Sfoglia il Catalogo feltrinelli015
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 941-960 di 10000 Articoli:
-
Nella terra dei «selvaggi d'Europa». Fatti accaduti durante una permanenza in Calabria Ulteriore, nel regno di Napoli fra il 1809 e il 1810
Era il 1805, quando Elmhirst prese servizio come marinaio scelto (able seaman) a bordo della cannoniera ""Africa"""", 64 cannoni e 500 uomini al comando del capitano Digby. Proprio in quell'anno prese parte alla storica battaglia di Trafalgar, dopo di che, fra il 1808 e il 1812, nel corso di un'azione di pattugliamento nell'adriatico per intercettare le navi addette al rifornimenti della truppe francesi che occupavano le isole Ionie, e a seguito di un naufragio, fu catturato e fatto prigioniero in calabria dove rimase dal settembre 1809 all'aprile 1810. Lo stato della Calabria a quei tempi era molto difficile, mancavano le strade, città e paesi erano distrutti dai terremoti, la proprietà delle terre era concentrata nelle mani di grandi proprietari che vessavano i contadini più dei nobili di una volta, gravosi balzelli erano imposti alla popolazione dagli occupanti francesi per il mantenimento delle truppe, bande di briganti facevano la guerriglia ai francesi. Questa è la realtà che emerge dal racconto dell'ufficiale inglese che ne parla con sofferta partecipazione, perché lui nella terra dei """"selvaggi d'Europa"""" non si è trovato poi così male."" -
Aspetti e problemi della storia dell'ordine di San Camillo
Una vasta opera di riordino degli archivi dell'Ordine dei Ministri degli Infermi fondato da San Camillo de Lellis ha consentito di avviare da alcuni anni una ricerca storica sui Camilliani che, in oltre 400 anni di storia, hanno saputo tenere fede al mandato di ""testimoniare l'amore di Cristo verso i malati"""", specialmente nei momenti di calamità e di maggiore vulnerabilità. Promosso dall'Ordine stesso, infatti, un gruppo di studio sta ripercorrendo le vicende dell'Ordine nella società in cui esso ha proposto il suo carisma di carità. È in questo contesto che il volume intende offrire una prima occasione di riflessione su alcuni aspetti dell'esperienza camilliana nei differenti periodi della storia moderna e contemporanea. I saggi qui offerti al lettore affrontano, in particolare, alcune questioni paradigmatiche e alcune dinamiche significative della presenza camilliana nel corso del tempo: le problematiche relative al suo governo, il suo rapporto con la società civile e con le istituzioni pubbliche, i percorsi di fondazione e di sviluppo delle sue Province in Italia e in Europa. Con questi studi, peraltro, si chiude una fase dei lavori di ricerca e si avvia la pubblicazione di una collana di studi storici dedicata all'Ordine di S. Camillo de Lellis, consentendo a un vasto pubblico di conoscere meglio il contributo dell'esperienza camilliana nel mondo della salute e nella società degli ultimi quattro secoli."" -
Inseparabili: lo Stato, il mercato e l'ombra di Colbert
L'intervento dello Stato nell'economia è oggi tornato con forza alla ribalta. Già agli inizi del decennio gli effetti negativi della globalizzazione avevano provocato qualche scricchiolio nella ""mistica del mercato""""; nella fiducia assoluta nelle sue capacità autoregolatrici, che da quasi un trentennio egemonizzava la cultura economica, in fuga dalle contraddizioni della precedente stagione statalista. Da più parti si invocava il ricorso a forme di protezionismo, per difendersi da una competizione produttiva e commerciale squilibrata. Riaffiorava il nome di Colbert. La grave crisi finanziaria del 2008-2009, con i suoi rovinosi strascichi economici e sociali, ha repentinamente chiamato in causa e rilegittimato l'intervento dello Stato, o meglio delle istituzioni pubbliche, come vediamo nel caso attualissimo dell'Unione Europea. Accanto all'urgenza dei problemi e alla concretezza dei provvedimenti, è oggi fondamentale la riflessione sulla crisi e sulle prospettive future. I saggi contenuti in questo volume approfondiscono, con uno sguardo di lungo periodo, il complesso rapporto tra Stato e mercato, che si rivelano, al di là di ogni schematismo, due attori inseparabili dello scenario economico e sociale."" -
Epistemologia della valutazione universitaria. La valutazione professionale del docente
La proposta presentata in questo saggio è basata sulla visione della valutazione come azione umana competente. La definizione di competenza permette non solamente di cogliere il processo, nel quale consiste ogni azione umana competente, ma, altresì, di comprendere il significato dell'azione di apprendimento, inteso come apprendistato: non è limitato alla dimensione teorica del processo umano competente, ma parte dal vissuto e dai bisogni, intuisce e identifica un problema, ne cerca una teoria esplicativa, controlla se funziona e perviene a rispondere ai bisogni rilevati con prestazioni in miglioramento continuo, tenendo presente pure l'evoluzione senza termine del vissuto e dei bisogni medesimi. L'intervento sulla realtà, dimensione costitutiva del processo conoscitivo umano competente, richiede lo sviluppo dell'imprenditorialità, quale gestione metacognitiva della possibilità di investimento delle proprie competenze e prontezza dell'intervento. Il saggio è limitato formalmente alla valutazione professionale operata dal docente universitario, ma le ipotesi possono essere spese anche per la valutazione dei processi di insegnamento e dell'intera attività docente, e, di conseguenza, per la formazione dei docenti universitari. La valutazione dell'attività di ricerca trova sviluppo nel discorso sulla qualità. -
Roberto Tremelloni. Riformismo e sviluppo economico
Questo libro ricostruisce la vita e le opere di Roberto Tremelloni (1900-1987), autorevole e pressoché dimenticato esponente del socialismo italiano. Nel nostro paese la socialdemocrazia ha vissuto per lungo tempo stretta sul piano politico tra l'imponente tradizione cattolica e l'influente cultura comunista. Questa compressione contribuiva, in seguito, a produrre una sorta di rimozione, sia in sede storiografica che politica, degli aspetti di modernità di tale esperienza a lungo negletta, come il caso di Tremelloni pare testimoniare. La decisa scelta occidentale, la fiducia nel mercato, quale luogo di esercizio della libertà delle persone e sistema economico più efficiente, e la concezione dello stato come strumento di regolazione della crescita e di riduzione delle disuguaglianze realizzavano la connessione con le idealità diffuse nelle forze progressiste delle democrazie più avanzate. Su questi principi si imperniava la ""cultura di governo"""" di Tremelloni, fondata sulla consapevolezza che il compito storico delle forze progressiste all'indomani della Seconda guerra mondiale consistesse nel dismettere una visione classista per condividere la responsabilità di guidare tutta la società in accordo con i propri principi e in funzione del raggiungimento di un interesse generale. L'intensa attività culturale, politica e di governo di Tremelloni testimoniava della scelta del riformismo come metodo per raggiungere lo sviluppo economico."" -
Fra identità e organizzazione. La «Rete Lilliput»
Fra i gruppi e le realtà del movimento globale, la ""Rete Lilliput"""" è stata quella che più di altre ha sviluppato al suo interno un dibattito ricco e complesso sull'organizzazione reticolare. L'esigenza di adottare stili partecipativi nuovi e di coniugare forme eterogenee di partecipazione politica - che, in un contesto partecipativo più tradizionale, difficilmente avrebbero potuto trovare espressione - ha spinto gli attivisti lillipuziani a intraprendere un processo di sperimentazione organizzativa volta alla realizzazione di una rete estesa sul territorio nazionale, in grado di connettere i due livelli fondamentali dell'azione collettiva: il globale e il locale. Nonostante la rete rimandi all'idea di una modalità organizzativa leggera, rispettosa dell'autonomia dei singoli nodi e volta all'attuazione di un potere decisionale diffuso, la possibilità di renderla operativa ha incontrato alcuni elementi di criticità. Questo lavoro, che si basa su una ricerca empirica condotta sulla Rete Lilliput, ricostruisce la nascita e le trasformazioni di questo soggetto, prestando particolare attenzione alle dinamiche di costruzione dell'identità collettiva e ai meccanismi di sperimentazione organizzativa che, nell'arco di un decennio, si sono susseguiti all'interno della Rete, facendone una realtà a se stante, legata al più ampio movimento globale ma, al contempo, autonoma."" -
Contro il regime. Panfilo gentile e l'opposizione liberale alla partitocrazia (1945-1970)
Nei primi venticinque anni di vita dell'Italia postfascista, Panfilo Gentile e gli altri teorici liberali proposero ai cittadini un modello di Paese radicalmente alternativo a quello vigente. L'Italia che sognavano era caratterizzata dalla difesa dei diritti dei cittadini, dalla costruzione di una democrazia dell'alternanza e dalla promozione di un'economia sana e dinamica. Ma quando si avvidero che il percorso intrapreso dalle classi dirigenti procedeva nella direzione opposta, ne denunciarono con forza le degenerazioni di stampo clientelare e partitocratico; in tutta risposta, il potere li sospinse ai margini del dibattito pubblico. Eppure le loro analisi sono ancora illuminanti, permettendoci di intravedere come avrebbe potuto evolversi, e non si è evoluta, la democrazia italiana. Ecco la ragione per cui occorre conoscerne la storia, che in questo libro viene ricostruita con rigore e originalità. -
Natura debere. Sull'elaborazione giurisprudenziale romana in tema di obbligazione naturale
La ricerca è volta a ricostruire la controversa evoluzione storica del concetto di naturalis obligatio nel pensiero giuridico romano, da Labeone sino all'epoca giustinianea. Attraverso un'analisi diacronica delle varie testimonianze giurisprudenziali, si cerca di ricostruire la genesi culturale della categoria di natura debere, e il suo graduale passaggio da un primo e più ristretto ambito di applicazione (limitato ai soli obblighi assunti da persone alieni iuris) a un successivo allargamento funzionale (in forza del quale lo schema della naturalis obligatio viene esteso a nuove situazioni, non facenti capo solo a servi e filii familias). Una disamina che cerca di restare ancorata alla realtà testuale delle fonti, interpretate nel loro specifico contesto temporale, alla luce dell'imponente bagaglio dottrinale offerto dalla romanistica contemporanea, ma anche cercando di evitare, per quanto possibile, i condizionamenti derivanti dai significati moderni di ""obbligazione naturale"""", nonché dal rilevante peso assunto, nella cultura occidentale, dal concetto di """"natura"""", nelle sue infinite declinazioni semantiche."" -
Europa. Idee, immagini, percezioni
L'Europa oggi appare molto piccola; il suo ruolo nel gioco delle grandi potenze mondiali trascurabile. Come mai? La storia ci racconta di sfolgoranti successi, di immani tragedie e di grandi speranze. Oggi si naviga a vista, non si vede un percorso, tantomeno un progetto. Perché? La ricerca cerca di rispondere a queste domande mediante diverse indagini. Nel primo volume vengono trattate le idee di Europa di grandi filosofi del XX secolo come F. Rosenzweig e C. Schmitt, la visione dell'Europa dei Federalisti italiani, l'Europa cristiana proposta da Benedetto XVI. Allo sguardo dall'interno viene soprapposto uno sguardo da lontano, su come la sua immagine viene percepita dall'Africa, dall'India, dalla Cina e dall'America Latina. È uno sguardo critico in cui prevale la prospettiva storica. Nel secondo volume vengono riportate indagini su come l'Europa è percepita da giovani universitari italiani, su come viene rappresentata dai mass media e su come la sua immagine è rielaborata e proposta nei musei europei. Nel complesso, la ricerca descrive la parabola dell'Europa, da giovane rapita da un dio ad una matura signora alle prese con i suoi numerosi problemi. Sarà capace di risolverli? Per ora non riesce neppure a trovare una bussola per orientarsi. -
La principessa e il presidente
Il libro racconta di una passione segreta e proibita tra un presidente francese e una principessa anglosassone che si svolge a metà degli anni '80. Tutto ha inizio durante una cena del G7 a Buckingham Palace. Lui è vedovo, lei è l'affascinante principessa di Cardiff, bella ma triste. A metà serata, la principessa si sfoga con il presidente, al quale rivela le ragioni della sua malinconia: ""Una decina di giorni prima del mio matrimonio, il mio futuro marito venne da me, mi disse di avere un'amante e che aveva deciso di continuare a vederla anche dopo le nozze"""". Nasce da qui una storia d'amore fatta di sentimenti e ragion di Stato... Leggendo le pagine del libro la mente non può non andare a Lady Diana e a quel flirt con stesso Giscard d'Estaing favoleggiato da molti giornali. Fantasia o realtà? Storia o finzione? Il libro non lo dice ma riesce a spalancare le porte a molti dubbi..."" -
Cartouche
Era alto appena un metro e cinquanta, viso di zolfo, corpo e muscoli da saltimbanco. Analfabeta, pluriomicida e alcolizzato, nella Parigi della Reggenza di Filippo d'Orléans, a soli 20 anni ne divenne il padrone assoluto, disponendo a suo piacimento di uomini e cose: controllo della prostituzione, ricatti, aggressioni, rapine... compiacenti i gendarmi, compiacenti i giudici, compiacente una città che vide in lui un mito da immortalare nei versi dei cantori girovaghi. Ebbe tutte le donne che volle ma probabilmente amò solo se stesso e quella Parigi ricca e pezzente, oscena e senza Dio, che gli era entrata nel sangue. Perse il suo trono solo quando entrarono in campo le brigate speciali volute dai militari, il giorno che il suo luogotenente lo tradì in cambio di un salvacondotto. Si chiamava Louis Dominique Cartouche. Era l'Enfant di Parigi. -
Meccanismi di governance sistemica e forme organizzative nella higher education. Il caso italiano in prospettiva comparata
Il sistema universitario italiano sta attraversando un lungo periodo di transizione, durante il quale le molteplici riforme avviate non sembrano avere intaccato le modalità basilari di funzionamento che lo hanno caratterizzato fin dai primi anni post-unitari. Solo la carenza di conoscenze storiche e comparate può far credere che i problemi delle università nascano in tempi recenti. In realtà, come dimostra la letteratura internazionale sulla governance della higher education, la questione di fondo riguarda l'incapacità del sistema universitario italiano di conciliare le esigenze dell'istruzione superiore ""per molti"""", o di massa, con quelle dell'alta formazione """"per pochi"""", o d'elite, insieme a quelle della ricerca più avanzata. Il risultato """"medio"""" prodotto in termini di prestazioni collettive rischia così di essere insoddisfacente da entrambi i punti di vista. Prendendo spunto dagli studi e dalle esperienze internazionali, una risposta adeguata al problema richiederebbe che si accettasse la prospettiva di una differenziazione strategica e organizzativa delle singole istituzioni universitarie, capace di sfatare la rigida interpretazione di alcuni principi come quello del valore legale del titolo di studio. Inoltre, si tratterebbe di meditare attentamente sugli effetti negativi di un'eccessiva estensione delle missioni perseguite da ciascuna università. ."" -
Theodor Herzl. Il Mazzini d'Israele
Con l'istituzione del Congresso Sionista nel 1897 Thwxlor Herzl diede voce e forma alle molteplici anime dell'ebraismo, traghettando l'antica questione ebraica dalla sfera social-religiosa alla più appropriata dimensione giuridico-diplomatica internazionale. Egli riuscì così a imporsi all'attenzione dei grandi della terra e a far sì che dall'ottocentesca idea di nazione gli ebrei non fossero esclusi. Dando vita al ""Parlamento della nazione ebraica"""", che avrebbe ininterrottamente presieduto fino alla morte (1904) e, quindi, attraverso sei congressi, Herzl avrebbe anticipato così la successiva fondazione dello Stato e la legittimazione del territorio sul quale Israele sarebbe poi effettivamente nato. Come già intuito all'indomani della Prima guerra mondiale da Francesco Ruf-fini, il ruolo di Herzl nel risveglio nazionale ebraico può esser paragonato a quello svolto da Giuseppe Mazzini nella storia italiana: entrambi si fecero promotori di una sfida alla realtà e al realismo dei loro tempi, entrambi seppero esprimere straordinaria dedizione alla cosiddetta politica dell'irrealtà. Prefazione di Francesco Cossiga."" -
Guida alla Calabria misteriosa. Tesori, riti, credenze, sortilegi
Dalla A di Acquappesa alla Z di Zungri, un viaggio nella memoria più e meno recente dei luoghi calabresi, fra leggende, misteri, tesori, riti, credenze, sortilegi, esorcismi, incantesimi, prodigi..., in compagnia di maghi, streghe, fate, folletti, demoni, fachiri, manigoldi, eroi, dei, santi, madonne, eretici, spie, briganti, sovrani fasulli. -
Fatti d'arte. Un percorso nel contemporaneo tra arte, società e territorio
"Una narrazione polifonica quella di Teodolinda Coltellaro, dove nel contesto più ampio e meditato di un libro i testi giornalistici assumono un respiro più lungo e si fanno apprezzare andando al di là della contingenza quotidiana. Non è necessario essere conoscitori d'arte per apprezzare questi scritti, spesso brevi e intensi, che si possono assumere come monodosi. È sufficiente accostarsi ai suoi personaggi senza pregiudizi di sorta ascoltando le loro voci che in talune circostanze assumono un significato poetico. È lenticolare la visione di Teodolinda Coltellaro che non perde mai di vista la complessità del territorio calabrese con tutte le sue potenzialità e le inevitabili contraddizioni. Questo è certamente un punto di forza del libro che recupera il senso profondo e orgoglioso dell'identità di un percorso dove l'autrice non si lascia sedurre dalla più comoda ma anonima globalizzazione. Fatti d'Arte. Un percorso nel contemporaneo tra arte, società e territorio affronta il sistema dell'arte nel suo complesso contrappuntando interviste con puntuali interventi critici in quello che si può considerare un vero e proprio omaggio all'arte contemporanea calabrese."""" (Dalla prefazione di Alberto Fiz)" -
Lo stato preventivo. Democrazia securitaria e sicurezza democratica
Il tema del rapporto tra libertà e sicurezza non è certo recente, ma diversa e per molti aspetti inedita è la sua versione contemporanea, e cioè la tensione che viene a instaurarsi tra democrazia e ""terrore"""". Oggi le manifestazioni del terrorismo si intersecano con i processi di ridefinizione spaziale e materiale della politica, rendendo più difficile un """"trattamento"""" dell'incertezza e della paura diffuse (il """"deinòn"""") in termini compaginativi e non dispersivi o oppositivi. Il volume suggerisce alcune prospettive su come uscire da queste trasformazioni della politica in modo appropriato, non attraverso una qualche """"democrazia securitaria"""", ma piuttosto creando le condizioni per una """"sicurezza democratica"""" fondata sulla partecipazione comunitaria."" -
Federalismo democratico. Per un dialogo tra eguali
In questo volume vengono approfondite le fondamenta teoriche e storiche del federalismo democratico del Nuovo Mondo ed è spiegato il perché aspetti chiave del sistema pubblico - come trasparenza, fiducia, responsabilità, produttività, merito, flessibilità, versatilità, cooperazione, emulazione, sprigionamento, ecc. - hanno un significato concreto e pregnante in Canada, Stati Uniti e Australia che è quasi sconosciuto da noi. Quindi, collegandosi ad alcuni contributi decisivi di Aaron Wildavsky e di Louis Hartz (e ad un dibattito con Giuliano Amato sulla penuria di libertà amministrativa che ci tormenta), viene proposto un progetto di trasformazione consapevole, di federalismo democratico per l'Italia, che rifletta le esigenze del Paese, e delle sue diverse regioni; e che, nello stesso tempo, corrisponda effettivamente alla loro natura più genuina: storica e civile. -
Mario Pannunzio da Longanesi al «Mondo»
Mario Pannunzio (Lucca 1910 - Roma 1968) è noto soprattutto come direttore del settimanale ""Il Mondo"""" (1949-1966). Insieme a quella straordinaria esperienza, nel libro, vengono analizzati il rapporto di Pannunzio con Longanesi e Benedetti, il suo saggio su Tocqueville, il magistero esercitato su di lui da Benedetto Croce, la sua direzione del """"Risorgimento liberale"""" (1944-1947), la sua partecipazione al partito liberale e a quello radicale. Aspetti spesso trascurati, ma essenziali per conoscere davvero un protagonista della cultura e del giornalismo italiano del '900."" -
Parco dell'Appennino lucano. Guida narrata
L'Appennino lucano, la Val d'Agri e il Lagonegrese. Qui c'è l'humus di una terra che vuole guadagnarsi ogni giorno la sua dignità e il suo prestigio in modo di essere alla ribalta non solo locale. Soprattutto con la forza delle sue idee e la capacità di progettare il futuro. Il Parco deve essere dunque un motore di cambiamento radicale per la vita dei suoi abitanti, anzitutto, così come lo ""disegna"""" in questo libro Rocco De Rosa, che del neonato Parco nazionale ci parla raccontando uomini e cose, passato e presente, peculiarità e risorse. La sua è una narrazione simile a una cronaca degli eventi integrata dalle foto, che hanno a loro volta il significato del testo scritto. Questo non è un saggio, ma un racconto: preciso, puntuale nelle descrizioni, scrupoloso e attento. Un'opera utile, per far conoscere il nuovo Parco nazionale lucano, con l'intento di legare il lettore a una realtà degna di essere visitata nei minimi particolari. Un viaggio in questa nuova area protetta ci porta dunque a scoprire tesori inesplorati e ambienti sui quali l'attenzione di tutti fino a oggi si era concentrata forse molto poco. Basti pensare al passato di queste terre, all'archeologia, alle caratteristiche geologiche del territorio e naturalmente alla sua capacità di alimentare un turismo in grado di mettere in moto altre leve e altre possibilità di crescita. La natura qui è stata particolarmente generosa con gli uomini, i quali debbono prodigarsi per mettere a frutto un'eredità del genere."" -
Fata Morgana o la città riflessa. Ediz. illustrata
"Morgana è l'istantaneo riassunto di ciò che avvenne nello Stretto di Messina. Coagulo storico, riproduce in una immagine riflessa il tempo del luogo e degli avvenimenti che lo definirono: Città di mezzo, sospesa, """"edificata di raggi"""", costruita di luci, distinta nelle ombre, immateriale, inabissata e riemersa. C'è da chiedersi come mai nel corso degli anni non si sia riusciti a fotografarla... o forse Lei sfugge alla macchina da presa che ridurrebbe la portata visionaria delle sue particelle edilizie disperse tra cielo e mare. Ma l'acqua è soprattutto specchio e come tale si comporta. La Fata Morgana nelle sue triplici manifestazioni: aerea, multipla o d'iride fregiata, mai sarebbe stata visibile se l'acqua non avesse deciso, in condizioni d'assoluta calma, di rispecchiarne il volto. Morgana si divide, e non solo nelle sue molteplici facce, nate dalla deflagrazione della luce in particelle o pulviscoli, tra la mitologia e la scienza; il suo volto appare ora fortemente deciso dall'andamento dei raggi, ora dalla penna dello scrittore che scava nella sua fisionomia. La scienza ci fornisce le spiegazioni tangibili del fenomeno spogliandolo dalle valenze mitiche che come incrostazioni marine si sono sommate nel tempo alla sua figura. Conoscere il fenomeno nel suo reale effetto non vuole dire averne sondalo le sue possibilità espressive: crediamo che scienza e mito finiranno col convivere per lungo tempo nello stretto canale di Sicilia e che Morgana la Fata continuerà a fare capolino tra le nubi."""""