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Ephemeris. Scritti efimeri
Si è voluto dare il titolo Ephemeris a questa raccolta di scritti che sarebbe stato più pertinente, e più conforme ad una prassi accademica consolidata, denominare ""Scritti minori"""". E per una duplice suggestione: perché quelli contenuti in questo volume, in massima parte di lingua e letteratura greca, ma anche di altri ambiti e di altra natura, sono ordinati in rigorosa sequenza cronologica, così come sono stati composti e pubblicati: """"giorno dopo giorno"""", insomma, ma anche """"della durata di un giorno"""", """"caduchi"""", """"effimeri"""" appunto: e perciò refrattari ad ogni investimento di duratura memoria, sia attiva che passiva. Di un altro """"efimero"""" in greco, assonante ma radicalmente diverso (significa infatti """"desiderabile, gradevole""""), non è rimasta invece traccia alcuna, né in italiano né in altra lingua: e non può quindi essere neppure evocato a proposito di questi scritti. L'ordinamento scelto, se da un lato preclude una visione immediata e coerente dei singoli ambiti delle ricerche svolte sul mondo greco, dall'altro ha il vantaggio di evidenziare la contemporaneità, e spesso la contiguità, di interessi distanti e difformi, la ricorrenza di temi prediletti, l'incrocio continuo degli sguardi dal passato al presente, e viceversa."" -
Il diritto e lo Stato. La dottrina francese e quella tedesca
Parlare di una vocazione oggettivistica di Duguit non ha certo senso in virtù di un'acritica trasposizione del fatto sociologico in validità normativa, quanto, piuttosto, per la tensione demistificante nei confronti di quel formalismo che, lungi dall'essere pertinente al proprio programma scientifico, tende a sostantivizzarsi, riempiendosi, impropriamente, di contenuti. In questo senso, ""Il diritto e lo Stato"""", vera e propria pars destruens della sua riflessione, è ricostruzione filologicamente impeccabile dell'incongruo conferimento di valore operato a carico tanto del soggetto di diritto, quanto dello Stato, luogo quest'ultimo, soprattutto nella dottrina giuspubblicistica tedesca, di un atto di fede incondizionato, dalle radici, squisitamente, teologico-metafisiche."" -
Intorno a Ferrocinto. I grandi vini della Dop Terre di Cosenza Pollino incontrano l'alta ristorazione calabrese
Un lavoro che nasce dalla Terra dall'esperienza di alcuni importanti viticoltori del Pollino. Il Pollino, ovvero una delle zone a più alta vocazione vitivinicola della Regione, che unisce, alle rinomate e note bellezze paesaggistiche, anche un nuovo spirito imprenditoriale, attraverso il quale si rafforza il legame inscindibile tra il vino e il territorio. -
Culture politiche e leadership nell'Europa degli anni Ottanta
Via via che ce ne allontaniamo, sempre di più gli anni Ottanta del Novecento ci appaiono come un profondo momento di svolta. Per certi versi addirittura la fase conclusiva di un'età bisecolare apertasi con la Rivoluzione Francese. E in ogni caso, più modestamente, il tempo in cui da un lato si completano e consolidano processi di trasformazione già cominciati nei due decenni precedenti, dall'altro sono prefigurate tendenze destinate a farsi sempre più marcate nel ventennio successivo. I saggi pubblicati in questo libro - frutto di ricerche originali e approfondite su aspetti cruciali della vicenda politica europea di quegli anni - intendono restituire una prima mappatura di questa cesura storica. Una mappatura che comprende le vicende della politica internazionale e dell'integrazione europea; l'evoluzione delle culture politiche novecentesche; l'emergere sempre più prepotente della leadership fenomeno, quest'ultimo, emblematico degli anni Ottanta forse più di qualsiasi altro. -
Verso un debito pubblico europeo
"Gli scritti di questo numero speciale del """"Politico"""" derivano dalle relazioni tenute al seminario organizzato dal Centro Studi sull' Unione Europea dell'Università di Pavia.""""" -
Sognando il futuro. Da 2001: odissea nello spazio a Inception
Da sempre il cinema è stato lo strumento attraverso cui la società ha messo in scena se stessa, ha analizzato le problematiche, le paure e le speranze che l'attraversano. Già nel Novecento e ancora di più nella nostra postmoderna contemporaneità, la grande problematica che riguarda la società è il nostro rapporto con la tecnologia, una tecnologia sempre più sviluppata e invasiva. Il genere della fantascienza cinematografica è per sua natura un genere tecnologico: primo, perché utilizza effetti speciali sempre più sofisticati; secondo, perché racconta storie riguardanti un futuro sempre più iper-tecnologizzato, in cui l'uomo sembra perdere la sua centralità. Il libro analizza, dunque, i film di fantascienza contemporanei, pellicole di grande successo al botteghino, come degli specchi attraverso cui analizzare e comprendere la nostra contemporaneità dominata dal paradigma tecnologico e che deve affrontare sempre nuovi problemi. -
Appunti e contrappunti visuali. Figure e momenti dell'arte presente
Il volume attraverso la varietà e le differenze delle personalità documentate generazionali e d'orientamento espressivo, vuole farsi specchio delle intenzioni programmatiche sulle quali si baserà l'attività futura del PDAC di Maierà (Palazzo Ducale Arte Contemporanea), attività che, oltre al lavoro finalizzato a costituirne la raccolta permanente, troverà una delle sue caratterizzazioni prioritarie nella vocazione all'individuazione e alla proposta di nuovi talenti, senza con ciò rinunciare all'aggiornamento e l'approfondimento di personalità già note e consolidate nel panorama artistico, non soltanto nazionale. -
Condannati preventivi. Le manette facili di uno Stato fuorilegge
"Quasi un detenuto su due è recluso nelle galere italiane in regime di custodia cautelare. In altre parole, carcere preventivo. La detenzione dietro le sbarre in assenza di una sentenza di condanna ha assunto dimensioni abnormi, che sono valse al nostro Paese la maglia nera in Europa. Se oggi in Italia è più facile andare in carcere in assenza che non a seguito di una condanna; se i processi hanno una durata elefantiaca e spesso un'estinzione quasi certa; se quintali di carcere preventivo in celle dove può succedere di tutto, e di tutto infatti vi succede, vengono dispensati senza che vi sia un meccanismo efficace per ottenere riparazione in caso di ingiusta detenzione; se oggi un magistrato può spedirti dietro le sbarre con una formuletta di rito senza che tu abbia alcun mezzo per difenderti; se tutto questo è vero, allora esiste un problema. Esiste un Caso Italia."""" Prefazione di Vittorio Feltri. Postfazione di Giorgio Mulé." -
Dalla «coppola» agli swap: l'evoluzione della mafia e della 'ndrangheta globalizzata
L'aggressione dei patrimoni mafiosi attraverso il sequestro dei beni è stata una misura senz'altro efficace in una certa fase evolutiva del sistema criminale. Oggi però le organizzazioni criminali si sono evolute. Come un batterio che si abitua all'antibiotico e genera una nuova forma resistente al trattamento, così la mafia e la 'ndrangheta hanno preso le loro contromisure. Una nuova generazione di colletti bianchi cura gli affari delle organizzazioni criminali che oggi investono in maniera globale attraverso società legali, società offshore e banche di investimento. Le operazioni societarie che negli anni Ottanta venivano effettuate dai grandi gruppi industriali per spostare capitali all'estero, per creare fondi neri e per operazioni finanziarie borderline sono entrate nel patrimonio culturale della criminalità organizzata che le ha usate e le usa per sfuggire ai controlli dei governi. ""Ndranghetholding"""", indicando con questo termine l'insieme delle attività lecite gestite, attraverso partecipazioni finanziarie, da soggetti che appartengono od operano in nome e per conto di soggetti appartenenti a un'organizzazione criminale di stampo mafioso, è oggi in grado di investire in tutti i mercati utilizzando forme evolute di scatole societarie e operazioni finanziarie su derivati per riciclare i capitali che derivano dal traffico della droga. È la nuova dimensione globale della criminalità organizzata, ancora poco indagata."" -
La nazione tra i banchi. Il contributo della scuola alla formazione degli italiani tra Otto e Novecento
L'Italia è un Paese giovane dalla storia millenaria che non smette di interrogarsi sulla propria identità nazionale. Poiché il lessico della complessità storica italiana va ricercato nelle tradizioni culturali e civili del suo territorio, non vi è dubbio che la scuola, luogo della progettazione di saperi e memorie condivise, abbia svolto un ruolo essenziale nell'affermazione del sentimento di appartenenza degli italiani che è soprattutto il prodotto della loro storia e non solo la motivazione primaria degli entusiasmi patriottici che hanno contribuito a realizzarlo. I saggi raccolti in questo volume si interrogano sul rapporto tra appartenenza e identità e sulla coerenza storica della prospettiva del loro consolidamento nell'ambito di quel lavoro di progettazione istituzionale e culturale del quale il nuovo Stato è stato insostituibile artefice e ispiratore. Premessa di Giuliano Amato. -
L' intuizione creativa
Che cos'è la creatività? Perché nel corso della vita le nostre potenzialità creative rimangono spesso nell'ombra? Sullo sfondo di un'analisi comparativa tra le diverse interpretazioni e teorie sulla creatività, l'autore focalizza la sua ricerca sui processi mentali che sono all'origine delle intuizioni e ""illuminazioni"""" creative. La creatività assume una funzione particolarmente significativa in rapporto ai nostri processi cognitivi, come l'intuizione, la percezione, il pensiero analogico, la simulazione, l'associazione di idee, la ricerca nel contesto di un problema strutturato, la rielaborazione personale, il pensiero critico. La creatività coinvolge non solo il profilo cognitivo e metacognitivo, ma anche l'orizzonte affettivo-motivazionale della nostra soggettività, costituito da sentimenti, intuizioni, emozioni, bisogni, pulsioni, passioni, desideri. Per dare un senso alla nostra vita è fondamentale riuscire ad esprimere le potenzialità creative connaturate nella nostra interiorità: esteriorizzare le motivazioni più profonde che segnano e scandiscono i """"colori"""" della nostra anima. Il primo dovere di ognuno è nei confronti della propria coscienza, del proprio tempo interiore: """"essere se stessi"""" nel rispetto della vita autentica."" -
I valori hanno bisogno della religione?
I valori hanno bisogno della religione? Illustri sociologi sono stati invitati a confrontarsi con questa domanda che attraversa la modernità e che nel saggio di apertura di questo volume viene riproposta da uno studioso di fama internazionale, Hans Joas. Leggere i valori, come fa Joas, non tanto come parti del mondo degli oggetti ideali, ma come emergenti dall'esperienza, contribuisce in modo determinante a reintrodurre il concetto di valore nel dibattito sociologico contemporaneo. La tesi di Joas, che costituisce il problema di fondo discusso anche negli altri contributi, è che i valori non hanno necessariamente bisogno della religione e che l'eventuale indebolimento della religione non produce necessariamente decadenza morale. Se per molto tempo l'opinione dominante degli studiosi ha visto un nesso tra modernità, pluralismo e secolarizzazione, in questo volume così come, sempre di più, nel dibattito attuale emergono altre posizioni, si potrebbe dire altri Illuminismi, all'interno dei quali viene affermata la contingenza storica della relazione tra religione e morale. Uno dei problemi di fondo della società occidentale, dove le differenze devono continuamente dialogare tra loro e cercare di trovare un accordo, è quello di conciliare la contingenza dei valori (e della loro emergenza) e le pretese di universalismo morale, senza accettare che religione e modernità siano legate da un nesso evolutivo che tende a eliminare l'una o l'altra. -
Conservatorismo: sogno e realtà
Che cos'è il conservatorismo? Che cosa significa essere conservatore? Chi sono i conservatori più rappresentativi nella storia del pensiero politico occidentale? A queste domande Nisbet risponde attraverso una ricerca sul campo che illustra le origini, la dogmatica e le prospettive del movimento politico e culturale conservatore. Nisbet individua le basi filosofiche e dottrinarie del conservatorismo, per troppo tempo considerato come mera inclinazione caratteriale che spinge a rifuggire dal cambiamento e dall'innovazione a ogni costo, e lo eleva al rango di una delle tre più importanti ideologie della storia occidentale, essendo le altre due il liberalismo e il socialismo. Nato in contrapposizione alla Rivoluzione francese, che si è resa responsabile della confisca delle autorità e delle lealtà tradizionali al fine di legittimare uno Stato onnipotente e provvidenziale, il conservatorismo si è imposto come corpus organico di idee morali, economiche, sociali e culturali in cui si sono identificate generazioni di intellettuali e uomini politici tra i più influenti e carismatici degli ultimi due secoli, come Burke, Bonald, Maistre, Tocqueville, Coleridge, Disraeli, Hegel, Kirk, Spengler, Voegelin, Savigny, Churchill, Eliot, Oakeshott. Nella sua analisi Nisbet pone in risalto le principali proposizioni dei conservatori contro il radicalismo, l'egalitarismo, il progressismo, il relativismo, il razionalismo, con riferimento anche ai fenomeni sociopolitici di fine Novecento. -
Il liberalismo preso sul serio. Libertà, proprietà, uguaglianza
Il tema del liberalismo è uno dei più inflazionati: concezioni e posizioni politiche disparate rivendicano la qualifica di liberali, la confusione è facilitata dalla molteplicità dei significati della nozione di libertà e dalla varietà dei modi in cui può essere intesa quella complementare di uguaglianza. Il volume si propone di mettere ordine nella materia e di prendere sul serio l'idea liberale, riavvicinandola alle sue formulazioni classiche dell'età liberale, partendo dall'individuazione sia delle forme fondamentali che la libertà assume, sia dei significati dell'uguaglianza come principio normativo. Su questa base esso sviluppa in forma chiara e analiticamente precisa una serie di implicazioni concrete per quanto riguarda i rapporti tra libertà individuali e collettive, i conflitti tra diverse libertà e in particolare i rapporti che esistono tra libertà e proprietà (privata), che non solo ne favorisce l'affermarsi ma ne è una diretta espressione e conseguenza. Ciò consente di individuare alcuni principi liberali semplici e traducibili in norme specifiche riguardanti la finanza pubblica e in particolare la tassazione. Le parti finali sono dedicate ai rapporti tra liberalismo e globalizzazione e tra liberalismo e democrazia. -
Come si manda in rovina un Paese
Sergio Ricossa, ineguagliato maestro di liberalismo, raccoglie in questo volume parti del diario da lui tenuto dal 1944 al 1994. È un commento schietto e dissacrante della vita pubblica italiana, realizzato con materiali di difficile reperimento: ironia, cultura, finezza critica. Ed è un confortevole viaggio nella storia del nostro Paese. La sua durata, cinquant'anni, può forse impressionare. Ma l'itinerario si percorre agilmente, senza fatica, tanto che si ha poi voglia, giunti alla fine, di ricominciare daccapo. La stazione di partenza è rappresentata dall'opera di ricostruzione compiuta nel secondo dopoguerra. Si giunge man mano in tante altre stazioni, che segnano però un radicale cambiamento dell'originaria direzione di marcia. Ricossa ci fornisce le istruzioni attraverso cui afferrare il senso di tale cambiamento. E la sua storia diviene un'incalzante narrazione dei danni provocati dalle interferenze del potere pubblico nell'economia. Si comprende allora che la crisi di oggi ha alle spalle una lunga incubazione. La sua dinamica, reiterativa, monotona, è quella dell'interventismo. Promette sempre di affrancarci dalle ""impietose"""" leggi del mercato. Realizza solamente la sistematica distruzione di una rilevante parte delle risorse prodotte dai cittadini. Prefazione di Lorenzo Infantino."" -
Ordine politico e cambiamento sociale
"Ordine politico e cambiamento sociale"""" è una delle opere maggiori dello scienziato politico statunitense Samuel P. Huntington, un capolavoro destinato a lasciare un segno indelebile nella storia della cultura e del pensiero politico del Novecento. Al centro del volume campeggia il problema della stabilità politica, ossia delle condizioni che permettono a un regime di preservare l'ordine politico, minimizzando i fenomeni della violenza e della corruzione. Pur prendendo spunto specialmente dalle difficoltà dello sviluppo politico incontrate dai paesi che affrontano le fasi turbolente della modernizzazione socio-economica, il libro sviluppa una teoria della stabilità e del cambiamento politico che ha validità più generale, offrendo preziosi punti di riferimento per lo studio di tutte quelle situazioni in cui le dinamiche di trasformazione investenti la società alimentano istanze di destabilizzazione degli assetti politici, innescando pericolosi fenomeni di disordine e di decadenza politica. La prospettiva in cui la questione di fondo viene affrontata è profondamente innovativa. Huntington rovescia una visione della politica ormai vecchia di secoli, riproponendo il problema del governo e delle istituzioni politiche con un vigore e un'intensità ineguagliati, e riformulando, all'interno di uno schema teorico compatto, le tematiche classiche della teoria politica. Presentazone di Francesco Battegazzorre. Prefazione di Francis Fukuyama." -
De Gaulle
Charles de Gaulle è stata una delle figure preminenti del Novecento. L'unico uomo dello scorso secolo che ha avuto la capacità di salvare il proprio Paese dall'abisso in ben due occasioni: dopo la disfatta del 1940, quando decise di non rassegnarsi alla sconfitta rappresentando la dignità e le ambizioni della patria in esilio; al tempo della crisi algerina, disinnescando una guerra civile ormai sul punto di esplodere. Gaetano Quagliariello, su di lui e sul fenomeno del quale fu iniziatore - il gaullismo - ha scritto una fondamentale monografia nel 2003 (""De Gaulle e il gollismo"""", Il Mulino, Bologna). È poi tornato sull'argomento nel corso degli anni, con opere pubblicate in italiano e in francese. In questa nuova edizione del suo lavoro, interamente riveduto, aggiunge alla sua riflessione un aspetto del tutto inedito: interpretare il gaullismo anche in virtù di una comparazione possibile tra Italia e Francia del secondo dopoguerra, che evidenzi somiglianze e diversità, a partire da una visione unitaria della storia nazionale dei due Paesi. In questo solco, egli ripercorre in particolare la parabola e il peso del partito politico e analizza il rapporto con l'elemento carismatico. Ne scaturisce una lettura che porta la storia ad attualizzarsi e a proporsi con ancora più forza come """"maestra di vita"""", in grado di dispensare consigli e ammonimenti per il presente e per le scelte fondamentali alle quali ci chiama."" -
Il castello sull'Hudson. Charles Paterno e il sogno americano
Charles Paterno ha sette anni quando parte da un piccolo paese della montagna lucana, Castelmezzano, per imbarcarsi su una delle carrette del mare dirette in America. Trent'anni dopo è uno dei più grandi costruttori di New York City, tra i primi a tirar su i grattacieli destinati a disegnare la più famosa skyline del mondo. Intelligenza, genialità, intuito, capacità di anticipare i tempi ne fanno un autentico protagonista della vita cittadina. Crea le città giardino, punta sulle nuove tecnologie, si affida ai migliori architetti. Vuole offrire non solo case, ma nuovi stili di vita a decine di migliaia di persone. Il suo primo sogno americano ha l'aspetto di un castello di marmo bianco nel punto più alto di Manhattan, dove vive per anni con moglie e figlio, circondato da una piccola e fedelissima corte. Amico di Giuseppe Prezzolini, regala alla Casa Italiana della Columbia una biblioteca di ventimila volumi, la Paterno Library. Fiorello La Guardia, il sindaco italo-americano di New York, lo definisce ""un genio"""". Nato povero, muore da ricco sul green del più esclusivo Country Club del Westchester."" -
La svolta socialista. Il Psi e la leadership di Craxi dal Midas a Palermo (1976-1981)
Il volume ripercorre le dinamiche interne al Partito socialista italiano in una delle fasi più intense e controverse della sua lunga parabola storica. Stretto nella morsa dell'accordo tra democristiani e comunisti, il Psi della metà degli anni Settanta è un partito diviso al suo interno, privo di una strategia politica convincente, dunque incapace di misurarsi con le trasformazioni in atto nel tessuto sociale sempre più eterogeneo e stratificato. È in questo contesto che nel 1976 si creano le premesse per l'avvio del ""nuovo corso"""", inaugurato dall'avvento alla segreteria di Bettino Craxi e destinato a marcare una netta soluzione di continuità con il passato. Il volume racconta gli anni della svolta, quelli in cui Craxi lavora al rilancio del protagonismo politico della forza socialista, ne rivede le direttrici strategiche, interviene sul modello di partito dopo aver preso in mano le principali leve per il controllo dell'apparato. Gli anni dell'orgoglio di milioni di socialisti in tutta Italia, desiderosi di lasciarsi alle spalle una lunga stagione di subalternità e di confrontarsi, senza timori reverenziali, con piazza del Gesù e Botteghe Oscure."" -
Oltre, nella luce
Testi critici di Paolo Aita, Renato Barilli, Giorgio Bonomi, Valerio Dehò, Aldo Iori, Claudio Spadoni.