio di causalità e, quindi, di una visione razionale del cosmo; la terza, tesa a far venire meno l’influenza significativamente negativa che la scienza, in ragione del suo attuale indeterminismo, esercita sulla filosofia della giustizia e della politica, nonché sulla stessa filosofia; la quarta, volta a caducare il supporto da essa dato, per tutte queste ragioni, alla riviviscenza dei fondamentalismi religiosi. Prefazione di Marco Boscolo. -
Le rivoluzioni: miti e realtà
Sono qui analizzate le radici ideologiche di quella che, per ben due secoli, è stata la Grande Illusione che ha dominato la scena mondiale alimentando formidabili passioni politiche e travolgenti movimenti di massa: la rivoluzione come potenza demiurgica capace di capovolgere il ""mondo capovolto"""" e di creare """"un Regno di Dio senza Dio"""" attraverso la purificazione della società borghese, corrotta e corruttrice."" -
L' Italia e gli italiani dal 1948 al 1978
Il vero cambiamento, nella storia dell'Italia e degli italiani, è quello che si è realizzato tra il 1948 e il 1978. Dopo il passaggio dalla guerra alla pace, dal fascismo alla democrazia, concluso con l'entrata in vigore della Costituzione, lo slancio della ricostruzione post-bellica si è trasformato nel boom economico e il Paese si è industrializzato, urbanizzato e scolarizzato con un'intensità senza precedenti. Questo volume racconta come, pur con errori e contraddizioni, l'Italia è diventata una delle prime sette potenze economiche del mondo e una miseria secolare è stata radicalmente sconfitta, anche se vari problemi sono rimasti aperti e la ricchezza ne ha creati di nuovi. Il cambiamento è stato possibile, in un contesto internazionale favorevole, perché gli italiani si sono uniti in uno sforzo comune e perché il raggiungimento di traguardi inediti ha favorito la loro unità. Malgrado le divisioni laceranti create dalla Guerra fredda, è in questo trentennio di democrazia e di crescita che sono stati ""popolo"""" più che in qualsiasi altro momento della loro storia. Questo libro a più voci racconta le riforme che hanno favorito il cambiamento - da quella agraria alla Cassa per il Mezzogiorno e alla scuola media unica -; come si sono trasformate le città, la famiglia e la Chiesa; come si è evoluta la cultura di massa attraverso il Giro d'Italia e il Festival di Sanremo, la televisione e il cinema; come le migrazioni interne e il Sessantotto hanno dato alla società italiana un volto nuovo. Presentazione di Antonio Iodice e Giuseppe Acocella."" -
Declino e tramonto della civiltà occidentale. Studi sulla caduta dell'idea di progresso nella cultura europea
Per alcuni secoli la cultura occidentale ha nutrito, con poche eccezioni, una ferma fede nel progresso: cioè essa ha creduto che il cammino della nostra civiltà fosse un cammino ascendente e inarrestabile, che avrebbe accumulato conquiste (non solo scientifiche e tecniche, ma anche morali e politiche) sempre più elevate. Sarebbe sorto così un mondo sempre più degno dell'uomo. Nel Settecento l'idea di progresso si è imposta largamente nel modo di concepire la storia, grazie all'Illuminismo. Nella prima metà dell'Ottocento tale idea si è rafforzata, e ha finito per dominare quasi tutte le manifestazioni della cultura occidentale (basti pensare alle dottrine di Hegel, di Marx, di Saint-Simon, di Comte). Ma già nella seconda metà dell'Ottocento tale idea è entrata in crisi (per Burckhardt la storia non ha un fine né una meta), e tale crisi si è aggravata nel Novecento, il secolo che ha avuto due spaventose guerre mondiali e che ha visto la tragica parabola dei totalitarismi. Questo libro documenta la demolizione dell'idea di progresso fatta da pensatori del calibro di Max Weber, Freud, Pareto, Ortega y Gasset, Jaspers, Nietzsche, Spengler, Adorno e Horkheimer, per giungere a Benedetto Croce e a Raymond Aron. Ne esce un quadro di enorme interesse, nel quale si intrecciano motivi più che mai attuali per noi che viviamo nel XXI secolo, foriero di nuove tragedie e di nuove inquietudini. -
Cercatori di libertà
Come è stato efficacemente sintetizzato, «se esistessero uomini onniscienti, se potessimo sapere non solo tutto quanto tocca la soddisfazione dei nostri desideri dí oggi, ma pure i bisogni e le aspirazioni future, resterebbe ben poco da dire a favore della libertà». Questo volume è un viaggio attraverso pensatori che, nell'accertata ignoranza e fallibilità degli esseri umani, hanno visto la ragione della libertà individuale di scelta. Si sono perciò impegnati a ""isolare"""" le condizioni che rendono possibile o impossibile tale libertà, la cui istituzionalizzazione permette la mobilitazione di conoscenze e risorse altamente disperse all'interno della società, accende cioè un esteso processo di esplorazione dell'ignoto e di correzione degli errori. L'autore si rifà soprattutto a quella tradizione anglo-austriaca che, da Bernard de Mandeville, David Hume, Adam Smith, giunge a Carl Menger e Friedrich A. von Hayek. La prosa è matura e scorrevole. I concetti sono comprensibili, oltre che agli addetti ai lavori, al vasto pubblico. Si percorre così un itinerario che consente di individuare i """"motivi"""" che impongono di allargare, quanto più possibile, il territorio della cooperazione sociale volontaria. Il che limita la sfera d'intervento delle pubbliche autorità, a cui, viene attribuita la circoscritta funzione di complemento delle attività liberamente intraprese dai cittadini. È questo l'unico modo per difendersi dall'autoreferenzialità del potere pubblico e dall'utilizzo arbitrario e dilapidatorio delle risorse sociali. Ciò significa che la libertà individuale di scelta sta alla base della crescita e del benessere collettivo. In appendice al volume, vengono raccolti due scritti su Luigi Einaudi, anch'egli esponente della famiglia dei """"cercatori di libertà"""": il primo riguarda i suoi rapporti culturali con la Scuola austriaca di economia, il secondo il suo progetto europeista."" -
Il mondo illuminato
Un romanzo attualissimo, reale e fiabesco sulla scia della grande tradizione letteraria di Stefano D’Arrigo, Gesualdo Bufalino e Vincenzo Consolo.rnrn«Al Faro non avevo voglia di tornare più. Vi tornai solo quando mio padre morì. Sembrava non me ne fossi mai andato. Solo mio padre non c’era. Al suo posto, in quella casa immutata, una foto al centro della toletta con un lumino acceso da poco. E tutti i fantasmi che giravano per le stanze. Erano le forze della terra e del mare. Divinità ancestrali. Invisibili abitatori di un mondo di mezzo. Potenti forze divine che si manifestavano attraverso i simboli»rnrnPrende da qui le mosse il viaggio, inteso come nostòs, del narratore verso un mondo illuminato dalla presenza di personaggi che vissero lungo le coste estreme del Peloro. Stravaganti, eccentrici, a volte teatrali e spassosi, emblematici nella loro elementare saggezza, prestati alle incertezze della vita e alle fantasie degli scritti, che pare vogliano rammentare, come Eraclito, che le cose sono ed al tempo stesso non sono. Parlano di avventure di mare, di donne, di miserie e di splendori. E che siano racconti dolcissimi e struggenti (Ortega e la madre); o irriverenti ed erotici (la suora delle pulizie che si lasciava toccare per consolare «quelli assetati... sciorbi... allammicati...»); o divertenti e comici (Angelino che per lasciarsi tagliare i capelli doveva infilare il dito nel culo della capra) la sensazione è sempre che l'unica via d'uscita, da un mondo che tende a rattrappirsi e a chiudersi in sé, la si possa trovare in una vita semplice. Un libro nuovo, attualissimo. Profondo e leggero, misterioso e solare, reale e fiabesco. -
Storia dell'Italia corrotta
Come mai la corruzione ha così lunga vita nella storia del nostro paese? Come mai resiste ad ogni epoca e ad ogni regime politico? Come mai in questo campo non si riesce a trovare niente di veramente dissuasivo, niente che provi ad estirparla nel costume, nel comportamento, nell’atteggiamento degli attori coinvolti? Come mai questo tratto di continuità nella storia d’Italia, questo elemento costante, capillare, quasi costitutivo del funzionamento delle istituzioni nel nostro paese, non si riesce ad interromperlo? Perché ciò che è accaduto nel passato continua ad accadere oggi? A queste domande, ricostruendo alcuni dei principali scandali dal 1861 ad oggi, provano a rispondere gli autori di Storia dell’Italia corrotta partendo dal presupposto che non c’è altro comportamento criminale che scardina di più la percezione dello Stato e ne distrugge credenza e legittimazione, al punto da definirlo “reato di corrosione e di fragilità di Stato”, perché commesso da rappresentanti dello Stato su funzioni e compiti dello Stato. La corruzione per gli autori “ha assunto nel corso della storia italiana essenzialmente il volto delle istituzioni”, non è dunque un problema della morale singola del cittadino ma della concezione dello Stato di una parte delle classi dirigenti del paese, che hanno reso l’abuso e la profittabilità del loro potere un fatto consuetudinario e diffuso, una normale modalità di esercitare la funzione politica, burocratica e imprenditoriale. Si potrebbe quasi parlare di “banalità” della corruzione in Italia. -
Dove inizia l'Italia. La Locride raccontata dai viaggiatori
Una storia d'Italia all'incontrario, come le carte geografiche dei Musei Vaticani, con il Sud per una volta al di sopra del Nord. Raccontata attraverso i diari e i resoconti dei viaggiatori che hanno attraversato la Locride, dove - come scrisse Plinio - ha inizio l'Italia. Una frangia estrema della Penisola, oscura forse ai suoi stessi abitanti. Un territorio da cui provengono i maggiori tesori della Magna Grecia, patria del grande legislatore Zaleuco e culla del monachesimo bizantino. Ma anche luogo di sottosviluppo e povertà atavici, dove l'arretratezza alimenta la 'ndrangheta. A chi vuol comprendere vengono in soccorso gli stranieri dei grand tour, e non solo, approdati sulla costa fonica compresa tra Capo Bruzzano e Punta Stilo. Nelle loro pagine si riconoscono vizi e virtù di questa parte di Calabria, rimasti simili nei secoli. Valgono le parole di Guido Piovene: «Nessuna parte della Calabria è più bella di questa, del tutto sconosciuta ai più». -
È stata Roma. La criminalità capitolina dal «poliziottesco» a Suburra
Grazie al successo di Romanzo Criminale e Suburra anche la delinquenza romana ha potuto godere di una forte attenzione internazionale nel più generale contesto della produzione cinematografica e televisiva contemporanea incentrata sul tema della malavita. Ma in che modo film, documentari e serie televisive, a partire dal poliziesco degli anni Settanta, hanno saputo ritrarre e raccontare banditismo e malaffare nella Capitale? Il quadro che si andrà a tracciare mostrerà come il roman crime movie, che qui si propone quale etichetta classificatoria di un'ormai corposa filmografia, abbia costantemente attinto alla cronaca per edificare o rifondare ""romanzi criminali"""" in cui realtà e finzione si mescolano di continuo, dando vita a una galassia fatta di violenza e sacralità, di omicidi e grandi affari, di misteri, scandali e degrado fortemente connessa al luogo dell'azione. Si esamineranno dunque i percorsi, i mutamenti e le diverse forme di rappresentazione di una produzione variegata intenta ad affrontare coi propri mezzi e il carico della sua influenza la """"mala"""" sanguinaria e affaristica che, oggi come allora, dal Libanese a Samurai, attanaglia le strade millenarie della città eterna."" -
Biografie della nazione. Vita, storia, politica nel «biopic» italiano
Andreotti, Berlusconi, Moro, Mussolini: ciascuno incarnazione di una specifica immagine del potere, tutti protagonisti di film che hanno segnato l'immaginario recente. Il cinema biografico è in continua espansione e il, mondo della politica cattura sempre di più il suo interesse, soprattutto in Italia. Anziché considerarlo un semplice fenomeno commerciale, questo libro propone di pensare il biografico-politico come l'espressione più tipica del cinema contemporaneo: è qui infatti che si possono comprendere con chiarezza gli incroci tra estetica e politica, le strategie di costruzione del senso comune, le forme di autorappresentazione di una comunità nazionale. E se l'intreccio originale di vita, storia e politica definisce il carattere peculiare del pensiero italiano, il cinema biografico-politico è allora il luogo più fecondo per riflettere sulla memoria storica e sul futuro della nazione.