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Babelonline print. Vol. 6: Incontro con la filosofia africana.
La filosofia africana è un soggetto poco conosciuto, confuso con un deposito di tradizioni popolari di origine imprecisata, colorate con gli stereotipi del folklore. Un pregiudizio tacito e tenace la esclude dalla filosofia in senso canonico, dalla sua storia e dai suoi metodi. La filosofia africana è invece un capitolo complesso della storia delle idee degli ultimi due secoli: è impossibile pensarla senza le diaspore nere o comprenderla senza conoscere le personalità che l’hanno realizzata, ignorandone il cosmopolitismo linguistico e l’ideale etico, svalutandone l’impegno totale al servizio della dignità dell’uomo e della libertà, in Africa e nel mondo. In questo numero vengono pubblicati saggi rappresentativi delle sue origini e dei suoi percorsi, presentandone alcuni padri fondatori e aprendo lo spazio alle nuove prospettive di ricerca che impegnano oggi i loro eredi. Con l’auspicio che questo assaggio susciti il desiderio di conoscerla in tutta la sua ricchezza. -
Esperienze di disegno industriale. Lavori di quattro anni di corso. Ediz. illustrata
Bernardino Pittino (Udine 1948) architetto e designer. Diplomato al Liceo artistico di Firenze, nel 1971 si laurea in architettura a Venezia e nel 1999 consegue un Master in ergonomia. E’ iscritto dal 1972 all’ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Udine di cui è consigliere e per il quale coordina anche corsi di aggiornamento per gli iscritti. Dal 1969, collabora con industrie occupandosi di progettazione del “prodotto”, del supporto grafico e degli allestimenti. Si occupa anche di progettazione edilizia, pubblica e privata e di architettura degli interni. Dal 2002 è docente presso l’ Università di Udine, facoltà di Ingegneria, corso di laurea in Architettura. -
Die wunder Mailands. Die wunden Mailands-Meraviglie e mere voglie di Milano
Diciamoci la verità, questa città non la ama più nessuno. Tutti, per primi gli stessi milanesi, la vedono brutta, insopportabile, grigia, senza storia. Una volta non era così: ci fu un momento, dopo la guerra, dove ognuno si sentiva parte attiva di un motore più grande, tutti tesi fino allo spasimo per migliorare il loro futuro e il futuro di questa città. Era gente come Don Ciccio, per intenderci. Poi, d'incanto il quarto d'ora è passato e Milano è rimasta a leccarsi le ferite. Oggi vive di una gloria che non si merita più e di una nostalgia per la ""capitale morale"""" assolutamente deprimente. Eppure in certe giornate come questa la sua bellezza è ancora assoluta."" -
Sensibilia. Vol. 2: Vincoli-contraints
In quali diversi modi la nozione di “vincolo” agisce ed assume rilevanza nei vari ambiti di riflessione teorica o elaborazione pratica, dalla logica all’estetica, dalla progettazione architettonica alla legislazione dei beni culturali, dalla percezione più o meno “ingenua” all’interpretazione artistico-giuridica, dalla pianificazione economica alla teoria politica della rappresentanza, dalla teoria dell’argomentazione all’epistemologia? Che differenza è riscontrabile tra vincoli costrittivi di tipo normativo (constraints) e vincoli “liberamente” autoimposti (self-binding)? Secondo quali differenti dinamiche i vincoli sono soggetti a evoluzione, sviluppo o, eventualmente, progresso? Come e dove sono aggirabili o negoziabili? Il volume raccoglie gli atti del secondo seminario annuale (2008) di Sensibilia. Colloquium on Perception and Experience, dedicato al tema “Vincoli/Constraints”. L’obiettivo del Colloquium è promuovere un confronto tra aree di ricerca diverse intorno a temi e problemi comuni. Il leitmotiv scelto per il ciclo seminariale del 2008 consente un’ampia riflessione comparativa (filosofica, ontologica, scientifica, psicologica, fenomenologica, storico-artistica, antropologica, semiotica, estetologica, mediologica, ecc.) nonché la possibilità di individuare e tematizzare ulteriori e forse imprevisti momenti di connessione e risonanza. Se il vincolo è comunque qualcosa che offre resistenza, il fascio di problemi che qui si raccoglie insieme può probabilmente far luce sulla sua natura composita proprio perché costringe a guardare di traverso. Saggi di: Luca Bortolotti, Riccardo Brunetti/Franco Delogu/Carmela Morabito, Alessia Cervini, Paolo D’Angelo, Fabrizio Desideri, Maria Giuseppina Di Monte, Michele Di Monte, Alessandro Ferrara, Elio Franzini, Elena Gagliasso, Tonino Griffero, Domenica Fioredistella Iezzi, Pierre Jacob, Micaela Latini, Diego Marconi, Maria Vittoria Marini Clarelli, Giorgio Nisini, Herman Parret, Giovanna Pinna, Manrica Rotili, Herner Saeverot, Stefano Semplici, Francesco Sorce. -
Criminalità dei potenti e metodo mafioso
"Cos'è la criminalità dei potenti? E cosa c'entra la mafia con il crimine dei colletti bianchi? Quali effetti può determinare la saldatura degli interessi mafiosi con quelli del potere politico, economico e finanziario? La globalizzazione dei mercati ha incrementato le occasioni, i modi e le forme di collaborazione tra mafie e colletti bianchi: l'integrazione tra il sistema delle regole e quello dell'illegalità è divenuto molto più semplice, anche grazie all'interazione con sistemi politici ed economici sempre meno democratici e trasparenti. Così, oggi è diventato più difficile distinguere un mercato che utilizza mezzi illeciti dal mercato delle transazioni lecite, dal momento che l'intervento mafioso tende ad agire a monte, sul processo di normazione e di decisione politica. Per provare a elaborare nuovi e più aggiornati paradigmi su questi processi di trasformazione che investono il mondo della criminalità organizzata e le sue relazioni con i colletti bianchi, è necessario mettere insieme competenze e culture diverse. Abbiamo provato a riunire operatori del diritto, imprenditori e studiosi per stimolare un momento di riflessione e di scambio di conoscenze, tentando di superare la visione parcellizzata che spesso affligge questo settore di studi. Partendo da questi presupposti, il volume approfondisce questo ambiguo connubio che, nel suo dispiegarsi, costituisce un pericolo concreto per i valori democratici e il futuro del nostro Paese.""""" -
Serpe bianca, serpe nera
Quella che gli storici chiamano la «strage di Mérindol» fu compiuta nel 1545 a danno di una florida comunità valdese nel tratto di Provenza che interessa i due versanti del massiccio del Luberon. Provocò un numero di morti che non poterono mai essere contati, ma furono di certo ben più di tremila. Questo romanzo racconta la grande prova di resistenza, di durata, di cui si fanno protagonisti alcuni scampati, capaci di ricreare un piccolo Eden a qualche giorno di marcia da un simile orrore. Si pone però un problema fondamentale: di fronte al male assoluto, si deve praticare il ricordo, in omaggio ai caduti e a monito per il futuro, oppure dimenticare, in modo da disarmare il male, da togliergli tutto il veleno? Temi come le guerre di religione, l’intolleranza, l’impossibilità di mediare tra parti accecate da lunghi precedenti di reciproche violenze, emergono nel racconto, mostrando tutta la loro attualità, tutta la loro carica di domande a cui è sempre più urgente, oggi, dare risposta. -
La famiglia de-genere. Matrimonio, omosessualità e Costituzione
Nel corso del 2009 varie coppie di persone dello stesso sesso hanno deciso di richiedere al proprio comune di residenza le pubblicazioni matrimoniali. In seguito al rigetto della richiesta, i protagonisti di questa vicenda hanno perseguito le vie legali per affermare il loro diritto a contrarre matrimonio civile. Piuttosto che avallare definizioni essenzialiste del concetto di famiglia, il volume analizza il quadro giuridico italiano e straniero in un'ottica innovativa, chiedendosi se l'esclusione dal matrimonio possa essere giustificata da un interesse pubblico preminente. Ne emerge come, lungi dal costituire una questione rilevante solo per una scomoda minoranza, in termini di rispetto delle identità, la questione del matrimonio tra persone dello stesso sesso è problema che riguarda tutti, cittadini e non cittadini, uomini e donne, eterosessuali e omosessuali, perché interroga il concetto di persona e di libertà, la definizione dei ruoli di genere in una famiglia che cambia, il rapporto fra norma e corpo, il significato del principio di eguaglianza in una moderna democrazia. -
Giustizia in contumacia
Giustizia in contumacia è una scrittura tra il romanzo, il diario e la poesia, di una donna di fronte all’incredibile assurdità di un eclatante caso giudiziario. Un’esperienza di vita talmente devastante da invadere la sfera del quotidiano che assume a volte i tratti dell’incubo, altri dell’indignazione e in altri dell’invettiva. Un tuffo nelle cattive acque dell’ingiustizia, percepita con profondo smarrimento e delusa sofferenza. Un dialogo con le grandi voci della letteratura che hanno condiviso con la protagonista diffamazioni, stupide etichette, accuse kafkiane di colpevolezza. Un colloquio dove anche il silenzio e i non-detti hanno la stessa forza del pensiero e dell’azione. Un percorso terminato in piena assoluzione, ma che ha sortito inevitabilmente gli effetti di una “denegata giustizia”. Un’incantata passeggiata tra approfondimenti psicologici dell’oggi e memorie del passato, dall’intenso afflato poetico. Nata a Caltanissetta, Concetta Cimino oggi risiede a Palermo, coniugando ad un’intensa attività lavorativa una sempre più fervida produzione letteraria. Ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Palermo. È dirigente presso il Dipartimento Formazione Professionale dell’Assessorato regionale al Lavoro. Responsabile, per la Regione Sicilia, del progetto di cooperazione internazionale “Pacef – PActo para la Capacitaciòn y el Empleo Femenino”. Ha pubblicato i romanzi Giuro sulla libertà, Lussografica, Caltanissetta 1998 e Fiori di Capperi, Cofise, Palermo 2001; le raccolte di poesie Pensieri in libertà, Lussografica, Caltanissetta 2000, Ogni giorno è una vita, Cofise, Palermo 2000 e La donna che fu figlia, 2006; Una passeggiata dell’anima in Sicilia, 2002; Le favole del mare, 2003; I tre coriandoli rossi, 2004. -
Il progetto di mondo e di uomo delle generazioni di Israele. Genesi 1-4. Vol. 1
Perché alle infinite interpretazioni dei primi capitoli del Genesi aggiungerne un'altra? Perché in essi non si tratta della creazione dal nulla dell'universo e dell'uomo, e della spiegazione della tendenza al male della specie umana, come la tradizione cristiana ha da sempre sostenuto, ma della creazione o del progetto da fare di un mondo morale nuovo rispetto a quelli già esistenti, composto di ""cieli"""", cioè di giusti, e di """"terra"""" cioè di nazioni, in cui si formano i giusti, e di un uomo nuovo, chiamato Adamo, destinato da polvere a diventare anima vivente, progetto di alcune Divinità mesopotamiche, fra la quali emerge YHWH, Dio di Israele. L'autore raggiunge una tale proposta di senso tornando all'esegesi dell'Israele al tempo di Gesù, interrogando le Scritture con le Scritture, il Libro con il Libro."" -
La generazione di Gesù Cristo nel Vangelo secondo Matteo. Vol. 1: Gli inizi.
Per Matteo, che compila il ""libro della genealogia di Gesù Cristo"""", figlio di David, figlio di Abramo e lo pone in capo al suo evangelo, la generazione di Gesù, detto il Cristo, delie generazioni di Israele, è la quarantatreesima, viene dopo sette per due per tre generazioni, a partire da Abramo. Anche questa generazione, come tutte le altre che la precedono, ma anche dopo tutte le generazioni delle genealogie di Israele, è generazione adamica, cioè fa il mondo di YHWH e di Israele attraverso fatti e parole adamiche. L'evangelista sceglie i fatti e le parole adamici di Giuseppe, dì Maria, dei maghi mesopotamici e dei fanciulli di Bethleem, che hanno dato inizio alla """"generazione"""" di Gesù e del paidivon, il Gesù Cristo, l'Uomo finale del mondo di YHWH."" -
Liberi dalla civiltà. Spunti per una critica radicale ai fondamenti della civilizzazione: dominio, cultura, paura, economia, tecnologia
È possibile vivere in un mondo senza dominio, senza sfruttamento, senza inquinamento e mercificazione? Per almeno due milioni di anni i nostri antenati primitivi hanno vissuto così, ed è solo con la comparsa dell'agricoltura che l'esistenza ha preso la via di una distruttività sempre più accelerata e dilagante. Infranta l'originaria unione con la Natura abbiamo sottomesso le terre (coltivazione), e poi gli animali (allevamento), e poi le donne (società patriarcale), e poi chiunque altro (schiavitù, lavoro dipendente, massificazione). Oggi siamo diventati gli anonimi ingranaggi della Megamacchina, funzionali unicamente alla sua espansione in ogni angolo del pianeta. Non contano più le persone, le relazioni, la vita genuina e autentica; contano solo i congegni elettronici, l'efficienza produttiva, la competizione, l'addestramento, la manipolazione. È la crisi del nostro mondo: un mondo sempre più artificiale e tossico nel quale uomini e donne repressi negli impulsi vitali, distanziati dalla capacità di fare da soli e resi dipendenti dai rimedi della tecnoindustria, sopravvivono drogati dai diversivi senza più alcuna gioia di vivere. Non sorridiamo più, non ci illuminiamo più, siamo ogni giorno più tristi, delusi, spaventati, avvelenati, stressati, oberati. Il libro di Manicardi analizza i mali del nostro tempo fin dalla loro genesi. -
Twin Peaks. David Lynch e la filosofia. La loggia nera, la garmonbozia e altri enigmi metafisici
Creato da David Lynch e Mark Frost, Twin Peaks è un telefilm di culto ricchissimo di spunti filosofici e metafisici. A farla da padrone è la celebre Loggia Nera, con i suoi bizzarri e sovente crudeli abitanti, ma anche il resto della serie offre diverse occasioni di riflessione. Essa ci consente di far scendere in campo correnti filosofiche (o “para-filosofiche”) come la Kabbalah e lo gnosticismo, oltre che vari pensatori, tra cui Ludwig Wittgenstein e Martin Heidegger. Da un lato questo saggio fornirà un resoconto di ciò che è accaduto a Twin Peaks e soprattutto nella Loggia Nera – cioè mostrerà che le vicende e le simbologie di questo universo narrativo, considerate spesso confuse o incomprensibili, seguono una logica rigorosa e mai casuale –, dall’altro cercherà di far emergere la metafisica implicita e onirica di Twin Peaks e, per estensione, di tutta l’opera di David Lynch. -
Profondo verde. Un'etica per l'ambiente tra decrescita e «deep ecology»
Un percorso attraverso la storia della filosofia ambientale. Un'analisi della crisi ecologica contemporanea. Una possibile via d'uscita. La teoria della decrescita è al momento la proposta pratica più ambiziosa e allo stesso tempo più promettente nella ricerca di una soluzione alla crisi ecologica che sia efficace, duratura e solidale. Ma perché una società della decrescita si affermi, deve verificarsi un vero e proprio mutamento di paradigma normativo. La nuova etica dovrà essere duttile abbastanza da potersi declinare a seconda dei differenti contesti culturali, solida quanto basta da resistere alle critiche dei detrattori e persuasiva a sufficienza da motivare all'azione chi la adotta. Una simile etica è stata messa a punto dai pensatori del movimento dell'ecologia profonda (deep ecology movement), che rappresenta il tentativo più convincente di conciliare analisi filosofica, azione pratica e pluralismo. Un dialogo nel linguaggio della filosofia che parla del presente per provare a immaginare un futuro sostenibile. Il futuro. -
Affa Taffa
Ban Revelant e il suo amuleto Affa Taffa si sono inventati uno strano passatempo: tradurre lettere d’amore su commissione. Finché un giorno, per vincere la scommessa col compagno di banco e conquistare la prima ragazza, Ban manomette una traduzione, poi un’altra e un’altra ancora. Ma quando riesce finalmente a infilarsi nella vita di Ute e Daniel, accade qualcosa di imprevedibile. Si ritrova catapultato dal Friuli alla Francia, in un viaggio che lo porta alla scoperta della verità sulla sua famiglia e su se stesso. Fino a fare i conti con un’omosessualità sempre celata. Affa Taffa è una fiaba moderna, che dietro il sorriso apre uno spaccato inclemente sulla provincia italiana. Con un lieto fine soltanto apparente. -
L' opera inaugurale. Gli scrittori lettori della Comédie Humaine
Un Balzac trasgressivo, eretico, eccentrico viene esplorato da un’insolita schiera di critici d’eccezione della Comédie humaine: i suoi scrittori-lettori, da Henry James a Hugo von Hofmannsthal, da Oscar Wilde a Rainer Maria Rilke, da Robert Louis Stevenson ad August Strindberg. Letture utopistiche, dialoghi a distanza da autore ad autore, raffinati esercizi di riflessività autoriflessiva, queste nuove configurazioni dell’opera balzachiana si inscrivono sotto il segno di un’esigenza di radicale trasformazione – della lettura, della scrittura, dei possibili del romanzo, della relazione ambivalente con i “Maestri” da intrecciare interminabilmente. -
Introduzione al pensiero politico di Habermas. Il dialogo della ragione dilagante
Il testo ha l'obiettivo di ricostruire, in modo agile ma sufficientemente soddisfacente e puntuale nei riferimenti teorici, tutta la vicenda del pensiero politico di Habermas, dagli anni Sessanta-Settanta a oggi. Vengono così delineati i concetti e i temi basilari proposti dal filosofo-sociologo tedesco: la critica del tardo capitalismo e le ipotesi della crisi della legittimità, il rapporto tra la dimensione politico-sistemica e quella dei ""mondi della vita"""", la teoria deliberativa della democrazia, la particolare visione dello Stato nell'epoca della globalizzazione e del multiculturalismo, la questione dei rapporti della politica con l'etica, la religione e la modernità, il ruolo del diritto e della sfera pubblica. Evidenziando, di volta in volta, l'uso delle diverse prospettive di ricerca di Habermas (sociologica, filosofico politica, politologica, linguistica) il suo pensiero politico viene contestualizzato nel dibattito generale della filosofia politica contemporanea per provare a rispondere alla domanda di fondo sottesa a tutto il lavoro: può essere quella di Habermas la """"grande filosofia politica"""" del XX secolo?"" -
Doppio mondo dell'occhio e dell'orecchio. Senso e verità nella filosofia della percezione
La differenza fra percezione visiva e uditiva ha caratterizzato la cultura occidentale sin dalle sue origini. Partendo dall’interpretazione di questo «dualismo percettivo» si ricostruisce il problema del rapporto immagine/parola, o immaginario/simbolico, -
La natura del riconoscimento. Riconoscimento naturale e ontologia sociale nello Hegel di Jena
Che cos’è il riconoscimento? Si tratta di un fenomeno normativo di costruzione istituzionale che si avvia da se stesso, oppure esiste una dimensione naturale del riconoscimento che ci rivela qualcosa di importante sulla genesi e sulla struttura della socialità umana? Esplorando la costellazione di pensiero in cui il riconoscimento inizia ad emergere, questo studio offre una nuova interpretazione del pensiero jenese di Hegel. La nozione di ‘riconoscimento naturale’ è così ricostruita quale elemento chiave dell’epistemologia e dell’ontologia sociale – del Geist –, prospettando insieme un modello teorico che può offrire valide soluzioni ai problemi in cui incorrono le posizioni contemporanee, da Honneth a Brandom e Ricoeur. -
Le eresie
Pelagio ed Ario, i manichei, i donatisti, le confraternite gnostiche di varia tendenza nonché le minuscole altre sette sparse intorno al Mediterraneo nei primi secoli della cristianità, sono gli avversari elencati, studiati e confutati da Agostino. ""Le eresie"""" illumina l'inquietudine di una Chiesa impegnata a debellare qualunque corrente cristiana venga giudicata pericolosa per l'integrità del suo credo."" -
La pattumiera della storia
I beni culturali, invenzione tutta occidentale – e relativamente recente – nella storia delle idee, racchiudono in sé una stratificazione di significati notevole: da un lato il concetto di bene proprio del platonismo, di natura essenzialmente spirituale; dall’altro l’idea di bene in senso economico, in cui “valore” è essenzialmente il capitale incorporato in un certo oggetto. Proprio l’Italia, Paese dove la tutela dei beni archeologici, monumentali e artistici è stata attuata per la prima volta già in epoca medievale, si accinge ora a vendere i suoi reperti (definiti da un Ministro della Repubblica “il nostro petrolio”) al miglior offerente. Si tratta di un mutamento radicale di paradigma, che sembra segnare la vittoria irreversibile dell’economia di mercato su ogni altro approccio. A tale mutamento, che si auspica essere non irreversibile, questo libro è dedicato.