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Ritornare al capitalismo per evitare le crisi
La crisi è la conseguenza di una mancanza di etica dei banchieri? È l'effetto di uno spirito di lucro insensato che induce a prendere troppi rischi per ottenere maggiori bonus? Questa è una tesi troppo semplicistica, replica Pascal Salin. La crisi è forse il prodotto di una eccessiva deregolamentazione? Questo è falso, specifica l'autore. Esistono piuttosto troppe cattive regolamentazioni, troppe cattive politiche economiche e monetarie... e una insufficienza di capitalismo. Pertanto, come raccomandano i sostenitori dell'interventismo e della regolamentazione, lo Stato ritorna a essere la soluzione nuovamente di moda? Assolutamente no, sottolinea Salin. Il ""ritorno dello Stato"""" rischia piuttosto di farci sprofondare ancora di più. Per uno spirito libero, è fondamentale decifrare la crisi e svelare le ipocrisie a cui la sua interpretazione dominante dà luogo."" -
Fuoco al Corano in nome di Allah. L'inquisizione islamica contro la stampa
La storia del libro nell'Islam, è storia della proibizione per secoli del libro stampato in arabo e turco, pena la morte. Iniziò col rogo a Istanbul nel 1538 del Corano stampato da due tipografi bresciani, cui venne mozzata la mano. La motivazione di quel divieto è cruciale: il dogma che vuole che il Corano non debba essere interpretato dai fedeli. Da qui la voluta sterilità culturale che segnò il declino della civiltà islamica, che impedì che si formassero la cultura diffusa e quei ""citoyens"""" che hanno invece innervato la forza espansiva dell'Occidente. Nella """"non storia"""" del libro stampato nell'Islam è la traccia per comprendere la rivolta araba di oggi, deflagrata quando si è finalmente formata quella """"massa critica"""" di cittadini sinora assente: i giovani formati sui libri e sulla loro critica."" -
Album di un secolo. Icone di un Novecento postideologico
Questo volume è il racconto di un Novecento postideologico, di un secolo senza nemici né alleati, imprevedibile, aperto come un film di Woody Allen. Un secolo nel quale bellezza, arte, indagine e solidarietà non hanno colori politici. Non un Novecento ordinato sugli eventi o sui punti di vista di parte, ma su alcuni profili esemplari. Le piccole-grandi biografie dei nuovi maestri e delle icone di un secolo né a destra né a sinistra. Trasgressivo, ma a suo modo. Un Novecento insolito, come il secolo cantato da Giorgio Gaber, nel quale si ride per le assurde divisioni fra destra e sinistra; un secolo che apre definitivamente all'indistinto, all'informale, che accosta la cultura alta (l'indagine sociologica, l'arte figurativa o il trattato filosofico) a quella bassa e che raccoglie le fenomenologie del moderno senza alcun pregiudizio. Un secolo senza determinismi o regressioni metafisiche, un secolo pronto a far proprio ogni azzardo, ad accogliere (criticamente) ma non a discriminare. Prefazione di Luciano Lanna. -
Giustizia globale. Problemi e prospettive
I saggi conferiti a questo volume sono frutto di ricerche internazionali su argomenti comuni, correlati alla complessa questione filosofica della giustizia globale. Il volume contiene saggi di autori stranieri e italiani che affrontano alcuni problemi da prospettive differenti: Will Kymlicka, Thomas Brudholm, Salvatore Veca, Luigi Alfieri, Fabrizio Sciacca, Vincenzo Maimone, Biagio Spoto, Paola Russo, Massimo Renzo. -
La Sicilia e l'unità d'Italia. La Costituzione del 1812, la Relazione del Consiglio Straordinario di Stato del 1860 e lo Statuto del 1946
La Sicilia e l'Unità d'Italia propone al lettore di oggi tre documenti fondamentali per la storia costituzionale dell'Italia, e per quella del moderno autonomismo siciliano: la Costituzione del Regno di Sicilia del 1812, primo documento costituzionale adottato in Italia; la Relazione del Consiglio Straordinario di Stato del 1860, che immagina un'organizzazione non centralistica per il neonato Stato italiano; lo speciale Statuto della Regione Siciliana del 1946. Presentati da un pregevole testo introduttivo di Francesco Renda, i tre documenti sono il prodotto di tre momenti alti della storia siciliana; tre momenti in cui la Sicilia ha saputo trasformare l'identità siciliana in fattore innovativo e propositivo per tutta la nazione italiana. Riediti in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, questi testi mostrano un sorprendente interesse, nel fervere del dibattito su federalismo e secessione. -
Aspra Calabria
"Sembra di leggere un romanzo con uomini d'avventura - scrive Eugenio Scalfari nell'lntroduzione a questo libro - guardie e ladri, corrotti e corruttori, tutto fantasia, un Hemingway, ma no, un Conrad che scrive sul cuore di tenebra. E invece..."""". """"Aspra Calabria"""" è un duro reportage, un racconto sbalorditivo che svela il segreto dei """"lupi feroci"""" che vivono tra le impervie montagne dell'Aspromonte, che continuano silenziosi ma ingombranti a dettare legge, a governare. E a tenere in vita i loschi commerci di tutte le mafie del mondo: la droga, il riciclaggio dei profitti, gli appalti, il pizzo... Dalle tane in montagna alla pianura, Taurianova, Gioia Tauro, Scilla, Palmi, Reggio. Qui la mafia calabrese prende forma attraverso """"i servitori dello stato"""", artefici e vittime di un'insanabile deformazione mentale, culturale, sociale, troppo salda, difficile da estirpare. Siamo nei primi anni '90 quando il giornalista Giorgio Bocca racconta dell'aspra Calabria. Da allora la 'ndrangheta è più ricca e più invadente che mai: """"da Platì e dagli altri borghi-rifugio, gli ordini e gli affari arrivano a Milano, a Marsiglia, ad Amburgo, a Bogotà, a Tokyo, in Kossovo, in Montenegro, a Mosca"""". Il male di vivere del Sud è divenuto dell'Italia intera, e del mondo intero. Bocca racconta fatti e realtà viste con i suoi occhi durante le trasferte calabresi: soprusi, abusi, ingiustizie, prepotenze, illegalità, oppressione." -
Dialogo tra fede e cultura nell'insegnamento
Il dialogo tra fede e cultura assume una rilevanza significativa nell'insegnamento ai vari livelli: è una problematica che ha attraversato la cultura occidentale. L'interazione tra le azioni di insegnamento e di apprendimento, finalizzate alla ricerca della verità, è realizzata all'interno della relazione educativa nella situazione didattica. La teoria della demarcazione, formulata sulla possibilità di falsificazione, riconosce lo spazio all'accoglienza delle conoscenze rivelate, criticamente accertate, cioè ad una fonte di conoscenza che non ha origine direttamente umana, ma Trascendente. La visione della persona umana come relazione; la creazione, quale far esistere dal nulla, rappresentano contributi culturali dei cristiani, realizzati per mezzo dell'approfondimento della loro esperienza di fede. -
Come si studia la scienza sociale
Joseph A. Schumpeter (Triesch, Moravia, 1883 - Taconic, Connecticut, 1950) è stato tra i massimi economisti del XX secolo. Con le sue opere ha tracciato dalle cattedre di Czernowitz (1909-10), Graz (1911-18), Bonn (1925-31), Harvard (1932-50) - solchi profondi e indelebili nella teoria economica e nella storia e metodologia del pensiero economico, nella sociologia e nella ricerca politico-sociale. Mentre scriveva i capitoli della sua opera epocale, la ""Teoria dello sviluppo economico"""", Schumpeter tornava a riflettere sulle precondizioni epistemologiche del """"fare teoria"""", indirizzando ai suoi studenti quella che fu subito accolta come una """"guida irrinunciabile attraverso il territorio della scienza sociale"""", allora ancora """"scienza giovane"""". """"Come si studia la scienza sociale"""" è un'opera di pedagogia della teoria, di appassionata perorazione per il """"valore conoscitivo della scienza"""", il cui studio """"ci porta alla comprensione delle cose che ci circondano, ci permette di conoscere più o meno rigorosamente l'importanza delle singole circostanze. Tutto questo sicuramente ci costa una buona fetta della freschezza e del radicalismo giovanile spesso così bello col quale si accosta ai problemi sociali chi non ci capisce un bel nulla... Ma ci insegna cosa dobbiamo pensare delle cose, e ci insegna anche le grandi necessità delle cose stesse."""""" -
La società libera
Questo volume si annovera fra i più impegnativi lavori di Friedrich A. von Hayek e tra le maggiori opere del Novecento. È una compiuta ricostruzione dei principi del liberalismo classico, svolta da un autore a cui tutti hanno riconosciuto la profondità dell'acume teorico e la vastità del sapere. E ci fornisce un quadro d'insieme normalmente irreperibile. Ecco perché il testo hayekiano, sebbene apparso originariamente nel 1960, ha una sua prorompente attualità. Irriducibile avversario di Keynes, Hayek ci fa partecipi della ricerca delle condizioni che rendono possibile o impossibile la ""società libera"""". E ci porta per mano, con un linguaggio piano e comprensibile, a esplorare le ragioni gnoseologiche, economiche, giuridiche e politiche della libertà. La base di partenza è costituita dal problema della dispersione delle nostre conoscenze di tempo e di luogo, di cui la concorrenza e il mercato rendono possibile la mobilitazione. La società libera è un irrinunziabile strumento di orientamento, che non ha destinatari privilegiati. L'arricchimento culturale che essa consente è certo: perché getta una potente luce sul mondo in cui viviamo, sulle sue origini, sui suoi travagli e sulle sue prospettive. Prefazione di Lorenzo Infantino, scritti di Sergio Ricossa."" -
Gesù
"Questo Gesù è la pietra che è stata scartata, da voi costruttori, e che è diventata la pietra d'angolo. In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati"""" (At 4,11-12). Fuori di questo nome c'è smarrimento, solitudine. Ci può essere progresso di scienza, di tecniche ma non di umanità. Fuori di Lui l'uomo è solo, disorientato. Senza di lui tutto è concorrenza, scontro, inconcludenza. Gesù non è tanto un grande uomo, e, quindi un uomo che si afferma. Egli è Dio che scende, si rivela, si dona in una storia che è, quindi, il paradigma di ogni storia. Gesù è la verità di Dio e la verità dell'uomo. Lui mi ha guardato e chiamato ad annunziarlo, a mostrarlo, a servirlo facendolo conoscere agli uomini che posso e debbo incontrare." -
Un oceano tra le Italie. L'unità d'Italia e gli italiani al Plata nel secolo XIX
Attraverso le esperienze degli ""italiani"""" giunti sulle rive del Plata, dai primi decenni del secolo XIX fino all'Unità italiana, l'autore cerca di comprendere se sia possibile verificare l'esistenza, dall'altra parte dell'oceano, di una sorta di identificazione nazionale o, perlomeno, di un senso di italianità da parte degli emigrati, giunti da quasi tutti i sette Stati in cui era politicamente e istituzionalmente divisa l'Italia prima del 1861. A questo scopo ha utilizzato le biografie e le vicende latinoamericane di figure di rilievo del Risorgimento nazionale, da Giuseppe Garibaldi a Pio IX e di tanti altri esuli, per lo più di matrice laica e repubblicana, nonché le esperienze associative italiane in Sudamerica, dalla Giovine Italia alle società mutualistiche. Ne deriva una immagine di una comunità italiana percorsa da una viva dialettica tra il mondo laico e cattolico. In modo particolare, nel volume viene affrontata la storia dei rapporti diplomatici e politici tra la Santa Sede e alcuni paesi dell'area platense, come l'Argentina e l'Uruguay, anche in relazione alla prima immigrazione italiana, attraverso documenti inediti dell'Archivio Segreto Vaticano."" -
Il pensiero politico dell'umanesimo. Gli uomini, le città, le idee
Il libro raccoglie saggi scritti e pubblicati nel corso degli anni in momenti diversi e in sedi diverse, unificati dall'argomento comune: il pensiero politico italiano tra Trecento e primo Cinquecento, quando la riscoperta della cultura antica e lo sviluppo impetuoso delle istituzioni e delle relazioni politiche costringevano gli italiani a una forte riflessione sui temi principali della politica. Questo processo è indagato in riferimento a situazioni particolari, nelle quali però si mostrano i più rilevanti problemi e le più difficili situazioni affrontati allora dai nostri antenati insieme con le metodologie adottate e le soluzioni proposte. L'Italia del tempo, benché ne esistesse un'idea chiara e precisa, se non altro per contrapposizione ai transalpini, era un'Italia articolata e molteplice: Venezia non è Napoli, Firenze non è Milano, Roma è ancora altra cosa; ma ognuna di queste realtà contribuisce a formare il pensiero politico italiano. -
Gaetano Martino 1900-1967
Di Gaetano Martino si sapeva poco. Dopo la sua morte ciò che restava di lui, a Messina, Roma, New York e Bruxelles, era il ricordo personale di quanti lo avevano conosciuto e apprezzato. Un ricordo che, però, andava scemando con la scomparsa degli uomini del suo tempo. Mancava una riflessione storica sulla sua complessa personalità. Questa biografia, che ha suscitato l'attenzione ed il plauso del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, descrive con maggiore precisione il rapporto tra il patrimonio di valori di un uomo formatosi, nonostante i tempi, nel culto delle libertà e le scelte professionali e politiche che si trova a compiere. Il suo antifascismo, coltivato nella dimensione familiare, ma divenuto militante dopo le leggi razziali, convince le forze alleate, nel 1943, a cooptarlo nella ruling class. Ha così inizio la sua brillante carriera politica che dalla Costituente lo porterà a prestigiosi incarichi nel Parlamento e nel Governo. Il libro definisce, inoltre, la dimensione internazionale dello statista siciliano, protagonista e interprete della politica estera italiana negli anni del suo impegno come Ministro degli Esteri e, successivamente, rappresentante dell'Italia in vari consessi internazionali. È soprattutto al processo di costruzione dell'Europa che Martino dedica l'ultimo decennio della sua esistenza. Una fine precoce gli impedisce di seminare sul campo che aveva accuratamente arato. -
Form f(ol)lows data. Cultura visuale e progettazione digitale
Il libro traccia la cartografia di alcuni territori della sperimentazione visiva contemporanea legata ai media digitali, con l'obiettivo di leggervi in filigrana le tracce di più generali processi di trasformazione della cultura visuale. In particolare l'attenzione è rivolta a determinate aree del design e delle arti visive che, per quanto differenti in finalità, ambiti d'azione e modalità di fruizione, sembrano costituirsi come emergenze particolarmente significative di uno stesso processo tecnologico-culturale di fondo, innescato dall'affermazione della ""materia"""" digitale e articolato attraverso l'elaborazione di un rinnovato corpus di logiche progettuali e creative. Mediante un approccio in cui vengono fatte convergere teoria dei media, cultura visuale e analisi delle procedure di progettazione vengono messe in luce le caratteristiche peculiari dell'immagine digitale e i mutamenti nelle strategie di produzione estetica che essa comporta. Attraverso l'analisi del lavoro di alcuni tra i più influenti new media artist e designer contemporanei (Fry, Reas, Levin tra gli altri) viene descritto l'emergere di un nuovo immaginario progettuale legato a doppio filo con le trasformazioni tecnologiche introdotte dal digitale e le rimodulazioni nel campo del visibile che esso ha comportato."" -
L' impero e l'organizzazione del consenso. La dominazione napoleonica negli Stati romani, 1809-1814
Nel 1906 Louis Madelin pubblicava la prima storia completa e documentata della Roma di Napoleone, ovvero della dominazione francese che negli anni 1809-1814 interessò gli Stati sottratti al governo pontificio e annessi all'Impero napoleonico. A più di due secoli di distanza dall'opera di Madelin, questo volume intende riempire un vuoto storiografico durato a lungo e affrontare, con l'ausilio di nuove fonti e prospettive, il complesso periodo in cui Roma si ritrovò seconda capitale - dopo Parigi - dell'Impero fondato da Bonaparte. I saggi qui presentati, opera di importanti studiosi italiani e francesi, toccano i diversi aspetti della difficile costruzione del consenso nei territori occupati: dalle strategie in materia artistica e culturale alla formazione delle nuove classi dirigenti, dalla politica ecclesiastica a quella economica, dalla riforma delle istituzioni alla propaganda. In un confronto costante con la Francia degli stessi anni, il volume analizza le specificità di Roma e degli Stati Romani nel più ampio contesto dell'Europa napoleonica, sottolineando allo stesso tempo l'impronta indelebile che gli anni di dominio francese impressero nella storia della città e del suo territorio. -
The Pythagorean senses. Historical, cultural, and initiatory approaches towards food
Sfogliando le pagine di questo curato volume, ci si rende conto di quanto la cucina ed il cibo siano alla base della cultura di un popolo. Tutti i sensi vengono stimolati, accarezzati, sedotti da una serie infinita di delicatezze e invenzioni. È un viaggio incantato nelle cinque direzioni: per prima è attratta la vista, segue l'olfatto, poi il tatto, per non tacere dell'udito ma in definitiva è il gusto a rimanere sempre esaudito. Un viaggio tra i cicli della natura, tra le specialità della terra e del mare che si rincorrono in una proposizione sapiente, sempre annaffiati da un vino, che dall'antichità si è magicamente mantenuto celebre fino a noi. In questo repertorio delle meraviglie troviamo il primo vegetariano della storia, Pitagora, dalla vita sana e sapiente che scelse proprio Crotone per la sua scuola. E non poteva che essere il capitolo 17 a raccontare ""i cibi contro il malocchio"""". Così come un altro numero """"climaterico"""" viene richiamato dalla tradizione del pranzo natalizio, dove le portate è preferibile siano 13 almeno. Non si sa mai. E chissà se la pasta """"aglio, oglio e peperoncino"""" cucinata secondo la tradizione locale scacci il malocchio? E quali saranno gli esiti divinatori della frittata di uova e cipolle? Provare per credere, ovviamente. Anche questo può capitare di leggere in un volume che racconta in modo piano e accattivante una cucina semplice e varia, proprio quella che ha dato vita alla """"dieta mediterranea"""". Prefazione di Mario Caligiuri."" -
Pellegrino Rossi. Giurista, economista e uomo politico (1787-1848)
L'edizione degli atti del convegno Pellegrino Rossi. Giurista, economista e uomo politico (1787-1848) concorre a tracciare un bilancio storiografico esauriente su Pellegrino Rossi nel 150° anniversario dell'Unità d'Italia grazie anche alla varietà dei contributi e all'equilibrio dei temi affrontati. Marco Manfredi propone una biografia intellettuale di Pellegrino Rossi, offrendo un'analisi complessiva della sua formazione, lontana dallo schema agiografico del ""romanzo politico"""" sovente adottato per il carrarese. Marco Cini e Alessandro Volpi si sono occupati degli aspetti scientifici e culturali della sua attività: il primo concentrando l'attenzione sul Rossi economista e il nascente legame con la Francia di Luigi Filippo e Guizot; il secondo approfondendo il difficile rapporto con l'Antologia di Vieusseux, indice del progressivo distacco politico e culturale dalla penisola. Il ruolo di ambasciatore francese in Vaticano è documentato da Umberto Chiaramonte, che descrive il delicato rapporto di Rossi con Gregorio XVI e le gerarchie vaticane e il consolidamento della collaborazione con Pio IX. Marco Severini e Michele Finelli si sono confrontati con il Rossi primo ministro: Severini offrendo uno spaccato del giudizio maturato nei confronti del governo nelle Legazioni Pontificie, Finelli offrendo un bilancio storiografico su quei due travagliati mesi. Il legame con la città natale, Carrara, è presentato con sfumature diverse da Luisa Passeggia e Rosa Maria Galleni Pellegrini."" -
Caritas in veritate. La lezione e l'esperienza
Nella nostra epoca sussistono una serie di domande concrete relative alla sfera personale e sociale, a problemi materiali e spirituali che coinvolgono permanentemente la vita dell'uomo. La ""Caritas in veritate"""", di Benedetto XVI, nel solco delle encicliche sociali della Chiesa, dalla """"Rerum novarum"""" in poi, ha ripreso i termini attuali di dette tematiche ed in particolare quelle riguardanti i rapporti economico-sociali. L'Associazione culturale Paola Bernabei, ritenendo che tali problematiche, contenute nell'Enciclica, potessero costituire un proficuo momento di attenzione e confronto, ha promosso una serie di riflessioni di personalità ai vertici di istituzioni pubbliche, private e sociali, o che ricoprono posizioni di responsabilità nei settori del lavorò, della giustizia, sanità, assistenza e dell'istruzione, che quotidianamente si confrontano con tali temi. Si tratta di testimonianze caratterizzate dall'incidenza della """"Caritas in veritate"""" nell'esperienza maturata dagli autori nel proprio settore nonché, di conseguenza, progetti e proposte che l'Enciclica ha suscitato."" -
I valori costituzionali del riformismo cristiano
I valori del riformismo cristiano divennero parte integrante della nostra costituzione ed acquisirono più compiutamente quella fisionomia politica che li rende ancora oggi di perdurante attualità. Si tratta di valori concreti, precisamente indicati come obiettivi necessari all'azione dello stato. L'insistenza su questi valori non viene peraltro concepita solo in relazione alla determinazione dei contenuti concreti dell'azione riformatrice ma anche e soprattutto come elemento fondante della coesione e della stabilità sociale. Sono queste le ragioni per cui, con questo volume, si vuole invitare a rileggere e meditare il contributo offerto dalla cultura politica del riformismo cristiano ai lavori dell'assemblea costituente. Prefazione di Giulio Andreotti. -
La questione sicurezza. Genesi e sviluppo di un concetto equivoco
Che cosa consente al tema della sicurezza dal crimine di porsi al centro dell'agenda politica italiana? In Europa, già a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso si è andata sviluppando una riflessione molto strutturata sul tema, in quanto sistema di azioni integrate, attuate dalle amministrazioni locali. In Italia, il fenomeno della sicurezza percepita era ricondotto quasi esclusivamente alle competenze delle autorità di polizia. Più di recente, con l'introduzione della riforma elettorale e l'elezione diretta dei Sindaci, avvenuta a partire dal 1993, e soprattutto con la modifica dell'articolo 118 del Titolo V della Costituzione, le amministrazioni locali hanno assunto una responsabilità maggiore.