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Extraterrestri. Le radici occulte di un mito moderno
Il mito degli extraterrestri e l'attesa ""messianica"""" che si addensa intorno alla figura dell'Alieno fanno ormai stabilmente parte dell'immaginario dell'uomo contemporaneo. Pochissimi, tuttavia, sospettano quali legami vi siano fra questo mito - apparentemente connotato in chiave scientifica e tecnologica - e le correnti più ambigue e nebulose dell'occultismo moderno. In questo saggio si ricostruiscono le radici """"occulte"""" e ignorate del mito extraterrestre, attraverso i suoi legami con lo spiritismo ottocentesco, la nascita del contattismo, la mediazione di singolari personaggi a cavallo tra scienza e magia, il ruolo del cinema, l'affermazione dell'""""archeologia spaziale"""" e dell'""""interpretazione extraterrestre"""" dei Libri Sacri; con sullo sfondo la realtà, tanto ambigua quanto evanescente, dei cosiddetti """"fenomeni UFO"""". Tutti elementi, questi, caratterizzanti un mito che è anche una delle più incredibili quanto riuscite parodie moderne della religione."" -
Dove si arrende la notte. Un ebreo e un cristiano in dialogo dopo Auschwitz
Un confronto serrato che mette in discussione la fede ebraica e quella cristiana di fronte all'immane tragedia dell'Olocausto. Perché Dio è rimasto in silenzio di fronte al dolore del popolo eletto? E se a morire ad Auschwitz non fosse stato solo il popolo ebraico ma anche l'essenza stessa del Cristianesimo? Il teologo cattolico J.B. Metz e lo scrittore Premio Nobel E. Wiesel si raccontano ai teologi E. Schustere e R. Boschert-Kimmig, confrontandosi da due prospettive radicalmente differenti sul tema della Shoah. Il libro è arricchito da un saggio di Mariangela Caporale, nel quale viene trattata la questione della memoria a partire dalla distanza tra il pensiero filosofico classico e la tradizione biblica. -
Un presentimento della verità. Il relativismo e John Henry Newman
È ben nota l'espressione ""dittatura del relativismo"""" con cui Benedetto XVI indica le conseguenze morali del principio secondo il quale """"ciò che si sa fare, si può anche fare"""". Il termine """"relativismo"""", tuttavia, copre una gamma di significati più vasta: non solo la presunzione dell'uomo padrone della scienza e della tecnica, unico giudice di se stesso, ma anche la sua fragilità e fallibilità, la sua relatività e contingenza, che Assoluto è soltanto Dio. Dopo aver presentato le diverse forme di relativismo e i suoi rapporti con il nichilismo e l'ermeneutica, questo libro approfondisce il modo in cui John Henry Newman (1801-1890), proclamato Beato il 19 settembre 2010, ne fronteggiò l'offensiva contro la fede e le sue implicazioni morali. La posizione del Cardinale inglese è tanto più interessante in quanto si colloca nel contesto in cui il relativismo moderno di matrice scettica e illuministica inizia a svilupparsi nelle forme a noi contemporanee. Quanto alla fede, Newman ne dimostra la ragionevolezza, affermandone anche la piena legittimità nel dibattito pubblico; quanto alla coscienza morale, coniugandone il carattere personale e trascendente, la salvaguarda dai rischi del relativismo di origine utilitaristica. L'attualità del suo pensiero si rivela, così, nel declinare Verità e persona in modi che oggi si riconoscono nella filosofia ermeneutica."" -
Il primato della coscienza. Omaggio a St. Thomas More nel X anniversario della proclamazione a patrono dei governanti e dei politici
Gli scritti in onore di St. Thomas More celebrano una importante ricorrenza: il X anniversario della sua proclamazione a patrono dei governanti e dei politici, sollecitata nel 2000 da Francesco Cossiga e concessa da Giovanni Paolo II. Thomas More, che ha rivendicato con coerenza e rigore, fino al sacrificio estremo, il primato della coscienza, denunciando i limiti della ragion di stato, è qui ritratto nella sua dimensione pubblica e privata, attraverso approfondimenti che ne mettono in luce l.attualità e la modernità. Le rievocazioni di More politico e santo (Rocco Buttiglione), consigliere (Antonio Casu), umanista (Paolo Corsini), martire (Francesco D'Agostino), giurista (Cesare Salvi), si intrecciano con quelle del padre (Paola Binetti), dell'amico (Giovanni Conso) e del marito (Paola Ricci Sindoni), rivelando una significativa unità tra valori e comportamenti, che ancor oggi, a quasi cinque secoli dalla morte, fa di Thomas More un modello per tutti coloro che rivestono pubbliche funzioni. -
Stanislao Ceschi. L'elogio della pazienza. Scritti e discorsi politici
La figura di Stanislao Ceschi (1903-1983), uno dei protagonisti della vita politica, sociale e culturale della Democrazia cristiana dalle origini, viene delineata con acuta e intensa analisi da Franco Bojardi attraverso lo studio dell'archivio privato, che è custodito presso l'Istituto Luigi Sturzo. Il fondo documentario che copre il periodo 1934-1968, sebbene di dimensioni contenute, permette di ricostruire l'orizzonte politico e culturale di Stanislao Ceschi e di comprenderne l'approccio ai grandi temi sociali. Ne scaturisce il profilo di un uomo di rara dignità, maestro di comportamento umano e spirituale, profondamente impegnato nell'attività pubblica fin da giovane. Aderì, a soli diciannove anni, al Partito popolare di Luigi Sturzo e Alcide De Gasperi, visse senza compromessi né cedimenti gli anni del fascismo, collaborando intensamente alla Fuci di Igino Righetti e mons. Giovanni Battista Montini. Partecipò quindi alla ricostruzione del Paese assumendo importanti incarichi istituzionali e di partito sino al 1968, anno del suo ritiro dalla vita politica. Il nucleo di questo studio critico è il testo inedito l'""Elogio della pazienza"""", una riflessione sullo stile e sulla prassi della Dc, sul costituirsi di un impianto di governo, di una tradizione, di una sorta di versante operativo quasi tutt'uno col mondo dei principi e delle idee."" -
Cattolicesimo e ortodossia alla prova. Interpretazioni dottrinali e strutture ecclesiali a confronto nella realtà sociale odierna
Nella scia di un sempre vivo interesse per i temi del diritto canonico che si rapportano alle esperienze proprie dell'Oriente cristiano, questo volume di saggi ha una duplice valenza. Da un lato, esso rappresenta la sintesi finale con cui il Parlato chiude un capitolo della sua attività di ricerca (quello più direttamente collegato con l'insegnamento universitario) per aprirne, in continuità, uno nuovo; dall'altro, esso vuole contribuire a prendere coscienza delle più recenti riflessioni della dottrina su argomenti di basilare importanza del diritto canonico puro (come le fonti bibliche, il significato di ecclesia e le sue potestates, la tutela dei diritti naturali ecc.) e degli aspetti comparatisti (come risulta dall'attenzione più volte palese nei vari saggi in particolare per la chiesa ortodossa e per quella anglicana). Gli fanno da corona i saggi di Giovanni Battista Varnier su ""l'ordine giuridico della Chiesa di Roma"""", di Marco Cangiotti su talune dimensioni filosofiche, di Georgicà Grigorità su certi aspetti della sinodalità nella Chiesa ortodossa, di Claudio Bagnasco su la """"storia millenaria"""" della libertà religiosa in Siria."" -
Problemi e prospettive sugli usi civici
L'obiettivo del lavoro collettaneo è quello di sottolineare la molteplice rilevanza e attualità degli usi civici e delle proprietà collettive nell'ordinamento italiano, anche in una dimensione costituzionale. Essi, in particolare, assumono una rinnovata enfasi che consente di ridefinire la vetustà della legge madre del 1927, di valorizzarne il contenuto ambientale e culturale e consolidare le nuove prospettive connesse alla loro dimensione, a un tempo, personalista, collettiva e territoriale. -
Discorsi su Stato e Chiesa
Il volume contiene i discorsi, in materia di rapporti tra Stato e Chiesa, pronunciati dal Conte di Cavour nel Parlamento subalpino e in quello italiano. Nell'Aula prima della Camera e poi del Senato, nel 1861, lo statista, attraverso la celebre formula ""Libera Chiesa in libero Stato"""", affermò l'idea della separazione tra il potere temporale e quello religioso a tutela di un'autentica libertà religiosa e di una laicità liberale rispettosa di ogni fede. Nel contempo indicò in Roma la capitale del nuovo Regno d'Italia. La sua posizione laica (che non va confusa con il laicismo massonico ed anticlericale) non ha trovato finora un'adeguata attenzione da parte degli storici cavouriani. Questo libro colma quindi un vuoto abbastanza incomprensibile. Viene inoltre pubblicato il testo delle Leggi delle Guarentigie del 1871 poste dal Regno d'Italia a tutela della più ampia libertà del Romano Pontefice. Nel libro si ritrovano anche le voci di Pier Carlo Boggio, Marco Minghetti, Francesco Ruffini e Giovanni Giolitti. In appendice viene riportato il discorso di Benedetto Croce (e la risposta di Benito Mussolini) contro il Concordato del 1929 che chiude l'epoca del separatismo cavouriano."" -
La terra rossa
Un paese senza nome di quella parte di Calabria lambita dal fiume Petrace (il Metauro del tempo mitico) e battuta dallo scirocco che rende folli gli uomini. Gli anni della breve vita di don Ciccio d'Alessandro (1890-1935), nobile e ricco medico, le cui azioni renderanno tragiche le esistenze di coloro che userà quasi fossero strumenti in suo possesso. Strumenti che si ammalano delle malattie incurabili della povertà e che a volte prendono il nome di ""mantenute"""", giovani donne fedeli come mogli ma senza averne i diritti. E poi c'è la 'ndrangheta che finisce di avvelenare una società impietrita da meccanismi di millenaria iniquità, congegnati per dare sempre più privilegi a chi già li ha e dolore a chi non ha neppure il diritto di vivere e di amare i propri figli. Due parti di umanità che la morale vorrebbe lontane ma che la natura, il destino, l'istinto vogliono mescolati in incroci sterili, come sterili sono i muli. Cortocircuiti che generano vite con un difetto d'origine da coprire con la morte. Chi sfida le leggi di casta ha solo due alternative: essere ammazzato o diventare assassino. Saverio è troppo giovane per morire."" -
Le discipline umanistiche nella riforma della scuola. Temi e problemi di una didattica di competenze
Dopo la raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 Aprile 2008, che ha chiarito i concetti di conoscenze, abilità e competenze, si è intensificato il dibattito sulla valenza pedagogica della competenza, riflettendosi sul recente processo riformatore della scuola italiana e sulle scelte formative che autonomamente sono operate nelle istituzioni scolastiche. In particolare sono emersi i rapporti (e le differenze) tra competenza generale e competenze particolari, tra competenze e prestazioni, tra competenze ed abilità disciplinari, soprattutto tra formazione complessiva e singole competenze. Questo intreccio inevitabile, mentre può essere sciolto e riproposto in termini didatticamente separati nei saperi tecnico-pratici, nelle discipline umanistiche, che esprimono una cultura unitaria e non direttamente riconducibile a singole espressioni della personalità oppure a contesti settoriali di vita e di lavoro, costringe i docenti a ripensare la natura complessa e articolata della competenza, soprattutto sotto gli aspetti della formazione dell'individuo, della responsabilità e dell'autonomia (concetti che rappresentano il presupposto causale della competenza). Il presente lavoro si propone di offrire analisi ed opportunità di riflessione sulla competenza nelle discipline umanistiche, cogliendo i legami con il profilo educativo culturale e professionale degli studenti e, nello stesso tempo, verificando il suo collegamento con l'attualità del nostro presente. -
La tutela del patrimonio genetico umano fra Costituzione e diritti. Verso la formazione di un «corpus iuris» sul genoma umano
L'avvento dell'era biotecnologica e la possibilità di intervenire direttamente sul genoma umano per modificarne i caratteri ereditari, studiarne, trattare o copiarne l'informazione genetica pongono inediti e peculiari problemi di tutela di vecchi e nuovi diritti fondamentali emergenti in relazione agli interventi di ingegneria genetica, alla decodificazione del D.N.A. e all'imposizione di brevetti sui geni umani. La tutela del patrimonio genetico umano, bene comune e individuale al tempo stesso, delle generazioni presenti e delle generazioni future, diventa, così, terreno paradigmatico per rimodulare obiettivi e strumenti del diritto - e del diritto pubblico e costituzionale in particolare - in relazione alle sfide normative del ""secolo biotech"""" e di una società sempre più globale e sempre meno garantita nei diritti dei singoli e dell'umanità. Con il moltiplicarsi di norme di rango costituzionale, carte dei diritti e documenti internazionali in materia inizia a delinearsi un """"corpus iuris"""" sul genoma umano a livello sia nazionale che sovranazionale. È un processo che richiede, però, maggiore implementazione e razionalizzazione giuridica fra fonti, princìpi fondamentali e diritti di ultima generazione, per centrare l'obiettivo di una tutela altrettanto """"globale"""" ed efficace del bene più personale e, nel contempo, condiviso e intertemporale del genere umano: il suo patrimonio genetico."" -
Cesare Pavese. L'uomo del fato
Questo saggio dello studioso canadese Jacques Beaudry si legge e si gusta come un romanzo sia rispetto al contenuto sia rispetto alla forma. Il taglio narrativo vuole mettere a fuoco la figura umana e artistica dello scrittore piemontese attraverso le letture da lui svolte nel tempo e attraverso i personaggi ai quali si è ispirato. In particolare l'autore indaga la passione di Pavese per le letterature straniere e la forte affinità con i personaggi da lui amati, tra cui quelli della mitologia classica, tanto da istituire con essi uno scambio tra vita e arte. L'uomo-libro Pavese si rivela progressivamente al lettore come uomo costretto dal destino a realizzare se stesso nel suicidio, poiché, come annota nel Diario il 30 gennaio del 1950: ""Fatale è chi realizza in sé un mito autentico in cui crede. L'uomo fatale non è libero""""."" -
Cittadini della terra. Amare nella verità
Cittadini della terra. Amare nella verità! È questo il tema con il quale la Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale si è data appuntamento a Catanzaro nei giorni 5-6 maggio 2010 per l'annuale convegno di Facoltà. Il tema del Convegno, in continuità con il Convegno di Facoltà precedente che, a marzo del 2007, aveva affrontato il tema Cittadini del Regno. Mediterraneo e interculturalità: chance per una fraternità dei popoli, facendo proprie le istanze dell'Enciclica di Benedetto XVI Caritas in veritate, ha riaffermato in modo inequivocabile il legame profondo tra il vivere la fede nel nostro contesto storico, come cittadini di questa terra, e la consapevolezza di essere destinati al cielo e ne ha fatto il filo conduttore delle riflessioni che, proprio nella capacità di amare nella verità, ne hanno individuato la via e la possibilità per una ricongiunzione tra vita terrena e celeste. -
Nerone
Nerone, imperatore romano, nato nel 37 e morto nel 68 d.C, fu anche un mostro, ma, per cinque anni, consigliato da Seneca, governò con saggezza. Ebbe La sventura di cadere sotto la penna di Svetonio e di Tacito, che ne hanno tramandato un'immagine perfida e viziosa. Non che Nerone vada assolto dai delitti che commise e dai misfatti che perpetrò. Assassinò la madre, che stava congiurando per assassinare lui, spense col veleno il fratellastro, aspirante alla porpora, fece ""suicidare"""" Seneca, suo ex precettore e ministro. Crimini che non meritano alcuna indulgenza, ma dei quali non furono scevri altri sovrani."" -
Liriche d'amore petrarchesche fra Oriente e Occidente. Con testo grecoa fronte
"Il Canzoniere"""" cipriota, tramandato anonimo da un codex unicus, il Marc. gr. IX, 32 (=1287), e databile fra la fine del XV e la metà del XVI sec., è una preziosa testimonianza di poesia petrarchista cinquecentesca in lingua greca, frutto di sincretismo culturale e segno tangibile del viaggio di tòpoi e stilemi petrarcheschi dall'Occidente all'Oriente greco. L'anonimo autore, che si dedicò alla composizione della raccolta probabilmente durante un suo soggiorno in Italia, fra la Ferrara Estense e gli ambienti accademici di area padano-veneta, si compiacque di rendere nel dialetto della sua isola natia metri e forme strofiche ignote alla tradizione versificatoria greca, attingendo al vastissimo panorama della produzione lirica di stampo petrarcheggiante." -
Fatti che interrogano il cuore
Come prima, ma non più come prima? Che succede quando una persona riceve il dono inaspettato della Fede? Quando, lungo una delle qualsiasi ""vie di Damasco"""", si incontra niente di meno che Cristo? Quali cambiamenti produce quell'incontro? Quali novità? Come si modificano le relazioni: nel quotidiano, nella professione, nella sfera pubblica? E perché mai questo desiderio incontenibile di raccontare ad altri quel che ti è accaduto? A queste e a tante altre domande prova a dare qualche prudente risposta questo libro testimonianza di Beniamino Donnici: il libro che non t'aspetti. """"Tante storie semplici che diventano una, tanti fatti che interrogano il cuore"""". Davanti allo specchio, proprio come quello misteriosamente caduto un giorno in casa sua, l'autore si confessa, con l'emozione e la gratitudine di un bambino cui è stato regalato un giocattolo meraviglioso. Un libro che """"non è stato scritto per stupire i lettori con gli effetti speciali. Pur se molte storie che vi si raccontano sono prodigiose, il solo miracolo di cui si vuol dare testimonianza è quello di fragili cuori guariti dall'amore""""."" -
Dalla città sacra alla città secolare
In polemica frontale con gli economisti che identificano il processo di modernizzazione con l'industrializzazione, con i filosofi che hanno teorizzato la fine della modernità e con i sociologi che hanno annunciato la rivincita di Dio, l'autore di questo saggio documenta che la civiltà in cui e di cui viviamo è una vera e propria anomalia storico-culturale, formatasi grazie alla drastica riduzione della giurisdizione normativa del sacro e alla conseguente moltiplicazione delle pratiche che, progressivamente, si sono emancipate dal controllo delle istituzioni ierocratiche. Si è così verificato, attraverso laceranti conflitti di interessi e di valori, il passaggio dalla Città sacra, sottoposta alla dittatura spirituale della religione, alla Città secolare, centrata sull'uso pubblico della ragione e la libertà individuale in tutti i campi: in quello politico come in quello economico, in quello filosofico come in quello religioso. Di qui la prodigiosa creatività che caratterizza la Città secolare, nonché il suo iperdinamismo, che potrebbe sfociare in una catastrofe cosmico-storica. -
Vecchie e nuove élites nell'area danubiano-balcanica del XIX secolo
Il presente volume raccoglie i contributi degli studiosi intervenuti al convegno che si è tenuto presso la Facoltà di Scienze Umanistiche della «Sapienza» Università di Roma il 4 maggio 2009. I saggi hanno permesso di ricostruire le trasformazioni sociali che l'area danubiano-balcanica ha conosciuto nel corso dell'Ottocento, indagando il ruolo avuto dalle élites tradizionali e dalle classi emergenti nei diversi momenti di transizione che si snodano nel corso dell'intero secolo. Partendo da differenti dinamiche nazionali e strategie internazionali si è voluto porre l'attenzione sull'interdipendenza tra le classi dirigenti politiche, economiche e sociali e individuare le dinamiche di accesso ai processi di formazione delle decisioni economico-sociali. -
L' Italia divisa. Gli enti locali tra proporzionale e maggioritario (1946-1956)
Il volume ricostruisce il dibattito sulle autonomie - in particolare sulla riforma degli Enti locali e sui progetti per attuare il Titolo V della Costituzione - e le più significative vicende dell'alterno rapporto centro-periferia nei primi dieci anni della Repubblica. Le elezioni amministrative del 1946, le leggi di riforma del 1951 - che consentirono, fra l'altro, la ricostituzione dei Consigli provinciali -, le elezioni del 1951-52, con l'introduzione del premio di maggioranza e del nuovo sistema degli ""apparentamenti"""", la successiva legge elettorale e le elezioni del 1956 sono presentate nel più ampio quadro della lotta politica negli anni del """"centrismo"""" e della sua crisi. Un contributo alla storia dei partiti, dei movimenti e delle """"culture politiche"""" negli anni della costruzione della democrazia e della """"Guerra fredda"""". Prefazione di Pier Luigi Ballini."" -
Liberali d'Italia
Il volume, scritto in un linguaggio vivace ma rigoroso, è un esempio istruttivo di come i liberali non appartengano a nessuna Chiesa ideologica e applichino anche a loro stessi l'assunto centrale della loro visione del mondo: ""la consapevolezza - come dice Antiseri con Alfred North Whitehead che lo scontro tra idee non è un dramma, quanto piuttosto un'opportunità"""". Corrado Ocone propone, sul modello delle very short introduction, un profilo agile ma essenziale della vicenda storica della cultura politica liberale italiana nel Novecento: da Croce ed Einaudi, passando per Sturzo e Salvemini, fino a Nicola Matteucci. Come tutte le ricostruzioni storiche anche quella di Ocone, che è un laico, opera scelte ed esclusioni a partire da un'idea generale di cosa sia il liberalismo. Un'idea per molti aspetti differente da quella di un Maestro del liberalismo come il cattolico Dario Antiseri, che puntualmente, nel suo intervento, critica l'impostazione di Ocone e molte sue idee particolari. Prefazione di Giulio Giorello.""