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I confini contano. Perché l'umanità deve riscoprire l'arte di tracciare frontiere
Nel dibattito pubblico è sempre più ricorrente l'appello ad ""abbattere le frontiere"""" e brulicano i commentatori che, in epoca di globalizzazione e migrazioni di massa, ritengono i confini irrilevanti, discriminatori o reazionari. Non si tratta solo dei cosiddetti 'no borders', e non sono solo le frontiere tra gli Stati a essere sotto attacco, ma il concetto stesso di confine. Nelle società occidentali, infatti, anche le tradizionali linee di demarcazione tra pubblico e privato, uomini e donne, adulti e bambini, esseri umani e animali, cittadini e non cittadini sono spesso condannate come arbitrarie, innaturali e ingiuste. E ciò mentre imperversa la politica dell'identità, che paradossalmente non fa che tracciare nuovi confini simbolici. Frank Furedi mette in guardia da una società culturalmente alla deriva, che fatica a produrre senso e significato e che, a livello individuale e collettivo, tende a svalutare la facoltà di esprimere giudizi. Anche per questo è fondamentale che l'umanità riscopra l'arte di tracciare confini."" -
Diari segreti
I Diari segreti di Ludwig Wittgenstein costituiscono il resoconto, la conseguenza e la testimonianza di quella rapida risoluzione che spinse il filosofo a iscriversi come volontario nell'esercito allo scoppio del primo conflitto mondiale. Punto di snodo della sua speculazione filosofica, la decisione di arruolarsi venne presa dopo un lungo periodo vissuto in completa solitudine e si configurò come un radicale mutamento di vita, come estinzione di un percorso personale prevedibile e precostituito, come una condizione imprescindibile per il proseguimento del suo lavoro intellettuale. Da quel che si sa, Wittgenstein non avrebbe per nulla apprezzato tutta questa attenzione per la sua persona e l'avrebbe senz'altro considerata il sintomo di un'inutile e invadente curiosità. Eppure, la vita di Wittgenstein attrae proprio perché è la vita di un filosofo in grado di sedurre i propri allievi e non solo. -
Dopo il neoliberalismo. Indagine collettiva sul futuro
Quale potrebbe essere l'esito del tormentato processo di transizione che stiamo vivendo? Quale blocco sociale si dovrebbe o potrebbe costruire per marciare verso una civiltà postcapitalista? Quali forme dovrebbe o potrebbe assumere il socialismo del XXI secolo? Dopo il tramonto dell'egemonia americana ci aspettano la rivoluzione o il caos sistemico? Quali idee per una nuova alleanza tra ambientalismo e socialismo? Perché rivendicare la sovranità nazionale non implica regredire ai nazionalismi del secolo scorso? A questi e altri interrogativi cercano di rispondere i dieci autori - Pierluigi Fagan, Carlo Formenti, Carlo Galli, Manolo Monereo, Piero Pagliani, Onofrio Romano, Raffaele Sciortino, Alessandro Somma, Alessandro Visalli e Andrea Zhok - che hanno collaborato alla stesura di questo volume sugli scenari ipotetici di un futuro che potrebbe ridisegnare la geopolitica mondiale e rivoluzionare i rapporti di forza tra classi sociali, popoli e nazioni. -
Shockdown. Media, cultura, comunicazione e ricerca nella pandemia
Già dalle prime settimane di diffusione della pandemia, nel marzo 2020, era evidente che quello che stavamo vivendo fosse un evento di portata eccezionale, una sorta di grande esperimento sociale che avrebbe modificato qualsiasi campo della vita quotidiana, costringendoci a ripensare alcuni perimetri cognitivi ed esperienziali, oltre che fisici, entro i quali opera la nostra vita. Questo è valso anche per chi fa ricerca. Shockdown nasce come tentativo di ripensare al lavoro del sociologo, al suo modo di osservare il mondo e a come alcuni dei paradigmi utilizzati possano essere messi in discussione dalle ricadute che la pandemia ha prodotto e produrrà ancora. Il libro offre un percorso di cartografia del territorio pandemico che mette in discussione le attuali mappe su media, cultura e comunicazione. Nel farlo ridisegna con sguardo rinnovato i rilievi della ricerca, avvalendosi dei contributi di diverse generazioni di ricercatori, scelti tra i nomi rilevanti del panorama nazionale nell'ambito della sociologia dei media e della cultura. Il lavoro ha preso forma a ridosso del lockdown come appello che i curatori di questo volume hanno lanciato tra colleghe e colleghi attraverso la rivista ""Mediascapes Journal"""", per poi trasformarsi, in una fase successiva di metabolizzazione del vissuto pandemico, in un insieme di saggi organizzati attorno a quattro mappe di orientamento: costruzione del discorso pandemico; immaginario pandemico; mutamenti virali; infodemia e pandemic politics."" -
Un pensiero anarchico. Filosofia, azione e storia in Reiner Schürmann
Il rapporto tra Martin Heidegger e la politica è un tema al centro della discussione da molti decenni ed è tornato di grande attualità dopo la pubblicazione dei primi Quaderni neri, dal 2014 in poi. Tuttavia, non si tratta soltanto di una questione biografica, ma di un insieme di domande relative al suo pensiero, alla riflessione filosofico-politica che ne è derivata e, da ultimo, alle fortune della tradizione ermeneutica cui Heidegger ha dato i natali. Questo libro propone un percorso nell'intreccio - talvolta labirintico - del dibattito, ricostruendo le posizioni di Reiner Schürmann (1941-1993). Interprete tra i più originali della tradizione heideggeriana, Schürmann indaga la relazione con l'orizzonte problematico della politica e della filosofia pratica, ben prima dell'uscita dei Quaderni neri, con posizioni che si riveleranno particolarmente feconde. Il cuore della sua riflessione è l'idea che la realtà sia retta da fondamenti metafisici che determinano il pensiero, l'azione e gli edifici valoriali: fondamenti che possono però essere sovvertiti in chiave anarchica. Quello di Schürmann è insomma un ""pensiero dell'anarchia"""", intesa in senso etimologico come assenza di fondamento o, meglio, come scoperta dei punti di rottura presenti in ogni paradigma assoluto. In questo vasto programma Schürmann riserva il primo posto alla prassi: all'attiva decostruzione dei principi che crediamo immutabili, ma che in realtà sono storicamente condizionati. Più che la teoria, è proprio la pratica a offrire una prospettiva liberante ed emancipativa che combatte la violenza della metafisica."" -
La competenza esperta. Tipologie e trasmissione
La crisi dell'expertise coincide oggi con il ruolo che le decisioni politiche e scientifiche hanno assunto nell'affrontare e risolvere problemi comunitari di enorme portata: dall'inquinamento ambientale all'immigrazione, dai vaccini alle pandemie. Da un lato urge una competenza da specialisti, acquisita per gradi, o il sapere tacito e incorporato dei ""dilettanti per professione"""", che intercedono e traducono fra più saperi. Dall'altro queste conoscenze e capacità sono avversate, e tutti si sentono in diritto di dire la propria. È un paradosso. La rete è stracarica di informazioni alla rinfusa in un regime di consultocrazia, senza un'auctoritas che ne garantisca il rigore e con istruzioni per qualsiasi cosa: dalla salute all'alimentazione, dal sesso agli esami di maturità. L'esperto asociale, geloso del proprio lavoro o incapace di comunicarlo, è sostituito da un'anonima élite tecnocratica, che si impone sulla volontà generale, o dall'esperto social, rassicurante venditore di significato che decide per il collettivo pur non avendo fatto gavetta. Questo libro indaga i tipi di competenza - nelle lingue, in medicina, nella dietetica, a scuola, in informatica, nell'arte, in fotografia e in musica - per come si formano e per come vengono trasmessi e appresi oggi, in un'era in cui credenze alte ed energie del vivere coesistono con opinioni a bassa intensità e di rapida escussione."" -
Podemos. Un profilo organizzativo
Il volume si inserisce nell'ambito della letteratura organizzativa dei partiti politici, prendendo in esame il caso di Podemos quale giovane impresa politica di successo. In un tempo di grandi crisi di legittimità delle istituzioni, l'iter di Podemos - dalla piazza al governo - offre uno schema analitico utile per delineare una possibile strategia d'uscita dai dilemmi cui le organizzazioni devono far fronte. E ciò come modalità di resilienza dei corpi intermedi, risignificandone il ruolo e ricostruendone la legittimità. -
Appartenersi. Verso un modello complesso di interpetazione del riconoscimento
Il bisogno di conoscenza guida da sempre il cammino dell'uomo al singolare e in società. Senza di essa si vivrebbe in preda all'angoscia per i molti rischi cui ci si sente esposti. Conoscere se stessi, l'altro, riconoscerlo sono attività di enorme complessità, sulle quali si costruiscono l'appartenenza, la cittadinanza e i processi di inclusione o esclusione da cui discende la possibilità o meno di essere società, ancor prima che di fare società. I soggetti diversi da ""noi"""", se stranieri, sono portatori di un'alterità radicale che provoca istinti di chiusura, se non aggressivi. Disinnescare il dispositivo di misconoscimento e disumanizzazione dell'altro è possibile facendo chiarezza su alcuni concetti relativi alla relazionalità - come identità, alterità, riconoscimento e appartenenza - che, dopo un'eclisse dovuta alla prospettiva individualista e strumentale, stanno tornando a rivelarsi fondamentali. Partendo da questi è possibile ripensare un sociale condiviso e più giusto."" -
Politica e violenza. Teorie e pratiche del conflitto sociale
Il presente lavoro intende riempire un ""vuoto"""", per quanto paradossale: nonostante non manchino teorie e riflessioni sul ruolo della violenza all'interno della politica e della società, raramente queste sono riuscite ad analizzare tale tematica senza lasciarsi tentare dallo scandalismo o dalla morbosità. Anche le scienze sociali sono coinvolte nell'incapacità di spezzare il binarismo: identificare la violenza semplicemente come criminalità oppure, più raramente, minimizzarla per proporre un'immagine bonaria ed edulcorata di coloro che l'hanno praticata o che ancora la praticano Nel Novecento, però, la violenza politica non è stata un argomento tabù, casomai una sorta di Giano bifronte, dal momento che animava da un lato uno dei criteri di legittimità dello Stato (""""detentore del monopolio della violenza legittima"""", appunto), dall'altro le rivendicazioni di quelle organizzazioni politiche radicali che, negli anni Settanta e Ottanta, cercavano una sorta di """"diritto alla violenza"""". E oggi? Dentro un panorama politico in apparenza """"pacificato"""", il presente volume offre al lettore una serie di casi empirici e di riflessioni teoriche sul nesso tra politica e violenza nella società contemporanea."" -
Oltre l'inetto. Rappresentazioni plurali della mascolinità nel cinema italiano
Questo volume raccoglie una serie di contributi che indagano la rappresentazione della mascolinità nel cinema italiano, con l'ambizione di entrare in dialogo con un dibattito che si è fatto negli ultimi vent'anni sempre più ricco, sia in Italia che all'estero. Dalla commedia all'italiana allo zombie movie, da Pietro Germi a Bernardo Bertolucci, da Raf Vallone ad Alessandro Borghi, Oltre l'inetto. Rappresentazioni plurali della mascolinità nel cinema italiano esplora un'ampia varietà di temi e figure, attraverso differenti prospettive di ricerca che concepiscono l'identità maschile come un costrutto complesso, poliedrico e molteplice. -
La civiltà occidentale e l'identità europea. Studi di filosofia politica
I due autori di riferimento di questa trattazione, Oswald Spengler e Cari Schmitt, sono quasi contemporanei: Spengler nasce nel 1880, mentre Schmitt nasce nel 1888. Schmitt arriverà però a vivere quasi cento anni (morirà infatti nel 1985), mentre Spengler morirà molto prima, addirittura nel 1936, ossia senza vedere la Seconda Guerra Mondiale, che invece sarà fonte di riflessioni importantissime per Schmitt. Si pensi che il primo volume del capolavoro di Spengler, ""Il tramonto dell'Occidente"""", è stato ultimato prima della fine della prima guerra mondiale: ciononostante, egli sembra aver maturato risultati analoghi a quelli a cui giungerà Schmitt proprio alla luce dei cambiamenti connessi agli esiti dei due conflitti mondiali (a tal proposito, faremo riferimento soprattutto al suo lavoro del 1950, """"Il nomos della terra""""). Si potrebbe dunque dire che i due autori partano da alcuni presupposti analoghi, anche a livello cronologico e di formazione: si sono infatti formati negli stessi anni, cioè in quel periodo di profonda crisi, descritto da entrambi come l'inizio della fine."" -
Youth work in Europa e in Italia. Conoscere per ri-conoscere l'animazione socioeducativa
A livello europeo l'espressione 'youth work' si riferisce a un insieme di pratiche socioeducative rivolte ai giovani in una sfera di confine tra quella informale (famiglia, gruppo dei pari, socialità online ecc.) e quella formale (scuola, università, formazione professionale ecc.). Soprattutto su impulso dell'Unione Europea e del Consiglio d'Europa, in Italia si osserva un rinnovato interesse verso questo settore, denominato animazione socioeducativa giovanile nella traduzione dei documenti europei. Il libro ripercorre il processo di sviluppo di una comunità di pratica tra gli operatori di youth work in Europa, per poi esplorare la pluralità di tradizioni e attori che in Italia si possono far ricadere in questo specifico settore. L'autore, inoltre, traccia alcune linee di un percorso di riconoscimento istituzionale e di sviluppo professionale dell'animazione socioeducativa giovanile, oltre a inquadrarla come ambito di ricerca sociologica e valutativa in relazione al più generale processo di pluralizzazione dei contesti educativi e formativi. -
Il carcere invisibile. Etnografia dei saperi medici e psichiatrici nell'arcipelago carcerario
La recente chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) ha sconvolto le preesistenti geografie del sistema penale, producendo effetti di rilievo anche nel campo penitenziario. Negli ultimi anni, sembra infatti che il carcere abbia visto l'esplosione di una nuova ""questione psichiatrica"""", con l'ingresso di un numero crescente di detenuti affetti da disturbi psichici come diretta conseguenza del superamento delle precedenti istituzioni manicomiali. Il testo si propone di decostruire tale retorica attraverso uno studio etnografico condotto in tre istituti penitenziari del Nord Italia. Facendo riferimento agli approcci teorici della criminologia critica e della psichiatria radicale, la ricerca evidenzia la natura complessa e sfaccettata del fenomeno, indaga i saperi e le pratiche messe in atto dagli operatori sanitari e ne analizza l'interazione con il campo morale e simbolico del penitenziario."" -
Black noise. Tecnologie della diaspora sonora
Qual è la consistenza della linea che divide il suono dal rumore? Con quali armi si combatte la battaglia per lo spazio acustico nelle città? In che modo il sound di una piccola isola dei Caraibi è riuscito a esercitare un'influenza tanto profonda sulla musica pop ed elettronica del nuovo millennio? Amplificando il concetto di rumore nella sua dimensione estetica e politica, il testo intende ripensare il legame tra suono, tecnologia, razza e potere a partire dalla specifica impronta sonora della musica giamaicana: reggae, dub e dancehall. Il risultato è una critica culturale scritta ""con le orecchie sull'altoparlante"""", radicale e rigorosa, che registra il modo in cui altre epistemologie, provenienti dalla periferia globale, possono interrompere la narrazione occidentale della modernità."" -
Tardo industrialismo. Energia, ambiente e nuovi immaginari di sviluppo in Sicilia
La crisi strutturale del comparto produttivo legato alla raffinazione del petrolio e alla lavorazione dei suoi derivati ha determinato, anche nell'Italia meridionale, il proliferare di agende di sviluppo all'insegna di un'idea di innovazione in chiave green, smart e hi-tech: tre parole che descrivono, rispettivamente, la transizione verso le fonti rinnovabili, i sistemi di efficientamento ""intelligente"""" dei servizi e della produzione e distribuzione energetica a livello urbano e la svolta verso l'economia digitale e le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione su scala globale. Avvalendosi di un'ampia gamma di fonti etnografiche, visuali e testuali, il libro analizza il processo di inglobamento della ristrutturazione industriale oggi in corso nel Siracusano, con particolare attenzione agli assetti istituzionali, agli arrangiamenti politici e alle economie morali di un territorio costretto a fare i conti non solo con un drastico collasso occupazionale, ma anche con gli effetti di lunga durata della produzione da fonti fossili. Localizzato ai margini dei maggiori centri finanziari e dell'industria energetica in Europa, il polo petrolchimico siracusano diventa così un punto di osservazione per illuminare gli spazi di frizione del tardo industrialismo."" -
La critica postcoloniale. Decolonizzazione, capitalismo e cosmopolitismo nei postcolonial studies
"Postcoloniale"""" è ormai diventato uno dei termini chiave della teoria sociale. Sulla scia di questo successo, negli ultimi anni, soprattutto nei paesi anglosassoni, ha preso corpo un imponente campo transdisciplinare di studi e di ricerche socioculturali su alcune delle questioni più urgenti del mondo globale contemporaneo: quello dei postcolonial studies. Tuttavia, in Italia, postcoloniale e postcolonialismo non sempre appaiono come nozioni chiare e ben definite. Talvolta si presentano come contenitori capaci di promuovere concezioni e orientamenti teorici, epistemologici e politici intrinsecamente contraddittori. Questo volume si propone come una genealogia critica degli studi postcoloniali e offre al lettore i contorni di un dibattito finora recepito nel nostro paese in modo frammentario. Passando in rassegna le tematiche più ricorrenti e il lavoro degli autori più impegnati in questo campo - Said, Bhabha, Spivak, Hall, Gilroy, Young, Clifford, Appadurai -, l'autore intende mettere in luce sia lo sviluppo storico del postcolonialismo, sia il suo rapporto con le principali correnti della teoria sociale: il marxismo, il postmodernismo, il decostruzionismo, il post-strutturalismo. A partire dall'approfondimento di alcuni concetti chiave - cosmopolitismo, globalizzazione, colonialismo, diaspora, critica culturale - sostiene quindi che il futuro di un campo di studi eminentemente politico come quello dei postcolonial studies non potrà che dipendere dalle posizioni che vi emergeranno in riferimento ai conflitti più pregnanti del mondo odierno." -
Idola sermonis. Il potere cognitivo degli stereotipi nel linguaggio implicito
Un acceso dibattito ha recentemente messo in luce il ruolo degli stereotipi nella comprensione del linguaggio letterale come idòla fori di baconiana memoria, che possono influenzare il nostro modo di vedere il mondo sociale attraverso la lingua parlata da una comunità linguistica. È stato invece meno discusso il ruolo degli stereotipi come idòla sermonis, ossia come meccanismi cognitivi di creazione di categorie nei discorsi quotidiani e di comprensione delle dinamiche sociali in vari contesti conversazionali. Inoltre, il prevalere dell'accezione negativa del termine ""stereotipo"""" quale pregiudizio ha lasciato in ombra la complessità degli stereotipi come idòla della mente umana in determinate circostanze d'uso del linguaggio. Il volume si propone di capire se e quando gli stereotipi hanno un ruolo negativo nei contesti comunicativi, per scoraggiare quelli che possono portare a un'effettiva esclusione sociale. In particolare, si ritiene che il linguaggio non letterale, specie se figurato, possa essere un banco di prova del """"potere cognitivo"""" degli stereotipi, perché, rispetto a quella del significato letterale, la comprensione del significato implicito richiede delle conoscenze contestuali - talvolta tacitamente racchiuse nei """"luoghi comuni"""" di una comunità linguistica - più difficili da portare alla luce. Si indaga quindi quel continuum di fenomeni linguistici in cui i processi pragmatici di comprensione del significato implicito più ricorrono a conoscenze stereotipiche, a partire dagli slurs e dalle metafore fino all'ironia e ai proverbi, il cui significato è totalmente implicito o evocato da immagini socialmente condivise."" -
Capitalismo 4.0. Genealogia della rivoluzione digitale
Oggi si parla sempre più spesso di rivoluzione 4.0, in riferimento a un insieme di processi come la rapida crescita del ""capitalismo delle piattaforme"""" e, più in generale, l'innesto sempre più pervasivo nel quotidiano di robotica, Internet of Things e dimensione algoritmica. Si tratta di processi che stanno trasformando profondamente anche il mondo del lavoro. Il volume - curato dal collettivo Into the Black Box - si propone di indagare tale realtà con uno sguardo attento non solo alle innovazioni tecnologiche e organizzative, ma anche e soprattutto alle forme di conflittualità che, dalle lotte nella sfera della riproduzione sociale ai """"blocchi logistici"""", si sviluppano all'interno delle catene globali del valore. Postfazione di Sergio Bologna."" -
Il burrone e il salto. Racconti di arte urbana nelle fotografie di WallsOfMilano. Ediz. illustrata
Ripercorrere a ritroso quasi quindici anni di amicizie, luoghi e storie cittadine attraverso quello che i muri hanno da raccontare: questo l'obiettivo dei due autori in questo testo di Arte Urbana, la più interessante tra le forme di comunicazione nello spazio pubblico. In questo viaggio spazio-temporale ogni foto narra un momento del rapporto che lega WallsOfMilano alla comunità artistica, la stessa di cui il fotografo è diventato parte e narratore ufficiale. Nel libro si susseguono spazi occupati, quartieri, gallerie d'arte ed eventi dove l'Arte Urbana ha trovato la sua naturale collocazione e dove gli artisti che hanno reso possibile la nascita e lo sviluppo di questa produzione/azione hanno avuto modo di conoscere WallsOfMilano, di apprezzare la sua poetica fotografica, di vivere esperienze condivise e di stringere vere e proprie amicizie. -
Il viaggio di Mouktar. Storie di migranti raccolte da un insegnante di frontiera
Ecco l'esodo del III millennio: milioni di persone che fuggono da guerre, carestie, razzismo, intolleranza e violenza. Questo mondo, l'autore de ""Il viaggio di Mouktar"""" lo ha conosciuto nella realtà dei centri di accoglienza come docente di italiano L2 fino a farlo diventare il suo mondo: entrandoci, vivendoci e condividendo giorno per giorno le esperienze, le storie, le pene e le speranze di migliaia di profughi provenienti da terre remote. Le stesse terre che lui ha sempre sognato di conoscere e che ora sono lì, a portata di mano, pronte a parlargli e ad arricchirlo di conoscenze. In un percorso lungo sedici racconti, Alessandro Tedesco ci accompagna alla scoperta di vite sofferte, tradite, mutilate: vite in cerca di vita, perché in fondo la storia di Mouktar è anche la loro.""