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Chiasmi International. Ediz. italiana, francese e inglese. Vol. 11: Pensare senza dualismi oggi
Dall’Italia al Messico, quindi in Giappone, poi indietro negli Stati Uniti. Trascorso l’annus mirabilis che ha visto il centenario della nascita di Merleau-Ponty celebrato ovunque, Chiasmi International ne rilancia alcuni degli echi più significativi in questo numero che presenta anche importanti novità nella struttura della rivista. Il trasferimento della sua sede americana e un avvicendamento nella direzione accompagnano la pubblicazione dei contributi di molti tra i più rappresentativi studiosi merleau-pontiani di ben quattro diverse generazioni. Le recensioni e una nuova sezione di saggi sui dintorni del pensiero di Merleau-Ponty completano questo fascicolo con cui Chiasmi International oltrepassa il suo primo decennio. Testi di: Suzi Adams, Emmanuel Alloa, Alia Al-Saji, Claudia Baracchi, Josep Maria Bech, Paride Broggi, Mauro Carbone, Paola Chiesa, Françoise Dastur, Daniela De Leo, Carmine Di Martino, Lester Embree, Véronique Foti, Simone Frangi, Giovanni Invitto, Stefan Kristensen, Mariana Larison, Federico Leoni, Enrica Lisciani-Petrini, Liu Zhe, Shôichi Matsuba, Rita Messori, Pierre Rodrigo, Davide Scarso, Emmanuel de Saint Aubert, Beata Stawarska, Luca Taddio, Jacques Taminiaux, Tommaso Tuppini, Luca Vanzago, Jean-Jacques Wunenburger. -
Immanenza
La problematica dell'immanenza rappresenta sicuramente ilfit rouge dell'intera produzione di Gilles Deleuze. Fin dal suo primo saggio. Mathesis, scienza e filosofia (1946), Deleuze situa infatti il concetto di mathesis universalis a livello della vita, di un'individualità che, però, in sé rivela già una sintesi universale, un sapere collettivo e supremo. Questi stessi rapporti instaurati tra l'uno e il molteplice si ritrovano anche all'interno dell'ultimo scritto di Deleuze, ""Immanenza, una vita..."""" (1995), dove l'immanenza assoluta trova il suo compimento all'interno di """"una vita"""", luogo generico dell'essere. Questa vita si connota come singolarità non-individualizzata (ecceità), esattamente come i neonati """"si assomigliano tutti e non hanno individualità, ma hanno singolarità, un sorriso, un gesto, una smorfia [...]"""". Concatenamenti ed ecceità vengo a ritrovarsi, in ultima analisi, anche nell'architettura simbolica di un testo come Mille-Piani, la cui breve disamina, sotto forma d'intervista al filosofo, chiude questa raccolta."" -
Eterotopia
I saggi di Michel Foucault presentati in questa raccolta trattano del concetto di spazio contemporaneo secondo una duplice accezione: in relazione generica al rapporto col potere e con gli apparati collettivi; in relazione allo spazio del fuori, quello del vissuto. In entrambi i casi centrale resta il concetto di eterotopia. quel luogo che ha il potere di giustapporre diversi spazi che sembrano tra loro incompatibili. Eterotopie, i non-luoghi della nostra contemporaneità, sono per Foucault i cimiteri, gli specchi, i musei e le biblioteche, le feste ma anche, paradossalmente, lo spazio virtuale del linguaggio. Questo infatti si situa sempre in un territorio sospeso, in quel ""punto cieco da cui promanano le cose e le parole nel momento in cui si portano verso il loro punto d'incontro""""."" -
Cyberfilosofia
Jean Baudrillard ha utilizzato molto spesso alcuni aspetti dell'immaginario fantascientifico post-human e post-moderno (avendo presente autori comejames G. Ballard e Philip K. Dick). Universi paralleli creati dalle nuove tecnologie, individui che si confrontano con apparecchi seduttivi e macchinici, simulacri della contemporaneità, automi e robot: ecco parte di quell'universo patafisico che il filosofo scandaglia puntualmente. Il reale, in questo universo ""retto dal principio di simulazione"""", non può che superare il suo presunto modello, il simulacro, di cui diventa semplicemente una sbiadita memoria, un """"oggetto perduto"""" o meglio un """"alibi""""."" -
Le buone regole della compagnia
Il tema della compagnia è molto diffuso nella tradizione islamica medievale, Compagni infatti erano chiamati i primissimi fedeli che si raccolsero attorno al Profeta. Secondo la definizione più comune di Nabahani ""il Compagno è colui tra i musulmani che frequentò il Profeta oppure lo vide anche se per un'ora soltanto, credette in lui e morì da credente"""". I Compagni lo sostennero, spesero la loro vita affinché trionfasse la Parola di Dio e si occuparono di preservare e diffondere la religione rivelata. Oltre che un modello di comportamento esteriore essi rappresentarono l'ideale del comportamento interiore, il sufismo, in virtù della relazione privilegiata che stabilirono col Profeta. Il ruolo centrale che la compagnia riveste nell'ambito dei sufi nasce dal patto che un fedele stipula con un maestro, un'affiliazione spirituale che attraverso una catena ininterrotta risale fino al Profeta."" -
Il punto fisso
Fine del primo decennio del nuovo millennio. La giovane matematica indiana Mohua Krishnamurthy cade dal suo appartamento, e da quel momento si schiude un mondo inatteso e violento al suo amico Marco. Un mondo dove governi di grandi potenze e misteriose organizzazioni criminali competono ferocemente per i risultati delle ricerche della giovane scienziata, in un mercato mondiale sull'orlo della divisione tra Oriente e Occidente. Gradualmente i contendenti iniziano a nutrire sospetti sulla realtà della morte della ricercatrice indiana. Ma per scoprire la verità ognuno dovrà controllare le mosse degli altri. E innanzitutto dovranno controllare il comportamento di Marco, personaggio indeciso e dubbioso. Ma sopra gli altri su questa vicenda veglierà, visibile o invisibile, il ""maestro"""", l'ex professore di matematica e di logica di Marco, un ebreo che si sente come """"Abramo nel paese di Moria, a cui hanno chiesto di abbandonare il passato e sacrificare il futuro""""."" -
Ponzio Pilato
Ponzio Pilato è un giallo storico-psicologico – sul famoso procuratore romano della Giudea – che affronta problematiche ancora vive ed attuali e, in un certo senso, connaturate alla nostra civiltà. Chi è Ponzio Pilato? Perché le sue contraddizioni ed indecisioni? Perché il processo di Jehoshua? Dietro le quinte di questo conflitto tra due culture, quella pagana e quella giudaica, con tutte le loro implicazioni e contraddizioni, si snodano le azioni, oltre che di Ponzio Pilato, di sua moglie Claudia Procla, del sommo sacerdote Caifa, degli inviati del Sinedrio e del comandante della milizia segreta romana, Gaio Lentulo. Fanno da contorno il terrorismo degli zeloti, il misticismo degli esseni, la Ragion di Stato dei romani e la politica religiosa del Sinedrio. -
L' arte che non muore. L'mmaginale contemporaneo
L'arte che non muore intende discutere la condizione dell'arte contemporanea provando a leggerne il profilo da una prospettiva di tipo immaginale che, rifiutando di accreditare l'ipotesi conclamata della sua morte e della sua liquidazione commerciale, cerca di individuarne i caratteri precipui e l'irriducibile e fondamentale ""sopravvivenza"""". Contro l'idea fondamentalmente teleologica che l'arte, come la storia o la filosofia, possa terminare, l'interpretazione immaginale assicura il riconoscimento della fisionomia strutturalmente anacronistica del fenomeno artistico e della sua insopprimibile e continua risorgenza. Inoltre il libro mira ad approfondire lo sguardo immaginale intorno alle opere simboliche anche in quanto è indirizzato a promuovere una modalità di esperienza di esse capace di esaltarne la vitalità, la forza trasformatrice e la peculiare forma di conoscenza che ne scaturisce."" -
Filosofia del mastodontico. Figure contemporanee del sublime e della grande dimensione
Il sublime, la dismisura, il colossale, il gigantesco, lo sconfinato sono figure del grande, di ciò che nell'esperienza, quantomeno inizialmente, è semplicemente grande. Il grande è sia percepito sia prodotto, ma la storia del pensiero insegna che ogni percezione è già una produzione. E proprio perché ogni produzione cambia ed evolve nel tempo, il saggio si propone di mettere a fuoco le figure contemporanee del grande, le loro mutazioni e differenze rispetto a quelle di epoche passate (lontane e vicine). Un'attenzione particolare è dedicata a una figura del grande contemporaneo, la quale incombe all'orizzonte e occupa da tempo le nostre menti: la catastrofe ambientale di dimensioni planetarie, che molti scienziati danno ormai per quasi certa e che sempre più modella i panorami politici, economici, tecnico-scientifici e culturali dei nostri giorni. -
Quaderni materialisti. Vol. 7-8: Marx. Lo spettro bussa ancora.
La rivista ""Quaderni materialisti"""" nasce per iniziativa di Mario Cingoli, ordinario di Storia della Filosofia all'Università degli studi di Milano-Bicocca, e dei suoi collaboratori. Il gruppo di studiosi diretti dal Professor Cingoli si dedica da anni allo studio della tradizione materialista, dal pensiero antico al materialismo moderno, con particolare attenzione al pensiero di Marx ed Engels."" -
Breve storia di un'ingratitudine. Victor Cousin nell'album di famiglia della scuola repubblicana
Oggetto di un misconoscimento colpevole da parte dei suoi successori, Victor Cousin è il protagonista di un disegno di riforma complessiva dello Stato a partire dall’integrazione dell’elemento popolare nel circuito educativo. Il successo della sua pedagogia politica d’ispirazione nazionalista e classista - che influenzerà la riorganizzazione delle agenzie di formazione, nonché i criteri di reclutamento del corpo docente - lo reintegra a pieno titolo nella storia dell’istruzione pubblica repubblicana e nella tradizione dell’Etat Enseignant. L’ideologo del governo di Luglio, su cui convergono il biasimo e le accuse sprezzanti dei suoi numerosi detrattori, sa mantenere una visione straordinariamente lucida dei grands enjeux dello Stato moderno, che lo riscatta dall’immagine incolore dell’opportunista e squarcia il velo sui limiti di una tradizione politica marcata dal persistere di un’inconfessata vocazione dirigista ed élitista. -
Il sistema delle arti. Storia e ipotesi
Cosa facciamo quando riconosciamo un oggetto come opera d’arte? Su quale “sistema implicito” di idee o su quale “senso comune” fondiamo il discorso sulle arti? Come classifichiamo oggetti e saperi artistici sempre più complessi ed eterogenei? È ancora legittimo parlare di sistema delle arti? Per rispondere a queste domande, Giuseppe Di Liberti cerca una nozione di sistema capace di raccogliere “la sfida della complessità” che le arti costantemente ci lanciano. A partire da un’originale applicazione della teoria generale dei sistemi al discorso contemporaneo sulle arti, il volume compie un articolato itinerario storico sulle organizzazioni dei saperi artistici dall’antichità ai giorni nostri, individuando quattro modelli: catalogo, comparazione, classificazione e sistema. E se l’inizio del Novecento segna l’inevitabile crisi del sistema delle belle arti tradizionalmente inteso, il dibattito sulla sistematica dei concetti fondamentali della scienza dell’arte degli anni Venti rappresenta un decisivo punto di svolta verso l’organizzazione di un sistema delle idee e dei problemi artistici. Questo passaggio offre il fondamento storico-teorico all’ipotesi lanciata da questo lavoro: un “grado zero” del discorso, un nucleo omogeneo di concetti – mimesis, rappresentazione, ritmo, corpo, dettaglio e tecnica – costruito come sistema aperto di idee in reciproca relazione. Lo scopo del sistema è quello di offrirsi come strumento di comprensione delle opere d’arte nella loro singolarità e dello scambio tra la presentificazione dell’oggetto artistico e la sua individuazione da parte del fruitore. -
Essere, fondamento, abisso. Heidegger e la questione del nulla
Se la questione del nulla ha assunto oggi una posizione centrale nel dibattito filosofico contemporaneo, lo si deve al pensiero di Heidegger che ha conferito al problema della negatività una portata ontologica fondamentale. Da Essere e tempo (1927) a Che cos'è la metafisica? (1929), dai Beiträge zur Philosophie (1936-1938) al Principio di ragione (1957), il filosofo tedesco compie un percorso di rinnovamento della tradizione ontologica occidentale che conosce discontinuità e accelerazioni, slanci e indugi. Rispetto all'enfasi posta dalla storia della metafisica sulle determinazioni ontiche del pieno e del positivo, da cui è derivato il deprezzamento del nulla e la sua riduzione a mancanza assoluta, Heidegger valorizza le dimensioni del vuoto e dell'assenza, facendo del nulla il perno di una rifondazione complessiva della problematica dell'essere e del fondamento. La Nichtsfrage mostra così la sua stretta connessione con la Seinsfrage, costituendone il risvolto più enigmatico e inquietante. -
Della natura umana
Che cosa di più antico e attuale del tema della natura umana? E, soprattutto, che cosa di più filosofico del che cosa è la natura? I filosofi greci e Lucrezio dicevano natura e omettevano l’aggettivo umana. L’omissione mostra la strada da percorrere: l’universo umano è una delle articolazioni dell’intera natura; la natura tout court, a sua volta, è quella che è perché ha al suo interno l’articolazione della specie umana con le sue novità, le sue libertà. Le culture, non solo quelle degli umani ma anche quelle degli animali non umani, come modi di essere della Natura. -
Dinamiche giuridiche nella società dell'informazione. Tra privacy e sicurezza
Nella ‘società dell’informazione’, in quanto società tendenzialmente globale imperniata sull’uso dei mezzi infotelematici, emerge la crescente necessità di tendere ad una nuova ‘società della conoscenza’, quale graduale evoluzione verso un sapere tecnologico maggiormente a misura d’uomo. Ciò significa un livello di sviluppo caratterizzato sul piano normativo, etico e giuridico, da un accresciuto senso di consapevolezza dei rischi, responsabilità e precauzione, in linea con i richiami dell’Unione Europea non solo ad una più produttiva ‘economia della conoscenza’, ma anche all’indispensabile riconoscimento di princìpi condivisi e diritti fondamentali. In tali dinamiche della complessità sociale, assume un significato determinante il nesso dialettico di ‘unità nella differenza’ tra elementi eterogenei ma tutti imprescindibili, quali privato e pubblico, libertà individuale e controllo sociale, privacy e sicurezza. -
Decifrare l'esperienza. Atti e vissuti in fenomenologia
"Che cos'è l'esperienza? Rifuggendo dalle erudite definizioni di lessici e dizionari proporrei questa risposta: """"Esperienza è tutto ciò che determina l'individualità e l'originalità del nostro vivere"""". C'è una radicale differenza tra l'""""esperire"""" e l'""""esperienza"""": esperisco qualche cosa quando la sperimento e la vivo; faccio esperienza di qualche cosa quando me ne lascio motivare e ne prendo possesso traducendola in matrice per azioni future"""". Raccogliendo l'invito tutto fenomenologico a descrivere prima di definire, il saggio propone una decifrazione dell'esperienza vissuta rileggendo Husserl, Reinach, Stein, Geiger e proponendo alcuni testi inediti o recentemente pubblicati. Ma fa anche riferimento al """"portato intuitivo"""", dando dell'esperienza una lettura """"antropologica"""" interessata a valutare la portata e le conseguenze degli interrogativi posti e a riflettere sulla loro potenziale importanza per ciascuno di noi, oggi." -
Ragion pratica e normatività. Il costruttivismo kantiano di Rawls, Korsgaard e O'Neill
La normatività pervade le nostre vite. Nell’agire quotidiano ci scopriamo soggetti a regole e norme di comportamento, linguaggio e pensiero che avvertiamo ineludibili. In ambito morale la normatività di tali vincoli assume un rilievo addirittura paradigmatico. Diciamo di «sentirci in dovere di» fare e dire qualcosa o di «essere obbligati» da una situazione o verso qualcuno. Nel nostro quotidiano commercio con il mondo usiamo il vocabolario del «dovere» e dell’«obbligazione» al fine di render conto, a noi stessi e ad altri, delle azioni che intraprendiamo. La filosofia morale degli ultimi trent’anni ha provato in vario modo a rendere conto della forza normativa delle considerazioni morali. Tra le proposte più trascurate, e solo di recente divenuta oggetto di aspre discussioni e confronti polemici, vi è quella del ‘costruttivismo kantiano’. Riprendendo da Kant il concetto di ragione pratica, e individuando nel «punto di vista pratico» la prospettiva propria dell’agente razionale, il costruttivismo vuole giustificare la forza normativa dell’etica a partire da processi razionali, riflessivi e deliberativi, interni a tale punto di vista. Il costruttivismo pretende così di salvaguardare la kantiana autonomia della ragione, e la connessa supremazia del pratico, evitando di reperire le basi autoritative dell’etica nella particolare conformazione della natura umana o in presunti fatti mondani indipendenti. Lo scopo principale del presente lavoro è indagare le specificità teoriche di tale proposta. -
La parola manipolata
Siamo tutti capaci di accusare gli altri di utilizzare tecniche manipolatone per ottenere il consenso di un pubblico di telespettatori, internauti, consumatori o elettori. Ma nel nostro zelo inquisitorio, non rischiamo forse di finire anche noi col farvi ricorso? E, soprattutto, che cos'è la ""manipolazione""""? Secondo Breton si tratta di un processo di comunicazione nel quale si tenta di imporre una posizione senza lasciare all'altro la libertà di non accettarla. È una violenza condotta in forma di parole. L'autore descrive qui le due grandi categorie della manipolazione degli affetti e della manipolazione cognitiva che mirano a rendere più forte il discorso più debole e, nella parte centrale del libro, conduce un'analisi esemplare di un intervento di Jean-Marie Le Pen. In questo modo ci permette di percorrere un ulteriore gradino verso la comprensione della """"retorica proibita""""."" -
L'enigma del colore
Il colore non è solo una proprietà sensibile dei corpi, ma un fenomeno complesso capace di evocare significati affettivi o emozionali e contenuti simbolici propri, condensando in forma di immagine valori, ideologie e contenuti politici. È per questo che possiamo ricorrere al colore come mezzo di comunicazione per veicolare credenze, rappresentazioni identitarie e per mobilitare azioni individuali e collettive. Come rendere ragione di tali fatti e pratiche correnti? Si tratta innanzitutto di mettere in evidenza il fatto fisico del colore, e l’esperienza fenomenologica degli artisti che testimoniano l’intrinseca disposizione del colore all’ambiguità e alla polivalenza. Questa ambiguità consente di preparare un approccio e trattamento simbolico che permettono altresì di rendere conto dell’universalità di una costante archetipica e delle molteplici variazioni culturali – siano esse mere codificazioni convenzionali – le quali tuttavia non si confondono con un senso arbitrario e un puro relativismo culturale. L’approccio pragmatico e performativo del colore, specialmente in campo politico, contribuisce a illustrare il dibattito teorico – antitetico e perfino paradossale – sulla natura ed essenza del colore, proprio alla scienza e alla filosofia, ma anche di fare del campo simbolico – e delle applicazioni pratiche – un livello di significazione autonomo, capace di riunire pratiche empiriche spesso contraddittorie. -
Il peso di un pensiero, l'approssimarsi
Il peso di un pensiero è ciò che resta ancora da pensare. E tale peso non si mostra che attraverso ""tocchi, abbozzi, profili sottratti, calchi perduti"""". In questi saggi Nancy ci porta a sperimentare la caduta del pensiero verso un centro di gravità mai raggiunto, ma sempre prossimo, a venire. E quindi, da qui, ci invita a ripensare il senso del mondo, del corpo, dell'esistenza, affrontando e riconoscendo tutti i fondamentalismi e tutte le follie identitarie. Il gesto filosofico di Nancy vuole essere quello della messa in opera di una """"resistenza"""" pesante del pensiero che sia capace di mettere fuori gioco ogni volontà di rappresentazione, ogni logica del fondamento, ogni hybris metafisica """"misurando il quotidiano"""" dell'esistenza. Tutto questo comporta una riflessione radicale sulla nostra provenienza e sulla nostra traiettoria, insomma su ciò che vogliamo essere: """"né luoghi, né cieli, né dei: smantellamento e decostruzione degli spazi chiusi, dei recinti, delle chiusure"""".""