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Storia della filosofia per consulenti filosofici
Questa Storia della filosofia per consulenti filosofici, e per coloro che svolgono le attività di pratica filosofica, assume un compito preciso: mettere a disposizione strumenti concettuali, appartenenti alla tradizione filosofica classica, per colui o coloro che intendono usare il sapere filosofico al fine di percepire, capire ed agire rispetto a diverse tipologie di realtà e di esistenze: dalla singolarità di ciascuno, alla complessità di un gruppo, dalla maggiore o minore coerenza di un insieme vasto di soggetti, all'identità del genere umano. Nel presente volume, dunque, si svolge un'opera di adeguatio intellectus et rei della storia della filosofia ""alla"""" consulenza filosofica-, ogni filosofo trattato, pertanto, a volte in maniera più esplicita e altre meno, è stato analizzato volutamente con l'intento di mettere in luce quegli elementi di rilevanza principale nella prospettiva specifica della Philosophische Praxis."" -
Violenza e democrazia. Psicologia della coercizione: torture, abusi, ingiustizie
Democrazia è parola mimetica, spesso asservita alla retorica dei potenti. Tra i fenomeni disturbanti nascosti dal mantello mimetico della democrazia c'è la coercizione, agita con la minaccia, la punizione e l'uso della forza fisica. Anche in uno Stato di diritto, l'apparato di coercizione che può essere dispiegato contro i cittadini è imponente. Nell'esercizio di un simile potere, le autorità devono autodisciplinarsi per non oltrepassare il limite della legittimità, pena il rischio di trasformare la coercizione in violenza. Il libro analizza questo crinale scosceso portando il lettore in una stanza di tortura, mettendolo di fronte agli abusi delle forze di polizia, invitandolo nei reparti psichiatrici che praticano la contenzione meccanica, e infine chiamandolo a misurarsi con i costi umani generati dal neoliberismo. Un percorso assistito dalla convinzione che i contributi offerti dalla psicologia sociale aiutano a comprendere e gestire i conflitti tra libertà e coercizione in democrazia. -
Da Saragat a Napolitano. Il difficile rapporto tra Presidente della Repubblica e Consiglio superiore della magistratura
In questo scritto si mostra come i veti posti da vari Presidenti della Repubblica per impedire che venissero limitati i propri poteri ed ampliati quelli del CSM siano stati solo temporaneamente efficaci perché in seguito rimossi dai successivi Presidenti. Questa evoluzione si è verificata soprattutto per iniziativa dei magistrati eletti nei vari CSM che si sono succeduti nel tempo. Per loro iniziativa il CSM ha infatti progressivamente affermato: il proprio diritto di definire anche di propria sponte l'ordine del giorno (e quindi anche di decidere autonomamente sull'ampliamento delle proprie competenze), di verificare gli orientamenti programmatici dei candidati alla vicepresidenza prima di votarli, di ampliare la propria influenza sul processo legislativo, di censurare i politici che offendono i magistrati. Nello scritto si ipotizza anche che l'ampliamento dell'influenza del Presidente sulle attività del CSM verificatosi nel corso della presidenza Napolitano sia stato facilitato da mutazioni avvenute nell'assetto politico del Paese. -
Humour in azione. Argomenti educativi nei contesti culturali
Divergente, provocatorio e anche creativo e vivace, lo humour da sempre stimola interesse. Con l'umorismo facciamo inaspettatamente esperienza di un improvviso cambiamento, uno scarto dalle aspettative, uno slittamento che sollecita l'attenzione verso possibilità trasformative a livello sia individuale sia sociale. La vocazione della pedagogia a interrogare i valori che favoriscono le condizioni di vita delle persone e delle comunità in cui si intrecciano intelligenza civica e virtù sociali, sembra aprire importanti spazi a vantaggio di riflessioni e di interventi umoristici. In questa prospettiva si inserisce il presente lavoro, con domande di ricerca volte a indagare se e come lo humour possa manifestarsi, esercitare un ruolo e avere un impatto nei diversi contesti sociali e educativi. -
Potenza ed eclissi di un sistema. Hegel e i fondamenti della trasformazione
Le ripetute crisi che affannano il cammino della modernità tendono ad investire, per tutto il corso della loro durata, numerosi aspetti dell'esistenza umana: condizioni materiali e produzione spirituale, forme del diritto e dell'arte, filosofia e letteratura, generando spesso, nelle anime più sensibili o negli strati sociali più colpiti, un forte desiderio di cambiamento. Ma perché le cose cambiano? E come avviene di fatto la trasformazione? Ovvero, come realizzarla? Nella convinzione che essa venga favorita promuovendone non tanto il desiderio soggettivo, quanto piuttosto la comprensione dei funzionamenti oggettivi, questo volume tenta, a partire da Hegel, di esplorarne i meccanismi interni, cominciando in primo luogo dall'analisi dei suoi elementi fondamentali: i soggetti, la volontà, l'azione. Si tratta di uno studio che getta luce su molti problemi teorici del nostro tempo, ma anche su diversi lati del pensiero hegeliano, illustrato con semplicità e rigore. Autori come Fichte, Sartre, Gentile, Massolo, Severino vengono chiamati in causa per il confronto. Alle parti rivolte agli studiosi del campo sono affiancate altre, più divulgative, indirizzate a chi intenda addentrarsi per la prima volta nel vasto sistema del filosofo tedesco. -
Liberi e uguali. Il pensiero anarchico in Francia dal 1840 al 1914
Forse ancora sottovalutato nell'ambito della storia delle idee politiche, l'anarchismo francese ha in realtà conosciuto fra metà Ottocento e primo Novecento uno sviluppo ideologico fra i più intensi. Questo libro ne ricostruisce le molteplici articolazioni, tra federalismo proudhoniano, utopie di un mondo armonico privo di governi, collettivismo antiautoritario, anarco-individualismo, anarco-sindacalismo. Sullo sfondo, i grandi momenti e le grandi tragedie della storia francese del periodo: il 1848, la Comune, l'avvicinarsi della prima guerra mondiale. -
L' animale che dunque non sono. Filosofia pratica e pratica della filosofia come est-etica dell'esitenza
"Non si capisce un filosofo se non cercando di capire bene ciò che intende dimostrare, e in verità non dimostra, sul limite tra l'uomo e l'animale"""". Queste parole di Derrida, presenti nel suo celebre L'animale che dunque sono, autorizzano a prendere sul serio la questione teoretica dell'""""animale"""" e del rapporto tra filosofi e animali, filosofia e animalità. Partendo dalla riflessione di Derrida, questo libro si allontana tuttavia dalla sua prospettiva, reimpostandola criticamente: è infatti dal punto di vista eminentemente pratico, e non teoretico, che, per chi scrive, va affrontata la questione animale, ed è nella sfera pratica, cioè del carattere, del comportamento e dell'agire, del modo di essere e di vivere, che vanno verificate e stabilite le inevitabili affinità, ma, soprattutto, le insormontabili differenze tra uomini e animali. La via prescelta per un rinnovato confronto tra le due sfere del vivente è dunque quella della """"filosofia pratica come pratica della filosofia"""", e l'approdo è costituito da una """"est-etica"""" dell'esistenza che matura in un rapporto elettivo tra ethos spirituale e aisthesis corporea, cura di sé e arte del vivere. Al cuore di tale est-etica, che - secondo la lezione di Foucault - si richiama all'antica askesis, può collocarsi anche, non da ultimo, la cura e preoccupazione per quell'Altro di cui anche l'animale fa parte, e che l'uomo può attuare solo all'apice di una humanitas che ha saputo prendere distacco dalla animalitas." -
Goethe in Italia. Formazione estetica e teoria morfologica
Il volume indaga la speculazione morfologica di Goethe in relazione al viaggio in Italia. L'esperienza italiana rappresenta una tappa decisiva nel percorso formativo del poeta: è alla luce della conoscenza della cultura classica che si compie la formazione estetica e scientifica di Goethe. Un'idea di classico carpita nelle immagini artistiche che fanno da ambiente al suo viaggio e si imprimono ""nella mente e nell'anima"""", diventando, di riflesso, criterio di lettura e comprensione di quelle naturali. L'originalità dell'approccio scientifico di Goethe alla natura, smarcandosi dalle impostazioni concettuali e metodologiche dell'epistemologia moderna, si rende affine a un'antica visione del mondo che egli matura filtrata dalla percezione delle forme artistiche italiane, classiche e soprattutto rinascimentali. Formazione e creatività, fenomeno originario e stile sono le parole chiave, le coordinate che, nella visione goethiana, definiscono il campo unitario di natura e arte. Per questo, lo studio morfologico può prestarsi come paradigma anche dell'indagine estetica oltre che naturale, ovvero come metodo di lettura delle forme artistiche e, allo stesso tempo, come metodo di comprensione della creatività che ha permesso la realizzazione di quelle forme. Il pensiero morfologico inaugurato da Goethe, basato sulla conoscenza intuitiva e veicolato dalla visione, collocandosi a metà strada tra arte e scienza, rappresenta un importante codice di lettura delle immagini, riconsiderate nel loro pieno valore gnoseologico. Un pensiero che ha avuto un forte impatto nel Novecento, rivelandosi anacronisticamente contemporaneo."" -
Pluralità identitarie tra bioetica e biodiritto
Il C.I.R.B. (Centro Interuniversitario di Ricerca Bioetica), cui aderiscono tutte le Università campane, è un organismo di ricerca nel quale - con metodo rigorosamente scientifico, grazie al concorso di qualificati cultori delle varie discipline interessate e in un clima di costante e costruttivo dialogo con i rappresentanti delle diverse posizioni culturali - è possibile delineare le trame di una serena e ponderata riflessione comune su tematiche che coinvolgono l'identità stessa della persona umana e il destino delle generazioni future. -
Walter Benjamin, Gershom Scholem e il linguaggio
Walter Benjamin sviluppa nel 1916 una teoria del linguaggio che esporrà nel saggio rimasto inedito Sulla lingua in generale e sulla lingua dell’uomo (1916), e lo farà a stretto contatto, dal 1915, con l’amico Gershom Scholem, allora giovane studente di matematica e filosofia e studioso di ebraismo. Benjamin mostra di essere in piena sintonia con Scholem e con la sua visione cabbalistica del formalismo del linguaggio della Torah, in cui sono fondamentali il suono, il valore numerico e la forma delle lettere, e non i contenuti e i significati del testo, nella sua concezione mediale della lingua dei nomi (riflesso, nel loro caratterizzarsi come idee, della parola creatrice di Dio) e delle parole, che hanno finito per comunicare contenuti estrinseci e sono il fondamento dei concetti. In una serie di note di diario del 1916 Scholem individua un legame – di cui discute con Benjamin – tra una sua “teoria matematica della verità” e la forma interna della lingua ebraica Le conoscenze teologiche di Scholem e le letture che Benjamin e Scholem intraprendono portano entrambi a sviluppare una teoria del linguaggio fondata sulla interpretazione della Genesi e della Cabbalà, ma anche ad affrontare questioni gnoseologiche e matematiche sviluppate a partire da testi kantiani, neokantiani, husserliani e fenomenologici in generale. -
La trasparenza e il segreto
Segreto e trasparenza nominano due ossessioni speculari. L'ambiguo imperativo della trasparenza da un lato esprime l'esigenza di controllare il potere, dall'altro ci sollecita a esporre/esibire azioni e opinioni, propositi e scelte. Il ""gusto del segreto"""" è, a sua volta, paradossale. Spaventati e affascinati dall'idea che il potere nasconda le proprie manovre, oscilliamo tra il complottismo e l'utopia di una totale visibilità. E se la società della trasparenza fosse solo l'altra faccia di un mondo in cui, come sempre, le decisioni importanti vengono prese lontano dalla ribalta, da attori invisibili all'opinione pubblica? Senza togliere nulla all'interesse delle rivelazioni clamorose di segreti più o meno cruciali, sarebbe il caso di andare oltre, anche con il supporto di una prospettiva storica. A partire dall'Italia e dalla sua lunga consuetudine con i """"poteri invisibili""""."" -
Platone in collina nel fumo di settembre
È un romanzo di formazione, in cui il personaggio egemone, una fanciulla fantasiosa, dialoga con Platone. Gli eventi procedono in una situazione di crescente tensione emotiva fino al raggiungimento della scoperta dell'Eros; ciò accade, prima sotto le false spoglie della Maschera poi, caduto il Simulacro, sotto quelle concrete del Volto. Il percorso di crescita si sviluppa a partire da un'infatuazione immaginaria e/o fittizia, per arrivare all'esaltante consapevolezza della passione reale, entro una dimensione talvolta onirica. Come sottofondo c'è una natura che si fa sostanza proprio nella sua evanescente consistenza olfattiva e più in generale sensoriale. È appunto in un ambito di prorompente, conturbante e intensa sensualità che l'azione prende forma. I fatti si incentrano sulla vicenda esistenziale della protagonista che vive la sua evoluzione, insieme intellettuale ed emotiva, in un inscindibile rapporto di fattori concettuali ed accrescitivi strettamente intrecciati tra loro. Si tratta quindi di un'educazione sentimentale, condotta sullo sfondo di un contorno familiare imprescindibile per determinare le radici ed il sostrato di un iter evolutivo. Tragitto pregnante nel sottobosco magmatico di sentimenti confusi in una stagione della vita fondamentale come l'infanzia prima e l'adolescenza poi, luoghi di plasmazione e sviluppo dell'età adulta. Su tre percorsi narrativi strettamente intrecciati, si articola il cammino della figura centrale del racconto che, dall'abbaglio dell'Apparenza, giunge alla consapevolezza del Vero. Sono rappresentati simboli e archetipi di un discorso universale, unica via per accedere a valori certi e non fittizi del vivere, per sfuggire la banalità dell'esistenza. Dalla dimensione del quotidiano si accede all'universale. È infine possibile individuare almeno due filoni interpretativi con temi altamente emblematici in entrambi: una rappresentazione figurale e paradigmatica con possibilità di lettura metaforica nel primo, aspetti più visivi e plastici nel secondo. Si presta quindi a vari livelli di lettura. -
Fenomenologia delle emozioni
Nel volume si cerca di mostrare come vi sia una vera e propria fenomenologia delle emozioni che accomuna fondamentalmente Scheler e Husserl oltre le loro reciproche differenze. Al sentire i valori (wertfühlen) nella pervasività della visione di Scheler, si accompagna la profonda esigenza husserliana di giustificarli e di renderne conto sino in fondo razionalmente (rechtfertigen). Tale legame ruota attorno ad un motivo essenziale: la centralità della Bildung, della formazione personale come costruzione e governo del proprio ordiné assiologico. La ricerca della miglior vita possibile mette in gioco, sia per Husserl che per Scheler, il legame tra volontà e tempo a partire da quel momento inaugurale da cui può prendere avvio l'effettiva attuazione di una chance assolutamente qualitativa: l'apertura dell'ora in poi che riguarda in foto la mia individualità e la mia esistenza personale. -
Il soggetto dif-ferente. Peripezie della responsabilità
Nell'odierno contesto sociale e culturale la responsabilità non può non apparire come un fenomeno abitato da un'intrinseca paradossalità. Essa è di certo una dimensione ineludibile, un'esperienza talmente profonda da determinare l'identità del soggetto. In questa prospettiva la responsabilità individua il proprio dell'essere umano. Come è possibile parlare tuttavia di proprietà se il soggetto si costituisce nell'esperienza stessa del suo essere responsabile, nella quale inoltre emerge il primato dell'altro, di ciò che non è né prevedibile né controllabile, vale a dire del non-proprio? Tale paradosso può essere teoreticamente ed eticamente produttivo solo se si approfondisce la fenomenologia della responsabilità in direzione di una dimensione più originaria, quella della responsività, la quale rivela il volto nascosto di un soggetto differente, generato cioè dall'attualizzazione della differenza tra sé e sé. -
Il sottosuolo del presente
Noi animali non siamo diversi, in radice, dai pianeti, dalle piante, dagli altri sistemi biologici oppure dalle stelle: non siamo al centro di nulla. Una materia elettrica, formata in prevalenza di vuoto, nel suo vorticare continuo porta all'esistenza la variabilità di tutto ciò che appare. Da questo moto paradossale emerge anche la possibilità di modi disparati, non solo umani, di intelligenza e di pensiero. I profeti di sventura certo non mancano, ma il futuro è invece aperto, ora più che mai. In questo suo primo libro Enrico Arduin dà corpo a un'indagine vertiginosa, a confronto con le più avanzate speculazioni intellettuali, dalla fisica quantistica alla psicoanalisi all'ingegneria genetica, a ciò che si occupa delle basi stesse della vita. Può sopravvivere a questa sfida il pensiero umano o tutto ciò, superandolo, lo rende inutile, superfluo? -
Pietro Pacifico Gamondi (1914-1993). La missione umanitaria della medicina
Pietro Gamondi appare tra i migliori rappresentanti italiani dell'Etnoiatria alla metà del secolo scorso. La sua vicenda umana e professionale aiuta a conoscere meglio i percorsi dei medici che operavano allora nella realtà dei Paesi tropicali. La biografia non resta stretta alla narrazione di una vita, ma ha certamente un carattere prismatico, tale da consentire di osservare le diverse componenti in azione in un preciso momento storico. La vita avventurosa di quest'uomo, libero pensatore, è un capitolo della medicina del Novecento che, contemporaneamente a notevoli acquisizioni scientifiche e tecniche utili alla clinica, vedeva una sua parte riflessiva aperta a sfide intellettuali, alla curiosità e all'interesse per un'arte del curare al confine tra biologia ed antropologia. -
Culture e sindrome del costruito. Spazi pubblici e luoghi di lavoro fra salute e società
I temi sviluppati nel volume intendono rappresentare una prima riflessione intorno a uno dei caratteri del contemporaneo e in particolare alle ambivalenze e alle dicotomie costituite da: ""sicurezza/pericolo"""", """"fiducia/rischio"""", """"quotidiano/eccezionale"""" in quel momento storico che Beck ha definito sul """"vulcano della civiltà"""". L'intento è quello di ricercare le contraddizioni e non solo le contrapposizioni, i diversi piani motivazionali, le passioni e le convinzioni, i comportamenti, per fare così emergere lo spazio che separa il nesso fra paura/rischio e sicurezza/insicurezza e gli orientamenti che ne derivano, come premessa di una costruzione sociale del problema."" -
La cultura della cittadinanza. Itinerario europeo e contesto globale
La cittadinanza non è solo un concetto giuridico e politico ma anche un dato culturale, l'espressione di una dimensione nella quale convergono identità, istituti e pratiche sociali. Il volume attraversa e connette tra loro questi tre aspetti della cittadinanza; utilizzando fonti filosofiche e letterarie ne ripercorre gli itinerari nelle sue prime manifestazioni nella Grecia arcaica e classica, e ne ricostruisce le modificazioni intervenute nel passaggio dall'epoca romana alla prima fase dell'era cristiana, al medioevo, all'età moderna e contemporanea. Oggi il concetto di cittadinanza si deve confrontare con il mondo globale. È un confronto che investe in pieno l'idea europea di cittadinanza e il concetto stesso di ""cittadinanza europea"""", in un'Europa sospesa tra multiculturalismo e assimilazionismo. Alla luce del dibattito attuale, il volume si sofferma sulle problematiche connesse alla presenza sul territorio europeo di cittadini di diversa nazionalità e di diversa cultura, con particolare riferimento alle comunità musulmane."" -
Volti di Antigone. Versioni del mito nel teatro contemporaneo
"La partecipazione allo spettacolo/evento Antigone delle città, rappresentò per me, attore ancora in erba, un'esperienza personale straordinaria, da annoverare tra quelle fondanti per la propria formazione artistica e umana. Venivo dalla scuola di recitazione di Raul Man- so, di impostazione stanislaskiana e forse non a caso mi ritrovai ad affrontare, nel corso di quella settimana di preparazione, esercizi che avevano a che fare con ló'Verità"""", con l'etica del gesto artistico. Non mi è stato più possibile, già a partire da quegli anni, assistere a uno spettacolo teatrale senza sentire duramente la forzatura della finzione, il narcisismo del grande attore, l'inutile gesto che si bea della sua pura estetica. E forse per questo che non ho mai completato il mio apprendistato attorale, riversando conoscenze e umanità nel campo della formazione e della scuola, con bambini, ragazzi, adulti, gruppi. Questo libro di Marta Simonetti ha il merito di documentare, tra le altre, l'Antigone di Bologna, figura attualissima che sempre si palesa alla nostra coscienza tutte le volte che le Leggi vengono meno, tutte le volte che occorre urlare nelle piazze un desiderio di giustizia e di purezza. Quella purezza che evocava la figura dell'uomo sperduto tra le macerie, mentre recitava il frammento di un mio testo che era stato scelto per l'occorrenza: """"La banda frastornante adesso è in prossimità della piazza. Le ragazze vestite di bianco improvvisamente si girano a guardare i bellissimi musicanti dal corpetto blu...Poi proseguono la marcia, più giù, di nuovo lontani, lungo i viali della riviera fiancheggiati ii palmeti che costeggiano il mare luminosissimo. Lì la visione improvvisamente s'illumina si brucia."""" (Sebastiano Aglieco, poeta)" -
Generazioni interrotte. Riflessioni pedagogiche sull'odierna fragilità del patto generazionale
Il volume riflette sull'odierna fragilità del patto generazionale, elaborando attorno ai concetti di generatività e generazione/i. Si presenteranno anche esempi di ""buone"""" pratiche di scambio intergenerazionale e politiche nazionali e internazionali di welfare attente alle dinamiche relazionali e simboliche tra generazioni.""