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Partiti politici e democratizzazione in Russia
Il presente volume fornisce una ricostruzione completa e aggiornata del percorso evolutivo dei principali partiti politici russi nell'ultimo ventennio dinanzi agli studi ancora scarsi e poco coordinati che sono stati svolti in Italia. L'analisi si concentra principalmente sulla genesi e l'evoluzione organizzativa di alcune formazioni politiche, che hanno avuto un ruolo rilevante nel processo di democratizzazione in Russia, testando alcune proposizioni della teoria organizzativa sui partiti politici: quali modelli occidentali di partito si possono riscontrare in Russia? Quali fattori hanno promosso certi tipi di organizzazione rispetto ad altre? Come si spiegano i diversi esiti dei processi di mutamento partitico? Nel tentativo di fornire risposte sufficientemente esaustive ed empiricamente valide, la prospettiva di ricerca adottata suggerisce una nuova interpretazione che sottolinea come i partiti politici russi non siano entità amorfe, bensì gruppi politici, orientati prevalentemente all'arena elettorale, che hanno progressivamente sviluppato la propria organizzazione a livello territoriale e nel contesto parlamentare. Tuttavia, il nuovo ""partito nello Stato"""", Russia unita, sembra costituire un forte elemento di continuità col passato che non lascia intravedere un ruolo determinante dei partiti politici nel delineare alternativi scenari di democratizzazione, indipendentemente dal loro grado di istituzionalizzazione, nella Tandemocrazia russa."" -
Giorgio Strehler. Atti del Convegno di studi sul Giorgio Strehler e il teatro pubblico (Roma, 21 gennaio 2008)
"Il convegno su Strehler, organizzato da una istituzione come il Senato, costituiva la sede adatta per una disamina attenta delle motivazioni civili e politche e degli aspetti istituzionali dell'attività teatrale e della vita del regista, unitamente alle connotazioni fondamentali della sua poetica e edl suo progetto artistico."""" (Possa G.)" -
La Cenerentola d'Europa. L'Italia e l'integrazione europea dal 1946 ad oggi
Il giudizio sulla scelta europea dell'Italia ha spesso oscillato fra retoriche affermazioni circa la fedeltà all'ideale e all'impegno europeisti, e la dura critica o il rammarico per la scarsa influenza esercitata nel processo di integrazione e nei rapporti con le istituzioni e i partner europei. Il volume accantona queste visioni fondate spesso su luoghi comuni. L'autore ha ricostruito, sulla base di una vasta ricerca presso archivi pubblici e privati, in Italia e all'estero, nonché sulla base della produzione storiografica esistente, l'evoluzione della scelta europea dell'Italia, dall'adesione al Piano Marshall sino ai più recenti dibattiti circa la posizione del Paese all'interno dell'Unione europea. Dallo studio condotto emerge un quadro variegato e complesso, fatto di luci e ombre. Accanto a fallimenti e ad ambizioni frustrate si situano successi e risultati. Tutti questi elementi hanno contribuito, non solo a delineare i caratteri dell'azione internazionale dell'Italia, ma anche a determinare le sorti dell'economia, a influenzare profondamente le trasformazioni della società e il dibattito interno fra le forze politiche, sia nell'ambito della ""prima"""" repubblica, sia nel periodo successivo alla crisi dei primi anni '90."" -
Il «De Lombardo et lumaca»: fonti e modelli
Il ""De Lombardo et lumaca"""" è una """"commedia elegiaca"""" incentrata su un tema tipico nel XII secolo: un Lombardo, emblema dell'uomo pavido e imbelle, deve affrontare una lumaca che ha invaso i suoi possedimenti. L'anonimo autore intesse con singolare abilità una fitta trama di reminiscenze, soprattutto dall'epica classica, piegandole a nuove interpretazioni linguistico-contenutistiche. La levità del contenuto convive con la divertente ed efficace parodia dei gloriosi duelli epici, con sicuro effetto comico."" -
Il ministro e le sue mogli. Francesco Crispi tra magistrati, domande della stampa, impunità
Francesco Crispi sposa Rosalie Montmasson a Malta nel 1854. Lei lo sostiene, è intraprendente, decisa, coraggiosa, unica donna fra i Mille di Garibaldi. I due vivono insieme per oltre venticinque anni. L'unità d'Italia cambia la loro vita, Francesco diventa deputato e con Rosalie al seguito si sposta nelle diverse capitali del Regno: Torino, Firenze, Roma. Il tempo passa e lei sfiorisce. Il rapporto tra i due si fa burrascoso. Lui è sempre più distante e sostiene che le loro nozze non hanno mai avuto validità. Nel 1878 si unisce a Lina Barbagallo con un matrimonio celebrato in casa perché nessuno sapesse niente. Nonostante gli sforzi, però, la notizia trapela e la stampa lo accusa di bigamia ponendogli alcune domande sulla sua moralità e sull'uso pubblico del suo potere. Ben sei domande dalle colonne de ""Il Piccolo"""", il quotidiano più accanito. I giornali rivendicano il diritto di intervenire sulla questione sottolineandone la valenza pubblica. Crispi replica che sono fatti privati e a quelle sei domande non risponde. Perde però la fiducia del re ed è costretto a dimettersi da ministro. La magistratura apre un'inchiesta che si conclude con un giudizio a suo favore. Un """"processo breve"""", anzi brevissimo. Crispi è ancora forte, nonostante le dimissioni, e la magistratura, piegata alle esigenze politiche, è sensibile al potere dominante."" -
Sud a perdere? Rimorsi, rimpianti e premonizioni
L'Italia e il Sud sono troppo fermi e i pochi cambiamenti avvenuti, spesso hanno peggiorato e non migliorato la situazione. Ci sono colpe del Sud verso se stesso, che sta scontando tutto il Paese, ma c'è anche una colpa del governo: l'incapacità di trasformare il Sud. Una colpa che è l'altra faccia dell'utilizzazione elettorale del bacino demografico che esso rappresenta: un comportamento condiviso dal centrosinistra come dal centrodestra. I temi trattati in questo volume non sono un'agenda ma una provocazione per riattivare la conversazione pubblica e vogliono proporre tre esercizi di politica economica: una sfida con la finanza e la globalizzazione per favorire la crescita; una politica economica condivisa tra il triangolo industriale e il Mezzogiorno; un'integrazione tra Torino e Napoli, due ex capitali, che potrebbero essere i poli di un nuovo meccanismo di sviluppo alternativo a quello degli anni Cinquanta, quando la Cassa promuoveva l'industrializzazione del Mezzogiorno e gli emigranti partivano per il Nord. -
Romeni. La minoranza decisiva per l'Italia di domani
I romeni: quanti sono, chi sono, da dove vengono, come e dove vivono e lavorano, cosa pensano di se stessi e degli italiani, quali sono le loro simpatie politiche, quali preoccupazioni e speranze nutrono per sé e per i propri figli. Attraverso una serie di interviste e l'attenta ricognizione della cronaca (non solo di quella nera) emerge la realtà di un popolo di quasi un milione di persone, con le sue ansie e le sue passioni: un popolo che qualcuno vorrebbe rappresentare sotto l'etichetta di ""delinquenti naturali"""", ma che rifiuta con sdegno tale definizione, considerandola un insulto. Parlano in prima persona le ragazze e i ragazzi, i giornalisti corrispondenti di Bucarest a Roma, il vescovo greco-ortodosso e il suo clero, gli imprenditori a capo delle 27.000 aziende romene in Italia, i musicisti, gli operai, i lavoratori dell'agricoltura, le colf e le badanti. È un'umanità ricca di cultura, orgogliosa della sua identità e animata da una volontà di riscatto che si traduce nella richiesta di una sempre maggiore integrazione. La porzione più consistente dell'immigrazione straniera in Italia e la più numerosa componente di quella comunitaria (anche se troppo spesso trattata come se non lo fosse)."" -
Il bizzarro ossia i masnadieri e i francesi in Italia
Il nome di Carlo Massinissa Presterà non sarebbe passato alla storia della letteratura non solo calabrese se non avesse scritto il poemetto ""Il Bizzarro ossia i masnadieri e i francesi in Italia"""" (Napoli 1861). Vi racconta la storia del brigante Francesco Moscato, detto Bizzarro: dalla giovinezza alla morte. Non ce che il sangue e la gioia del sangue, non c'è che la vendetta e il piacere della vendetta, non c'è che la crudeltà e il godimento della crudeltà nel suo orizzonte: da niente addolciti. Una figura indubbiamente diabolica che mancava alla letteratura italiana, ed è vuoto che il Presterà risarcisce, stabilendo in tal modo una congiunzione tra Romanticismo italiano e Romanticismo europeo di cui il satanismo era capitolo tipico e fondamentale."" -
Berardi o il re dei boschi
Iniziò il suo apostolato letterario a difesa della Calabria con una novella in ottave, ""Berardi o il Re dei boschi"""". Ma non era nelle sue intenzioni fare opera d'arte. La Calabria era entrata nella storia d'Italia con il profilo del criminale collettivo ed egli intendeva compiere opera di verità storica, mostrando che questa """"non è tana di belve come tutti si pensa; che il Calabrese non nasce orsacchino, o tigrotto che sgraffia primamente la mano della levatrice"""". Ci riuscì pienamente con questa sua novella in versi, """"Berardi o il Re dei boschi"""", esempio mirabile di didascalismo storico, indirizzato """"a divulgare in modo gradevole e propedeutico la notizia di certi avvenimenti storici, e principalmente a istruire intorno al costume e al modo di sentire di una particolare età o momento storico"""" (Benedetto Croce)."" -
Il «dissenso» nella sinistra extraparlamentare italiana dal 1968 al 1977
La stagione dei movimenti contestativi che vanno dal 1968 al 1977, per- quanto oggetto di fiumi d'inchiostro che hanno cercato nel tempo di scandagliarne tutte le implicazioni possibili e immaginabili, continua ad essere una parentesi storica largamente indecifrata. Oggi più che mai. E questo per un motivo semplice: perché molti di coloro che, in quegli anni, erano a capo delle maggiori organizzazioni politiche della cosiddetta ""nuova sinistra"""", si trovano ora mutatis mutandis a ricoprire posizioni di primo piano nello spettacolare integrato. Ragione per cui, nel valutare quel decennio che ha segnato in modo indelebile la storia contemporanea, si è sempre oscillato tra due polarità contrapposte: il mito o la caricatura. Con questo lavoro, che costituisce il primo tentativo condotto fino a oggi di accostarsi in maniera diretta e sistematica a tutta la pubblicistica del periodo utilizzando come filo conduttore il """"dissenso"""" e la posizione ideologica dei vari gruppi, disponiamo finalmente di uno strumento che ci fa uscire da questa doppia trappola mentale restituendoci intatti i veri termini del problema."" -
Cultura della legalità. Come lo Stato sta combattendo la 'ndrangheta
Le istituzioni e l'educazione sono ""armi"""" imprescindibili nella lotta alla criminalità organizzata, fenomeno col quale le democrazie del XXI secolo dovranno duramente scontrarsi. Il secondo volume della collana del Centro Studi sull'Intelligence dell'Università della Calabria analizza, nel dettaglio, la 'ndrangheta, proponendo norme e strumenti innovativi per un contrasto finalmente efficace. Per la prima volta nell'accademia italiana è stato esaminato il fenomeno da diverse prospettive, mettendo a confronto le riflessioni di studiosi di criminalità e delle scienze dell'educazione con le testimonianze di operatori delle forze dell'ordine e delle magistrature che si trovano in prima linea. In un quadro scientificamente supportato sono state elaborate vere e proprie strategie legislative, culturali ed educative per un contrasto senza quartiere alla 'ndrangheta che parte dalla Calabria, ma si è ramificata in tutto il mondo, condizionando l'economia e la democrazia. Nei contributi plurali contenuti, si trovano motivazioni e idee per una resistenza civile, dimostrando che la criminalità si può e si deve combattere a cominciare dalle aule universitarie."" -
Definire l'amministrazione
Si può definire, e quindi etimologicamente delimitare, il concetto tentacolare di amministrazione? Quanto questo concetto è interamente circoscrivibile alla cura di interessi collettivi e all'esercizio di tale funzione? Come si e evoluto durante le varie fasi della storia d'Italia e quali sono stati i rapporti con gli altri poteri? A questi ed altri interrogativi risponde l'autore proponendo un percorso agile nella struttura ma denso di richiami e di rimandi ai classici del diritto. Percepita, infatti, dall'opinione pubblica come perennemente in bilico tra il pericolo di sclerotizzarsi in burocrazia e quello di evaporare al cospetto degli altri poteri, l'amministrazione deve la capacità di sopravvivenza alla propria natura sfuggente, che la lascia descrivere ma non definire, perché la sua essenza stessa coincide con la sua descrizione. -
Rammemorare la Shoah. 27 gennaio e identità europea
Esiste una società europea? E, nella nostra realtà attuale, si hanno processi che muovono in questa direzione? Il presente libro costituisce una riflessione teorica ed empirica che - provando a delineare una possibile risposta alle domande - indaga quella che, probabilmente, è la più importante cerimonia pubblica ""europea"""", e cioè la commemorazione della Shoah, mettendo in luce la progressiva affermazione, in Italia e in Europa, dell'uso simbolico e universalistico di questa parola e della tragedia che essa rammemora. L'idea alla base del libro è che, attraverso un rito pubblico - e l'insieme delle pratiche e delle iniziative che esso porta con sé -, si possa sviluppare una religione civile europea, basata su una memoria condivisa, capace di cementare nuovi legami sociali, attraverso il riconoscimento di ciò che non deve più assolutamente succedere."" -
La regola e la virtù. Segmenti dell'idea di giustizia
La regola e la virtù rappresentano due diversi modi di intendere il concetto e il senso della giustizia. Intesa come regola, la giustizia è uno schema. Intesa come virtù, la giustizia è un comando della morale. La virtù postula un bene oggettivo; dall'oggettività del bene la regola prende le distanze. Tra l'una e l'altra visione, sin dagli albori del pensiero occidentale, una tensione sotterranea, un confronto serrato che non si è mai esaurito: questo libro ne presenta alcuni segmenti. -
Il romanzo della rivoluzione. Vol. 2
Il ""Romanzo della Rivoluzione"""" è narrazione del sogno patriottico di rovesciare il trono borbonico e unificare l'Italia: patria e libertà. Vi si affianca un'altra coppia: patria e amore. Vince l'ideale patriottico dell'unità, vince l'amore con l'unione di Daniele e Regina, e di Diomede e Lucia. Rimane, come sempre, sconfitto il popolo meridionale e calabrese. Ciò che toglie al romanzo il lieto fine e il sapore del melodramma. È il Risorgimento incompiuto e il suo mancato appuntamento con il Sud che Nicola Misasi racconta. Prosegue in questo modo la battaglia, già ingaggiata fin dai """"Racconti calabresi"""" del 1881, a difesa d'un popolo calunniato dagli storici della Rivoluzione del 1860, presi a modello dagli storici e politologi del nostro evo contemporaneo."" -
Stampa migrante. Giornali della diaspora italiana e dell'immigrazione in Italia
La stampa etnica ebbe il suo massimo splendore all'apice della presenza italiana nei singoli paesi di emigrazione. Fogli di ogni tipo, periodicità e orientamento, dall'Ottocento in poi sono apparsi laddove le navi conducevano ogni settimana migliaia di disperati partiti in cerca di una nuova vita e di una patria di adozione. Anche gli immigrati in Italia hanno dato vita a una loro stampa. In questo volume viene condotta un'indagine ""a specchio"""", che può aprire nuovi spunti e inediti scenari di analisi per la storiografìa sui movimenti migratori di massa, tra le pagine ingiallite dei periodici dell'emigrazione italiana e quelle fresche d'inchiostro dell'immigrazione in Italia. Pantaleone Sergi, infatti, ricostruisce la storia degli stessi giornali, degli uomini e delle donne che li hanno animati e li animano in funzione di autorappresentazione collettiva, autodifesa sociale e conservazione identitaria. Verificando consonanze e diversità, affiorano evidenti le identiche motivazioni e l'identico obiettivo che le comunità immigratorie assegnano ai loro mezzi di comunicazione."" -
La matrice teologica della società
Ogni società, in ogni epoca storica, si pone la domanda ""dov'è Dio?"""" e dà una risposta che indica un modo prevalente di intendere la religione. Questa è la sua """"matrice teologica"""". La società moderna ha dato una risposta altamente ambivalente, non sapendo reggere la distinzione fra immanenza e trascendenza di Dio. Oggi, c'è chi è compiaciuto e chi rimane deluso da come la religione viene configurandosi in Occidente, ma un fatto è certo: né l'attuale danza degli dei, né il riemergere dei fondamentalismi possono caratterizzare la matrice teologica della società in via di globalizzazione. La tesi del libro è che la società dopo-moderna dia una risposta tanto semplice quanto enigmatica: Dio è nella relazione perché è relazione. La matrice teologica della società dopo-moderna è all'insegna di una trascendenza che non è solo un """"andare oltre"""" (un oltrepassamento), ma anche e soprattutto uno """"scendere fra"""", nel senso di andare alla radice delle relazioni umane e sociali."" -
Profilo storico e programmatico della CDU tedesca
"Fra Italia e Germania e fra movimento democratico cristiano italiano e tedesco esiste un vincolo del tutto particolare. Più di altri abbiamo sofferto le conseguenze del feroce nazionalismo che ha dominato il secolo XIX e la prima metà del secolo XX ed il suo crollo ha coinciso per noi con l'esito disastroso della guerra mondiale. Abbiamo inferto senza ragione sofferenze terribili ad altri popoli, ma anche i nostri popoli hanno sofferto terribilmente. Quando ci siamo trovati davanti al compito della ricostruzione ci siamo posti inevitabilmente la stessa domanda: da dove ricominciare la ricostruzione morale? Come ritrovare il senso della positività della nostra esperienza storica come nazioni? Come ritrovare il rispetto di noi stessi?"""" (dalla Presentazione di Rocco Buttiglione)" -
Ferrante
Il ""Ferrante"""" è la prima tragedia di Giuseppe Campagna. Appare con la data di Lugano 1832, ma, in effetti, è Napoli nel 1832 presso la tipografia di Giuseppe Ruggia e Compagni. Fu ripubblicata con il titolo modificato in Ferrante nel volume """"Tragedie"""", ove appaiono anche Sergio e Ludovico il Moro. Protagonista è Ferdinando I d'Aragona, noto come Ferrante I, re di Napoli dal 1458 al 1494, anno della sua morte. Il Campagna lo racconta a partire dalla congiura dei baroni del 1485, capeggiata dal conte di Sarno, Francesco Coppola, giustiziato il 14 maggio 1487, e dal segretario del Regno Antonello Petrucci. E di quei baroni, del conte di Sarno, di Antonello Petrucci, Ferrante I si vendicò con estrema crudeltà in nome della ragion di Stato, che, come si sa, non ammette nessun'altra ragione. E non ammette neanche la ragione dell'arte, che nella tragedia si manifesta per sprazzi."" -
Dissoluzioni. La crisi dell'esperienza estetica tra arte e filosofia
"Il fenomeno su cui Massimo Iiritano si interroga in questo suo libro intenso ma di ampio respiro, nonostante la piccola mole, è quanto mai problematico e degno della più attenta riflessione filosofica. Potremmo definirlo attraverso le domande che emergono da quello sfondo non privo di paradossi e di contraddizioni su cui esso si staglia: è ancora cosa per noi. l'arte, o non ci appartiene più, essendosi dileguata o trasformata in altro? E ancora arte, l'arte, o ciò che continuiamo a chiamare così è solo il prodotto di un'inerzia culturale?"""""