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Gioacchino da Fiore. Attualità di un profeta sconfitto
Parigi, anni '90 del XlI secolo. Uno strano ""fantasma"""" si aggira tra le mura della Sorbona e inquieta le costruzioni artistoletico-tomistiche dei maestri parigini. Il suo nome sembra già di per sé evocare oscuri presagi... """"Ille Joachim"""", così lo evoca Goffredo di Auxerre in una sua drammatica invettiva, volta a dimostrare che la radice dei pericolosi errori teologici dell'abate calabrese starebbe in realtà nel fatto di non aver (letteralmente) """"vomitato abbastanza"""" la propria origine ebraica. Proveniente da una terra drammaticamente lacerata, eppur al tempo stesso straordinariamente fecondata, dall'incrociarsi e dallo scontrarsi di culture e tradizioni diverse, Gioacchino da Fiore si rivelerà agli occhi del lettore quale inquieto """"monaco errante""""... Una voce profetica, che sfidando le ortodossie teologiche del tempo, eppur mai tradendo l'ortodossia vera del depositum fidei, può essere riscoperto e rivalutato oggi, nel tempo in cui la clamorosa sconfitta della sua profezia più grande può forse insegnarci a guardare con occhi diversi la crisi ormai secolare che ha segnato la fine (o il fallimento) della modernità. E se fosse stato proprio nell'evo moderno il tempo del realizzarsi di quella """"terza età"""" della storia, alla fine della quale oggi ci troviamo, sospesi sul baratro di un'impossibile """"apocalisse""""?"" -
Zefira
Chi sono i buoni? Chi sono i cattivi? A leggere i dossier custoditi in un archivio segreto dei commissariato di Zefira, c'è da restare impietriti. I ruoli si ribaltano e prende forma quella zona d'ombra che sta intorno e sopra la 'ndrangheta. Il vero sistema di potere, che tiene in pugno la Calabria, emerge in tutta la sua dimensione; escono dal buio i volti dei presunti eroi, strateghi di luttuose trame. Ogni morte e ogni crimine nascondono una verità diversa da quella che appare, poiché a quelle latitudini nulla è come sembra. A percorrere i viali di Zefira, colmi di sole e di oleandri, si avverte il peso di un destino nero forgiato da una stirpe antica che incombe sulla città. Ma dopo l'ultimo agguato si apprende con sorpresa, fuori dal cimitero, che a Zefira, la vita ha sempre il sopravvento. Un sindaco assassinato, un vecchio soldato nazista vissuto in Aspromonte e un latitante mafioso porteranno il commissario Luca Rustici a un passo dalla verità o forse soltanto davanti a una scelta. -
Rivista di politica (2014). Vol. 3: Verità e politica: esistenza, filosofia e democrazia.
La politica appare ai giorni nostri sempre più screditata e impotente. Le si imputa di aver accumulato troppi fallimenti, di non aver realizzato le sue tante promesse e di aver alimentato, al solo scopo di perpetuare i suoi privilegi, pericolose e mortali illusioni. La si considera, con riferimento alle nuove sfide che la storia le ha posto dinnanzi, sempre più incapace di assolvere le sue finalità peculiari (in primis quella di garantire una pacifica e ordinata convivenza tra gli uomini). Si ritiene che le menzogne e gli inganni ai quali è abitualmente ricorsa abbiano infine tolto valore alle sue originarie e legittime ragioni. L'accusa che le si muove è che le sue ""parole"""" - peraltro spesso reticenti, sommarie e meramente propagandistiche corrispondano sempre meno alle sue """"azioni"""" concrete, il che ovviamente non può che accrescere la diffidenza e i pregiudizi nei suoi confronti. Il significato più autentico della politica, la sua ragion d'essere più profonda, era un tempo la libertà - individuale e collettiva. Nella testata che abbiamo scelto per questa nostra avventura - appunto Rivista di politica - sono racchiusi, a ben vedere, un oggetto specifico e un metodo peculiare, un preciso campo d'indagine e un approccio di studio che richiama una tradizione antica ma per molti versi ancora attuale. La nostra intenzione è discutere e analizzare la realtà della politica, i suoi presupposti fondamentali e le sue forme storiche di manifestazione."" -
No prison. Ovvero il fallimento del carcere
Cos'è il carcere, oggi e in Italia? Sono trascorsi 40 anni dall'approvazione della Legge 354, circa 55 dall'inizio della sua gestazione, e possiamo affermare senza possibilità di smentita che è fallita su tutti i fronti. I dati di questo fallimento sono davanti agli occhi di tutti coloro che a vario titolo hanno a che vedere con il mondo penitenziario, e lo sono sia sotto l'aspetto punitivo, che rieducativo, nonché di sicurezza. È necessario ripensare completamente le modalità di esecuzione delle condanne, eliminando innanzi tutto dal nostro lessico il termine ""pena"""", che tanto ricorda la gogna e il suo retaggio culturale e corporale nell'afflizione e sofferenza, ridando dignità agli esseri umani coinvolti, sia ai condannati che agli operatori pubblici e privati. Insomma: l'impianto e le convenzioni che ruotano attorno al mondo della giustizia e della conseguente esecuzione sono da resettare e ricostruire dalla radice. Prefazione Massimo Pavarini. Postfazione Luciano Eusebi."" -
Scartati. La mia vita con l'aborto
Nell'ottobre 2009, quando Abby Johnson si licenziò da direttrice di una clinica texana in cui si eseguivano aborti, negli Stati Uniti il suo caso ebbe una grossa risonanza. I giornali e le televisioni accorsero da tutto il paese per conoscere la sua storia. In questo libro la Johnson racconta la sua drammatica conversione da sostenitrice dell'aborto ad attivista cristiana per la vita. Non si tratta però di un libro ideologico. L'autrice narra i fatti che ha vissuto in prima persona, le sue emozioni, il suo dialogo con Dio, gli scrupoli morali che l'hanno portata a rifiutare per sempre l'aborto come soluzione ai problemi delle donne. Abby Johnson non esita a parlare dei segreti più terribili della sua vita, ma non usa mai, verso nessuno, parole d'odio o di condanna. La sua vicenda dimostra che l'amore, la gentilezza e la compassione possono fare la differenza nel dibattito sull'aborto. -
La bella morte dell'ateismo moderno
Per circa due secoli, un intero filone di ricerche intellettuali, sia sincere sia propagandistiche, ha cercato di convincerci degli errori, delle colpe e infine dell'insignificanza del cristianesimo. Oggi queste ricerche hanno esaurito la loro spinta iniziale: l'ateismo è morto di morte naturale. È morto perché non è riuscito, nonostante l'abbondante tempo a disposizione, a portare a compimento il programma di ricerca che si era assegnato. L'ateismo è morto, insomma, perché non ha saputo proporre una visione filosofica alternativa di un qualche valore e che offra un senso all'esistenza umana. È probabile che, nella sua caduta, l'ateismo trascinerà con sé anche il nichilismo, altro triste prodotto della cultura europea degli ultimi secoli. Nel silenzio dell'ateismo contemporaneo, la voce del cristianesimo torna a farsi sentire e diventa di nuovo la grande impresa intellettuale della nostra epoca. -
Dalla natura all'artificio. Villa Caristo dai Lamberti ai Clemente. Strategie insediative tra economia e potere nel Regio Demanio di Stilo
Il volume, scritto da Mario Panarello e Alfredo Fulco, è frutto di una ricerca di oltre dieci anni. L'opera è corredata da un cospicuo corpus grafico e documentario che fa da supporto a un consistente apparato storico e critico, ruotante attorno al tema delle residenze e delle famiglie nobiliari calabresi, in un periodo compreso fra il XVII e il XIX secolo. Perno della ricerca è villa Caristo, una delle più importanti dimore extraurbane calabresi e dell'Italia meridionale, ubicata in un territorio dal paesaggio ancora quasi del tutto incontaminato nei pressi di Stignano, voluta dalla famiglia dei Lamberti. Edificata qualche anno dopo il vicino castello di San Fili, nella prima metà del XVIII secolo, la residenza venne acquistata dai marchesi Clemente di San Luca, che possedevano il feudo della vicina Placanica, quando vide un significativo intervento di ampliamento e decorazione. La ricerca ha portato all'acquisizione di dati storici connessi alla vita dell'edificio e ha proposto l'intervento di alcuni artefici non secondari. L'analisi della tipologia e del linguaggio architettonico della residenza e del giardino, attraverso un gioco di rimandi a opere presenti sul territorio regionale, extraregionale ed europeo, ha gettato nuova luce sulle sue peculiari qualità, probabilmente frutto di personalità attive sul territorio in contatto con la raffinata cultura artistica napoletana che ancora in pieno Settecento gode di una sua autonomia linguistica in concorrenza con altre tendenze artistiche. -
La democrazia intelligente
La speranza è l'unico terreno su cui la fiducia può germogliare ma, mentre la prima irraggia le nostre vite facendo svanire le ombre del nostro animo, la seconda orienta su strade ben definite per il raggiungimento di obiettivi che sono direttamente riferibili all'azione umana, e, quindi, sociale. mentre scrivevo questo saggio ho accolto dentro di me l'immagine della fiducia responsabile, che diversi studiosi stanno negli ultimi decenni trattando e che io ho preferito chiamare per una facile comprensione ""fiducia consapevole"""", che porterà il nostro paese ad un diverso modo di concepire se stesso e la vita dei suoi cittadini. Un percorso che è volutamente provocatorio per cercare di spezzare la logica entro la quale siamo stati abituati a pensare, per trovare modalità diverse per liberarci dai sensi di colpa che una determinata società è solita suscitare nelle persone che la compongono per evitare che riflessioni diverse possano rimettere in discussione la sua autorità precostituita. L'invito provocatorio di queste pagine è, quindi, """"uscire dagli schemi"""" che, con molta evidenza, non ci hanno portato a vivere meglio ed a costruire una società del benessere, per arrivare a comprendere come giungere a mettere in pratica quella fiducia consapevole che libererà ogni cittadino italiano dalla tirannia di una democrazia dei rappresentanti (e non dei rappresentati). Prefazione di Gianfranco Fini. Presentazione di Alberto Gambino."" -
I piccoli guerrieri della luce. Storie di bambini, genitori e della loro battaglia contro la cataratta congenita
"Sei degno di un rispetto quasi sacro, figlio mio!"""" È l'espressione stupita e commossa di Benedetta di fronte alla forza e all'ostinata voglia di vivere di suo figlio Samuele, 4 anni, ipovedente. Samuele è nato con una patologia rara, la cataratta congenita. Una malattia che è tra le principali cause di cecità nel mondo. Samuele, insieme a Francesco, Matilde, Giuseppe, Caterina, Matteo e molti altri, è un piccolo guerriero della luce, come abbiamo voluto chiamare questi bambini che ogni giorno lottano, insieme alle loro famiglie, una speciale battaglia per conquistare una vita simile a quella di tutti gli altri bambini della loro età. Alcune delle loro storie sono state raccolte in questo libro. Un dignitoso giro d'Italia del dolore, ma anche della speranza. Dal nord al sud del Paese, all'operosa Brianza alla vituperata ma affascinante Calabria, dall'instancabile Emilia Romagna all'orgogliosa Toscana, passando ovviamente per Roma. Ma toccando in realtà ogni regione di questo strano Paese, perché purtroppo i bambini colpiti da questa malattia sono tanti e il loro numero cresce giorno dopo giorno. Ogni racconto però, seppure contraddistinto da veri momenti di smarrimento, di rabbia, di sconforto, lascia sempre aperta una porta: al prossimo, fosse anche un nuovo figlio; ai traguardi, fossero anche solo pochi centimetri di vista guadagnati; ai nuovi bimbi affetti dalla patologia... e ai loro genitori." -
L' iconoclasta
Politica e giornalismo, due passioni che Maurizio Marchesi ha vissuto come autentica missione civile. Modernizzare la politica e la società italiana superando l'anomalia più invalidante della nostra democrazia: la mancanza di una sinistra e di una destra ""normali"""", entrambe democratiche, liberali, europee, quindi pienamente legittimate a governare. L'Italia più civile, più liberale, più moderna, che Maurizio sognava, non si è (ancora) avverata. Con i suoi scritti non solo si tramanda la sua memoria, quella di un bravo giornalista impermeabile all'ipocrisia e ai conformismi, si trasmettono anche speranze e ideali coltivati dalla più consapevole generazione della seconda metà del Ventesimo secolo. La sua aspirazione a vivere in una democrazia matura, proprio perché a tutt'oggi irrealizzata, riesce a parlare """"al presente"""" e """"del presente""""."" -
Napoli e il gigante. Il Vesuvio tra immagine scrittura e memoria
I saggi contenuti in questo volume analizzano sotto prospettive diverse alcune delle numerose rappresentazioni testuali e iconografiche che hanno avuto come oggetto privilegiato il Vesuvio, con una particolare attenzione tributata alle opere realizzate a ridosso dell'eruzione sub-pliniana del 1631, che segnò la ripresa dell'attività eruttiva del vulcano dopo una lunghissima quiescenza. Il 1631 è, dunque, il segno di una discontinuità che irrompe nel tempo lento dell'uomo e lo accelera, nel senso braudeliano dell'espressione. -
Rischi, paure e ricerca di certezze nella società contemporanea. Un punto di vista interdisciplinare
I contributi presenti in questo volume offrono uno sguardo interdisciplinare al tema del rischio, delle paure ad esso associate e della spesso conseguente ricerca di certezze rispetto ad esso. L'analisi di tali aspetti è utile sia a proporre alcuni spunti di riflessione di natura epistemologica che a stimolare un proficuo confronto nell'ambito della ricerca sociale anche al fine di fornire alcune chiavi di lettura della crisi contemporanea. I saggi qui raccolti sollevano diverse problematiche: da quella dell'importanza di rischiare nella ricerca scientifica, al ruolo della previsione nella scienza, a quella della prevenzione effettiva rispetto ai diversi rischi, all'illusione della previsione alla luce della rapidità degli sviluppi tecnologici, alle contraddizioni della società contemporanea alla luce dei nuovi rischi prodotti dall'uomo. -
L' acropoli (2014). Vol. 6
Questo numero della rivista bimestrale di politica e varia cultura diretta da Giuseppe Galasso presenta articoli di: Giuseppe Sacco, Giovanni Cofrancesco, Giuseppe Galasso, Biagio de Giovanni, Giulia Galasso, Ferruccio Capelli. -
Open source, intelligence & cyberspace. La nuova frontiera della conoscenza
Il termine ""intelligence"""", nell'immaginario collettivo, identifica la globalità di tutte le tipologie di attività riconducibili alla raccolta e alla valorizzazione di informazioni, finalizzata alla produzione di una """"conoscenza"""" utile al supporto delle decisioni dei governi in tema di difesa e sicurezza nazionale. Per ottenere questa """"saggezza"""", è stato indispensabile implementare non solo delle tecniche di spionaggio e di accesso a informazioni segrete e riservate, ma anche l'accesso alle cosiddette """"fonti aperte"""", cioè non segrete ma disponibili e accessibili dai comuni strumenti di mezzi di comunicazione (media, giornali, eventi, convegni, etc.). L'inarrestabile sviluppo delle applicazioni presenti nel cyberspazio (social network, blog, forum, surface web, deep web, video, immagini), ha prodotto un nuovo modo di raccogliere e valorizzare queste informazioni, sviluppando un nuovo settore scientifico e applicativo: la web intelligence. Pertanto, l'attività di intelligence in Internet (cyber intelligence) che si basa su fonti aperte, può attualmente essere definita come il lavoro sistematico di raccolta, elaborazione, analisi, produzione, classificazione e diffusione di informazioni liberamente e legalmente accessibili. Essa può essere condotta in risposta a particolari richieste dei governi per il mantenimento della sicurezza nazionale o per scopi commerciali da parte di aziende o altre istituzioni anche non governative. Introduzione di Mario Caligiuri."" -
Dirigenza dello stato autonoma, imparziale e competente. Venti anni di Unadis
I dirigenti pubblici operano nell'interesse delle Istituzioni e della collettività. Ma da diversi anni subiscono critiche il più delle volte ingiustificate. Inadeguati sono i tagli lineari previsti dalla spending review, mentre ciò che sarebbe auspicabile è il taglio netto che si dovrebbe dare al legame improprio e condizionante con la politica. Spesso, se non sempre, i manager pubblici sono impossibilitati ad agire per le scarse deleghe e poteri loro connessi da una politica che li sceglie e li controlla in modo improprio, distorcendone l'effettivo ruolo. Serve una dirigenza pubblica svincolata dalla politica, la quale (politica) deve fissare obiettivi e controllare, ma non gestire. I dirigenti pubblici devono essere unicamente scelti, valutati e trattenuti sulla base delle competenze e dei risultati raggiunti, come avviene di norma nel privato, e avere come unico obiettivo l'interesse collettivo. Nel libro vengono percorsi e analizzati gli ultimi venti anni della dirigenza pubblica e le scelte politiche sul pubblico impiego che hanno inciso sulla storia del nostro Paese. Il tentativo è di liberarci dai luoghi comuni sulla dirigenza, dimostrando come sia utile alla collettività avere una classe dirigente preparata, onesta, laboriosa e selezionata su base meritocratica. -
Flessibilità vs precarietà. Il jobs act di Matteo Renzi da che parte sta?
La confusione regna sovrana quando si parla di lavoro. Prevale la propaganda a scapito della ragionevolezza e della comprensione dei reali processi in atto nell'economia e nei modelli di organizzazione del lavoro. In questo caos mediatico posizioni largamente minoritarie nel Paese trovano terreno fertile per affermarsi come idee prevalenti. È passato il messaggio ""sbagliato"""", ossia l'equiparazione di due concetti profondamente distinti ma rappresentati, soprattutto nel """"circo mediatico"""", come sinonimi e intercambiabili: parliamo di flessibilità e precarietà. Qualsiasi rapporto o contratto di lavoro a tempo è identificato con l'aggettivo """"precario"""" senza nessun distinguo. Non esiste più il concetto di flessibilità ma solo quello di precarietà che l'ha fagocitato e metabolizzato. La realtà, però, è un'altra. Flessibilità e precarietà non sono sinonimi ma concetti contrapposti. La flessibilità è positiva ed è distinta dalla precarietà. Questo libro spiega perché, con l'ambizione di riaffermare le giuste differenze."" -
Il politico. Rivista italiana di scienze politiche (2014). Vol. 236
La rivista ""Il Politico"""" si pubblica dal 1950 (fondatore Bruno Leoni) quale continuazione degli """"Annali di Scienze Politiche"""" fondati nel 1928. Ogni fascicolo, di circa 180 pagine, contiene articoli, note e rassegne di scienza politica, di diritto, di politica economica, di sociologia, di storia e di politica internazionale. Alla rivista si affianca la collana dei """"Quaderni della rivista Il Politico"""". Vi collaborano, oltre ai docenti dell'Università di Pavia, studiosi delle principali università italiane e straniere."" -
Peperoncino amore mio. Storia, botanica, medicina, gastronomia segreti e misteri della spezia più amata del mondo
Sono milioni in tutto il mondo gli innamorati del peperoncino. Insaporisce le pietanze, mette allegria e fa bene alla salute. Ma da quanto tempo l'uomo lo conosce? Da dove è arrivato in Europa? Quante varietà ci sono? Si può coltivare in casa? Perché è piccante? Come si misura e come si spegne il bruciore? Qual è il consumo giusto? Per accendere l'eros bisogna mangiarlo o ""cospargerlo sulle parti""""? Come lo celebrano gli artisti e i poeti? È vero che combatte il dolore e il cancro? Scaccia veramente il malocchio? Quando compare nei primi ricettari? A queste e tante altre domande risponde """"Peperoncino amore mio"""" di Enzo Monaco, calabrese doc, appassionato amante del diavolillo, da vent'anni presidente dell'Accademia del peperoncino. Una vera e propria Bibbia, indispensabile per sapere tutto sulla spezia più amata del mondo. Con cento ricette d'Autore, le preferite da Totò, Eduardo, Hitchcock, Armstrong e Ancel Keys. Assieme ai reportage dei festival più belli d'Europa. E per approfondire, gli interventi degli esperti più famosi del mondo, da Fernando Cabieses a Dave De Witt, il Papa del peperoncino. Tutto in trecentotrentasei pagine. Con centinaia di fotografie a colori."" -
La vita dimenticata. Storie d'Alzheimer e di altre demenze
Dal camice alla penna, dallo sconforto all'ironia. Così l'autrice riesce a tratteggiare i vari volti di una malattia che stravolge i ricordi di una vita e l'identità di una persona. Identità che, nonostante tutto, traspare in ognuno degli undici racconti in cui vivono altrettanti personaggi. È il medico che si cimenta in qualcosa che non gli appartiene per mestiere, ma che risponde ad un'esigenza derivante dalle esperienze non solo professionali ma anche umane; ne nasce l'idea di diffondere la conoscenza della ""demenza"""" anche in modo diverso, attraverso la rielaborazione di vissuti reali in forma narrativa, valorizzando la prospettiva e la visione del malato e dei suoi familiari. I racconti traggono ispirazione da storie vere e le illustrazioni sono opera di pazienti. Prefazione di Marco Trabucchi."" -
L' Albanese d'Italia. Giornale politico morale letterario (Rist. anast. Napoli, 1848)
Ristampa anastatica de ""L'albanese d'Italia. Giornale politico, morale, letterario"""", Napoli 1848. Presentazione di Francesco Altimani.""