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Lasciar morire. Burocrazie minime, ambiente, territorio e lavoro in Sicilia
Gli uffici, i corpi, le agenzie, i dipartimenti impegnati nel monitoraggio ambientale e nella sicurezza sui luoghi di lavoro rappresentano un particolare campo burocratico su cui aleggia l'inquietante ""potere di far vivere o lasciar morire"""" tratteggiato da Michel Foucault negli anni Settanta. In Sicilia, a fronte di un """"discorso di verità"""" raffigurante questa regione sempre come arretrata e reticente ai cambiamenti, si sono in parte realizzati i punti più caratteristici della governamentalità neoliberale: dal managerialismo utile a far crescere il germe della competitività nella pubblica amministrazione alla costruzione di uno spazio isomorfo pubblico- privato, dall'autoregolamentazione di ampi settori economici alla de-conflittualizzazione per mezzo di mediatori e facilitatori di ogni tipo. L'eterogeneo campo burocratico, scandagliato in questa indagine, si rivela come uno spazio di potere ormai compenetrato, in nome della governance, da """"portatori di interesse"""" economicamente forti, spesso dediti a speculazioni ambientali e disinteressati alla salute, mentre non è adeguatamente permeato dalle forze sociali impegnate nella protezione dell'ambiente, delle popolazioni e nella difesa dei diritti."" -
Arte e/o design
L'origine del design risale a circa 50.000 anni fa, un momento in cui gli uomini di ogni latitudine, quasi fosse scattato nella loro mente un relè, iniziano a produrre strumenti caratterizzati da una certa qualità estetica. Il design nasce con l'uomo, è un fatto antropologico che non appartiene esclusivamente alla modernità. L'industrial design invece è una disciplina teorizzata nell'Ottocento in Inghilterra e non deve essere confusa con il design tout-court. Oggi, si preferisce parlare di product design perché alcuni sistemi di produzione, da cui trae origine la definizione di industrial design, sono superati dal recente sviluppo tecnologico. Nel Novecento, il termine ""arte"""" può avere significati opposti a quello di """"design"""". Quando si affermano le tendenze razionaliste- funzionaliste, l'opposizione tra i due termini assume la forma paradigmatica della disgiunzione logica (e/o). Questa disgiunzione, se applicata in una prospettiva storica, evidenzia come l'arte e il design non siano categorie assolute o immutabili. L'idea di design subisce continue ridefinizioni. La comprensione della qualità del presente passa attraverso la consapevolezza del valore dei concetti e delle produzioni del passato. Prefazione di Ugo Volli."" -
Il mondo come paradosso. Patocka e lo sviluppo della Lebenswelt
Il problema del mondo è stato l'interesse teoretico di tutta la vita di Patocka. Questo tema si collega alla domanda classica della filosofia occidentale su che cos'è il reale. Anche la fenomenologia ha indagato tale questione riconoscendo nel mondo un costante presupposto e, insieme, un problema aperto. La presente indagine espone e analizza il percorso argomentativo del filosofo ceco su questo problema filosofico. In che modo il mondo si dà a noi e qual è il fondamento del suo mostrarsi? Cosa diventa il soggetto, destinatario dell'apparire, se è un momento del manifestarsi del mondo? Il metodo husserliano ha seguito l'analisi della coscienza intenzionale; Patocka, invece, ha parlato di una desoggettivazione dell'apparire e si è mosso a un livello più originario per tentare di cogliere l'emergenza del fenomenale. Il mondo naturale pre-teorico diventa, in questo modo, soltanto una via allo svelamento di una condizione più originaria: la concezione fenomenologico-trascendentale del mondo. Riformulando il concetto di mondo come totalità, alcuni concetti, come quelli di epoché e di apparizione, subiscono una torsione. Il filosofo ceco ha spinto la riflessione filosofica più avanti e occupa un posto originale all'interno del movimento fenomenologico, come lo dimostrano anche numerose pubblicazioni internazionali nel contesto non più soltanto europeo. -
Il diritto come estetica. Epistemologia della conoscenza e della volontà: il nichilismo/nihilismo del dubbio
Dall'empiria alla teologia, dalla fisica alla metafisica, dalla logica dell'identità a quella del divenire, dalla realtà statica alla realtà dell'oscillazione, della metamorfosi, dal libero al servo arbitrio, dal dover essere al mi piace, dal diritto come normatività al diritto come estetica, queste ipotesi si presentano come le principali tappe attraverso le quali si snoda il saggio. Il dubbio regna sovrano su ogni conoscenza umana. Sappiamo di non sapere, ma ormai si è ben oltre questa consapevolezza; ora si affaccia anche il dubbio intorno all'esistenza stessa del soggetto, che conosce, ed al cogito cartesiano. Il nihilismo/nichilismo getta più di una semplice ombra sulle nostre certezze conoscitive. -
Entrò in una perla
"Sulla terra è l'Uomo che veglia / sopra la nostra vita senza fine. / Sua è la presenza nei corridoi d'ospedale / illuminati tutta la notte, / nei supermercati deserti / quando il mondo e tutti gli umani dormono profondi / e ogni salvezza dipende da un'altra salvezza / e nessuno sprinkler system può proteggerci / da questa vita senza fine. / Sua anche / la veglia degli alberi, tutto il giorno, tutta la notte / nei loro giardini senza tempo""""." -
Intimi universi
Nell'autunno del 2013, 20 giovani coppie residenti a Milano hanno aperto i loro universi privati alla curiosità sociologica dell'autrice. È nato così il racconto di un viaggio per interni domestici e di come i grandi fenomeni della contemporaneità - dalla globalizzazione fino all'incertezza del mercato del lavoro, dai cambiamenti nelle relazioni fra uomo e donna fino all'emergere dell'individuo - risuonano nelle evoluzioni della conformazione delle nostre case, delle nostre stanze e nella scelta dei nostri oggetti d'arredo. Questo racconto interdisciplinare, intessuto di arte, architettura e filosofia, interroga idee come quella di intimità, di appartenenza e di stile. Ripercorre topografie a un tempo domestiche ed esperienziali e, in fin dei conti, cerca di rispondere alla domanda: cosa vuol dire, oggi, sentirsi a casa? -
Il lato maligno del web
Internet sta cambiando radicalmente la vita quotidiana, ma la natura umana rimane la stessa e gli uomini non hanno smesso di comportarsi in maniera eticamente discutibile e talvolta anche malvagia. Ne consegue che svariate minacce possono annidarsi anche nel Web ed è facile imbattersi in esse. Questo libro presenta alcuni tra i più comuni rischi che si corrono navigando sulla rete, uno dei quali è diventato di grande attualità: il cyber-bullismo. Il libro affronta questo fenomeno alla luce dei risultati della ricerca, cercando di contestualizzarlo all'interno dei cambiamenti relazionali che le nuove tecnologie stanno provocando nella nostra società. L'obiettivo è stimolare la riflessione sull'impatto che la comunicazione attraverso il Web può avere nei confronti di coloro che sono oggi i più esposti alle dannose conseguenze derivanti da un uso incivile, fraudolento e talvolta perverso di Internet, ossia i bambini e gli adolescenti. In effetti, sono proprio loro ad essere i più immersi nelle tecnologie digitali e ad usarle senza conoscerne a pieno le implicazioni. -
Visualizzare la guerra. L'iconografia del conflitto e l'Italia
Attraverso l'analisi di materiali eterogenei: dalle fotografie, ai documentari e film, agli oggetti, ai cimeli e alle opere d'arte il volume intende focalizzare l'immaginario guerresco, in particolare il modo in cui la Prima Grande Guerra è stata interpretata e propagandata attraverso le immagini. La Grande Guerra è quindi il punto di partenza per considerazioni più ampie e cruciali su fenomeni che hanno a che fare con il problema dell'estetizzazione della politica e della politicizzazione dell'arte. In questo senso la Prima Guerra rappresenta il primo esempio di conflitto che, per la sua portata e le sue implicazioni, si configura come un terreno privilegiato di indagine critica sul potere delle immagini, al di là del loro valore estetico, con la inaggirabile conseguenza che le immagini assurgono a paradigma culturale e s'impongono al punto da determinare una svolta epocale per l'influenza che esercitano nella nostra vita quotidiana: sempre più dominata dalla sfera iconica. Ovviamente ci riferiamo qui all'universo digitale e alla rete, che sono oggi i canali principali di propaganda attraverso cui la percezione dei conflitti, su grande o media scala, viene elaborata, a volte con esiti nefasti, come nel caso della propaganda terroristica e della manipolazione delle coscienze. -
Il fragile flagello. Una genealogia della trasgressione femminile
Attraverso l'analisi delle teorie e delle pratiche finalizzate a individuare e gestire l'eresia diabolica delle streghe e la contaminazione sociale derivata dalla prostituzione, la genealogia della trasgressione femminile lascia emergere, tra le pieghe dei processi storici, i rapporti di dominio che, nel principio della colpa irresponsabile, immanente nella donna e perciò inaccessibile all'esercizio della ragione e della volontà, trovano il loro principio giustificativo. -
Expo show. Milano 2015. Una scommessa interculturale persa
Le Esposizioni Universali fin dalla loro fondazione nel XIX secolo sono state fiere dove le moderne nazioni mostravano i prodotti, commerciali ma anche culturali, del capitalismo nascente. Nate nell'era moderna, figlie dell'Europa delle ""nazioni"""", hanno rappresentato il palcoscenico della messa in scena della superiorità del pensiero occidentale coloniale sul resto del mondo. Dai cosiddetti """"zoo umani"""" all'esposizione delle merci e delle nuove scoperte, le Esposizioni Universali hanno reso concrete e visibili le teorie universaliste, di stampo positivista, base del pensiero etnocentrico dell'Europa, e poi degli Stati Uniti. L'Expo di Milano del 2015 non poteva contraddire questa """"tradizione"""". La scelta del tema """"Nutrire il pianeta energia per la vita"""", così urgente e politically correct, aveva fatto sperare in una Expo in grado di discutere l'impostazione coloniale ed etnocentrica del passato. L'Expo 2015 ha rinunciato alla possibilità di essere un evento interculturale, che abbattesse qualsiasi eredità egemonica, e ha invece prodotto una visione neo-coloniale e ancora universalista. Il libro partendo dall'analisi della struttura espositiva visuale e dalle scelte di allestimento, e dei testi ufficiali prodotti prima e durante l'Expo, mostra come gli immaginari prodotti sono stati il perfetto specchio di un paese, l'Italia, che non ha mai maturato una vera coscienza postcoloniale prima di tutto a livello culturale e politico."" -
Filosofia e pratiche dei saperi
I saggi che compongono questo volume si caratterizzano per una declinazione pratica del sapere filosofico, il quale viene esercitato nella modalità specifica dello studio di ""caso"""". Che si tratti della fotografia, del reading filosofico, della philosophy for children, dell'interculturalità o della spettacolarizzazione del tragico, la filosofia in questo libro prende le mosse dalla datità di problemi effettuali e, mettendola ben a fuoco, si sforza di costruire categorie utili per analizzarla e affrontarla. La questione che rimane aperta e che il volume intende rilanciare è quella dello statuto epistemologico del sapere filosofico e della sua relazione rispetto ad altri saperi (e strumenti di sapere), nonché il problema della legittimità della filosofia come attività pratica che riesca a originarsi a partire da una datità fenomenologicamente rilevata."" -
Forme di realtà e modi del pensiero. Studi in onore di Mariano Bianca
Questo volume raccoglie gli studi che amici, colleghi e allievi offrono a Mariano Bianca in occasione del suo settantesimo compleanno. Esso costituisce un segno di stima e gratitudine nei suoi confronti per la testimonianza di serietà, passione e rigore che egli ha fornito in quarant'anni di attività accademica nell'Università di Siena e per la sua insopprimibile passione nel discutere ogni tema della filosofia. I contributi qui riuniti, ancorché non strettamente vincolati al titolo del volume e pur essendo ispirati a interessi e metodologie eterogenei, sono comunque riconducibili ad alcuni temi centrali della sua ricerca e richiamano lo spirito aperto e critico che ha sempre contraddistinto la sua riflessione filosofica. -
Immaginare il futuro. La società di domani vista dagli intellettuali di oggi
Questo libro vuole essere una ""fotografia"""" del presente, della società agli inizi del terzo millennio, rispetto all'immagine del suo futuro. Una fotografia in prospettiva, un campo lungo, che parte dalle difficoltà, dalle incertezze, dallo stato di crisi del presente per guardare lontano. Per farlo abbiamo rivolto la stessa domanda - """"Come immagini la società di domani?"""" - a un gruppo di intellettuali, filosofi, scienziati, sociologi, critici, storici, etologi, psicologi, politologi. Alcuni hanno accettato con entusiasmo, altri hanno ritenuto opportuno avvalersi della facoltà di non rispondere. La difficoltà a soffermarsi a riflettere sul futuro del mondo in cui viviamo tradisce il timore di guardare avanti, oltre i limiti fisici e mentali del proprio orizzonte. Perfettamente in linea con lo spirito odierno, permeato d'incertezze, che spinge ad aggrapparsi al presente, di cui si conoscono almeno i contorni e le problematiche."" -
La pensione
Tornato nella pensione fuori Varsavia dove, da bambino, trascorreva le vacanze insieme alla nonna, un ragazzo ripercorre la storia della propria famiglia e quella degli ebrei polacchi sopravvissuti alla Shoah. Gli incontri con i vecchi ospiti della pensione, luogo dei ricordi immerso in un'atmosfera onirica, diventano un viaggio nella memoria dal quale riaffiorano i fantasmi del passato. -
Teodosio il piccolo. Con Segnalibro
In un regno immaginano il Gattocane Gabriele, Tutore Plenipotenziario del Principe Ereditario, vigila affinché il trono spetti di diritto al suo legittimo beneficiario: Teodosio, un bambino. Ma il piccolo principe è minacciato dal bellicoso Otto, costruttore di complicate macchine da guerra nel suo castello nel nord del regno e dal perfido Olivio. Il fantasy di Razvan Ràdulescu veste con gli abiti della favola una storia che mette in scena alcuni temi socialmente rilevanti come l'infanzia e il modo attraverso cui gli adulti vedono i più piccoli. Gli eventi del mondo di oggi vengono trasformati dallo sguardo di un bambino in una sfrenata follia fantastica di avventure tragicomiche. -
Il mio fiume
Essere di nuovo intero, ricucire gli stralci del tempo e dello spazio spezzati dalla guerra per trovare una continuità e superare il proprio trauma è ciò che Mustafa Huser, poeta e soldato, si propone di fare. Nasce così un labirinto onirico che si dipana su tre tempi diversi: quello dell'innocenza, l'infanzia e la giovinezza in un paesino bosniaco sulle rive del fiume Una, dove il protagonista vive immerso nell'idillio della natura, innamorato del fiume, dei suoi abitanti reali o immaginari, della sua vegetazione rigogliosa e dei cicli vitali che detta inesorabilmente. Irrompe poi il tempo della distruzione, quando sulla linea del fronte Mustafa percorre i meccanismi di lucidità e follia di chi si trova a imparare a odiare e uccidere per sopravvivere. Infine, il dopoguerra,"" carico dei fantasmi e dei tentativi di tornare alla normalità in una città e un Paese ormai distrutti. E proprio da questa impossibile normalità Mustafa ci conduce nel suo mondo interiore allucinato, rabbioso, doloroso e tenero. Il linguaggio si accorda al percorso intimo del protagonista: ora è malinconico, ora crudo. Sulle rive del suo fiume immutabile ed eterno, Mustafa, archivista e cronista del mondo passato, affida alla parola scritta il compito di ricreare la bellezza di quanto è andato perduto."" -
Il villaggio INA. Casa di Cesate
Le ragioni significative di questa pubblicazione sono numerose: l'interesse e la rinnovata attenzione che il Villaggio di Cesate e più in generale i quartieri Ina stanno sollevando tra gli addetti ai lavori e la società civile; la documentazione della grande capacità interpretativa degli spazi dell'abitare che il Villaggio ha saputo esprimere fin dalle origini e mantenere nel corso del tempo nonostante le trasformazioni, piccole ma diffuse, apportate dagli abitanti in ragione di esigenze quotidiane; infine l'avvio di un progetto di riqualificazione degli spazi aperti, primo passo per diffondere buone pratiche per gli interventi futuri e promuovere consapevolezza tra gli abitanti circa il valore di bene ambientale di cui hanno modo di giovarsi. La pubblicazione raccoglie inoltre il contributo, sotto forma di intervista, di alcuni eredi dei progettisti del Villaggio, dell'autore delle opere d'arte che arredano la chiesa di San Francesco e il racconto partecipato di numerosi abitanti che della vicenda hanno fatto parte. -
La mutevole precisione della forma. La la land: storia di un'opera
Cosa mette all'opera un'installazione artistica? Da quando fu sperimentata per le prime volte, negli anni '20 del '900, questa pratica ha attraversato e intrecciato i più diversi movimenti e correnti, dal Futurismo, alla Pop Art, al Nouveau Réalisme, alla Junk Art, all'Arte comportamentale, a Fluxus, al Gruppo Gutai, al Concettualismo, all'Arte processuale, alla Land Art, all'Arte povera, alla Body Art... sino a diventare una sorta di emblema del contemporaneo. Ma perché questa multiopera ha soppiantato, senza negarli né obliterarli, i tradizionali oggetti artistici? Che cosa giunge a fare l'artista quando si misura con l'installare? Questo libro cerca di affrontare al cuore tali domande, attraverso saggi teorici di differente impostazione, immagini e testimonianze, tutti suscitati dall'interpretazione e dalle ripercussioni di un recente lavoro dell'artista Giordano Montorsi - maestro della disseminazione artistica - intitolato La la land. Un'installazione musicale senza suoni, nella quale tutto ciò che è sensibile è ricondotto a puro flusso ritmico di modulazioni, rispetto alle quali la vista tende ad assumere tutte le caratteristiche dell'udito, all'interno di una prospettiva sempre aperta, che mira al superamento dell'astratta separazione tra i diversi sensi corporei. Per ricongiungerli senza unificarli in un supersenso: il sesto senso proprio dell'arte. -
La Scuola di Madrid. Filosofia spagnola del XX secolo
Questo saggio si compone di interventi di vari autori appartenenti al Progetto di Ricerca [FF12009-11707] La «Escuela de Madrid» y la búsqueda de una filosofía primera a la altura de los tiempos, Ministerio de Educación y Ciencia, coordinato dal Prof. Jesús M. Díaz Álvarez, e si propone di analizzare, attraverso i vari registri formali del pensiero di vari studiosi, le riflessioni di alcuni pensatori spagnoli del Novecento che hanno riconosciuto il grande valore filosofico delle opere più significative di Ortega y Gasset e gli aspetti poliedrici e affascinanti della rappresentazione vitale dell’uomo nel mondo. Le configurazioni teoretiche di pensatori, come per esempio José Gaos, Julián Marías, María Zambrano e Antonio Rodríguez Huéscar, solo alcune delle figure anticipatrici di tematiche di grande attualità e di intenso dibattito culturale, appaiono come le più significative espressioni del pensiero iberico contemporaneo, con le quali la Spagna cominciò a integrarsi nel contesto europeo dopo le angustie di un lungo isolamento speculativo. Grazie alla problematicità del loro domandare filosofico, assai ricco e variegato per molteplicità di influssi e di interessi, si è configurata la “Scuola di Madrid”, ispirata alla dottrina filosofica orteghiana, nella quale la prospettiva storicistica s’intreccia con quella sociologica ed esistenziale. Pur nella profonda diversità dei tempi e delle situazioni, si avvertono oggi consonanze di pensiero sempre più evidenti con le loro riflessioni che prefigurano un nuovo e non trascurabile ambito d’investigazione. Essi, infatti, hanno saputo celebrare il senso della vita nel costante legame tra pensiero e condizione socio-culturale del loro tempo; hanno concepito la loro produzione filosofica e letteraria anche come impegno di modernizzazione, di “salvezza” della Spagna, di un filosofare vissuto, affermando l’esistenza attraverso la riconsiderazione di una sfera vitale come la Ragione Vitale o la Ragione Poetica. -
Scenari. Semestrale di approfondimento culturale (2016). Vol. 4
La novità più interessante per la nostra rivista, negli ultimi mesi, è rappresentata dal costituirsi di una attiva redazione di critica musicale. Un esempio del loro lavoro, coordinato da Stefano Marino, costituisce la sezione più corposa del presente numero. La rivista, ovviamente, non perde la propria vocazione di approfondimento dell'attualità. In questo senso gli articoli dei redattori si pongono come paradigmatici: Maria Grazia Turri ripercorre la storia socio-politica degli ultimi 25 anni di rapporti tra l'Occidente l'Oriente islamico. Non si tratta di una semplice cronologia di fatti, ma di una vera e propria analisi socio-culturale della genesi del attuale situazione di tensione quando non di aperto conflitto tra queste due parti del mondo contemporaneo. Pierluigi D' Eredità focalizza attorno al termine bailout - termine che ha recentemente riempito di sé i dibattiti politico-economici di tutta Europa - tre episodi della storia recente: la crisi azionaria statunitense del 1907, la recente crisi bancaria mondiale del 2008 e il rischio cui ci troviamo di fronte oggi. Secondo l'autore, è la Germania che dovrebbe trarre gli insegnamenti più chiari da questi precedenti: quello di un Europa a due velocità è un rischio che oggi comporta molti più pericoli di quanti possiamo generalmente paventare. In conclusione la sezione dedicata ai collaboratori esterni ospita l'articolo di Francesco Giacomantonio sulla sociologia del calcio globale, una proposta di lettura delle vicende delle società di calcio - sempre più legate all'aspetto economico e sempre meno a quello sportivo - come lente di ingrandimento privilegiata per capir le attuali tendenze della globalizzazione.