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Peirce e la fenomenologia
Che cos'hanno a che fare Charles Peirce, fondatore del pragmatismo e della semiotica, e la fenomenologia? I più negherebbero ogni relazione, ma in realtà il filosofo americano dedicò diversi anni della sua vita allo studio di una scienza ""fenomenologica"""". L'autrice indaga origine e sviluppo di tale disciplina, svelando il legame che intercorre tra essa e molti temi chiave del pragmatismo: il realismo, la soggettività, il tempo, la percezione. Alcuni grandi maestri del pensiero occidentale faranno da guida in questo cammino. Il confronto con Duns Scoto, Kant e, in particolare, Husserl consente di approfondire, chiarire e talvolta criticare le osservazioni di Peirce, illuminando i suoi passi in un territorio poco battuto ma assai fecondo."" -
Lo sviluppo senza gioia. Eventi storici e mutamenti sociali nella Calabria contemporanea
La storia della Calabria contemporanea narra le vicende di una regione che, per decenni, è rimasta imprigionata nel momento del non ancora, in quella dimensione a venire che proietta il presente, mai soddisfacente se rapportato ad altre realtà, al di là di se stesso, nell'attesa di un futuro economico di progresso e di modernità. Inseguendo il mito dello sviluppo la regione ha creduto di crescere allontanandosi dalle sue radici storico-culturali, dissolvendo forme di aggregazione che avevano consentito ad una società a vocazione contadina di vivere nelle ristrettezze, ma in una dimensione di povertà conviviale che preservava i valori primari della coesione sociale e della vita comunitaria. Gli effetti perversi di un'economia di dipendenza e la fine dell'illusione della crescita illimitata dimostrano che per la Calabria e per il Mezzogiorno la via d'uscita è altrove. In un modello di ""economia degli affetti"""" che garantisca uno stile di vita frugale ma non disperato e che valorizzi la dimensione territoriale nel contesto di un'Europa """"policentrica"""" nella quale la """"mesoregione mediterranea"""" sia uno spazio di condivisione di culture e di riconoscimento delle alterità."" -
Sociologia teoretica
A distanza di circa due secoli dalla sua fondazione, la Sociologia è tuttora in cerca di un solido ancoraggio teoretico del tutto autonomo e soddisfacente. L'ipotesi di ""Sociologia teoretica"""" consiste nel tentativo di disancorare il discorso sociologico dalle cosiddette scienze umane e filosofiche, di cui l'autore critica la pretesa di comprendere la realtà/attualità attraverso strumenti vuoti e inefficaci. Il tentativo potrebbe sembrare ambizioso, se l'autore non fosse sostenuto da due Maestri fino ad ora ignorati dalla Sociologia, a cui domanda conferme e aperture di discorso: Vico e Kant. Ciò che emerge, attraverso l'""""uomo civile"""" di Vico, l'""""uomo speciale"""" di Kant, l'""""ente naturale umano generico"""" di Marx, è la capacità della Sociologia di comprendere e spiegare il carattere dell'uomo e il suo futuro in quanto aggregato umano. Il testo comprende anche una lettura originale, contro Nietzsche, del fenomeno Occupy Wall Street, una critica serrata dell'intellettualismo di E. Canetti e 29 Detti e Contraddetti sulle aporie, le contraddizioni e le superficialità del dominio filosofico."" -
Studi di filosofia, politica ed economia
Questo volume - considerato ormai un classico delle scienze sociali - contiene saggi scritti da Hayek nei vent'anni successivi alla Seconda guerra mondiale. Nella prima parte, vengono trattati temi di teoria della conoscenza, carichi di implicazioni etiche e politiche: il problema dei fenomeni complessi, la critica del «costruttivismo », la distinzione tra il razionalismo cartesiano e il razionalismo critico, e così via. Nella seconda parte, vengono delineati i princìpi di un ordine sociale liberale e si individuano gli errori di quegli intellettuali che hanno ceduto alla mitologia collettivistica. La terza parte è invece dedicata al rapporto tra politica ed economia e a tematiche più specificamente economiche, come per esempio il pieno impiego e l'inflazione. La consapevolezza dei limiti della ragione è lo strumento con cui Hayek combatte contro ogni terrorismo intellettuale, basato sulla «presunzione fatale» di una conoscenza superiore. La nostra conoscenza, per Hayek come per Popper, è fallibile, ma Hayek sottolinea un altro grande principio gnoseologico: quello della dispersione delle nostre conoscenze relative a situazioni particolari di tempo e di luogo. «Fallibilità» e «ignoranza» diventano in tal modo i fondamenti della libertà individuale e della società aperta. Prefazione di Lorenzo Infantino. -
Azionismo e sindacato. Vita di Antonio Armino
L'opposizione al fascismo, negli anni bui della dittatura, si sviluppò al Sud come nel resto d'Italia. A Napoli ruolo preminente ebbero le formazioni clandestine di Giustizia e Libertà, confluite poi nel Partito d'Azione che diede un contributo determinante alla rinascita della vita democratica nell'Italia liberata dagli Alleati. La rifondazione della Camera Generale del Lavoro (CGL) si deve, tra gli azionisti, in particolare ad Antonio Armino, un calabrese emigrato a Napoli negli anni '30. Armino partecipò da protagonista al dibattito che, nei lunghi mesi del cosiddetto Regno del Sud, si svolse tra le forze politiche di sinistra su questioni cruciali come quella del rapporto tra i partiti e il sindacato. L'esito di questo dibattito sarà tutt'altro che ininfluente per gli equilibri politici e sindacali che si stabiliranno nell'Italia infine liberata, anche al Nord, dall'aggressione nazista. Prefazione di Antonio Alosco. -
Il romanzo di Cagliostro
Il palermitano Giuseppe Balsamo, autoproclamatosi Conte Alessandro Cagliostro, è l'unico avventuriero della seconda metà del Settecento di cui si continua a scrivere negli anni del Duemila. Tengono vivo il mito dell'inquietante personaggio frequenti programmi televisivi e anche manifestazioni esoteriche a sfondo turistico che periodicamente si svolgono nel castello di San Leo, luogo di detenzione del mago, e anche nella vicina città di Rimini, sempre con larga partecipazione di pubblico. Giuseppe Quatriglio, che da molti anni si occupa dell'avventuriero e della sua proiezione nel mondo contemporaneo, ha scritto un agile saggio nel quale Cagliostro, per la prima volta, viene messo a confronto, in singoli capitoli, con le personalità europee con le quali ebbe a che fare, o che si occuparono di lui: Casanova, Goethe, Caterina II di Russia, Pio VI. Come risultato di nuove ricerche viene evidenziato che Cagliostro non fece ritorno a Roma per aderire alle pressanti richieste della moglie ma perché credeva di avere una missione da compiere. -
Calcio criminale
Partite truccate. Campionati falsati. Gestione delle scommesse, lecite e illecite. Riciclaggio di denaro sporco. Controllo delle scuole calcio e dei vivai delle squadre. Bagarinaggio. Estorsioni mascherate da sponsorizzazioni. Minacce a giocatori, allenatori e dirigenti. Utilizzo delle tifoserie per scopi poco nobili. Controllo dei servizi e delle attività interne ed esterne agli stadi. Sono queste alcune delle azioni messe in campo - è proprio il caso di dirlo - da quel sistema criminal-sportivo che potremmo definire Calcio Criminale, in cui operano sportivi disonesti, criminali, mafiosi e insospettabili colletti bianchi. Questo mondo fatto di imbrogli, slealtà, corruzione, omertà, violenza e minacce - che molti conoscevano e non hanno denunciato - in cui girano grandi quantità di denaro, è stato portato alla luce dalle inchieste svolte, e tuttora in corso, dalla magistratura in diverse regioni italiane: Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Puglia, Sicilia. Il calcio italiano non è nuovo agli scandali, purtroppo, ma l'ultima Scommessopoli ha qualcosa di diverso dal passato: è emersa l'esistenza di rapporti tra il mondo del calcio e quello delle mafie italiane e della criminalità organizzata straniera. Sono stati arrestati calciatori famosi e non, in carriera e no, di serie A e di serie minori. Indagini sono in corso su calciatori della nostra Nazionale, su allenatori di grandi squadre e su presidenti di società sportive. Prefazione di Damiano Tommasi. -
Liberalismo
Friedrich A. von Hayek è stato nel Novecento il maggiore esponente della cultura liberale. Egli offre qui un suggestivo e agile affresco delle idee che si trovano alla base del liberalismo e delle vicende storiche prodotte dal movimento liberale. Il liberalismo è libertà individuale di scelta, che si rende possibile solo tramite la limitazione della sfera d'intervento del potere pubblico. È il ""governo della legge"""", che si sostituisce al """"governo degli uomini"""". E tuttavia lo schieramento liberale ha due anime: quella rigorosamente evoluzionistica, prevalente nella tradizione britannica, e quella razionalistica, prevalente nella tradizione continentale europea. Esse hanno trovato convergenza su alcuni """"postulati essenziali"""", quali la libertà di pensiero, di parola, di stampa. Ma l'accordo ha carattere """"meramente verbale"""": perché il liberalismo di tipo britannico ha assunto come """"valore supremo"""" la libertà individuale, mentre il liberalismo di tipo continentale si è venuto quasi a identificare con il movimento democratico. Il che complica le cose. La democrazia e il liberalismo si occupano infatti di due differenti problemi. La prima si chiede a chi spetti governare; e la sua risposta è che tocca ai cittadini nel loro insieme. Il secondo pone invece la questione relativa all'estensione dell'intervento del potere pubblico; e la sua risposta è che quel potere deve svolgere un compito residuale, in modo da dare spazio alla più libera cooperazione sociale. Prefazione di Lorenzo Infantino."" -
Luigi Einaudi. Un economista nella vita pubblica
"A che cosa servono gli economisti, se oggi stanno zitti, quando una grave questione si impone al Paese?"""". Luigi Einaudi (1874-1961) è stato uno dei protagonisti della storia d'Italia, spesso più famoso che conosciuto. Questo volume ripercorre, per la prima volta attraverso una sintesi divulgativa, le principali tappe della sua vita, mettendo al centro l'uomo e il suo posto nella società. Si va dagli anni lenti e rigidi della formazione (l'Inverno, 1874-1903) a quelli impegnati e veloci dell'affermazione (la Primavera, 1903-1925); dagli anni opprimenti e pensosi del ritiro (l'Estate, 1925-1943) a quelli brillanti e poi ossidati dell'addio (l'Autunno, 1943-1961). Economista, giornalista, statista, dopo oltre sessanta anni dalla morte, ciò che resta è soprattutto l'intellettuale, il pedagogo, il retore. Einaudi apre, da solo, uno spazio che non esiste prima di lui: la discussione pubblica sull'economia del Paese. Il controllo su chi governa da parte dell'opinione pubblica diventa decisivo. Come lui, e dopo di lui, gli economisti sono saliti al vertice del Paese: ministri, senatori, capi di governo, presidenti della Repubblica." -
Il discorso letterario sulla nazione. Letteratura e storia d'Italia
Il volume è un'analisi dei temi e delle figure letterarie che fondano nei secoli l'unità della nazione in cammino. L'Italia nasce linguisticamente e letterariamente con Dante, battezzata dal poeta come ""giardin dell'impero"""" e fin dal principio trasfigurata in un'allegoria letteraria. In seguito più volte battezzata e visualizzata in figura di donna, il """"bel corpo"""" petrarchesco martoriato dalle """"piaghe mortali"""", di giovane matrona sventurata percorsa e violata dagli eserciti stranieri. Da Petrarca a Bembo a Carducci, l'Italia viene effigiata come un'espressione letteraria, alla quale la rude realpolitik di Metternich opponeva quella sprezzante e politicamente obiettiva di espressione geografica. L'unità linguistico-letteraria, preesiste all'Unità politica, la sostituisce a lungo nel tempo, la prepara, attivandosi allorché il moto politico del Risorgimento innesta anche la marcia della poesia, del racconto e romanzo epico, della letteratura. Anche Mazzini era un letterato. E Garibaldi leggeva e imitava Foscolo e scriveva versi e romanzi non poi così disprezzabili. Raramente la letteratura ha avuto un ruolo così centrale e anche fattivo, pragmatico, di vera e propria utilità, come in quella circostanza storica. Il Risorgimento è anche un evento letterario, ed è al contempo una manifestazione del romanticismo."" -
Così bella cosi dolce. Dalle pagine di Dostoevskij al film di Bresson
Un confronto serrato tra due capolavori ""minori"""": la novella """"La mite"""" di Dostoevskij e il film che Bresson ne ha tratto: """"Une femme douce"""". Il volume prende in esame le opere di due maestri che con strumenti diversi ed in contesti molto lontani hanno indagato, con la stessa acribia e severità, fin nelle pieghe più nascoste dell'animo umano. I saggi raccolti, come d'abitudine per la serie """"corpo a corpo"""", di cui questo è il terzo volume, provengono da discipline differenti, dalla slavistica alla teologia, dalla storia e critica cinematografica alla filosofia, ma tutti scritti in uno stile scorrevole, libero da vincoli accademici e disciplinari."" -
Sergio Castellitto. Senza arte né parte
Un volto inconfondibile che si presta a delle imprevedibili trasformazioni grazie a una sottile capacità di introspezione del personaggio da interpretare: Sergio Castellitto è l'erede dei mostri sacri del cinema italiano, attori in grado di calarsi in ogni ruolo mantenendo una precisa identità, in un gioco di immedesimazione che punta tutto sulla sottigliezza recitativa piuttosto che sul camaleontismo fisico. L'apparente normalità della recitazione, una naturalezza di gesti ed espressioni raggiunta grazie allo studio e all'applicazione, con decisive esperienze teatrali alle spalle. Questa naturalezza ha consentito a Castellitto di prestare il suo volto ad alcuni dei personaggi più amati dagli italiani, come Fausto Coppi, Enzo Ferrari e padre Pio, ed è in queste interpretazioni che l'attore svela un altro lato del suo carattere: l'umanità che abbatte qualsiasi mito e mistificazione. Un attore di estrema finezza che ha contribuito, negli ultimi trent'anni, al rinnovamento del cinema italiano legando il suo nome a quello di registi come Amelio, Bellocchio, Scola, Tornatore, Virzì, per poi imporsi anche all'estero, con una presenza ormai costante nel cinema francese, dove ha modo di farsi apprezzare da Jacques Rivette. Il libro ricostruisce minuziosamente la carriera di Castellitto con saggi e approfondimenti critici, che spaziano dalla recitazione alla regia, fino all'attività teatrale, e interviste allo stesso attore e ad alcuni dei registi che lo hanno diretto. -
Liberalizzaci dal male. Orari, mercato del lavoro, trasporti-reti: come, quando, chi, dove e perché
Cercando il futuro. Tra l'andamento economico italiano e il debito pubblico che pesa sulle nuove generazioni. Partiamo da due capitali simbolo per lo spread: Francoforte e Atene, osservate nella loro struttura culturale ed organizzativa - ad esempio, gli orari dei mezzi pubblici e l'apertura e chiusura dei musei - ed è subito fatto un confronto con il sistema italiano che regola il rapporto fra i luoghi che detengono beni culturali e gli orari che ne permettono l'accesso. Un tono ironico per affrontare il bisogno delle liberalizzazioni a partire dall'episodio che ha visto il Presidente tecnico, Monti, dal barbiere, in un giorno di domenica. L'autrice non esita a riportare una lettera, a firma di alcuni parrucchieri di Marsala, ""contro l'ordinanza comunale di restare aperti solo le mattine, con multe per chi avesse aperto anche il pomeriggio"""". Liberalizzazioni per non dimenticare le """"altre città"""" e gli """"altri quartieri"""", non serve accanirsi su Roma e Milano, se poi nessuno pensa che esistono tutte le altre realtà locali """"scollegate"""". Persino col treno."" -
Stato laico e pluralismo confessionale. Per una definizione giuridica del concetto di confessione
La definizione del concetto di confessione religiosa rappresenta uno dei problemi di vitale importanza per la giuspubblicistica contemporanea. Il lavoro vuole offrire un contributo alla qualificazione giuridica di concetti già sociologicamente definiti, come chiesa, culto, denominazione, setta, religione o movimenti neoreligiosi. -
La rappresentanza politica in Philippe Buchez
Tra i pensatori che, nel corso del XIX secolo, hanno contribuito alla definizione del concetto di rappresentanza politica si può senz'altro annoverare Philippe Buchez (1796-1865), noto in Francia e nel resto d'Europa. Nella sua teoria risalta il nesso tra pensiero politico e istituzioni rappresentative. Egli approfondì lo sviluppo storico-dottrinale del concetto di rappresentanza politica e tenne in conto le relative applicazioni pratiche di ordine istituzionale e sociale. Per Buchez la rappresentanza è l'unico ""criterio di valutazione"""" delle diverse forme di governo. E il governo rappresentativo è il migliore possibile in quanto risulta il solo capace di garantire l'esercizio della sovranità popolare, consentendo così il progresso civile e morale della società. Buchez è convinto che il suffragio universale a due gradi, da lui indicato come valida alternativa alle inefficienze e ai pericoli del suffragio universale diretto, consenta al """"cittadino elettore"""" una scelta più responsabile e oculata. Il suo progetto per una soluzione etica della questione sociale si intreccia con la necessaria affermazione del sistema democratico. Questo saggio, presentando un quadro generale del problema della rappresentanza, analizza criticamente il contributo bucheziano al dibattito su uno dei cardini focali della democrazia moderna che ha interessato e appassionato il pensiero politico occidentale."" -
Migrazioni, integrazione, cittadinanza, lavoro
Nel volume la curatrice raccoglie le riflessioni nate dal dibattito su immigrazione e mercato del lavoro svoltosi durante le sue lezioni di Pedagogia interculturale presso la Scuola Internazionale di Dottorato in Formazione della Persona e Mercato del Lavoro dell'Università di Bergamo. Nel quadro delle principali tematiche che esprimono le difficoltà di integrazione degli stranieri in Italia e con una panoramica sugli indirizzi economici dell'UE, si colloca l'approfondimento del rapporto fra cultura, intercultura, emigrazione, cittadinanza, marginalità e mercato del lavoro, anche alla luce dei recenti fatti che hanno coinvolto il Maghreb. Intento dell'opera è quello di offrire spunti di analisi per tenere aperto il dialogo sulla complessità dei flussi migratori, sulla loro strutturalità e sulle prospettive che danno al futuro del pianeta terra, in particolare a quello delle giovani generazioni. -
James Joyce
Per Italo Calvino (""Perché leggere i classici"""", 1991) può a buon diritto definirsi un classico quel libro che ha la capacità di """"non finire mai di dire quello che ha da dire"""". Lascito sempiterno, cioè, che sa parlare ad ogni epoca e ad ogni uomo. Deduzione logica è che anche gli autori di simili opere sono a loro volta dei classici. Lo è certamente James Joyce, che si colloca non solo fra i padri fondatori del Modernismo, ma fra gli scrittori più insigni di tutti i tempi. Certo il suo """"Ulisse"""" ha mutato dalle fondamenta il genere romanzo, aprendogli prospettive inusitate, che ancora sono da esplorare per intero, ma anche """"Gente di Dublino"""", il """"Ritratto dell'artista da giovane"""" e l'audacissimo """"Finnegans Wake"""" sono opere che, nelle loro specificità, hanno aperto vie nuove alla narrativa universale. Con un'argomentazione agile quanto rigorosa, si ripercorre la parabola esistenziale e creativa di Joyce, ricostruendo il clima culturale nel quale ebbe ad agire il grande irlandese, rendendo conto delle caratteristiche formali e concettuali dell'intera sua opera, infine individuando gli autori che, tanto in Europa che altrove, lo hanno avuto come modello reale o ideale."" -
Per un approccio alle teologie del contesto
La primavera per la Chiesa cattolica, avviata con il Concilio Vaticano II stagione di speranze, di rinnovamento, di apertura che, a distanza di cinquanta anni dagli inizi di quell'evento, sembra superata, se non rimossa, per lasciare spazio ai rigori di altri atteggiamenti - fu anche accompagnata da una rigogliosa e fervida riflessione teologica e giuridica sul rapporto tra la Chiesa universale e la Chiesa locale, sul Primato petrino e la collegialità, sull'ecumenismo e il dialogo intra e inter religioso, sull'uguale dignità dei battezzati, costituenti il Popolo di Dio in cammino per testimoniare il messaggio di salvezza, offerta all'umanità e al creato. Il volume, pensato per gli studenti, i quali non sempre hanno familiarità con temi teologici, analizza in modo chiaro, anche se rigoroso, alcuni dei temi proposti dal Concilio Vaticano II, ripercorrendo i più interessanti indirizzi ermeneutici, sorti nell'ambito di quel filone di studi che la dogmatica tradizionale ha inteso definire ""teologie contestuali"""": ovvero, ricerche teologiche che partano dalla valorizzazione dei concreti contesti di riferimento. In particolare, il lavoro prende le mosse dal contributo fornito al dibattito dalla teologia latino-americana e dalle teologie del Terzo Mondo, che continuano ad esprimere istanze di giustizia sostanziale, estensibili anche all""""'Occidente cristiano""""."" -
Stato e Chiesa dal Risorgimento ai nostri giorni. A 150 anni dall'unità d'Italia e dalla fondazione de «L'Osservatore Romano». Catalogo della mostra
Il volume è il catalogo della mostra documetaria ""Stato e Chiesa dal Risorgimento ai nostri giorni"""" (Roma, 7-17 marzo 2012)."" -
Una rivoluzione per lo Stato. Thomas Paine e la Rivoluzione americana nel Mondo Atlantico
Who is the author of Common Sense? Dopo la pubblicazione del pamphlet che, nel 1776, diede agli americani la spinta decisiva per dichiarare l'indipendenza, questa domanda circolò nei giornali delle colonie americane, della madrepatria britannica e nei salotti illuminati francesi. In qualche modo questa domanda cerca ancora una risposta, non fosse altro perché l'opera di Thomas Paine (1737-1809) si presta a nuove scoperte. Il suo pensiero contribuì alla definizione di concetti politici moderni quali costituzione, governo rappresentativo e diritti dell'uomo, mostrando come il successo delle rivoluzioni democratiche fosse legato all'emergere della società commerciale nel mondo atlantico. Paine ha accompagnato la fondazione dello Stato americano, quello Stato che, avendo superato per primo la condizione di colonia europea, avrebbe considerato la propria storia nazionale come apogeo della storia mondiale. In effetti solo la ricostruzione della sua opera all'interno della storia delle rivoluzioni atlantiche può dare una risposta adeguata a quella domanda.