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Neurodiritto. Prospettive epistemologiche, antropologiche e biogiuridiche
Per quanto possa apparire inquietante o bizzarro, il termine neurodiritto non è più, ormai, un neologismo. Al contrario, esso raccoglie una vasta e variegata area di studi dedicati all'incontro tra le categorie e le prassi dell'esperienza giuridica e le scoperte, le innovazioni, le teorie che ricadono nel dominio delle neuroscienze. Che tale incontro vi sia stato e sia in pieno sviluppo, che i suoi effetti si facciano sentire, nelle pronunce giurisprudenziali, nel dibattito dottrinale o nella riflessione etica, sono dei dati di fatto i quali pongono almeno tre ordini di questioni. Il primo, di carattere epistemologico, attiene alle condizioni alle quali apparati concettuali così diversi possono essere messi in comunicazione. Il secondo, di tipo antropologico, concerne la visione dell'uomo che l'impiego di categorie o strumenti propri della ricerca neuroscientifica sembra riversare nell'orizzonte del giuridico. Il terzo, che si colloca nell'ambito della riflessione bioetica e biogiuridica, è suscitato dalle concrete applicazioni delle nuove tecnologie. Tali sono anche le questioni che i saggi contenuti in questo volume affrontano, discutendo di naturalizzazione del pensiero (Antonio Nunziante), di riduzionismo (Alberto Gaiani), di commensurabilità fra i saperi (Claudio Sarra), di fondazione neurobiologica del diritto (Stefano Fuselli), di neurocivilizzazione (Paolo Sommaggio), di potenziamento cognitivo (Laura Palazzani), di possibili applicazioni all'ambito militare (Salvatore Amato) e delle questioni bioetiche che ne derivano (Maurizio Balistreri) -
Idea della bella letteratura alemanna
Aurelio de' Giorgi Bertola (1753-1798), oltre che poeta e saggista al centro di un fitto sistema di relazioni nella cultura italiana del secondo Settecento, è una figura di grande rilievo nella mediazione tra Italia e Germania. La sua Idea della bella letteratura alemanna (1784), che riprende e integra l'Idea della poesia alemanna pubblicata cinque anni prima, è un'ampia ricostruzione storiografica in lingua italiana sulla storia della cultura letteraria in Germania dal Medioevo in poi, destinata a orientare per vari decenni il commercio intellettuale tra i due paesi. La familiarità di Bertola con le posizioni più avanzate dell'estetica neoclassica si incrocia con quella concezione civile della letteratura, tipica del mondo delle accademie, che identifica nella sfera delle forme simboliche una via privilegiata al raggiungimento della virtù individuale e della ""pubblica felicità""""."" -
La filosofia e l'altrove. «Festschrift» per Giangiorgio Pasqualotto
Da oltre trent'anni le ricerche e gli scritti dì Giangiorgio Pasqualotto si concentrano sulle possibilità, i limiti e le fecondità di un pensiero filosofico aperto all'incontro con le tradizioni speculative extra-europee. In questo libro, occasione per testimoniare il carattere seminale del lavoro di Pasqualotto, studiosi e filosofi - amici, colleghi, allievi di diverse generazioni - intrecciano idealmente le loro riflessioni con la sua pratica di pensiero: non tanto o non solo per omaggiare un itinerario tra i più originali nella filosofia italiana degli ultimi decenni, quanto per esercizio di ampliamento, dibattito e confronto critico con gli scenari contemporanei della filosofia. In questo modo il lavoro del concetto trova la sua vocazione intima nel raccogliere la molteplicità delle esperienze e degli scambi interculturali e al tempo stesso mantenere aperta la possibilità di una relazione con l'inedito, l'inattuale e l'impensato. -
Dai più lontani margini. J. M. Coetzee e la scrittura dell'altro
L'atto della scrittura, a prescindere dalle intenzioni di chi lo compie, è un atto violento. Non è solo dispiegamento di un'energia creativa, ma anche potenza che cancella, seleziona, definisce. In questo contributo si indaga, seguendo il percorso tracciato dal Premio Nobel per la letteratura John Maxwell Coetzee, il potere scritturale come forza ambigua, capace di cogliere e allo stesso tempo di annientare l'alterità. Narrativizzando alcuni temi centrali della riflessione filosofica contemporanea - la costruzione della soggettività, il riconoscimento, i limiti e le possibilità della parola l'opera di Coetzee si propone come cornice entro cui è possibile ragionare sul racconto di sé e dell'Altro come esercizio di responsabilità e di immaginazione morale. -
L' illusione e l'evidenza. Saggi sull'avventura romanzesca
Venuto in piena luce in epoca moderna, il romanzo rappresenta da quasi cinque secoli la forma privilegiata della narrativa occidentale, adatta a ogni esigenza, che estende il suo dominio su un territorio dai confini elastici, dall'avventura più incredibile al racconto serio del quotidiano. Cosa racconta, davvero, un romanzo? Qual è la realtà che mette in gioco? L'illusione è data dall'avventura, o dalla realtà che questa definisce? La realtà è evidente, chiara e distinta, o non è invece confusa, in perenne divenire, mentre evidente è solo la forma narrativa che la mette in luce? Questo libro tenta di rispondere ad alcuni dei maggiori interrogativi del romanzo soffermandosi sui vari elementi che lo costituiscono: la voce narrante, l'intonazione del racconto, la trama, il rapporto tra finzione e documento, quello fra prosa e poesia, il nesso tra romanzo e formazione. -
Oggetto e valore. Intersezioni tra teoria dell'oggetto e teoria del valore in Alexius Meinong
Nel recente rifiorire di studi sul pensiero di Alexius Meinong, un ambito è stato relativamente poco esplorato: quello della teoria del valore e delle sue relazioni con la più nota teoria dell'oggetto. Ora, che cosa si intende per ""oggetto' o per 'valore', e che tipo di esperienza ne abbiamo? Possiamo ammettere valori assoluti o oggettivi, e ribattere al relativista etico? Nel sovrapporsi di riflessioni psicologiche, di teoria del valore e dell'oggetto, il pensiero di Meinong si colloca in un'area di intersezione tra -discipline distinte eppure profondamente connesse. Emerge la complessità del pensiero meinonghiano, irriducibile a quei fraintendimenti novecenteschi che lo hanno interpretato come «giungla» ontologica, universo sovraffollato di entità bizzarre. Esplorando, dunque, le connessioni tra teoria dell'oggetto e teoria del valore, si mostrerà in che senso la posizione meinonghiana si configuri, in entrambi gli ambiti, nei termini di un «oggettivismo» radicale."" -
L' infondamento. L'enigma del linguaggio e il paradosso dell'autoreferenza in Pirandello, Morante e Bene
Grazie all'analisi di tre significative opere metareferenziali del Novecento italiano (la commedia Sei personaggi in cerca d'autore di Luigi Pirandello, il romanzo Menzogna e sortilegio di Elsa Morante e il film Amleto di Carmelo Bene), il volume mira a dar prova della capacità dell'arte di gettare una luce nuova sulle questioni transdisciplinari del fenomeno linguistico e dei fondamenti della conoscenza. Dopo aver approfondito, nel capitolo introduttivo, come nel Novecento la riflessione autoreferenziale abbia interessato discipline come la filosofia continentale, la filosofia (post)analitica e la matematica, il volume si concentra sulle tre fonti primarie. Nell'indagare i modi e i limiti dei rispettivi media, esse mimano il tentativo auto-fondazionale del pensiero logico-linguistico, esibendo performativamente lo stallo aporético a cui tale sforzo pare destinato. Le opere artistiche esaminate costituiscono dunque le tappe di un percorso interpretativo transmediale, che permetterà di mettere gradualmente a fuoco la soglia estrema del dicibile e del conoscibile: la presa di coscienza dell'in-intelligibilità dell'accadere linguistico, inaccessibile origine del sapere. Prefazione di Alessandro Carrera. -
Immagini nella rete. Ecosistemi mediali e cultura visuale
È possibile individuare ancora oggi delle vere e proprie specificità mediali? Soffermare l'attenzione sui singoli dispositivi di produzione e veicolazione di immagini può essere ritenuto ancora un approccio valido per la comprensione del panorama visivo entro cui siamo immersi? E se davvero è possibile parlare di postmedialità, questa sta a indicare la necessità di superare la nozione di medium, o si configura piuttosto come un invito a un suo radicale ripensamento? E, infine, cosa ne è delle singole immagini - e delle loro reciproche differenze - una volta che queste entrano nel circuito della Rete e vengono ripetutamente condivise sulle piattaforme social? Queste sono, in estrema sintesi, le principali domande alla base del presente volume. Domande dalle quali si avvia una riflessione che coinvolge da una parte l'oggetto di studio e dall'altra le metodologie di ricerca, facendo principalmente leva sui visual studies e sui media studies, ma anche sull'antropologia 'immagine, sulla sociologia e sull'estetica, ponendo come oggetto ultimo di riflessione l'operatività del soggetto contemporaneo e la sua attitudine a intervenire con le immagini in numerosi contesti discorsivi che prendono forma in Rete. L'approdo a un approccio di tipo ecologico è la naturale conseguenza della riflessione metodologica che si sviluppa nella prima parte del volume. Un tentativo di applicare un metodo di ricerca interdisciplinare, dinamico e relazionale per analizzare l'agire del soggetto all'interno del complesso ecosistema mediale contemporaneo. -
Sguardi tra i residui. I luoghi dell'abbandono tra rovine, utopie ed eterotopie
In tempi recenti il tema dell'abbandono dei luoghi ha riscontrato interessi crescenti e differenti. Il fascino decadente emanato da borghi storici, ville, aree industriali dismesse, insediamenti e strutture agrarie non più produttive, nosocomi, singoli edifici e financo paesaggi non più abitati attrae numerosi estimatori che a vario titolo, seguendo percorsi esplorativi diversi per tipologia e per livello di approfondimento, scoprono, visitano, censiscono, mappano, analizzano, acquistano, fotografano, dipingono, raccontano, ascoltano i luoghi che, per motivi e in epoche differenti, sono stati abbandonati. Caratterizzato da una prospettiva interdisciplinare e multiscalare, il volume raccoglie le riflessioni, gli stimoli alla ricerca, le piste di analisi, le domande, i casi di studio, le visioni di studiosi e ricercatori che, posando lo sguardo sull'abbandono, hanno saputo coglierne tutta la complessità offrendone interpretazioni mai banali o scontate. -
D.O.M.U.S. M.E.A. comunicazione ed empowerment dei luoghi
È possibile trasformare i luoghi a partire dalla (ri)scoperta della loro unicità? Che cosa è l'unicità del luogo? Qual è il ruolo che la comunicazione può assumere nella costruzione di questo processo? Nasce da queste domande la mappa concettuale D.O.M.U.S. M.E.A., che abbiamo ideato per leggere e interpretare lo strabiliante matrimonio tra i luoghi e chi li abita, per guardare oltre le apparenze e cercare di cogliere l'anima dei luoghi, la loro autentica essenza. D.O.M.U.S. M.E.A. è tante cose: una parola latina (la mia casa/my home), l'acronimo che ha guidato la raccolta e l'analisi dei dati della ricerca, e soprattutto è uno strumento utile non tanto per consegnarci risposte, quanto per interrogarci sui luoghi e su come possono innovarsi. -
L' eccezionalità del presente. Scrivere la grande guerra
L'eccezionalità dell'esperienza rappresentata dalla Grande Guerra è stata variamente descritta, raccontata e discussa, stagliandosi nell'orizzonte delle molteplici definizioni come evento dalle proporzioni apocalittiche. Come ha scritto Robert Musil, suggestionato come molti altri intellettuali suoi contemporanei dall'oscuro fascino della guerra, ""le immagini conserveranno per sempre, per tutti i combattenti di questa guerra, l'eccezionalità del presente"""". L'eccezionalità del presente porta con sé, infatti, ora i contrassegni di un macabro accordo modulato sull'eternità dell'orrore, con la conseguente irrecuperabile disintegrazione di una visione piana del tempo e della storia, ora la necessità della memoria nella sua logica dimensione storica. La guerra acquista così centralità nel pensiero e nelle opere di coloro che ne esperirono con drammatica violenza l'insorgere, l'evolversi e gli effetti."" -
Jan Patocka. La responsabilità del pensiero in pratica
Libertà, solidarietà e umanità sono tenute insieme nelle opere del filosofo ceco Jan Patocka dal filo rosso della responsabilità, concepita come esercizio concreto e quotidiano per una vita che vale davvero la pena d'essere vissuta. Nel solco di una filosofia intesa come pratica per un soggetto ben radicato nel mondo e chiamato a rispondere sempre delle sue azioni, emerge la libertà come espressione autentica dell'uomo storico, come rischio e faticosa conquista sulla scia di un ""Platonismo negativo"""" che è consapevolezza delle contraddizioni vitali. È solo da questo sconvolgimento irrompente nell'assopita e monotona quotidianità che può allora crescere una nuova umanità, nemica dell'indifferenza e della dispersione. Dove, se non nell'orizzonte europeo, poter far nascere questa nuova vita? Ha ancora senso parlare di Europa? Interrogativi oggi più che mai attuali quelli proposti da Patocka, che fa appello alla sfida più grande per i nostri tempi: quella di un'Europa concepita come nuovo orizzonte storico-culturale e politico in cui edificare la fiducia nell'esistenza e nel cammino di un'umanità aperta al costante dialogo."" -
Il volto beffardo del diritto. Ragione economica e giustizia
Una rappresentazione diffusa dipinge il giurista come un tecnico delle norme. Questo libro ribalta quest'immagine. Il diritto non abita nelle aule dei tribunali, ma nelle strade del mondo; governa ogni giorno la vita reale delle persone ovunque esse siano. Quale direzione ha imboccato il diritto alle soglie del terzo millennio e nel transito epocale che stiamo attraversando? Se molte cose intorno a noi non stanno andando nella giusta direzione - collasso ambientale, crisi economica, tracollo dei sistemi d'istruzione - il diritto ha la sua parte non piccola di responsabilità. È questo il volto beffardo del diritto odierno, un diritto che nell'ultimo trentennio è stato interamente forgiato dalla ragione economica. Collocandosi sulle frontiere del diritto, il volume intreccia temi di carattere ecologico, economico, giuridico e culturale; avanza una pesante critica delle riforme che hanno plasmato la struttura e i percorsi formativi universitari e mette in dubbio la sostenibilità di un modello di sviluppo economico che si nutre di regole giuridiche non meno che di operazioni di mercato sorrette da una ragione economica che necessita di essere interamente ripensata. -
La parola e il leviatano. Segni, linguaggio e retorica nel pensiero politico di Hobbes
Come Locke e Leibniz, anche Hobbes aveva compreso che segni e parole sono essenziali alla conoscenza, ma più di loro ne vide le implicazioni politiche. Semiotica e filosofia del linguaggio non sono chiavi di lettura tra le altre per capire il filosofo inglese, ma una via di accesso privilegiata al suo pensiero. Fu egli stesso infatti a porre l'analisi dei segni e un'articolata idea del linguaggio alla base dell'ambizioso tentativo di spiegare, promuovere e legittimare l'immaturo e ancora fragile Stato moderno simboleggiato dal Leviatano. La celebre immagine dell'homo homini lupus, più che la condizione ferina del tutti contro tutti, è il caos che discende dall'uso ingannevole del linguaggio e dall'incertezza dei significati. Ritroveremo così in queste pagine Hobbes nei panni del severo fustigatore dell'uso retorico del linguaggio, ma anche del filosofo abile nell'impiego persuasivo dei mezzi espressivi e delle tecniche dell'argomentazione, non a caso ancora oggi evocato soprattutto attraverso le sue icastiche metafore. -
Il ritratto-scansione. Immaginare il cervello tra neuroscienza e arte
Le scansioni prodotte dalle tecniche di imaging cerebrale innescano un corto circuito con l'immagine che abbiamo del corpo. Il volume esamina la valenza epistemologica, estetica e storica delle scansioni del cervello nel passaggio dal laboratorio biomedicale a un contesto di tipo espositivo. Adottando diversi approcci critici ai materiali eterogenei esaminati (opere d'arte, esperimenti, tecnologie), l'obiettivo che il volume si prefigge è quello di moltiplicare e configurazioni possibili delle tecniche di imaging cerebrale e delle immagini prodotte, in modo da renderle disponibili per usi e narrazioni alternative a quelle ufficiali autorizzate dal laboratorio. -
Sistemi di pensiero. Michel Foucault al Collège de France
Dal 1970 all'84 Michel Foucault insegna presso la più prestigiosa istituzione accademica e culturale francese: il parigino Collège de France. È la preziosa occasione per lo storico e filosofo di presentare (come tradizione nell'istituto fondato ai primi del XVI secolo da Francesco I) lo stato di avanzamento dei suoi lavori. Via via negli anni, dunque, discute le tesi riguardanti i grandi temi che esplora: la follia e il manicomio, la malattia e la clinica, la delinquenza e la prigione, la sessualità e il controllo su di essa, la biopolitica e lo Stato, oltre agli abbozzi dei rapporti fra guerra e Stato. Dunque, l'insieme dei corsi (ormai in via di quasi completa pubblicazione) rappresenta un immenso laboratorio di pensiero, prezioso quanto le opere edite in vita e la raccolta di tutti gli interventi extra librari. -
Evento e genesi. Heidegger e il problema di una fenomenologia cosmologica
La questione del mondo è stata una delle poste in gioco fondamentali della fenomenologia e del suo tentativo di ripensare l'esperienza. Che cosa implica il progetto di quella che si può chiamare una ""cosmologia fenomenologica""""? Quali sono le sue condizioni e le sue conseguenze? Se Heidegger ha dato un contributo decisivo allo sviluppo di questo filone """"cosmologico"""" che percorre la corrente fenomenologica, in che misura i suoi testi permettono di realizzare un simile progetto? Sono queste le domande che si trovano al centro del presente saggio: anche attraverso un costante dialogo con altri autori, vengono analizzate le possibilità e i limiti di una cosmologia fenomenologica nei testi del primo Heidegger. Questi appariranno allora percorsi da una tensione fondamentale. Se da un lato essi permettono di pensare un primato del mondo sull'io come vero """"luogo"""" del trascendentale e della manifestatività, dall'altro lato l'impostazione heideggeriana incontra dei limiti essenziali, che si rivelano essere due veri e propri """"punti ciechi"""" del suo pensiero: il primato assoluto della questione dell'essere e l'omissione della questione della genesi."" -
L' utile e il ragionevole. Saggio su Cesare Lombroso
A distanza di poco più di un secolo dalla morte, la figura di Cesare Lombroso continua a essere oggetto di numerosi studi, analisi e polemiche. Attraverso l'esame di alcune delle sue opere principali e dell'ambiente storico e sociale in cui furono prodotte, la presente opera rilegge l'impresa lombrosiana come una macchina simbolica e ideologica che colma sul piano dell'immaginario l'assenza di legittimazione dello Stato unitario. Mediante un'analisi serrata delle strategie discorsive e degli stratagemmi retorici impiegati, da una parte viene demistificata la scientificità da alcuni ancora invocata nei confronti di Lombroso. Dall'altra, la riflessione mira a porre domande più generali sullo statuto delle scienze umane e sociali con riguardo ai criteri della loro utilità e ragionevolezza. -
Elogio della fragilità
Fragile è il contrario di forte. A prima vista i due termini sembrano opposti e inconciliabili. Ma è proprio vero che chi è fragile è destinato a soccombere? Siamo certi che la fragilità sia una condanna? A questi interrogativi cerca risposta questo libro il cui autore, medico, della fragilità narra i dolori, ma tesse anche le lodi e rivela le risorse a partire da alcune vicende della sua vita privata e professionale, dalle quali prende le mosse l'elaborazione di una personale teoria della fragilità. È la fragilità che spinge al conflitto e arma la rivolta. Ispira il poeta, guida il pittore e consiglia il filosofo. Ma oggi incombe una minaccia: la rassegnazione, che trasforma la fragilità in accidia, che crea la schiavitù e le condizioni ideali per la schiavizzazione. Ecco perché è giunto il tempo di trasformare la ""volontà di potenza"""" del sistema che ci domina nella """"potenza della volontà"""" di convertire la fragilità in forza creativa e rivoluzionaria. Non cesseremo di essere fragili, ma almeno, per come è possibile, torneremo liberi. Prefazione di Michele Prospero. Postfazione di Lorenzo Romito. Seconda edizione con un """"Manifesto"""" inedito."" -
Energia e rappresentazione. Warburg, Panofsky, Wind
Energia e rappresentazione: due parole chiave per entrare nell'inquieto laboratorio in cui Aby Warburg, nel corso della sua vita, trasformò radicalmente (anche grazie alla fondazione della Biblioteca che reca il suo nome) il modo di interpretare l'arte occidentale e, più in generale, la stessa produzione simbolica. A esplorare questa polarità di concetti nel pensiero di Warburg e di quegli allievi, come Erwin Panofsky ed Edgar Wind, che ne svilupparono in maniera originale l'eredità, è dedicato questo volume. In quindici saggi, esso raccoglie contributi dei maggiori specialisti a livello internazionale sull'argomento, sia sul versante della storia dell'arte sia su quello dell'estetica e della storia della cultura. La prima parte - con i saggi di Sigrid Weigel, Christopher D. Johnson, Fabrizio Desideri, Elena Tavani e Clio Nicastro - affronta il legame che il concetto di energia intrattiene con la dimensione estetica dell'esperienza umana. La seconda - con i saggi di Dorothea McEwan, Davide Stimilli, Saverio Campanini e Alice Barale - indaga il tema del rapporto tra immagine e memoria, a cui è dedicato anche l'ultimo progetto di Warburg, l'incompiuto Atlante Mnemosyne. La terza parte con i contributi di Dieter Wuttke, Claudia Cieri Via e Andrea Pinotti considera, infine, il rapporto tra rappresentazione artistica e iconologia in Warburg, Panofsky e Wind. Di quest'ultimo presenta anche, a cura di Simona Maniello, un importante testo inedito, La fallacia dell'arte pura.