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Simone De Masi. Imago. Ediz. italiana e inglese
"Segni leggeri ariosi oppure complessi, minuziosi, a volte duri, aggressivi quasi primitivi: il disegno di De Masi racconta una quotidianità umorale, osservata con attenzione e sintetizzata e filtrata dal sentire del momento, vista e registrata dalla discontinuità delle piccole emozioni. [...] Volti familiari di amici e parenti, ma anche quelli anonimi di coloro che affollano i treni dei pendolari diventano veloci tratti a matita, spesso sostenuti da qualche macchia di colore, forse appunti per future elaborazioni pittoriche. Una specie di diario per fissare una fisionomia, un'espressione, un'immagine, una sensazione che altrimenti andrebbero perdute se non fossero fermate e annotate sul book di lavoro - era l'invito che già rivolgeva Leonardo a chi intendeva occuparsi di pittura"""" (Rosella Alberti)." -
La coltivazione degli olivi (rist. anast. Brescia, 1808)
Riproduzione anastatica del volume La coltivazione degli olivi di Cesare Arici (per Nicolò Bettoni, Brescia 1808) conseguita alla perdita del raro esemplare esistente nella Biblioteca dei Georgofili. Il volume, insieme ad altre preziose opere antiche sull'olivo (pubblicate fra il 1500 ed il 1800), era stato richiesto in prestito ai Georgofili per esporlo nella mostra Tierras del Olivo organizzata dalla Fundación El Legado Andalusí di Granada. In quell'occasione si sviluppò un incendio accidentale che danneggiò alcune delle opere esposte e distrusse completamente il volume di Arici. In attesa di poter riacquistare una delle pochissime copie presenti in Italia, i Georgofili hanno ritenuto opportuno realizzare l'edizione diffondendo così la conoscenza di un'opera rara di grande interesse storico. -
L' archivio del PSI di Fiesole
Il volume segue quello uscito nel 2005 sull'Archivio dei Comunisti fiesolani, aprendo l'opportunità a futuri studi di grande interesse: sia dal punto di vista prettamente storico in quanto la raccolta dei materiali del PSI in Italia è frammentaria e molto difficile, sia dal versante della storiografia locale, essendo i documenti inventariati antichissimi come lo è la storia socialista a Fiesole. I primi materiali risalgono addirittura all'anno 1900, con il periodico ""La Fiaccola"""", giornale della democrazia fiesolana (fondato nella frazione di Borgunto da un Circolo popolare educativo), alla nascita della prima sezione, nel 1902, fino all'incontro con una figura storica fondamentale della sinistra fiesolana, Luigi Casini, che inizia la propria attività proprio negli anni precedenti la Grande Guerra, per divenire poi il primo sindaco socialista a Fiesole nell'ottobre del 1920, essere rimosso dai Fascisti nel '22 e tornare, a capo del CLN locale, primo sindaco della città liberata del secondo dopoguerra. Nel volume sono catalogati carteggi, atti e manifesti, molti dei quali riprodotti a colori in un'ampia sezione fotografica che accoglie anche le tessere del partito dal 1950 al 1987."" -
The chimera of Arezzo
Il volume è il catalogo della mostra The Chimaera of Arezzo allestita al J. Paul Getty Museum at the Getty Villa di Los Angeles dal 16 luglio 2009 all'8 febbraio 2010. Ritrovato fuori Porta S. Lorentino ad Arezzo nel 1553, il grande bronzo etrusco è datato al V secolo a.C. e conservato al Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Raffigura una belva mitica dalla triplice natura di leone, capra e serpente, figlia del gigante Tifone e di Echidna e vinta dall'eroe Bellerofonte sul cavallo alato Pegaso. Per Firenze, la Chimera è più di un eccezionale manufatto archeologico: è un simbolo, il primo pezzo delle collezioni granducali, oggetto di cure particolari da parte di Cosimo I, come riferisce Benvenuto Cellini. Oggi per la prima volta in assoluto, questo capolavoro unico e inestimabile della bronzistica etrusca sarà presentato al pubblico americano accanto a opere provenienti dalla Getty Museum and Research Library. Oltre a presentare le opere esposte in mostra, il volume ripercorre la storia del mito della Chimera, ricostruisce la vicenda del prezioso bronzo etrusco e dell'immagine della mostruosa creatura nel mondo etrusco attraverso i contributi scientifici di Fulvia Lo Schiavo, Karol Wight, Claire L. Lyons, Seth D. Pevnick, G. Carlotta Cianferoni, Adriano Maggiani, Mario Iozzo. -
Premio Tito e Maria Conti 2009
Catalogo della mostra allestita a Firenze presso la Sala Esposizioni dell'Accademia delle Arti del Disegno dal 2 al 17 luglio 2009. Il volume raccoglie l'opera di 20 giovani pittori che hanno concorso all'undicesima edizione del Premio Tito e Maria Conti: gli italiani Lorenzo Barbieri, Annalisa Betella, Sebastiano Benegiacomo, Anna Capoluto, Valentino Carrai, Roberto Caruso, Alessandro Di Grande, Oriana Labruna, Daniele Magnani, Pietro Manzo, Elia Mauceri, Luca Mauceri, Lorena Peris, Laura Repetti, Simone Zaccagnini, Elisa Zadi Virginia Zanetti, l'albanese Ajet Lutaj e la svedese Christine Jacobsson. L'eccellenza delle opere presentate è stata rilevata da tutti i componenti delle commissione giudicatrice del premio, nella quale figuravano Alberto Moretti, Carlo Bertocci, Roberto Giovannelli, Vairo Mongatti, Domenico Viggiano e Luigi Zangheri. Considerato l'impegno operativo e la qualità del lavoro dei concorrenti, dopo avere assegnato all'unanimità il premio a Pietro Manzo, la commissione giudicatrice ha suggerito di ""tenere una mostra delle opere presentate, così da incoraggiare i giovani artisti nel loro ben operare"""". Da lì esposizione e catalogo."" -
Relazione sui danni sofferti a causa della guerra. Dal patrimonio artistico monumentale di Firenze
La Relazione è un'importante testimonianza dai molti significati. Innanzitutto è la cronaca, puntuale e veritiera, dei gravi danni inferti al patrimonio architettonico e urbanistico di Firenze negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale e, in particolare, nella notte tra il 3 e il 4 agosto del '44, quando vennero fatte brillare le mine posizionate dall'esercito tedesco in ritirata e rase al suolo le aree prospicienti le testate del Ponte Vecchio, così come gli altri antichi ponti fiorentini. È poi il resoconto della prima fase di restauro e ricostruzione degli edifici storici che potevano almeno in parte essere salvati, condotta da un Ufficio di tutela carente di uomini e di mezzi, che il Comitato di Liberazione aveva riunito (sopprimendo la Soprintendenza ai Monumenti e aggregando a quella delle Gallerie i pochi funzionari rimasti) sotto la direzione di Giovanni Poggi. Un resoconto che è, oggettivamente, testimonianza di straordinaria abnegazione, visto che nell'arco di poco più di un anno, pur con il supporto della Sottocommissione alleata per i Monumenti diretta dal tenente Frederick Hartt, furono aperti e in parte chiusi ben trecentotrentasei cantieri, su un esteso territorio che comprendeva le province di Firenze, Pistoia e Arezzo. -
Sistemi colturali innovativi. Impatto della ricerca genetica e delle tecnologie avanzate sull'evoluzione dei sistemi agrari
In questo volume: Fabrizio Cobis, ""I nuovi processi di innovazione e l'azione del Ministero dell'Università e della Ricerca"""", Marisa Di Matteo, Donatella Albanese """"Impiego di contenitori biodegradabili e/o compostabili"""", Serafina Chirico, Giuseppe Titomanlio, """"Problematiche di stampaggio di materiali biodegradabili"""", Vito Miccolis, Vincenzo Candido, """"I contenitori innovativi per una ortofloricoltura ecocompatibile impatto della ricerca genetica e delle tecnologie avanzate sull'evoluzione dei sistemi agrari"""", Silviero Sansavini, Luca Dondini """"La genomica in frutticoltura: recenti acquisizioni per il miglioramento genetico, la produzione e la qualità del frutto"""". Davide Guerra, Alessandro Tondelli, Chiara Biselli, Antonio Michele Stanca """"Analisi del genoma delle piante coltivate per l'adattamento all'ambiente colturale""""."" -
Alfredo Müller. Un ineffabile dandy dell'impressionismo. Ediz. illustrata
Ampia monografia dedicata al grande pittore livornese esponente del gruppo dei Postmacchiaioli, realizzata in occasione della mostra allestita a Livorno dal 26 febbraio al 25 aprile 2011. Un percorso antologico dove le oltre 230 immagini e i testi critici mirano a ricostruire la complessa fisionomia dell'artista, che fu costantemente presente in esposizioni nazionali e internazionali fin quasi agli ultimi anni di vita. Le sue opere, non solo pittoriche (fu anche incisore e scultore) raccolsero consensi da diverse e autorevoli personalità del tempo, evidenziando un nuovo modo di concepire l'arte che attinse da modelli quali Cezanne, Renoir e Pissarro. -
Zibellinate pratesi. Racconti di un agente di commercio
"Conobbi Miris Zibellini alla fine degli anni Quaranta quando a Prato i telai già battevano interrottamente cento colpi al minuto, quando i capannoni ricostruiti ospitavano nuovamente filande e cimatrici. Anche se nato in Via Bologna e allevato fra i ragazzi di Piazza Ciardi quando lo conobbi io non era un animale pratese. Alto, distinto, sportivo, accuratamente arruffato si distingueva dalla gioventù nostrale per proprietà di linguaggio e disinvoltura. Forse le passeggiate nell'ombra silente dei boschi del Casentino hanno fatto tornare alla memoria di Miris le vicende della sua vita come agente di commercio ed ecco che ora ci fa leggere questi divertenti racconti sull'argomento. Ma non si è accorto il nostro narratore che (forse non era nelle sue intenzioni) ha scritto una pagina fresca ed efficace della storia tessile pratese. Quella importante e non sufficientemente raccontata della figura del cosiddetto """"rappresentante"""" e dei suoi rapporti con gli imprenditori locali. Gliene siamo grati specialmente ora che a Prato le cose sono cambiate: i mezzi moderni di trasmissione hanno reso meno importante la funzione del mediatore nel commercio, ma soprattutto la crisi, la grave crisi del tessile, ha quasi cancellato la voglia di raccontare."""" (dalla presentazione di Umberto Mannucci)." -
Nel cerchio della rete
"Rispetto ad altre sue opere precedenti, l'interrogarsi sulla natura dell'uomo e della sua vita è qui risolto in metafore di forte spessore e la domanda non si limita a porsi come discrimine rispetto a ciò che non convince o spaurisce o angoscia ma si fa sostanza stessa della soluzione del problema stesso. Le domande restano tali ma le risposte possibili si moltiplicano e si diffondono nell'intero arco della prospettiva lirica che innescano e motivano. Ancora farfalle, dunque, ma in un contesto diverso da quello che le considera una pura forma soggetta al volere del Fato o un gioco in balia del Tempo. Nella poesia di Scerrotta Samà, invece, il destino non è fatto di elementi imperscrutabili o misteriosamente atteggiati in minacce non sempre comprensibili - è fatto delle interrelazioni profonde tra passato e futuro, delle intersezioni tra ciò che è accaduto oggi e ciò che potrà succedere in un momento ancora a venire e le cui conseguenze diventeranno palesi solo quando saranno rivelate nella loro dimensione più ampie"""" (Giuseppe Panella)." -
La stella e la porpora. Il corteo di Benozzo e l'enigma del Virgilio riccardiano
Il ""Virgilio Riccardiano"""", ossia il manoscritto 492 della Biblioteca Riccardiana di Firenze, è certamente il prodotto più ragguardevole dello scriba fiorentino Niccolò de' Ricci, che operò fra il sesto e il settimo decennio del Quattrocento, prevalentemente nella trascrizione di alcuni classici latini come Cicerone epistolografo e Sallustio, ma privilegiando Virgilio. Superato lo stupore per la grande finezza dell'impianto e dell'esecuzione, il dato iconografico più saliente si dimostra una sorta di parallelismo ideologico e storico, quello che alla vicenda fantastica di Enea, profugo da Troia e precursore della storia di Roma, sovrappone, con evidenza di volti, costumi e suppellettili, la vicenda reale dell'ultimo erede al trono di Bisanzio, esule in Italia all'indomani della caduta di Costantinopoli nelle mani dei Turchi il 29 maggio del 1453, estremo baluardo orientale della cristianità. I contributi ruotano intorno alla vivace convergenza, nel percorso verbale e figurativo di questo libro, di due eventi fra i più memorabili del mito e della storia, mettendo anche in evidenza i grandi problemi metodologici legati all'approccio interdisciplinare."" -
Weit weg von hier-Più lontano da qui. Landschaftsstudien-Studi di paesaggio
Il volume è il catalogo della mostra allestita a Monteroni d'Arbia presso la Fondazione Sergio Vacchi (Castello di Grotti - Ville di Corsano) a settembre-ottobre 2009. Un altro paesaggio, tutto suo, tutto diversamente motivato, non certo dunque rappresentativo, documentariamente evocativo, in quanto invece sostanzialmente di riflessione e spiazzamento interiore, che assume inflessioni più romantiche che classiche (pur quando sembra affiorarvi un reperto di eco archeologica, pur senza la fatiscenza decadentistica d'un Theimer). Paesaggi premontani, in quei disegni, risalendo per esempio, si legge in uno, ""sulla via per Scarperia"""". Singolarmente arcaici: essenzializzati fra la stereometria delle case isolate, la plasticità degli alberi radi, quasi simbolici (come in affreschi trecenteschi), catturando qualche eventualità fluida di nuvole invece di geometria frattalica; paesaggi singolarmente deserti di animali e umani. In una essenzialità che proprio lì cogli istintivamente penetrata d'echi di arcaismi strutturali del paesaggismo, appunto d'orgoglio rurale, toscano fra le due guerre. (Da L'avventura del paesaggio di Enrico Crispolti)."" -
Karl Stengel. Omaggio a Tristano. Frammenti. Ediz. multilingue
"La vita non è in ordine alfabetico come credete voi. Appare un po' qua e un po' là, come meglio crede"""", dice Tabucchi nel libro che dà il via alle immagini di Karl Stengel. L'intensità del Tristano muore, gioiello letterario cui si ispira il lavoro illustrato in queste pagine, pare non avere cesure, rotture, stonature con l'opera dell'artista di origini ungheresi, che ne traduce la visionarietà in passaggi indelebili. Le parole dell'uno si inanellano con i colori e le forme dell'altro ad un ritmo che fa pensare ad un incontro improvviso." -
Alla scoperta del maestro di Marradi
Un'insegnante e un gruppo di allievi muovono insieme alla scoperta del misterioso artista che sul finire del Quattrocento ha prodotto un ciclo di pitture destinate alla Badia del Borgo, presso Marradi. Alla voce-guida, che dipana il fitto intreccio tra storia, idee, arte e stile, si alternano le domande, le conoscenze, i ricordi, le vive impressioni degli allievi. Un viaggio emozionante nel passato, evocato attraverso le immagini del Maestro di Marradi che riesce a coniugare le novità del Rinascimento fiorentino con le tradizioni persistenti nei piccoli centri delle valli appenniniche, aperte verso le pianure della Romagna. Contributi di Silvana Barzagli, Flavia Benelli, Danila Calderoni, Luisa Calderoni, Roberto Gigli, Caterina Graziani, Antonio Moffa, Domenica Pieli, Roberto Randi, Fiorella Romanelli. -
Carla Tolomeo. Mai sedersi sugli allori. Catalogo della mostra
"È difficile trovare, nell'odierna mappa topografica della pittura italiana, artisti come Carla Tolomeo, così appagati del privilegio della libertà, quella di crearsi un proprio mondo, dove forme e colori vivono liberi da reciproci condizionamenti. E può sembrare paradossale affermarlo, dal momento che Carlina sceglie oggetti di uso comune per costruire le sue opere d'arte. Ma sta proprio in questo il suo specifico genio""""." -
Giuseppe Sanmartino, Angelo Viva e gli evangelisti della cappella Pappacoda
Quando s'intraprende lo studio di un bozzetto in terracotta, non sempre l'individuazione della scultura monumentale di cui il modello riflette la fase preparatoria costituisce il punto di arrivo della ricerca. Talvolta, soprattutto nel caso di scultori celebri e quindi largamente imitati, è ricorrente l'eventualità di imbattersi in terrecotte che non sono state eseguite da questi maestri ma sono semplicemente derivazioni, di qualità più o meno alta, dai loro prototipi; di contro risulta più volte attestata anche la circostanza di uno scultore che fornisce modelli messi successivamente in opera da altri artisti. È quanto, secondo Andrea Bacchi, accade nel caso di due inedite terrecotte raffiguranti San Luca e San Matteo. I bozzetti intorno cui verte il volume vanno collegati a due statue di marmo che si conservano nella chiesa di San Giovanni dei Pappacoda a Napoli e sono opere documentate di Angelo Viva (1748-1837). Nondimeno i loro caratteri stilistici rimandano in modo inequivocabile alle opere di Giuseppe Sanmartino (1720-1793). Grazie anche al ricco apparato iconografico, il volume dimostra che, senza il legame con questi marmi, le due terrecotte sarebbero state inevitabilmente riferite a Sanmartino. -
Relazione sui danni sofferti a causa della guerra dal patrimonio artistico monumentale della provincia di Firenze (1946)
La Relazione è un dattiloscritto inedito, conservato in duplice copia presso la Biblioteca della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici (oggi anche Storici Artistici ed Etnoantropologici) in palazzo Pitti, accompagnato da un album di grande formato, ugualmente conservato presso la biblioteca, con 289 stampe fotografiche provviste di didascalia. Redatta da Guido Morozzi entro il giugno del 1946 in un linguaggio asciutto che nulla concede al dolore provato davanti al dramma della distruzione, la Relazione è la cronaca oggettiva dei fatti, con descrizioni dettagliate dei danni, delle operazione condotte, degli operatori impiegati, dei costi e delle previsioni di spesa per la conclusione dei restauri e delle ricostruzioni. La sua compilazione è da intendersi nel quadro di una volontà da parte del Ministero dell'Educazione Nazionale di monitorare l'ammontare dei danni di guerra e il procedere delle operazioni di recupero. La parte qui data alla stampe, relativa al comune e alla provincia di Firenze (al tempo comprendente anche Prato), consiste nella presentazione di 44 cantieri dei 160 aperti dalla Soprintendenza su questo territorio. -
Monna Lisa. La «Gioconda» del magnifico Giuliano
«Quanto si leggerà in questo libro è frutto di ricerche lunghe, intense e intelligenti, che Josephine Rogers Mariotti ha condotto per proiettare una luce verisimile su un quadro celebrato fino alla mistificazione, sulla donna in esso ritratta, sulle relazioni che corsero tra Francesco del Giocondo e la famiglia medicea, e finalmente tra Lisa medesima e Giuliano de' Medici. Una relazione - quest'ultima - che rende pienamente plausibile la congettura dell'identità (per lo più rigettata) fra il ritratto di Lisa ricordato da Vasari e quello commissionato a Leonardo da Giuliano (conforme alla memoria serbata da Antonio de Beatis). Il rapporto fra Giuliano e Lisa va inquadrato sostiena l'autrice - nel clima e nelle consuetudini della tradizione petrarchesca. E, una volta si convenga su questa specificazione, riuscirà ammissibile la richiesta d.un principe a un maestro rinomato di ritrarre una donna ch'era sposa d'un altro. Ipotesi fondata; come la critica letteraria c'insegna a credere. Non di meno confesso che non avrei troppe difficoltà a supporre scambi più concreti delle parole. Parole che comunque mi figuro sussurrate in una stanza di quel monastero (più monzese che fiorentino) che i due frequentavano. Che sia questo un modo per darsi ragione anche di quel ""sorriso"""" che Vasari - forse non ignaro dei fatti - definì """"ghigno tanto piacevole""""?». (Dalla presentazione di Antonio Natali)"" -
Stefano Bardini e Wilhem Bode. Mercanti e connaisseur fra Ottocento e Novecento
Il presente studio prende le mosse dal rinvenimento del carteggio privato intercorso tra l'antiquario Stefano Bardini e Wilhelm Bode tra il 1875 e il 1920, un periodo cruciale della storia dell'antiquariato. Il fondo epistolare, che testimonia gli assidui rapporti tra Stefano Bardini e Wilhelm von Bode per quasi mezzo secolo, non solo introduce a un'appassionante ricostruzione della relazione tra i due , ma permette anche di entrare nell'officina internazionale del ""gusto Bardini"""", che attraverso Bode e la Prussia avrebbe raggiunto i musei tedeschi, mentre sul versante opposto veniva esportato negli Stati Uniti e fatto proprio da collezionisti e direttori di musei."" -
La chiesa di San Marco a Firenze. Una lunga stagione di restauri
Il volume contiene le testimonianze di coloro che hanno partecipato alla lunga stagione di restauri (2002-2009) della chiesa di San Marco. Dopo un restauro parziale risalente al 1958, il tetto della chiesa non era più stato oggetto di interventi risolutivi volti a impedire le infiltrazioni d'acqua, inconveniente manifestatosi a più riprese, con conseguenti gravi danni alle strutture portanti e al sottostante soffitto ligneo dorato che ospita la grande tela dipinta nel 1725 da Giovanni Antonio Pucci. Nel corso degli attuali restauri si è provveduto a mettere in sicurezza la copertura con una serie di interventi di grande impegno alle capriate quattrocentesche, applicando una tecnica di minimo intervento e procedendo senza lo smontaggio totale del tetto. Mentre si lavorava alle capriate, al piano inferiore del ponteggio è stato eseguito il restauro del soffitto ligneo decorato e dorato, nonché il restauro della tela dipinta con un complesso intervento di recupero conservativo ed estetico molto impegnativo anche per le inusuali dimensioni (oltre 50 mq) e per le difficoltà di movimentazione dell'opera nell'esiguo spazio del cantiere. Durante i lavori sono state fatte due ritrovamenti: raffigurazioni e stemmi dipinti sulle catene delle capriate - prima non visibili perché celati da un tavolato - e l'iscrizione con il nome dell'autore della scultura raffigurante San Zanobi, precedentemente attribuita al Giambologna.