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Con il piede sbagliato. Dribbling di sinistro tra chiesa e partito
A dieci anni si accorge di calciare sempre con il destro. Non è giusto, pensa, e si mette a tirare di sinistro. Scrive con la sinistra, mangia con la sinistra, il segno della croce no, è la mano del diavolo, che infatti sta sulla spalla sinistra, l'angelo custode invece è sulla destra, tutto perfettino, mani giunte, collo storto. Antipatico. La strada è segnata: a sinistra. Qui trova i vecchi compagni, quelli di una volta che bandiera rossa la trionferà, e i preti novelli, quelli di adesso, che Cristo è venuto per i poveri, ma non di spirito, e che quando un giusto perseguita un malvagio, Dio è dalla parte del perseguitato. Si batte per riscattare la sua gente, le prova tutte, si mette anche in politica. Presenta una lista che gli dicono: siete troppo bravi, non ce la farete mai. Chi proprio non sopporta sono i ruffiani, che se hai un problema vai a farti raccomandare, invece di lottare tutti insieme. Non c'è partita. Però... Però cosa? Però... niente. -
Venetica. Annuario di storia delle Venezie in età contemporanea (2022). Vol. 1: corpo mi appartiene. Donne e consultori a Nordest, Il.
L'unica rivoluzione riuscita nell'Italia del secondo dopoguerra fu quella pensata e agita dalle donne e cambiò la vita di tutti: relazioni, sessualità, coppie, famiglie, figli, comunità locali. Sono noti i conflitti degli anni Settanta e Ottanta in Parlamento e nel paese, per acquisire una legislazione adeguata al nuovo orizzonte di libertà civile e di avanzamento sociale maturato nelle coscienze e nel senso di sé delle persone. Divorzio, diritto di famiglia e regolamentazione dell'aborto ne sono state le tappe più rilevanti; i consultori, il luogo in cui si consolidarono la cultura e la pratica dei nuovi diritti. La ricerca ha inteso ricostruire i processi ""di lotta e di governo"""" che il movimento delle donne innescò in quella fase politica cercando di cogliere come lo spirito dei luoghi dei diversi territori del Nordest - da Trento passando per le città venete fino a Trieste - si intersecava con gli obiettivi generali."" -
Vinum. La civiltà del vino nei secoli: storia e storie
Il vino è un prodotto antico, carico di significati, di valori, di simboli. Le prime testimonianze documentate risalgono al 5000 a.C. È una storia qui solo in parte ripercorsa, che mette in luce le tre funzioni che caratterizzano produzione e consumo del vino: quella tecnica, indispensabile per produrlo, quella sociale, perché favorisce la convivialità, quella dello scambio e quella ideologica, per i valori culturali e simbolici che lo accompagnano. Questo libro nasce dalle esperienze e dagli studi di docenti ed esperti che gravitano intorno alla Biblioteca Internazionale ""La Vigna"""", specializzata nelle scienze agrarie. È un volume molto particolare perché offre prospettive di studio sul tema """"vino"""" ad ampio spettro: saggi, ricerche e testimonianze, fino a presentare la letteratura, le opere antiche e le fonti prodotte nel corso dei secoli e che oggi sono preziose testimoni di secoli di cultura contadina e artigiana. Passato, presente e futuro della tradizione vinicola italiana si intrecciano al ricco patrimonio librario e documentario della Biblioteca Internazionale """"La Vigna"""" di Vicenza, offrendo al pubblico un libro ricco di spunti interessanti e approfondimenti di rilievo."" -
Gondole a Feltre. Domande di oggi, storie di ieri
Gondole a Feltre, Venezia a Mestre, giuramenti a Pontida, ventenni alla ricerca di un nonno anarchico, concerti di Bruce Springsteen, il sosia del maresciallo Tito... Gli scritti qui raccolti prendono spunto dal presente. I fenomeni in cui siamo immersi sembrano simili a quelli del passato oggetto dei nostri studi, eppure appaiono differenti quel tanto che basta per confonderci. I contesti cambiano. Conviene allora fare come gli archeologi, che cominciano con un inventario di oggetti, indicando il punto in cui si situano. Che rapporti legano gli oggetti l'uno all'altro? Ci sono esistenze che non vediamo perché fuori dal cerchio di luce che illumina solo quelle che si sono affermate? Quando cerca di rispondere a queste domande, la storiografia afferma solidarietà e legami con esseri umani che agiscono senza conoscere l'esito delle proprie azioni. I saggi contenuti in questo libro sono accomunati dall'idea che gli studi di storia contribuiscono alla costruzione di uno spazio pubblico, garantendo uno standard nel trattamento dei dati e promuovendo la ricerca di una qualche verità verificabile, oltre che provvisoria e consapevole del punto di vista in cui si situa. -
Absidi mediterranee. Costantinopoli, Palaestina, Phoenicia, Syria, Ifriqiya, ante Mille
Sulle coste del Mediterraneo orientale nacque il Cristianesimo, le cui manifestazioni materiali maggiormente apprezzabili sono le chiese e i monasteri. Una legione di costruttori, carpentieri, scultori, decoratori, manovali, provenienti dall'Europa, dall'Asia e dall'Africa, religiosi e pagani, preti e laici, uomini di cultura e umili lavoratori, realizzarono in qualche secolo migliaia di edifici di culto lavorando senza posa, compensati, forse, di un insufficiente pezzo di pane. Questi edifici destinati alla liturgia cristiana in medio Oriente e nell'Africa mediterranea erano strutture in bilico tra terremoti, incendi, devastazioni per guerre e rivolte, sempre bisognose di manutenzioni più o meno radicali. Se la storia dell'architettura si è lungamente interessata alle scarse altisonanti realizzazioni cultuali impiantate soprattuto nelle capitali imperiali e nelle località deputate, la storiografia si è d'altro canto occupata della pletora di santuari di campagna, di cappelle votive e parrocchiali, di capanne e grotte, di dimessa fattura. -
Tiziano. Il canto del cigno
Ci sono artisti (pittori, musicisti, poeti...) che, nella loro vecchiaia, a settanta, ottanta, novant’anni, sembrano intraprendere una nuova forma dell’arte della quale si credeva fossero i maestri. Cosa succede? Una nuova giovinezza? La libertà, quando non si deve più render conto a nessuno? Oppure, al contrario, la morte intravista, l’angoscia? La fede, la speranza? La piena consapevolezza di sé, la voglia di lasciare il segno? Quando siamo di fronte alle ultime opere del vecchissimo Tiziano, così angoscianti e di una materia pittorica così spessa, come collegarle con quello che tanto ci piaceva di lui quando era giovane e che con tanta delicatezza ci faceva contemplare la Venere di Urbino? Cosa accade nella mente di un pittore che invecchia e sotto la sua mano che sembra tremare, mentre egli sembra sussurrare: ho ancora qualcosa da dire... -
Storia del carnevale di Venezia dall'XI secolo ai giorni nostri
Riportato in vita nel 1980 e da allora celebrato nella decina di giorni che precedono la quaresima, il carnevale di Venezia, festa liberatrice, dominata dal piacere e dalla trasgressione, fu a lungo anche strumento politico. Nato alla fine dell'XI secolo, il carnevale divenne nel Quattrocento uno dei momenti chiave di un rituale destinato a celebrare i successi politici ed economici della Serenissima. La sua dimensione celebrativa e festiva non smise in seguito di raffinarsi, tanto che diventò nel XVIII secolo il simbolo per eccellenza dei carnevali urbani, appuntamento imperdibile per i principi e i membri delle élite di tutta Europa. Nel corso del XIX secolo, quando Venezia non regnava più su alcun mare e aveva perduto la propria indipendenza, il carnevale scomparve a poco a poco dalla vita veneziana e dalla coscienza europea. Il suo ritorno nel 1980 realizzò il duplice intento di risuscitare una festa urbana segnata dagli splendori barocchi del XVII secolo associandola ai ricordi di Vivaldi, Pietro Longhi e Goldoni, contemporanei del secolo dei Lumi. -
Dodici giovani campioni a Helsinki 1952. Breve storia dei canottieri e dei canoisti di Treporti e Cavallino
Alle Olimpiadi di Helsinki del 1952 parteciparono due equipaggi del canottaggio formati interamente da abitanti di Cavallino-Treporti, un otto con timoniere e un quattro con timoniere. A settant'anni dallo straordinario evento, il libro vuole rendere omaggio ai dodici campioni che si erano conquistati il diritto di rappresentare l'Italia a quelle Olimpiadi. Propone inoltre una breve storia del canottaggio e della canoa di questo angolo della laguna di Venezia che da sempre ha un rapporto speciale con le barche a remi. -
Giacomo Matteotti fra diritto e politica
Il volume, frutto della collaborazione fra la Casa Museo Giacomo Matteotti di Fratta Polesine e il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Ferrara, comprende contributi di autorevoli studiosi che si soffermano sugli studi giuridici e sull'attività parlamentare di Matteotti, gli aspetti meno conosciuti della sua vita, nota finora al pubblico quasi soltanto per il delitto di cui fu vittima, che cambiò la storia italiana e consentì la svolta con la quale il fascismo divenne dittatura. Il libro ripercorre l'ambiente famigliare in cui si formò, soffermandosi sul fratello maggiore Matteo, e fissa l'attenzione sugli austeri studi di diritto compiuti da Matteotti a Bologna, richiamando l'attenzione sull'importanza che essi ebbero nel forgiare le sue convinzioni di socialista riformista. Tali studi sono alla base anche dell'indefessa attività parlamentare che egli svolse e della strenua difesa della centralità del Parlamento di fronte alla violenza fascista. Dal libro, scrupolosamente documentato ma leggibile da chiunque, emergono la solitudine di Matteotti, anche di fronte al variegato mondo socialista del tempo, e la modernità delle sue posizioni. -
Terrète imberrète
Questa appassionante autobiografia intreccia vicende personali e familiari con la storia del nostro Paese e di Verona in particolare, dalle prime bombe sganciate sulla città nell’ottobre del 1940, alla fine della Seconda guerra mondiale e oltre. Il libro si articola in due parti: la prima racconta l’infanzia dell’autrice vissuta tra giochi e svaghi, offuscata però da un’educazione d’impronta fascista e dal drammatico incombere del conflitto. Il curioso titolo Terrète imberrète ci tramanda la preziosa eredità di una generazione che riusciva a trasformare in divertimento persino le strisce d’argento lasciate cadere dai bombardieri per ingannare i radar, e ci lascia con un grande messaggio di umanità e speranza. La seconda parte ripercorre invece le tappe del viaggio di nozze dell’autrice con l’architetto Luigi Calcagni: i vivaci dialoghi tra l’architetto e la sua novella sposa, storica dell’arte, ci elargiscono acuti dettagli sulle splendide città e i borghi visitati tra Svizzera, Germania, Svezia, Danimarca, Belgio e Francia, assieme ad alcuni esilaranti “incidenti di percorso” che non mancano mai di presentarsi. -
Punta San Vigilio. Patrimonio ideale dell'umanità
Punta San Vigilio è da sempre uno dei luoghi più affascinanti e iconici del lago di Garda: definita già nel Cinquecento «sacra, gioconda e amena», frequentata nei secoli da eminenti personaggi, non ha mai smesso di incantare i visitatori e di rendere orgogliosi i propri abitanti. In pochi sanno però che questo luogo così unico e prezioso agli inizi del XX secolo ha rischiato di subire un vero e proprio scempio ambientale - fenomeno all'epoca ben poco diffuso rispetto ad oggi - ovvero la costruzione di un Grand Hotel che avrebbe dovuto sorgere proprio in riva del lago, lasciando un vero sfregio ad uno dei paesaggi più celebrati d'Europa. Il disastroso progetto fu però fortunatamente fermato da un'eccezionale opera di salvataggio ottenuta con la mobilitazione dell'opinione pubblica internazionale e con lo straordinario intervento di solerti amanti dell'arte che, facendo pressione presso il Governo italiano, ne ottennero la sua tutela e integrità. Il volume racconta questa storia eccezionale ed emblematica, che accende una luce anche sulle problematiche dell'ambiente e degli scempi edilizi attuali, ben più difficili da ostacolare. Al contempo l'autore ricostruisce le vicende storiche di Punta San Vigilio dalle origini fino all'età moderna, e ne affronta il tema più affascinante: la villa cinquecentesca e il suo misterioso giardino umanistico, denso di rimandi culturali, artistici, filosofici e spirituali. -
La mia vita di scuola e di Resistenza
Lina Tridenti racconta in una lunga memoria la sua «vita di scuola e di Resistenza», rievocando l'esperienza della scuola fascista e le varie fasi della difficile ma appassionata costruzione della nuova scuola repubblicana dopo la guerra. È stata la sua intensa partecipazione alla Resistenza sui Berici, inizialmente come staffetta, poi aiutante del Comandante Giacomo Chilesotti, a segnare profondamente la sua vita di insegnante ed educatrice. L'educazione appariva a lei e al marito Lino Monchieri, reduce dai campi di concentramento tedeschi come internato militare, il nodo fondante da cui partire per inaugurare lo Stato nuovo, indicando valori e linee guida, libertà democrazia giustizia sociale, una nuova coscienza europea, formando cittadini consapevoli. Il libro, edito dall'Associazione ""rEsistenze-storia e memoria delle donne in Veneto"""", è corredato da un apparato documentario di fonti diverse (riproduzioni di materiali didattici, appendice di articoli e lettere di Lina legati al tema dell'educazione e della memoria della Resistenza), e da un ricchissimo inserto fotografico con molte immagini di momenti scolastici nell'arco di quasi un secolo, nel vicentino e nel bresciano."" -
Venetica. Annuario di storia delle Venezie in età contemporanea (2022). Vol. 2: Ebrei stranieri in Veneto. Storie di fughe e internamento (1933-43).
Fu lo spartiacque della guerra a fare del Veneto un importante laboratorio delle politiche fasciste nei confronti dei ""nemici dello Stato"""", fra i quali gli ebrei: nella regione ne furono internati più di 1400 (una cifra superiore a quella di qualsiasi altra regione italiana) con il coinvolgimento di circa 100 comuni di tutte le province. Il fenomeno dell'internamento civile nell'Italia fascista è rimasto, nella ricostruzione storica e nella percezione stessa di chi lo ha vissuto, schiacciato tra gli anni di fuga dalle politiche anti-ebraiche del nazismo e dell'Europa centro-orientale e gli anni della deportazione e della Shoah. Illuminare gli anni 1938-1943 significa da una parte comprendere i meccanismi della politica fascista e dall'altra uscire da una narrazione per cui gli ebrei compaiono quasi all'improvviso sulla scena della storia senza avere un prima e un dopo, vite unidimensionali nell'ingranaggio della descrizione quantitativa. I saggi contenuti in questo numero di «Venetica» cercano di render conto del progredire degli studi, dando conto sia dei dati generali relativi a ciascuna provincia, sia delle biografie intrecciate con queste tematiche."" -
Il tempo nei proverbi veneti
Il tempo contadino del passato era un tempo ciclico, legato all'avvicendarsi ripetitivo dei lavori agricoli in combinazione con l'alternarsi delle stagioni. Per affrontare la sfida quotidiana tra l'uomo e le forze della natura la cultura contadina faceva ampio ricorso all'osservazione ripetuta del cielo, della luna, del sole e delle stelle, che insieme con l'esperienza, quella vissuta e quella tramandata, costituivano il nocciolo delle conoscenze meteorologiche in grado di consentire qualche modesta previsione del tempo locale. Concordati ai santi del giorno e alle festività del calendario ecclesiastico, modi di dire e proverbi offrivano un importante supporto mnemonico e indicazioni sicure sui periodi migliori per i lavori nei campi. La raccolta, ampia ma non esaustiva, si propone di ripercorrere le tracce nitide del rapporto secolare, ormai in via d'estinzione, tra un certo modo di stare al mondo dei contadini veneti e un ambiente ostile e nello stesso tempo generoso. -
La gola del diavolo. Giallo nel Vajont
Valle del Vajont, 1962: da pochi anni la diga è stata completata e in parte messa in funzione, ma la popolazione vive nella paura. Piccoli smottamenti e scosse fanno temere il peggio. La ditta costruttrice, la Sade, è consapevole dei problemi e dei rischi, ma li tiene nascosti, con la complicità delle più alte sfere governative, per poter collaudare l’impianto a pieno regime prima che venga rilevato dall’Enel, come disposto dalla legge sulla nazionalizzazione delle imprese idroelettriche. A Longarone arrivano solo poche voci sulla vicenda, finché il brigadiere Tiziano Bortot, della locale caserma dei Carabinieri, indagando sul suicidio di Egisto Zoldan, un operaio della diga, viene a sapere dei contrasti tra popolazione locale e impresa costruttrice. Bortot, che è un uomo timoroso, senza iniziativa e preoccupato solo di evitare problemi, viene catapultato suo malgrado in una vicenda dai contorni oscuri quando un collega del defunto gli rivela che Zoldan, prima di morire, aveva tentato di rompere il muro del silenzio imposto dalla Sade. Sarà in grado di evitare l’inevitabile, scrivendo un altro finale per la tragedia del Vajont? Un romanzo basato sui documenti del processo. -
Scholares. Gli studenti e l'Università di Padova (1222-2022)
Il volume, che intende celebrare gli 800 anni di vita dell'Università di Padova, è una rivisitazione della secolare storia dell'Ateneo Patavino, che prende come punto di riferimento gli studenti, la loro presenza in città e nel territorio, i cambiamenti in merito ai percorsi di studio, la relazione con le diverse situazioni politiche e sociali. L'opera propone anche sette ""inserti"""", prevalentemente fotografici: uno sguardo su come è cambiata negli ultimi secoli la presenza dello Studio in un contesto urbano ricco di trasformazioni, che tuttavia non hanno intaccato la centralità del palazzo dell'ateneo nella parte più storica della città. L'ampio corredo iconografico dei testi è stato curato da Matteo Danesin."" -
Il sacello delle Sante Teuteria e Tosca
Il sacello delle Sante Teuteria e Tosca, incastonato lungo la via Postumia a ridosso della pieve dei Santi Apostoli, è un antico e poco noto tesoro dell’architettura ecclesiastica della Verona altomedievale, preservato quasi intatto nel corso dei secoli. Dopo lo splendore dell’epoca romana, l’avvento del cristianesimo cambiò radicalmente le condizioni della città non solo sul piano religioso e sociale, ma anche architettonico. Verona assunse una nuova veste, arricchendosi di importanti edifici sacri che furono protagonisti nella ridefinizione dell’assetto urbano. Queste testimonianze, tuttavia, sono state oggetto di profonde alterazioni che hanno inficiato gli allestimenti originari. Il sacello, al contrario, costituisce una rara eccezione, poiché conserva ancora gli elevati paleocristiani. Il volume analizza le vicende artistiche e costruttive di questo piccolo ambiente collocandolo nel suo contesto culturale, debitore di arcane influenze ravennati, ma con precisi raffronti anche in Veneto. L’utilizzo delle moderne tecnologie di rilievo digitale ha disvelato le varie tappe di una storia millenaria, scritta in filigrana fra le trame murarie di questo monumento straordinario. -
Da Este ad Auschwitz. Storia degli ebrei di Este e de campo di concentramento di Vo'
Questo volume è l'esito di una ricerca nata con l'obiettivo di guidare gli studenti ad un'indagine sulle condizioni degli ebrei di Este negli anni del fascismo e della Seconda guerra mondiale. Si presenta quindi come un lavoro di storia locale riguardante una sparuta comunità israelita di una piccola città del Veneto meridionale. Eppure il lettore si accorge subito che le vicende che hanno travolto e spazzato via da Este le uniche due famiglie ebree assumono un valore paradigmatico, perché sono direttamente determinate e scandite dai grandi eventi che hanno tragicamente segnato la storia nazionale ed europea negli anni trenta e quaranta del nostro secolo. Con una lettera elogiativa di Primo Levi. -
Itinerari di Smeraldi. Rappresentazione e governo del territorio nell’opera di un cartografo farnesiano (1580-1634)
Passo dopo passo, giorno dopo giorno, Smeraldo Smeraldi, ingegnere, architetto e cartografo dei Farnese, ha lasciato una impronta profonda sul territorio dei Ducati di Parma e Piacenza, testimoniata da carte, relazioni, disegni, progetti (1580-1634). Il volume propone un itinerario conoscitivo del contesto geografico, politico, culturale e territoriale nel quale è fiorita l’opera di uno dei più importanti cartografi farnesiani. La lettura di diari e cartografie, restituita nell’apparato critico dell’opera, rivela il farsi della trama di conoscenze e interventi che viene delineando l’assetto del territorio e, con il fluire del tempo, il paesaggio. La poliedricità dell’operare e dei saperi di Smeraldo è assunta a riferimento simbolico per il Progetto di rilevante interesse nazionale “Fontes. Geohistorical sources and information systems for the knowledge and management of environmental and cultural risks”, nel quale interdisciplinarietà e affinamento teorico-metodologico rappresentano il fulcro vivo della ricerca. Il volume inaugura la collana “Fontes”, spazio di confronto interdisciplinare su interpretazione e valorizzazione delle fonti cartografiche ed iconografiche. -
In rodaggio
Quando abbiamo chiesto all’autore perché abbia voluto accostare, seppur dal retro, il suo “In rodaggio” ad altri racconti, ci ha risposto che temeva che il volume sarebbe stato troppo sottile, nel senso di poter sembrare un prodotto di scarsa importanza, una cosetta, e quindi che l’inserimento sul rovescio del testo di un certo numero di scritti più “leggeri” avrebbe giovato al suo spessore e fatto conoscere al lettore un secondo e più rilassato profilo di sé rispetto a quello che si poteva desumere dal romanzo. In effetti siamo in molti a pensarlo e, sapendo quanto possano essere sfaccettate le realtà di Luciano Cenna, siamo del parere che l’allusivo titolo “Retrorodaggio” sia una buona occasione per mostrare ben più di una sfaccettatura.