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Il socialismo e il futuro dell'Europa
Come arginare l'ascesa dei nazionalismi reazionari in Europa? Il loro successo, inedito dai tempi della Seconda guerra mondiale, ha lasciato i partiti liberali in uno stato di stordimento. Allo stesso tempo, la sinistra, che fino a poco tempo fa forniva una base al campo dei progressisti, sta vivendo uno dei più profondi sconvolgimenti della sua storia: da luogo di elaborazione critica, è diventata oggetto della critica. È quindi la critica stessa che non riesce più a esprimersi in maniera coerente. I tre saggi raccolti in questo libro cercano di affrontare le cause profonde del duplice problema dell'egemonia nazionalista e della crisi del socialismo. Questo compito richiede innanzitutto una ridefinizione del socialismo nella sua irriducibilità ad altre dottrine politiche e correnti ideologiche, ma anche un riesame del contributo delle scienze sociali alla politica. Infine, si giunge a considerare il futuro dell'Europa alla luce di due grandi questioni: l'educazione e l'ecologia. -
La scomparsa della Sinistra in Europa. Nuova ediz.
Il consenso liberista si è incrinato sotto i colpi del sempre più evidente degrado economico e sociale da esso provocato. Eppure, l'ingombrante cadavere della sinistra della ""modernità"""" e delle """"riforme"""" continua ad appestare la scena politica europea. Cosa impedisce la rinascita di una sinistra capace di ricollocare al centro della propria azione le grandi questioni economiche e di classe, consapevole che al potere del denaro può contrapporsi solo quello dello Stato-nazione? Barba e Pivetti sostengono che, per rimettersi in cammino, le forze autenticamente progressiste non dovrebbero affrontare l'ignoto, quanto piuttosto superare un'inerzia culturale, la generale subalternità nei confronti delle idee dominanti. Nella scoraggiante condizione di debolezza politica in cui oggi versano i salariati e i ceti popolari, una sinistra di classe avrebbe il non trascurabile vantaggio di non doversi inventare nulla: si tratterebbe di riprendere le fila di quanto di meglio la civiltà europea sia riuscita a realizzare nel secondo dopoguerra."" -
La via cinese. Sfida per un futuro condiviso
"La via cinese"""" si propone di comunicare ai lettori, in modo chiaro, scorrevole e documentato, il nuovo ruolo che il paese asiatico ricopre nella geografia del potere mondiale, valutandone peso, influenza e impatto sugli sviluppi futuri. L'ambizione cinese e la sua visione degli affari internazionali possono essere riassunte nella volontà di Pechino di """"costruire una comunità umana dal futuro condiviso"""" mediante rapporti win-win che portino benefici reciproci agli attori coinvolti. La Cina è cresciuta e ha intenzione di continuare a ritagliarsi lo spazio che le spetta nelle varie sedi internazionali. Secondo l'autore, ciò non rappresenta necessariamente una """"minaccia"""", in quanto la Repubblica Popolare mira a raggiungere i propri traguardi attraverso il rispetto reciproco, l'interconnessione spaziale e gli investimenti produttivi di lungo termine." -
Vivere e pensare come porci. L'istigazione all'invidia e alla noia nelle democrazie mercato
"Rivendicando una filosofia della lotta che faccia più moti e meno moda, l'autore di Vivere e pensare come porci si fa qui promotore di un pensiero militante, invitando alla resistenza contro quell'alleanza politica, economica e cibernetica su cui si reggono gli odierni mercati neoliberisti. Con la severa ferocia delle sue doti di scienziato, filosofo e polemista, Châtelet si scaglia contro l'esito più perverso e tenace indotto dalle strategie del consenso nelle nostre democrazie: costruire miliardi di psicologie per cittadini destinati ormai alla condizione di bestiame cognitivo. Coniugando il rigore delle analisi scientifiche, il graffio della polemica avvelenata e l'ironia paziente del filosofo, Châtelet mette a punto una macchina critica in grado di restituire un lavoro irriverente e incendiario, che colpisce al cuore la stanca consensualità del pensiero contemporaneo."""" (Mimmo Pichierri)" -
Erdogan. Storia di un uomo e di un Paese
Era il ragazzino di un quartiere popolare di Istanbul che faceva il venditore ambulante ed è diventato il leader più longevo della Turchia. È cresciuto imbevuto di sentimenti religiosi in un Paese radicalmente laico e l'ha trasformato in un'avanguardia internazionale della politica islamica. È salito al potere come paladino delle minoranze e si è trasformato in un presidente autoritario. È il governante che ha avviato i negoziati per l'ingresso di Ankara nell'UE e quello che più l'ha allontanata dall'Europa. Ma chi è davvero Recep Tayyip Erdogan? Come si è compiuta la sua formidabile ascesa? E fin dove potrà spingersi il nuovo ""Sultano""""? Intrecciando interviste ai protagonisti e documenti, testimonianze dirette e ricostruzioni storiche, il libro racconta la storia di Erdogan dall'infanzia tra i vicoli di Kasimpasa fino ai vertici del potere, tracciandone un profilo personale e politico che si delinea in modo inscindibile dalla storia contemporanea della Turchia. Prefazione di Alberto Negri."" -
Le verità negate. Storia, cultura e tradizioni della popolazione romaní
"Le verità negate"""" è un viaggio, affascinante e doloroso, all'interno della cultura di un popolo - quello dei rom/roma, sinti, calé/kale, manouches e romanichals - tra i più martoriati e i meno difesi nelle vicende che hanno avvicinato le minoranze ai temi dei diritti. Non si tratta di una semplice raccolta enciclopedica, ma di un dono che permette un lavoro comparativo nei confronti dell'ultimo e più difficile pregiudizio su una popolazione dalla storia antichissima. Il lavoro di Spinelli risulta doppiamente interessante perché consente anche un grande approfondimento sul tema della conoscenza. Sappiamo, infatti, che senza conoscenza """"l'altro da sé"""" si trasformerebbe facilmente in un pericolo: l'autore ci invita ad apprezzare l'enorme portato di positività, di arricchimento e di stimoli - culturali, sociali, economici, musicali e politici - che il mondo romanó ha al suo interno." -
Lo sguardo relazionale. Saggio sul punto cieco delle scienze sociali
"Lo sguardo relazionale"""" parte da un paradosso: le scienze sociali in gran parte non sono veramente """"sociali"""". Per esempio, non lo sono quando, per spiegare i fenomeni e proporre interventi operativi, si affidano agli individui e ai sistemi organizzativi, lasciando sullo sfondo le relazioni tra le persone. Lo sguardo scientifico, non meno di quello del senso comune, si annebbia quando deve decifrare la relazione tra l'osservatore e l'osservato. Le relazioni che fanno il sociale rimangono dunque nell'ombra. Pierpaolo Donati illustra questo stato di cose, ma al contempo sostiene che esiste un altro modo di osservare la realtà, quello dello sguardo relazionale, che consentirebbe alle scienze sociali di illuminare il loro punto cieco così da alimentare un nuovo umanesimo relazionale" -
Sulla svolta ontologica. Prospettive e rappresentazioni tra antropologia e filosofia
Con la recente pubblicazione dell'opera Prospettivismo cosmologico in Amazzonia e altrove (2019) di Eduardo Viveiros de Castro e del volume Metamorfosi (2019) a cura di Roberto Brigati e Valentina Gamberi, un dibattito internazionale comunemente noto come ""svolta ontologica"""" ha destato e ravvivato l'interesse della comunità accademica italiana. I problemi sollevati dall'impianto dell'antropologo brasiliano - che non è l'unico a costituire il nerbo di questa """"nuova"""" tradizione di studi - sono transitati costantemente tra l'ambito più ristretto delle scienze sociali e quello più vasto degli studi filosofici. Questo libro, esito di un convegno tenutosi all'Università di Pisa nel dicembre 2019, si propone di affrontare alcuni dei temi più rappresentativi di tale momento intellettuale, mettendo in dialogo studiosi di filosofia e di antropologia. Si discute, innanzitutto, il tema della decostruzione del soggetto per come è stato formalizzato dalla tradizione filosofica cartesiana; successivamente, i modelli di conoscenza proposti dalla tradizione speculativa occidentale; infine, la """"moltiplicazione dei mondi"""" nelle mitologie amerindie e le conseguenze concettuali che ciò comporta rispetto al concetto di rappresentazione nelle scienze umane. L'obiettivo è quello di discutere, anche criticamente, alcuni degli assunti più interessanti implicati in questo nuovo movimento teorico, primo fra tutti il tentativo di superare l'epistemologia a favore di un recupero dell'ontologia."" -
Invecchiare. Prospettive antropologiche
I contributi presentati in questo volume forniscono delle coordinate introduttive per affrontare il campo di studi sui processi d'invecchiamento, rimasto finora marginale all'interno del dibattito antropologico. E offrono al lettore strumenti metodologici e concetti teorici per approfondire tanto le diverse costruzioni dell'anzianità, quanto le continue riorganizzazioni della società e dei valori che la legittimano. Dai casi etnografici scelti, emerge la capacità degli anziani di adattarsi a nuovi rapporti di forza e a nuovi significati di rispetto e autorità, nonché il loro ruolo attivo in queste trasformazioni, invalidando lo stereotipo che vede gli anziani come meri soggetti passivi sia nella sfera privata che in quella pubblica. -
La montagna di Quentin. Immaginari e regole di una terra confinaria
In montagna ci sono sentieri facili, sentieri difficili e anche sentieri sconosciuti. La montagna di Quentin è uno di questi. A percorrerlo, ogni tanto, vengono pure le vertigini. Epperò, riga dopo riga, idea dopo idea, a mo' di guida alpina, l'autore conduce il lettore all'incontro con Quentin Tarantino e Leni Riefenstahl, con Luis Trenker e Gustav Mahler, con Klaus Theweleit e Citto Maselli, con Arnold Fanck e Susan Sontag: personalità che hanno portato avanti - chi con i libri, chi con il cinema, chi con la musica - idee sulla montagna rivelatesi fondamentali nel nostro Novecento e oltre. Punto di partenza è una scena di Bastardi senza gloria, film capolavoro di Quentin Tarantino; punto di arrivo è un'idea tanto antica quanto necessaria di montagna, unita alla consapevolezza che ancora oggi sulle montagne, e sulle Dolomiti in particolare, si sta combattendo una battaglia dall'altissimo valore simbolico. -
Il corpo sacro. Itinerari nella durevolezza del mito
Il volume è il risultato delle ricerche antropologiche dell'autrice, svolte sul mondo contadino e post-contadino nell'arco di quarant'anni. Prendendo in esame le dinamiche del sacro quale sentimento pervasivo della religiosità popolare e la persistenza e trasformazione nel tempo di rituali e miti, analizza le continue mutazioni culturali e stratificazioni storiche per porre l'attenzione su come credenze e cerimonie attingano a configurazioni arcaiche testimoni della durevolezza delle immagini che emergono dalla memoria. Una memoria che appartiene a un ""corpo sacro"""", allo stesso tempo biologico e culturale, che è perno della vita sociale e che affiora anche negli automatismi delle attività quotidiane e rituali. Al centro della riflessione dell'autrice è il flusso dinamico e complesso dei processi vitali, ma anche la dimensione neurologica delle configurazioni immaginarie che fanno del corpo un perno vitale: se la mente elabora l'ordito delle attività e della comunicazione intracorporea, la cultura crea la trama nelle relazioni all'ambiente in un sistema capace di autoregolarsi nell'affrontare le sfide del mondo."" -
Asimmetria digitale. Il piano inclinato dell'innovazione tecnologica
Mai come oggi le disuguaglianze sociali aumentano proprio mentre le tecnologie digitali garantiscono un accesso alla conoscenza libero e collaborativo. L’accresciuta disponibilità di dati favorisce la concentrazione di potere e ricchezza e la datificazione rafforza il vantaggio materiale di chi è in grado di processare il diluvio di informazioni, trasformando il soggetto in un mero riduttore di entropia, propenso a delegare all’automatismo degli algoritmi la legittimazione delle decisioni prese, di cui non sa più assumersi la responsabilità. Osservando un processo ventennale, il volume prova a individuare tre percorsi di trasformazione nelle condizioni sociali che incorniciano la datificazione come attività culturale, cognitiva e comunicativa. -
Sociologia cognitiva. Concetti e metodi
Negli ultimi anni è accaduto qualcosa di interessante alla ricerca sociologica contemporanea. Il dialogo tra sociologia, scienze cognitive e psicologia ha portato alla rivisitazione di alcuni assunti fondamentali nel campo del comportamento umano. Un esempio di questa contaminazione è stato il modello duale della cognizione umana, cioè la distinzione tra pensiero veloce/automatico e pensiero lento/deliberato, che ha fornito ai sociologi un modello comportamentale più credibile. Questo volume invita la ricerca sociologica a riflettere su quali assunti e modelli poggia la cognizione umana. Ma tale riflessione riguarda anche fondamentali aspetti metodologici: il rinnovamento concettuale suggerito dalla sociologia cognitiva ""embodied"""", per esempio, permetterebbe alla ricerca una maggiore capacità esplicativa."" -
Ecologie complesse. Pensare l'arte oltre l'umano
"Ecologie complesse"""" è una raccolta di articoli dedicati al tema dell'arte e del postumano. Cinque dei contributi - di Alberto Micali e Nicolò Pasqualini, Edith Doove, Vincenzo Di Rosa, Federica Fontana, Massimiliano Viel - sono stati selezionati tra quelli già pubblicati nei numeri 10 e 11 della rivista """"Scenari"""" nella sezione Fare il postumano e, ai fini di questa nuova pubblicazione, rivisti ed estesi. Due di essi sono stati appositamente tradotti in italiano ed è stato elaborato un nuovo articolo di Gabriela Galati, curatrice del volume. Il lavoro nasce da una riflessione necessaria e attuale sulla declinazione degli sviluppi teorici e critici del postumanesimo nelle diverse aree della pratica artistica ed estetica. La consapevolezza riguardo alla necessità di lavorare, sviluppare e mettere in pratica etiche, estetiche e politiche non antropocentriche si sta sicuramente diffondendo, ma il cambio di paradigma è ancora molto lontano dall'essere pervasivo." -
Figure del controllo. Jane Austen, Sherlock Holmes e Dracula nell'immaginario transmediale del XXI secolo
Tra le decine di classici ottocenteschi che oggi vengono riproposti o riutilizzati - in maniera spesso spregiudicata - per far fronte all'insaziabile fame di narrazione dei pubblici contemporanei, perché i più gettonati sono proprio ""Orgoglio e pregiudizio"""" di Jane Austen, """"Le avventure di Sherlock Holmes"""" di Arthur Conan Doyle e """"Dracula"""" di Bram Stoker? Se l'epoca attuale rifunzionalizza solamente alcuni dei miti e delle figure dell'Ottocento per esorcizzare paure o soddisfare desideri sul piano simbolico, si potrebbe avanzare che le paure e i desideri tipici della modernità, seppur riadattati alle trasformazioni contemporanee, mantengano un nucleo profondo che non è variato di molto nel corso del tempo e che prescinde in buona parte dalle culture specifiche, visto il successo planetario. Partendo dall'analisi delle ragioni che portarono al successo quelle opere nel periodo storico in cui furono pubblicate, l'obiettivo del libro è capire perché esse abbiano così tanto successo nell'attuale industria culturale transmediale, sia mainstream (cinema, neoserialità televisiva, videogame, fumetti) sia underground (fanfiction, social reading). Tali testi si pongono, infatti, come centri di riflessione su un immaginario, e su un lavoro intorno all'immaginario, che prende forma e si definisce nell'Ottocento, ma che - rifunzionalizzato - mantiene ancora oggi una sua forte centralità."" -
Vidding grrls. Nuovi sguardi sulle pratiche di genere nei fandom
Il volume si propone di esplorare le pratiche spettatoriali fandomiche e le pratiche di riuso e remix grassroots di contenuti mediali in un'ottica di genere, attraverso il caso di una longeva comunità di fandom prevalentemente femminile, quella legata alla pratica del fan vidding. La storia della comunità - che si snoda in una molteplicità di gruppi e sottogruppi dagli anni '70 a oggi, e che afferisce principalmente all'ambiente statunitense e anglofono - risulta emblematica per indagare più da vicino alcuni snodi di ricerca che si pongono nelle intersezioni tra media studies, cultural studies, fan studies e gender studies. In particolare, si evidenzia come le pratiche (più o meno contemporanee) di spettatorialità attiva e produttiva tipiche del fandom si intersechino con gli studi riguardanti le pratiche di spettatorialità femminile, unite alla pratica del riuso di immagini mediali in chiave critica e analitica. -
L' agitatrice rossa. Teatro, femminismo, arte e rivoluzione
"Questa strada si chiama/via Asja Lacis/dal nome di colei che/da ingegnere/l'ha aperta dentro l'autore."""" Con queste parole Walter Benjamin apriva Strada a senso unico. Ma quale strada aveva aperto Lacis in Benjamin? Per comprenderlo a fondo, """"L'agitatrice rossa"""" presenta un'ampia raccolta di scritti della regista teatrale e militante lettone, alcuni dei quali mai editi in Italia. La prima parte del volume raccoglie testi di carattere biografico che, attraverso un appassionante itinerario artistico-politico, ci portano dalla Lettonia alla Russia sovietica, dagli ozi di Capri alla tumultuosa realtà della Germania weimariana, rendendo tangibili gli incontri che lo scandiscono e orientano. La seconda e la terza parte, invece, sono dedicate alla produzione teorica di Lacis: ai suoi primi scritti programmatici sul teatro politico a Riga e sulle tendenze del teatro sovietico, nonché sul cinema per l'infanzia e sulla situazione del teatro francese si aggiungono gli appunti sui viaggi in Italia e alcuni saggi come Napoli, scritto a quattro mani con l'amico Benjamin. Un'accurata selezione dal suo libro del 1935 sul teatro proletario e agit-prop tedesco, """"Teatro rivoluzionario in Germania"""", conclude il volume, fornendo uno sguardo e un approfondimento teorico di rara ampiezza sulle Avanguardie europee del Ventesimo secolo e sulla comune volontà di cambiare il mondo a partire dal basso." -
Post scriptum comunista. Nuova ediz.
Tentare una definizione filosofica di comunismo, o almeno aggiornarla. Basterebbe questo a decretare l'importanza del libro di Boris Groys, che a tal fine esamina il linguaggio dello stalinismo e i suoi legami con il sistema sovietico dal 1917 fino alla sua autodissoluzione dialettica nel 1989, per poi chiedersi: è possibile che il comunismo riemerga nel XXI secolo? Supporre che il comunismo sovietico sia archiviabile come un'esperienza ormai conclusa significa, secondo Groys, accondiscendere alle peggiori inclinazioni della filosofia della storia, in cui ricadono molte diagnosi epocali della comunicazione contemporanea. Perché, se con comunismo si intende una sorta di ""svolta linguistica"""" nella prassi sociale, il sogno di produrre rapporti sociali sulla base egualitaria del linguaggio non può che riproporsi nella storia dell'uomo."" -
La vita sociale delle cose. Una prospettiva culturale sulle merci di scambio
Il significato che le persone attribuiscono agli oggetti deriva necessariamente dalle transazioni e dalle motivazioni umane, specialmente dal modo in cui gli oggetti stessi sono usati e fatti circolare.rnrn«Arjun Appadurai ci mostra come i valori economici delle merci convivano con quelli simbolici. In qualsiasi civiltà umana» - Marino Niola, RobinsonrnConcentrandosi sugli aspetti dello scambio che sono definiti culturalmente e sui processi di circolazione che vengono regolati socialmente, il volume illustra i modi in cui le persone trovano valore negli oggetti e come questi a loro volta diano valore alle relazioni sociali. Partendo dalla considerazione che anche le cose conducono una vita sociale, gli antropologi e gli storici che hanno contribuito alla stesura di quest'opera hanno esaminato le modalità in cui le cose sono vendute e commerciate in una molteplicità di ambienti sociali e culturali, passati e presenti. I loro saggi fanno così da ponte tra diverse discipline - dalla storia sociale all'antropologia culturale e all'economia - segnando una tappa fondamentale nella comprensione della vita economica e della sociologia della cultura. -
Una teoria dell'imperialismo. Il viaggio delle merci
Che fine ha fatto l'imperialismo? Ormai scomparso dall'attuale panorama del dibattitto pubblico, Prabhat e Utsa Patnaik insistono sull'urgenza del tema, indagando le relazioni commerciali che governano il rapporto tra le economie del Nord del mondo e i paesi tropicali e subtropicali del Sud globale. Seguendo le rotte delle merci - prodotti agricoli e petrolio, in primis -, i due economisti indiani mostrano come l'imperialismo oggi sia più aggressivo che mai: il Sud del mondo si trova costretto in scomode catene di valore/approvvigionamento che rinforzano il dominio militare, tecnologico-finanziario e persino ""energetico"""" del Nord globale. Malgrado i suoi effetti catastrofici, questa forma d'imperialismo potrebbe essere l'occasione per un nuovo inizio basato sulla resistenza rivoluzionaria dei popoli attraverso il rovesciamento dell'imperialismo stesso, inteso come manifestazione globale del capitalismo. Con un commento di David Harvey.""