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All'ombra del ricino
“Guarda le piante. Protese verso l’alto eppure con i piedi per terra. Prova a immaginare un albero capovolto: la testa sotto, gli arti in alto. La testa dell’albero, caro il mio David, sono le radici, mica i rami e le foglie. E gli alberi, quanto a stare al mondo la sanno lunga. Molto più di noi umani”. Il ricino è un arbusto, neanche un albero: pieno di ambizioni e contraddizioni, ma niente più che un piccolo fusto quasi raso terra e rami in ordine sparso. Quel poco che è si fa grande, nel bene e nel male, dentro la storia. Il ricino è la prova dell’esistenza di un Dio onnivedente per il profeta Giona. Il ricino è l’infausto olio strumento di tortura del fascismo. A volte, però, queste sue proprietà diventano benefiche: il micidiale purgante aiuta, quando è il caso, ad allargare il canale di parto di una donna che sta per diventare madre e lo farà quasi ridendo, per merito del medicinale estratto dalla pianta. La storia, qui, parte da Ben Gurion che andava in spiaggia e si metteva a testa in giù perché, diceva, quella posizione era provvidenziale per mettere ordine ai pensieri. Su quella stessa spiaggia di Tel Aviv, secoli e millenni prima, ci piace immaginare il piccolo profeta biblico che arriva trafelato, in fuga dall’ordine di Dio che gli ha appena detto: ""Vai in questa direzione, a fare il tuo lavoro di profeta"""". E lui niente, si mette a correre nella direzione opposta. E scappa, scappa dal destino sino a quando Dio non gli mette davanti una pianta di ricino."" -
Dell'invisibile amore e di altre trasparenze
"Un lontano giorno ci dicesti che per essere felici bisogna innanzitutto saper riconoscere la felicità. Se voglio sento ancora nella mia mente la tua voce di allora, che scandisce quelle parole come solo tu sai fare. E noi lo abbiamo fatto, Sara, abbiamo cercato di riconoscere la felicità ovunque si trovasse, anche quando come una bambina fingeva di nascondersi per giocare con noi a farsi ritrovare.""""" -
Le antiche mura «etrusche» di Orbetello. Atti della Tavola rotonda
In questo libro sono contenuti gli atti della Tavola Rotonda che si è svolta il 22 e 23 settembre 2017 ad Orbetello, primo atto di un progetto, presentato nella premessa al volume, che ha come obiettivo la conoscenza, la riqualificazione e la valorizzazione dell'antica struttura che cinge il centro storico della città. Nel corso dei lavori, dopo una presentazione della storia del monumento dall'epoca rinascimentale ad oggi (Cardosa), una serie di relazioni hanno offerto un quadro complessivo della formazione dell'ambiente lagunare (Velasco) e del popolamento della città e del suo territorio in epoca preistorica (Leonini - Cardosa), etrusca (Zifferero, Ciampoltrini) e romana (Celuzza). Nella seconda parte si è offerta una panoramica dei sistemi di fortificazione in Etruria dalla tarda protostoria (di Gennaro) all'epoca etrusca, con confronti con strutture simili nei territori vicini, quali Vulci (Cerasuolo), Saturnia (Rendini) e Vetulonia (Rafanelli), mettendo inoltre a confronto le mura poligonali di Orbetello con le strutture in tecnica analoga note in area laziale (Cifarelli). A conclusione si è presentato un saggio di rilievo strumentale dell'antica struttura con le possibilità, dal punto di vista della conservazione e della valorizzazione, che tale tecnica offre (Palla - Scalabrelli). Dai lavori del convegno è emerso come l'ambiente in cui si è sviluppato il primo insediamento dell'area urbana sia tutt'altro che conosciuto; in particolare rimangono incerti: il livello dell'acqua, la stessa morfologia della laguna, la profondità del suo fondale, il collegamento o meno con il mare aperto, la salinità dell'acqua, la navigabilità, tutti dati di fondamentale importanza per comprendere le vicende insediative di Orbetello. Sembrerebbe invece assodato che le mura si fondarono su una paleo spiaggia, oggi scomparsa, quasi sicuramente agli inizi del III secolo a.C., in concomitanza con la fondazione della colonia romana di Cosa (273 a.C.), anche se sulla datazione non tutti gli studiosi sono concordi. Il lavoro non è finito ma questa raccolta di atti, unica per il manufatto, costituisce un buon punto di ripartenza per la messa in sicurezza e valorizzazione del monumento. Abstracts in lingua inglese. -
Le memorie di Ronzinante. Storia di un viaggio con Cervantes
Si può incontrare un libro come fosse una persona? Si può attraversare come fosse un luogo? Possiamo abitarci dentro per un lungo periodo? Farne la nostra casa? Nel caso del Don Chisciotte di Cervantes la risposta è sì e tutti coloro che hanno amato questo capolavoro della letteratura di ogni tempo saranno certamente d'accordo. Le memorie di Ronzinante sono un'opera, costituita da frammenti di differente misura, che va ad esplorare le radici di un coinvolgimento emotivo, utilizzato anche come specchio per leggere alcuni episodi biografici dell'autrice. Raccontano di una lettura ""viva"""", lenta, intuitiva, ricca di sorprese, talvolta """"pericolosa"""", di un corpo a corpo con il testo per conquistare un bottino visionario."" -
Gorfigliano nella cronaca. Anni '60-'70
Questa raccolta rappresenta uno spaccato oggettivo e reso ""in tempo reale"""" di una fra le comunità più importanti dell'Alta Garfagnana ed è in grado di restituire fedelmente le emozioni e le sensazioni con cui i fatti di cronaca raccontati venivano vissuti."" -
In un angolo del tempo. Racconti della mia età e poesie
A poche persone era noto che il nostro don Zelio scrivesse racconti e poesie; aveva ben altro da fare, arso da quel fuoco che lo spingeva ad occuparsi fattivamente dei poveri bisognosi di sostegno fisico e morale, quelli “feriti dalla vita e dagli uomini”. Eppure la mente riesce a trovare momenti di abbandono alla dolcezza della narrazione e della poesia. -
Il cugino inglese. Un nuovo caso per il barbiere Ciuffo
"Il cugino inglese è la storia di un piccolo Paese, Valleciterna, dove in una villa padronale viene ucciso, durante un furto, il cugino inglese dei proprietari. Come avviene di solito nei piccoli centri, tutti si danno un gran daffare per avere più particolari possibili su quanto è successo, ma il più interessato è il barbiere del paese Fernando, detto Ciuffo, che, oltre tutto, si ritiene un investigatore. Ben presto in tutto il paese non si parlerà d'altro e un ulteriore luogo privilegiato per pettegolezzi e notizie sarà il Circolino, il circolo parrocchiale. La pubblica opinione dà subito la colpa agli extracomunitari, ma il Ciuffo non ci crede, pensa che il furto sia un'esca per indirizzare le indagini lontane dai veri responsabili. Incaricato ufficiale delle indagini è il maresciallo De Girolamo, i cui rapporti con il barbiere sono un po' di sopportazione, riconoscendo la grande abilità investigativa di Ciuffo e di cui se ne avvale, ma un po' patisce l'invadenza del detective dilettante, che nonostante tutto si fa spalleggiare dalla moglie, che, per certi versi, è la sua coscienza critica. Un libro che si legge velocemente. Uno spaccato di vita campagnola. Qui ci si conoscono tutti e ci si chiamano per nome, pardon, per soprannome, ma, a dispetto di quest'aria allegra, non mancano mai le brutture dell'uomo e allora i nostri eroi sanno farsi valere anche come ottimi investigatori."""" (Giuseppe Previti, Presidente Associazione Giallo Pistoia)" -
Se chiudo gli occhi. Memorie d'ambiente e di vita
Il racconto di ""come eravamo"""", scritto da Francesco Prunai, casteldelpianese doc, arriva a riempire, arricchendolo e approfondendolo, uno spazio che riguarda la vita sociale ed economica di Castel del Piano e il suo immaginario collettivo, entrando nei dettagli di aspetti adesso scomparsi che costituivano nella prima metà del Novecento, i riti e i cerimoniali di una comunità di cui oggi neppure si intravedono più i contorni, tanto sono stati stravolti gli assi portanti di un tempo, spazzati via da una metamorfosi impetuosa, impietosa e totalizzante."" -
Tarquinia. La tomba degli scudi
Metropoli dell'Etruria meridionale, città romana, centro medioevale, Tarquinia è oggi luogo archeologico di fama internazionale e cittadina di intensa vita culturale. La Necropoli, che conserva la più ricca documentazione della pittura d'età arcaica e classica di tutto il bacino del Mediterraneo, nel 2004 è stata dichiarata dall'UNESCO, insieme a quella di Cerveteri, patrimonio dell'Umanità. Tra gli ipogei più importanti si colloca la Tomba degli Scudi, e il suo restauro, reso possibile dalla collaborazione tra la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l'area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l'Etruria Meridionale e il FAI - Fondo Ambiente Italiano con il progetto ""I Luoghi del Cuore"""", rappresenta uno degli obiettivi fondamentali delle azioni di recupero e valorizzazione del patrimonio archeologico. Con questo libro siamo lieti di festeggiare la realizzazione di un'impresa di alto valore culturale, resa possibile dalla sinergia di realtà diverse, pubbliche e private, che hanno operato non solo a vantaggio degli specialisti delle civiltà antiche, ma di tutta la comunità nazionale, custode di un patrimonio universale. Il recupero della Tomba degli Scudi si conferma quindi una grande opportunità per aumentare l'offerta turistica e culturale della città di Tarquinia e sigla un successo della cooperazione fra istituzioni diverse, tutte impegnate nell'opera di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale tarquiniese."" -
Isola del Giglio. Tesoro della natura
"In un solo testo, grazie ad autorevoli studiosi e bellissime foto, è possibile conoscere la biodiversità che caratterizza la vegetazione, la fauna e il mare di una delle più affascinanti isole dell'Arcipelago toscano."""" (Giampiero Sammuri, Presidente Parco Arcipelago toscano)" -
L' alterità nella tradizione ebraico-cristiana. Un viaggio nella definizione di sé attraverso l'altro
Frutto del desiderio di elaborare una sintesi di un percorso di studi iniziato con la filosofia e l'antropologia e proseguito con la teologia, il tema dell'alterità è emerso da subito come un forte denominatore comune ai tre ambiti conoscitivi. Dal punto di vista teologico, l'alterità parte dalla dimensione trascendentale, essendo il modo attraverso cui Dio si manifesta all'uomo. Dio è l'alterità per antonomasia e, in quanto alterità, non può che essere in relazione. La natura stessa di Dio è caratterizzata da un'alterità relazionale: le Persone della Trinità vengono definite dalla relazione che hanno le une con le altre. Tale natura relazionale divina getta luce sulla natura relazionale dell'uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio. -
Design driven user centred innovation. Ediz. italiana
"Questo volume illustra i servizi e i prodotti di BSD, tutti caratterizzati da un approccio comune che insiste su due priorità: l'attenzione a chi usa i prodotti e i servizi - le persone e le comunità, e chi fa i prodotti e chi eroga i servizi¬imprese e organizzazioni private e istituzioni pubbliche; l'adozione di un atteggiamento progettuale, volto all'individuazione dei problemi e alla loro soluzione sostenibile e fattibile, il design thinking. Sostanzialmente, quest'approccio muove dall'idea che le innovazioni nascano dalla ricerca, scientifica, tecnologica e sociale e dalle sue scoperte, ma che esse vadano sempre confrontate con i bisogni e le caratteristiche delle persone che le useranno e dei contesti ambientali, culturali, sociali e organizzativi in cui verranno adottate. Vanno perciò indagati, e sono loro stessi anche soggetti e protagonisti della ricerca, prima di tutto le persone, e quindi gli ambienti in cui vivono, operano e si organizzano. Questo volume però, oltre ad illustrare un approccio alla collaborazione con le imprese, le organizzazioni e le comunità, indica una direzione verso cui sta andando il lavoro: il lavoro sarà sempre meno ridotto al fare, che provoca fatica e sudore, e sempre di più sarà focalizzato sul prendersi cura, preoccuparsi di uomini, di macchine, di organizzazioni, e di istituzioni."""" (Dalla prefazione di Sebastiano Bagnara)" -
Castrum Malleanum. Magliano in marittima ora Magliano in Toscana. La storia, i monumenti, i siti archeologici, tra verità e leggenda
Da qualche decina d'anni in Maremma si sono moltiplicati gli studi storici, condotti da specialisti e docenti universitari, da storici affermati, ma anche da appassionati, che hanno voluto approfondire le vicende delle loro Piccole Patrie. -
Cronaca di amore e droga
Il breve romanzo pone l'attenzione sulle difficoltà nel trovare l'equilibrio tra moralità sociale ed etica individuale. Cronaca d'amore e droga, è un pezzo di Storia che il prezioso dominio della tecnica letteraria di Emilio Giovanneschi, ha fatto diventare un libro per la sua struttura e la preziosa esposizione. Il risultato dello scrittore si trova nelle pagine di questo romanzo breve, che pone l'attenzione nell'essenza archetipica e profonda dell'essere umano e le difficoltà per trovare l'equilibrio fra due spazi che si contrappongono: le incertezze, la lotta per individuare la ragione e il dibattito tra moralità sociale ed etica individuale che confronta l'essere dell'individuo con il mondo materiale. Non c'è differenza tra l'amore carnale, l'amore per le arti o per il pensiero, e la necessità di esternarli fondendo due corpi fisici, o quello che sono, in una sola realtà: il nostro paradiso. Un paradiso che sfugge alla ragione, che non ha regole condivise e che ci attira perché è la nostra Età dell'Oro: l'Origine. Ecco perché non è possibile trovare le spiegazioni, fuggire tra la morale e l'amorale, o tentare di chiarire la coerenza dell'ordine nel caos della coprotagonista, o il disordine nell'armonia vissuto dal protagonista. (Prefazione di Mercedes de Caso Bernal) -
Ero di nessuno
In questo volume vive a futura memoria la vicenda umana di Giuseppe Anice, nato il 2 giugno 1894 ed esposto all'ospizio di Biella due giorni dopo. Figlio di ignoti, preso a balia per tre mesi e poi riportato all'ospizio, adottato decine di famiglie che lo adottano per ricevere il sussidio e padroni che lo strapazzano addossandogli i lavori più umili e faticosi, Giuseppe sente il bisogno, a 75 anni, di riordinare in tre quaderni manoscritti «quello che ancora la memoria riesce a ricordarsi», per lasciarli ai cinque figli (Bianca, Ugo, Wilfrido, Giuliano e Dea) «certo di far piacere ai miei figli quando avranno tempo a leggere le mie memorie del loro Papa (Il Trovatello)» a testimonianza di una vita durissima, che ha traversato esperienze molteplici e traversato le Alpi, trasfigurata dalla storia d'amore con Maria Zoppo, sposata il 1° agosto 1915. -
Cronache della mia lunghissima vita
Questo libro ha origine nel lungo dialogo epistolare fra uno psicoanalista, Franco Mori, e un antropologo culturale, Pietro Clemente, iniziato come intervista sul manicomio di San Salvi dove Mori aveva operato come psichiatra. Lo scambio di e-mail diventa un avvio di narrazione della vita di Franco Mori che comincia a raccontare piccoli episodi della vita e infine rivela una autobiografia già compiuta, quella che qui proponiamo. Il libro racconta la storia personale e professionale dell'autore, dalla nascita nel 1922 fino ai giorni nostri. La storia di Franco Mori, ch'egli chiama Cronaca, lo presenta prima come figlio, poi come padre e infine come nonno; ma anche come medico, psichiatra e psicanalista. È un racconto, lungo come una lunga vita, che ha come riferimento la cultura del Novecento, la modernizzazione dell'Italia e il fascismo, la prima guerra e la seconda guerra mondiale; e poi il difficile dopoguerra, la resistenza, la fame, la nuova Italia democratica e il lavoro dedicato alla cura. -
Flora nobile della Garfagnana
La Banca dell'Identità e della Memoria, istituita presso la Comunità Montana, è un laboratorio di ricerca storica e un centro di documentazione in cui viene conservata, valorizzata e divulgata la memoria e l'identità del territorio: raccoglie documenti, pubblicazioni, fotografie e materiale video sulla Garfagnana e realizza ricerche su temi di particolare interesse relativi alla storia, la cultura e le tradizioni. La ""Banca"""" è un'opportunità per approfondire la conoscenza della Garfagnana a disposizione di tutti, in particolare di studenti, insegnanti e ricercatori, ma è anche uno stimolo importante per prendere consapevolezza di quanto oggi rischia di scomparire e di essere dimenticato, un impulso a considerare la """"memoria"""" sia come elemento per lo sviluppo del territorio sia come lezione civile, sociale e politica per le giovani generazioni. Con la collana """"Banca dell'Identità e della Memoria"""", è stata avviata un'ampia operazione editoriale per la pubblicazione di significativi lavori di ricerca sulla Garfagnana. I volumi della collana che, tra libri e quaderni, conta oltre 80 titoli, sono oggi un prodotto conosciuto e apprezzato, intorno a cui si è sviluppato un interesse crescente anche ben oltre la Garfagnana. Si tratta di volumi dove vengono pubblicate ricerche, raccolte di testimonianze, immagini, documenti sulla storia, la cultura, l'economia, ed in cui il carattere divulgativo si coniuga con il rigore scientifico e l'interesse verso i temi trattati. Questo volume, dedicato alla flora della Garfagnana, un patrimonio prezioso da conoscere e da salvaguardare, arricchisce la Collana di un interessante testo scientifico, un'opportunità per riflettere sul valore dell'ambiente naturale e la cultura del paesaggio."" -
Folklore. Un esotico. Ediz. a colori
"Termine ambiguo: sapere del popolo o sapere sul popolo? Soprattutto, cos'è il folklore oggi che la classe subalterna per cui era stato teorizzato non esiste più? Un relitto terminologico forse, gioco di studiosi, poeti, pittori, assessori alla cultura. Tanto basta per aprire uno spazio indefinito, popolandolo di creature magiche stereotipate e feste medievali in abiti rinascimentali. Un antropologo ne teorizzò la nemesi, il """"fakelore"""", ultimo baluardo positivista, ma presto ci si accorse che non esiste una tradizione artificiosa e una pura; tutto è parte dello stesso continuum, la struttura della sagra è degna di attenzione quanto quella del rito di fuoco vecchio di secoli. A contare sono piuttosto le relazioni, le spinte ideologiche che portano alle riappropriazioni strategiche dei passati mitici. Ora che anche gli accademici hanno compreso il valore di ogni fenomeno percepibile, è partita la corsa all'oro; ogni categoria è destinata a cadere, con disappunto degli antiquari e di quelli che si ostinano a cercare identità nette. Frammenti di Maremma, qui, terra esotica dai tempi dei Macchiaioli e forse prima; una rassegna delle figure che attraversano i suoi paesi e le sue campagne, linfa del folklore passato, presente e futuro. Niente è più falso della vera tradizione, niente è più vero dell'immaginario."""" (G. B.)" -
Dans la rue-Sulla strada
Le sue poesie cantate hanno ispirato generazioni di cantanti che si sono susseguite dopo la sua morte avvenuta nel 1925. Però, malgrado affondi per ben 25 anni nel ""secolo breve"""", Aristide Bruant resta un uomo dell'Ottocento e in particolare del periodo, ampiamente dilatato nell'immaginazione collettiva, che va sotto il nome di Belle Époque."" -
La chitarra di Teresa
Teresa vive l'età crepuscolare in un villaggio delle colline maremmane dove, rimasta vedova, trova un sereno equilibrio senza rimpiangere la vita della città, grazie anche all'amicizia stretta con un anziano maestro, un ragazzo e la titolare dell'unico negozio del paese. Nella sua abitazione, che gode di un giardinetto affacciato sulla vallata, Teresa vive e ricorda. Sul divano la sua fedele chitarra. In occasione di una festa paesana, la chitarra le viene rubata. Il turbamento per il furto subito la fa scivolare in una grave crisi depressiva, che la costringe al ricovero in una clinica di Roma. Ritorna in paese, dopo più di un anno, definitivamente guarita e rassegnata a non conoscere niente del possibile autore e del movente del furto. Riprende a vivere nel ritmo lento della vita agreste. Tutto ormai è alle sue spalle. Inaspettatamente riappare la chitarra portata da una giovinetta e Teresa può conoscere l'autore e il movente del furto.